Ucciso a 18 anni e sepolto, la Cassazione gela il pm: no...

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NAPOLI #cronaca 9 DOMENICA 24 luglio 2016 whatsApp 331 732 45 31 @metropolis napoli IL BABY BOSS È DETENUTO PER UNA CONDANNA DEFINITIVA Gaetano Formicola, il baby boss di San Giovanni a Teduccio, è detenuto in carcere per una condan- na definitiva. La sera del 16 maggio scor- so il 21enne, figlio d’arte criminalmen- te parlando, s’è costituito al carcere di Spoleto a pochi giorni di distanza dalla sentenza della Cassazione che ha fatto passare in giu- dicato la con- danna a suo carico. For- micola deve scontare il residuo di una pena a sei anni di reclusione per minacce aggravate dalla matrice camorristica per aver agito al fine di age- volare il clan di appartenenza. La condanna è relativa all’ag- guato fallito ai danni di Alfon- so D’Amico, esponente dell’omonima famiglia ma- lavitosa di San Giovanni con i quali i For- micola sono entrati in rotta di collisione. Nella prima- vera del 2013 un commando di 4 persone sparò contro D’Amico senza però ferirlo. I responsabili del raid sono stati tutti condannati in via definitiva e sono tutti attualmente in prigione. MANUELA GALLETTA R icorso inammissibile. La notizia che gela la procura della Re- pubblica di Napoli e salva dall’arresto due esponenti del clan Formicola di San Giovanni a Teduccio è arri- vata ieri mattina alle dieci. I giudici della prima sezione penale della Corte di Cas- sazione hanno detto ‘no’ alla cattura del baby boss Gaetano Formicola e del cugino Giovanni Tabasco per l’omicidio di Vincenzo Amendola, il 18enne scom- parso di casa il 5 febbraio e ritrovato sottoterra 14 giorni più tardi in una zona di campagna di San Gio- vanni a Teduccio. «Ricorso inammissibile» è la formula usata dagli ‘ermellini’ per risolvere il braccio di ferro tra la Direzione distrettuale antimafia di Napoli (pubbli- co ministero Antonella Fra- tello) e la difesa (avvocato Leopoldo Perone) iniziato all’indomani dell’arresto – su decreto di fermo – di Formicola e Tabasco. Le mo- tivazioni saranno depositate nelle prossime settimane. Lo scontro tra le parti si è acceso sul riscontro ester- no alle dichiarazioni del pentito Gaetano Nunziato, il ragazzo che ha accusato Tabasco di aver condotto la vittima sul luogo dell’omici- dio (in viale 2 giugno a San Giovanni) e Formicola di aver premuto il grilletto. Dal punto di vista della procura la conferma al racconto di Nunziato che i due indagati siano colpevoli sta in una serie di telefonate (intercet- tate) intercorse nei giorni successivi alla scomparsa tra Nunziato – che s’era allontanato da San Giovan- ni a Teduccio temendo di essere ucciso a sua volta dai compagni – e Tabasco e Formicola. I contatti sono numerosi. E tutti restitui- scono l’ansia di Formicola e Tabasco di capire dove si sia nascosto Nunziato e se l’amico stesse accarezzando l’idea di pentirsi. Di riferi- menti espliciti all’omicidio di Amendola neanche a parlarne: in tutte le con- versazioni nessuno dei tre ragazzi recita un’esplicita ammissione di responsabi- lità in ordine all’omicidio e all’occultamento di cada- vere. L’unico riferimento ad Amendola lo fa For- micola, che parlando del 18enne, usa il verbo «era», dando così alla procura la sensazione che Formicola sapesse che Amendola era morto. Il punto è questo: la lettura complessiva delle intercettazioni – a dire della procura – è la conferma che Formicola e Tabasco fossero preoccupati di essere chia- mati in causa da Nunziato, qualora questi si fosse pen- tito, per la morte dell’amico. Ma il Tribunale del Riesame di Napoli – chiamato a rileg- gere gli atti d’inchiesta e a valutare la correttezza della decisione del gip Morra che ha trasformato il decreto di fermo in ordinanza di cu- stodia cautelare in carcere – l’ha pensata diversamen- te, allineandosi in toto alle argomentazioni difensive sostenute dall’avvocato Le- opoldo Perone: le intercet- tazioni non sono un solido riscontro a Nunziato, perché il loro contenuto si può pre- stare a più interpretazioni. Il timore di Formicola e Taba- sco rispetto ad un’eventuale collaborazione con la giu- stizia di Nunziato – hanno scritto i giudici della Libertà nelle loro motivazioni – pote- va essere costituito dal fatto che i due sono inseriti in un’organizzazione malavi- tosa. E l’utilizzo dell’imper- fetto da parte di Formicola nel parlare di Amendola poteva non avere alcun va- lore atteso che l’indagato – a parere del Riesame - non ha un livello culturale tale da poter distinguere l’esatta valenza di un imperfetto da un indicativo presente. Que- stioni di chiavi di lettura. Di qui il ricorso della Dire- zione distrettuale antimafia alla Corte di Cassazione, nel tentativo di ribaltare le carte in tavola e ottenere l’annullamento della deci- sione del Riesame con la quale è stata restituita la libertà a Formicola e Taba- sco. L’annullamento non c’è stato. Formicola e Tabasco restano liberi su questo pro- cedimento. E ora la procura dovrà decidere se congelare l’inchiesta sull’omicidio di Amendola in attesa di un altro e più forte riscontro o se trascinare ugualmente i due indagati in un’aula di giustizia con la consape- volezza che la valutazione degli ‘ermellini’ rischia di riflettersi anche sull’esito di un eventuale processuale, bruciando così la possibilità di una condanna. ACCUSATI Sono tre le persone iscritte nel registro degli indagati per l’omicidio e l’occul- tamento di cadavere del 18enne Amendola GLI INDAGATI Nella foto a destra, dall’alto verso il basso, il baby boss Gaetano Formi- cola (figlio del ras detenuto Antonio), Gaetano Nunziato (divenuto collabo- ratore di giustizia) e Giovanni Tabasco, cugino di Formico- la. Sono indagati di omicidio e occulta- mento di cadavere Ucciso a 18 anni e sepolto, la Cassazione gela il pm: no all’arresto dei 2 indagati Il baby boss Formicola e Tabasco erano stati scarcerati dal Riesame La Corte Suprema ha dichiarato inammissibile il ricorso della procura 3 PENTITO Gaetano Nunziato ha iniziato a collaborare con la giustizia 2 set- timane dopo la morte di Amendola, facen- done trovare il corpo 1 Assassinato per difendere l’onore di una donna Sono le prime ore del mattino del 5 febbraio quando Vincenzo Amen- dola e sparisce nel nulla. I genitori ne denuncia- no immediatamente la scomparsa, i giovani del quartiere organizzano finanche una fiaccolata per sperare di tenere alta l’attenzione delle indagi- ni volte alla ricerca del 18enne. Vincenzo viene trovato il 18 febbraio. Morto. Il suo corpo è sta- to sepolto in una zona di campagna nei pressi di viale 2 giugno nel quar- tiere di San Giovanni a Teduccio, periferia estd i Napoli. A consentire agli investigatori di recupera- re il corpo del 18enne è Gaetano Nunziato, amico di Amendola, che si pre- senta il 17 febbraio dai carabinieri chiedendo di poter collaborare con la giustizia. Nunziato spiega di aver assistito al delitto, accusa Giovanni Tabasco di aver chia- mato a dama Amendola e accusa Formicola di aver sparato a bruciapelo Amendola, mentre questi supplicava in lacrime l’amico di non uccider- lo. Nunziato aggiunge poi che insieme ai due compagni ha sottorrato Amendola. Scenario da brividi, quello disegnato da Nunziato. Soprattutto alla luce del fatto che i sospettati dell’omicidio e la loro vittima erano inseperabili. Amici del cuore. Di più: Amendo- la ha vissuto anche per diverso tempo in casa di Formicola. Inseperabili. Ma perché arrivare all’o- micidio. La procura ha ipotizzato che Formicola possa aver deciso di uc- cidere l’amico per via di alcune voci che stavano circolando con insistenza nel quartiere: voci su una relazione tra Amendola e la madre di Formicola (il marito della donna, il ras Antonio, è detenuto in carcere). Formicola, dunque, si sarebbe deciso ad uccidere il compagno per salvaguardare l’o- nore della mamma. Una storia agghiacciante per la quale, tuttavia, non ci sarà alcun arresto. La Cassazione ha detto no alle istanze della procura di procedere alla cattura di Formicola e Tabasco ritenendo che non ci si- ano elementi sufficienti a sostenere le accuse del pentito Gaetano Nunzia- to, pure dichiarato atten- dibile. Maga IL MOVENTE

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NAPOLI#cronaca

9DOMENICA

24 luglio 2016whatsApp 331 732 45 31@metropolis napoli

IL BABY BOSSÈ DETENUTOPER UNA CONDANNADEFINITIVAGaetano Formicola, il baby boss di San Giovanni a Teduccio, è detenuto in carcere per una condan-na definitiva. La sera del 16 maggio scor-so il 21enne, figlio d’arte criminalmen-te parlando, s’è costituito al carcere di Spoleto a pochi giorni di distanza dalla sentenza della Cassazione che ha fatto passare in giu-dicato la con-danna a suo carico. For-micola deve scontare il residuo di una pena a sei anni di reclusione per minacce aggravate dalla matrice camorristica per aver agito al fine di age-volare il clan di appartenenza. La condanna è relativa all’ag-guato fallito ai danni di Alfon-so D’Amico, esponente dell’omonima famiglia ma-lavitosa di San Giovanni con i quali i For-micola sono entrati in rotta di collisione. Nella prima-vera del 2013 un commando di 4 persone sparò contro D’Amico senza però ferirlo. I responsabili del raid sono stati tutti condannati in via definitiva e sono tutti attualmente in prigione.

MANUELA GALLETTA

Ricorso inammissibile. La notizia che gela la procura della Re-

pubblica di Napoli e salva dall’arresto due esponenti del clan Formicola di San Giovanni a Teduccio è arri-vata ieri mattina alle dieci. I giudici della prima sezione penale della Corte di Cas-sazione hanno detto ‘no’ alla cattura del baby boss Gaetano Formicola e del cugino Giovanni Tabasco per l’omicidio di Vincenzo Amendola, il 18enne scom-parso di casa il 5 febbraio e ritrovato sottoterra 14 giorni più tardi in una zona di campagna di San Gio-vanni a Teduccio. «Ricorso inammissibile» è la formula usata dagli ‘ermellini’ per risolvere il braccio di ferro tra la Direzione distrettuale antimafia di Napoli (pubbli-co ministero Antonella Fra-tello) e la difesa (avvocato Leopoldo Perone) iniziato all’indomani dell’arresto – su decreto di fermo – di Formicola e Tabasco. Le mo-tivazioni saranno depositate nelle prossime settimane. Lo scontro tra le parti si è acceso sul riscontro ester-no alle dichiarazioni del pentito Gaetano Nunziato, il ragazzo che ha accusato Tabasco di aver condotto la vittima sul luogo dell’omici-dio (in viale 2 giugno a San Giovanni) e Formicola di aver premuto il grilletto. Dal punto di vista della procura la conferma al racconto di Nunziato che i due indagati siano colpevoli sta in una serie di telefonate (intercet-tate) intercorse nei giorni successivi alla scomparsa tra Nunziato – che s’era allontanato da San Giovan-ni a Teduccio temendo di essere ucciso a sua volta dai compagni – e Tabasco e Formicola. I contatti sono numerosi. E tutti restitui-scono l’ansia di Formicola e Tabasco di capire dove si sia nascosto Nunziato e se l’amico stesse accarezzando l’idea di pentirsi. Di riferi-menti espliciti all’omicidio di Amendola neanche a parlarne: in tutte le con-versazioni nessuno dei tre ragazzi recita un’esplicita ammissione di responsabi-lità in ordine all’omicidio e all’occultamento di cada-vere. L’unico riferimento ad Amendola lo fa For-micola, che parlando del 18enne, usa il verbo «era», dando così alla procura la sensazione che Formicola sapesse che Amendola era morto. Il punto è questo: la lettura complessiva delle intercettazioni – a dire della

procura – è la conferma che Formicola e Tabasco fossero preoccupati di essere chia-mati in causa da Nunziato, qualora questi si fosse pen-tito, per la morte dell’amico. Ma il Tribunale del Riesame di Napoli – chiamato a rileg-gere gli atti d’inchiesta e a valutare la correttezza della decisione del gip Morra che ha trasformato il decreto di fermo in ordinanza di cu-stodia cautelare in carcere – l’ha pensata diversamen-te, allineandosi in toto alle argomentazioni difensive sostenute dall’avvocato Le-opoldo Perone: le intercet-tazioni non sono un solido riscontro a Nunziato, perché il loro contenuto si può pre-stare a più interpretazioni. Il

timore di Formicola e Taba-sco rispetto ad un’eventuale collaborazione con la giu-stizia di Nunziato – hanno scritto i giudici della Libertà nelle loro motivazioni – pote-va essere costituito dal fatto che i due sono inseriti in un’organizzazione malavi-tosa. E l’utilizzo dell’imper-fetto da parte di Formicola nel parlare di Amendola poteva non avere alcun va-lore atteso che l’indagato – a parere del Riesame - non ha un livello culturale tale da poter distinguere l’esatta valenza di un imperfetto da un indicativo presente. Que-stioni di chiavi di lettura. Di qui il ricorso della Dire-zione distrettuale antimafia alla Corte di Cassazione,

nel tentativo di ribaltare le carte in tavola e ottenere l’annullamento della deci-sione del Riesame con la quale è stata restituita la libertà a Formicola e Taba-sco. L’annullamento non c’è stato. Formicola e Tabasco restano liberi su questo pro-cedimento. E ora la procura dovrà decidere se congelare l’inchiesta sull’omicidio di Amendola in attesa di un altro e più forte riscontro o se trascinare ugualmente i due indagati in un’aula di giustizia con la consape-volezza che la valutazione degli ‘ermellini’ rischia di riflettersi anche sull’esito di un eventuale processuale, bruciando così la possibilità di una condanna.

ACCUSATISono tre le persone iscritte nel registro degli indagati per l’omicidio e l’occul-tamento di cadavere del 18enne Amendola

GLI INDAGATINella foto a destra, dall’alto verso il basso, il baby boss Gaetano Formi-cola (figlio del ras detenuto Antonio), Gaetano Nunziato (divenuto collabo-ratore di giustizia) e Giovanni Tabasco, cugino di Formico-la. Sono indagati di omicidio e occulta-mento di cadavere

Ucciso a 18 anni e sepolto,la Cassazione gela il pm:no all’arresto dei 2 indagati

Il baby boss Formicola e Tabasco erano stati scarcerati dal RiesameLa Corte Suprema ha dichiarato inammissibile il ricorso della procura

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PENTITOGaetano Nunziato ha iniziato a collaborare con la giustizia 2 set-timane dopo la morte di Amendola, facen-done trovare il corpo

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Assassinatoper difenderel’onore di una donna

Sono le prime ore del mattino del 5 febbraio quando Vincenzo Amen-dola e sparisce nel nulla. I genitori ne denuncia-no immediatamente la scomparsa, i giovani del quartiere organizzano finanche una fiaccolata per sperare di tenere alta l’attenzione delle indagi-ni volte alla ricerca del 18enne. Vincenzo viene trovato il 18 febbraio. Morto. Il suo corpo è sta-to sepolto in una zona di campagna nei pressi di viale 2 giugno nel quar-tiere di San Giovanni a Teduccio, periferia estd i Napoli. A consentire agli investigatori di recupera-re il corpo del 18enne è Gaetano Nunziato, amico di Amendola, che si pre-senta il 17 febbraio dai carabinieri chiedendo di poter collaborare con la giustizia. Nunziato spiega di aver assistito al delitto, accusa Giovanni Tabasco di aver chia-mato a dama Amendola e accusa Formicola di aver sparato a bruciapelo Amendola, mentre questi supplicava in lacrime l’amico di non uccider-lo. Nunziato aggiunge poi che insieme ai due compagni ha sottorrato Amendola. Scenario da brividi, quello disegnato da Nunziato. Soprattutto alla luce del fatto che i sospettati dell’omicidio e la loro vittima erano inseperabili. Amici del cuore. Di più: Amendo-la ha vissuto anche per diverso tempo in casa di Formicola. Inseperabili. Ma perché arrivare all’o-micidio. La procura ha ipotizzato che Formicola possa aver deciso di uc-cidere l’amico per via di alcune voci che stavano circolando con insistenza nel quartiere: voci su una relazione tra Amendola e la madre di Formicola (il marito della donna, il ras Antonio, è detenuto in carcere). Formicola, dunque, si sarebbe deciso ad uccidere il compagno per salvaguardare l’o-nore della mamma. Una storia agghiacciante per la quale, tuttavia, non ci sarà alcun arresto. La Cassazione ha detto no alle istanze della procura di procedere alla cattura di Formicola e Tabasco ritenendo che non ci si-ano elementi sufficienti a sostenere le accuse del pentito Gaetano Nunzia-to, pure dichiarato atten-dibile.

Maga

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