Un camper per i Diritti dei Rifugiati a Roma Un camper per i Diritti dei Rifugiati a Roma...

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““Un camper per i Diritti dei Rifugiati a Roma”Un camper per i Diritti dei Rifugiati a Roma”

Aprile/settembre 2011

www.mediciperidirittiumani.org

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Il progettoIl progettoIl progetto “Un camper per i Diritti dei Rifugiati a Roma” nasce dalla constatazione di una rilevante criticità. Sia dal punto di vista sanitario sia dal punto di vista sociale, le persone che raggiungono il nostro paese in fuga da guerre e persecuzioni si trovano

spesso in situazioni di estrema vulnerabilitàestrema vulnerabilità, sia nella fase di richiesta dell'asilo politico che in seguito al riconoscimento della protezione internazionale.

Le principali problematiche sono legate all’insufficienza di servizi e di all’insufficienza di servizi e di percorsi di accoglienza, di orientamento e di integrazionepercorsi di accoglienza, di orientamento e di integrazione che incide drammaticamente sul benessere psico-fisico dei migranti forzati che in alcuni casi si trovano a vivere in strada, come i profughi afgani nei pressi della stazione Ostiense e in altri casi hanno creato negli anni un circuito parallelo e autogestito di accoglienza in edifici abbandonati.

In questi luoghi fisicamente o simbolicamente al margine della città, le persone si

trovano spesso escluse dai serviziescluse dai servizi (sociali, sanitari, legali) a causa dell'isolamento, della difficoltà delle condizioni di vita e della mancanza di informazioni.

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Nella città di Roma sono circa 15001500 i rifugiati che vivono stabilmente in condizioni di marginalità, in strada o in insediamenti precari (edifici occupati, baraccopoli…). A queste si aggiungano le molte persone che transitano ogni anno nella città dirette verso altri paesi europei in cerca di condizioni di vita migliori (il dato non tiene conto di alcune importanti zone di transito, come la stazione Termini)

Presso la sola stazione Ostiense ad esempio transitano ogni anno circa 11001100 profughi afghani.I principali insediamenti precari sono:

StazioneStazione OstienseOstiense, dove vivono rifugiati provenienti per la quasi totalità dall’Afghanistan. Ogni giorno sono presenti circa 150 persone, tra stabili (titolari di protezione internazionale) e in transito

BaraccopoliBaraccopoli didi PontePonte MammoloMammolo, dove vivono circa 80 profughi provenienti dal Corno d’Africa, per lo più dall’Eritrea e in minima percentuale dall’Etiopia

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Centro AraratCentro Ararat, un edificio occupato nel 1999, dove vivono ogni anno circa 100 rifugiati provenienti dal Kurdistan-turco, stabilmente o per brevi periodi;

EdificioEdificio occupatooccupato didi CollatinaCollatina, dove vivono ogni anno circa 300 rifugiati provenienti dal Corno d’Africa;

EdificioEdificio di Viadi Via ArrigoArrigo CavaglieriCavaglieri, detto “Selam Palace” o “La Romanina”, occupato dal 2006, dove vivono e transitano ogni anno dai 500 ai 700 rifugiati provenienti da Etiopia, Eritrea, Sudan e Somalia

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La finalità del progetto è quella di migliorare le condizioni di migliorare le condizioni di salute, di accoglienza e di integrazione dei profughi, salute, di accoglienza e di integrazione dei profughi, richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale nella richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale nella città di Romacittà di Roma, favorendo l’accesso e la fruizione dei servizi sanitari, sociali, legali, di accoglienza e di integrazione, nella convinzione che ogni intervento a tutela della salute non possa prescindere dalle condizioni di vita e da un approccio integraleapproccio integrale alla persona e alla sua storia

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Migliorare le condizioni di salute, di accoglienza e di integrazione dei profughi, richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale nella città di Roma

Migliorare le condizioni di salute, di accoglienza e di integrazione dei profughi, richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale nella città di Roma

Favorire l’accesso e la fruizione dei servizi sanitari, di accoglienza e di integrazione da parte dei profughi, richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale nella città di Roma

Favorire l’accesso e la fruizione dei servizi sanitari, di accoglienza e di integrazione da parte dei profughi, richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale nella città di Roma

GLI OBIETTIVI

Informare e sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla realtà sociale di fasce di popolazione particolarmente vulnerabili e sul rispetto dei loro diritti fondamentali con particolare riguardo all’accesso alle cure

Informare e sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla realtà sociale di fasce di popolazione particolarmente vulnerabili e sul rispetto dei loro diritti fondamentali con particolare riguardo all’accesso alle cure

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Dal 2004 Medu è presente con un’unità mobile (un camper attrezzato ad ambulatorio)

e un’equipe multidisciplinareun’equipe multidisciplinare formata da medici, mediatori, antropologi, operatori sociali e volontari in molte zone della città con la finalità di raggiungere i gruppi di popolazione più vulnerabili che vivono sulla strada o comunque in situazioni estremamente precarie.Negli ultimi anni le attività di prima assistenza sanitaria e orientamento ai servizi

socio-legali e sanitari si sono svolte prevalentemente nella zona di Ostiensezona di Ostiense, dove vivono o transitano molti profughi afghani.

Dal mese di aprile 2011aprile 2011, il presente progetto ha permesso all’equipe di essere presente quotidianamente ad Ostiense, dove, dopo ripetuti sgomberi nella zona circostante, circa 150 profughi, per la quasi totalità afghani, vivono all’interno di una tendopoli sorta in seguito ad una distribuzione di tende effettuata da Medu, in assenza di interventi istituzionali a tutela della salute e dei diritti fondamentali dei profughi.

Altre zone interessate dall’intervento sono l’insediamento di Ponte l’insediamento di Ponte MammoloMammolo, dove vivono circa 100 profughi, per lo più provenienti dall’Eritrea, e il

centro Araratcentro Ararat in zona Testaccio dove vivono circa 80 profughi del Kurdistan turco.

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Attività dei primi sei mesi:Attività dei primi sei mesi: Sevizio di prima assistenzaassistenza sanitariasanitaria su strada (4 pomeriggi a settimana);

Programma di screeningscreening per la promozione precoce dell'accesso alla diagnosi ed alle cure per la tubercolosi (con l’ospedale INMI Spallanzani);

MonitoraggioMonitoraggio delle condizioni socio-sanitarie e sorveglianza epidemiologica della popolazione beneficiaria;

IdentificazioneIdentificazione di nuovenuove areearee e gruppi vulnerabili;

Raccolta e sistematizzazione dei datiRaccolta e sistematizzazione dei dati socio-anagrafici e sanitari

InformazioneInformazione sulle modalità di accesso al SSN, sul diritto alla salute, sul diritto d’asilo e sugli altri diritti fondamentali;

OrientamentoOrientamento per l’accesso alle strutture del SSN, ai servizi di accoglienza/integrazione e agli enti di tutela;

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AccompagnamentoAccompagnamento dei pazienti più vulnerabili presso i servizi socio-sanitari;

MappaturaMappatura dei servizi sociali, sanitari, legali, dei luoghi di aggregazione e di formazione, individuando al loro interno dei referenti privilegiati;

Orientamento e accompagnamentoOrientamento e accompagnamento nell’iter della richiesta di asilo;

CoordinamentoCoordinamento con associazioni, servizi, istituzioni ed enti di tutela al fine di garantire dei percorsi di cura integrale e di tutela socio-legale;

Intervento psicosocialeIntervento psicosociale rivolto a migranti forzati in generale e a rifugiati sopravvissuti a tortura e violenza presso il centro Ararat con l’associazione “Senza Confine”;

CertificazioniCertificazioni medico-psicologichemedico-psicologiche per la Commissione;

FormazioneFormazione sul tema del diritto alla salute con particolare riferimento alle categorie vulnerabili e sulla salute psico-sociale;

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ColloquiColloqui individualiindividuali condotti dall’ equipe multidisciplinare con richiedenti asilo e rifugiati particolarmente vulnerabili per la condivisione e l’avvio di percorsi di cura e di inserimento sociale

Inserimento presso i centri di accoglienza o nelInserimento presso i centri di accoglienza o nel circuitocircuito SprarSprar, il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (473 persone presso il centro d’accoglienza Casa della Pace e 23 presso lo Sprar);

Coordinamento e confronto con le istituzioniCoordinamento e confronto con le istituzioni territoriali e le istituzioni competenti in tema di asilo;

Informazione e sensibilizzazioneInformazione e sensibilizzazione delle istituzioni e dell’opinione pubblica sulle condizioni di vita dei rifugiati a Roma;

Partecipazione a tavoli di confrontoPartecipazione a tavoli di confronto su tematiche specifiche ed in particolar modo sulla situazione dei minori non accompagnati “in transito”;

Realizzazione di materiali informativimateriali informativi sui temi della richiesta di asilo, della prevenzione e delle malattie sessualmente trasmissibili;

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UNO SGUARDO AI DATI

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NAZIONALITA’NAZIONALITA’Il profilo delle nazionalità evidenzia l’assoluta prevalenza della nazionalità afgana. Una percentuale minima è costituita da pazienti provenienti da Iraq, Iran e Pakistan e soltanto l’1% è costituito da persone italiane

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ETA’ETA’I pazienti visitati sono stati per la quasi totalità uomini (99%). Il 34 % dei pazienti assistiti dall’unità mobile si sono dichiarati minori d’età. La fascia di età più rappresentata (54%) è quella tra 18-30 anni, il 11%, ha un’età compresa tra 30-50 anni. Nessuna delle persone visitate ha più anni di 50 anni

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TEMPO DI PERMANENZA IN ITALIATEMPO DI PERMANENZA IN ITALIAAl momento della prima visita, il 71% dei pazienti ha dichiarato di essere in Italia da un tempo inferiore al mese, il 10% da un periodo di tempo compreso tra 1 e 6 mesi, il 19% da più di 6 mesi

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STATUS GIURIDICOSTATUS GIURIDICO

Relativamente allo status giuridico, il 5% delle persone visitate è risultato essere

richiedenterichiedente asiloasilo, il 15% in possesso di un permesso di soggiorno per protezioneprotezione

sussidiariasussidiaria o per motivimotivi umanitariumanitari, il 2% titolare dello statusstatus didi rifugiatorifugiato, il 75% non è in possesso di alcun documento, ma molti sono già stati fotosegnalati, soprattutto in Grecia e in Italia dove però non hanno presentato richiesta di asilo politico.

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COPERTURA SANITARIACOPERTURA SANITARIADelle 388 persone visitate per la prima volta (tot. visite 483), soltanto il 17% erano iscritte al SSN, dato che si spiega tenendo conto dell’altissima percentuale di persone in transito prive di permesso di soggiorno.

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Tra i richiedenti asilo, rifugiati e titolari di protezione internazionale, il 67% risultavano regolarmente iscritti al SSN ma non tutti usufruivano del medico di base.

67%

33%

COPERTURA SANITARIA RICHIEDENTI ASILO E RIFUGIATI

SSNNO SSN

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Per un numero rilevante di pazienti afgani iscritti al SSN, la barriera barriera

linguisticalinguistica (la maggior parte di essi non parla inglese) e la scarsa scarsa

conoscenza del funzionamento del SSNconoscenza del funzionamento del SSN rappresentano un serio

ostacolo all’effettiva fruizione di importanti servizi come quello del medico di

medicina generale, pertanto alle persone aventi diritto, ma non iscritte (il 33

% del totale) sono state fornite adeguate informazioniinformazioni sui propri diritti,

sulle modalità di iscrizione e sul funzionamento del SSN.

Ai migranti in condizione di irregolarità sono state fornite informazioni

sull’acquisizione della tessera STP e sulle possibilità di cura in Italia per le

persone prive di un regolare documento di soggiorno.

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I principali sospetti diagnostici riguardano:I principali sospetti diagnostici riguardano:

Malattie dell’apparato respiratorioMalattie dell’apparato respiratorio (32%, principalmente malattie delle alte vie respiratorie e bronchiti),

Malattie della cute e del tessuto sottocutaneoMalattie della cute e del tessuto sottocutaneo (3,5%, principalmente infezioni della cute),

Malattie dell’apparato digerenteMalattie dell’apparato digerente (11,5% complessivo, principalmente malattie della cavità orale),

Traumatismi e avvelenamentiTraumatismi e avvelenamenti (12%)

Malattie infettive e parassitarieMalattie infettive e parassitarie (15% complessivo, di cui la maggior parte sono sospetti diagnostici di scabbia)

Malattie osteomuscolariMalattie osteomuscolari e del tessuto connettivotessuto connettivo (9%)

Disturbi psichiciDisturbi psichici (2,8).

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Nei traumatismitraumatismi sono state riscontrate ferite superficiali e contusioni (o postumi di esse) riferite in anamnesi a maltrattamenti subiti dai pazienti afgani durante il viaggio ed in particolar modo in Grecia ad opera, il più delle volte, delle forze di polizia.

Numerosi sono inoltre i traumatismi (contusioni, escoriazioni, ferite lacero-contuse) procurati nel corso del viaggioviaggio dalladalla GreciaGrecia all’Italiaall’Italia, quando molti di essi si rifugiano sotto i Tir che si imbarcano e sbarcano dai traghetti.

Particolarmente rischiosa è inoltre la traversatatraversata all’internoall’interno deidei tirtir; alcuni pazienti hanno riferito di essere rimasti rinchiusi all’interno dei vani degli autocarri anche quattro giorni senza cibo e con pochissima acqua da condividere a volte tra una decina di persone. In diversi pazienti afgani sono stati rilevati all’esame obiettivo esiti cicatriziali compatibili con quanto riferito in anamnesi (ferite da taglio, ferite da arma da fuoco subite in Afghanistan).

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Si può concludere quindi che il gruppo preso in esame, rappresentato per lo più

da giovani afgani, presenta al momento della partenza un patrimoniopatrimonio didi

salutesalute sostanzialmentesostanzialmente integrointegro.

Il profilo epidemiologico descritto evidenzia un elevato numero di patologie

causate dalle critiche condizionicondizioni igienico-sanitarieigienico-sanitarie in cui sono costretti a vivere i profughi nel corso del viaggio, durante la permanenza in Grecia (in particolare nella baraccopoli di Patrasso) e in Italia. Alle critiche condizioni igienico-sanitarie, si aggiungono quali fattori di rischio, gli eventi traumatici non intenzionali (incidenti) legati alle rischiose condizioni di viaggio ed i maltrattamenti subiti

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All’interno del progetto viene realizzato insieme all’ Istituto Nazionale di Malattie Infettive (INMI) un programma per la promozione precoce dell'accesso alla diagnosi ed alle cure per la tubercolosi. A ogni paziente viene somministrato un questionario per la rilevazione di sintomi suggestivi di tubercolosi. I pazienti positivi al questionario vengono accompagnati dal mediatore culturale presso gli ambulatori specialistici dell’Istituto Nazionale di Malattie Infettive (INMI) per gli opportuni approfondimenti diagnostici e l’eventuale terapia. Dal mese di gennaio sono stati somministrati 474 questionari TB e individuati 25 casi positivi al questionario di rilevazione.

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L’INTERVENTO PSICOSOCIALE PRESSO IL CENTRO ARARATL’INTERVENTO PSICOSOCIALE PRESSO IL CENTRO ARARAT Nella zona di Testaccio presso il centro “Ararat” è stato avviato dal mese di maggio un intervento psicosociale in collaborazione con l’associazione “Senza Confine”.

L’intervento ha riguardato ad oggi 3434 richiedenti asilo e rifugiati kurdo-turchi. Un medico dell’equipe, con la supervisione di un medico legale dell’associazione “Medici

contro la Tortura”, ha svolto dei colloqui con 34 pazienti e sono stati prodotti 1616 certificati relativi alla salute psicofisica delle persone vittime di tortura. Tali certificati vengono presentati dalla persona richiedente asilo in sede di Commissione per il riconoscimento della protezione internazionale.

Da questo primo intervento è nata la richiesta da parte delle persone della comunità

kurdo-turca di colloqui non finalizzati alla certificazione, bensì volti ad un sostegnosostegno

delladella personapersona e all’accompagnamento verso una presapresa inin caricocarico terapeutica da parte dei servizi esistenti (Sa.Mi.Fo., Nirast, S.Gallicano, Area Sanitaria Caritas – progetto “Ferite Invisibili”, Medici Contro la Tortura). Con alcuni di questi servizi si sono svolti incontri preliminari e concordate modalità di invio.

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INTERVENTO PSICOSOCIALE

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LE CRITICITA’LE CRITICITA’

•Alta percentuale di personepersone inin transitotransito prive di alcuna tutela

• Presenze di un elevato numero di minoriminori non accompagnati in transito

•Presenza di nucleinuclei familiarifamiliari e di donne sole con figli

• Mancanza di informazioni sull’iter della richiestarichiesta didi asiloasilo• Mancanza di informazioni e di orientamento sui diritti dei rifugiatidiritti dei rifugiati e sul funzionamento dei servizi sociali e sanitari, con conseguente esclusione dei rifugiati da tali servizi

• Difficoltà nella presentazionepresentazione delladella richiestarichiesta di asilodi asilo presso l’Ufficio Immigrazione della Questura

• TempiTempi didi attesaattesa molto lunghi per la verbalizzazione della richiesta di asilo e per la Commissione

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• Insufficienza e inadeguatezza del sistema di accoglienzasistema di accoglienza:

- Richiedenti asilo: spesso, al momento della presentazione della richiesta di asilo,

non vengono accolti né all’interno dei C.a.r.aC.a.r.a né nel circuito Sprar.

- Rifugiati e titolari di protezione internazionale, umanitaria o sussidiaria: tempi di

attesa dai 2 ai 6 mesi per accedere ai centri di accoglienza del Comune di Roma

- Profughi in transito: non hanno diritto all’accoglienza né ad altre tutele

• Carenza di serviziCarenza di servizi socio-sanitarisocio-sanitari che garantiscano una presa incarico

multi-dimensionale delle persone richiedenti protezione internazionale, rifugiati e

vittime di tortura, considerando la persona nella sua integrità.

• Difficoltà nella realizzazione di percorsipercorsi didi inserimentoinserimento sociale e di

autonomia a causa della mancanza di informazioni, delle condizioni di vita spesso

precarie e del carattere assistenziale ed emergenziale del sistema di accoglienza.

• Inadeguatezza del RegolamentoRegolamento Dublino IIDublino II

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CENTRO DI TRANSITO:CENTRO DI TRANSITO: Istituzione di un centro di accoglienza per i

profughi in transito in zona Ostiense, al fine di garantire condizioni di vita

accettabili, di tutelare la salute e i diritti fondamentali di tutti i migranti

forzati e in particolar modo delle persone più vulnerabili (minori non

accompagnati, donne sole, nuclei familiari, vittime di tortura…) e di fornire

informazioni, orientamento e prima assistenza socio-sanitaria.

PROPOSTEPROPOSTE

ACCOGLIENZA:ACCOGLIENZA: adeguare il sistema di accoglienza al numero delle

presenze e ai bisogni specifici dei rifugiati, a partire da una coscienza

culturale fondata sul principio dell’accoglienza e attraverso una

pianificazione strategica, strutturale e coerente che porti al superamento di

interventi emergenziali e di progettualità estemporanee. In quest’ottica si

auspica in primo luogo il potenziamento e la diffusione capillare e uniforme

del modello Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) e

di un sistema di seconda accoglienza che favorisca realmente percorsi di

autonomia dei singoli.

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ASSISTENZA SANITARIAASSISTENZA SANITARIA: favorire la fruizione dei servizi sanitari da

parte dei migranti forzati e in particolare dei gruppi più vulnerabili,

potenziando le risorse interne ai servizi (in particolar modo la medicina di

base) e implementando politiche e modelli di integrazione tra servizi sociali e

servizi sanitari

TUTELA DELLE PERSONE VULNERABILI:TUTELA DELLE PERSONE VULNERABILI: creazione e condivisione

di protocolli di intervento e di servizi di riferimento rivolti a rifugiati in

condizioni di vulnerabilità