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IL PROgETTO Un marchio per la Stracciatella, «da condividere con i gelatieri e il territorio» 16 ra è scritto nero su bianco: la Stracciatella è nata a bergamo. L’Ascom e i suoi Gela- tieri hanno voluto codificare le origini no- strane, già comunque generalmente rico- nosciute, di uno dei gusti di punta della ge- lateria italiana, presente pressoché in ogni vetrina o pozzetto refrigerato del mondo. Lo hanno fatto registrando alla Camera di Commercio il marchio collettivo “La Strac- ciatella il gelato di bergamo” corredato da un disciplinare che individua i natali del ce- lebre mix tra fiordilatte e scaglie croccanti di cioccolato fondente nel 1961, alla Ma- rianna di Colle Aperto ad opera del patron enrico Panattoni, e da qui gli ingredienti e il metodo di produzione, a disposizione di tutti i gelatieri che vorranno sfoggiare nei propri punti vendita la vera ricetta. L’operazione è stata possibile grazie a quella che - durante la presentazione del progetto lo scorso 25 settembre nella sala di Porta Sant’Agostino - è stata defini- ta “generosità di sistema”, ossia la scelta H a lavorato mesi tra migliaia di ricette, Luciana Polliotti, giornalista e studiosa del gelato, senza trovare traccia di una preparazione anche solo simile alla stracciatella, che ora è diventata patrimonio di bergamo. È così che ha scelto validare l’attribuzione a enrico Panat- toni della Marianna del gusto che avrebbe portato il suo locale sulla bocca di tutti e l’abbinamento fiordilatte-cioccolato sui coni e nelle vaschette di tutto il mondo. «Ho consultato testi di gelateria pura e i ricettari dei grandi cuochi dal 1600 senza trovare testimonianze della stracciatella prima del 1961, data alla quale risale l’invenzione di Panattoni – afferma -. L’intuizione viene dalla minestra di origine romana chiamata stracciatella per l’aspetto stracciato che, per il repentino cambio di temperatura, assume l’uovo sbattuto unito al brodo caldo. Il gelato alla stracciatella è preparato con lo stesso principio, unendo cioccolato fondente fuso al gelato già freddo nella fase di mantecazione». «Il cioccolato, fuso a 40 gradi – aggiunge Niccolò Panattoni, nipote di enrico -, si solidifica a contatto con la Ascom e gelatieri Bergamaschi hanno avviato la registrazione del brand collettivo e del disciplinare per produrre il gusto originale, nato alla Marianna nel 1961. La famiglia Panattoni ha messo a disposizione la ricetta O l’ORIgIne così una minestra è finita sul cono

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IL PROgETTO

Un marchio per la Stracciatella,«da condividere

con i gelatieri e il territorio»

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ra è scritto nero su bianco: la Stracciatella è nata a bergamo. L’Ascom e i suoi Gela-tieri hanno voluto codificare le origini no-strane, già comunque generalmente rico-nosciute, di uno dei gusti di punta della ge-lateria italiana, presente pressoché in ogni vetrina o pozzetto refrigerato del mondo. Lo hanno fatto registrando alla Camera di Commercio il marchio collettivo “La Strac-ciatella il gelato di bergamo” corredato da un disciplinare che individua i natali del ce-lebre mix tra fiordilatte e scaglie croccanti di cioccolato fondente nel 1961, alla Ma-rianna di Colle Aperto ad opera del patron enrico Panattoni, e da qui gli ingredienti e il metodo di produzione, a disposizione di tutti i gelatieri che vorranno sfoggiare nei propri punti vendita la vera ricetta.L’operazione è stata possibile grazie a quella che - durante la presentazione del progetto lo scorso 25 settembre nella sala di Porta Sant’Agostino - è stata defini-ta “generosità di sistema”, ossia la scelta

Ha lavorato mesi tra migliaia di ricette, Luciana Polliotti, giornalista e studiosa del gelato, senza trovare traccia di una preparazione

anche solo simile alla stracciatella, che ora è diventata patrimonio di bergamo. È così che ha scelto validare l’attribuzione a enrico Panat-toni della Marianna del gusto che avrebbe portato il suo locale sulla bocca di tutti e l’abbinamento fiordilatte-cioccolato sui coni e nelle vaschette di tutto il mondo. «Ho consultato testi di gelateria pura e i ricettari dei grandi cuochi dal 1600 senza trovare testimonianze della stracciatella prima del 1961, data alla quale risale l’invenzione di Panattoni – afferma -. L’intuizione viene dalla minestra di origine romana chiamata stracciatella per l’aspetto stracciato che, per il repentino cambio di temperatura, assume l’uovo sbattuto unito al brodo caldo. Il gelato alla stracciatella è preparato con lo stesso principio, unendo cioccolato fondente fuso al gelato già freddo nella fase di mantecazione». «Il cioccolato, fuso a 40 gradi – aggiunge Niccolò Panattoni, nipote di enrico -, si solidifica a contatto con la

Ascom e gelatieri Bergamaschi hanno avviato la registrazione

del brand collettivo e del disciplinare per produrre

il gusto originale, nato alla Marianna nel 1961.

La famiglia Panattoni ha messo a disposizione la ricetta

O l’ORIgIne

così una minestra è finita sul cono

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ottobre 2017

della famiglia Panattoni di condivide-re con i colleghi la propria specialità, nella convinzione che si tratti di un’op-portunità per sviluppare l’appeal com-merciale e turistico di bergamo e pro-vincia. «Il nostro obiettivo – spiega il presidente dei Gelatieri bergamaschi, aderenti all’Ascom, Massimo bosio –

è sempre stato quello di parlare di gelato artigianale e la stracciatella è il testimonial ideale per raccontare la bontà di ciò che facciamo ogni gior-no. La nostra aspirazione si è unita all’interesse delle aziende bergama-sche della filiera del gelato artigiana-le di essere identificate con un ter-ritorio». bergamo può vantare infatti un vero e proprio distretto del gelato che va da macchinari e attrezzature a coni, cialde e confezioni, dalle ma-terie prime agli arredi, con imprese presenti nei mercati internazionali, che hanno, tra l’altro, già dato vita ad una bella esperienza di collabo-razione con i gelatieri due anni fa in expoGelato, organizzata in centro nel periodo dell’esposizione milanese. «Come esistono il distretto della cera-mica e della sedia, potrebbe nascere il distretto della Stracciatella – au-spica bosio –, capace di dare un’im-magine più forte e definita dell’intero made in bergamo del gelato». «Con questa iniziativa poniamo le basi per

un sogno – prosegue –, quello che in un futuro non troppo lontano chi pen-sa alla Stracciatella l’associ a berga-mo come succede per la torta Sacher e Vienna, la piadina e la romagna, il Chianti con la toscana».Ad essere registrato – occorre pre-

cisarlo - è il nome Stracciatella per il gusto preparato con gli ingredienti e le modalità definiti dal disciplinare. «Può anche darsi che qualche altro gelatie-re, in passato, abbia unito pezzi di cioc-colato al gelato alla panna – ammette il presidente -, anche se la nostra ri-cerca storica non ne ha trovato trac-cia. Ciò che tuteliamo con il marchio, in ogni caso, è il nome Stracciatella e l’idea che ha portato alla sua creazio-ne, quella di realizzare una versione dolce e fredda della minestra calda con brodo e uova “stracciate” in voga ai tempi».

miscela gelata e viene stracciato in pezzi dalle pale del mantecatore. Ancora oggi lo facciamo così, nelle stesse macchine che utilizzava il nonno». Nato ad Altopascio in provincia di Lucca nel 1927, enri-co Panattoni è arrivato a bergamo negli anni Quaranta

insieme alla moglie oriana «con la voglia di spaccare il mondo», l’efficace immagine che ne dà il nipote. «Han-no cominciato con una bottega in via Colleoni vendendo castagnaccio – racconta -. Grazie all’incontro con Franco Minetti il nonno si è appassionato di gelato e specializza-to a Firenze. Nel ‘53 hanno rilevato La Marianna, in Colle Aperto, era caffetteria e ristorante e uno dei piatti che servivano era la stracciatella alla romana, da lì il chiodo fisso di far diventare freddo quel piatto caldo. Alla fine ce l’ha fatta. È stato subito un successo e tutt’oggi è uno dei gusti più venduti». Anziché tenere la specialità, oggi internazionale, tutta per sé, la famiglia Panattoni ha volu-to spartirla con i colleghi e il territorio. «Abbiamo abbrac-ciato subito questo progetto – ricorda Niccolò – perché crediamo che sia un buonissimo traino per il turismo di bergamo e per la crescita del commercio e siamo felici di condividere le nostre conoscenze su questo prodotto con le altre gelaterie. Nonno enrico sarebbe orgoglioso di sapere che la sua stracciatella è diventata il gelato di bergamo».

Niccolò Panattoni e Luciana Polliotti

Massimo Bosio

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Il progetto è supportato dalla Camera di Commercio, ha come main spon-sor Lactis e, per il cioccolato, la belga Callebaut e come partner le aziende bergamasche di filiera Astori Group di Gorle, ostificio Prealpino e Puntogel di bergamo e Gelmatic Italia di Grassob-bio. Vede inoltre la collaborazione di east Lombardy. Il comitato scientifico che ha curato il dossier e il piano di marketing è composto, oltre che da bosio, da Pietro bresciani (Ascom), Niccolò Panattoni (La Marianna), Gio-vanna ricuperati (Multi - marketing consulting), Aurora Minetti (aziende della filiera del gelato) e raffaella Ca-stagnini (Camera di Commercio).ora la palla passa ai gelatieri artigia-nali, un mondo che in bergamasca conta 280 attività, 1.100 dipendenti e

che produce 5.200 tonnellate di gela-to all’anno, per un fatturato di circa 70 milioni di euro. Chi intende avvalersi del marchio – di proprietà dell’Ascom e in fase di registrazione – rispetterà il disciplinare di produzione della strac-ciatella e riceverà il kit promozionale con logo, adesivi, locandine, cartoline e totem che permetteranno di raccon-

Non ha maglie strettissime il disciplinare di La Stracciatella il gelato di bergamo, ma i paletti sono significativi, capaci di dare i tratti tipici della ricetta tradizionale.

Ingredienti• miscela di latte e panna freschi per la produzione del gelato• cioccolato fondente con minimo 58% di cacao

Metodo di produzione• metodo discontinuo di produzione, che prevede quindi l’esclusione

dell’utilizzo di freezer continuo• pastorizzazione e mantecazione in loco• stracciatura meccanica o manuale del cioccolato fuso

La miscela composta da latte e panna fresca va pastorizzata e mante-cata. Al termine della fase di mantecazione, si cola il cioccolato caldo fondente nella mantecata e manualmente o meccanicamente si “strac-cia” il cioccolato.

caratteristiche del prodotto• colore: la miscela deve essere bianca• sapore: fiordilatte o panna

esposizioneLa data di scadenza del gelato esposto nella vetrina è di 5 giorni.

controlli Il controllo sulla conformità al disciplinare di produzione è svolto da Ascom bergamo.

per informazioni e adesioni al marchio, le gelaterie possono contattare la segreteria dei gelatieri Bergamaschi (pietro Bresciani - tel. 035 4120135)

IL PROgETTO

tare la storia di questo gusto ai clienti e le identificherà come luoghi in cui si può gustare la ricetta autentica. Il ge-lato di bergamo avrà spazio anche sui social media e vivrà, dopo il debutto al G7 dell’Agricoltura, il suo momento clou in una festa di primavera che de-butterà l’anno prossimo, ma potrà an-che ispirare – è stato anticipato - col-laborazioni con aziende della moda, dell’arredo, del design. Il marchio Stracciatella, dunque, come elemento qualificante dell’offerta del-le gelaterie artigianali e leva di mar-keting territoriale, con un valore in più dato dalla capacità di collaborazione. «La Stracciatella il gelato di bergamo è un progetto 4.0 – è la definizione coniata dal direttore dell’Ascom oscar Fusini - perché spinge nella logica di rete e di integrazione della filiera. Le nostre esperienze associative han-no sempre cercato aggregazioni di tipo orizzontale: commercianti che collaborano con altri commercianti. Già questo era faticoso, in un mondo che tradizionalmente creava divisioni e contrapposizioni. ora il “progetto stracciatella” vede collaborare un grande nome, quello della Marianna, con gli altri gelatieri, ma cerca anche un’aggregazione verticale con le im-prese della filiera del gelato. Imprese che valorizzando sé stesse possono dare una grande mano nel promuove-re il brand bergamo».Il cibo, del resto, è sempre più spes-so ambasciatore di territori e fattore di attrazione turistica e il gelato, uno dei tre prodotti che insieme a pasta e pizza identificano l’Italia nel mondo, conquista facilmente grandi e piccoli, italiani e stranieri, con la sua semplice bontà.

IL DIScIPLINARE

Due momenti della presentazione del marchio nella sala di Porta Sant’Agostino in Città alta

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VENERDÌ 29 SETTEMBRE 2 017

B e r g a m o Po s t16 BERGAMO

IL PROGETTO Unione di filiera produttiva e istituzioni per la promozione del nuovo marchio. La Marianna ha messo a disposizione la ricetta originale di Enrico Panatto n i

La stracciatella di Bergamo adesso è DocBosio, presidente dei gelatieri: «Potrebbe diventare come la piadina per la Romagna». A maggio verrà organizzata una festa in Piazza Vecchia

di Fabio Cuminetti

La stracciatella scende dal colle.Aperto, ovvero La Marianna,dove è nata. Scende e porta no-torietà alla Bergamasca tutta. Ilgusto di gelato creato da EnricoPanattoni nel 1961 è diventatoun volano per nuove strategie disviluppo del settore ed elemen-to di attrattività turistica su sca-la nazionale ed estera, soste-nuto da filiera produttiva, isti-tuzioni, leve avanzate del mar-keting. Ognuno per le sue com-petenze ma compatti, un po’come fa il cioccolato «straccia-to» nel Fiordilatte. Lunedi 25settembre, nella sala di PortaSant ’Agostino, è stato presen-tato il progetto La stracciatella ilgelato di Bergamo, un insiemedi strategie e iniziative per va-lorizzare e rilanciare l’ere ditàgastronomica della stracciatel-la. A partire dalla registrazionedel marchio, con logo minimal:elementi netti di colore scurocome scaglie di cioccolato sullosfondo bianco della panna, so-stenute da un cono stilizzato.Promosso dai Gelatieri Berga-maschi, Ascom Bergamo e so-stenuto dalla Camera di Com-mercio, La stracciatella il gelatodi Bergamo si inserisce tra i pro-getti di East Lombardy - RegioneEuropea della Gastronomia p erpromuovere il territorio attra-verso la promozione delle suetradizioni enogastronomiche.

«È stato più semplice del pre-visto portare avanti il progetto.Grazie alla famiglia Panattoni,che ha dato grande disponibi-lità - ha spiegato Giovanna Ri-cuperati di Multi, partner per ilmarketing e la promozioned e l l’iniziativa -. Si presenta unbrand, ma il meglio deve an-cora venire, con il coinvolgi-mento capillare delle gelaterie edel territorio». Secondo OscarFussini, direttore di Ascom Ber-gamo, «mettere insieme La Ma-

rianna con gli altri gelatieri nonera scontato. Speriamo sianosempre di più gli artigiani delsettore ad aderire, utilizzandola ricetta della stracciatella co-dificata in un disciplinare diproduzione scritto dal Comi-tato Scientifico Expogelato: ciòpermetterebbe di accrescere lariconoscibilità territoriale delgusto inventato da Enrico Pa-nattoni. Bergamo ha inoltre undistretto che ha pochi uguali nelmondo sulla filiera del gelato

(battuta solo da Rimini), quindil'aggregazione vuol essere siaorizzontale, cioè tra gelaterie,che verticale, con chi produce imacchinari». «Quando pensia-mo al Chianti pensiamo alla To-scana, la piadina ricorda la Ro-magna, speriamo che in futuroparlando di stracciatella si pen-si a Bergamo», si è auguratoinvece Massimo Bosio, presi-dente dei Gelatieri Bergama-s chi.

Per avere la sicurezza certi-

ficata che la stracciatella siaproprio nata nel 1961, a Ber-gamo, per mano di Panattoni, cisi è rivolti a Luciana Poliotti,giornalista e storica del gelato:«Non è stato facile - ha com-mentato Poliotti - ma le miericerche tra i ricettari dal 1600 aoggi hanno confermato l’ipo -tesi di partenza: non ci sonoprecedenti nella storia».

Veniamo alla genesi del gu-sto. Enrico Panattoni, padre diPopi (soprannome di Fabrizio)

e nonno di Niccolò, oggi al ti-mone dell’attività, si ispirò allastracciatella alla romana (brodobollente, in cui viene immersoun uovo crudo che, per viad e l l’alta temperatura, si «strac-cia» nel piatto), semplicementetrasportata dal piatto bollente alfreezer. «Nonno Enrico - rac-conta Niccolò Panattoni - vo-leva spaccare il mondo. Apri invia Colleoni per produrre il ca-stagnaccio. Ha perfezionato latecnica gelatiera a Firenze e nel1953 ha rilevato La Marianna,prima solo caffetteria. Ha spe-rimentato molto prima di ot-tenere la forma gelato di quellaminestra romana che tanto an-dava al ristorante. È piaciutasubito molto, la stracciatella, ela produciamo ancora nellostesso modo: mio nonno sa-rebbe orgoglioso di questo pro-getto, ne sono sicuro».

Le scaglie di cioccolato fon-dente spezzettate dal manteca-tore sono al centro del kit pro-mozionale (marchio, locandi-ne, cartoline) ma anche delleiniziative di «stracciatelling»,narrazione del gusto anche pervie social. Infine, a maggio (epoi ogni anno), grande giornatadel gelato in Piazza Vecchia. Ul-timo ma non meno importante,il coinvolgimento di sponsor epartner di primo piano. Duenomi su tutti: Lactis e il cioc-colato Callebaut, prestigiosomarchio belga.

ALBA RISPONDE Amo il mio fidanzato e veramente lo voglio sposare, ma l’ho tradito e lo sto tradendo. È più difficile scegliere che mettere un cuore su Tinder

La posta degli amori sfigati #2: e se Madame Bovary avesse letto Madame Bovary?Cara AlbaMaledetto cuore, maledetto

Tinder. Conosci, vero, l'applica-zione che ti permette di incon-trare persone soltanto per... di-ciamo diletto da letto? Credo disì. Bene, ci sono cascata pure io.Io, fidanzata da cinque anni; io,che gli ho detto sì quella sera diinizio luglio quando si è ingi-nocchiato davanti a me con unanello. Io, che ero sicura che nonci sarei mai cascata. E invece, peruno stupido gioco tra amiche,eccomi a chiederti come fare.Perché su Tinder ho conosciutolui, quello con cui non mi fi-danzerei mai ma che mi fa pro-vare sensazioni fisiche mai pro-vate prima. Ci sono uscita permettermi alla prova e ho perso la

scommessa con me stessa. Oranon riesco più a capire dove sta ilconfine tra quella che credevo diessere e quella che, in realtà, so-no. Amo il mio fidanzato e ve-ramente lo voglio sposare, mal'ho tradito e lo sto tradendo an-cora. La soluzione c'è, chiara-mente. O ci sarebbe, è megliodire. Ma non riesco a sceglierla.Perché scegliere è molto più dif-ficile che mettere un cuore suTi nd e r.

Emma (come la Bovary)

Cara Emma (come la Bovary)Innanzitutto, cambia amiche.

Per venire a noi, è con profondostupore che, da sempre, accolgol’accostamento, fin troppo dif-fuso, letto-diletto. Ci si segnala

come intelligenti viveur, perso-ne dalla mentalità aperta e bril-lante, predicando la fattibilitànonché – i più incoscienti – lasalubrità di qualche soddisfa-cente giro di lenzuola senzacoinvolgimento sentimentale,anche (soprattutto) a latere dellarelazione ufficiale. Un vero eproprio trattamento di bellezzagratis, una vacanza extralussodalla quotidianità.

Anni di letteratura e cinema –in cui palesemente tutto finiscesempre (ma sempre sempre) aschifìo – non ci hanno insegnatoveramente niente.

La prima fase sembra unaboccata d’aria fresca. Fiotti diadrenalina in circolazione. Tuconnessa con la vera te stessa,

meravigliosa e desiderata, unp o’ birbantella e (ci scommetto)meravigliosa, adorabile e par-ticolarmente affettuosa con iltuo Fidanzato Ufficiale. E so-prattutto – errore del principian-te, dell’esperto, del premium,

del traditore seriale alla terzacondanna per corna, insommala cantonata che prendiamo tut-ti – ti sei sentita capace di gestireil tutto.

Da questa sensazione di con-trollo e onnipotenza alla postadegli amori sfigati, è stato unattimo. Perché l'ossigeno cheriempie i polmoni si rivela ungas nocivo che ti intossica la vitae ti annebbia la vista.

Mi dici che non trovi la vera testessa, ma non hai molto tempo;fallo prima che Fidanzato Uf-ficiale trovi gli scontrini del mo-tel (che da birbantella quale seihai buttato nel primo cestino instrada, ma fidati che prima o poiil rinnovato entusiasmo verso laceretta salterà all’occhio). Puoi

aprire la finestra. Farai entrareun po’ di freddo, ma questo gasallucinogeno uscirà. Oppurepuoi temporeggiare, oscillareper i tuoi alti e bassi e aspettareche tutto si esaurisca per in-tossicazione polmonare.

«C ’è sempre un desiderio chetrascina, e una convenienza chetrattiene», dice nel libro la tuasventurata omonima. Io ti dico:applica del sano saper vivere, fail’opposto. Fatti trattenere da undesiderio e trascinare da unac o nve n i e n z a.

Rifletti su questa domandache si pone Ennio Flaiano, eavrai da sola la risposta: se Ma-dame Bovary avesse letto Ma -dame Bovary, non avrebbe fre-nato le sue fantasticherie?

DIARIO DI UNA COMMESSA Un chilo di mele? Siete poco globali. Ora va di moda la frutta esotica

L’avocado fa bene (si può tirare ai piccioni)di Marzia Rota

La globalizzazione ha preso posses-so delle nostre vite, ormai lo sappiamo.È grazie ad essa che noi abbiamo adot-tato il favoloso modello di centro com-merciale all’americana aperto 24 oresu 24, nelle feste comandate e le do-meniche, anche in caso di uragano ovenuta dell’anticristo. Ed è sempregrazie alla globalizzazione che nel no-stro supermercato si vedono le stessemerci che le gioiose commesse di NewYork vendono ai loro clienti. Ma qual-che vantaggio ce l’ab b ia m o.

Vorrei parlarvi oggi della frutta eso-tica che riempie i nostri reparti or-tofrutta. Se ancora andate a fare laspesa per comprare un chilo di mele,siete assolutamente poco globali.

Innanzitutto appena si entra, ba-nane. Normale, direte. Ma non c’è piùla classica cesta da cui pescare quellemeno mature. Gli allestimenti si spre-cano. Grappoli di banane dal soffitto,baldacchini Chiquita, sacchi juta, ap-pendini singoli, donne africane con

vasi sulla testa. Per non parlare poidella varietà. Si fa presto a dire ba-na na.

Sono comparse, da un anno a que-sta parte, varietà di banane che disicuro non erano contemplate nellacreazione. Bananine, banane verdispigolose, banane che non maturano,banane dritte, banane da frittura, ba-nane Jamaica e delle inquietanti ba-nane nere. Ma alla banana siamo av-vezzi, andiamo avanti.

Sempre cercando le nostre banalimele, ci imbattiamo nella psicosi delmomento. L’avocado. Donna modernaha detto che l’avocado fa bene. Non hadetto a cosa, ma fa bene. E quindi orasiamo invasi di avocado, al modicoprezzo di 2,50€ al pezzo. La sciura checi tiene alla salute ne compra cestelliinteri, mal che vada li userà per ab-battere i piccioni sul cornicione delpa lazzo.

Ho fermato una gentile signora chesi stava gettando sopra la bilancia conuna borsa di frutti somiglianti a prugnegrinzose. «Scusi signora, che cosa sta

comprando?». «Pescion fruit», escla-ma lei con perfetto accento inglese diGandino (da cui intuisco che la grafia èproprio questa). Poi la signora si av-vicina a me con aria complice e misvela il segreto: «Vuol dire passione» emi mostra i quattro chili di roba che sista comprando con l’intento proba-bilmente di ravvivare il marito.

Non voglio svelare alla signora cheprobabilmente il nome non rispecchiale proprietà del frutto e prendo in ma-no una specie di chicco d’uva gom-moso. Scopro essere un litchi, pluralelitchis. Siccome non ho la più vaga ideadi cosa sia, mi guardo attorno e concoraggio lo sbuccio un po’ e me lo ficcoin bocca. Sembra di ingoiare una lu-maca amara.

La mia faccia poco convinta attirauna signora che si sente in dovere direndermi edotta che si, in effetti faschifo, ma è una specie di elisir dilunga vita: antiossidante, antinfiam-matorio, anticolesterolo, antiacido,con vitamina B-tutti-i-numeri, anti-polvere, antiruggine. È come mangiare

del Cif, provate.Nel tentativo di afferrare un chicco

d’uva, incappo in qualcosa che ini-zialmente credevo essere un residuoandato a male di qualche cassetta deigiorni precedenti. Una specie di ce-triolo color marrone decomposizione,che mi dicono essere un finger lime.Non so cosa sia, ma lo riposo subito,non si sa mai dove può essere stato unfinger lime di questa forma, dopotutto.Con tutta questa tropicalità attorno,anche un semplice kiwi mi farebbesentire a casa.

E invece due signore stanno disqui-sendo a voce alta sulle proprietà di-magranti del durian, che scopro esserequella palla spinosa. Donna moderna,fonte attendibile di scienza, dice che aparte il puzzo terribile l’effetto snel-lente è assicurato. Secondo me l’e f f e ttodimagrante si ottiene “g raz i e” al puzzoterribile che impedisce di mangiarlo,ma non lo sveleró alle due clienti.

Esasperata mi allontano da questoreparto globale e mi avvicino alle cassetradizionali, praticamente deserte. Os-

servo con nostalgia pere e mele, guar-do romanticamente l’uva e i fichi e michiedo perché tutte le qualità bene-fiche siano finite nella frutta degli altricontinenti. Cosa ti avevamo fatto peressere così tirchio?

Mi fa cambiare idea un signore vi-sibilmente anziano, che con il suo car-rellino porta-spesa a quadri sta sce-gliendo il suo sacco di mele. Se mangiamele lui che di anni ne ha un po’,meglio imitarlo. Abbandono gli eso-tismi e mi compro un sacco di renette,neutrali, non dimagranti, non antican-cro, non omega, ma pur sempre buo-n e.

PRESENTAZIONE AFFOLLATALunedì, in Sant’Agostino, una sala gremita ha salutato ilnuovo marchio registrato della Stracciatella di Bergamo

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Corriere della Sera Martedì 26 Settembre 2017 CRONACHE BG7

La Stracciatella, prodotto doc Un marchio per le gelaterieLa famiglia Panattoni condivide la ricetta originale. Previsto anche il lancio di una festa annuale

È il 1961. Nel laboratorio del-la Marianna Enrico Panattonimette del cioccolato fondentenel fiordilatte. Un contrasto dibianco e nero, di consistenze esapori: croccanti stracci di ca-cao in un cremoso gelato allapanna. Nasce così la Straccia-tella, ribattezzata oggi «il gela-to di Bergamo». Nuovo mar-chio collettivo, prosecuzionedi ExpoGelato2015, riuniscealcune aziende della filierabergamasca del gelato artigia-nale e gelatieri per promuove-re il territorio.

«Q u a nd o pe n s ia mo a lChianti pensiamo alla Tosca-na, la piadina ricorda la Roma-gna, speriamo che in futuroparlando di stracciatella sipensi a Bergamo», dice Massi-mo Bosio, presidente dei Gela-tieri Bergamaschi, tra i promo-tori del progetto con Ascom,Camera di Commercio e la col-laborazione di East Lombardy.

Per il vice sindaco SergioGandi l’ideazione del marchiodedicato alla stracciatella «di-mostra come sia possibile va-lorizzare un prodotto e il terri-torio grazie alla collaborazio-ne di diversi soggetti. Il pro-g e t t o r i e n t r a i n E a s t

Lombardy, con cui ormai è inatto una collaborazione a 360gradi, che va dalla sicurezza al-la promozione di eccellenzegastronomiche. E forse è gra-zie a East Lombardy che Goriha pensato di candidarsi alleregionali». Ma l’obiettivo delnuovo marchio è oltrepassarela Lombardia e conquistarefette di mercato nazionale e in-

ternazionale, per incrementa-re l’indotto e il turismo enoga-stronomico provinciale.

«Negli ultimi due anni il49% dei turisti ha fatto almenoun viaggio per motivi gastro-nomici — afferma Roberta Ga-ribaldi, direttore scientifico diEast Lombardy —. Siamoamati nel mondo per la pizza,la pasta e il gelato. Speriamo

che questo progetto arricchi-sca l’offerta turistica bergama-sca, proponendo un’esperien-za legata alla stracciatella.L’importante è che gli opera-tori adottino il brand affinchédiventi attrattivo per il rilanciodel territorio».

Da Oscar Fusini di Ascom eMaria Paola Esposito della Ca-mera di Commercio un sentitograzie alla famiglia Panattoni,che ha condiviso la storica ri-cetta dell’inventore Enrico conaltri gelatieri. La sfida è quella:condividere e promuovere unasorta di prodotto doc. Alle ge-laterie aderenti al progetto «LaStracciatella il gelato di Berga-mo» sarà consegnato un disci-plinare di produzione e un kitpromozionale, con tanto di ve-trofanie da mostrare al pubbli-co. Tra le legate all’internoprogetto c’è anche la festa an-nuale del gelato, da tenersi inprimavera e ancora da orga-nizzare. Ma anche campagnesocial e lo «stracciatelling»,con cui raccontare la straccia-tella. E la memoria di NiccolòPanattoni, nipote di Enrico, vaalla storia di famiglia. «Nel ri-storante La Marianna tra i piat-ti preferiti c’era la minestraStracciatella — ricorda —. Miononno volle ricreare quel piat-to, ma freddo. Mise del ciocco-lato caldo nel gelato. Le paledel mantecatore lo stracciava-no mentre si solidificava. Nac-que la stracciatella. Strepitosa.Da subito un successo».

Daniela Morandi© RIPRODUZIONE RISERVATA

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I numeri di Coldiretti

Serre triplicate dal 2014 181 ettari coltivati

Il boom delle serre per lecoltivazioni è sotto gli occhi ditutti, nella Bergamasca. Maora è confermato anche dainumeri di Coldiretti Lombar-dia. Le «superfici protette», e cioè con coltivazioni a serra,sono passate in tre anni, dal 2014, da 55 a 181 ettari. Untrend che si verifica anche nelBresciano, passato da 27 a 77ettari. Numeri difficili da im-maginare, forse si può provarea fare un paragone: un campoda calcio di dimensioni mediee suggerite dal la Fifa haun’estensione di 7.140 metriquadrati. Le serre nella Berga-mo (un ettaro è pari a 10 milametri quadrati) corrispondo-no quindi a più di 253 campida calcio.

La Coldiretti rende nota an-che una testimonianza, quelladi Ezio Viscardi, orticoltore diLurano: «Le prime strutture lehanno messe i miei genitorinella seconda metà degli anni‘80. Ora, ho un’azienda con60mila metri quadri di tunnele serre multiple, dove producoinsalate bianche e rosse, spi-naci, songino, rucola, erbette ecicorino da taglio. Questi stru-

menti hanno uno scopo: per-mettere a noi orticoltori di la-vorare anche nei mesi inverna-li e aiutarci ad essere produtti-vi anche in estati calde esiccitose, come quella appenatrascorsa, sempre più colpiteda eventi meteo estremi capacidi rovinare i raccolti». L’areapiù interessata resta quelladella Bassa, ma non solo: an-che tutta una buona fetta dellazona orientale della Provincia,da Chiuduno a Gorlago, daGrumello del Monte a Telgate,è da tempo una zona di con-quista delle serre.

Complessivamente, sull’as-se Bergamo-Brescia-Mantova,s i c o n c e n t r a , s e c o n d oColdiretti, il 77% di tutta laquarta gamma lombarda (in-salata) e della coltivazione dipiante e fiori in qualsiasi sta-gione. Il Mantovano è netta-mente in testa con 360 ettaricomplessivi, ma il dato cresceanche in altre province: Cre-mona da 14 a 58 ettari, Milanoda 5 a 42, Varese da 0,4 a 13,Monza da 1 a 17, Lodi da 6 a 13,Lecco da 1 a 16, Como da 1,6 a12,7.

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Sul territorioLe serre di insalata e fiori crescono a vista d’occhio in provinciadi Bergamo. Solo nel Mantovanoi numeri sono più alti, con 360 ettari coltivati

Prima dei lavori

BgScienza Riapre (per ora)il DonizettiPrima dei lavori di ristrutturazione il Teatro Donizetti tornerà temporaneamente a vivere con BergamoScienza, in programma da sabato fino al 7 ottobre. All’interno del Teatro, svuotato da tempo delle storiche poltroncine, saranno ricavati 764 posti a sedere grazie ad altrettante sedie ignifughe.

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La storia

La minestra stracciatella era un piatto caldo del ristorante La Marianna negli anni ‘50, una minestra con uovo alla romana, come ha raccontato ieri Niccolò Panattoni

Enrico Panattoni (nonno di Niccolò) ricreò un piatto simile, mettendo del cioccolato molto caldo nel gelato

La scheda

In alto, Enrico Panattoni, inventore della stracciatella alla Marianna in Città Alta

Sopra, il logo che verrà espostodai gelatieri

È un brand che può diventare attrattivo per tutti gli operatori

Roberta GaribaldiEast Lombardy

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L’ECO DI BERGAMOCittà 17MARTEDÌ 26 SETTEMBRE 2017

caleone e infine in via dei Ghi-rardelli, non lontano dallo sta-dio Atleti Azzurri d’Italia. Le lu-ci saranno tutte con la nuova tecnologia a Led: «Sono tanti i bisogni cui stiamo rispondendocon l’implementazione di nuo-va illuminazione pubblica - spiega l’Assessore ai Lavori pub-blici Marco Brembilla -. Più lucesignifica più sicurezza, e dun-que quartieri più vivibili. Abbia-mo accolto anche le indicazionipervenute nei mesi scorsi dai cittadini: in due anni sono stati quindi investiti oltre 600 mila euro in questo progetto, molto sentito dagli abitanti delle aree ancora al buio. Continueremo alavorare in questa direzione».

ghi in cui l’impianto è attual-mente assente o insufficiente. Nelle prossime settimane gli in-terventi toccheranno così via Mascagni e nell’area verde di viaMattioli a Longuelo, in via SantaCroce a Grumello del Piano, lungo il percorso ciclopedonale di Colognola, nel parcheggio di viale Giulio Cesare, sulla salita dello Scorlazzino sui colli di Bergamo, in via Roccolino a Val-verde, in via Pacinotti a Monte-rosso, nell’area verde di via Boc-

DIANA NORIS

I lavori più rumorosidentro il cantiere del par-cheggio alla Fara si farannotra le 7 e le 21, anziché pro-trarsi fino alle 23, come previ-sto inizialmente. PalazzoFrizzoni fa un passetto indie-tro e garantisce due ore di tre-gua in più ai residenti. Il can-tiere sarà comunque apertodalle 6 alle 24 e potrà raggiun-gere gli 85 decibel, in deroga aquanto previsto dal regola-mento comunale.

A tenere banco in questigiorni è la questione «deci-bel», affrontata dai residentiin una riunione (a porte chiu-se) con il Comune di Bergamolo scorso 20 settembre. E inprimis da Arpa Lombardiache ha scritto a Palazzo Friz-zoni auspicando «un ripensa-

L’accesso al cantiere dell’ex Faunistico

Fara, scontro sui decibel E il Comune anticipai lavori più rumorosi Il cantiere. Si lavorerà fino alle 24, ma le fasi più moleste dal punto di vista acustico termineranno alle 21Arpa: «Rivedere i tempi». I residenti: «Preoccupati»

mento del cronoprogramma,che abbia come obbiettivo lariduzione sensibile delle orelavorate in periodo serale/notturno a maggior tutela eprotezione della popolazionepotenzialmente esposta». Uninvito inoltrato in piazza Mat-teotti dopo aver analizzato larelazione di valutazione pre-visionale dell’impatto acusti-co. «Nonostante le stime cal-colate prevedano il rispettodei valori limite in deroga –scrive Arpa -, le attività di can-tiere corrispondenti alle fasceorarie quotidiane in cui la po-polazione residente più espo-sta dovrà tollerare, per svaria-ti mesi, le molestie acustiche»potrebbero «avere risvolti an-che di tipo sanitario». Da quil’auspicio dello stesso ente af-finchè Palazzo Frizzoni mettamano alla programmazionedel cantiere.

Un parere che non è vinco-lante ma di cui l’ente comuna-le deve tenere conto. Nella no-ta, Arpa tiene anche a sottoli-neare che le sue competenze«non includono la possibilitàdi “autorizzare” a derogare ilimiti di emissione del rumo-

re a carattere temporaneo inquanto, tale incombenza è distretta competenza delle am-ministrazioni comunali». Einfatti è il Comune ad aver ri-visto parzialmente gli oraridel cantiere. E ad aver accor-dato con l’operatore privato(la Bergamo parcheggi) le mo-dalità di mitigazione dei deci-bel: «Abbiamo tenuto contodelle osservazioni di Arpa –spiega Marco Brembilla, as-sessore ai Lavori pubblici -.Verrà montata una barrieraalta cinque metri e una di tremetri, inoltre, verranno ese-guite delle prove di rumore el’azienda è disponibile a posi-zionare un’ulteriore paretemobile per limitare il rumore.I lavori più difficili, ad esem-pio quando saranno utilizzatele micromine, saranno con-centrati negli orari “interme-di”, a metà mattina e metà po-meriggio». L’assessore Brem-billa non nasconde «che ilcantiere di per sé sarà rumo-roso» ma sottolinea quantofatto dall’amministrazioneper limitare i disagi, «senza lateleferica sarebbero saliti daBergamo bassa alla Fara 5.500

camion. Così ne saliranno so-lo 500, per portare il calce-struzzo».

Ma alla Fara, in particolarei residenti del civico 4, ricor-dano ancora la frana del 2008che incombeva sopra le lorocase: «Non ci sentiamo tutela-ti, non siamo tranquilli – spie-ga Roberta Rota, residente invia Fara -. Abbiamo chiesto diaccedere ai dati della centrali-na che monitora eventualimovimenti franosi, ma non celo permettono. Il rumore è al-dilà della deroga, anche Arpalo dice. È provato che l’esposi-zione al rumore, per tuttequeste ore al giorno e per tut-to questo tempo, può compor-tare gravi danni permanenti.Si parla di 85 decibel di media,

ma ci saranno dei picchi. Nonsiamo soddisfatti dell’incon-tro con il Comune, valutere-mo tutte le opzioni per capirecome tutelare la nostra salutee sicurezza». Anche LeopoldoMuti, residente nello stessocomplesso residenziale di viaFara, è preoccupato: «Ci han-no detto che i lavori più rumo-rosi si fermeranno alle 21 an-ziché le 23, ma la situazionenon cambia: a 85 decibel, chilavora in cantiere deve indos-sare le cuffie, noi questo ru-more l’avremo in casa – esem-plifica Muti -. Non capiamol’urgenza di fare questi lavoricosì velocemente. Sarebbebastato allungare i tempi dicantiere».

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LA NOVITÀ IL GELATO

La stracciatella di Panattoni diventa un marchio di Bergamo

Un cono alla stracciatella: gusto tutto bergamasco FOTO ZANCHI

Quando Enrico, nel1961, incontrò Fran-co sull’acciottolatodi Città alta la sua vi-ta cambiò in manie-

ra repentina e di lì a poco, anchela tradizione dolciaria di Berga-mo avrebbe trovato una novitàimportante. Perché quell’Enri-co era Enrico Panattoni e il se-

condo protagonista di quell’incon-tro Franco Minetti, gelatiere pro-vetto assieme al quale il titolare deLa Marianna inventò un nuovo gu-sto oggi noto in tutto il mondo: lastracciatella. Ora lo stesso gusto èdiventato un nuovo marchio di ter-ritorio denominato «La Straccia-tella-il gelato di Bergamo», che hacoinvolto Ascom, Camera di Com-

mercio, Gelatieri Bergamaschi, con il patrocinio del Comune e incollaborazione con East Lombar-dy. L’idea è nata dalla prosecuzionedi Expogelato che ha pensato di creare un brand territoriale capacedi promuovere la nostra città qualepatria del prodotto. Un progetto che il vicesindaco Sergio Gandi promuove a pieni voti: «Sarà un

punto di riferimento per avviare convegni e manifestazioni a tema».Il direttore di Ascom Bergamo Oscar Fusini ha ricordato i progettidi valorizzazione della filiera ber-gamasca: il brand è caratterizzatoda uno sfondo giallo, scelto per da-re la migliore visibilità possibile, con un cono inclinato e scure sca-glie di cioccolato su sfondo bianco.Un marchio semplice che campeg-gerà sulle vetrine delle gelaterie che aderiranno al progetto: oltre aun totem promozionale, le gelate-rie avranno un disciplinare per laproduzione della stracciatella: «Mio nonno sarebbe fiero di avercreato un brand», esclama il nipoteNiccolò Panattoni. Marina Belotti

ne più ampio, con uno spazio di circa un metro cubo per lo stoc-caggio dei rifiuti sul mezzo. Un triciclo a pedalata assistita, ali-mentato a batterie ricaricabili grazie a un pannello solare posi-zionato sul tettuccio, del valore di circa 20 mila euro. «Potenzia-mo così il servizio di igiene del suolo e di raccolta dei rifiuti nel centro cittadino che abbiamo introdotto con Expo – ha detto l’assessore all’Ambiente Leyla Ciagà – estendendolo anche ad altre strade». Il mezzo girerà tutti i giorni dalle 9 alle 16, af-fiancandosi agli altri operatori attivi in centro (6 al mattino e 2 al pomeriggio). S. C.

In centro

«T-riciclo»: va in pen-sione con un gioco di parole l’operatore con la pinza che rac-coglie i rifiuti in centro a Berga-mo. O meglio, da oggi entra in servizio il mezzo, ecologico e ul-tra tecnologico, ricevuto dal Co-mune in dotazione da A2A, che darà all’operatore di Aprica fi-nora in giro con pinza e badile, lapossibilità di svuotare i cestini e di muoversi in un raggio d’azio-

Un triciclo ecologicoper la raccolta dei rifiuti

Il triciclo con pannello solare

L’investimentoI cantieri sono partiti ieri e toccheranno diversi quartieri: da Longuelo a Monterosso ai colli

L’amministrazione comunale ha dato il via ieri alla seconda fase del piano di mi-glioramento della pubblica illu-minazione avviato nel 2016. L’investimento sarà di 300 milaeuro e toccherà dieci vie o luo-

Luce a led in dieci vieOpere per 300 mila euro

Mutuo Soccorso

Davanti alle oltre 6 mi-la firme raccolte dal comitato NoParkingFara il sindaco Gior-gio Gori si è detto deciso ad an-dare avanti senza ripensamenti sul faraonico cantiere. In confe-renza stampa, durante la conse-gna delle firme, l’assessore ai La-vori pubblici Marco Brembilla e il vicesindaco Sergio Gandi, en-trambi del Pd, lo hanno sostenu-to. Intanto però, ieri sera, alla sa-la del Mutuo soccorso di via Zambonate, il Pd ha convocato un’assemblea per parlare della Fara. «Un confronto aperto» spiega Antonio Misiani, parla-mentare del Partito democrati-co che si è fermato ad ascoltare leragioni del Comitato. Che anco-ra una volta ha manifestato, di-stribuendo volantini e ferman-do consiglieri comunali e asses-sori. Dalle vetrate si intravedo-no i membri di Giunta del Pd, al tavolo davanti al pc l’assessore all’Urbanistica e mobilità Stefa-no Zenoni e il segretario cittadi-no del partito Federico Pederso-li. L’onorevole Misiani non si ti-ra indietro alle domande e spie-ga: «Mi stupirebbe se un tema come questo non comportasse una discussione interna. Sono state raccolte più di 6 mila firme,è giusto che il partito più impor-tante in maggioranza discuta e ragioni insieme ai propri rap-presentanti di un’opera così si-gnificativa». Misiani non «met-te in dubbio la realizzazione del-l’opera» e spiega di «condividerela linea dell’amministrazione». Di. No.

NoParkingAnche il Pd si confrontasull’opera

n nAbbiamo tenuto conto delle osservazioni di Arpa con barriere fonoassorbenti »

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Lo storico marchio di caffè apre il suo «tempio» aMilano

IL NEGOZIO LAVAZZADesign a formadi chicco e caviale aromatizzatoLe sfumature della bevanda più amata dagli italiani

:::MIRIAMROMANO

nnn Il profumo del caffè sisente subito, appena si entra,insieme al rumore dellemac-chinette che ne macinano fi-nemente ichicchi. Ilsolito tin-tinnio dei cucchiaini inacciaio mentre girano erigirano nelle tazzine diceramica, blu e bianche,i colori inconfondibili diLavazza. Lo storicomar-chio infatti ha aperto unnuovo store, il primo nelmondo dove accanto alcaffèespresso tradiziona-lesipotrannogustarebe-vande esclusive. E hasceltoMilanocomeban-co di prova. Nel centrostoricodellacittà, inpiaz-zaSanFedele,aduepas-si dal Duomo, dalla Gal-leria Vittorio EmanueleII, da Palazzo Marino,proprio ieri lo store è sta-to inaugurato.

«L’apertura a Milano,città diventata negli ulti-mi anni un riferimentoper l’Italia nel mondo, èparte integrantediuna strate-gia più ampia di respiro inter-nazionale, che ha l’importan-te obiettivo di contribuire arinnovare l’immagine delbrandsegnando laprima tap-pa di un percorso che preve-de lanascitadinuovistoreneiprincipali mercati chiave perl’azienda», ha commentatoGiuseppeLavazza,vice-presi-dente di Lavazza. E RobertoMaroni, presidente della Re-gioneLombardiapresente al-l’inaugurazione, ha detto disostenere «questa sfida della

qualità e delmade in Italy».Le rifiniture del locale sono

stati scelte accuratamente:dalmarmo, al legno, al bron-zo, nemmeno una pecca. Sulsoffitto pende un enormechicco di caffé: un lampada-rio composto a sua volta daseicento chicchi penzolantiche illuminano tutto il locale.

Ogni dettaglio è al suo po-sto. A cominciare dal caffè. Ilsolito, l’espresso di tutti i gior-nidaconsumarealbanco,ve-locemente, prima di uscire etornare al lavoro. Ma per chi

ha più tempo per scegliere,l’offerta è varia e i gusti sonoinediti.Nell’areacaffetteriave-ra e propria infatti si possonoprovare le miscele tipiche didiverse regioni di Italia, dovesono nate le ricette più rino-mate del caffè. Se trovare cheil caffè napoletano non stupi-sce più di tanto, quello pado-vano, invece,dalgustopiùec-centrico, sbalordisce i clienti.Anchequellomilanese,ovvia-mente, nonmanca.

«Le nostre macchine delcaffèpreparanounaporzione

alla volta,ovverouna tazzaal-lavolta.Noncomeavvieneso-litamente nei bar, dove lemacchinette sfornano la mi-scela per venti tazze insieme.In questomodo gli aromi e leproprietà del caffè vengonoconservate», spiegano.

Caffè nuovi, mai provati sipossono dunque assaporarenel bar di Lavazza.Ma ilmar-chio richiama continuamen-te alla sua storia e non trala-scia la tradizione.Bastabutta-re l’occhio nell’angolo in fon-do al locale, dove si torna in-

dietrodiun secolo.L’arte del-la tostatura e della miscelatu-ra, quella antica, italiana, vie-ne mostrata davanti agli oc-chi dei clienti. Proprio comeaccadeva nel 1895, nella pri-ma drogheria Lavazza, in viaSanTommasoaTorino. Ilcaf-fé grezzo viene trasformatodalla storica tostatrice e ven-duto così all’etto. Si può an-che scegliere il paese produt-tore: l’Etiopia, il Guatemala,El Salvador. E poi c’è l’inven-zionediLavazza, il“SanFede-le”, lamiscela che combina letre origini speciali.

Accanto all’espresso chetutti conoscono, il bar Lavaz-zaesibisce lì,sulmomento,di-versi tipi di preparazioni delcaffé che ne esaltano il profu-moelaconsistenza.Ilcaffèca-salingo inmoka per esempio,ma preparato come si deve,con tutta l'accortezza e il tem-po necessario. Anche se pergustarlo bisognerà metteremano al portafogli. Datal'esclusività del gusto sorseg-giarlo nel bar diMilano costadi più di un normale espres-so, 9.50 per esattezza.

Ma Lavazza ha voluto osa-redipiù,non fermandosisoloal caffè come bevanda. Hacoinvolto chef dai nomi notiai più: Carlo Cracco, Massi-mo Bottura e Davide Oldani,per citarne alcuni. Le maniabili dei geni della cucina so-noentratenellecaffetteriedel-la Lavazza, inventando le ri-cettepiùdisparate.Tutteaba-se di caffè ovviamente: i popcorn al caffè e il caviale al caf-fè, gli spuntini più curiosi.

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L’interno del caffè in piazza San Fedele a Milano, a due passi da Duomo

“La Stracciatella, il ge-lato di Bergamo”. ConquestomarchioBerga-morendeonorealgela-tonella terra in cui,ne-gli Anni ’60, Enrico Pa-nattoni lo inventò albar “La Marianna”, aColle Aperto, a Berga-moAlta.Ilbrande ilgustocono-sciuto in tutto ilmondosaràpresentato il pros-simo 25 settembre nel-l’ambito dei progetti di“Lombardia Orientale2017 East Lombardy-Regione Europea dellaGastronomia”, che hacome obiettivo quellodi promuovere il terri-torio attraverso la pro-mozionedellenumero-se tradizionienogastro-nomiche su cui puòcontare. L’iniziativa èsostenuta dai GelatieriBergamaschi, AscomBergamoedallaCame-ra di Commercio.

GELATI

ABergamola Stracciatelladiventamarchio

ATTUALITÀ 17__Mercoledì 20 settembre 2017__

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RONACAECONOMI

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A

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«La Stracciatella il gelato di Bergamo», una dichiarazione importante che sarà spiegata nei

prossimi giorni in una conferenza stampa in programma in Città Alta. Ma il senso è ben spiegato in

queste parole: il gelato, nato proprio a Colle Aperto, diventa marchio del territorio e il 25 settembre

saranno presentati il brand, le strategie e le iniziative per valorizzarlo.

Il gusto di gelato inventato a Bergamo da Enrico Panattoni negli anni ’60 diventa quindi volano per

nuove strategie di sviluppo del settore ed elemento di attrattività turistica su scala nazionale ed

estera.

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Promossa dai Gelatieri Bergamaschi, Ascom Bergamo e sostenuto dalla Camera di Commercio,

questà grande e gustosa novità si inserisce tra i progetti Lombardia Orientale 2017 East Lombardy

– Regione Europea della Gastronomia per promuovere il territorio attraverso la promozione delle

sue tradizioni enogastronomiche.

Ed è sempre un piacere ricordare la storia della stracciatella: Enrico Panattoni, nato il 4 aprile

del 1927, era arrivato a Bergamo nel 1946 dalla provincia di Lucca per fare il

castagnaccio.Con i risparmi della famiglia, 180 mila lire, aveva aperto un bar pasticceria in via

Colleoni. Sette anni dopo arriva La Marianna, allora Bar Colle Aperto, che conquista in breve

tempo il successo grazie soprattutto alla produzione artigianale del gelato. Quasi 10 anni dopo

Enrico ha un nuovo progetto: creare un gusto di gelato che potesse diventare famoso come quella

pietanza che a quei tempi tutti richiedevano nel suo ristorante.

«La stracciatella alla romana era il consommé più famoso - raccontò Enrico alcuni anni fa a L’Eco

di Bergamo - e, come per quella minestra, cercavo un gelato che fosse amato e apprezzato dai

clienti». Un gusto da inventare: è tutto qui l’inizio di Enrico che passava nottate intere a

provare e riprovare il nuovo gelato in un piccolo laboratorio, con macchine rudimentali, ma

una grande idea in testa, un chiodo fisso che la notte non lo faceva dormire. «Come l’uovo si

coaugula nel brodo bollente e da qui nasce la stracciatella alla romana, così volevo che il

cioccolato si unisse alla panna senza però perdere la sua consistenza».

L’esperimento ha la sua realizzazione proprio nei giorni in cui Bergamo, quell’anno, ospitava il

Soap box Rally: «Volevo far provare il nuovo gusto alle persone che avevano raggiunto Città Alta

per la manifestazione e il gelato ebbe subito un grande apprezzamento». La freschezza e

dolcezza della panna e il gusto forte del cioccolato fondente: «Da tutto il mondo mi hanno cercato

perché svelassi la vera ricetta, io non l’ho mai brevettata né mai raccontata a nessuno - aveva

detto sorridendo -. Resterà un segreto di famiglia, semplicemente».

CULTURA E SPETTACOLISPORTEVENTI

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POST CONFERENZA – 26 SETTEMBRE

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La Stracciatella è il gelato di Bergamo Un marchio tra storia, gusto e qualità Il gelato, una delle eccellenze made in Italy riconosciute e universalmente apprezzate, deve a Bergamo un

contributo speciale: l’invenzione del gusto stracciatella, che ora diventa marchio del territorio, depositato e

in attesa di registrazione, legato ad un disciplinare per la sua produzione.

«La Stracciatella il gelato di Bergamo», questo il brand, sarà al centro di nuove strategie per

valorizzare e promuovere il turismo enogastronomico in tutta la provincia di Bergamo; promosso dai

Gelatieri Bergamaschi, Ascom Bergamo, sostenuto da Camera di Commercio, supportato dalle aziende

bergamasche del mondo del gelato quali Gel Matic Italia, Astori Group, Ostificio Prealpino, Puntogel,

l’omonimo progetto si inserisce tra quelli di Lombardia Orientale 2017 East Lombardy – Regione Europea

della Gastronomia per promuovere il territorio attraverso le sue tradizioni enogastronomiche.

«La Stracciatella il gelato di Bergamo» non è solo una campagna di comunicazione. Questo progetto è 4.0

perché spinge nella logica di rete e di integrazione della filiera e dei produttori – ha spiegato il direttore di

Ascom Oscar Fusini -. In provincia infatti, accanto ai decantati distretti industriali abbiamo un comparto

significativo, quello del gelato, composto da produttori di materie prime, semilavorati, macchinari e

attrezzature ed in Italia è secondo solo a quello di Rimini».

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«Questa rete diffonde consapevolezza di una eccellenza del nostro territorio – ha detto il vicesindaco

Sergio Gandi - il nostro ruolo come Comune è quello di contribuire a costruire questa nuova occasione di

rilancio». E «lavorare su un’eredità del passato per proiettarci nel futuro non può che trovare il nostro

appoggio» ha dichiarato Maria Paola Esposito, segretario generale Camera di Commercio di

Bergamo.

Il tavolo dei relatori

La bergamasca conta 280 gelaterie artigianali, che danno lavoro a 1.100 persone, per una produzione annua

di 5.200 tonnellate di gelato. «La stracciatella è uno dei gusti più famosi e apprezzati – ha sottolineato

Massimo Bosio, presidente dei Gelatieri Bergamaschi – e come pensando al Chianti viene in mente la

Toscana, noi vogliamo che nominando la stracciatella sia immediato il rimando a Bergamo, perché la

stracciatella è il gelato di Bergamo, e tutti lo devono sapere»

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Non v’è dubbio, infatti, che il gusto Stracciatella, oggi presente in tutte le gelaterie del mondo, debba a

Bergamo i suoi natali: «L’invenzione del gusto della stracciatella è datata 1961, localizzata a Bergamo e

firmata da Enrico Panattoni – ha affermato Luciana Polliotti, giornalista e storica del gelato –; allo

stato attuale della ricerca non si hanno notizie di un preparato simile anteriori alla data e alle

circostanze descritte». Correva l’anno 1961 quando in città, Enrico Panattoni, appassionato di cucina

e pasticceria, durante il processo di mantecazione del Fiordilatte, inserì una dose di cioccolato

fondente caldo che venne «stracciata» dallo sbattimento delle pale del mantecatore mentre si

solidificava. L’effetto gli ricordò quello dell’uovo intero sbattuto nel brodo bollente, una minestra in quegli

anni molto apprezzata, conosciuta come «stracciatella». E fu cosi che Panattoni battezzò il gusto appena

creato.

Oggi la famiglia Panattoni ha deciso di condividere la gustosa eredità con tutto il territorio, «perché

crediamo nella sinergia e nelle collaborazioni– ha detto Niccolò Panattoni -; la stracciatella era il grande

amore di mio nonno Enrico, siamo felici di condividerla con i commercianti e con i bergamaschi, e anche lui

sarebbe orgoglioso di veder diventare la stracciatella patrimonio di Bergamo». Tra gli obiettivi del progetto

c’è ben chiaro quello del rilancio del territorio in chiave enogastronomica. Perché «Il turismo legato a tale

settore è oggi in fortissima crescita – ha spiegato Roberta Garibaldi, direttore scientifico di East

Lombardy – dall’essere complemento del viaggio è diventato punto focale. E il gelato, insieme alla pizza e

alla pasta, sono gli elementi con cui gli stranieri identificano l’Italia». Un esempio portato all’attenzione

dei presenti, ieri, è stato quello del cioccolato belga: Giovanna Sainaghi, direttore Italia di Visit

Flanders, ha riportato alla platea azioni e iniziative costruite attorno al cioccolato come catalizzatore

di interesse turistico nelle Fiandre.

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Collegato al marchio registrato, il Comitato scientifico del progetto ha messo a punto un nuovo disciplinare,

semplice ma rigoroso, che recupera la formula originale, sia come ingredienti - una miscela di latte e panna

freschi e cioccolato fondente con un minimo di 58% di cacao - che come processo di produzione. Le

gelaterie aderenti al progetto e che si impegneranno a seguire il disciplinare esporranno nei propri

negozi il marchio «La Stracciatella il gelato di Bergamo», un cono gelato tratteggiato da elementi netti di

colore scuro come le scaglie di cioccolato si stagliano sul fondo bianco del fiordilatte. «In ciascun negozio

sarà inoltre presente materiale utile a raccontare ai clienti la storia della stracciatella -

ha spiegato Giovanna Ricuperati di Multi, partner del progetto per il marketing

e la promozione dell’iniziativa - Nei prossimi mesi un’ampia campagna di

comunicazione valorizzerà questo patrimonio riscoperto, mentre a primavera è

prevista una grande festa in Piazza Vecchia per celebrare La Stracciatella il gelato di

Bergamo».

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6 L’ECO DI BERGAMO

DOMENICA 15 OTTOBRE 2017

Con i 7 ministri

La Stracciatella di Bergamooggi al grande debutto

Il G7 dell’agricoltura è l’occasione

di un vero e proprio debutto

internazionale per il nuovo

marchio collettivo del territorio

«La Stracciatella il gelato di

Bergamo»: il gusto di gelato

famoso in tutto il mondo e oggi

legato ad un disciplinare di

produzione e ad un brand deli-

zierà i palati dei 7 ministri delle

politiche agricole. Oggi «La

Stracciatella il gelato di Berga-

mo» sarà ospite del buffet di

dolci dei tristellati fratelli Cerea,

in occasione del pranzo riservato

ai Ministri e agli invitati.

Il G7 dell’agricoltura

nomia: oggi, invece, l’8,6% della popolazione controlla l’85% dell’economia», ha rincarato Vittorio Agnoletto, già portavo-ce del Genoa Social Forum. Dal globale al locale, Gianni Tamino– biologo ed ex europarlamen-tare – ha inquadrato anche l’agricoltura del Nord Italia: «Il dramma di questa nostra socie-tà è rappresentato dai cambia-menti climatici, in gran parte determinati dalla produzione energetica. Cosa possiamo fare?Accorciare la filiera, utilizzare prodotti di stagione, scambiare con altre regioni le eccedenze». Oggi, dalle 14, la Rete scenderà incorteo per le strade di Bergamo: partenza da piazzale Marconi e arrivo all’Edoné. Luca Bonzanni

al «contro-vertice». Al microfo-no, sotto il tendone dell’Edoné, si sono poi susseguiti racconti edesperienze. Da Fabrizio Garba-rino, presidente dell’Associazio-ne rurale italiana, s’è ribadita la richiesta «di una governance dell’agricoltura dal basso, attra-verso una mobilitazione massi-va: dobbiamo essere noi stessi a promuovere una riforma radi-cale che cambi la vita di milioni di agricoltori, in Italia e in Euro-pa». Capitolo trattati interna-zionali: dopo che il Ttip (l’accor-do Ue-Usa) è finito nel cassetto, «ora bisogna fermare il Ceta», ha aggiunto Monica Di Sisto, vi-cepresidente di Fairwatch.

«Nel 2001 combattevamol’idea che il 20% della popolazio-ne controllasse l’80% dell’eco-

mesi si sono realizzate sinergie tra realtà anche molto diverse tra loro, a partire dalla critica co-mune all’agro-business». Al centro della riflessione alterna-tiva c’è la «sovranità alimentare,l’autodeterminazione dei popo-li a decidere le proprie politiche agricole e alimentari. L’alterna-tiva è possibile e praticabile». Una novantina le associazioni che hanno aderito alla mobilita-zione, un centinaio le persone da fuori Bergamo giunte già ieri

G7», che ieri ha iniziato la sua due giorni di iniziative di rispo-sta al vertice dei big. All’Edoné, tra banchetti di aziende agricolee bandiere dei movimenti, la mattinata s’è aperta con un’as-semblea plenaria, seguita nel pomeriggio dai tavoli tematici: «Questi due giorni sono solo l’inizio di un percorso, a Berga-mo e in Italia, con intenti e reti comuni – ha esordito Roberta Maltempi, coordinatrice della Rete bergamasca -. In questi

Il «contro-vertice»Promosso dalla Rete di Bergamo, hanno aderito novanta associazioni.Oggi il corteo in città

I «grandi» in Città Alta,l’«alternativa» in quella bassa. Non solo come location, anche come metafora: perché è «dal basso», «dalla base», che vuole partire la riflessione della «Rete bergamasca per l’alternativa al

Edoné, il summit alternativoNel mirino l’agro-business

L’incontro all’Edoné FOTO BEDOLIS

Allevatori e agricoltori fanno il pieno sul SentieroneSicurezza alimentareTrattori e la pecora Vicky, esemplare di razza bergamasca che Coldiretti ha voluto assumere a simbolo

È un appello contro lo sfruttamento delle minoranze et-niche, delle donne e dei bambini,che arriva fino alle nostre tavole,con prodotti alimentari a basso costo e di dubbia qualità, quello

che la Coldiretti ha fatto partireieri da Bergamo in occasione delG7 dell’agricoltura. Allevatori e agricoltori provenienti da mezzaLombardia hanno riportato sul Sentierone i trattori, emblema dellavoro nei campi, e la pecora Vi-cky, un esemplare di razza berga-masca che Coldiretti ha voluto assumere a simbolo della riunio-ne dei ministri in corso in città. «Le sue caratteristiche di resi-stenza, caparbietà, sostenibilità

ambientale e adattabilità – ha det-to il presidente di Coldiretti, Ro-berto Moncalvo – ne fanno l’em-blema dell’agricoltura che vincenel tempo della globalizzazione restando radicata nel territorio».E attorno a questi temi si è consu-mata la mobilitazione degli agri-coltori, alla quale ha preso parteanche il segretario generale dellaCei, Nunzio Galantino, per de-nunciare anche lo sfruttamentoe le speculazioni sui prodotti agri-

coli nei Paesi in via di sviluppo, chespesso si trasforma in una formadi concorrenza sleale per i lavora-tori italiani ed europei. «È intolle-rabile continuare ad agevolare con il dazio 0 le importazioni ver-so l’Europa di prodotti agricoli che sono figli dello sfruttamentodelle persone e dell’ambiente e che nascono con metodi di produ-zione che non tutelano i consu-matori – ha aggiunto Moncalvo –Dobbiamo pretendere che i pro-

dotti stranieri che arrivano nei nostri supermercati siano figli in-vece dello stesso livello di sicurez-za alimentare e di regole a tuteladell’ambiente e della dignità deilavoratori che abbiamo in Italia».«Auspichiamo che i ministri delG7 colgano l’opportunità di que-sto loro incontro per promuovereazioni concrete e non solo presedi posizione generali sul lungo periodo» ha concluso Moncalvo. Sergio CottiLa pecora Vicky sul Sentierone

«Ciclone» Petrini:il G7 aiuti i piccoliProtagonista. Il fondatore Slow Food parla oggi ai Grandi

Il rapporto con Papa Francesco e il bisnonno bergamasco

MAURIZIO FERRARI

È il simbolo di un’agri-coltura bollata un tempo come vi-sionaria ma ora vincente, che re-clama più spazio per le piccole col-tivazioni, in lotta perenne control’omologazione e lo strapotere del-le multinazionali. Lui è il fondato-re di Slow Food Carlin Petrini: ca-rismatico e sempre diretto, è sbar-cato a Bergamo nel primo pome-riggio di ieri, subito acclamato e circondato dalla «sua» gente ap-pena varcato il mercato dei conta-dini sul Sentierone.

Stringe mani e si sottopone aiselfie alla vigilia del suo interventoal G7: oggi infatti il suo sarà il di-scorso d’apertura davanti ai Gran-di dell’agricoltura, in qualità di ambasciatore speciale Fao «Famezero» per l’Europa: «Ringrazio ilministro Martina per l’invito, manon so se le mie parole piacerannoa tutti». Parlerà, Petrini, degli squilibri che ancora imperano nel

mondo agroalimentare «dove - spiega - gran parte del cibo è con-centrato nelle mani di pochi, di multinazionali che con la scusa dellibero scambio dettano regole e indirizzano l’economia. Dirò a quei ministri che così non può continuare: occorre aiutare i tantipiccoli produttori che rischiano dinon sopravvivere, anche se para-dossalmente è proprio la produ-zione di piccola-media scala a sfa-mare l’80% del mondo».

Dopo il bagno di folla in piazza,Petrini si è spostato ad AlmennoSan Salvatore dove in una gremitachiesa di San Giorgio ad attender-lo c’era l’atrice Lella Costa, con cuiha dialogato per la rassegna «Mol-te fedi sotto lo stesso cielo», pro-mossa dalle Acli. Così lui raccontala sua incredulità quando Papa Francesco gli chiese di fare la pre-fazione alla sua enciclica «Lauda-to sì»: «Abbiamo parlato in pie-montese e ci siamo intesi su tante

cose (il pontefice ha radici astigia-ne, ndr): si tratta di un’obiettiva presa di coscienza sulla realtà del-la nostra casa comune, la Terra, che l’uomo rischia ormai di di-struggere. L’enciclica ci chiede diripartire proprio dalla terra, dal-l’acqua, dall’agricoltura, dal cibo,con una distribuzione più equa».

I Comitati «Laudato sì»

Da qui il progetto che Petrini an-nuncia per la prima volta a Berga-mo: «Vogliamo creare, in accordocon Papa Francesco, in ogni partedel mondo tanti piccoli comitati“Laudato sì” di cittadini, che attra-verso comportamenti virtuosi contrastino il disastro ambienta-le». C’è anche una finalità pratica:«Vogliamo ricostruire l’orfanotro-fio di Amatrice: sarebbe un bel se-gnale di rinascita che impegna lacomunità internazionale».

Pungolato da Lella Costa, an-che lei molto sensibile sui temi

ecoostenibili, il presidente di SlowFood rivela poi per la prima voltale sue origini bergamasche: «Miobisnonno, Giuseppe Vitale, era proprio di Bergamo e commercia-va cavalli: poi mentre era per lavo-ro in Piemonte si innamorò di miabisnonna e si stabili per sempre aBrà, nel Cuneese. Ma sono fiero di

queste radici». E confessa di avereun debole «per lo Stracchino al-l’antica orobico», Presidio Slowfo-od in cui si era soffermato a lungonel suo «tour» al mercato, elogian-do anche la «new entry» Melonedi Calvenzano: «Me ne hanno par-lato benissimo: la Bergamasca hadavvero formidabili giacimenti

del gusto». Finale sui migranti: «Oggi per l’agricoltura italiana lo-ro sono diventati decisivi. Un pec-cato che il nostro Paese non abbiamemoria storica: ricordarci le sof-ferenze dei nostri antenati al-l’estero, ci farebbe cambiare ideasu tante cose».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Carlin Petrini molto affascinato dalla produzione dello Stracchino all’antica, presidio SlowFood FOTO FRAU

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L’ECO DI BERGAMO

Economia 9VENERDÌ 19 GENNAIO 2018

MAURIZIO FERRARI

Quando un prodotto sitrasforma in un brand, rappre-sentando un intero territorio, è in grado di portare benefici d’immagine e soprattutto rica-dute economiche.

Per anni Bergamo ha avutoper le mani un «tesoro», ma finoa qualche tempo fa aveva forse un po’ sottovalutato la sua por-tata: la stracciatella è uno dei gu-sti più importanti e celebrati della gelateria italiana nel mon-do. Lo scorso ottobre in occasio-ne del G7 dell’Agricoltura in cit-tà, dopo lungo lavoro preparato-rio, il gusto inventato dai Panat-toni 57 anni fa è diventato il mar-chio «la Stracciatella il Gelato di Bergamo» e dal quel momento elemento trainante di promo-zione territoriale attraverso un progetto ad hoc, promosso dai

Da domani a Rimini. Gusto emblema del made in Italyora progetto di marketing territoriale: già 50 aderentiBosio: «Chi assaggia il gelato deve associarlo alla città»

Gelatieri Bergamaschi, Ascom Bergamo, che tra città e provin-cia ha già avuto l’adesione di 50 tra produttori e gelaterie.

Il banco di prova che tutti at-tendono per capire impatto e potenzialità verso i buyer stra-nieri è il Sigep di Rimini, Salone Internazionale del gelato che si apre domani, dove il brand Stracciatella sarà presente con un proprio stand istituzionale e con le aziende della filiera ber-gamasca del gelato artigianale Astori Group, Gel Matic Italia, Ostificio Prealpino, Puntogel ol-tre ai main sponsor Lactis e Cal-lebaut. Tre gli obiettivi principa-li dei promotori: presentare e di-vulgare il percorso di marketing territoriale; dare risalto alle ge-laterie aderenti al progetto e allafiliera bergamasca e ampliare il numero di aderenti in tutta Ita-lia e nel mondo che vogliono sposare il progetto.

«Quello di Rimini è un passodecisivo per il nostro progetto - spiega Massimo Bosio, presi-dente dei Gelatieri BergamaschiAscom - che speriamo possa sal-dare sempre di più agli occhi del mondo un’eccellenza agroali-mentare al suo territorio. Se in-

fatti noi pensiamo al tartufo ci viene immediatamente in men-te di associarlo ad Alba, o la tortaSacher a Vienna: sarebbe im-portantissimo che un consuma-tore, quando assaggia il gelato alla stracciatella pensasse subi-to a Bergamo».

E poi c’è un altro aspetto che,se l’operazione immagine riu-scisse, verrebbe a vantaggio di Bergamo: «Dobbiamo conside-rare - puntualizza Bosio - che il nome Stracciatella non viene tradotto, ma resta così in ogni lingua del mondo, un po’ come lapizza. Questo dal punto di vista commerciale è fondamentale».

E a proposito di giro d’affari«la Stracciatella fattura nel mondo milioni di euro, con una produzione immensa - ricorda Bosio -: l’importante sarebbe faraderire il maggior numero di ar-tigiani di qualità al nostro Disci-plinare che ricalca la ricetta ori-ginale. Oltre ai bergamaschi, so-no certo arriveranno adesioni da tutto il mondo, e noi siamo pronti a riceverle, a patto che s’impegnino a produrre il gelatosecondo la lavorazione berga-masca».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Il gelato al gusto stracciatella protagonista con un progetto al Sigep

Presentazione lunedì

«Col progettosi fa squadraper il territorio»

Con le sue 1.250 imprese presen-

ti, il Sigep che apre domani fino a

mercoledì è la vetrina ideale per

presentare il progetto «La Strac-

ciatella il gelato di Bergamo» ai

160 mila buyers attesi a Rimini

durante la kermesse. Dopo aver

depositato il marchio tre mesi fa,

il progetto promosso da Ascom

Bergamo e dai Gelatieri Berga-

maschi con la collaborazione

della Camera di Commercio di

Bergamo e EAST Lombardy,

intende valorizzare un patrimo-

nio locale divenuto celebre in

tutto il mondo, quello del gusto

creato da Enrico Panattoni e

dedicato alla città di Bergamo

nel 1961. La giornata clou sarà

lunedì, quando alle 12 nello stand

bergamasco è previsto un aperi-

tivo per presentare il progetto:

«Occorre ricordare - spiega il

presidente dei gelatieri orobici

Massimo Bosio -che nel mondo la

stracciatella è uno dei gusti più

consumati, subito dopo crema e

cioccolato. È ora di sfruttare di

più questo valore aggiunto. E poi

il progetto è anche un modo per

superare gli antagonismi tra noi

gelatieri facendo squadra per

Bergamo e il suo territorio». M. F.

n Un gelato chenel mondo fatturamilioni di euroe la denominazionenon viene tradotta

di Veronafiere – si apre in uncontesto economico favorevo-le per il comparto delle motoche segna il quarto passo inavanti consecutivo del merca-to nazionale, con vendite che afine 2017 hanno superato i220mila veicoli».

Nonostante questo, la pat-tuglia di espositori orobici sa-rà a ranghi ridotti e sarà for-mata da Nolan Group e DmdHelmet (produzione e com-mercializzazione di caschi),l’officina di custom GarajekMotorcycle Design di Brem-

Verona, fino a domenica

Sono solo 5, rispettoalle 15 dell’anno scorso, leaziende bergamasche che finoa domenica partecipano a Ve-rona alla decima edizione diMotor Bike Expo, la fiera dedi-cata al mondo delle due ruotea motori con lo sguardo rivoltoalla “customizzazione” cioèalla personalizzazione di que-sto mezzo di trasporto chesembra non conoscere crisi.«L’edizione 2018 – confermaMaurizio Danese, presidente

bate, il produttore di parti spe-ciali Rebuffini Cycles di Ca-sazza e l’Associazione Bikersdi Cologno al Serio. Insiemead altre 700 aziende occupanootto padiglioni; all’esterno, pi-loti esperti oppure esordientipotranno seguire gare, proveed esibizioni su una superficiedi oltre 21 mila metri quadrati.«In dieci anni – aggiungono gliorganizzatori - Motor BikeExpo è passata da 95 mila e a160 mila visitatori. Uno svi-luppo che ha accompagnatoquello del mercato italianoche fa segnare a fine 2017 unacrescita del 5,1% rispetto al2016, superando i cinque mi-liardi di euro di fatturato».

Il format di Motor BikeExpo negli anni si è sviluppatoe, oltre al segmento custom,oggi abbraccia in modo tra-sversale tutto il panorama chefa riferimento alle due ruote amotore, tra sport, show, turi-smo, formazione e sicurezza.

Per quanto riguarda il grup-po bergamasco Nolan (400 di-pendenti, fatturato 2016 diquasi 44 milioni di euro), a Ve-rona espone la collezione 2018focalizzandosi su tre nuovimodelli: l’integrale racing topdi gamma X-803, l’apribileN100-5 e l’integrale entry-le-vel N60-5. La divisione N-Com (Nolan CommunicationSystems, quella che sviluppa isistemi di comunicazione)porterà, invece, la nuova gam-ma B901 che migliora e ampliala trasmissione dei dati da ca-sco a casco. G. Ar.

Al Motor Bike Exposolo 5 bergamascheNel 2017 erano 15

Oltre 700 aziende presenti al Motor Bike, ma bergamasche in calo

Baggi: «Fase di sviluppo»

È Domenico Borella il nuovo direttore generale della Bcc Bergamo e Valli. Il cda lo hanominato nell’ultima seduta. Borella - già facente funzione adinterim dallo scorso ottobre - vanta un curriculum di tutto ri-spetto, culminato nella carica divicedirettore vicario della Fe-derazione lombarda delle Bcc. Succede a Giovanni Diotti, a cuiva il ringraziamento del cda.

«Con la nomina di DomenicoBorella e la recente approvazio-ne del Piano industriale 2018-2021 si apre una nuova fase di sviluppo della Bcc Bergamo e Valli - dice il presidente, Duilio Baggi - il neo direttore generaleha le caratteristiche necessarie per realizzare questo obietti-vo». Borella ha espresso il suo apprezzamento per il progetto dell’istituto. «Dovremo lavora-re molto, ma ritengo che ci sia-no le possibilità di fare bene, vi-sta la disponibilità che ho ri-scontrato nel personale della banca».

Sigep, Bergamo schierail brand Stracciatella«Un affare mondiale»

Borella nuovo direttore della BccBergamo Valli

Borella col presidente Baggi

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T

Italia a tavola

La Stracciatella di Bergamo al Sigep Successo per tutta la filiera del gusto Pubblicato il 02 febbraio 2018 | 16:05

La Stracciatella il gelato di Bergamo, progetto di valorizzazione promosso

da Ascom Bergamo, Gelatieri Begamaschi e Camera di Commercio, ha

partecipato con un proprio stand istituzionale al Sigep di Rimini.

La presenza de La Stracciatella il gelato di Bergamo a Sigep ha visto anche il

coinvolgimento delle aziende della filiera bergamasca del gelato artigianale Gel Matic,

Astori Group, Ostificio Prealpino-Puntogel con un corner dedicato all’iniziativa

all’interno dei loro stand, ma anche con dimostrazioni e degustazioni del gusto made in

Bg, prodotto secondo il disciplinare.

La fiera ha avuto come momento clou l’aperitivo di lunedì 22 insieme a gelaterie,

istituzioni e aziende con un brindisi goloso a base, ovviamente, di Stracciatella.

Per informazioni: www.expogelato.it

STRACCIATELLA DI BERGAMO GELATO EXPOGELATO SIGEP

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26 L’ECO DI BERGAMOVENERDÌ 23 MARZO 2018

Domani. La Giornata europea del gelato artigianale

«Gelato Day» al gustoGerman Black Forest

SPECIALE GELATERIE A cura di SPM Pubblicità

Sono già 66 le gelaterie,di cui 6 fuori provincia e una dal-la Polonia, che a giugno, in piazzaVeçchia e non solo, partecipe-ranno alla giornata di assaggicon accompagnamento di gioco-lieri e altre sorprese dedicataalla Stracciatella, il gelato di Ber-gamo. Del resto è dal 1961 che ibergamaschi hanno consumatocon piacere questo gusto di gela-to: un fiordilatte ampiamentevariegato con cioccolato «strac-ciato» talmente innovativo dadiffondersi in tutta Italia e nelmondo. Fino ad ora, però, non siera posto il problema di garantir-ne il marchio e di accompagnarlocon un preciso disciplinare e conprecisi ingredienti. Pochi mesifa, nella sala riunioni di Porta S.Agostino il marchio dell’eccel-lenza gastronomica «La Strac-ciatella, il Gelato di Bergamo»con relativa degustazione sonostati presentati alla stampa, agli

operatori del settore e alla citta-dinanza con grande successo. Ilmarchio e il prodotto sono oraacquisibili ovunque nel mondo,

aderendo al disciplinare e espo-nendo nei locali i materiali chespiegano storia e virtù di questoimportante gelato bergamasco.

La Stracciatella protagonista all’ultima edizione del Sigep

Il marchio. Una sessantina le gelaterie che hanno aderito

La Stracciatella di Bergamo fa il pieno

Domani in tutta Europa scatta il «Gelato Day». L’abbrevia-zione identifica la Giornata europeadel gelato artigianale che ogni annisi festeggia il 24 marzo ed è patri-monio di tutti i gelatieri artigiani europei e dell’intera filiera. Il pro-getto nasce nel 2008 da un’idea diArtglace e Longarone Fiere ed è coordinata e gestita da Artglace, laConfederazione delle Associazionidei gelatieri artigiani della Comuni-tà Europea.

La Giornata è stata istituita uffi-cialmente il 5 luglio 2012 dal Parla-mento Europeo, motivata dal fattoche il gelato artigianale rappresentaun’eccellenza tra i prodotti freschilattiero-caseari in quanto a qualitàe sicurezza alimentare e valorizzai prodotti agroalimentari di ogni sin-golo Stato membro. L’unica «Gior-nata» che il Parlamento europeo hafinora dedicato ad un alimento è proprio quella del gelato artigiana-le. Ogni anno viene promosso un gusto ad hoc suggerito ad una singo-la nazione. Nel 2018 il gusto ufficialeè dedicato alla Germania ed è il «German Black Forest», gelato al cioccolato variegato all’amarena. Quest’anno il gusto ufficiale è dedicato alla Germania

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Italia a tavola

La Stracciatella il Gelato di Bergamo

Promozioni in 60 gelaterie orobiche Pubblicato il 07 Marzo 2018 | 16:29

Sono già 60 le gelaterie orobiche che hanno sposato il progetto La

Stracciatella il gelato di Bergamo, il percorso di valorizzazione della filiera e del

business del gelato artigianale.

Saranno loro i veri protagonisti sul territorio, in quanto anello di congiunzione tra la filiera

di produzione bergamasca del gelato e i consumatori. Verranno dunque direttamente

coinvolti in un lavoro di squadra che punta a restituire il valore di questa tipicità tutta

bergamasca, affinché sia volano per nuove occasioni di sviluppo e di business.

Il mondo del gelato deve infatti a Bergamo un contributo speciale, ossia l’invenzione della

Stracciatella, il gusto inventato da Enrico Panattoni della gelateria La Marianna nel 1961.

Attraverso il recupero e il rilancio di un patrimonio acquisito, generosamente condiviso

dalla famiglia Panattoni con tutta la città e la provincia di Bergamo, il progetto punta a

sviluppare la consapevolezza di questa appartenenza nel mondo.

Questo percorso di valorizzazione del brand made in Bg è iniziato ufficialmente il 25

settembre 2017 con la fase di lancio, a cui ha fatto seguito l’anteprima internazionale

nell'ambito della prestigiosa manifestazione del G7 dell'Agricoltura, tenutosi a Bergamo a

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inizio ottobre. Nel gennaio scorso La Stracciatella il gelato di Bergamo ha varcato ancora

una volta i confini di Bergamo partecipando all'edizione 2018 del Sigep di Rimini, la fiera

internazionale leader della gelateria, pasticceria, panificazione artigianali e del caffè,

dedicata agli operatori del settore.

I titolari delle gelaterie aderenti hanno potuto approfondire le prossime iniziative che li

vedranno direttamente coinvolti (e condividere ancora una volta lo spirito che anima il

progetto) nel corso della riunione tenutasi ad Ascom Bergamo. Ai titolari delle gelaterie è

stato dunque consegnato il disciplinare di produzione scritto appositamente dal comitato

scientifico di progetto e che costituisce un'importante linea guida a garanzia dell’autenticità,

della bontà e della qualità de La Stracciatella il gelato di Bergamo.

Ma non è tutto: i titolari delle gelaterie aderenti hanno ricevuto anche il kit promozionale

del progetto, composto da cartoline, locandine, vetrofanie e segnagusto, oltre che dallo

stesso disciplinare, caratterizzato graficamente dagli inconfondibili pezzi di cioccolato

fondente. Il kit permetterà alle gelaterie di raccontare al pubblico, direttamente e

indirettamente, la storia del gusto e le renderà riconoscibili come le vere gelaterie a marchio

La Stracciatella il gelato di Bergamo. Saranno le stesse gelaterie a diventare ambasciatrici

del brand sul territorio, contribuendo a diffonderne storia, valori e finalità.

Il percorso di valorizzazione de La Stracciatella il gelato di Bergamo proseguirà con

un'importantissima tappa nel cuore di Città Alta, il borgo medievale della città di Bergamo.

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Nel corso dell'incontro di lunedì è stata infatti comunicata la data ufficiale dell'attesissimo

evento interamente dedicato alla Stracciatella: il 17 giugno 2018 si terrà infatti la grande

giornata del gelato nella splendida cornice di Piazza Vecchia. Un'altra imperdibile occasione

per celebrare (e soprattutto gustare) un patrimonio tutto da condividere.

Da questa settimana in tutte le gelaterie aderenti i cittadini avranno quindi la possibilità di

assaporare La Stracciatella il gelato di Bergamo chiedendo al loro gelatiere di fiducia di

servire sul cono, nella coppetta o nella vaschetta il gusto di gelato famoso in tutto il mondo

come eccellenza del territorio bergamasco.

Per informazioni: www.lastracciatellailgelatodibergamo.it

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La Stracciatella di Bergamo: il

marchio in 60 gelaterie Consegnati i kit promozionali per chi ha aderito al disciplinare. Festa nella

Piazza Vecchia il 17 giugno

Martina Benatti

-

16 marzo 2018

Il progetto “Stracciatella il gelato di Bergamo” è entrato nella fase operativa: è stato infatti

consegnato ai titolari delle 60 gelaterie orobiche aderenti il disciplinare di produzione e il kit

promozionale studiato per mettere in evidenza l'offerta della specialità bergamasca a base di

fiordilatte e cioccolato.

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Una vetrofania, un segnagusto, 500 cartoline e la locandina della “Stracciatella il gelato di

Bergamo” sono gli oggetti contenuti nel kit promozionale che potranno esporre i gelatai che

hanno aderito al disciplinare, volto a valorizzare il gusto inventato nel 1961 del gelataio Enrico

Panattoni. L’idea gli venne sull’esempio di una minestra allora molto in voga: la stracciatella

alla romana, in cui si aggiungeva un uovo intero sbattuto nel brodo bollente.

Allo stesso modo Panattoni, durante la masticazione del fiordilatte, inserì una punta

di cioccolato fondente caldo: era nato un nuovo gusto. Con il passare del tempo il nome

rimase per indicare il gelato e si perse l’accezione che indicava la pasta in brodo.

Nel 2018 quel gusto è diventato un marchio registrato (e tutelato), di cui un comitato

scientifico, composto da esperti della filiera del gelato artigianale, monitora la produzione con

controlli a campione.

L’iniziativa di marketing territoriale è promossa da Ascom Confcommercio Bergamo e

dal Comitato Gelatieri Bergamaschi.

Il Logo di "La Stracciatella il gelato di Bergamo"

La festa della Stracciatella nella Città Alta

Saranno previste diverse iniziative volte a promuovere e a far conoscere la Stracciatella di

Bergamo: si comincia il 17 giugno 2018 in Piazza Vecchia, a Bergamo Alta, con una giornata

dedicata all'assaggio della Stracciatella. L’evento promozionale è aperto a tutti e si terrà nel

pomeriggio.

Martina Benatti

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Gelato&barpasticceria - Editrade

LA STRACCIATELLA GELATO DI BERGAMO. PATRIMONIO DA CONDIVIDERE!

Al via la promozione nelle 60 gelaterie aderenti, protagoniste

nel percorso di valorizzazione del brand made in BG.

Bergamo, 7 marzo 2018 – Sono già 60 le gelaterie orobiche che hanno sposato il progetto La Stracciatella il gelato di Bergamo, il percorso di valorizzazione della filiera e del business del gelato artigianale. Saranno loro i veri protagonisti sul territorio, in quanto anello di congiunzione tra la filiera di produzione bergamasca del gelato e i consumatori. Verranno dunque direttamente coinvolti in un lavoro di squadra che punta a restituire il valore di questa tipicità tutta bergamasca, affinché sia volano per nuove occasioni di sviluppo e di business.

Il mondo del gelato deve infatti a Bergamo un contributo speciale, ossia l’invenzione della Stracciatella, il gusto inventato da Enrico Panattoni della gelateria La Marianna nel 1961. Attraverso il recupero e il rilancio di un patrimonio acquisito, generosamente condiviso dalla famiglia Panattoni con tutta la città e la provincia di Bergamo, il progetto punta a sviluppare la consapevolezza di questa appartenenza nel mondo. Questo percorso di valorizzazione del brand made in BG è iniziato ufficialmente il 25 settembre 2017 con la fase di lancio, a cui ha fatto seguito l’anteprima internazionale nell’ambito della prestigiosa manifestazione del G7 dell’Agricoltura, tenutosi a Bergamo a inizio ottobre. Nel gennaio scorso La Stracciatella il gelato di Bergamo ha varcato ancora una volta i confini di Bergamo partecipando all’edizione 2018 del Sigep di Rimini, la fiera internazionale leader della gelateria, pasticceria, panificazione artigianali e del caffè, dedicata agli operatori del settore.

I titolari delle gelaterie aderenti hanno potuto approfondire le prossime iniziative che li vedranno direttamente coinvolti (e condividere ancora una volta lo spirito che anima il progetto) nel corso della riunione tenutasi nella mattinata di lunedì 5 marzo nella sede di Ascom Bergamo, in via Borgo Palazzo 137.

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Ai titolari delle gelaterie è stato dunque consegnato il disciplinare di produzione scritto appositamente dal comitato scientifico di progetto e che costituisce un’importante linea guida a garanzia dell’autenticità, della bontà e della qualità de La Stracciatella il gelato di Bergamo.

Ma non è tutto! I titolari delle gelaterie aderenti hanno ricevuto anche il kit promozionale del progetto, composto da cartoline, locandine, vetrofanie e segnagusto, oltre che dallo stesso disciplinare, caratterizzato graficamente dagli inconfondibili pezzi di cioccolato fondente. Il kit permetterà alle gelaterie di raccontare al pubblico, direttamente e indirettamente, la storia del gusto e le renderà riconoscibili come le vere gelaterie a marchio La Stracciatella il gelato di Bergamo. Saranno le stesse gelaterie a diventare ambasciatrici del brand sul territorio, contribuendo a diffonderne storia, valori e finalità.

Il percorso di valorizzazione de La Stracciatella il gelato di Bergamo proseguirà con un’importantissima tappa nel cuore di Città Alta, il borgo medievale della città di Bergamo. Nel corso dell’incontro di lunedì è stata infatti comunicata la data ufficiale dell’attesissimo evento interamente dedicato alla Stracciatella: il 17 giugno 2018 si terrà infatti la grande giornata del gelato nella splendida cornice di Piazza Vecchia.

Un’altra imperdibile occasione per celebrare (e soprattutto gustare) un patrimonio tutto da condividere. Da questa settimana in tutte le gelaterie aderenti i cittadini avranno quindi la possibilità di assaporare La Stracciatella il gelato di Bergamo chiedendo al loro gelatiere di fiducia di servire sul cono, nella coppetta o nella vaschetta il gusto di gelato famoso in tutto il mondo come eccellenza del territorio bergamasco.

Il progetto è promosso da Ascom Confcommercio Bergamo e Gelatieri Bergamaschi con la collaborazione di East Lombardy – Regione Europea della Gastronomia, il supporto della Camera di Commercio di Bergamo, delle aziende bergamasche della filiera bergamasca del gelato Astori Group, Domogel, Frigogelo, Gel Matic, Ostificio Prealpino e Puntogel, dei main sponsor Lactis e Callebaut e in partnership con la fiera SIGEP.

La Stracciatella il Gelato di Bergamo

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299 Pasticceria Internazionale 31

eventi fieristici

ANNO DEL TIRAMISÙ

Il Tiramisù Talent Show, orga-nizzato da Conpait per festeggiare il 2018 proclamato anno del tira-misù, ha consegnato la medaglia d’oro al giovane Filippo Valsec-chi, già campione italiano di pa-sticceria juniores, per la migliore interpretazione. 

LARGO AI GIOVANI

Nel nome della formazione professionale e delle competizioni per gli studenti, oltre al progetto SigepGiovani, al quale dedichiamo un

articolo ad hoc, otto squadre di studenti di istituti professionali si sono cimentati nel concorso Young Ideas, organizzato da Sigep e Richemont

Club Italia. Quattro le prove: pane, realizzato seguendo alla lettera la ricetta fornita dalla giuria; pani di piccolo formato; viennoiserie, dove

i concorrenti hanno dato libero sfogo alla propria creatività, e infine il pezzo artistico, sul tema “Un’identità della tua Regione”. Al primo

posto, il CFP Engim di Oderzo (Treviso), secondo posto La Casa del Giovane (Castiglione delle Stiviere, Mantova), terzo il CFP Lancenigo

(Treviso). www.richemontitaly.it

LA STRACCIATELLA DI BERGAMO CONQUISTA RIMINI

La Stracciatella di Bergamo, progetto di valorizzazione promosso da Ascom Bergamo, Gelatieri Bergamaschi e Camera di Commercio, ha partecipato con un proprio stand, visitato da buyer internaziona-li provenienti da Corea, Spagna, Germania, Polonia, Kuwait, Libia, Libano e Lussemburgo. L’iniziativa, resa possibile grazie alla partner-ship con Sigep, ha visto anche il coinvolgimento delle aziende della filiera bergamasca, come Gel Matic, Astori Group, Ostificio Preal-pino-Puntogel, con un corner dedicato all’iniziativa all’interno dei loro spazi, ma anche con demo e degustazioni del gusto Made in BG, prodotto secondo il disciplinare.

IL GUSTO DELLA SOLIDARIETÀ

L’iniziativa di responsabilità sociale, promossa dal Banco della So-lidarietà di Rimini in collaborazione con IEG, per il quinto anno ha avuto l’obiettivo di recuperare al termine di Sigep il gelato inutilizzato dagli espo-sitori per destinarlo alla vendita. L’in-casso è stato utilizzato per comprare generi alimentari di prima necessità destinati a famiglie del territorio in dif-ficoltà. 

STRATEGIA MONDIALE

Al via in aprile un percorso quadriennale di qualificazione (come ricordato sullo scorso numero), poi la sfida finale tra i migliori 36 gelatieri: il Gelato Festival World Masters 2021 indetto da Carpigiani e Sigep-IEG prevede un percorso con centinaia di prove in 4 anni su cinque continenti, con giurie tecniche e popolari per aggiudicarsi il titolo di campione

mondiale. L’obiettivo è coinvolgere nella sfida 5.000 artigiani da tutto il mondo e generare un +15% di indotto per il settore, con un media value globale per il made in Italy stimato in 50 milioni di euro. www.gelatofestival.it