Un caso di amelogenesi imperfetta risolto con tecniche indirette
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DEFINIZIONE DI AMELOGENESI IMPERFETTACon il termine di amelogenesi imperfetta (AI) si contraddi-
stingue una patologia di origine ereditaria determinata dalla
mutazione di cinque geni, ben descritta nella review di Gadhia
et al. [1].
Essa è caratterizzata da una mancata o poco coerente for-
mazione dello smalto dentale [2]. Tale situazione rende gli
elementi dentali malformati più suscettibili alla carie, meno
resistenti all’abrasione e all’usura determinata dalla masti-
cazione.
Sebbene sia abbastanza nota la patogenesi [3], alcuni aspetti
risultano oscuri e il renderli chiari [4] potrebbe essere uti-
le per orientarsi anche in altre patologie similari che spesso
vengono associate all’AI ma nella realtà non lo sono [5-7]
(figg. 1-3).
SOLUZIONI RICOSTRUTTIVE DURATURENumerosi studi sono stati eseguiti per giungere alla codifi-
cazione di un piano di trattamento congruo [8] in pazienti
affetti da questa patologia; non va dimenticato che, non di
Un caso di amelogenesi imperfetta risolto con tecniche indiretteSergio Porroa, Franco Brennab
a Tutor Master di II livello Odontoiatria Digitale, Università degli Studi dell’Insubriab Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentale, Università degli Studi dell’Insubria; socio fondatore Digital Dental Academy
rado, essa è associata ad altri quadri di disordini sistemici ben
più complessi che, per brevità, in questa sede non potranno
essere trattati.
Non esistono dati sufficienti per stabilire un comportamento
clinico univoco, tuttavia è certo che un recupero conservativo
degli elementi dentali debba essere preferito [9,10].
Giunti alla maggiore età, per ovvie ragioni associate alla dura-
ta temporale dei restauri e per il completamento dell’artico-
lato dentale, i soggetti affetti da AI possono essere riabilitati
con ricostruzioni che ridefiniscano morfologicamente gli ele-
menti dentali interessati dalla patologia. Data l’esiguità delle
casistiche, però, è molto difficile rinvenire paradigmi di com-
portamento assimilabili a seconda della gravità dell’estrinse-
cazione clinica [11].
Qualora più di uno sia coinvolto – e tale coinvolgimento sia
bilaterale o interessante elementi antagonisti – l’impiego di
tecniche indirette sembra essere quello più adatto [12,13].
Tuttavia, bisogna tenere conto che la struttura dentale è par-
ticolarmente friabile e, in presenza di soggetti giovani, da ri-
spettare [14], unitamente al complesso pulpodentinale. At-
tualmente l’impiego di tecniche adesive indirette, con restauri
Fig. 1 Il caso di amelogenesi imperfetta nella visione frontale
Fig. 2 Il caso di amelogenesi imperfetta nella visione occlusale superiore
Fig. 3 Il caso di amelogenesi imperfetta nella visione occlusale inferiore
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parziali, eseguibili all’interno dello studio odontoiatrico in
un’unica seduta, elimina spiacevoli effetti collaterali spesso
dovuti a una pur breve provvisorizzazione (fig. 4).
Tra i materiali che maggiormente si sono impiegati nelle
ricostruzioni indirette adesive a copertura cuspidale, il di-
silicato di litio pare essere quello maggiormente affidabile
[15,16] (figg. 5 e 6). Non mancano peraltro riscontri che
certificano la validità di questo materiale per la risoluzione
di casi normali.
Occorre infine specificare che dovendo ricorrere a trattamenti
adesivi, il substrato dentinale, sebbene presenti alcune pecu-
liarità – come dimostrato nello studio di Yaman et al. [17]
– offre in ogni caso garanzie per un legame saldo e duraturo
nel tempo.
Senza scendere nei dettagli si può facilmente comprendere
come una tecnica minimamente invasiva, additiva e adesiva
possa soddisfare i requisiti funzionali ed estetici anche in pa-
zienti giovani, la cui lunga prospettiva di vita impone tutte le
Fig. 12 La paziente soddisfatta del restauro protesico
Fig. 4 La tipologia di preparazione minimamente invasiva prescelta
Fig. 6 La progettazione a computer delle morfologie dentali
Fig. 5 I manufatti protesici prima della cementazione
Fig. 8 Una fase della cementazione adesiva
Fig. 7 Manufatti protesici in prova prima della cementazione adesiva
Fig. 11 Il quadro occlusale superiore del caso ultimato
Fig. 9 La prospettiva occlusale inferiore
Fig. 10 Il sorriso della paziente
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itale attenzioni per la salvaguardia dei tessuti duri dentali e della
polpa dentale (figg. 7-12).
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