U Santu Patri Gennaio 2014 n 4

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All’interno troverete : La Redazione / La Parola ai frati Minimi pag. 2 Maria SS. del Miracolo pag. 3 Minimi in Luce / Papa Francesco NEWS pag. 4/5 Gruppo Giovani “U Santu Patri” pag. 6/7 Angolo del Vangelo pag. 8 Il Parrocchiano… lo spazio dedicato a voi! Pag. 9/10 I Nostri Giochi Pag. 11 Appuntamenti in Parrocchia pag. 12 Anno 1 Numero 4 Gennaio 2014 [email protected] « Fissai le sue mani e vidi in esse l’espressione del perdono e della misericordia » Alfonso Ratisbonne

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Giornalino parrocchiale del gruppo giovani di San Francesco di Paola

Transcript of U Santu Patri Gennaio 2014 n 4

All’interno troverete :

La Redazione / La Parola ai frati Minimi pag. 2

Maria SS. del Miracolo pag. 3

Minimi in Luce / Papa Francesco NEWS pag. 4/5

Gruppo Giovani “U Santu Patri” pag. 6/7

Angolo del Vangelo pag. 8

Il Parrocchiano… lo spazio dedicato a voi! Pag. 9/10

I Nostri Giochi Pag. 11

Appuntamenti in Parrocchia pag. 12

Anno 1 Numero 4 Gennaio 2014 [email protected]

« Fissai le sue mani e

vidi in esse l’espressione

del perdono e

della misericordia »

Alfonso Ratisbonne

Carissimi Lettori,

Rieccoci dopo le vacanze Natalizie… Vacanze che di sicuro hanno riempito le nostre giornate ma soprattutto

i nostri cuori della tenerezza e della serenità che solo la grotta di Betlemme ci può donare.

Come gruppo abbiamo vissuto, in questo periodo natalizio, delle esperienze spiritualmente forti ma anche di

allegria e fraternità, momenti che continueremo a vivere in questo periodo con il volontariato presso un ospedale

della nostra città e una partita di calcetto... momenti che ci faranno testimoni della carità e della gioia del nostro

patrono San Francesco di Paola.

Per questo vi chiediamo di esserci sempre vicini con la preghiera e con la dolcezza e tenerezza che solo una

“madre” può donare al proprio figlio... Ricordatevi che voi siete la nostra parrocchia e che quindi siete la nostra

“mamma” adottiva…

Sperando che anche questo numero del nostro giornalino sia di vostro gradimento vi auguriamo Buona Lettura!

Cari lettori, amici e parrocchiani,

con la festa del Battesimo del Si-

gnore, nella domenica dopo la so-

lennità della sua Epifania

(manifestazione di Gesù a tutte le

genti), inizia il Tempo Ordinario.

Un tempo che, sovente, vie-

ne considerato “debole” rispetto ai

tempi “forti”, o vuoto rispetto alla

pregnanza delle grandi solennità.

In realtà, il tempo ordinario è il

tempo nel quale i grandi misteri

celebrati nei momenti culminanti

dell’anno liturgico si manifestano

nella vita della Chiesa e nell’agire

dei credenti. Nell’ordinario della

vita quotidiana brilla così lo straor-

dinario della grazia di Dio che ri-

fulge nella sua Parola e nel dono

del suo Figlio, soprattutto nella

Celebrazione Eucaristica.

Il Tempo Ordinario fa sì che

il quotidiano si innervi nel dono

salvifico della Pasqua del Signore.

Anzi, la distribuzione delle letture

bibliche nelle domeniche caratte-

rizza in maniera adeguata questo

tempo nell’affidamento al testo

stesso. È la Parola di Dio, contenu-

ta nel libro biblico e rivelata nella

Celebrazione Liturgica, a converti-

re e rinnovare il cammino della

Chiesa.

È Cristo, Signore e Salvato-

re, il riferimento attorno al quale

tutta la Chiesa imposta il suo agire,

rilegge il suo cammino nel tempo e

orienta la sua missione. In questo

anno A, l’esordio nella II domeni-

ca è stato dato dall’esclamazione

rivelativa di Giovanni il Battista:

“Ecco l’Agnello di Dio!” (Gv

1,36).

I discepoli sono chiamati a

seguirlo, a stare con lui e a riceve-

re da lui una nuova identità: “Tu

sei Simone, il figlio di Giovanni;

sarai chiamato Cefa” (Gv 1,42).

L’ordinario si fa straordinario

nell’incontro con il Messia, i gior-

ni dell’uomo si colorano della no-

vità di Cristo che cambia il tragitto

delle esistenze. Così è avvenuto

per i primi discepoli sulle rive del

lago (Mt 4,12-23), come abbiamo

ascoltato nella III domenica.

Soltanto chi accetta di incon-

trare il Signore, di farne esperienza

viva e di non ridurre la fede a mera

conoscenza di dottrine o a esecu-

zioni di precetti morali fini a se

stessi o di pratiche istituzionali,

può davvero accogliere il suo mes-

saggio contenuto nel Vangelo e

anticipato nel grande discorso del-

la montagna che la liturgia della

parola ci presenta in queste prime

domeniche.

La festa della Presentazione

del Signore, seppure legata al ciclo

natalizio, e che quest’anno prevale

sulla IV domenica del tempo ordi-

nario, è un invito a professare la

fede in colui che Simeone prende

in braccio e acclama luce delle

genti e gloria di Israele (Lc 2,32).

Farsi discepoli di Cristo e

sedersi davanti a lui come le folle

significa intraprendere un cammi-

no di maturazione nella fede dove

la parola si imprime in noi e rin-

nova la nostra storia. Una Parola

che rivela una sapienza alternati-

va rispetto alle parole del mondo

come afferma l’apostolo Paolo:

“Io ritenni di non sapere altro in

mezzo a voi se non Gesù Cristo, e

Cristo Crocifisso” (1Cor 2,2).

Una sapienza nuova che

spinge i credenti a insaporire la

terra come sale buono e gustoso e

illuminarla con coraggio, senza

infingimenti, e aperti al mondo e

alla sua complessità.

Con questa audacia i cristia-

ni possono accogliere le esigenze

severe del regno, come ammoni-

sce l’insegnamento di Gesù nell’

VIII domenica, ormai alle porte

della Quaresima: “ Cercate anzi-

tutto il regno di Dio e la sua giu-

stizia” (Mt 6,33).

Tempo ordinario, tempo

della consuetudine ove riconosce-

re un primato: quello di Dio nei

sentieri del nostro vivere. Buon

cammino.

I vostri frati minimi

Pagina 2 Anno 1 Numero 4

Pagina 3 Anno 1 Numero 4 -:- U Santu Patri -:-

Ave Maris stella, Dei Mater

alma, atque semper Virgo,

Felix caeli porta

Ogni anno l’Ordine dei Mi-

nimi celebra con solennità la Ver-

gine Santissima nel giorno in cui

apparve nella chiesa di Sant’ An-

drea delle Fratte in Roma, retta

dai Padri Minimi di San France-

sco di Paola.

I Frati Minimi videro que-

sto evento come un segno di be-

nedizione dal cielo e per questo la

elessero patrona dell’Ordine e

ogni anno commemorano

quell’apparizione che convertì

all’istante Alphonse Ratisbonne.

Chi era? Ecco a voi il rac-

conto di quello che accadde il 20

Gennaio 1842.

Alphonse Ratisbonne è

un giovane ebreo di Strasbur-

go che odia la Chiesa Cattoli-

ca a motivo del fratello mag-

giore Théodore diventato

sacerdote.

Prima di sposarsi, deci-

de di fare un viaggio a Geru-

salemme; durante il tragitto

si ferma per qualche settima-

na a Roma, dove incontra il

barone Thèodore de Bussiè-

res, un protestante convertito,

caro amico del fratello sacer-

dote.

Il de Bussières sfida Ra-

tisbonne a portare su di sé la

"Medaglia miracolosa" e a re-

citare mattina e sera la preghie-

ra del “Memorare” scritta da S.

Bernardo a Maria Vergine.

Ratisbonne accetta sicu-

ro di riuscire a dimostrare che

questa è una r idicola

“superstizione cattolica”.

Il 20 gennaio 1842 Rati-

sbonne accompagna il barone

de Bussière presso la chiesa di

Sant'Andrea delle Fratte, dove

Qualcuno lo attende!

Ecco cosa Ratisbonne dice di

quell’incontro: “All'improvviso, mi

sentii preso da uno strano turba-

mento …. La Chiesa mi sembrò

tutta oscura, eccettuata una cap-

pella […] Levai gli occhi verso la

luce che tanto risplendeva e vidi,

in piedi sull'altare, viva, grande,

maestosa, bellissima e dall'aria

misericordiosa, la Santa Vergine

Maria, simile nell'atto e nella

struttura all'immagine della Meda-

glia che mi era stata donata […].

Fissai lo sguardo, allora, sulle sue

mani e vidi in esse l'espressione

del perdono e della misericordia

[…] Alla sua presenza, benché

Ella non abbia detto alcuna pa-

rola, compresi di colpo l'orrore

dello stato in cui mi trovavo, la

deformità del peccato, la bellez-

za della Religione Cattolica, in

una parola compresi tutto”.

Qualche giorno dopo Al-

phonse viene battezzato con il

nome di "Maria". Nel 1848 di-

venta sacerdote e decide di lavo-

rare con il fratello Thèdore in

Terra Santa per la fondazio-

ne della congregazione di

Notre Dame de Sion, che si

occupa della conversione degli e-

brei al Vangelo.

Oggi il Santuario è meta di

pellegrini che onorano la Madonna

sotto il titolo del Miracolo.

Su quell’altare venne posta

una tela, oggetto della pietà popo-

lare, che illustra la Vergine Maria

nell’atto

dell’apparizione al Ratisbonne e

per le numerose conversioni che

si registrarono dinanzi a questa

veneratissima immagine, Papa

Benedetto XV denominò questo

Tempio “la Lourdes romana”.

Preghiera di San Bernardo

Ricordati, o pietosissima Vergine Maria,

che non si è mai udito dire che alcuno

ricorrendo alla tua protezione, implorando

il tuo aiuto e chiedendo il tuo patrocinio,

sia stato da te abbandonato.

Animato da tale confidenza, a te ricorro, o

Madre, Vergine delle vergini, e consapevole

dei miei peccati mi prostro a chiederti pietà.

Non volere, o Madre del Verbo, disprezzare

le mie preghiere, ma ascoltale benigna ed

esaudiscile.

Amen.

Pagina 4 Anno 1 Numero 4 -:- U Santu Patri -:-

Suor Filomena Ferrer di Santa Colomba Venerabile Monaca Claustrale del II Ordine dei Minimi

Rubrica a cura di S. Alessandro Cusimano

Filomena Ferrer venne alla

luce nella località tarragonese di

Móra d’Ebre il 3 aprile del 1841.

Fu educata cristianamente dai suoi

genitori, specialmente dalla madre,

che si preoccupò scrupolosamente

della sua buona formazione.

Da piccola mostrò

un’inclinazione naturale al bene ed

una speciale sensibilità spirituale,

doti che, unite ad un’accurata for-

mazione umana e cristiana, forgia-

rono in lei un carattere dolce e for-

te allo stesso tempo.

Le persone che la conobbero,

notarono in lei la sua amabilità e

correzione con tutti, come pure la

sua compostezza e docilità nel trat-

to, spiccando per la maturità tanto

umana quanto spirituale che mani-

festava, oltre alle sue doti

d’intelligenza.

Sentendosi attratta da Dio sin

dall’infanzia, all’età di 16 anni ma-

nifestò ai genitori la sua vocazione

contemplativa; a questa manifesta-

zione seguì la violenta opposizione

di sua madre, la quale, influenzata

senza dubbio dal timore di vedere

sua figlia oggetto di vane illusioni,

la sottopose ad una serie di prove

che le procurarono innumerevoli

sofferenze.

Filomena seppe affrontare

questa situazione con una integrità

ed inalterabilità d’animo che erano

superiori a quelle che per sua età le

corrispondevano, vivendo in ogni

momento sottomessa all’autorità

dei genitori e abbandonandosi con

fiducia alla volontà di Dio. Final-

mente, convinti dell’autenticità

della sua vocazione, i genitori le

concessero il desiderato

permesso, e all’età di 19

anni entrò nel Monastero

delle Monache Minime di

Valls (Spagna), distin-

guendosi dall’inizio per la fedeltà

ai suoi doveri religiosi ed alla Re-

gola penitenziale del suo fondato-

re, San Francesco di Paola.

La felicità che la invadeva al

veder realizzata la sua vocazione

religiosa l’accompagnò per tutto il

resto della vita.

Dal primo giorno si donò

pienamente all’orazione, progre-

dendo rapidamente nell’unione

con Dio, centrata in modo partico-

lare nella contemplazione

dell’amore di Dio manifestato nel

Cuore di suo Figlio Gesù Cristo.

All’orazione era unita in modo in-

separabile anche la mortificazione

ed il rinnegamento di se stessa.

Dio l’aveva eletta come stru-

mento della sua misericordia,

concedendole grazie e rivelazio-

ni speciali del Cuore di Gesù,

del quale fu infaticabile apostola

dentro e fuori la comunità.

L’infermità era apparsa molto

presto nella sua vita, come com-

pagna inseparabile di cammino

sin dall’infanzia, ma questa cir-

costanza non fu per lei che un

mezzo in più al servizio della

sua configurazione con Cristo

Gesù.

Già religiosa, sopportava

con grande interezza e nel silen-

zio i disagi dell’infermità, tanto

che le sorelle di comunità, nelle

grandi sofferenze fisiche e nelle

prove interiori delle quali era

oggetto, la videro sempre dolce e

sorridente, prestandosi a realizzare

ogni tipo di servizio e ad aiutare

nei diversi lavori del monastero,

senza far pesare sulle altre nulla di

quanto accadeva nel suo interiore.

A soli 27 anni, il 13 agosto

1868, rendeva l’ anima a Dio. Per

la fama di santità e per i tanti pro-

digi attribuiti alla sua intercessione,

ne fu introdotta la causa di beatifi-

cazione.

Papa Leone XIII la dichiarò

Venerabile.

Si attende la prova del mira-

colo per ascriverla nel libro dei Be-

ati.

Pagina 5 -:- U Santu Patri -:-

Sulle tracce di Papa Francesco !!!

Jorge passo un'infanzia nor-

male, dicono di lui che era molto

vivace e che giocava sempre a cal-

cio con gli altri bambini del quar-

tiere. Quando finì le scuole medie

il padre lo chiamò per farlo lavora-

re. All'età di tredici anni si trovo a

lavorare in una fabbrica di calze.

Finì gli studi diplomandosi come

perito Chimico.

Dovete anche sapere che

Bergoglio all'età di ventuno anni si

trovò a combattere tra la vita e la

morte.

I medici lo davano per morto

in quanto gli fu diagnosticata una

polmonite grave ed inoltre gli fu-

rono trovate tre cisti che dopo gli

vennero asportate attraverso l'abla-

zione della parte superiore del pol-

mone destro. Un giorno men-

tre era in ospedale con dolori tre-

mendi e febbre molto alta, la suora

che lo conosceva da tempo gli dis-

se una cosa che gli restò impressa

nella memoria: “Jorge tu stai se-

guendo l'esempio di Gesù!”.

Quella frase per lui fu una grande

lezione di vita su come bisogna

affrontare cristianamente il dolo-

re.

Ma torniamo un po’ indietro.

All'età di 17 anni all'im-

provviso al giovane Bergoglio

successe qualcosa che gli avrebbe

sconvolto per sempre la vita.

Era il 21 Settembre e come

tanti giovani Bergoglio uscì con i

suoi compagni per festeggiare il

giorno dello studente.

Prima di questo però, da

buon cattolico praticante che fre-

quentava la parrocchia di San Jo-

sè de Flores, decise di iniziare la

sua giornata entrando un attimo

nella sua parrocchia... (continua)

Francesco Neri

Carissimi lettori rieccoci co-

me di consueto con la nostra rubri-

ca dedicata al nostro Papa France-

sco. Mi sorge una domanda. Cono-

sciamo la biografia di Jorge Mario

Bergoglio? Nonchè la sua vita pri-

vata, prima che diventasse Papa?

Non tutti la conoscono, ed è per

questo che abbiamo deciso di inse-

rire dentro questa rubrica lo spa-

zio: "Sulle tracce di Papa France-

sco" per scoprire insieme, ripercor-

rendo a "tappe", i momenti fonda-

mentali della sua vita passata da

Giovane, Uomo e Vescovo.

(Alcune informazioni sono tratte

dal libro "Papa Francesco. Il nuo-

vo papa si racconta" di Sergio Ru-

bin e Francesca Ambrogetti)

Jorge Mario Bergoglio, quar-

to di 5 figli, nasce a Buenos Aires

nel 1936 da genitori italiani. La

sua famiglia emigrò in Argentina

nel 1922. Tre fratelli del nonno di

Jorge lavoravano in una azienda

che realizzava pavimenti. Con la

crisi del 1932 fallirono e dovettero

vendere tutto. Il nonno di Jorge

con duemila pesos in prestito riuscì

ad aprire un negozio. Suo padre

diventò l'aiutante del nonno, facen-

do la consegna delle merci. E cosi

ripartirono da capo con la stessa

naturalezza con cui avevano co-

minciato al loro arrivo.

I suoi genitori si conobbero

in argentina nel 1934, nel ‘35 si

sposarono. Sua madre Maria era

figlia di una piemontese e di un

argentino di origini genovesi.

Pagina 6 Anno 1 Numero 4

… approda anche a Monte Pellegrino

gato con un intero Rosario: questo,

certamente, ci ha fatto entrare

maggiormente nell’ottica del ritiro

spirituale.

Da premettere, comunque,

che non sono mancati i momenti

ricreativi e di svago, che hanno

reso più dolce la preghiera e hanno

alleviato le fatiche del pellegrinag-

gio.

Arrivati al santuario ci siamo

ricongiunti con il resto del gruppo

e abbiamo mangiato dei cornetti

caldi e dei cioccolatini per rifocil-

larci prima di iniziare le attività

organizzate per la giornata. A l l e

dieci circa, abbiamo raggiunto i

padri del santuario, i quali ci han-

no dato ospitalità in una stanza

della loro grande canonica. Il pri-

mo “step” del ritiro è stata la com-

pilazione de “La mia carta

d’identità”. Ciascuno di noi ha

ricevuto un foglio da completare

inserendo diverse informazioni: i

dati anagrafici, la scuola o il lavo-

ro, i membri della propria fami-

glia, i sogni nel cassetto, le paure,

i film preferiti, il miglior difetto,

la migliore qualità e altre cose.

Quando tutti quanti abbiamo ter-

minato, Fra Antonio ha letto, sen-

za rivelare l’identità, alcuni dei

punti compilati e tra una lettura e

l’altra cercavamo, in modo anche

scherzoso, di comprendere di vol-

ta in volta di chi fosse il foglio.

Questa prima attività è stata

molto interessante e ha permesso

di capire e conoscere un po’ me-

glio il gruppo: c’è chi ha paura

degli squali, chi della morte, chi

del silenzio; c’è chi si riconosce

la qualità di essere simpatico, chi

sincero, chi di saper ascoltare, chi

di saper essere perseverante nel

portare a termine ciò che si intra-

prende. Tra i vari sogni nel cas-

setto si sono scoperti essere quel-

lo di diventare un avvocato, un

magistrato, un medico, un game

designer, avere un gruppo musi-

cale e tanti altri. Infine, per chi

volesse consigliato qualche film

da vedere, tra i giovani del grup-

po i film preferiti sono stati:

“Midnight in Paris”, “Il tempo

delle mele”, “Titanic”, l’intera

saga del mago più famoso dell’età

contemporanea, ovvero Harry

Potter, eccetera.

Il secondo momento della

giornata è stato dedicato alla let-

tura e al commento di un passo

del vangelo di Matteo, “la Para-

bola dei Talenti”. In questo rac-

conto il padrone chiama tre servi

e consegna loro rispettivamente 5,

3 e 1 Talento. I primi due riesco-

no a far fruttare il denaro, inve-

Giorno 7 Dicembre 2013,

v i g i l i a d e l l a s o l e n n i t à

dell’Immacolata Concezione, il

nostro Gruppo Giovani, “U Santu

Patri”, si è recato a Monte Pelle-

grino per una mattinata di ritiro

spirituale.

L’attività è iniziata ufficial-

mente alle 7.30, ora in cui ci si è

visti in chiesa per una colazione

insieme offerta dalla comunità dei

Padri Minimi. Successivamente

abbiamo preso l’autobus che ci ha

portati sino alle falde del monte.

Qui, i più “avventurieri” hanno

deciso di scendere dal mezzo per

compiere a piedi la cosiddetta

“acchianata” , mentre gli altri, che

per vari motivi non potevano af-

frontare la salita, sono rimasti sul

bus.

Fra Antonio ha deciso di se-

guire il gruppo nell’impresa e ha

reso più piacevole la salita con la

sua, sempre manifesta, allegria.

Inoltre insieme a lui abbiamo pre-

Pagina 7 Anno 1 Numero 4 -:- U Santu Patri -:-

un’opportunità che il Signore ci

propone per mettere in luce noi

stessi a servizio dell’intera comu-

nità. Il gruppo ci ha infatti conces-

so di accrescere la spiritualità,

stringere un rapporto più forte con

la fede, esprimere i nostri pensieri

in piena libertà , insomma crescere

insieme ed uniti con delle persone

che condividono gli stessi valori.

Nell’ultima parte del ritiro

ciascuno si è confrontato con se

stesso e ha cercato di mettersi in

stretto contatto con il Padre. Dopo

aver ascoltato un canto su Maria,

abbiamo dedicato mezz’ora ad un

momento di riflessione e di autoa-

nalisi partendo dalla parola del Si-

gnore letta precedentemente. O-

gnuno ha cercato un posto (chi

dentro il santuario, chi per strada,

chi nel bosco) per pensare in silen-

zio e comunicare con Dio, chie-

dergli qualunque cosa affinché ci

aiuti a svelare i doni che ci ha con-

segnato.

Tornati tutti nella stanza alle

ore 13.00, abbiamo concluso con

una preghiera e pescando a caso un

bigliettino da un cesto. In ognuno

di questi vi era scritto il nome di

uno dei componenti del gruppo e

ciascuno ha preso l’impegno di

pregare fino a Natale per la perso-

na capitata e di consegnargli quel

giorno un dono. Dopo di ciò ab-

biamo pranzato e siamo tornati in

città tutti quanti con il bus, proba-

bilmente un po’ cambiati e toccati

dall’esperienza!

Luca Pipitò

stendolo e raddoppiandolo, mentre

l’ultimo per paura del padrone e

per sfiducia in se stesso, decide di

seppellire la moneta. Giunto il

giorno in cui il padrone richiama i

servi per sapere cosa hanno fatto

del suo denaro, si complimenta coi

primi due e rilascia loro molti pri-

vilegi, mentre rimprovera aspra-

mente il terzo. Come abbiamo di-

scusso insieme durante il commen-

to della parola, i talenti non sono

altro che metafora dei doni che Dio

ci ha dato. Ciascuno di noi possie-

de almeno un dono, ed è bene mo-

strare questi e adoperarli verso il

prossimo, non nasconderli come ha

fatto il servo che temeva il padro-

ne.

Bisogna, quindi, avere fede e

intimità con Dio, cosicché si trovi

il coraggio di gettarsi in avanti per

alimentare i propri talenti. Dio dà a

ciascuno dei talenti in base alle sue

qualità: non ci chiede di fare qual-

cosa che non è alla nostra portata!

Discutendo riguardo a ciò

siamo giunti alla conclusione che

lo stesso Gruppo Giovani è

Dal Vangelo secondo Matteo 19,16-22

In quel tempo, ecco un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: “Maestro, che cosa devo fare di buono per otte-

nere la vita eterna?” Egli rispose: “Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi

entrare nella vita, osserva i comandamenti”. Ed egli chiese: “Quali?”

Gesù rispose: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il pa-

dre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso”. Il giovane gli disse: “Ho sempre osservato tutte queste

cose; che mi manca ancora?” Gli disse Gesù: “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo

ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi”.

Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze.

I comandamenti e la vita eterna. Una persona si avvicina a Gesù e gli chiede: "Maestro, cosa devo fare di

buono per ottenere la vita eterna?" Alcuni manoscritti dicono che si tratta di un giovane. Gesù risponde

bruscamente: "Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono!” Dopo risponde alla domanda e

dice: “Se vuoi entrare nella vita osserva i comandamenti". Il giovane reagisce e chiede: “Quali comanda-

menti?” Gesù ha la bontà di enumerare i comandamenti che il giovane doveva già conoscere: "Non uccide-

re, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il pros-

simo tuo come te stesso”. É molto significativa la risposta di Gesù. Il giovane aveva chiesto cosa fare per

ottenere la vita eterna. Voleva vivere accanto a Dio! Ma Gesù ricorda solo i comandamenti che dicono ri-

spetto per la vita accanto al prossimo! Non menziona i tre primi comandamenti che definiscono la relazione

con Dio! Secondo Gesù, staremo bene con Dio solo se sapremmo stare bene con il prossimo. A nulla serve

ingannarsi. La porta per giungere a Dio è il prossimo.

Osservare i comandamenti, a cosa serve? Il giovane risponde: "Ho sempre osservato tutte queste cose.

Che mi manca, ancora?" Ciò che segue è strano. Il giovane voleva conoscere il cammino che porta alla vita

eterna. Ora, il cammino della vita eterna era e continua ad essere: fare la volontà di Dio, espressa nei co-

mandamenti. Detto con altre parole, il giovane osservava i comandamenti senza sapere a cosa gli servivano!

Se lo avesse saputo, non avrebbe fatto la domanda. E’ come per molti cattolici che non sanno perché sono

cattolici. ”Sono nato cattolico, per questo lo sono!” E’ come se fosse un’usanza, una tradizione!

La proposta di Gesù e la risposta del giovane. Gesù risponde: “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello

che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi”. Udito questo, il giovane se ne

andò molto triste, perché era molto ricco. L’osservanza dei comandamenti è appena il primo grado di una

scala che va molto più in là e più in alto. Gesù chiede di più! L’osservanza dei comandamenti prepara la

persona per potere giungere al dono totale di sé al prossimo. Marco dice che Gesù guarda il giovane con a-

more (Mc 10,21). Gesù chiede molto, ma lo chiede con molto amore. Il giovane non accetta la proposta di

Gesù e si allontana, “perché era molto ricco”.

Gesù e l’opzione per i poveri. Gesù e la sua comunità vivevano in mezzo alle persone escluse, considerate

impure: pubblicani, peccatori, prostitute, lebbrosi (Mc 2,16; 1,41; Lc 7,37). Gesù riconosce la ricchezza e il

valore che i poveri possiedono (Mt 11,25-26; Lc 21,1-4). Li proclama beati, perché loro è il Regno, dei po-

veri (Lc 6,20; Mt 5,3). Definisce la sua missione così: “annunciare la Buona Novella ai poveri” (Lc 4, 18).

Lui stesso vive da povero. Non possiede nulla per sé, nemmeno una pietra su cui reclinare la testa (Lc 9,58).

E a chi vuole seguirlo per vivere come lui, ordina di scegliere: o Dio, o il denaro! (Mt 6,24). Ordina di sce-

gliere i poveri, come propose al giovane ricco! (Mc 10,21).

Questo modo diverso di accogliere i poveri e di vivere con loro è una dimostrazione del Regno di Dio.

Buona Lectio e buona scelta !!!

Fra Antonio Porretta o.m.

Pagina 8 Anno 1 Numero 4

Cacio-Cavallo all’Argentiera

“cunigghiu all’argentiera”

Ingredienti:

500 grammi caciocavallo fresco

Olio extravergine d’olive

Due spicchi d’aglio

Aceto

Zucchero

origano fresco

Procedimento

Fare rosolare l’aglio, tagliato a pezzetti, in una

padella con l’olio. unire il caciocavallo tagliato a

fette rettangolari, spesse circa un centimetro. A-

spettare che il formaggio prenda colore dalle due

parti ed aggiungere un cucchiaio d’aceto nel

quale avrete sciolto una presa di zucchero. Fare

sfumare l’aceto e spolverare con origano fresco.

Farlo rimanere sul fuoco per qualche altro minu-

to e servire.

“U’ caciu all’argintiera” va mangiato caldissimo.

A Palermo, nel mercato della Vucciria, nell’omonima

piazza è presente la “Fontana del Garraffello. Questa

fontana è caratterizzata dal fatto che ha sette cannule.

I venditori nel passato gridavano la loro mercanzia

(abbanniavanu), la zucca rossa fritta preparata in agro

dolce gridando “u ficatu ri setti cannuola”. L’allegoria

era rivolta a quelle persone che non potendo comprare il

fegato di vitello, compravano la zucca rossa….

Zucca Rossa in Agrodolce

“U Ficatu ri setti cannuala”

Ingredienti:

500 grammi di zucca rossa

Olio extravergine d’olive

1 spicchio d’aglio

Qualche foglia di menta

¼ di bicchiere di aceto

Un cucchiaio scarso di zucchero

Sale

Procedimento

Sbucciare la zucca ed eliminare i semi, tagliarla a

fette spesse circa un centimetro e friggerle. A cottu-

ra ultimata sistemare le fette in un piatto.

Nell’olio di frittura rimasto, unire l’aglio tagliato a

fettine e farlo rosolare facendo attenzione a non far-

lo imbiondire. A questo punto rimettere nella padel-

la la zucca fritta, aggiustare di sale e versare l’aceto

nel quale avremo sciolto lo zucchero. Fare sfumare

l’aceto a fiamma vivace, quindi aggiungere le fo-

glioline di menta e adagiare su un piatto di portata.

Servire freddo.

Pagina 9 Anno 1 Numero 4 -:- U Santu Patri -:-

Nella ricorrenza del 27° anniversario della morte del

Molto Reverendo Padre Francesco Buono o.m.

già nostro Parroco e Vicario Episcopale della Arcidiocesi di Palermo

innalziamo al Signore preghiere affinché possa ricevere

il dono di esultare per sempre

nella Liturgia del Cielo.

Pagina 10 Anno 1 Numero 4 -:- U Santu Patri -:-

l’infinita pazienza di Dio che

sa attendere i tempi dell’uomo,

dall’altra la crescente

pazienza dell’uomo, che accet-

ta a poco a poco la necessità di

uniformarsi ai progetti di Dio.

Il deserto è il luogo del-

la salvezza e del perdono. “Io

la sedurrò, la condurrò nel de-

serto e parlerò al suo cuore …

Là mi risponderà come nei

giorni della sua giovinezza,

come quando uscì dal paese

d’Egitto” (Osea 2, 16-17)

Per Gesù il deserto è anco-

ra il luogo e tempo privilegiato

per il suo incontro con il Padre

(Mc. 1,35), o per appartarsi con

gli apostoli (Mc 6,31).

Il deserto è un cammino

verso… ; è il luogo del nostro in-

contro con Dio, che chiama e vuo-

le una risposta libera e convinta; è

un tempo di silenzio, in cui rico-

noscere i nostri limiti, far tacere le

nostre pretese, sapere ascoltare

Dio che parla e si manifesta; è il

tempo-luogo della nostra preghie-

ra incessante; è il tempo-luogo

della nostra conversione.

Potremmo a questo punto

chiederci: dove possiamo trovare

il nostro deserto?

Il deserto è innanzitutto in

ciascuno di noi, nel momento in

cui facciamo silenzio, riconoscia-

mo la nostra insufficienza, sco-

priamo che da soli non possiamo

fare nulla, che c’è un Dio che ci

ama, che previene ogni nostro bi-

sogno.

Papa Francesco utilizza

spesso il termine primerear, per

dire che è Dio a prendere

l’iniziativa, perché ci ama e vuole

dare significato alla nostra vita.

Nel deserto non è consen-

tito fermarsi o regredire lascian-

dosi tentare dalla paura del nuo-

vo, dalla nostalgia del passato.

In questo cammino non

siamo soli.

Il Signore stesso ci assi-

cura “Siate forti, fatevi animo,

non temete e non vi spaventare,

perché il Signore tuo Dio cam-

mina con te, non ti lascerà e non

ti abbandonerà.” (Dt 31, 6)

2 – continua

Franco Romeo

La pratica penitenziale è

un allenamento verso un traguar-

do: la conversione definitiva a

Dio, per riporre in Lui, in modo

fisso cioè senza possibilità di di-

staccarsi, il nostro cuore, la nostra

vita, tutto il nostro essere.

Chi fa pratica sportiva sa

che l’allenamento comporta meto-

diche, esercizi, sforzi non sempre

facili ed accettabili ma il traguar-

do da raggiungere allevia ogni

difficoltà. Così è il cammino peni-

tenziale.

Dice il salmista “di te ha

sete l’anima mia, come terra de-

serta, arida, senz’acqua” ma

quando raggiungeremo il traguar-

do “a te si stringe l’anima mia e

la forza della tua destra mi sostie-

ne” (Sal 63, 2.9)

Proprio il deserto è la tap-

pa indispensabile per intraprende-

re questo allenamento di conver-

sione continua. Il deserto è una

landa inospitale, priva di vegeta-

zione.

E’ il caos originario. Ma

nella nuova creazione anche il de-

serto si trasformerà: “La terra bru-

ciata diventerà una palude, il suo-

lo riarso sorgenti d’acqua” (Is. 35,

7).

Il tempo del deserto è un

tempo di prova, segnato dalle ri-

bellioni a Dio, dalle mormorazio-

ni, dalle contestazioni. (Es 14,11

16,2; Num. 14,2-4; 20, 2-5 ….)

Un tempo stabilito da Dio “per

umiliarti e metterti alla prova, per

sapere quello che avevi nel cuo-

re” (Dt. 8,2).

Un tempo in cui l’uomo si

rende conto che senza Dio non è

capace di superare la prova.

Il tempo del deserto è il

tempo della pazienza. Da un lato

...prima tappa del cammino penitenziale

Pagina 11 -:- U Santu Patri -:-

DEFINIZIONI

1. LA SALITA AL CIELO DI GESÙ

2. OGNI CRISTIANO È CHIAMATO AD ACCOGLIERE I …………. DELLO SPIRITO

3. GESÙ ANNUNCIA IL REGNO DI ………

4. LO SPIRITO SANTO È ...

5. GESÙ È VENUTO A COSTRUIRE UN REGNO DI …………..

6. LO DEVONO ESSERE I DISCEPOLI

7. OGNI CRISTIANO È CHIAMATO A COSTRUIRE IL …….DEL SIGNORE

8. GESÙ È VENUTO A COSTRUIRE UN REGNO DI …………….

9. LO SPIRITO SANTO È ………

10. IL POSTO CHE INDICA GLI ESTREMI CONFINI DELLA TERRA

11. LA PROMESSA DI GESÙ (2 PAROLE)

12. GESÙ HA DETTO DI ANNUCIARE IL VANGELO IN TUTTO IL ………………

13. GESÙ LASCIA L’INCARICO DI ANNUNCIARE IL VANGELO AI ……………………

14. GESÙ È VENUTO A COSTRUIRE UN REGNO DI ………………..

Cruciverba: ANNUNCIO

Chiave

: And

ate

nel m

ondo

Pagina 12 Anno 1 Numero 4

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Gruppo Giovani Riunione tutti i Venerdì

alle ore 21.00 Animazione della Messa ogni

Domenica alle ore 10.30

Segreteria Ufficio Parrocchiale

Lunedì 9.00 - 11.00 Martedì e Giovedì ore 17.00 - 19.00

Orari Sante Messe Feriale: 8.00 - 10.00 - 18.30 Festivo: 8.30 - 10.30 - 12.00

18.30 - 20.00

La redazione e il Gruppo Giovani rivolge con affetto gli auguri a padre Giorgio Terrasi

per il suo VI anniversario di ordinazione sacerdotale celebrato il 19 Gennaio.

Che il Signore ti conservi sempre fedele a questo ministero

sorretto dal nostro Santo Padre del quale sei figlio “minimo”!

In occasione della 36° Giornata per la Vita dal tema GENERARE FUTURO,

nei giorni 1 e 2 Febbraio, sarà possibile acquistare in parrocchia

una “PRIMULA PER LA VITA”.

Il ricavato della profumata iniziativa sarà devoluto a favore delle mamme del nostro Centro

di ascolto parrocchiale che abbiamo deciso di sostenere nel portare a termine la gravidanza

(visite mediche, corredino, latte...). Vi invitiamo quindi a cogliere questa occasione per diffondere semi di speranza e di

nuova operosità a sostegno della vita nascente.