Un artista dalle energie rinnovabili DMAG
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Un artista dalle energie rinnovabili
Davide Giglio
di: Irene Perino
Ho conosciuto Davide Giglio nel suo habitat, in Via Sant'Ottavio 38 presso la sede di VISUAL,
scuola di fotografia. Nato a Torino nel 1977, inizia a lavorare nel campo del video nel 1999 e
poi nel 2003 come fotografo. Un anno dopo diventa dottore in Storia e Critica del Cinema con
una tesi sulla percezione del colore nella cinematografia di Vittorio Storaro.
Ma oggi non sono qui a conoscere il Davide fotografo ed insegnante. Voglio vedere questo
ragazzo da un altro punto di vista e sotto un'altra luce. Magari led oppure oled.
Partiamo da una immagine: delle sfere luminose e colorate illuminano il fiume Po. Wow, che
ATMOSFERA. “Per ora è solo una simulazione. Da alcuni anni creo installazioni luminose che
mostrano la mia volontà di scenografare l'ambiente urbano”. Non è fotografia e non è cinema.
Ma definirlo non è facile. ATMOSFERA sul Po per ora è solamente un progetto, anche se le
sfere di Davide sono già state protagoniste in via Montebello al cospetto della Mole e nel verde
parco del Valentino, come giganti chicchi di grandine colorati. “Ma l'occasione in cui
l'installazione di ATMOSFERA è durata di più è stato per il lancio di Phylla, la macchina eco
sostenibile”. Un mese per dimostrare al pubblico che una sintesi tra arte e fonti energetiche
rinnovabili è possibile.
Le sfere giganti, illuminate da lampade a basso consumo, erano alimentate dall'energia
prodotta dalla Vela fotovoltaica dell'Enviroment Park.
La definizione di Arte Urbana non mi piace. Mi ritrovo più in Design urbano o Land Art. Credo di
essere riuscito a creare una fascinosa sintesi in cui la luce, la forma, il colore e l’energia
convivono dando vita a un’esperienza esteticache coinvolge luoghi urbani e naturali.
Certo che ci sei riuscito. Ma come? Davide parla delle energie rinnovabili come se si
conoscessero da una vita. Eppure, mi risulta, al DAMS queste cose non te le insegnano.
Io ho studiato come geometra e poi mi sono laureato in Storia e Critica del Cinema. Ma qui c'è
un ragionamento scientifico. Potremmo dire che sono dei progetti di ingegneria. Non sono cose
che compri da internet, le attacchi alla corrente e funzionano.
Il nome che si cela dietro le conoscenze di Davide è Enrico Bona, ingegnere civile.
Ha stimato i miei progetti e si è proposto di collaborare. Organizzando eventi, tra cui fiere per la
Regione, mi sono appassionato al tema delle energie rinnovabili che ho studiato epoi associato
a quella della luce.
In molti si riferiscono a Davide come un Eco-Artista.
Questo perché penso al dimensionamento della filiera. Mi spiego: io consumo tot watt con la
luce. Quindi ho bisogno di un certo tipo di pannello per produrre quella energia con il
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fotovoltaico. Capire cosa sto facendo va al di là dell'idea creativa. Ho una formazione da
autodidatta. Anzi, no. Preferisco dire che sono guidato da un grandissimo maestro.
E l'ing. Bona è dalla parte di Davide anche nella realizzazione del suo nuovo progetto
dedicato all’energia idroelettrica.
Un lavoro di micro ingegneria mi ha portato a ottenere un Toret da cui esce acqua illuminata. E
l'energia necessaria ad avere quell'acqua colorata è prodotta dal toretto stesso. La turbina,
una Pelton, è stata fatta a mano dal Signor Toye, mancato di recente.
Siamo di fronte ad una specie di “Toretto tuning”. E dove vedremo questa meraviglia in
azione?
In una piazza, dentro una sorta di camera con le pareti scure. Mi piacerebbe fosse in piazza
Castello, davanti alla Regione. Oppure piazza San Carlo. In ogni caso sarà dove c'è già un
toretto perché voglio lavorare con la reale pressione dell'acqua, senza creare nulla di finto.
Grazie alle spiegazioni di Davide mi è tutto chiaro. Il difficile in questa installazione non è
illuminare l'acqua, quello lo si fa di continuo in una qualsiasi fontana. L’originalità delle sue
installazioni sta nel coniugare valori artistici e ambientali creando un intervento d’arte
contemporanea che reinterpreta gli spazi urbani e naturali in chiave creativa ed ecologica.
Grazie all’uso di un sensore crepuscolare, di giorno le luci non sono attive per cui non disperdo
energia ma la accumulo per il fabbisogno energetico utile nelle ore notturne. Se tutti facessimo
più caso alle risorse naturali che abbiamo intorno potremmo sfruttarle. Anzi, è brutto dire
sfruttare perché fa venire in mente l'Amazzonia o le trivellazioni petrolifere. Sfruttare la terra è
negativo. Quello che dovremmo fare è darci una mano. Anzi, farci dare una mano dalla Natura.
Arrivati alla fine della nostra chiacchierata non so ancora se Davide è un artista, un
ingegnere o un abile comunicatore.
A volte nelle grafiche ufficiali si usano strumenti freddi e obsoleti. Magari c'è ancora l'icona della
lampadina a incandescenza! Su quella bisognerebbe mettere il divieto altrimenti i bambini
continueranno a credere che l'energia elettrica sia possibile solo così!.
L'obiettivo è che lo spettatore si affezioni ancor di più allo spazio urbano che lo circonda e
si interessi al discorso del risparmio, del basso consumo e dello sviluppo sostenibile. Un
altro progetto è quello delle Lanterne Gialle in cui l’artista si confronta con il tema del
riciclo dei rifiuti. Il cassonetto giallo, quello della raccolta carta, si trasforma in lampada.
I bambini ci disegneranno sopra. E così li si educa. L'ho fatto anche per la Giornata della
Memoria. Poesie, icone.. tutto su una tela sferica da me creata coinvolgendo un gruppo di
studenti del I Liceo Artistico di Torino. La mia è comunicazione creativa. Non voglio essere citato
perché uso il led come fanno altre sette milioni di artisti. Anche io lo faccio da anni! Ho avuto le
mie soddisfazioni con la fotografia. Ma se ho visto gente capottarsi sulla sedia è stato per
questo genere di lavori.
L’innovazione che Davide porta con le sue idee consiste quindi nell’utilizzo creativo di fonti
energetiche rinnovabili, dove elementi naturali quali il sole, lʼacqua o il vento vengono
interpretati come strumenti capaci di generare energia pulita poi utilizzata per alimentare
installazioni luminose di LandArt. E unire le due cose?
Sì, ci ho pensato. Il nome del progetto è PH2OTO. L’ho realizzato in via sperimentale nel 2010
sul fiume Dora, coinvolgendo uno spazio naturalistico, memoria della città, proiettando immagini
sull’acqua. Un progetto che vuole avere nuovi sbocchi in ogni città, su ogni fiume.
Basterebbe una turbina collocata di fronte al The Beach.
Ed ecco che la mente di Davide riparte. Forse anche le sue energie sono rinnovabili...
IN: ARTI VISIVE
DMAG è un periodico quattordicinale on line registrato al Tribunale di Torino con il n° 6 del 4 gennaio 2011 - info ->
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