uanto vza,,, le - Anima per il Sociale › wp-content › uploads › 2015 › 07 ›...

4
Non solo diritti ma il riconoscimento di un ruolo: VERA SCNIAV I A lanciare un (controverso) appello, con una lettera a Repubblica, è stata una docente di ginecologia. , : molti concordai io, altri obiettano. 1 uanto vza,,, le - are prestigio alla maternità. Non solo tutele, non solo diritti, ma un salto culturale (e politico) che la renda «più pre- stigiosa della carica di ammini- stratore delegato di un'azien- da, più prestigiosa di prestigio- si incarichi politici». Il sasso nel- lo stagno lo ha lanciato, con una lettera a Repubblica, Eleonora Porcu, docente di ginecologia all'Università di Bologna. Susci- tando decine di risposte sulla pagina Facebook del giornale, molte entusiaste e altrettante apertamente critiche, ma so- prattutto riaprendo un dibatti- to che non si è mai chiuso in Ita- lia. Giustificato anche dai dati più recenti dell'Istat. Nel 2014, la popolazione è diminuita di ol- tre 95mila unità: mortalità sta- zionaria, ma calo delle nascite del 2,3 per cento rispetto al ICONGEDI Garantire congedi pienamen tepagati fino ai 10 mesi di vita del bambino è un aprassi ehe aiuta anon perdere le dipendenti donne e aaarantire serenità a chi torna ai lavoro LAGE. N RI , A Solo promuovendo l'ambizione di iuomini e donne a diventare padri e madri si può cambiare il sistemta. Maappenail 67% delle aziende offre permessi ai maschi IFAISI. Una maternità liberadeve tenere conto dell'orologio biologico di ogni donna, che fa scendere lafertilità fin dai 35 anni: la scelta deve essere garantita anche ai giovani 2013, qualcosa che non accade- va nel Paese dal 1917. Ovvia- mente, la dottoressa Porcu non indica nei figli la ragione unica, o ultima, di ogni vita femmini- le. Ma propone che l'atto di fare figli diventi qualcosa in più di una scelta individuale: «Costi- tuisce un servizio sociale di valo- re incommesurabile, un ogget- tivo investimento sul futuro che un paese deve valorizzare». La centralità e la priorità della scelta devono diventare un nu- cleo dell'organizzazione socia- le. Il cambiamento suggerito, però, non è fatto solo dalle misu- re che già da anni gli esperti in- dicano per risollevare la natali- tà italiana, riaccostandola, per esempio, a quella francese: dall'1,42 per ogni donna verso un 2 per cento che, al di là delle Alpi, dura quasi invariato dagli anni Settanta. E cioè più asili, più congedi, più smart wor- king (cosa ben diversa dall'emarginato e emarginan- te telelavoro). Tutte queste co- se servono, così come misure fi- scali diverse, con detrazioni per la scuola materna e per l'affit- to, raddoppio delle detrazioni per i figli a carico. L'idea nuova, invece, è quella di una diversa presa del potere, di un "tormen- ione" rivolto alla politica, alle aziende, agli uomini per ripor- tare al centro la declinazione procreativa delle donne. «L'eclisse del matriarcato - di- ce Daniela Del Boca, docente di economia e direttore di Child, tra le più importanti studiose uantovaie- 11 honL1s lnarnrna

Transcript of uanto vza,,, le - Anima per il Sociale › wp-content › uploads › 2015 › 07 ›...

  • Non solo dirittima il riconoscimento di un ruolo:

    VERA SCNIAV I

    A lanciare un (controverso) appello, con una letteraa Repubblica, è stata una docente di ginecologia. ,

    : molti concordai io, altriobiettano. 1

    uanto vza,,, le

    -are prestigio allamaternità. Nonsolo tutele, nonsolo diritti, ma unsalto culturale (e

    politico) che la renda «più pre-stigiosa della carica di ammini-stratore delegato di un'azien-da, più prestigiosa di prestigio-si incarichi politici». Il sasso nel-lo stagno lo ha lanciato, con unalettera a Repubblica, EleonoraPorcu, docente di ginecologiaall'Università di Bologna. Susci-tando decine di risposte sullapagina Facebook del giornale,molte entusiaste e altrettanteapertamente critiche, ma so-prattutto riaprendo un dibatti-to che non si è mai chiuso in Ita-

    lia. Giustificato anche dai datipiù recenti dell'Istat. Nel 2014,la popolazione è diminuita di ol-tre 95mila unità: mortalità sta-zionaria, ma calo delle nascitedel 2,3 per cento rispetto al

    ICONGEDIGarantire congedi pienamen tepagati finoai 10 mesi di vita del bambino è un aprassi

    ehe aiuta anon perdere le dipendenti donnee aaarantire serenità a chi torna ai lavoro

    LAGE.N RI , ASolo promuovendo l'ambizione di iuomini

    e donne a diventare padri e madri si puòcambiare il sistemta. Maappenail 67%delle aziende offre permessi ai maschi

    IFAISI.Una maternità liberadeve tenere conto

    dell'orologio biologico di ogni donna, che fascendere lafertilità fin dai 35 anni: la scelta

    deve essere garantita anche ai giovani

    2013, qualcosa che non accade-va nel Paese dal 1917. Ovvia-mente, la dottoressa Porcu nonindica nei figli la ragione unica,o ultima, di ogni vita femmini-le. Ma propone che l'atto di farefigli diventi qualcosa in più diuna scelta individuale: «Costi-

    tuisce un servizio sociale di valo-re incommesurabile, un ogget-tivo investimento sul futuroche un paese deve valorizzare».

    La centralità e la priorità dellascelta devono diventare un nu-cleo dell'organizzazione socia-le. Il cambiamento suggerito,

    però, non è fatto solo dalle misu-re che già da anni gli esperti in-

    dicano per risollevare la natali-tà italiana, riaccostandola, peresempio, a quella francese:dall'1,42 per ogni donna versoun 2 per cento che, al di là delleAlpi, dura quasi invariato daglianni Settanta. E cioè più asili,più congedi, più smart wor-

    king (cosa ben diversadall'emarginato e emarginan-

    te telelavoro). Tutte queste co-se servono, così come misure fi-scali diverse, con detrazioni perla scuola materna e per l'affit-to, raddoppio delle detrazioniper i figli a carico. L'idea nuova,invece, è quella di una diversapresa del potere, di un "tormen-ione" rivolto alla politica, alleaziende, agli uomini per ripor-

    tare al centro la declinazioneprocreativa delle donne.«L'eclisse del matriarcato - di-ce Daniela Del Boca, docente dieconomia e direttore di Child,tra le più importanti studiose

    uantovaie-11 honL1s

    lnarnrna

  • delle politiche rivolte a donne efamiglie - è un fatto storicoineludibile. Non c 'è più il poteresociale di una donna con moltifigli, meglio se maschi, e nelfrattempo non si è venuti incon-tro alle esigenze della madriche lavorano . Ora, la crisi ha

    "Puntare su unacultura del lavoroorientata sul risultatoe non sulla presenza"

    portato a un'ulteriore riduzio-ne dell 'investimento sulla fa-scia 0-6 anni, che era già moltobasso in Italia , e molte famigliepreferiscono risparmiare te-nendo i figli a casa . Anche la ge-nitorialità, estesa ai maschi,non è un valore riconosciuto».Che fare? Insistere sulle politi-chefamilyfriendly, e prendereesempio da regole positive chearrivano dai sistemi pubblici,come il conto degli anni investi-ti nella maternità che vada adaggiungersi all'età massimaper affrontare un concorso. Inmolte grandi compagnie si è co-minciato a insistere in questa

    direzione . A Vodafone, peresempio, l 'occupazione femmi-

    nile è al55 per cento e al 40 tra iruoli manageriali , Come? «È lacultura meritocratica a far sali-re l'eccellenza femminile nellescelte manageriali - dice Elisa-betta Caldera , direttore delle ri-sorse umane e dell'organizza-zione nella compagnia - Noigarantiamo sempre la presen-za di almeno una donna in tuttele rose di candidati per una pro-mozione o un'assunzione, e pa-ghiamo la maternità a stipen-dio pieno per nove mesi e mez-zo».

    Su 3.700 donne in Vodafone,2.100 hanno figli e 550 sone lemamme che hanno partoritonegli ultimi tre anni . Ma il pun-to-chiave, per Caldera, è unacultura del lavoro orientata sulrisultato e non sulla presenza,adottando per tutti uno smartworking che consenta di con-nettersi da remoto, senza conquesto costringere nessuno anon venire in ufficio e restare ta-gliata fuori dalle relazioni pro-fessionali . «Attraverso tuttequeste politiche - dice la ma-nager - si consente alle donnedi rientrare più serene e non siperdono competenze . Il busi-ness aziendale migliora». «Esse-re madri quando lo si desidera,ascoltando se stesse rispetto aipropri richiami biologici è fon-

    damentaèe-dice Simona Cuo-mo, docente di organizzazionee persionale alla Bocconi - Mabisogna poterlo fare senza chel'organizzazione intervenga su-gli aspetti del femminile, peresempio offrendo il congela-mento degli ovuli. Per questo

    "Mariti e capi ufficio nonsono andati incontro

    in questi anni alleesigenze delle donne"

    credo che sia il momento di insi-stere sull 'idea di genitorialità:fare figli è un'esigenza sociale,che ovviamente dipende dalledonne ma non è limitata soltan-to a loro.

    La flessibilità nelle aziende,che è importantissima ed è mol-to più diffusa nel nord rispettoal sud Europa , dovrebbe aiuta-re tutti a prendersi cura della fa-miglia, ed è solo in questo mo-do che si supererà l'asimmetriae lo stigma che condiziona lecarriere femminili». Ma solo il21% delle aziende italiane haintrodotto processi di diversitymanagement, e molte non han-no nominato nessuno a dirige-re il settore . E se il 100 per 100del campione esaminato dallaBocconi per studiare le miglioriprassi di gestione della diversi-tà (e dunque dell'equilibrio travita privata e lavoro ) ha adotta-to i permessi di maternità, soloil 67 per cento utilizza anchequelli di paternità , mentre gli

    interventi per aiutare la gestio-ne del tempo familiare per en-trambi i generi esistono solonel 9 per cento delle società. Inun'altra inchiesta , commissio-nata da Prénatal all'Ispo, i con-gedi parentali nei primi 36 me-si di vita del figlio sono statiadottati dal 50 per cento dellelavoratrici madri, e rappresen-tano lo strumento più usato,mentre solo il 20 per cento hapotuto godere di una flessibili-tà oraria . E sette donne su diecidicono che i problemi migliore-rebbero se il capo fosse una don-na, ma a non crederci sono so-prattutto quelle che ci hannogià provato , come le dipenden-ti pubbliche e chi ha tra i 45 e i54 anni, Il punto, sostiene Da-niela Del Boca , «è che i cambia-menti tecnologici e sociali non

    si sono accompagnati alla prio-rità genitoriale, anzi, spessohanno portato con sé una ma-scolinizzazione dei processi dilavoro . Datori di lavoro e maritinon sono andati incontro alledonne, e la maternità è stataesclusa dai diritti prioritari cheun Paese dovrebbe garantire».

    Tra i risultati del processomancato, c'è anche l'idea che iprogressi nella cura della fertili-tà consentano a tutte di avere fi-gli anche quando il tempo biolo-gico è scaduto . «Dopo esserci af-francate dalla maternità obbli-gatoria del passato - dice Eleo-nora Porcu - potremo diventa-re protagoniste di una materni-tà davvero libera perché presti-giosa. E capace anche di rispet-tare i limiti della fertilità, chedopo i 35 anni cala inesorabil-

    Il Pil tornerebbe a salirecome l'occupazioneE crescerebbeanche il tasso di felicità

    rtIE;TI'EI:ALa maternità deve diventareil tema centrale dellaprogrammazione politicae della sensibilità sociale".Così ha scritto laginecologaEleonoraPorcuuRepubblica

  • mente». Vuoi dire incoraggiarechi decide, al governo e nelleaziende, di offrire a tutti i lavo-ratori la possibilità di scegliereanche da giovani, anche duran-te la gavetta che li porterà a di-ventare un quadro, un capo uffi-cio, un socio dello studio, un pri-mario o un professore di ruolo.Così, il Pii potrebbe tornare a sa-lire (fino al 13 per cento, in Eu-ropa, secondo una ricerca diGoidman Sachs se le donne la-voratrici raggiungessero i ma-schi), creare posti di lavoro (15in più ogni 100 donne nei servi-zi). E crescerebbe anche la feli-cità di chi lavora.

    IPRJC IONE RISERVAI

    Sono una mamma e unanonna lavoratrice. Nonsi tratta solo di permessi,penso alle differenze trapubblico e privato

    GABRIELLA RUSTICI

    NONìBUROCRAZIA

    La maternità è

    prestigiosa anche seviene percepita comenormale amministrazio-

    ne. Burocrazia, quasi...

    ROSANNA PESCHIER

    La maternità è unmomento di grandecrescita spirituale perladonna, che gli uominievoluti ci invidiano

    ROSSANA SPATOLA

    Chiunque sente di volerdedicare la sua vita a unbambino, deve essereagevolato e sostenuto.

    In Italia non avviene

    STEFANO SCALI

    Ricordo ancora quandouno dei miei capi,quando ero incinta, m idisse: "Eh, signora, lematernità si pagano..."

    GABRIELLA BOTTA

    Una società civiledovrebbe dare lapossibilità alle donne diricevere supporto e pariopportunità di carriera

    ELISA BERTIERI

    Chi licenzia una donnaincinta, non sarebbedove è senza essere statopartorito. Tutto sibasa sulla maternità

    MARTINA GIUNTOLI

    NO - lLa maternità devegodere di un prestigiosociale. Non può e nondeve essere valutatacome un impedimento

    ROBERTO PASSETTI

  • ji,

    . . . kR^..

    ..: i_:".". .. . ,

    . .. ,:i".i .. . .

    page 1page 2page 3page 4