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IL GIOCO NON VA MAI FUORI FORMA di Simonetta Venturi( parte 1 ) Tutte le forme si logorano con l’usura del tempo, si frantumano e diventano polvere. A meno che non cambino. E il gioco cambia Carl Gustav Jung Non facile predisporre le condizioni per il futuro nel contesto del calcio italiano per il deciso cambiamento dei contesti. Si parla sempre più di Epigenetica (the butterflyeffect) Alcuni assiomi del training sono completamente saltati e si sono evidenziati errori di interpretazione dei presupposti tramite riscontri tecnologici certi. E non ha senso parlare di predittività in termini individuali nell’ambito di sport open. Un tempo tra formazione e prestazione esisteva una relazione di tipo lineare, causa-effetto. Non è più così. Molti deimodelli man mano utilizzati si sono rivelati limitati o erronei e sono inevitabilmente diventati passato. Accanto a questa vorticosa accelerazione permane una forte incertezza nella prassi. I calciatori nativi digitali ci interpellano. Quali itinerari allora intraprendere nell’ambito delle scuole calcio per sviluppare al meglio le caratteristiche individuali e collettive del giocatore normodotato ed esaltare le incredibili qualità del giovane di talento nell’ottica di una performance sportiva vincente? Dove sta andando il calcio italiano? Quale direzione,quali spazi per la cosiddetta preparazione? “Le gambe si muovono ma è il cervello che fa il dribbling” Nei precedenti articoli - INCREDIBILE EQUILIBRIO e MISTERIOSO ANTICIPO – le capacità coordinative prese in esame, essenziali per ogni azione di gioco, risultano inscindibilmente connesse al gesto sport specifico. Non si può più davvero prescindere dall’osservazione e dallo studio del modello prestativo e della intricata rete degli apparati fisiologici coinvolti. Le evidenze neuroscientifiche ci impongono di tener conto del carico cognitivo, fattore determinante nelle situazioni di sport open.Osservando le molteplici esercitazioni cosiddette “coordinative” proposte suriviste o siti web specializzati, ci si imbatte conesercizi concettualmente generici, esercitazioni a volte interessanti, ma effettuate a secco e fuori dal contesto della disciplina in esame. Dalle varie classificazioni relative alle capacità coordinative, (Blume, Meinel, Hirtz, Schnabel, Starosta ) stilate ad uso semplificativo, dovremmo individuare,in primis , percorsi di sviluppo di quelle coordinazioni strettamente collegate al “MODELLO PRESTATIVO-CALCIO” ed esercitarle nello “spazio-gioco” . Proporre e riproporre ai giocatori esercitazionicoordinative generiche, senza palla, senza pressione temporale, senza avversario, prive di variabili, non presenta, di fatto, controindicazioni, ma non è questa la via preferenziale verso lo sviluppo più efficace dellequalità del calciatore che durante una sola azione di gioco effettua un numero consistente dicalcolimatematiciefisiciper prendere diversedecisioni in funzione ditempo e spazio,per crearela migliore delle risposte. Dovremmo mettere in grado il giocatore di effettuare esercitazioni costruite su stimoli percettivi spaziali temporali tecnici tattici comunicativi assolutamente simili se non uguali a quelli della

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IL GIOCO NON VA MAI FUORI FORMA di Simonetta Venturi( parte 1 )

Tutte le forme si logorano con l’usura del tempo, si frantumano e diventano polvere. A meno che non cambino. E il gioco cambia Carl Gustav Jung Non facile predisporre le condizioni per il futuro nel contesto del calcio italiano per il deciso cambiamento

dei contesti. Si parla sempre più di Epigenetica (the butterflyeffect) Alcuni assiomi del training sono

completamente saltati e si sono evidenziati errori di interpretazione dei presupposti tramite riscontri

tecnologici certi. E non ha senso parlare di predittività in termini individuali nell’ambito di sport open. Un

tempo tra formazione e prestazione esisteva una relazione di tipo lineare, causa-effetto. Non è più così.

Molti deimodelli man mano utilizzati si sono rivelati limitati o erronei e sono inevitabilmente diventati

passato. Accanto a questa vorticosa accelerazione permane una forte incertezza nella prassi. I calciatori

nativi digitali ci interpellano. Quali itinerari allora intraprendere nell’ambito delle scuole calcio per

sviluppare al meglio le caratteristiche individuali e collettive del giocatore normodotato ed esaltare le

incredibili qualità del giovane di talento nell’ottica di una performance sportiva vincente?

Dove sta andando il calcio italiano? Quale direzione,quali spazi per la cosiddetta preparazione?

“Le gambe si muovono ma è il cervello che fa il dribbling” Nei precedenti articoli - INCREDIBILE EQUILIBRIO e MISTERIOSO ANTICIPO – le capacità coordinative prese

in esame, essenziali per ogni azione di gioco, risultano inscindibilmente connesse al gesto sport specifico.

Non si può più davvero prescindere dall’osservazione e dallo studio del modello prestativo e della intricata

rete degli apparati fisiologici coinvolti. Le evidenze neuroscientifiche ci impongono di tener conto del carico

cognitivo, fattore determinante nelle situazioni di sport open.Osservando le molteplici esercitazioni

cosiddette “coordinative” proposte suriviste o siti web specializzati, ci si imbatte conesercizi

concettualmente generici, esercitazioni a volte interessanti, ma effettuate a secco e fuori dal contesto della

disciplina in esame. Dalle varie classificazioni relative alle capacità coordinative, (Blume, Meinel, Hirtz,

Schnabel, Starosta ) stilate ad uso semplificativo, dovremmo individuare,in

primis, percorsi di sviluppo di quelle coordinazioni strettamente collegate al

“MODELLO PRESTATIVO-CALCIO” ed esercitarle nello “spazio-gioco” . Proporre e

riproporre ai giocatori esercitazionicoordinative generiche, senza palla, senza

pressione temporale, senza avversario, prive di variabili, non presenta, di fatto,

controindicazioni, ma non è questa la via preferenziale verso lo sviluppo più

efficace dellequalità del calciatore che durante una sola azione di gioco effettua un numero consistente

dicalcolimatematiciefisiciper prendere diversedecisioni in funzione ditempo e spazio,per crearela migliore

delle risposte. Dovremmo mettere in grado il giocatore di effettuare esercitazioni costruite su stimoli

percettivi spaziali temporali tecnici tattici comunicativi assolutamente simili se non uguali a quelli della

partita per intensità, durata, volume densità e complessità ( De Paoli, Cristi ), che possano indurlo a sentire,

percepire, decidere, eseguire rapidamente i comandi cerebrali, e creare

giocate efficaci, attraverso il miglioramentodella capacità dicoordinare

lecateneneuro-muscolari. Si lavorerà su tali parametri al fine di:

-agevolare l’esecuzione del gesto tecnico-tattico, acquisendo

automatismi adattabili e utilizzabili in situazioni variabili;

-facilitare la comprensione e la consapevolezza dei principi di attacco e

difesa, imparare a leggere e decodificare la situazione tramitela capacità

di vedere nello spazio- gioco linee virtuali e figure geometriche;

-favorire il processo neuro-decisionale(percezione, anticipazione, attuazione) elaborandoefficacementee

nel minor tempo possibile le rispostementali ;

-ottimizzare le proprie capacità in funzione della dinamica del gioco( allenamento funzionale a servizio della

strategia dell’allenatore:essere veloci nel calcio non significa, ovviamente, solo arrivare prima, ma

sviluppare al meglio la propria intelligenza di gioco,vagliare istantaneamente, partendo da ciò che si è

percepito, tutte le probabilità di ciò che sta per aver luogo, e mettere in campo la migliore delle risposte

situazionali, quella vincente.

“Siamo gente quasi per nulla interessata al passato poco interessata al presente moltissimo interessata al futuro“ Generazione digitale

Laclassica suddivisione tra capacità condizionali e coordinative, non ha più ragione di essere :studi su

neuroni canonici e su neuroni specchio ci impongono di includere, all’interno del processo “allenamento”,

la coordinazione delle stesse capacità della condizione e tutti gli altri aspetti strettamente correlati alla

sfera cognitiva:non si può più allenare a compartimenti stagni qualità che trovano senso solo se

esercitate insieme. Per anni e probabilmente adeguatamente per quegli anni, si è parlato di preparazione

in termini esclusivamentecondizionali, di scansione settimanale, dipreseason, di forza resistenza e velocità

estrapolate dal contesto e comunque non connesse alle capacità coordinative: con quale componente

lavorare il martedì, quale allenare il mercoledì, quando fare lo scarico ( lo scarico???), del processo di

adattamento dei grandi apparati e delle conseguenze dell’esercizio fisico sugli stessi. Naturalmente dal

collo in giù. Sono ormai maturi i tempi per sollevare lo sguardo.Ogni movimento è supervisionato dal

cervello tramite delicati meccanismi di feed-back e feed-forward, e solo una perfetta sincronia dei livelli

corticale sottocorticale e spinale del sistema nervoso renderà possibile l’ esecuzione dei gesti tecnico-tattici

.

CERVELLO, CERVELLETTO & Co

Il cervello è l'organo del cambiamento, cambiamento inteso anche come

movimento. Grazie alla neuroplasticità, il cervello altera se stesso ogni volta

che impariamo qualcosa di nuovo e cambia quando abbiamo una qualsiasi

nuova esperienza. Esso memorizza, apprende, analizza, elabora, immagina

razionalizza e appronta le risposte più adatte ed efficaci per risolvere le

situazioni problema che continuamente si pongono. Il cervelletto, situato nella

fossa posteriore della scatola cranica, contiene circa 100 miliardi di cellule

nervose, che rappresentano l'80-85% di tutti i neuroni del sistema nervoso .Al

cervelletto è classicamente attribuito il controllo dell’attività motoria, in tutti i

suoi aspetti: movimenti volontari (dei quali regola ampiezza, precisione,

coordinazione, tono muscolare, postura, equilibrio, attività fasiche riflesse e,

anche, la motilità viscerale. La regolazione motoria si svolge in via riflessa,

sulla base delle afferenze sensitive, propriocettive e anche esterocettive,

provenienti dalla periferia, dai vari livelli del tronco encefalico e dal cervello.In sintesi il cervelletto

-integra le varie forme di informazioni sensoriali per rendere armonico ed accurato il movimento volontario

-modula il comando motorio e controlla velocità e traiettoria di un movimento

-controlla il tono muscolare la postura e l’equilibrio.

In assenza del cervelletto non è possibile l'apprendimento motorio.

Il movimento del giocatore in una situazione open skillin ogni caso non potrà prescindere dalla SCELTA e quindi

dalla corteccia somatosensoriale, dai gangli della base, dai neuroni specchio e appunto da cervelletto.

Il monitoraggio della prestazione non potrà non tener conto di tali acquisizioni e il training load dovrà

essere modulato sul BENESSERE, sul tempo buono di ogni calciatore: un calciatore che rappresenta un

UNICUM da allenare, inserito in un contesto ambientale giocatori-palla, che rappresenta il primo motore

( Colli ) Proprio per tali motivi esiste l’urgenza di proiettarsi verso un ALLENAMENTO FUNZIONALE MIRATO

allo sviluppo globale di capacità condizionali e coordinative un tempo esercitate in forma analitica, non

perdendo mai, mai di vista, il modello prestativo del calcio in cui raramente troveremo espressioni di forza

pura o velocità pura o resistenza ma sempre coordinatio-dipendenti e meticciate tra loro. Qual ’è la

quantità ottimale di allenamento per migliorare le prestazioni? La domanda risulta ormai anacronistica se

non verrà collegata alla voce qualità.

In letteratura troviamo schemi che suddividono le capacità per categorie analitiche, seppur per motivi di

comprensione. Tali tabelle possono indurre però a grossolani errori concettuali. Potremmo schematizzare le

capacità come esemplificato nel grafico a destra in cui risulta evidente che le capacità sono in parte connesse e si

condizionano reciprocamente. La zona rossa centrale evidenzia la sintesi dell’utilizzo di tali capacità nei giochi

sportivi in generale e nel calcio in particolare, in cui tutte le capacità variamente entrano in gioco.

Frequentemente nelle nostre squadre ci imbattiamo in veri atleti, capaci di “bruciare” l’erba della fascia

durante gli allenamenti nei vari sprint training effettuati a secco o con la palla senza avversario, ma

miseramente perdenti in partita in un contrasto o in dribbling. O ancora, durante un’azione di un gioco

presportivo- es.palla avvelenata- un forte giocatore tentando di colpire un avversario effettua un lancio

eccezionale ma senza esito ai fini del gioco:

-la palla si avventa e cambia traiettoria sorvolando tutti i giocatori

-recupero della palla da parte degli altri giocatori effettuato con notevole spreco di tempo ed energia

-gesto non economico, dispendioso da parte del giocatore

-nessun giocatore avversario colpito

-fallito lo scopo dell’azione

-non compreso di fatto ( coscienza, senso del gioco ) lo scopo dell’azione di gioco e del gioco stesso.

Tali osservazioni obsolete ci aiutano a orientare l’ attenzione alla valorizzazione di aspetti a volte trascurati

in materia di sviluppo delle capacità motorie e a non dimenticare che ciò che rende un movimento efficace

nello sport di squadra è la chiara caratterizzazione dello scopo per cui si compie. Sottolineando poi che ogni

singolo movimento potrebbe avere diversi obiettivi, sostenuti da una compartecipazione di capacità.

Le capacità coordinative risultano connesse inscindibilmente alle capacità condizionali in un intreccio variabile,

nelsistema aperto rappresentato dal giocatore in situazione. Per brevità sono presenti pochi grafici

appartenenti ad un lavoro più esteso; la zona rossa centrale rappresenta il momento di gioco, durante il quale le

capacità del giocatore sono tutte mirabilmentecoinvolte. Ci si interroga anche sull’opportunità e di una così

netta scansione temporale,cronologicamente generalizzata e definita ( tabella a destra) nello sviluppo delle

capacità coordinative, fortemente legate,secondo i presupposti di questo articolo, all’idea del calciatore come

unicuum

CAPACITA’ COORDINATIVE MEMORY

Le emcapacità coordinative generali e speciali sono qualità complesse

preposte aguidare, controllare e correggere il movimento al fine di

renderlo preciso sicuro ed economico.Esse

costituisconoun’organizzazione concentrata nell’orchestrare tutti i

sottoprocessi di un atto motorio ( fasi motorie, praxie,movimenti

parziali,impulsi di forza,contrazioni muscolari e l’intera varietà dei

processi fisiologici ) secondo un piano ben preciso preimpostato(

con la scoperta dei neuroni specchio sappiamo infatti che ciascun

movimento non è casuale ma avviene grazie ad un obiettivo ben

preciso), e a cambiare musica in relazione a quanto avviene

all’esterno. Non sono solo premessa dell’attività(sono coordinato)

ma anche risultato della stessa(divento+ coordinato)permettono il

controllo in situazioni prevedibili ( automatizzate,stereotipate ) e

imprevedibili( variabili) , la memorizzazione e l’apprendimento di movimenti calcistici in modo rapido( Frey

1977 ) dosando forza velocità resistenza. Si differenziano sia per specialità o specializzazione (qualità) ma

anche per livello ( quantità) Le capacità coordinative costituiscono il presupposto delle abilità

ABILITA’ COGNITIVO/MOTORIE

Atti motori consolidati, che sono stati, almeno in parte, automatizzatigrazie ad un training ripetuto e

stimolante : la coordinazione della sequenza dei gesti che strutturano il movimento è talmente perfezionata e

stabilizzata che l’azione viene svolta con grande padronanza e sicurezza. Possono essere -prodotto di allenamento-apprendimento

-fattori genetici ambientali

A volte si svolgono senza il contributo consapevole dell’attenzione, altre con il massimo contributo. Riescono ad

armonizzare in sé le capacità coordinative e condizionali. Sono servi meccanismi della destrezza, gesti

cognitivo-motori che puntano subito all’essenziale, dritti allo scopo.

Per lo sviluppo di una certa abilità motoria sono determinanti varie capacità coordinative, e tra di esse ve ne

può essere una dominante. Come riscontro, con lo sviluppo delle abilità motorie si ha contemporaneamente

anche un progressivo sviluppo delle capacità coordinative

Nei giochi sportivi ( openskill )le abilità cognitivo/motorie assumono grande

importanza in quanto fondamentale risulta la qualità del movimento e il controllo

dello stesso, i processi decisionali : cosa fare e come farlo.

DESTREZZA

Le abilita’, come abbiano visto rappresentano la capacità di ripetere o creare un

movimento nuovo , la destrezza è la possibilità di applicarlo, la possibilità di

concatenare in maniera unica e mirabile il mix di abilità per ottemperare allo

scopo, dirisolvere in maniera rapida originale intelligente, con maestria, il compito

motorio ( Bernstein). La destrezza esprime il desiderio di effettuare il

movimento,la volontà di superare l’ostacolo, e il gioco richiede destrezza. . E’ la

grazia dell’intraprendere, di prendere l’iniziativa. L’attività degli analizzatori

visivo, acustico, tattile, cinestesico, vestibolare ha un ruolo determinante

nell’elaborazione delle informazioni immediate per compiere il gesto destro.

AGILITY Mentre la destrezza esprime il progetto di compiere un atto motorio,

l’agility riguarda il modo in uil’atto viene compiuto: è la capacità di cambiare in

modo esplosivo velocità e direzione, un misto di produzione di impulsi, la capacità di reazione e la potenza. in

termini di capacità coordinative l'agility è l’apoteosi e la sintesi al tempo stesso

NO STONE LEFT UNTURNED

Il cervello ha corridoi che vanno oltre gli spazi materiali. Emily Dickinson, poeta, donna

Basilare sarà quindi, come detto, allenare e stimolare le capacità in modo integrato e correlato all’aspetto

tecnico-tattico. La scansione temporale classica ( cicli, micro e macrocicli, pre-season ) probabilmente non

corrisponde al paradigma calcio. Facilmente non ha mai corrisposto, ma tempi addietro nonsi era a

conoscenza, come oggi, di tutto ciò che avviene in partita ( di

quasi tutto ). Il calciatore è la sintesi ditante strutture

interrelate tra loro: l’allenamento dovràquindi essere

funzionale da vari punti di vista, basato su alcuni aspetti

metodologici tali da innalzare la prestazione. Esso dovrà:

-allenare inscindibilmente, perlomeno da un punto di vista

concettuale capacita’ coordinative e condizionali;

-allenare sempre il gesto calcio-specifico;

-allenare la calciagilitycon particolare riferimento a CDD, CDS

accelerazioni e frenate. Nei giochi di squadra, open skill, non è

sufficiente godere di un ottimo stato di forma, buon punto di

partenza. Per il giocatore risulterà essenziale raggiungere e

mantenere un elevato livello esecutivoche, come abbiamo

visto, nasce da una disposizione mentale,dall’anticipo e dalla

lettura certa della situazione;

-allenare la variabilità;

-allenare la multilateralità in ambito coordinativo con infiniti esercizi e stimoli NON generici , variabili ma

non fuori tema, mirati cioè allo sviluppo delle qualità in esame;

-ideare esercitazioni per acquisire una netta coscienza specifica nel senso di pensiero tattico del gioco del

calcio ( adeguatalettura della situazione e non solo) : imparare a percepire consapevolmente un fraseggio

semplice o complesso, a intuire e trovare velocemente una soluzione positiva (cioè fisicamente e

mentalmente vantaggiosa), saper uscire e saper rientrare motoriamente e mentalmente da qualsiasi

posizione ed esecuzione di adeguati compiti motori;

-acquisire un adeguato timing: si alla rapidità, si all’ intensità ma, in relazione ai CODS, non sempre risulta

utile la massima accelerazione se poi si deve impiegare tempo utile a decelerare. I giocatori di talento lo

sanno, tanto da apparire a volte lenti: un corollario da aggiungere agli articoli in tema di rapidità.

il tempo non ci cambia, rivela ciò che siamo

La coordinazione calcio-specifica non è soltanto prerequisito della tecnica e della tattica ma

ancherisultatostesso dell’attività’ calcistica( gesti adeguati,convenienti ed economici, ineccepibili, eseguiti

senza esitare, con decisione, finte e gesti convincenti inseriti con maestria nel discorso corale ). Leattività

di formazione dovrebbero essere selezionate e ordinate per priorità in base all’età dei soggetti( non

sempre e solo cronologica ) e alla loro corrispondenza dinamica con le richieste proprie dell'attività,

essenziali per comprendere gestire e determinare il senso del gioco, la consapevolezza della posizione, la

motivazione, il focus attentivo, l’intensità e la capacità di effettuare la migliore delle scelte, quella vincente,

in poco tempo e in ristrettissimi spazi. Il tema dell’allenamento quindi, ciò che l’allenatore annoterà sulla

sua agenda, non potrà più essere : “il dribbling” oppure “il colpo di

testa” ma: “ differenziazione, anticipazione, timing e capacità di

compiere adeguata scelta, acquisite attraverso il dribbling”, insomma

si mette l’accento sul percorsoeffettuato dal giocatore per ottenere,

stabilizzare e automatizzare il programma motorio, la valutazione del

suo comportamento in movimento, a cominciare dalle carenze

riscontrate.Tale processo epigenetico pluriennaledeterminerà la

flessibilità del giocatore in relazione alla situazione mutevolee lo

indurrà a saper leggere al meglio i dettagli , ad essere preciso,

adeguatamenterapido e non rapido in assoluto, ad acquisire

capacità di adattamento alla situazione.

IL CERVELLO DI MESSI. Un gruppo di ricercatori olandesi sta

effettuando uno studio per evidenziare le differenze tra il cervello degli

atleti di elite e i più inesperti. Messi è statocitato come esempio. In

realtà il cervello di Messi non ha niente di sostanzialmente diverso da

questo punto di vista dal cervello di Iniesta o di Gervinho . Lo studio

riguarda il cervello cognitivo , l'ipotesi circa il ruolo delle onde alfa che

collegano le varie parti del cervello , la plasticità neuronale, la capacità

del giocatore di prendere decisioni immediate, la sua abilità nell’

anticipare o scegliere rapidamente fra le tante variabili . Il neurologo

Benjamin Libet ha rivoluzionato il campo scientifico della coscienza

affermando che il nostro cervelloprende le decisioni prima di averne coscienza mettendo in atto i

meccanismi necessari per dare una risposta concreta almeno mezzo secondo prima di aver preso la

decisione di effettuarla. Antonio Damasio,filosofo, afferma che parte delle nostre decisioni non sono il

prodotto della ragione, ma delle nostre sensazioni, dei nostri sentimenti più viscerali. Il sistema cerebrale

delle emozioni reagisce rapidamente agli stimoli, anche molto prima che noi ne prendiamo coscienza. La

sensazione emotiva risultante ci chiama subito all’azione: fuggire o attaccare. “Il cervello non e’ un

computer ma effettua un calcolo di probabilità’: il giocatore decide se correre, dribblare o calciare in un

istante : cosa avviene nella sua testa?Cosa fa si che opti per una cosa anziché per un’altra? E’ una

questione di efficienza? Sul campo Messi sa dove si trovano

gli altri e in un momento decide non solo come liberarsi di

una marcatura o dove andare ma anche quale piede

utilizzare e cosa fare con la palla”. Egli riassume in sé, in

maniera straordinaria, alcune delle chiavi del successo dell’

adattamento della specie umana. Lo studio analizzerà

l'attività elettrica dei neuroni e quanto glucosio utilizzano

durante lo sforzo, quali nuclei, strutture e circuiti neuronali

si mettono in gioco, e in quale momento si prendono le

decisioni. Tutto questo, avviene in millesimi di secondo:

200 per trasmettere un’emozione, 500 per avere coscienza

di ciò che accade: è l’emozione che influenza l’azione successiva, è l’interno che spinge l’esterno. I risultati

dello studio olandese consentiranno di sapere in quale proporzione contribuiranno al successo immediato

le reazioni emotive, le percezioni, i calcoli della distanza, velocità e direzione, la sua memoria, la sua

attenzione, anticipazione e un nutrito numero di variabili che si potranno monitorare.

La sapienza è più veloce di qualsiasi movimento”( Libro della Sapienza,7,23 )

TIMES THEY ARE CHANGIN :CALCIAGILITY, AWARENESS,GAME SENSE

“Ci sono due giovani pesci che nuotano uno vicino all’altro e incontrano un pesce più anziano che,

nuotando in direzione opposta, fa loro un cenno di saluto e poi dice “Buongiorno ragazzi. Com’è l’acqua?” I

due giovani pesci continuano a nuotare per un po’, e poi uno dei due guarda l’altro e gli chiede “ma cosa

diavolo è l’acqua? Ecco, D.F. Wallace riassume con questa frase il pericolo che ogni giorno corre ciascuno di

noi e molti dei giocatori inseriti nel contesto gioco di muoversi in varie direzioni e di non incontrarsi mai, di

non riuscire a percepire il sistema in cui sono immersi, a capirne il senso, di non riuscire a cogliere i

dettagli, di non individuare il movimento

giusto o farlo parzialmente. In fondo è

quello che probabilmente vuole indicarci

anche T.Reilly tramite studi

sull’identificazione del talento : i tempi

stanno cambiando non si può neanche più

teorizzare solo in termini di carico

metabolico e carico cognitivo, ma più e

più strutture socio affettive emozionali

motivazionali ed espressive sottendono

all’unica meraviglia chiamata calciatore.

Il fantastico serial TV “ ELEMENTARY “ ci

induce a ricercare nuove vie per

l’osservazione del set calcistico,

informazioni, dettagli come strategia utile per il giocatore in chiave predittiva,per aggirare la

stagnazione di tattiche asfittiche.

L’Agility determina. L’Awareness, l’estrema coscienza del gesto che sto compiendo e di quello che

andrò a compiere, della situazione di gioco, determina. E determina anche la dettagliata

comprensione del senso del gioco senza la quale malamente il giocatore riuscirebbe a centrare i

suoi obiettivi e in particolare quello essenziale : fare goal. (…continua )

BIBLIOGRAFIA

Nervi-Piovani I cambi di direzione specifici nel calcio Allenatore.net

De Paoli-Cristi Gli aspetti tecnico-tattici in funzione delle diverse strategie di gioco

Wilmore J, CostillD Fisiologia dell’esercizio fisico e dello sport Calzetti e Mariucci 2005

AndorliniAllenare il movimento. Dall'allenamento funzionale all'allenamento del movimento

Calzetti e Mariucci 2013

Agostino TibaudiI cambi di direzione. Analisi e metodologia di allenamento dei movimenti specifici del

calciatore2011

Agostino TibaudiAllenamento ad alta intensità. Principi fisiologici, metodologia, analisi della prestazione e

test

Science and Football Jens Bangsbo, Thomas Reilly, Mike Hughes

2° parte: COME SVILUPPARE AL MEGLIO IL PIU’ ALTO LIVELLO RAGGIUNGIBILE IN TALI QUALITA’?

«Ho visto un angelo nel marmo e ho scolpito fino a liberarlo».Michelangelo Buonarroti.

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