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DI ANDREA ACALI omenica prossima alle 10.15 Papa Francesco presiederà sul sagrato della basilica vaticana la solenne concelebrazione eucaristica durante la quale proclamerà sette nuovi santi. Si tratta di Paolo VI, di monsignor Oscar Arnulfo Romero, dei sacerdoti Francesco Spinelli e Vincenzo Romano, delle religiose Maria Caterina Kasper e Nazaria Ignazia di Santa Teresa di Gesù e del giovane Nunzio Sulprizio. Una cerimonia che si inserisce nel contesto del Sinodo dedicato ai giovani e non è un caso che tra i nuovi santi ci sia anche Sulprizio, morto poco dopo aver compiuto 19 anni. Ma senza dubbio le due figure più importanti sono quelle di Paolo VI e monsignor Romero. Per certi versi anche controverse: è noto come intorno al martire salvadoregno, suo malgrado, si sia innestata una battaglia politica, come ha ricordato lo storico Roberto Morozzo della Rocca incontrando alcuni giornalisti. Allo stesso incontro ha partecipato monsignor Guido Mazzotta, relatore “ad casum” della causa di Giovan Battista Montini, che ha messo in evidenza un aspetto che lo lega al Sinodo: «Paolo VI – ha affermato – fu prima di tutto un pastore, un direttore spirituale, a cui stava a cuore l’educazione dei giovani. Ad esempio quando ero assistente della Fuci (incarico ricoperto in precedenza da Montini, ndr) mi chiamava per chiedere che tipo di lavoro si stava facendo con gli universitari. Non era uomo delle folle ma del colloquio personale. Non a caso le testimonianze più belle al processo furono quelle delle persone da lui dirette spiritualmente». Ogni volta che si canonizza un Pontefice si riaccende il dibattito sull’opportunità di questa decisione. «Non è narcisismo ecclesiale – sostiene Mazzotta –. Diversi Papi del Novecento non sono stati beatificati. Ma Paolo VI si è immedesimato con l’istituzione ecclesiale nel suo aspetto mistico di Chiesa. Ha donato la vita per la Chiesa». Un altro aspetto peculiare della santità di Paolo VI è quella che potremmo definire l’“opzione per i poveri”. «Da diacono – racconta Mazzotta – scrisse una lettera in cui affermava di appartenere all’ordine di Stefano e Lorenzo, con il compito di portare il pane agli affamati. E lo faceva letteralmente. Quando, in occasione dei Patti Lateranensi, il regime fascista, in via riservata, chiese l’esilio di don Sturzo, la Santa Sede volle come contropartita l’espulsione D dall’università di uno studioso della cerchia di Ernesto Buonaiuti. Ebbene, Montini lo andava a trovare ogni mese e sapendo le difficoltà in cui si dibatteva la famiglia gli lasciava una busta con l’equivalente dello stipendio». Paolo VI è stato il Pontefice della Humanae vitae. Cosa ha da dire ai giovani di oggi? «È stato l’unico, in quell’epoca, a cercare di riagganciare il rapporto sessuale all’amore e a non farlo scadere a mera modalità tecnica. In una cultura, come quella moderna, che porta alla frammentazione della realtà umana quella enciclica – sottolinea Mazzotta – mantiene intatta una straordinaria bellezza e l’amore per la vita, non per ogni suo istinto. Come ho accennato, un altro aspetto fondamentale nel rapporto tra Montini e i giovani riguarda la formazione. Citando sant’Agostino, ricordava spesso che la fede non pensata non è fede. Obbedire solo agli stimoli del momento non è fede. Quello della formazione è un problema drammatico della Chiesa italiana e non solo. Gli oratori sono vuoti, le associazioni vanno deperendo, sono invecchiate… E questo non si risolve con indagini sociologiche, serve una proposta di senso per una vita nuova. In questo lavoro formativo Paolo VI era maestro». Montini è stato anche il Papa del Concilio. «Senza di lui – afferma Mazzotta – probabilmente non si sarebbe fatto. Il suo primo intervento ha dato l’architettura dei lavori. Aveva piena consapevolezza di mezzi e fini. Per esempio, quando all’indomani dell’indizione del Concilio lo andarono a visitare alcuni preti, tra cui il futuro cardinale Poma, convinti che fosse entusiasta, lo trovarono invece preoccupato: “Non avete idea di cosa significhi aprire un Concilio”, gli disse. Fece di tutto per mantenere l’unità della Chiesa». Tra le caratteristiche principali della santità di Paolo VI, Mazzotta cita innanzitutto «l’esperienza di fede, un cristocentrismo assoluto che si può riassumere nella lettera pastorale alla diocesi di Milano in cui Montini affermava “Cristo ci è necessario”. Poi il dialogo basato sulla verità, non salottiero. È il filo conduttore della prima enciclica, Ecclesiam suam. Infine, l’amore per i poveri e i malati. A chi li assisteva diceva che dovevano curarli non solo con le mani ma con il cuore, che bisognava chiedere la grazia di amarli. Centralità dell’annuncio della fede e promozione umana sono aspetti – conclude il consultore della Congregazione per le cause dei santi – che lo legano molto a Papa Francesco». a solenne concelebrazione di Papa Francesco con i padri sinodali in piazza San Pietro ha ufficialmente aperto mercoledì la XV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Nella sua omelia il Santo Padre ha ricordato quale deve essere il solco in cui si dovrà sviluppare il dibattito: «Unti nella speranza cominciamo un nuovo incontro ecclesiale capace di allargare orizzonti, dilatare il cuore e trasformare quelle strutture che oggi ci paralizzano, ci separano e ci allontanano dai giovani, lasciandoli esposti alle intemperie e orfani di una comunità di fede che li sostenga, di un L orizzonte di senso e di vita. La speranza – ha sottolineato il Papa – ci interpella, ci smuove e rompe il conformismo del “si è sempre fatto così”, e ci chiede di alzarci per guardare direttamente il volto dei giovani e le situazioni in cui si trovano. La stessa speranza ci chiede di lavorare per rovesciare le situazioni di precarietà, di esclusione e di violenza, alle quali sono esposti i nostri ragazzi». Il Papa ha invitato tutti a chiedere allo Spirito Santo di fare «memoria e ravvivare le parole del Signore» per «risvegliare e rinnovare in noi la capacità di sognare e sperare» perché «i nostri giovani saranno capaci di profezia e di visione nella misura in cui noi, ormai adulti o anziani, siamo capaci di sognare e così contagiare e condividere i sogni e le speranze che portiamo nel cuore». Francesco ha ribadito che i giovani «ci chiamano a farci carico insieme a loro del presente con maggior impegno e a lottare contro ciò che in ogni modo impedisce alla loro vita di svilupparsi con dignità. Essi ci chiedono ed esigono una dedizione creativa, una dinamica intelligente, entusiasta e piena di speranza, e che non li lasciamo soli nelle mani di tanti mercanti di morte che opprimono la loro vita e oscurano la loro visione». Per raggiungere questo obiettivo è necessario, secondo il Santo Padre, l’atteggiamento ricordato da san Paolo ai Filippesi: «Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri» e di conseguenza l’«ascolto gli uni degli altri per discernere insieme quello che il Signore sta chiedendo alla sua Chiesa». Un ascolto «sincero, orante e il più possibile privo di pregiudizi e condizioni». «Ascoltare Dio, per ascoltare con Lui il grido della gente; ascoltare la gente, per respirare con essa la volontà a cui Dio ci chiama – ha sottolineato il Papa –. Questo atteggiamento ci difende dalla tentazione di cadere in posizioni eticistiche o elitarie, come pure dall’attrazione per ideologie astratte che non corrispondono mai alla realtà della nostra gente» perché «senza questo atteggiamento, tutti i nostri sforzi saranno vani». Il Papa ha terminato citando il discorso di Paolo VI rivolto ai giovani alla conclusione del Concilio Vaticano II, quando «molti di noi eravamo giovani o muovevamo i primi passi nella vita religiosa. Lottate contro ogni egoismo – affermò il Papa che sarà canonizzato il prossimo 14 ottobre –. Rifiutate di dare libero corso agli istinti della violenza e dell’odio, che generano le guerre e il loro triste corteo di miserie. Siate generosi, puri, rispettosi, sinceri. Costruite nell’entusiasmo un mondo migliore di quello attuale!». «Padri sinodali, la Chiesa vi guarda con fiducia e amore», ha concluso Francesco, che nel pomeriggio ha guidato la preghiera introduttiva con cui ha aperto la prima sessione di lavori del Sinodo. Andrea Acali Ogni giorno su Romasette.it “La finestra sul Sinodo”. Domani la cronaca dell’evento di ieri in Aula PaoloVI con i giovani Giovedì la veglia ai Santi Apostoli Sabato musical sul presule martire l cardinale vicario presiederà giovedì 11 ottobre alle ore 20.30 nella basilica dei Santi XII Apostoli (piazza omonima) una ve- glia diocesana alla vigilia della canonizza- zione di Papa Paolo VI e dell’arcivescovo martire Oscar Arnulfo Romero. Lo stesso giorno, alle 18.30, si terrà a Sant’Ivo alla Sa- pienza il convegno “Cittadini e Cristiani”, dedicato a Paolo VI; interverranno Giselda Adornato, storica del pensiero di Giovanni Battista Montini, e monsignor Guido Maz- zotta, relatore della causa di beatificazione. Sabato 13, alle 21, nella basilica di Sant’I- gnazio di Loyola (piazza Sant’Ignazio), si terrà il musical “Il martirio di monsignor Ro- mero”, di Eleonora Zacchi, liberamente trat- to dall’opera teatrale “Il martirio del Pa- store” di Samuel Rovinski, per la regia di Maurizio Scaparro, con il patrocinio del Vi- cariato. Racconta gli ultimi tre anni di vita di Romero (1917–1980), che riportava nel- le sue omelie le testimonianze di violazio- ni di diritti umani nonché delle manifesta- zioni pubbliche tenute in solidarietà con le vittime della violenza politica. Venerdì 12, Signis – associazione cattolica mondiale per la comunicazione –, in col- laborazione con il Dicastero vaticano per la Comunicazione, propone nella Sala S. Pio X l’evento “Romero comunicatore” per gior- nalisti, operatori e studenti del settore, con la partecipazione dei padri sinodali. Verrà allestita una mostra delle prime pagine dei giornali dopo l’omicidio di Romero. I Il Papa apre il Sinodo: cambiamo ciò che ci allontana dai giovani «Ci chiamano a farci carico insieme a loro del presente con maggior impegno» Francesco chiede un ascolto «sincero, privo di pregiudizi» E DITORIALE UNA SANTITÀ SOFFERTA E QUOTIDIANA DI FRANCESCO PESCE * a Chiesa ha bisogno del- la sua perenne Penteco- ste», affermava ripetuta- mente Paolo VI. Durante tutta la sua vita, il Papa che domenica prossima sarà proclamato santo ebbe una forte esperienza dello Spirito che sostiene ogni debo- lezza; seppe annunciare con la Pa- rola e con la testimonianza che tra la Chiesa e il mondo non so- lo non c’è opposizione, ma c’è un rapporto di ascolto e di servizio, fondato sull’evento della Incar- nazione: «Non si creda di giovar- gli assumendone i pensieri, i co- stumi, i gusti, ma studiandolo, a- mandolo, servendolo» (cfr. Te- stamento di Paolo VI). Dall’apostolo di cui portava il no- me ha assunto il coraggio di con- frontarsi con ogni modernità, la fiducia e la gioia di sperimentare che «tutto concorre al bene per coloro che amano Dio» (Rm 8,28). Paolo VI ha confermato i suoi fratelli nella fede e, superan- do con forza profetica i confini del suo ministero, ha annuncia- to anche la Speranza che non de- lude, la civiltà dell’Amore da cui nessuno è escluso. Guidando la barca della Chiesa nel Concilio e nel post–Concilio, tenendo fisso lo sguardo su Gesù Cristo, valorizzando le grandi conquiste dell’uomo moderno, ha lasciato a noi una testimo- nianza impressionante di santità quotidiana, quella alla quale ci sprona Papa Francesco nella “Gaudete et exsultate”. È l’uomo Montini, sacerdote, vescovo e Pa- pa ad essere elevato a modello ed intercessore per tutta la Chiesa. Una santità vissuta giorno dopo giorno, come testimoniano quei capolavori spirituali che sono le sue lettere ai famigliari; vissuta nella fatica pastorale per i suoi studenti e nel servizio umile e for- te ai grandi impegni del Papa du- rante gli anni alla Segreteria di Stato. Una santità offerta e sof- ferta nel suo ministero episcopa- le a Milano. E finalmente una san- tità che ha ricevuto le chiavi di Pietro per aprire le porte al Sal- vatore del mondo, e dire ai pove- ri la Beatitudine di Cristo. Una santità romana: «Sì, Roma ho amato, nel continuo assillo di meditarne e di comprenderne il trascendente segreto, incapace certamente di penetrarlo e di vi- verlo, ma appassionato sempre, come ancora lo sono, di scoprire come e perché “Cristo è Roma- no”» (omelia nella Messa dell’80° compleanno). Visitando le par- rocchie e le realtà diocesane in- tendeva portare la Buona Notizia alle genti, incontrare il nuovo po- polo di Roma, respirare l’eterna giovinezza della Chiesa, dire al- l’uomo che Dio è Padre, dire con le parole di Paolo: «Non deside- ro nulla, desidero voi» (2 Cor. 12, 14). «Romani di ieri e di sempre, romani d’origine e di nascita: sa- pete che Noi abbiamo immensa stima e fiducia di voi? Noi cono- sciamo la bontà ch’è nei vostri a- nimi e nei vostri costumi; e lo stes- so diciamo a tutti quelli che la Ca- pitale del Paese chiama a Roma, specialmente agli immigrati e a tutta la gente di lavoro che abita nei quartieri operai e periferici della città. Noi vi accogliamo, Noi vi salutiamo, Noi vi vogliamo be- ne. Non dovrete sentirvi forestie- ri a Roma, non dovrete rimanere estranei alla vita, anzi allo spirito della città» (ingresso del vescovo di Roma al Laterano, 10 novem- bre 1963). Roma e il mondo in- tero oggi si inchinano ricono- scenti e grati al Signore per il do- no di questo grande Pastore. * incaricato Uff. pastorale sociale L « l’evento. Domenica la canonizzazione di Montini. Con lui anche Romero Paolo VI santo: pastore, uomo del dialogo Paolo VI Il Papa saluta i cardinali (foto Gennari) Pagine a cura della Diocesi di Roma Coordinamento editoriale: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Piazza San Giovanni in Laterano 6 00184 Roma - tel. 06.69886150 Abbonamento annuale Avvenire domenicale con Roma Sette (a domicilio o coupon edicola) 62 Per abbonarsi: N. Verde 800 820084 / Direzione vendite sede di Roma [email protected] Tel. 06.68823250 Fax 06.68823209 / Pubblicità: tel. 02.6780583 [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane Piazza Carbonari 3 - 20125 Milano Tel. 02.67801 - fax 02.6780483 www.avvenire.it e-mail: [email protected] In evidenza ual è il peccato maggiore?» «Per me la man- canza maggiore di tutti i tempi è la man- canza di fede, di speranza, di carità, cioè di credere soltanto che tutto si risolva sul piano umano, cioè un cristianesimo umanizzato, un cristianesimo in cui ci sia l’asilo, la scuola, tutto bene e a posto, e tutti feli- ci e contenti…». A parlare è Carlo Carretto, morto il 4 ottobre di 30 anni fa, e la domanda è di un altro grande che non c’è più, Walter Tobagi. Parole di un’in- tervista del dicembre 1979 mai pubblicata dal Cor- riere della Sera – e resa nota ora dal Sir – perché, con- fessò in seguito lo stesso giornalista (ucciso pochi me- si dopo dalle Brigate rosse), secondo la redazione le parole di Carretto «erano troppo intrise di speranza e di fiducia» . Vero, ma parole anche esigenti. «Se do- vessi far l’esame ad uno che si consideri ancora cri- stiano – diceva – glielo farei su questo: essere cri- stiano significa capire il valore della croce». Educa- tore, presidente della Gioventù di Azione cattolica, poi mistico, studioso della Bibbia, dopo dieci anni di deserto in Nord Africa, nell’ultima fase della sua vi- ta Carlo Carretto fu tra gli animatori della comunità dei Piccoli fratelli di Charles de Foucauld a Spello. U- na figura che può illuminare ancora oggi il cammi- no dei giovani. (A. Z.) Q « Carretto, la speranza senza spazio in pagina Memoria e accoglienza, inaugurati i «giardini» al Centro Astalli a pagina 2 www.romasette.it Inserto redazionale di facebook.com/romasette twitter.com/romasette [email protected] Anno XLV – Numero 35 Domenica 7 ottobre 2018

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DI ANDREA ACALI

omenica prossima alle 10.15 Papa Francescopresiederà sul sagrato della basilica vaticanala solenne concelebrazione eucaristica

durante la quale proclamerà sette nuovi santi. Sitratta di Paolo VI, di monsignor Oscar ArnulfoRomero, dei sacerdoti Francesco Spinelli e VincenzoRomano, delle religiose Maria Caterina Kasper eNazaria Ignazia di Santa Teresa di Gesù e del giovaneNunzio Sulprizio. Una cerimonia che si inserisce nelcontesto del Sinodo dedicato ai giovani e non è uncaso che tra i nuovi santi ci sia anche Sulprizio,morto poco dopo aver compiuto 19 anni. Ma senzadubbio le due figure più importanti sono quelle diPaolo VI e monsignor Romero. Per certi versi anchecontroverse: è noto come intorno al martiresalvadoregno, suo malgrado, si sia innestata unabattaglia politica, come ha ricordato lo storicoRoberto Morozzo della Rocca incontrando alcunigiornalisti. Allo stesso incontro ha partecipatomonsignor Guido Mazzotta, relatore “ad casum”della causa di Giovan Battista Montini, che ha messoin evidenza un aspetto che lo lega al Sinodo: «PaoloVI – ha affermato – fu prima di tutto un pastore, undirettore spirituale, a cui stava a cuore l’educazionedei giovani. Ad esempio quando ero assistente dellaFuci (incarico ricoperto in precedenza da Montini,ndr) mi chiamava per chiedere che tipo di lavoro sistava facendo con gli universitari. Non era uomodelle folle ma del colloquio personale. Non a caso letestimonianze più belle al processo furono quelledelle persone da lui dirette spiritualmente». Ognivolta che si canonizza un Pontefice si riaccende ildibattito sull’opportunità di questa decisione. «Nonè narcisismo ecclesiale – sostiene Mazzotta –. DiversiPapi del Novecento non sono stati beatificati. MaPaolo VI si è immedesimato con l’istituzioneecclesiale nel suo aspetto mistico di Chiesa. Hadonato la vita per la Chiesa». Un altro aspettopeculiare della santità di Paolo VI è quella chepotremmo definire l’“opzione per i poveri”. «Dadiacono – racconta Mazzotta – scrisse una lettera incui affermava di appartenere all’ordine di Stefano eLorenzo, con il compito di portare il pane agliaffamati. E lo faceva letteralmente. Quando, inoccasione dei Patti Lateranensi, il regime fascista, invia riservata, chiese l’esilio di don Sturzo, la SantaSede volle come contropartita l’espulsione

Ddall’università di uno studioso della cerchia diErnesto Buonaiuti. Ebbene, Montini lo andava atrovare ogni mese e sapendo le difficoltà in cui sidibatteva la famiglia gli lasciava una busta conl’equivalente dello stipendio». Paolo VI è stato ilPontefice della Humanae vitae. Cosa ha da dire aigiovani di oggi? «È stato l’unico, in quell’epoca, acercare di riagganciare il rapporto sessuale all’amoree a non farlo scadere a mera modalità tecnica. In unacultura, come quella moderna, che porta allaframmentazione della realtà umana quella enciclica– sottolinea Mazzotta – mantiene intatta unastraordinaria bellezza e l’amore per la vita, non perogni suo istinto. Come ho accennato, un altroaspetto fondamentale nel rapporto tra Montini e igiovani riguarda la formazione. Citandosant’Agostino, ricordava spesso che la fede nonpensata non è fede. Obbedire solo agli stimoli delmomento non è fede. Quello della formazione è unproblema drammatico della Chiesa italiana e nonsolo. Gli oratori sono vuoti, le associazioni vannodeperendo, sono invecchiate… E questo non sirisolve con indagini sociologiche, serve una propostadi senso per una vita nuova. In questo lavoroformativo Paolo VI era maestro». Montini è statoanche il Papa del Concilio. «Senza di lui – affermaMazzotta – probabilmente non si sarebbe fatto. Ilsuo primo intervento ha dato l’architettura deilavori. Aveva piena consapevolezza di mezzi e fini.Per esempio, quando all’indomani dell’indizione delConcilio lo andarono a visitare alcuni preti, tra cui ilfuturo cardinale Poma, convinti che fosse entusiasta,lo trovarono invece preoccupato: “Non avete idea dicosa significhi aprire un Concilio”, gli disse. Fece ditutto per mantenere l’unità della Chiesa». Tra lecaratteristiche principali della santità di Paolo VI,Mazzotta cita innanzitutto «l’esperienza di fede, uncristocentrismo assoluto che si può riassumere nellalettera pastorale alla diocesi di Milano in cuiMontini affermava “Cristo ci è necessario”. Poi ildialogo basato sulla verità, non salottiero. È il filoconduttore della prima enciclica, Ecclesiam suam.Infine, l’amore per i poveri e i malati. A chi liassisteva diceva che dovevano curarli non solo con lemani ma con il cuore, che bisognava chiedere lagrazia di amarli. Centralità dell’annuncio della fede epromozione umana sono aspetti – conclude ilconsultore della Congregazione per le cause dei santi– che lo legano molto a Papa Francesco».

a solenne concelebrazione diPapa Francesco con i padrisinodali in piazza San Pietro ha

ufficialmente aperto mercoledì la XVAssemblea generale ordinaria delSinodo dei vescovi su “I giovani, lafede e il discernimento vocazionale”.Nella sua omelia il Santo Padre haricordato quale deve essere il solco incui si dovrà sviluppare il dibattito:«Unti nella speranza cominciamo unnuovo incontro ecclesiale capace diallargare orizzonti, dilatare il cuore etrasformare quelle strutture che oggi ciparalizzano, ci separano e ciallontanano dai giovani, lasciandoliesposti alle intemperie e orfani di unacomunità di fede che li sostenga, di un

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orizzonte di senso e di vita. Lasperanza – ha sottolineato il Papa – ciinterpella, ci smuove e rompe ilconformismo del “si è sempre fattocosì”, e ci chiede di alzarci perguardare direttamente il volto deigiovani e le situazioni in cui sitrovano. La stessa speranza ci chiede dilavorare per rovesciare le situazioni diprecarietà, di esclusione e di violenza,alle quali sono esposti i nostriragazzi». Il Papa ha invitato tutti achiedere allo Spirito Santo di fare«memoria e ravvivare le parole delSignore» per «risvegliare e rinnovare innoi la capacità di sognare e sperare»perché «i nostri giovani saranno capacidi profezia e di visione nella misura incui noi, ormai adulti o anziani, siamocapaci di sognare e così contagiare econdividere i sogni e le speranze cheportiamo nel cuore». Francesco haribadito che i giovani «ci chiamano afarci carico insieme a loro del presentecon maggior impegno e a lottarecontro ciò che in ogni modoimpedisce alla loro vita di svilupparsi

con dignità. Essi ci chiedono edesigono una dedizione creativa, unadinamica intelligente, entusiasta epiena di speranza, e che non lilasciamo soli nelle mani di tantimercanti di morte che opprimono laloro vita e oscurano la loro visione».Per raggiungere questo obiettivo ènecessario, secondo il Santo Padre,l’atteggiamento ricordato da san Paoloai Filippesi: «Ciascuno non cerchil’interesse proprio, ma anche quellodegli altri» e di conseguenza l’«ascoltogli uni degli altri per discernereinsieme quello che il Signore stachiedendo alla sua Chiesa». Un ascolto«sincero, orante e il più possibile privodi pregiudizi e condizioni». «AscoltareDio, per ascoltare con Lui il grido dellagente; ascoltare la gente, per respirarecon essa la volontà a cui Dio ci chiama– ha sottolineato il Papa –. Questoatteggiamento ci difende dallatentazione di cadere in posizionieticistiche o elitarie, come puredall’attrazione per ideologie astratteche non corrispondono mai alla realtà

della nostra gente» perché «senzaquesto atteggiamento, tutti i nostrisforzi saranno vani». Il Papa haterminato citando il discorso di PaoloVI rivolto ai giovani alla conclusionedel Concilio Vaticano II, quando«molti di noi eravamo giovani omuovevamo i primi passi nella vitareligiosa. Lottate contro ogni egoismo– affermò il Papa che sarà canonizzatoil prossimo 14 ottobre –. Rifiutate didare libero corso agli istinti dellaviolenza e dell’odio, che generano leguerre e il loro triste corteo di miserie.Siate generosi, puri, rispettosi, sinceri.Costruite nell’entusiasmo un mondomigliore di quello attuale!». «Padrisinodali, la Chiesa vi guarda confiducia e amore», ha conclusoFrancesco, che nel pomeriggio haguidato la preghiera introduttiva concui ha aperto la prima sessione dilavori del Sinodo.

Andrea AcaliOgni giorno su Romasette.it “La finestra sulSinodo”. Domani la cronaca dell’evento diieri in Aula PaoloVI con i giovani

Giovedì la veglia ai Santi ApostoliSabato musical sul presule martire

l cardinale vicario presiederà giovedì 11ottobre alle ore 20.30 nella basilica dei

Santi XII Apostoli (piazza omonima) una ve-glia diocesana alla vigilia della canonizza-zione di Papa Paolo VI e dell’arcivescovomartire Oscar Arnulfo Romero. Lo stessogiorno, alle 18.30, si terrà a Sant’Ivo alla Sa-pienza il convegno “Cittadini e Cristiani”,dedicato a Paolo VI; interverranno GiseldaAdornato, storica del pensiero di GiovanniBattista Montini, e monsignor Guido Maz-zotta, relatore della causa di beatificazione.Sabato 13, alle 21, nella basilica di Sant’I-gnazio di Loyola (piazza Sant’Ignazio), siterrà il musical “Il martirio di monsignor Ro-mero”, di Eleonora Zacchi, liberamente trat-to dall’opera teatrale “Il martirio del Pa-

store” di Samuel Rovinski, per la regia diMaurizio Scaparro, con il patrocinio del Vi-cariato. Racconta gli ultimi tre anni di vitadi Romero (1917–1980), che riportava nel-le sue omelie le testimonianze di violazio-ni di diritti umani nonché delle manifesta-zioni pubbliche tenute in solidarietà con levittime della violenza politica.Venerdì 12, Signis – associazione cattolicamondiale per la comunicazione –, in col-laborazione con il Dicastero vaticano per laComunicazione, propone nella Sala S. PioX l’evento “Romero comunicatore” per gior-nalisti, operatori e studenti del settore, conla partecipazione dei padri sinodali. Verràallestita una mostra delle prime pagine deigiornali dopo l’omicidio di Romero.

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Il Papa apre il Sinodo: cambiamo ciò che ci allontana dai giovani«Ci chiamano a farci caricoinsieme a loro del presentecon maggior impegno»Francesco chiede un ascolto«sincero, privo di pregiudizi»

E D I T O R I A L E

UNA SANTITÀSOFFERTA

E QUOTIDIANA

DI FRANCESCO PESCE *

a Chiesa ha bisogno del-la sua perenne Penteco-ste», affermava ripetuta-

mente Paolo VI. Durante tutta lasua vita, il Papa che domenicaprossima sarà proclamato santoebbe una forte esperienza delloSpirito che sostiene ogni debo-lezza; seppe annunciare con la Pa-rola e con la testimonianza chetra la Chiesa e il mondo non so-lo non c’è opposizione, ma c’è unrapporto di ascolto e di servizio,fondato sull’evento della Incar-nazione: «Non si creda di giovar-gli assumendone i pensieri, i co-stumi, i gusti, ma studiandolo, a-mandolo, servendolo» (cfr. Te-stamento di Paolo VI).Dall’apostolo di cui portava il no-me ha assunto il coraggio di con-frontarsi con ogni modernità, lafiducia e la gioia di sperimentareche «tutto concorre al bene percoloro che amano Dio» (Rm8,28). Paolo VI ha confermato isuoi fratelli nella fede e, superan-do con forza profetica i confinidel suo ministero, ha annuncia-to anche la Speranza che non de-lude, la civiltà dell’Amore da cuinessuno è escluso.Guidando la barca della Chiesanel Concilio e nel post–Concilio,tenendo fisso lo sguardo su GesùCristo, valorizzando le grandiconquiste dell’uomo moderno,ha lasciato a noi una testimo-nianza impressionante di santitàquotidiana, quella alla quale cisprona Papa Francesco nella“Gaudete et exsultate”. È l’uomoMontini, sacerdote, vescovo e Pa-pa ad essere elevato a modello edintercessore per tutta la Chiesa.Una santità vissuta giorno dopogiorno, come testimoniano queicapolavori spirituali che sono lesue lettere ai famigliari; vissutanella fatica pastorale per i suoistudenti e nel servizio umile e for-te ai grandi impegni del Papa du-rante gli anni alla Segreteria diStato. Una santità offerta e sof-ferta nel suo ministero episcopa-le a Milano. E finalmente una san-tità che ha ricevuto le chiavi diPietro per aprire le porte al Sal-vatore del mondo, e dire ai pove-ri la Beatitudine di Cristo.Una santità romana: «Sì, Romaho amato, nel continuo assillo dimeditarne e di comprenderne iltrascendente segreto, incapacecertamente di penetrarlo e di vi-verlo, ma appassionato sempre,come ancora lo sono, di scoprirecome e perché “Cristo è Roma-no”» (omelia nella Messa dell’80°compleanno). Visitando le par-rocchie e le realtà diocesane in-tendeva portare la Buona Notiziaalle genti, incontrare il nuovo po-polo di Roma, respirare l’eternagiovinezza della Chiesa, dire al-l’uomo che Dio è Padre, dire conle parole di Paolo: «Non deside-ro nulla, desidero voi» (2 Cor. 12,14). «Romani di ieri e di sempre,romani d’origine e di nascita: sa-pete che Noi abbiamo immensastima e fiducia di voi? Noi cono-sciamo la bontà ch’è nei vostri a-nimi e nei vostri costumi; e lo stes-so diciamo a tutti quelli che la Ca-pitale del Paese chiama a Roma,specialmente agli immigrati e atutta la gente di lavoro che abitanei quartieri operai e perifericidella città. Noi vi accogliamo, Noivi salutiamo, Noi vi vogliamo be-ne. Non dovrete sentirvi forestie-ri a Roma, non dovrete rimanereestranei alla vita, anzi allo spiritodella città» (ingresso del vescovodi Roma al Laterano, 10 novem-bre 1963). Roma e il mondo in-tero oggi si inchinano ricono-scenti e grati al Signore per il do-no di questo grande Pastore.

* incaricato Uff. pastorale sociale

l’evento.Domenica la canonizzazione di Montini. Con lui anche Romero

Paolo VI santo:pastore, uomodel dialogo

Paolo VI

Il Papa saluta i cardinali (foto Gennari)

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ual è il peccato maggiore?» «Per me la man-canza maggiore di tutti i tempi è la man-

canza di fede, di speranza, di carità, cioè di crederesoltanto che tutto si risolva sul piano umano, cioè uncristianesimo umanizzato, un cristianesimo in cui cisia l’asilo, la scuola, tutto bene e a posto, e tutti feli-ci e contenti…». A parlare è Carlo Carretto, morto il4 ottobre di 30 anni fa, e la domanda è di un altrogrande che non c’è più, Walter Tobagi. Parole di un’in-tervista del dicembre 1979 mai pubblicata dal Cor-riere della Sera – e resa nota ora dal Sir – perché, con-fessò in seguito lo stesso giornalista (ucciso pochi me-si dopo dalle Brigate rosse), secondo la redazione leparole di Carretto «erano troppo intrise di speranzae di fiducia» . Vero, ma parole anche esigenti. «Se do-vessi far l’esame ad uno che si consideri ancora cri-stiano – diceva – glielo farei su questo: essere cri-stiano significa capire il valore della croce». Educa-tore, presidente della Gioventù di Azione cattolica,poi mistico, studioso della Bibbia, dopo dieci anni dideserto in Nord Africa, nell’ultima fase della sua vi-ta Carlo Carretto fu tra gli animatori della comunitàdei Piccoli fratelli di Charles de Foucauld a Spello. U-na figura che può illuminare ancora oggi il cammi-no dei giovani. (A. Z.)

Carretto, la speranzasenza spazio in pagina

Memoria e accoglienza,inaugurati i «giardini»al Centro Astallia pagina 2

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Anno XLV – Numero 35 Domenica 7 ottobre 2018

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Page 2: U Paolo VI santo: E QUOTIDIANA SOFFERTApeculiare della santità di Paolo VI è quella che potremmo definire l’“opzione per i poveri”. «Da diacono – racconta Mazzotta – scrisse

Assemblea della vita consacrataI giovani chiedono attenzione

ssere riflesso della paternità e della maternità diDio. Testimoniarle coerentemente nel quotidiano

per essere annunciatori efficaci del Vangelo senza per-dere di vista l’educazione all’ascolto e al silenzio. Il car-dinale vicario Angelo De Donatis traccia le linee guidaper l’evangelizzazione dei giovani in questo particola-re momento storico. Durante l’assemblea diocesanadella vita consacrata svoltasi sabato 29 settembre al Se-raphicum al centro ci sono ancora una volta i giovani.È a loro che la Chiesa guarda con attenzione. Soprat-tutto in questo tempo di Sinodo a loro dedicato.Cosa si aspettano oggi i giovani dalla Chiesa? La do-manda è risuonata più volte durante l’assemblea or-ganizzata per la prima volta da tutte le realtà dellavita consacrata della diocesi. A rispondere con fran-chezza e senza esitazioni sono stati sette ragazzi chehanno aperto i lavori. Ad ascoltarli don Antonio Pan-fili, vicario episcopale per la vita consacrata, padrePaolo Maiello del Cism (Conferenza italiana superio-ri maggiori), suor Gabriella Guarnieri dell’Usmi (U-nione superiore maggiori d’Italia), Grazia d’Anna del-l’Ordo Viduarum, Sonia Candelotti dell’Ordo Virgi-num, Paola Pellegrino del Ciis (Conferenza italianadegli istituti secolari), Daniela Grlic per le nuove for-me di vita consacrata.Per il cardinale vicario è fondamentale creare nel gio-vane “l’humus” per accogliere la parola di Dio e far-la germogliare dentro di sé. In tal senso compito deiconsacrati è presentarsi come «punti di riferimento,guide stabili e sagge». Fondamentale risulta inoltre «u-na nuova alleanza con le famiglie in un’ottica di in-terazione che dia capacità di iniziativa al giovane».Ai consacrati di Roma De Donatis ha consigliato di an-nunciare il Vangelo in ogni occasione e in modo «per-

suasivo. La semina va fatta conabbondanza e generosità, nonpossiamo permetterci soste, nonci sono periodi dalla vita dei ra-gazzi da trascurare. In ogni mo-mento siamo chiamati a farequesta semina e a raggiungerlidove fuggono perché siamo Chie-sa in uscita». I consacrati, ha ag-giunto don Panfili, hanno il com-pito di «aiutare i giovani a trovarela loro identità per portarli allascoperta della loro vocazione».Francesca e Davide, della par-rocchia San Tommaso Moro, im-

pegnti nella scuola di formazione sociale e politica fon-data tre anni fa in parrocchia, hanno spiegato che l’e-sempio dei consacrati è di «estrema importanza» perfar sbocciare i carismi di ogni ragazzo. La Chiesa cat-tolica «va verso strade sconosciute, bisogna essere au-daci, creativi, ripensare agli obiettivi, le strutture, lostile, i metodi di evangelizzazione. Abbiamo bisognodi proposte culturali nuove, serie e concrete per aprireil più possibile i nostri orizzonti». Fabiola, Marika e Valerio, della parrocchia Santa Fe-licita e Figli Martiri, hanno chiesto omelie a loro mi-sura per «catturare l’attenzione». «Dovete iniziare adinstaurare un dialogo con noi, partendo anche dallecose più semplici. Abbiamo genitori assenti, voi sieteil nostro punto di riferimento. Donateci il vostro tem-po. Non fateci sentire abbandonati».

Roberta Pumpo

E

«Avvenire» e il Meridione in un libro che rievocala nascita del nostro settimanale nel novembre 1974DI CHRISTIAN GIORGIO

n prima pagina una foto di “Tribunapolitica” – lo storico programma Raidi Jader Jacobelli – con il confronto

tra Amintore Fanfani e Ugo La Malfa.Nel taglio basso le bombe americane sul“Vietnam del Nord”: «Hanoi devearrendersi». Era l’8 aprile del 1972 e suAvvenire, il fondo avvisava i lettori che«da oggi» il quotidiano «viene stampatocontemporaneamente a Milano e aPompei», diventando così il primogiornale «che può raggiungeresimultaneamente i propri lettori in tuttaItalia fin dalle prime ore del mattino».Un «fatto editoriale di grandeimportanza» reso possibile dalla «tecnicadella trasmissione delle pagine infacsimile». Nel suo ultimo libro, AngeloScelzo, salernitano, giornalista, fino al2016 vice direttore della Sala Stampa

Vaticana, narra l’epopea editoriale diPompei dove, nell’area dell’anticatipografia fondata da Bartolo Longo per ifigli dei carcerati, «si completa il progettodi Paolo VI» per un giornale che fosserealmente «nazionale». Il volume “Laquestione meridionale del quotidianocattolico” (Edizioni Santuario diPompei) ripercorre il cammino che,quattro anni dopo la nascita di Avvenire,portò al varo dell’edizione Sud. Pocodopo, nel 1974, la rotativa pompeiana –acquistata sul mercato inglese – avrebbestampato anche le pagine del neonatoRoma7. Secondo la consuetudine del “7”in testatina – mutuata d’altra parte dallostesso Avvenire nazionale che cosìtitolava il suo inserto culturale – «ecco ilvaro, domenica 17 novembre – scriveScelzo – delle due pagine che andavanoad aggiungersi all’edizione romana conla cronaca cittadina». Un segno forte,

quello che volle dare il cardinale UgoPoletti, per il quale l’inserto diocesanoaveva l’obiettivo di porsi come «mezzodi informazione autorevole nelquotidiano cattolico nazionale per uncollegamento fraterno delle variecomunità parrocchiali; un mezzo apertoad una conoscenza della vitamultiforme, dispersa e sconosciuta dellaChiesa locale romana». Ogni venerdì,racconta Scelzo, «dopo la riunione diredazione e una prima impostazionegrafica realizzata con la collaborazionedi un redattore della Cronaca di Roma diAvvenire, l’incaricato dell’edizioneLuciano Montemauri raggiungevaPompei per seguire le ultime fasi dellalavorazione». L’avvento di Roma 7,riflette Angelo Scelzo, «significava ildefinitivo passo avanti delle diocesane.L’assetto complessivo era ormaiimportante».

I

«Accoglienza è esigenzanon procrastinabile»DI ROBERTA PUMPO

n giardino per non dimenticarechi ha perso la vita in marementre cercava di raggiungere

l’Europa. Per tenere vivo il ricordo diuomini, donne e bambini di cui siignorano i nomi ma dei quali si sa percerto che fuggivano da miseria, guerre epersecuzioni sognando un futuromigliore. Mercoledì mattina, il CentroAstalli ha piantato un albero di alloro einaugurato “I giardini della memoria edell’accoglienza” in piazza GianLorenzo Bernini, a San Saba. Dal 2016il 3 ottobre si celebra la Giornatanazionale in memoria delle vittimedell’immigrazione, istituita dal Senatocon la legge 45 per ricordare i migrantimorti a poche miglia dal porto diLampedusa il 3 ottobre 2013 epromuovere iniziative disensibilizzazione e solidarietà. Ilnaufragio del peschereccio libico, sulquale secondo i testimoni erano stipate545 persone, in gran parte eritrei, causòla morte di 368 stranieri, per lo piùdonne e bambini. Venti i presuntidispersi. È considerata una delle piùgravi catastrofi marittime nelMediterraneo dall’inizio del XXI secolo.I superstiti furono 155, di cui 41minori, uno solo accompagnato dallafamiglia. “I giardini della memoria edell’accoglienza” sono stati inauguratinelle altre sei città in cui opera il CentroAstalli. Come a Roma anche a Trento,Vicenza, Padova, Napoli, Catania ePalermo si sono riuniti rifugiati,volontari, studenti e abitanti delquartiere non solo per riflettere sulletragedie che ancora oggi si ripetono nelMediterraneo ma anche per ringraziarechi quotidianamente si impegna peraccogliere e aiutare i migranti. Ilgiardino di Roma si trova di fronte alcentro di accoglienza San Saba, il primoaperto 30 anni fa dal servizio deigesuiti. Ospita 40 persone tra rifugiati erichiedenti asilo. Padre CamilloRipamonti, presidente del CentroAstalli, ha spiegato che è stato scelto ungiardino pubblico nel cuore di Romaperché tutta la cittadinanza, i residentidel quartiere e i cittadini stranieriarrivati da poco «devono assumersi la

U

responsabilità dell’accoglienza e dellamemoria». Un nuovo albero piantatoin un giardino rappresenta un elementoin più che aumenta la diversità erispecchia «l’invito all’accoglienza dellediversità ma anche a prendersireciprocamente cura dei nuovi arrivati edi chi già risiede nel quartiere». Ilsacerdote gesuita ha sottolineato che intema di migrazioni il dialogo con leistituzioni «è sempre aperto» perché èfondamentale «la collaborazione contutti e a tutti i livelli». In questoparticolare momento storico in cui«venti di intolleranza soffiano sull’Italiae sull’Europa», ha ribadito l’importanzadi porre al centro le persone, «il lorosalvataggio, l’accoglienza che non deve

mai venire meno e un’assunzione diresponsabilità da parte di tutti». Ilvescovo ausiliare per il settore Centro,Gianrico Ruzza, ha spiegato che scopodella celebrazione è quella di invitare icittadini «a fare memoria del passato inun luogo molto bello e significativo.Abbiamo il dovere morale e civile dinon dimenticare gli eventi drammaticiaccaduti». Per il vescovo il fenomenomigratorio non va visto conpreoccupazione ma è un’opportunità einvitare gli studenti a riflettere suquesto vuol dire «essere responsabiliperché la città dovrebbe tornare adessere sempre di più un luogo diaccoglienza, di vita, di speranza e diintegrazione. Se vogliamo continuare

Monito del vescovo Ruzzaall’inaugurazione dei «giardinidella memoria» a San Saba,

per iniziativa del Centro Astalli,nella Giornata dedicataalle vittime dell’immigrazione

«Gaudeteet exsultate»Da domani8 catechesia S. Giovanni

Prendono il via domanisera, nella basilica di SanGiovanni in Laterano, gliotto incontrisull’esortazioneapostolica “Gaudete et exsultate” di PapaFrancesco. L’inizio è previsto alle 19 conaccesso dalla facciata principale. Guiderà lacatechesi il cardinale vicario Angelo DeDonatis, insieme a monsignor MarcoFrisina, rettore della basilica Santa Cecilia.Al centro di ogni serata, un tema su alcunipunti del documento, scandito dal nome diun santo o da un beato. “I santi di tutti igiorni” è il titolo del primo appuntamentoin programma domani in cattedrale, ed èFrancesco di Sales il santo, con il sottotitolo“Santi in ogni stato di vita”. Il 12 novembresarà invece la volta di “A chi sta scomoda lasantità? GE 36–62. S. Alfonso de’ Liguori:Annunciare a tutti la possibilità di esseresanti”. Il 10 dicembre, poi: “La scala della

felicità. GE 65–94. S. Francesco d’Assisi:Nell’umiltà la grandezza”. Il 7 gennaio, cisarà “Ama e fa ciò che vuoi. GE 95–109. S.Teresa di Lisieux: Nel cuore della Chiesa”.Ancora, l’11 febbraio “Pazienti e contenti.GE 112–128. S. Filippo Neri: La gioia e lalibertà dello Spirito”. Mentre “Oranti ecomunicanti. GE 140–157. B. Charles deFoucauld: Portare il Signore in mezzo aifratelli” sarà il filo conduttore dell’11marzo; il 15 aprile, invece, la serata sarà su“Combattere secondo le regole. GE 159–165. S. Pio da Pietrelcina: Condividere lalotta di Cristo”. La conclusione il 13 maggio:“Scegliere le scelte di Dio. GE 166–177. S.Teresa d’Avila e S. Giovanni della Croce: Laforza della preghiera”.

in diocesi

ad annunciare il Vangeloinculturandolo nel tempo che viviamo– ha proseguito – dobbiamo esserecoraggiosi testimoni dell’accoglienzafacendo sempre in modo che siacompatibile con la serenità e laquotidianità di chi vive nelle nostrecittà. Il Vangelo non va messo insecondo piano e l’esigenzadell’accoglienza non è procrastinabile».Tra i cittadini presenti anche FabrizioFantera, figlio di Bruno che nel ’43nascose in casa sua una famiglia diebrei. «Chi teme tanto la convivenzadovrebbe venire qui – ha detto –Questo quartiere è un luogo vivo doveconvive tranquillamente la diversità ditante persone».

DI MICHELA ALTOVITI

on la visita del cardinale Angelo DeDonatis, vicario del Papa per ladiocesi di Roma, si concludono oggi

nella parrocchia di San Bruno, a via dellaPisana, i festeggiamenti in onore del santopatrono, eremita dell’XI secolo e fondatoredell’ordine dei certosini. Questa mattina,dopo una saluto presso la loro casa allesuore di Gesù Buon Pastore che operanonel territorio e animano la lectio divinaogni mercoledì sera per i giovani e gli adultidella comunità parrocchiale, il cardinale

incontra le famiglie e i responsabili deigruppi per celebrare poi la Messa delle 11.«Già ieri sera abbiamo vissuto unmomento forte di comunione – racconta ilparroco don Valerio Di Palma – quando laprocessione ha fatto tappa presso il palazzoche lo scorso agosto è andato a fuoco perun incidente qui nel quartiere: siamo infesta ma non dimentichiamo le famigliesfollate e che vivono nel disagio».L’attenzione ai nuclei familiari è un puntodi forza delle attività pastorali dellaparrocchia «sulla scia dell’esortazioneapostolica di Papa Francesco “AmorisLaetitia” – prosegue il sacerdote –, che harinvigorito nell’annuncio prima di tutto mecome prete, facendomi più attentonell’ascolto delle problematiche eriuscendo ad avvicinare al matrimonioreligioso coppie che si erano allontanatedalla Chiesa». In questo senso operano a

San Bruno due realtà: quellaneocatecumenale e quella del movimentoFamiglia piccola Chiesa, che si dedica allecatechesi per le coppie più giovani e perquelle che vivono situazioni di crisi edifficoltà. Don Di Palma sottolinea poi che«è importante in una parrocchia che ha 50anni di storia ma che si sta ripopolando,mettere insieme e in dialogo tra loro legenerazioni come ci chiede Papa Francescoe guardando al profeta Gioele affinchédavvero “I sogni degli anziani siano leprofezie dei giovani”». Proprio sui ragazzi«la parrocchia scommette davvero,responsabilizzandoli»: a una giovanedirettrice è affidato il coro che anima lecelebrazioni. Poco più che adolescenti sonopoi i 6 educatori che stanno cercando «difar ripartire le attività dell’oratorio peraccompgnare alla fede bambini e ragazzi –spiega Matteo, 20 anni –: desideriamo

davvero farne un ambiente dove sentirsiaccolti e dove le opportunità diaggregazione offrano anche occasioni dicrescita sul piano spirituale e religioso».Anche Adriano ha 20 anni e con un altrocatechista segue i ragazzi che si stannopreparando alla Cresima: «È moltoimportante la mia stessa formazione –sottolinea – e con altri educatori dellaparrocchia seguiamo i percorsi offerti per lanostra prefettura dagli Uffici per lapastorale giovanile e catechistico delVicariato». “Fare rete” con le parrocchievicine, «riconoscendosi parte della diocesisenza rimanere chiusi nell’abitudine del“da noi si è sempre fatto così” è un puntodi forza – mette in luce Alessandra, 50anni, catechista della Comunione –; anchela collaborazione con le famiglie èessenziale perché la fede si trasmetteprimariamente a casa».

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San Bruno, punto di forza l’attenzione alle famiglieUn cammino nel solco della «Amoris laetitia». Una tappa della processione accanto al palazzo andato a fuoco in agosto

San Bruno

2 Domenica7 ottobre 2018

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Page 3: U Paolo VI santo: E QUOTIDIANA SOFFERTApeculiare della santità di Paolo VI è quella che potremmo definire l’“opzione per i poveri”. «Da diacono – racconta Mazzotta – scrisse

Bignardi: «Generazione Z, capaci di cura e iperconnessi»

DI MICHELA ALTOVITI

n milione e 200 mila nel mondo, ov-vero il 18% della popolazione mon-diale, poco meno di 600mila in Italia.

Sono gli adolescenti o la “Generazione Z”, igiovani dai 10 ai 19 anni che vivono l’età ditransizione dall’infanzia all’essere adulti. Aloro, all’inizio del Sinodo dei vescovi sui gio-vani, il Servizio diocesano per la pastoralegiovanile ha scelto di dedicare l’incontro diapertura dei percorsi formativi per sacerdotiche ha avuto luogo giovedì nella Curia gene-ralizia delle Suore Missionarie della Scuola.Al centro della mattinata, l’intervento di Pao-la Bignardi, coordinatrice dell’Osservatorio

giovani dell’Istituto Toniolo, che ha presen-tato i risultati di un’indagine condotta su6000 ragazzi nati a partire dal 2000, raccol-ti nel libro “Generazione Z” edito da Vita ePensiero. Primi veri “nativi digitali”, fre-quentano 36 scuole distribuite sul territorionazionale e hanno raccontato i loro sogni, de-sideri e progetti.«Generalmente genitori, insegnanti ed edu-catori guardano all’adolescenza – ha chiosa-to Bignardi – come ad un periodo critico cuisopravvivere», invece «pur essendo indub-biamente un’età difficile è anche un tempodi ricchezza: porre attenzione solo agli aspettiproblematici è controproducente». Il veroprocesso educativo «si attua a partire dalle ri-sorse delle persone mediante un approcciopositivo capace di cogliere le potenzialità».Gli adolescenti sottoposti all’indagine «han-no elevati livelli di “caring”, la capacità dimettersi nei panni degli altri, ribaltando l’im-magine tradizionale che li vede egocentrici einsensibili ai bisogni dei coetanei». Ancora,

risultano «in grado di riconoscere e rispetta-re l’importanza delle norme e dei valori so-ciali» dimostrando anche «una buona perce-zione delle proprie risorse e competenze spe-cie in ambito scolastico e sportivo». Dalla ri-levazione emerge una chiara distinzione trail profilo maschile e quello femminile dell’a-dolescente: «È tutto più complicato per le ra-gazze – ha illustrato ancora Bignardi – più in-soddisfatte ed esigenti con loro stesse men-tre i ragazzi possiedono maggiore autostimae vivono più serenamente le relazioni, spe-cialmente in famiglia».Altro dato evidente è l’”iperconnessione”: «88adolescenti su 100 utilizzano quotidiana-mente dispositivi digitali per navigare in re-te per circa 3 ore e mezza». Bassa la consape-volezza sui lati insidiosi della rete come ha-te speech, trolling, sexting cioè l’invio di mes-saggi, testi e immagini sessualmente esplici-ti. Alla luce dei dati raccolti, Bignardi ha trac-ciato quindi delle linee guida per educatori.In primo luogo, chi educa «deve essere di so-

stegno all’adolescente nella stesura di un pro-getto di vita che necessita di scelte talvoltaanche difficili e che devono condurre al ri-conoscimento del valore del limite e dellaprivazione». «Funzionano le relazioni che ac-compagnano senza creare legami di dipen-denza – ha spiegato – e la condivisione di e-sperienze forti, che lasciano il segno, soprat-tutto nell’aiuto all’altro». Inoltre è efficace l’a-scolto attivo «perché gli adolescenti hannotante domande ma poche occasioni e pococoraggio per porle».Privilegiati allora i contesti non formali, co-me quello parrocchiale, perché permettonoil confronto anche con giovani–adulti vicinial vissuto dell’adolescente, oltre che con glieducatori che «sempre più devono sapersi fa-re compagni di viaggio, maestri ma anche di-scepoli insieme – ha concluso don AntonioMagnotta, direttore dell Servizio per la pa-storale giovanile –: questo vuole essere lo spi-rito del nostro servizio e della proposta for-mativa che intendiamo offrire».

U

Transito di San FrancescoBrandolini in cattedrale

Tre proposte a Lourdes,a Fatima e in Galileaper incontrare le loroesigenze profondeL’intervento a Loretodel cardinale vicarioper il coordinamentotecnico dell’Operaromana pellegrinaggi

L’Orp rilanciaper i giovani

DI FILIPPO PASSANTINO

el silenzio interiore diogni pellegrinaggio Diosussurra la verità sulla

nostra vita. L’esperienza èdirompente, soprattutto nei giovani,perché tocca due pilastri nella vitadell’uomo: il tempo e lo spazio». Ilcardinale vicario Angelo De Donatis,nell’omelia della Messa che ha

N«celebrato lunedì sera, nella basilicadella Santa Casa, a Loreto, ha rivoltoil suo pensiero ai giovani, cui èdedicato il Sinodo dei vescovi. Dapadre sinodale, ha indicato loro unterreno dove maturare la ricercadella verità, cioè il pellegrinaggio,durante il quale «si passa dall’istintodel possesso al desiderio di nonpossedere». «Produce come fruttospirituale l’essere più liberi. Grazie aquesta dinamica ricomincia undialogo tra l’uomo e Dio».Occasione per l’intervento delcardinale, il coordinamentonazionale dell’Opera romanapellegrinaggi, che si è tenuto aLoreto da lunedì a mercoledì. L’Orp,guardando al Sinodo, mette adisposizione dei giovani,quest’anno, tre itinerari perconsentire loro di «scoprire labellezza della fede e della propriavocazione». Le mete sono quelletradizionali, ma le iniziativeproposte dedicano una particolareattenzione ai desideri dei giovani diesperienze profonde. Così a Lourdese a Fatima sarà possibile incontrare

la Comunità Cenacolo, luogo direcupero e assistenza sociale perpersone vittime delle dipendenze. InGalilea, invece, ad attendere ipellegrini sarà la Comunità MondoX, impegnata nell’aiuto deitossicodipendenti che voltanopagina svolgendo servizi di utilitàsociale. E, poi, a Betlemme, la visitaall’oratorio salesiano, dove i ragazzipalestinesi costruiscono il lorofuturo. «I giovani hanno un loromodo di rapportarsi ai luoghi santi ehanno bisogno di un tipo diorganizzazione personalizzata – haspiegato l’amministratore delegatodell’Orp, monsignor RemoChiavarini –. La sfida era trovarequalcosa di adatto per loro. Hannobisogno, ad esempio, di farel’esperienza di un cammino. Cosìpermettiamo loro di mettersi inmovimento fisicamente». Anche isantuari si preparano ad accogliere iragazzi con iniziative particolari,presentate dai rettori. «I giovani nonhanno perso l’interesse per la fede –ha riferito padre Carlos ManuelPedrosa Cabecinhas, rettore del

Santuario di Fatima –, esprimonospesso insoddisfazione per come lasi vive nelle nostre comunità. E lacercano nel santuario perchépermette loro un’esperienza diversadi incontro con Dio». A Fatima così«abbiamo sviluppato un progetto divolontariato per loro e una strutturadi accoglienza». A Lourdes, invece,sono impegnati nell’assistenza degliammalati o si ritrovano nella Grottadelle apparizioni di notte alla lucedelle candele, perché – ha spiegato ilrettore del Santuario, padre AndrèCabes – «hanno bisogno di esserevisitati nella loro notte». «Molti diloro vogliono andare nelle piscineper rivivere la grazia del battesimo».È forte il desiderio dei giovani diessere pellegrini anche in TerraSanta. Parola dell’amministratoreapostolico del Patriarcato diGerusalemme dei Latini, PierbattistaPizzaballa, che ha indicato un«aumento dei giovani che arrivano».«Non vogliono solo visitare i luoghi,ma incontrare le comunità e cercarespazi di silenzio. Utilizzano voli lowcost e lo fanno soprattutto in estate».

a perfetta letizia, intesa comegioia autentica, quale risultato

di una vita umile, votata alla lodee benedizione del Creatore. Questoil nucleo centrale dal quale ilvescovo Luca Brandolini, vicariodell’aciprete della basilica di SanGiovanni in Laterano, ha dipanatola sua omelia mercoledì sera, nelcorso della solenne celebrazionedel Transito di san Francesco cheha avuto luogo nella cattedrale diRoma. Tra i concelebranti, i vescoviGirotti e Ricciardi. Guardando allavita e alla predicazione delPoverello di Assisi, caratterizzatedalla semplicità, il presule hasottolineato che «solo chi è piccoloe puro come i bambini puòsperimentare e svelarequell’Evangelii gaudium che èanche l’iniziale messaggio del Papaal mondo per rinnovare epromuovere la crescita del popolocristiano», in riferimento allaprima esortazione apostolica diFrancesco, promulgata nel 2013.«La perfetta letizia francescana –ha chiosato – nasce nel cuore dicoloro che si aprono al Vangelo eproprio alla fedeltà alla Parola diGesù san Francesco chiamò i suoifrati in punto di morte: è questa lasuprema regola per tutti coloroche vogliono davvero seguire eservire la Chiesa». Attualizzandoquesto mandato, Brandolini haauspicato che ciascuno possaessere in grado di «accogliere nellapropria vita la somma benedizionedel Padre per camminare con gioiaanche nei momenti di stanchezzache non mancano mai, sapendo

che troveremo riparo soloaffidandoci a Lui». Ancora, l’invitoalla lode per il dono della vitanella sua interezza, ricordando gliultimi momenti dell’esistenza delco–patrono d’Italia, autore delCantico delle creature: «Francescochiese ai suoi confratelli diseppellirlo nella nuda terra e,prima, volle invocare come sorellaanche la morte, riconoscendola viad’accesso e passaggio obbligatoper partecipare alla gloria piena edefinitiva di Dio». Alla protezionedi san Francesco Brandolini ha poiaffidato i lavori del Sinodo e inparticolare i giovani cuil’assemblea dei vescovi è dedicata.Prima della benedizione finale, lacelebrazione del “Transito di sanFrancesco”, con la lettura delracconto della morte del santodalla biografia scritta da sanTommaso da Celano nel XIII secolo.Infine, la processione fino almonumento in piazza di Porta SanGiovanni con la venerazione el’omaggio floreale, da parte di ungruppo di bambini dellaparrocchia di Sant’Anselmo allaCecchignola, alla statua diFrancesco che dal 1927 svetta difronte alla cattedrale. Deposte aipiedi del simulacro rose bianche egialle, i colori del Vaticano, inomaggio a Papa Francesco cheproprio al santo di Assisi haimprontato il suo pontificato,mentre la banda dellaGendarmeria Vaticana intonava lacelebre “Fratello sole sorella luna”del compositore Riz Ortolani.

Michela Altoviti

L

ggi, memoria liturgica di san Mar-co I Papa, alle ore 19, nella basi-

lica parrocchiale di San Marco al Cam-pidoglio (piazza omonima, accanto apiazza Venezia), il cardinale vicario An-gelo De Donatis prenderà possesso deltitolo presbiterale di San Marco asse-gnatogli da Papa Francesco in occa-sione della sua nomina cardinalizia,nel Concistoro dello scorso giugno.

È la parrocchia dove De Donatis hasvolto il ministero di parroco perdodici anni, dal 2003 al 2015. Unadelle chiese romane più antiche,anche se nel secolo XV la basilicavenne radicalmente trasformatadal cardinale Pietro Barbo, che di-venne poi papa Paolo II.Secondo la tradizione, nella stessazona, alle pendici del Campidoglio

abitò, presso una famiglia cristia-na, l’evangelista Marco, venuto aRoma con san Pietro, e in quei luo-ghi avrebbe fondato un oratorio. Il rito della presa di possesso «sot-tolinea il legame tra il vescovo diRoma e il suo clero», osserva il di-rettore dell’Ufficio liturgico del Vi-cariato di Roma, padre GiuseppeMidili.

OS. Marco, De Donatis prende possesso del titolo

Nennolina e Lorena, santità dal volto giovanesanti. Testimonianze di vita che

si considerano inimitabili maspesso hanno il volto sorridente

di giovani. Antonietta Meo, LorenaD’Alessandro. Sette anni da com-piere la prima, quasi sedici la se-conda. Una bambina e un’adole-scente, entrambe romane, che han-no amato la vita e il prossimo, no-nostante le atroci sofferenze inflittedalla malattia.Alla vigilia dell’apertura del Sinododedicato ai giovani le loro storie so-no state al centro della tavola ro-tonda “La santità: una chiamata pertutti, un cammino verso la gioia”,organizzata da Azione cattolica,Scuola di Santità Pio XI e associa-zione Amici di Lorena, martedì nel-la basilica di Santa Croce in Gerusa-lemme, moderata dal coordinatore

editoriale del nostro settimanale An-gelo Zema. E aperta da monsignorMaurizio Tagliaferri, relatore dellaCongregazione delle Cause dei san-ti, che ha offerto un excursus sullasantità in Papa Fancesco.La storia di Antonietta, nota comeNennolina, è stata tracciata da An-na Teresa Borrelli, postulatrice del-la causa di beatificazione della bam-bina dichiarata venerabile il 17 di-cembre 2007. Nella primavera del1936 le diagnosticarono un osteo-sarcoma che rese necessaria l’am-putazione di una gamba. Non ave-va ancora 6 anni. Già da piccolissi-ma aveva intrecciato un rapporto so-lido con Gesù, che considerava l’a-mico al quale raccontare la sua gior-nata e al quale indirizzare lettere.Quando poi si è ammalata Cristo è

stato Colui con il quale condivide-re la sofferenza, ha spiegato la po-stulatrice. «Ha ringraziato Gesù peril dono della malattia perché ha po-tuto offrire la sua sofferenza per ipeccatori», ha affermato Borrelli.L’8 aprile 2003 si è invece conclusala fase diocesana della causa di bea-tificazione di Lorena D’Alessandro.Nel 1974 aveva appena 10 anniquando subì un trapianto osseo perun tumore alla gamba sinistra. Dueanni dopo il male si ripresentò e lefu amputata la gamba. Non si è maiabbattuta, ha proseguito gli studicon profitto al liceo classico e hasempre partecipato alle attività del-la parrocchia Nostra Signora di C-zestochowa, dove era catechista ecantava nel coro. Nel gennaio 1981le fu diagnosticato un tumore al pol-

mone sinistro con metastasi diffuse,che la portò alla morte in appenatre mesi. Paolo Vilotta, da poco po-stulatore della sua causa, ha osser-vato che è un «dovere divulgare lastoria delle due ragazze e far cono-scere la gioia con la quale hanno vis-suto la malattia». Don Patrizio Mi-lano, assistente spirituale dell’asso-ciazione Amici di Lorena, ha parla-to della dimensione spirituale dellaragazza che «viveva e condivideva lafede con gli altri e che aveva fattodell’amore il leitmotiv della sua vi-ta». Sulla «fede adulta» delle due a-dolescenti, simile a quella di «tantigiovani santi che vivono a Roma», siè soffermato invece don AntonioMagnotta, direttore del Servizio dio-cesano per la pastorale giovanile.

Roberta Pumpo

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I risultati di un’indagine su6mila “under 19” presentatiai sacerdoti all’aperturad’anno della pastorale giovanile

La processioneverso ilmomumentodedicato alsanto (fotoGennari)

la celebrazione di oggi

Le storie della piccola Antoniettae dell’adolescente morta nel 1981al centro di una tavola rotondaalla vigilia dell’apertura del Sinodo

Paola Bignardi (foto Gennari)

Padre Cabes, don De Marco, padre Pedrosa Cabecinhas e padre Bader

Un momento della tavola rotonda

3Domenica7 ottobre 2018

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Page 4: U Paolo VI santo: E QUOTIDIANA SOFFERTApeculiare della santità di Paolo VI è quella che potremmo definire l’“opzione per i poveri”. «Da diacono – racconta Mazzotta – scrisse
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Page 5: U Paolo VI santo: E QUOTIDIANA SOFFERTApeculiare della santità di Paolo VI è quella che potremmo definire l’“opzione per i poveri”. «Da diacono – racconta Mazzotta – scrisse

«Benvenuta donna», porte aperte

Iniziative per coppie di sposial consultorio familiarenel centro storico. «Santitàin cammino» proponeun itinerario attraversoalcuni luoghi della cittàlegati a figure di santiLi guiderà padre FerettiL’altra proposta punta ad approfondire il ruolodei sensi all’interno dellacoppia, affinché possanoessere «finestre chelasciano passare l’altro»

on l’inizio del nuovo anno pastoraleriprendono anche le attività del Consultorio

familiare Centro La Famiglia di via della Pigna(civico 13/a). In particolare, accanto all’offertatradizionale, ci sono due nuovi percorsiformativi pensati per le coppie di sposi: “Santitàin cammino” e “Dedicato a noi. Sensi dicoppia”. Il primo, sulla scia dell’esortazioneapostolica di Papa Francesco Gaudete etexsultate, propone un itinerario attraversoalcuni luoghi della città di Roma legati adaltrettante figure di santi. Perché «la santità èun cammino», spiegano dal Centro La Famiglia.«La santità non si raggiunge all’improvviso –aggiungono – ma è la meta di un procedimentodi conversione di ogni persona». Gli incontriprenderanno il via il 14 ottobre eproseguiranno con un appuntamento al mese,dalle 10 alle 13.30, e comprenderanno lacelebrazione eucaristica. A guidarli sarà padreAlberto Feretti, dei Missionari oblati di Maria

C Immacolata, presidente e direttore delConsultorio di via della Pigna. «Il percorso diaccompagnamento – spiegano ancora – èrivolto a coppie che desiderano approfondire ilsenso del proprio percorso di coppia e che, aloro volta, vogliono aiutare altri nelsuperamento di momenti di crisi o chenecessitano di un particolare discernimento».Mira invece ad approfondire «il ruolo dei sensinel rapporto di coppia» la seconda proposta delCentro, “Dedicato a noi. Sensi di coppia”.«L’amore di coppia – spiegano i promotori –richiede un allenamento, un training dei sensiin modo che siano davvero finestre che lascianopassare l’altro in una comunione concreta,mistica e passionale, giocosa e matura». Gliincontri si terranno nella sede del Consultoriocon cadenza mensile, dalle 17 alle 19.30. Per ilcalendario dei corsi, iscrizioni e ulterioriinformazioni: www.centrolafamiglia.org;[email protected].

DI PIETRO MARIANI

ono state inaugurate il 30 settembredue case per rifugiate con bambini eper migranti in situazioni di

vulnerabilità. Il progetto si chiama“Chaire Gynai”, frase in greco che sta per“Benvenuta donna”. L’iniziativa è stataresa possibile oltre che dallaCongregazione delle Suore MissionarieScalabriniane, anche dal Dicastero dellaSanta Sede per il servizio dello sviluppoumano integrale (Sezione migranti e

rifugiati), dalla Congregazione per gliIstituti di vita consacrata e le Società divita apostolica, dalla Uisg (Unioneinternazionale superiore generali) e dallaConferenza episcopale italiana. LeScalabriniane hanno coinvolto anche leSuore Missionarie del Sacro Cuore diGesù, che hanno messo a disposizione glispazi. Le due case (tra le prime del generein Italia) nascono in via della PinetaSacchetti e in via Michele Mercati eaccolgono 17 donne e 7 minori. Qui sipotrà stare per un periodo che va dai 6mesi a un anno massimo, fino a che «nonabbiano raggiunto una completaautonomia», si legge in una nota. Gliospiti arrivano da Siria,Uganda, Senegal, Congo,Camerun, Etiopia, India eBurundi. «Il progetto nascenel cuore del Santo Padrequando ha invitato tutte lecongregazioni religiosepresenti nel territorio delladiocesi di Roma adaccogliere i migranti e irifugiati e chi ha scelto difare il percorso della lorovita in questo territorio.Questa è la testimonianza dicome costruiamo ponti peruna società accogliente eaperta», ha spiegato padreFabio Baggio, sottosegretariodel Dicastero per lo sviluppoumano integrale. «L’appello del Papa non ècaduto nel vuoto. Accoglierei bambini e le mamme è il

Sgesto di Gesù Cristo. Il messaggio di Gesùè un messaggio di vita», ha detto ilcardinale Joao Braz de Aviz, prefetto dellaCongregazione per gli Istituti di vitaconsacrata e le Società di vita apostolica.«Accogliere, proteggere, promuovere,integrare sono i quattro verbi guida perPapa Francesco e sono i quattro verbi cheguidano le nostre scelte pastorali, perchénessuno deve sentirsi straniero, tuttisiamo figli e figlie dello stesso Padre», hasottolineato la superiore dellescalabriniane, suor Neusa de FatimaMariano: questo progetto èun’opportunità che la Chiesa e i proprimigranti e rifugiati «ci offrono perrispondere con fedeltà alla nostramissione a servizio dei migranti attraversoil volto femminile del carismascalabriniano. Ma fin dall’inizio per noiera chiaro che non era un progettosoltanto nostro, che non potevamo e nonpossiamo farcela da sole, ma possiamorealizzarlo in collegamento e incollaborazione soprattutto con gli Istitutidi vita religiosa consacrata, affinché sia unsegno profetico nel servizio alle donne eai bambini rifugiati». «Valorizziamo ilprincipio della dignità umana, il dirittoalla libertà e all’uguaglianza, lavalorizzazione delle persone e la lorotutela – ha chiarito suor Eleia Scariot,scalabriniana coordinatrice del progetto –.L’intenzione è quella di sostenere ledonne nel loro percorso di integrazione evalorizzazione professionale. La base è ilriscatto della speranza: queste donnericevono aiuto e accompagnamentoumano e professionale, vivendoesperienze di convivenza, di divertimentoe di spiritualità che siano rivitalizzanti perriscattare la stima di loro stesse, spessoferita durante il loro viaggio migratorio».

Gli spazi messi a disposizionedalle suore missionariedel Sacro Cuore di Gesù Accoglienza dai 6 ai 12 mesifino a una completa autonomiaOspiti da Siria, India e Africa

Inaugurate due case per rifugiate con bambinie per migranti in situazioni di vulnerabilitàScalabriniane in prima linea con altre realtà

Al consultorio di via della Pigna nuovi percorsi formativi

Fino al 14 la Settimana della famigliai è aperta ufficialmente ieri la Settimana dellafamiglia, giunta alla terza edizione, promossa dal

Centro per la pastorale familiare del Vicariato di Roma edal Forum delle associazioni familiari del Lazio, inprogramma fino al 14 ottobre in diversi spazi della città.Tra gli appuntamenti da segnalare, la presentazione delprogetto “Educautismo”, giovedì 11 presso la parrocchiadi San Giustino, e il convegno universitario “Fisco efamiglia”, sempre l’11 alla Facoltà di Economiadell’Università di Tor Vergata. Ancora, l’incontro“Contrastare il gioco d’azzardo”, venerdì 12 all’IstitutoSuperiore di Sanità (viale Regina Elena, 299), in cui verràpresentato il numero verde nazionale per laprevenzione e la cura delle dipendenze da gioco. Per ilcalendario completo degli eventi:www.settimanadellafamiglia.it. (R. S.)

S

l’iniziativa

Un momento dell’inaugurazione di “Chaire Gynai”

Web.La Comunità di S. Egidiolancia un portale sugli anziani

società. Ottobrata solidale AcliQuattordici eventi per tutte le età

artedì scorso, 2 ottobre,si è celebrata la Festa

dei Nonni. E la Comunità diSant’Egidio, da sempre attentaalle problematiche della terzaetà, ha deciso per l’occasionedi rilanciare, in una vestegrafica rinnovata e con tantesezioni tematiche di agevoleconsultazione, un sito webinteramente dedicato agli

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anziani:www.vivaglianziani.it. Sulportale notizie, documenti,difesa dei diritti e qualitàdella vita. Dal sito èpossibile anche scaricaregratuitamente la guida“Come rimanere a casa daanziani”, e ampio spazio èdedicato alle iniziative chela Comunità nata aTrastevere realizza a favoredi chi è più avanti con glianni, come convivenze, co–housing e il programma“Viva gli anziani!”, che creauna rete di prossimità percontrastare solitudine eisolamento sociale. «Dasempre – sottolinea unanota della Comunità di

Sant’Egidio – i nonni sonouna presenza fondamentalenella società e nella famigliaitaliana, oggi forse ancor piùvalorizzata dalla crisieconomica e dal rarefarsidelle relazioni sociali.Infatti, in tempi di difficoltàe di carenti investimenti nelsettore della famiglia, inonni sono un pilastrofondamentale del welfare».Ma, prosegue la nota, «oltreal ruolo di preziosoammortizzatore per lefamiglie, rappresentano, inItalia più che nel restod’Europa, un vero e propriocollante sociale. I nonni, epiù in generale gli anziani,svolgono un ruolofondamentale nella curadelle relazioni: donanovolentieri il proprio tempoai più piccoli e non solo.Basti pensare che il 35 % di

loro si prende curaquotidianamente dei nipoti.In molti casi, inoltre, sonoattori determinanti perl’integrazione degliimmigrati nel nostro Paeseaccogliendo nelle loro casemigliaia di assistentifamiliari straniere». Rispettoalla media europea,riferiscono ancora daSant’Egidio, i nonni italianidispensano consigli a figli enipoti (44% contro lamedia europea del 27%), sitengono aggiornati sulleinnovazioni (39% contro il42% europeo) e badano ainipoti (35% contro il 28%),aiutano nel disbrigo delleincombenze domestiche(25% vs 15%), ospitano ifamiliari durante le vacanze(19% vs 17%), propongonoe organizzano le riunioni difamiglia (22% vs 19%).

Il varo in occasionedella Festa dei nonni,«da sempre presenzafondamentale»Spazio a difesa deidiritti e qualità di vita

a preso il via giovedì da una loca-tion straordinaria, il Colosseo, la

quarta edizione dell’Ottobrata solidale,l’iniziativa promossa dalle Acli di Roma,dall’UsAcli e da Fap Acli Roma con il pa-trocinio della Regione Lazio, di Roma Ca-pitale e del Vicariato. Ad aprire la mani-festazione “Scatti di solidarietà attraver-so la storia”, pomeriggio dedicato all’ar-te, alla storia e alla solidarietà.I partecipanti, con le proprie macchinefotografiche o i propri smartphone, han-no immortalato non soltanto le bellez-ze della città, ma anche alcuni luoghidella solidarietà come la mensa Caritasdi Colle Oppio.Gli eventi dell’Ottobrata, in tutto quat-tordici, proseguiranno venerdì 5 con latavola rotonda “La bellezza dell’integra-zione”, poi domenica 7 la IV edizionedelle “Nonniadi” con giochi e sport all’a-

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perto per nonni e nipoti, giovedì 11 unincontro su legalità e genitorialità, ve-nerdì 12 la presentazione del libro “Gior-nalisti in terre di mafia”. Mercoledì 17 lapresentazione dell’App “Roma che ser-ve” realizzata nell’ambito del progetto“il cibo che serve”, sabato 20 l’inaugu-razione del presidio solidale a Corvialepresso la parrocchia di San Paolo dellaCroce, mercoledì 24 la presentazione delnuovo manuale antitruffa per anziani. U-no spettacolo chiuderà la manifestazio-ne il 5 novembre alla Sala Umberto.«È un’iniziativa – dichiara Lidia Borzì,presidente delle Acli di Roma e provin-cia – che mette in evidenza la bellezzadella solidarietà utilizzando anche i lin-guaggi dell’arte, da quest’anno arricchi-ti da quello della fotografia. L’Ottobratasolidale cresce, anzi lievita, come il pa-ne che ogni giorno recuperiamo per gliultimi, perché la solidarietà è contagio-sa e ogni anno che passa coinvolge sem-pre di più organizzazioni che ogni gior-no, lontano dai riflettori, si impegnanoin tante iniziative solidali».

Le “Nonniadi”, tornei all’ariaaperta per nonni e nipoti,sono una delle iniziativepromosse dalle Acli diRoma, dall’UsAcli e da FapAcli Roma per questo mese

«Liberi nell’arte», progetto per favorireil reinserimento sociale dei detenuti

l titolo è “Liberi nell’arte” ed è un’iniziativarivolta al mondo delle carceri che

accompagnerà lo svolgimento del Sinodo deivescovi. Prevede quattro momenti artistici,l’istituzione di 3 borse lavoro e 2 borse di studiofinalizzate al reinserimento dei detenuti. Ieri lapartenza con un collegamento dall’Aula PaoloVI in occasione dell’incontro dei giovani con ipadri sinodali alla presenza del Papa, conl’Istituto penale per minorenni Casal delMarmo. Il 18 ottobre, a Rebibbia, verràproiettato, in collaborazione con Sky, il film“Michelangelo Infinito” con la partecipazionedell’attore Enrico Lo Verso e del direttoreartistico Cosetta Lagani. Il 19 ottobre a Casal delMarmo si terrà la presentazione dello show“Giudizio universale, Michelangelo and thesecrets of the Sistine Chapel”; il 20 Regina Coeliospiterà lo spettacolo delle Div4S– ItalianSopranos, condotto da Lorena Bianchetti. Il 25ottobre, a Paliano, sarà proiettato “Caravaggiol’anima e il sangue”. Il progetto “Liberi

I nell’arte” è promosso da Ucsi Molise, VaticanNews, Sky, associazione Liberi nell’Arte,Ministero della giustizia e Ispettorato generaledei cappellani con l’obiettivo di favorire lacultura del reinserimento e dell’integrazionesociale dei detenuti attraverso l’arte. «Le carcerisiano il luogo dove mettere alla prova la fedecristiana, che è un’esperienza di misericordia edi speranza», ha auspicato monsignor DarioEdoardo Viganò, assessore del Dicastero per lacomunicazione. «Ciò che si fa non è un evento,ma la tappa di un percorso di iniziative».«L’idea – gli ha fatto eco Davide Dionisi, delDicastero per la comunicazione – è quella di farconoscere la sofferenza patita dietro le sbarre esuperare l’equivoco che porta a identificare lapersona con il suo errore». «Portare l’arteall’interno delle carceri – ha osservato AlfonsoCauteruccio, della Segreteria del Sinodo –permette di far arrivare la voce della comunitàecclesiale attraverso la comunicazioneuniversale dell’arte, che non ha confini».

LateranenseSemeraroaprirà l’anno

a riforma di Papa Fran-cesco: la nuova Costitu-

zione apostolica Praedicate e-vangelium della Curia romana»è il titolo della lectio magistra-lis che Marcello Semeraro, ve-scovo di Albano e segretario delC9 (il Consiglio dei cardinali),terrà il 12 novembre per il DiesAcademicus della Pontificia U-niversità Lateranense. Il Dies, che inaugurerà il246.mo anno accademico dal-la fondazione della Lateranen-se, inizierà alle 11 nell’aula ma-gna con il saluto del cardinaleAngelo de Donatis, gran can-celliere della Lateranense, e siconcluderà con l’intervento delrettore dell’ateneo, VincenzoBuonomo.

Prevenzionecon «Tennisand friends»tra la salutee lo sport

Rosario Fiorello, LorellaCuccarini, Paolo Bonolis,Maria De Filippi. Sonotanti i testimonialdell’ottava edizione di“Tennis & Friends”,sabato 13 e domenica14 al Foro Italico, conuna vigilia dedicata allescuole, venerdì 12. Aperto dalle 10 alle 18, al centroci sarà il grande tema della prevenzione, che uniscesalute, sport, solidarietà e spettacolo.L’appuntamento, realizzato in collaborazione daFondazione Policlinico universitario AgostinoGemelli e Coni, vede la partecipazione dellemaggiori federazioni sportive. In più quest’annorinnova e amplia l’area sanitaria: il Villaggio dellaSalute si estenderà per oltre 18mila metri quadri esi articolerà in 30 aree specialistiche, 80 postazioni

sanitarie e 24 ecografiche. Qui l’équipe medica,composta da 180 tra medici e operatori sanitaridella Fondazione Gemelli, eseguirà gratuitamentevisite specialistiche con esami diagnosticiapprofonditi. L’obiettivo è infatti «vincere laresistenza comune della maggior parte dellapopolazione a sottoporsi a esami e check–up,dovuta anche al timore di conoscere o scoprirepatologie», spiega Giorgio Meneschincheri,specialista in Medicina preventiva.

5Domenica7 ottobre 2018

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celebrazioniFESTIVITÀ LITURGICA DI SAN GIOVANNILEONARDI A SANTA MARIA IN PORTICO. ASanta Maria in Portico in Campitellidomani alle 18.30 il vescovo GianricoRuzza, ausiliare per il settore Centro,celebrerà i primi vespri e memoria deltransito di san Giuseppe Leonardi.Saranno presenti i seminaristi delCollegio Urbano di Propaganda Fide.A seguire processione con la reliquiadel santo. Martedì, solennità di sanGiovanni Leonardi, alle 18.30 Messacon il cardinale vicario Angelo DeDonatis.

IL VESCOVO RUZZA CELEBRA A SANTAMARIA ODIGITRIA. Sabato 13 alle 18.30il vescovo Gianrico Ruzza celebrerà laMessa a Santa Maria Odigitria (via delTritone, 82) con il rinnovo dellepromesse sponsali e gli anniversari dimatrimonio dei fedeli.

VEGLIA MISSIONARIA: SEGNALAZIONI PERIL MANDATO. Giovedì 18 ottobre, alleore 20.30, il cardinale vicariopresiederà la veglia missionariadiocesana nella basilica di SanGiovanni in Laterano. Sarà conferito ilmandato agli evangelizzatori inpartenza: chi volesse riceverlo puòcontattare il Centro missionariodiocesano, 06.69886443.

incontriMAGIS, UN FILM PER RIFLETTERE SULLAMISSIONE. Oggi, prima domenica delmese missionario, la FondazioneMagis organizza una giornata disensibilizzazione con la proiezione delfilm «Un giorno devi andare» diGiorgio Diritti. L’appuntamento è alle16 nella sala grande della chiesa delGesù (via degli Astalli, 16). Laproiezione del film sarà preceduta dauna riflessione guidata da RenatoColizzi, gesuita, presidente dellafondazione Magis.

A SAN ROBERTO BELLARMINO INCONTROSUL ‘68 E UNA TESTIMONIANZA DAALEPPO. Due appuntamenti per ilcentro culturale della parrocchia diSan Roberto Bellarmino in viaPanama, 13. Il primo, domani alle19.30, sarà un incontro sul tema«Cosa rimane del 1968».Interverranno il padre gesuitaGiancarlo Pani e lo storico RaulMordenti. Mercoledì 10 alle 19.30 saràla volta della testimonianza delparroco di Aleppo padre Ibrahim.

DON FABRIZIO PIERI PARLA DIECUMENISMO. Nell’ambito degliincontri organizzati dal Centro diFormazione alla meditazione cristiana(via della Tribuna di San Carlo, 9)giovedì 11, alle 18.30, don FabrizioPieri, assistente spirituale del Cfmc,parlerà di «Ecumenismo della santità».

UFFICIO CATECHISTICO, PELLEGRINAGGIOCRESIMANDI E CRESIMATI.Pellegrinaggio serale dei cresimandi ecresimati in programma venerdì 12per iniziativa dell’Ufficio catechisticodiocesano. Da Santa Maria Maggiore,toccando Santa Maria in Campitelli eSanta Maria sopra Minerva, siconcluderà a S. Maria in Montesanto.

TORNA LA LECTIO DIVINA A SANTA MARIAIN TRASPONTINA. Tornano gliappuntamenti di Lectio divinaorganizzati da padre Bruno Secondin,teologo carmelitano alla Gregoriana, aSanta Maria in Traspontina (via dellaConciliazione 14/c). Il 12 ottobre alle18.30, su «La Parola di Dio è viva»(Ebrei 2,9–12: 4,7–13).

ALLE PAOLINE IL RAPPORTO TRA PAOLOVI E OSCAR ROMERO. La libreria PaolineMultimedia International di via delMascherino, 94 organizza l’incontro«Paolo VI, un riferimentofondamentale per Oscar Romero».Venerdì 12 alle 18.30, vi prenderannoparte la signora Elizabeth Alas Guidos,ambasciatrice della Repubblica di ElSalvador in Italia, Eduardo HoracioGarcia, vescovo di San Justo,l’arcivescovo Vincenzo Paglia,presidente della Pontificia Accademiaper la vita, e Anselmo Palini,insegnante e saggista.

PER GLI ITINERARI IGNAZIANI VISITAALLA CASA DI SANT’IGNAZIO. Sabato 13,ritrovo alle 15 sotto il fornice est dellaPorta del Popolo (l’arco vicino allachiesa di Santa Maria del Popolo) perun incontro alla scoperta della primacasa di sant’Ignazio a via di sanSebastianello e della villa del cardinaleFerdinando de’ Medici. La visita siinserisce negli Itinerari ignaziani «Visarò propizio a Roma», cinque visite ailuoghi ignaziani con meditazione epreghiere.

A SAN TOMMASO MORO L’ARCIVESCOVOFORTE. Domenica 14 alle 16.30monsignor Bruno Forte, arcivescovo diChieti–Vasto, a San Tommaso Moro(via dei Marrucini, 1) terrà unameditazione su «Il cammino cristianonella comunione e nellamissionarietà». Messa alle 19.

ISTITUTO GPII, SEMINARIO SU «LAPROVOCAZIONE DEL FIGLIO UNICO».Aperte le iscrizioni gratuite suwww.istitutogp2.it al seminario distudio «Un cuore largo. Laprovocazione del figlio unico» che siterrà all’Istituto Giovanni Paolo II(piazza San Giovanni in Laterano, 4) ilprossimo 18 ottobre. Interverrannol’arcivescovo Vincenzo Paglia, grancancelliere del Pontificio Istituto; ilpreside monsignor Pierangelo Sequeri;Heyong Shen, psicoanalista di TheCity University of Macao, e Luigi Zoja,saggista e psicoanalista.

formazioneVOLONTARIATO ALLA CARITAS, AL VIA ICORSI BASE. Sono aperte le iscrizioni alcorso base di formazione alvolontariato promosso dalla Caritas diRoma: dieci incontri (tra moduli basee approfondimenti) che inizieranno il15 ottobre per concludersi il 7dicembre. Telefono 06.88815150,[email protected].

cultura«CERAMICS... AND MORE» AL MUSEODELLE ARTI E TRADIZIONI. Termina oggila due giorni della quarta edizione di«Ceramics... and more», l’esposizioneche vedrà ceramisti, orafi, scultori edecoratori esporre i propri lavori alMuseo delle Arti e Tradizioni Popolaridell’Eur (piazza Marconi, 8). Ingressogratuito con apertura alle ore 10. Per ilprogramma completo:www.fornidemarco.it.

FESTA DEL LIBRO E DELLA LETTURA AOSTIA. Si aprirà alle 9 di oggi laseconda giornata della Festa del libro edella letteratura al Teatro SantaMonica di Ostia (piazza Santa Monica,1). Alle 10.30 il concorso Fotolibrandodell’Associazione Clemente Riva, alle11 incontro con l’autore EnnioMontano. Per il programma completo:associazioneclementeriva.com.

A SAN MARCO EVANGELISTA TORNA LARASSEGNA «PARLIAMOCI UN FILM».Appuntamento per giovedì 11 alle 17,con la rassegna «Parliamoci un film»promossa dall’area Pace e mondialitàdella Caritas di Roma, nella parrocchiadi San Marco Evangelista (piazzaGiuliani e Dalmati, 20 – metro BLaurentina). Verrà proiettato il film«La mia classe» di GabrieleGaglianone, a sostegno dellacampagna «Mi accompagni a scuola».

«LA PASSIONE DI PAOLO VI» ALLA GRANMADRE DI DIO. Venerdì 12 alle ore 21,l’associazione teatrale Scena Sinteticadi Brescia, rappresenta «Questa terradolorosa, drammatica e magnifica –La passione di Paolo VI» nella saladella comunità della parrocchia GranMadre di Dio in via Cassia, 1. Previstauna replica sabato 13 ottobre alle 21nella sala della parrocchia di SanGiorgio Martire ad Acilia.

«CATECHESI CON ARTE» A SAN CLEMENTE.Proseguono gli appuntamenti di«Catechesi con arte» a cura delleMissionarie della Divina Rivelazione.Il 13 ottobre alle 15 «Basilica di SanClemente al Laterano. L’Albero dellaVita nel mosaico absidale». Per info eiscrizioni: 06.87130963,www.divinarivelazione.org

CENTRO RUSSIA ECUMENICA,PRESENTAZIONE DEL VOLUME «TIASPETTO DA ILARIA». In occasione delSinodo dedicato ai giovani, unatestimonianza di speranza, un innoalla fede nel libro di Maria LuisaCatalano «Ti aspetto da Ilaria»(Paoline) che verrà presentato sabato13 alle 17 al Centro Russia Ecumenica(Borgo Pio, 141). Oltre all’autriceinterverrà don Maurizio Mirilli,parroco del Santissimo Sacramento.

PELLEGRINAGGI ALLA SCOPERTA DI«ROMA CITTÀ SANTA». La parrocchia delSantissimo Crocifisso organizza unciclo di pellegrinaggi alla scoperta di«Roma città santa». Il primoappuntamento sabato 13 alla basilicadi Santa Cecilia (piazza omonima).Per info: 06.66153856.

UNIEUROPEA, INAUGURATA LABIBLIOTECA DE GASPERI. All’UniversitàEuropea di Roma è stata inaugurata labiblioteca della Fondazione DeGasperi. Si tratta di un patrimoniolibrario di 8mila volumi, di cui 6milamonografie e 2mila riviste, in granparte inseriti e catalogati nel Polo SBNBNC della Biblioteca NazionaleCentrale di Roma.

solidarietàDONARE IL SANGUE CON AVIS E AD SPEM.Domenica 14 sarà possibile donare ilsangue con Avis ai Santi Gioacchinoed Anna (viale Bruno Rizzieri, 120);Sant’Alfonso Maria de Liguori (viaGiustiniana, 245). Con l’associazioneAd Spem sarà possibile donare ilsangue a San Roberto Bellarmino invia Panama, 13.

Il Gioco dell’Oca alla Casina Raffaello

lla Casina Raffaello diVilla Borghese c’è la

mostra “Il Gioco dell’Oca.Storia e significato di ungioco senza tempo”. Espo-ste riproduzioni di tavoleantiche, giochi e pannellididattici, per indagare leorigini e il significato di unpassatempo oggi celebrein tutto il mondo, ma na-to proprio in Italia alla fi-ne del XVI secolo. Fino al30 dicembre 2018.

A

cultura

al buio allaluce»: questo iltitolo

dell’itinerario propostonella prima Giornata delleCatacombe promossadalla PontificiaCommissione diArcheologia Sacra, inprogramma a Roma sabato13 ottobre. Per l’occasionedodici siti, tra i piùsignificativi e suggestivi,saranno accessibiligratuitamente a tutti ivisitatori. Insieme allecatacombe, giànormalmente visitabili, diSan Callisto, SanSebastiano, Domitilla,Priscilla, Sant’Agnese eMarcellino e Pietro,saranno visitabili la

basilica dei Martiri Greci eil Museo della Torretta nelComprensorio di SanCallisto, i Musei e laSpelunca Magna dellacatacomba di Pretestato, lecatacombe di SanPancrazio, di San Lorenzoe di Sant’Alessandro. Oltrealle visite, poi, sarannoprevisti laboratori didatticiper i bambini, iniziativepensate per disabili eipovedenti, concerti delVocalia Consort e dellaBanda Vaticana. Chiuderàla giornata la Messasolenne presieduta dalcardinale GianfrancoRavasi, alle 18 nellabasilica di San Sebastiano.

Giornata delle catacombeSabato aperti gratis 12 siti

cinema«Obiettivo salute»con il Gemellisu Romasette.it

orna da domani su Ro-masette.it la rubrica “O-

biettivo salute” curata daimedici del Policlinico Ago-stino Gemelli, che per treanni abbiamo ospitato suquesta pagina del nostrosettimanale.Il primo appuntamento, conil contributo di Valeria Ma-sciullo, responsabile Unità o-perativa di isteroscopia chi-rurgica della Fondazione Ge-melli, è dedicato all’istero-scopia, la tecnica endoscopi-ca mini–invasiva che per-mette diagnosi e terapia consempre minore disconfort perla paziente.On line su www.romasette.it.

Tstato presentatofuori concorsoall’ultimo Festival

di Cannes nel maggio2018, e da quelmomento ècominciata unacrescente curiosità orafinalmente soddisfattacon l’uscita del filmnelle sale. PapaFrancesco. Un uomo di

parola arriva al contatto con gli spettatori. Edè proprio il caso di usarla questa espressioneperché va detto subito che non si tratta diuna biografia (come ha fatto di recenteDaniele Luchetti con Chiamatemi Francesco)né tantomeno di un documentario chericostruisce i momenti salienti dei primicinque anni di pontificato. L’operazioneaffronta il personaggio Bergoglio, correndoliberamente lungo i vari passaggi che hanno

segnato la sua storia, hanno intrecciatomissione e profezia, hanno offertotestimonianze e raccolto offerte d’amore.Liberamente, perché quello che attraversa leimmagini è un messaggio di pace e disolidarietà che fa appello a tutti gli uomini ea tutte le donne in una unità senzaincertezze rivolta al bene comune. Mettendoda parte la biografia e la silloge deidocumenti, non era facile trovare la chiavegiusta per accostare la figura di Bergoglio.L’idea vincente e partita da monsignor DarioEdoardo Viganò, assessore al Dicastero perla Comunicazione della Santa Sede, e si èconcretizzata nel convincere ad esserepresente Wim Wenders, prestigioso registadel cinema tedesco ma ora meglio dadefinire internazionale. È giusto ricordareche Wenders si è negli anni costruito unacarriera di valore, a partire da Alice nelle città(in patria, 1973), e poi con il Leone d’oro aVenezia 1982 Lo stato delle cose, la Palma

d’oro a Cannes 1984 con Paris, Texas, fino aun titolo giustamente epocale come Il cielosopra Berlino, 1987. La presenza di Wendersha permesso di lavorare su unasceneggiatura composita e variegata, che havoluto mettere in campo Papa Francescocome protagonista ma mai come attore, cheWenders invita al dialogo e che poi lascialibero di seguire il proprio pensiero. Si tornacosì alla libertà, che è stata centrale nelWenders cineasta e ancora di più lo è nellapredicazione di Bergoglio. La corniceproduttiva legata a Vatican Media hagarantito una totale dinamicità di manovrae di professionalità. Occasione perrichiamare avvenimenti e riannodare i fili diuna memoria che ha già lasciato tracce diforte intensità, i filmati provenienti dagliarchivi audiovisivi vaticani si sono inseriti inun racconto che ha voluto esseretestimonianza di storia e segno di presenza.Ogni momento mette a fuoco i vari

argomenti affrontati dal Papa nel suoinstancabile viaggio intorno al mondo. E sitratta sempre di temi forti: restano nellamente quelli dedicati alla “logica delloscarto”, alla deriva del potere fuori e dentrola Chiesa, all’attenzione per l’ambiente e ilCreato. Ma forse ancora più incisivi sono ipassaggi nei quali il Papa, con uno sguardocarico di ironia e tenerezza, fa appello allanostra capacità (di noi spettatori, di noicredenti) di essere fedeli a Cristo, ai suoiinsegnamenti, al suo richiamo di unalezione che va verso la fiducia, la capacità diperdonare, di essere sopra ogni divisionestrumenti di carità e obbedienza. Cosiquesto film di Wim Wenders diventa unchiaro strumento di pacificazione, mozionedegli affetti e momento per sentirsiveramente cittadini del mondo. Come è ilVangelo, che parla a tutti senza chiedereniente in cambio.

Massimo Giraldi

ÈDal film di Wenders su Francesco messaggio di pace e solidarietà

Pellegrinaggio diocesano dei cresimandi e cresimati - Torna la lectio divina a Santa Maria in TraspontinaL’arcivescovo Forte a S. Tommaso Moro - Incontro sul ’68 a San Roberto Bellarmino - Spettacolo su Paolo VI

DA DOMANI A DOMENICA 28Partecipa alle riunioni della XVAssemblea generale ordinaria delSinodo dei vescovi fino al 28 ottobre.

LUNEDÌ 8 Alle ore 19 nella basilica lateranensepresiede il primo incontro dicatechesi sull’esortazione apostolica“Gaudete et exsultate”.

MARTEDÌ 9 Sono sospese le udienze deisacerdoti.

MERCOLEDÌ 10 Alle ore 8.30 alla PontificiaUniversità Lateranense celebra laMessa in occasionedell’inaugurazione dell’anno

accademico.

GIOVEDÌ 11Alle ore 20.30 nella basilica dei SantiXII Apostoli presiede la veglia dipreghiera in preparazione allacanonizzazione di Papa Paolo VI.

SABATO 13 Alle ore 18.30 celebra la Messa nellaparrocchia di Sant’Achille Martire inoccasione del 60° anniversario delladedicazione della chiesa.

DOMENICA 14 Alle ore 10 concelebra sul sagratodella basilica vaticana la Messapresieduta dal Santo PadreFrancesco in occasione dellacanonizzazione di alcuni Beati.

L’AGENDA DEL CARDINALE VICARIO

Wim Wenders

Rappresentareconta più del vivere?

ualche giorno fa la Squadra Mobile di Udi-ne ha arrestato un paio di ragazzini, scovatigrazie ad un video: avevano pestato a san-gue e derubato un altro ragazzino a Ligna-

no e mentre lo facevano avevano avuto l’irresistibi-le necessità di girare il fatidico video con losmartphone, puntualmente postato sui social e com-mentato dalla community WhatsApp dei ragazzinistessi. Due mesi di indagini, partite proprio dal vi-deo, hanno consentito alla Polizia di identificare gliautori di un pestaggio violentissimo e crudele (lavittima è stata sottoposta a trattamenti chirurgiciper ricostruire la mandibola).Non più di due settimane fa un quindicenne muo-re precipitando per 25 metri nel tentativo di farsiun selfie sul tetto di un centro commerciale a Se-sto San Giovanni. Un selfie estremo, insieme adun gruppo di amici.Cosa hanno in comune il pestaggio violento con ilvolo di 25 metri? Hanno in comune l’irresistibile vo-glia di filmare, fotografare e postare sui social ognitipo di esperienza, persino un’aggressione crudele evigliacca, nel tentativo di stupire, di suscitare inte-resse, di catturare visualizzazioni e like, insomma diessere popolari (o meglio: social).Il successo per gli adolescenti è soprattutto legato alsapersi rappresentare attraverso i social, Instagramper esempio, che esercita una fascinazione senza li-miti su moltissimi giovani. Rappresentare è più im-portante che vivere. Anzi, rappresento (me stesso),dunque sono.Alcuni studiosi hanno studiato questo fenomeno perdue aspetti: le emozioni e l’elaborazione del vissuto.Le emozioni sono rappresentate e talvolta neanchevissute. Selfie, video, foto sono spesso contraffazio-ni dell’emozione: mi rappresento allegro, coraggio-so, entusiasta, ribelle e questo mi basta. Mi possorappresentare anche innamorato (anche di più per-sone contemporaneamente), senza poi esserlo.Inoltre l’esperienza vissuta e rappresentata imme-diatamente (mentre avviene, come nelle stories su In-stagram) non è più elaborata interiormente: è già lì,rappresentata, commentata e esposta agli altri. Semettiamo insieme l’abilità nel rappresentare emo-zioni non vissute e la velocità nel rappresentare e-sperienze mentre avvengono e senza alcuna elabo-razione interiore, se mettiamo insieme questi due fe-nomeni, ecco che abbiamo una prima conseguenza:il “me” rappresentato non corrisponde all’Io vissu-to, anzi lo supera, cioè la rappresentazione vale piùdella realtà.Il mondo interiore è così vissuto sui social (cioè e-steriorizzato in modo estremo e veloce), in cui tuttoè un immenso casting alla ricerca di approvazioni.Questo in parte spiega il successo della coppia piùsocial del mondo, Ferragnez, ovvero il rapper Fedeze la influencer Ferragni: il nulla elevato all’ennesimapotenza (ma capace di trasformare le nozze in un me-ga–affare di milioni e milioni di euro).

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Pianeta giovania cura di

Tonino Cantelmi

6 Domenica7 ottobre 2018

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