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UMBERTO ECO (1932-2016) E LA SEMIOTICA INTERPRETATIVA

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UMBERTO ECO(1932-2016)

E LA SEMIOTICA INTERPRETATIVA

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Alcuni testi• Opera aperta, 1962 e 1967 (per una estetica della ricezione)• Apocalittici e integrati, 1964 (analisi scientifica della cultura di massa)• La struttura assente, 1968• Le forme del contenuto, 1971• Il segno, 1973• Trattato di semiotica generale, 1975• Lector in fabula, 1979• Semiotica e filosofia del linguaggio, 1984• I limiti dell’interpretazione, 1990• Kant e l’ornitorinco, 1997• Dire quasi la stessa cosa, 2003• Dall’albero al labirinto, 2007

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Nuclei teorici

• Analisi scientifica della cultura di massa

• Significazione e comunicazione

• Il problema dell’interpretazione

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La struttura assente (1968)• Concetti base della semiotica

• Segno e segnale• Informazione e comunicazione• Significato, denotazione e connotazione• Il messaggio persuasivo: retorica e ideologia• Sistemi visivi• Struttura e strutturalismo

• Comunicazione visiva:• Segnali marittimi• Visual pubblicitari• Strutture architettoniche

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Visual pubblicitari e questione dell’iconismo

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La questione dell’iconismo: il problema dello statuto segnico delle immagini

• «Communications», n. 4, 1964: dibattito tra “iconisti” e “iconoclasti”. Gli Iconoclasti (oconvenzionalisti radicali) sostenevano che il rapporto tra segni raffigurativi e oggettorappresentato fosse essenzialmente convenzionale; per gli iconisti tale rapporto era invecenaturale.

• Punto di partenza del dibattito: il saggio di Barthes sulla pasta Panzani (1964), dove siaffermava che quello visivo è un linguaggio senza codice (significato denotativo).

• I segni iconici non esibiscono le due proprietà individuate come quelle fondamentali perriconoscere qualcosa come un linguaggio: doppia articolazione e arbitrarietà.

• Diversamente dalle parole, i segni iconici appaiono non arbitrari: tra l’immagine e l’oggettorappresentato c’è una qualche somiglianza.

• La nozione di similarità sta alla base del rapporto che lega l’icona all’oggetto secondo Peirce.

• Sia nella linea della semiotica visiva che in quella di Peirce la comparabilità tra linguaggioverbale e linguaggi visivi non è affatto ovvia.

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Iconoclasti:• Il soggetto interviene attivamente nel processo percettivo; ogni volta

che rappresentiamo la realtà dobbiamo ricorrere a degli schemi; non sidà mai rappresentazione pura, intesa come una rappresentazionefedele ed esatta di ciò che si vede.

Occorre dunque distinguere tre ordini di problemi:

• 1. La natura iconica della percezione,• 2. La natura iconica della conoscenza in generale,• 3. La natura dei segni iconici.

• I primi due punti sono oggi al centro di un ampio dibattito che vedenella iconicità una sorta di funzione fondamentale della conoscenzache prepara la strada alla categorizzazione: il primo passo perconoscere qualcosa è ri-conoscerlo come appartenente a unacategoria. > Iconicità e riconoscimento

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Vedere/guardare

Vedere qualcosa significa decidere o sapere cosaguardare, perciò riconoscere in una forma visiva un senso.Le immagini non rappresentano le cose ma le nostre ideedelle cose.Alcune immagini consentono una doppia lettura(indecidibili, bistabili), dunque convocano un’attivitàcognitiva.(cfr. Marrone, Introduzione alla semiotica del testo, p. 138-140)

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Figure bistabili

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• La struttura assente: Polemica contro l’iconismo ingenuo basato sulla difesadi una nozione intuitiva di somiglianza tra immagine e oggetto rappresentato(iconisti: Metz, Barthes, Maldonado), in cui si confonde l’iconismo (momentopercettivo) con la natura dei segni iconici.

• Eco (assieme ad altri) metteva in dubbio il concetto di somiglianza e preferivaparlare di regole per la produzione di similarità (effetto di similarità):attenzione agli aspetti culturali del segno iconico.

• Al centro della ricerca semiotica sulle immagini, in primo luogo pubblicitarie,stava non tanto il problema di spiegare se e come l’immagine rappresentassel’oggetto ma «quale universo di assunzioni culturali quell’immaginechiamasse in gioco e come volesse ribadirlo e modificarlo» (Eco 1997:299)

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Schemi mentali e codici di riconoscimento• La percezione opera attraverso schemi mentali, prodotti dalla nostra

interazione con il mondo, che ci inducono a vedere le cose in un certo modo.

• I codici iconici in uso in una data cultura influenzano i nostri schemi mentali.

• Lo schema mentale media tra il segno e l’oggetto rappresentato.

• La somiglianza non riguarda perciò il rapporto tra il segno e l’oggettorappresentato ma la relazione tra il segno e lo schema mentale:

«Se il segno iconico ha proprietà in comune con qualcosa, le ha non con l’oggetto, ma con ilmodello percettivo dell’oggetto; è costruibile e riconoscibile in base alle stesse operazioni mentaliche compiamo per costruire il percetto, indipendentemente dalla materia in cui queste relazioni sirealizzano».

• Sia i codici di riconoscimento sia i codici iconici sono convenzionali.

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Trattato di semiotica generaleDistingue più nettamente il concetto di abitrarietà dal concetto diconvenzionalità: i segni iconici sono motivati (non arbitrari) maconvenzionali, perché vengono prodotti e interpretati in base a regoleculturali (es. silhouette); nel regno animale si danno linguaggi arbitrarima non convenzionali.

• Secondo Gensini (Elementi di semiotica, Carocci, 2002), l’iconicità,indicando un rapporto non arbitrario tra significante e significato, nonpuò essere ricondotta solo alla similarità. I codici lasciano oscillare isegni da un massimo grado di iconicità (motivazione) a un massimogrado di arbitrarietà (non motivazione). E arbitrarietà econvenzionalità non sono mai del tutto sovrapponibili.

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Il caso dell’ornitorinco.

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L’ornitorinco e il problema della classificazione

• L’ornitorinco viene scoperto in Australia alla fine del Settecento.

• È un animale che non sembra rientrare in nessuna delle classi conosciute: èun mammifero che depone le uova, ha il becco da papera, il pelo e la codadel castoro, zampe da talpa, vive sott’acqua ma respira aria: le impressionisensibili non si adattano ad alcuno schema precedente, come mettereinsieme le caratteristiche dell’uccello e quelle del quadrupede? (salta ilcriterio della definizione per genere e differenza).

• Gli zoologi hanno a lungo esitato e discusso sulla classificazionedell’ornitorinco.

• Problema kantiano: il giudizio è la facoltà di pensare il particolare comecontenuto nel generale e se è già dato il generale (la regola, la legge), ilgiudizio è determinante. Ma se è dato solo il particolare e si deve trovare ilgenerale, il giudizio è riflettente.

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Kant e Peirce• Eco 1997:73-74.A proposito degli oggetti della natura (cani, alberi, elefanti, pecore, ornitorinco)dobbiamo poter dire come si organizzano in generi e specie ma generi e specienon sono solo un nostro arbitrio classificatorio: “nella natura c’è unasubordinazione di generi e specie che noi possiamo cogliere: i generi siapprossimano a loro volta l’uno all’altro secondo un principio comune, affinchésia possibile un passaggio dall’uno all’altro e, con ciò, a un genere superiore”(Kant, CdG, Intr., V).E allora si cerca di costruire il concetto dell’albero (lo si assume) come se glialberi fossero quali noi possiamo pensarli.Interpretare qualcosa come se fosse in un certo modo significa avanzare unaipotesi. E deve essere un tipo di ipotesi molto avventuroso, perché dalparticolare (un Risultato) occorre inferire una Regola che non si conosceancora; e per trovare da qualche parte una Regola occorre ipotizzare che quelRisultato sia un Caso di quella Regola da costruire. Il giudizio riflettente èun’abduzione.

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Teoria semiotica come teoria della conoscenza• Critica dell’idea di conoscenza come intuizione: ogni conoscenza è

determinata da cognizioni precedenti• Non esiste pensiero senza segni• Importanza dell’inferenza (ragionamento), ragionamento che parte dagli

effetti anziché dalle cause.

• Modelli di ragionamento: • Deduttivo: Regola, Caso, Risultato (se p allora q, ma p, allora q)

• RE. Se un uomo è governatore, allora riceve grandi onori• C. Quest’uomo è governatore• RI. Quest’uomo riceve grandi onori (sicuramente)

• Induttivo: Caso, Risultato, Regola • C. Quest’uomo è governatore• RI. Quest’uomo riceve grandi onori• RE.Se un uomo è governatore, allora riceve grandi onori (forse)

• Abduttivo: Risultato, Regola, Caso• RI. Quest’uomo riceve grandi onori• RE. Se un uomo è governatore riceve grandi onori• C. Quest’uomo è governatore (forse)

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Correlazione tra piano dell’espressione e piano del contenuto:Ratio facilis e ratio difficilis

Distinzione relativa alle possibili modalità del rapporto tra occorrenza e tipo (ratio = rapporto)

• Ratio facilis: una occorrenza è facilmente riconducibile al tipo espressivo(linguaggio verbale), è riconosciuta come caso del tipo (es.: produzione diuna parola o di un segnale stradale).

• Ratio difficilis: per una data occorrenza manca il tipo espressivo preformato;la natura dell’espressione è motivata dalla natura del contenuto: indicigestuali, immagini, tracce. La ratio difficilis regola operazioni di istituzione dicodice; l’invenzione è il caso esemplare di ratio difficilis.

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• Eco 1997:78-79Peirce ha decisamente posto l’intero processo cognitivo sotto il segnodella inferenza ipotetica, per cui le sensazioni appaiono comeinterpretazioni di stimoli; le percezioni come interpretazioni disensazioni; i giudizi percettivi come interpretazioni di percezioni; leproposizioni particolari e generali come interpretazioni di giudizipercettivi; le teorie scientifiche come interpretazioni di serie diproposizioni.Di fronte alla infinita segmentabilità del continuum sia gli schemipercettivi che le stesse proposizioni circa le leggi di natura (come siaun rinoceronte, se il delfino sia un pesce, se sia possibile pensarel’etere cosmico) ritagliano entità o rapporti che – sia pure con diversitàdi grado – permangono sempre ipotetici e sottomessi alle possibilità delfallibilismo […].La garanzia che le nostre ipotesi siano giuste (o almeno accettabilicome tali sino a prova contraria) non sarà più cercata nell’a prioridell’intelletto puro (se anche di esso si salveranno le forme logiche piùastratte) bensì nel consenso, storico, progressivo, temporaleanch’esso, della Comunità.

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Una semantica cognitiva

I limiti inferiori della semiosi (le basi materiali della significazione)

• L’attività semiosica ha il suo punto di avvio nella inferenza percettiva (cfr. Peirce)

• Tipo cognitivo (TC): non è un’immagine, ma un metodo per identificare cose cheabbiano le caratteristiche specificate dal TC (ornitorinco).

• Il TC consente il riconoscimento (di un animale in quanto cane, della mia amica Anna,della Quinta Sinfonia di Mahler): è basato sui tratti percettivamente rilevanti di unoggetto o di una classe di oggetti;

• Appartiene al singolo individuo; prodotto sulla base di una prima esperienza percettiva;

• il TC è alla base dell’applicazione del linguaggio al mondo: a una struttura diriconoscimento (TC) è associata una parola che designa l’oggetto che il TC consente diriconoscere. Problema fondamentale della semantica: interfaccia tra linguaggio epercezione (cfr. il problema dello schema mentale in La struttura assente e il modellosemantico nel Trattato di semiotica generale).

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• Contenuto Nucleare (CN): interpretazione linguistica del TC; elementicondivisi intersoggettivamente (pubblici) che interpretano i TC privatio trasmettono culturalmente dei TC come CN; area di significatointorno alla quale si stabilisce un consenso generalizzato all’internodella comunità.

• Contenuto Molare (CM), conoscenza specialistica e settoriale che vaoltre il CN, area di significato ristretta a determinate competenze edattività.

• TC e CN sono sempre contrattabili.

• Nel caso dei CM (paradigmi scientifici) la negoziazione avviene inbase a criteri rigorosi.

• Ma la contrattazione può svolgersi solo sulla base di sistemiconvenzionali in cui le espressioni hanno un contenuto.

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Iconismo primario e secondario• Giudizio sulla somiglianza di due fenomeni (stimoli) che suscitano

una stessa risposta.

• Similitudine: raffronto tra due oggetti (esempio un volto e il ritratto delvolto) basato su regole di proporzione. Riguarda le ipoicone: segniraffigurativi impastati di convenzione. Il termine ipoicona sottolinea lanatura parziale, limitata, della somiglianza dei segni visivi con ilreferente, cioè con l’oggetto rappresentato (Polidoro, Semioticavisiva, p. 15).

• Ma le pitture, conclude Eco, si basano anche su stimoli surrogati, chenon richiedono un apprendimento precedente per poter essereconsiderati somiglianti all’oggetto che rappresentano.