Turismo all'Aria Aperta - ottobre 2012

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Il numero di ottobre 2012 | Campeggio e tempo libero, Il mensile della vacanza in libertà

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C

Mensile - Anno 18° N. 147

Gruppo Editoriale Turismo Itinerante srl

di Claudio Domenico D’Orazio

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Guido Bertinetti, Salvatore Braccialarghe,

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Luca Dumini, Cristiano Fabris, Marino Fioramonti,

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Giovanelli, Isa Grassano, Antonella Fiorito,

Giuseppe Lambertucci, Angelo Lo Rizzo, Emanuele

Maffei, Guerrino Mattei,

Antonio Crescenzo Morelli, Rosanna Ojetti,

Paolo Peli, Gianni Picilli, Riccardo Rolfini,

Marisa Saccomandi, Gianantonio Schiaffino,

Lamberto Selleri, Beppe Tassone

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Corrispondenti:

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Roberto De Mattei - Milano,

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Franco Dattilo-Roma, Giuseppe Nobile - Sicilia

Fotografie di:

Giuseppe Continolo, Simona Benzi,

Salvatore Braccialarghe, Pier Francesco Gasperi,

Beppe Tassone

Turismo Itinerante è a disposizione degli aventi diritto con i

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TURISMOall’aria aperta

Cari lettori,è con sincera gratitudine che voglio ringraziare tutti coloro che sono venutia trovarci al Salone del Camper di Parma. L’affetto e l’amicizia che avetedimostrato per il nostro e vostro Turismo all’Aria Aperta è il premio più ambi-to per chi, come noi, si impegna quotidianamente per offrirvi un’informazio-ne puntuale, attenta e precisa. Da oltre 18 anni. La fiera di Parma è stata un’importante occasione per confrontarci con voisul percorso intrapreso due anni orsono, che ci ha visti migrare verso la tec-nologia digitale e raccogliere, così, le nuove opportunità offerte nell’era diInternet. Abbiamo, infatti, stampato il numero di settembre di Turismoall’Aria Aperta chiedendo un’opinione a tutti i nostri lettori. Il risultato, connostra stessa sorpresa, è stato nettamente a favore della versione sfogliabi-le online e scaricabile in PDF più che di un ritorno alla stampa del giornale ealla sua diffusione per abbonamento. Per questo motivo continueremo la nostra avventura digitale, nel segnodella tradizione giornalistica che ha contraddistinto la nostra storia fino aquesto momento, ma guardando anche a nuovi e moderni supporti chepossano estendere a tablet e smartphone la fruibilità del nostro giornale. Turismo all'aria aperta giunge con questo numero alla sua 147esima edizio-ne. Voglio ringraziare per questo lusinghiero traguardo tutti i giornalisti, lostaff della redazione e i collaboratori che ci hanno permesso di arrivare finqui, offrendo mese dopo mese un giornale sempre attento ai fatti di attua-lità, ricco di importanti servizi giornalistici dedicati al turismo in Italia e inEuropa, impreziosito da dossier e inchieste relative al mondo del turismo edel campeggio. È nostra ferma volontà continuare a migliorare questo stra-ordinario prodotto editoriale, che già oggi vanta contenuti e immagini digrande qualità proposti con chiarezza e con un’elegante impaginazione gra-fica. Questo sarà possibile anche e soprattutto grazie a voi, alla vostra stima,alla fiducia che ci avete accordato fino a oggi. Continuate a seguirci, quindi, collegandovi alla nostra piattaforma web perconoscere notizie e informazioni pubblicate quotidianamente, oppure persfogliare Turismo all’Aria Aperta e partire con noi alla volta di splendide metetutte da scoprire in camper, caravan o tenda. Un abbraccio affettuoso a tutti voi

L'editore Claudio D'Orazio

Editoriale

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4 TURISMO all’aria aperta

pag. 99

In copertina:Longiano (Emilia Romagna)

Editoriale pag. 3

News pag. 6

News sulla circolazione stradale pag. 8

Attualità- Approvata mini-riforma sulla massa degli autocaravan pag. 14

- Parma 2012: anche per sognare... pag. 18

- Il Salone del Camper 2012 - Intervista pag. 24

- Parma: importante punto d’incontro tra aziende e

turisti itineranti pag. 26

Informazioni dalle aziende pag. 28

On the road- Etiopia del Nord: viaggio nel territorio del Nilo azzurro pag. 34

- Vorarlberg austriaco: un paradiso tra alberi e acque pag. 40

- Isola d’Elba, apoteosi della vacanza pag. 46

- Longiano, cuore della Romagna pag. 50

- Calcata e la Valle del Treja pag. 56

- Il Soratte, montagna sacra, tra natura e antropologia pag. 62

- Catania, città barocca pag. 68

On the road in breve- DERUTA - Santuario Madonna dei Bagni pag. 76

Benessere- TOSCANA - Il Sistema Termale Senese pag. 78

RUBRICHE- Prossimi appuntamenti pag. 80

- Novità editoriali pag. 83

- L’opinione di... Beppe Tassone pag. 85

- Eventi e mostre pag. 86

Assicurazioni e dintorni pag. 90

Village for all pag. 92

ACTItalia Federazione pag. 94

Confedercampeggio pag. 95

La Vetrina pag. 96

Sommario

32ETIOPIA DEL NORD: VIAGGIONEL TERRITORIO DEL NILO AZZURRO

38VORARLBERG AUSTRIACO:UN PARADISO TRA ALBERI E ACQUE

66CATANIA, CITTÀ BAROCCA

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6 TURISMO all’aria aperta

Turismo Itinerante a “Il Salone del Camper” di Parma

62^ edizione della Rassegna Internazionaled'Arte/Premio "G.B. Salvi"

È stata inaugurata a Palazzodegli Scalzi la 62^ edizionedella Rassegna Internazionale

d’Arte/Premio “G.B. Salvi”. Curatadalla prof.ssa Silvia Cuppini, docentedi Storia dell’Arte Contemporaneapresso l’Università degli Studi diUrbino “Carlo Bo”, la prestigiosamanifestazione dedicata alle arti visive,denominata quest’anno Atelier delcontemporaneo, ospita oltre duecentoopere appartenenti ad una sessantinadi artisti, tra i quali maestri dell’arte,autori affermati e talenti emergenti.Due le sedi espositive della manifesta-zione, quella dell’antico edificio situatonel centro storico del Borgo, Palazzo

degli Scalzi, appunto, e quella tradizio-nale di Palazzo della Pretura.Sono quattro le mostre su cui si artico-la questa nuova edizione della Salvi,pregevolmente allestite in eleganti edampie sale: Guelfo, sul filo dello sguar-do, Le trame di Guelfo (entrambededicate all’artista fabrianese prema-turamente scomparso nel 1997), Abitisu misura e Shorts. Quattro originalimomenti espositivi dove trovano spa-zio opere di pittura, scultura, grafica,fotografia, collages, installazioni edaltro ancora.In sostanza, un appuntamento artisti-co di alto livello, organizzato dalComune di Sassoferrato con il contri-

buto di Regione Marche, Provincia diAncona, Fondazione Cassa diRisparmio di Fabriano eCupramontana, con il patrociniodell’Università degli Studi di Urbino“Carlo Bo” e con la collaborazionedella Fiaf (Federazione ItalianaAssociazioni Fotografiche).La Rassegna/Premio sarà fruibile fino alquattro novembre con i seguenti gior-ni e orari di apertura al pubblico: mer-coledì, giovedì e venerdì dalle ore17,00 alle 19,00, sabato, domenica efestivi dalle 16,00 alle 19,00. Chiuso illunedì ed il martedì.

News

Un caro saluto al nostro amico Giuseppe Rivalta, ospite del nostro stand durante la fiera di Parma. Ha accolto gli amici dellarivista e del sito prensentando loro il suo nuovo libro intitolato: "DALLA TERRA DEL FUOCO ALL’ALASKA IN CAMPER 4X4 - LARISCOPERTA DELLE AMERICHE"; libro che potrete a breve ordinare direttamente sul nostro sito web.

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Neewwss

Lo sport per lo sviluppo sostenibile dei parchi

L o sport quale occasione perrichiamare l'attenzione sui Parchie le Aree Naturali Protette, sulla

conservazione della biodiversità e, allostesso tempo, volàno di sviluppo per l'in-tero territorio regionale. E' questa, inestrema sintesi, la mission che ha spintola Regione Umbria ad attivare il progetto“Parchi Attivi” che mira a far conoscereoltre che le peculiarità legate alla conser-vazione della biodiversità, nel rispetto diquanto sancito dall'Unione Europea conil progetto “Natura 2000”, soprattuttoquelle attività legate al binomio sport-natura che rendono “attivi” e dinamiciquesti territori. “In un momento in cuil'ambiente, bene o male, è al centro del-l'attenzione, dichiara Paolo Papa,Dirigente dell'Ufficio Parchi e AreeProtette della Regione, vogliamo propor-re ai tour operator e a tutti gli amantidella natura un pacchetto turistico inno-vativo. Grazie all'ausilio di un portaleweb e di tutte le possibilità offerte daisocial media marketing sarà possibile,

infatti, scoprire in tempo reale la fittarete di eventi e manifestazioni che ani-mano i Parchi e, quindi, viverli in manie-ra diversa. Queste informazioni, conti-nua Papa, costituiranno una risorsa nonsolo per quel turista poliedrico che vedenel bene naturale la sua meta vacanzie-ra, ma anche un'opportunità per lestrutture ricettive che sapranno in temporeale come e dove indirizzare i propriospiti nelle varie attività proposte”. Il progetto, realizzato dagli Assessoratiall'Ambiente e al Turismo della RegioneUmbria e dal Consorzio ITACA, rappre-senta, per quella che viene considerata il“Cuore verde dell'Italia”, un ulterioretassello per la promozione turistica conparticolare attenzione verso quelle areeche, a forte caratterizzazione ambienta-le, necessitano di una attenta valorizza-zione soprattutto rispetto alla sostenibili-tà. “Si tratta, ha detto ancora PaoloPapa, di mettere in rete i sette Parchiregionali più uno nazionale per le bellez-ze che questi rappresentano in termini dinaturalità e far si che ogni Parco venga

specializzato per un determinato sport aseconda della propria vocazione e inrelazione alla loro struttura”. Escursioni,trekking, ippoturismo, voli in deltaplano,nordik walking, vela, rafting fino al tar-zaning, ma anche degustazioni a base diprodotti tipi locali e seminari, è quantoprevede la fase operativa del progetto.Creare quindi una rete dello sport per losviluppo sostenibile dei Parchi che possacostituire un continuum naturale digrande eccellenza non solo in terminiambientali ma, più in generale, per losviluppo turistico del territorio. In talmodo, l'evento sportivo diventa l'occa-sione per richiamare l'attenzione sulleAree Naturali Protette e sull'importantetema legato alla biodiversità. In unmomento successivo, infatti, uno specifi-co vademecum descriverà non solo laflora e la fauna caratterizzanti il territorioconsiderato, ma anche le azioni preven-tive utili per la salvaguardia degli ecosi-stemi attraversati durante lo svolgimen-to delle specifiche attività.

Le meraviglie della Riviera del Conerofiniscono sul canale Sky “Marco Polo”

D opo la Bbc, il canale giappo-nese Nhk, il mensile di giar-dinaggio Gardenia, e il cana-

le Sky dedicato a caccia e pesca, unanuova emittente televisiva ha dedica-to la sua programmazione alla Rivieradel Conero di Ancona.Il canale 414 Marcopolo, piattaformaSky sta girando sulla spiaggia diPortonovo di Ancona una puntatadella trasmissione televisiva ‘Sentierid’Italia’, diretta da Michele Dalla

Palma.La troupe della trasmissione ha visita-to il sentiero che porta agli scoglidelle ‘Due Sorelle’ e il sentiero del‘Lupo’, assistita dal personale dell’as-sociazione Riviera del Conero in colla-borazione con il settore Attività cultu-rali Turismo del Comune di Ancona.La puntata, di sessanta minuti, spaziain modo ampio sul territorio conapprofondimenti e finestre da inseriresui percorsi ambientali e naturalistici

con riprese della costa dal mare. La

troupe ha potuto filmare anche la

liberazione di una testuggine marina.

La puntata, intitolata “Monte

Conero, la montagna sul mare”,

andrà in onda a marzo.

Le località visitate avranno anche uno

spazio nel servizio giornalistico che

sarà realizzato contestualmente per il

mensile sul turismo Marcopolo.

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8 TURISMO all’aria aperta

Newssulla circolazione stradaleRubrica a cura di Domenico Carola, Docente di Diritto sulla Circolazione

Autovelox nascosti:la Commissione Trasporti ribadisce il no

L a Commissione Trasporti diMontecitorio ha approvato trerisoluzioni che impegnano il

Governo a garantire la legittimità delposizionamento degli autovelox. Tutto già scritto - Ma cosa deve fare,in concreto, il Governo? Deve rivalu-tare le indicazioni contenute nella cir-colare del 12 agosto 2010 delDipartimento della Pubblica sicurezzadel ministero dell'Interno (la circolareMaroni). In particolare, l'articolo 25della Legge 120/2010 ha previsto chei dispositivi e i mezzi tecnici di control-lo finalizzati al rilevamento a distanzadelle violazioni delle norme dell'arti-colo 142 del Codice della strada deb-bano essere collocati ad almeno unchilometro dal segnale stradale cheimpone il limite di velocità. La previ-sione normativa intende riferirsi uni-camente ai casi in cui i dispositivisiano finalizzati al controllo remotodelle violazioni e cioè siano collocati aisensi dell'articolo 4 della Legge168/2002 e, perciò, non riguarda icasi in cui I'accertamento dell'illecitosia effettuato con Ia presenza di unorgano di Polizia stradale.Naturalmente, l'obbligo di rispettareIa predetta distanza minima esistesolo nei casi in cui il limite di velocitàderivi dalla presenza di un segnalecollocato sulla strada e, quindi, nontrova applicazione nei casi in cui illimite di velocità sia generale per tipodi strada o sia riferito al particolareveicolo utilizzato. Viene inoltre evi-denziato che, in ogni caso, trovanosempre applicazione le norme secon-do cui le postazioni di controllo sullarete stradale per il rilevamento dellavelocità devono essere preventiva-mente segnalate e ben visibili,mediante l'uso di cartelli o di disposi-tivi di segnalazione luminosi. Quindi,la Commissione Trasporti diMontecitorio ribadisce il no agli auto-velox nascosti, quelli che possonoanche essere definiti "trappole",fermo restando che violare i limiti èun'infrazione grave.Rilevatori di velocità - Secondo unadelle risoluzioni che impegnano ilGoverno, I'installazione sulle strade di

tabelloni luminosi rilevatori di velocitàin tempo reale dei veicoli in transitohanno ora la natura di segnali strada-li, e non possono essere utilizzaticome strumento per l'accertamentodelle violazioni in materia di supera-mento dei limiti di velocità dei veicoli.Svolgono solo la funzione di indicarela velocità del veicolo che si approssi-ma a essi, con un'evidente finalità diprevenzione di eventuali illeciti strada-li. Per quanto riguarda le modalità diaccertamento delle violazioni in mate-ria di velocità, si conferma che glioperatori della Polizia municipale edella Polizia provinciale possono svol-gere l'attività di accertamento soltan-to mediante strumenti di loro proprie-tà o da essi acquisiti con contratto dilocazione finanziaria o di noleggio a

canone fisso. L'impiego di tale appa-recchiature è riservato esclusivamenteal personale dei corpi e dei servizi diPolizia locale.Questione antica - È un problema vec-chio, che fa solo danni alla sicurezzastradale: da una parte, qualcheComune cerca di fare cassa con gliautovelox nascosti, per ripianare idebiti; dall'altra, c'è chi viaggia colpiede pesante, lamentando sempreche gli Enti locali non rispettano laLegge in materia di autovelox. Allafine, anziché pensare al vero obiettivo- far calare gl'incidenti -, si arriva auno scontro fra gli amministratori e ilpopolo dei ricorrenti: l'auspicio è chequesta risoluzione della CommissioneTrasporti porti un po' d'ordine inmateria.

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Multe: in 10 anni sonoaumentate del 1500%

U na ricerca europea rivela che gli italianisono gli automobilisti più multati degli ulti-mi 10 anni ma solo 2 su 10 pagano

Non è un record di cui potersi vantare ma il prima-to europeo, che ci pone in cima alla classifica deiPaesi più multati degli ultimi dieci anni, non dovreb-be sorprendere più di tanto se ad accrescere il por-tfolio degli automobilisti più indisciplinati concorro-no i sistemi elettronici per la rilevazione automatica,adottati ormai in quasi tutti i Comuni d'Italia.La Svezia dà l’esempio - A diffondere i dati dellaricerca è Contribuenti.it, il Magazinedell'Associazione Contribuenti Italiani che avrebbeanalizzato ed elaborato i dati riguardanti le multecomminate dalle Polizie stradali e locali di tutti iPaesi dell'Unione Europea. Anche se non appare deltutto chiaro, il resoconto, che elegge gli italiani adautomobilisti meno diligenti al volante, pone alsecondo posto la Romania che ha fatto registrare unincremento delle sanzioni del 341%, seguite daGrecia (+315%), Bulgaria (+285%), Estonia(+236%), Slovacchia (+222%) e Cipro (+194%). Trale nazioni meno penalizzate della classifica, chehanno contenuto il fenomeno, figurano la Franciacon un incremento del 46%, la Spagna con il 44%,il Belgio con 41%, l'Inghilterra con il 38%, laGermania con il 23% e infine la Svezia con il 19%.Multe a raffica - Lo scenario nazionale fotografatodal portale che ha commissionato la ricerca, vede alNord Est il maggior numero di multe sollevate negliultimi anni, con +1534%, seguito dal + 1515%registrato al Centro, dal +1501% nel Nord Ovest,dal +1496% nel Sud e dal +1432% delle Isole. Lastatistica cronometrica evidenzierebbe che aMilano, Napoli e Aosta è comminata una multaogni 10 secondi mentre a Roma, Torino e Veneziaogni 12 secondi. A Genova, Firenze e Bari passano13 secondi tra una multa e l'altra, a Pescara,Bologna, Ancona e Perugia, 15 secondi, invecePotenza, Reggio Calabria Cagliari e Campobassoconcedono una pausa di 24 secondi alla pennacastigatrice.Chi paga? - A provocare con ogni probabilitàl'esplosione del fenomeno, oltre al maggiore nume-ro di veicoli circolanti e a una condotta di guida bia-simevole, è l'adozione di sistemi elettronici di con-trollo delle targhe e della velocità, che in diversi casinon si sono rivelati infallibili ma con i quali i Comunicontinuano a battere cassa. Secondo la ricerca, solo2 italiani su 10 pagano la sanzione, nell'88% deicasi, infatti, i contravventori del Codice della Stradafanno ricorso al Prefetto o al Giudice di Pace,rischiando anche che l'ammenda da pagare rincari.Sembrerebbe proprio il caso di dirlo, la contravven-zione è diventata il fischio d'inizio di una partita trail cittadino e le istituzioni e, su strada come incampo, non sempre l'arbitro vede bene e tutto, maa barare qualche volta è anche chi simula sperandodi non essere beccato.

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10 TURISMO all’aria aperta

Mancato aggiornamento della carta di circolazione

G uidare un veicolo per il qualenon è stata effettuata la varia-zione di proprietà (o residen-

za) mediante l’aggiornamento dellacarta di circolazione comporta la viola-zione dell’art. 94 del codice della stra-da che prevede una sanzione ammini-strativa pecuniaria da euro 653,00 aeuro 3.267,00 ( ipotesi comma terzo)con pagamento in misura ridotta dieuro 653,00 e da euro 327,00 a euro1.633,00 ( ipotesi comma quarto ) conpagamento in misura ridotta di euro327 e quella accessoria del ritiro dellacarta di circolazione. L’organo di poli-zia stradale procedente redigerà unverbale di accertamento e contestazio-ne per la violazione dell’articolo 94,comma quarto, con l’annotazione delritiro della carta di circolazione, indi-cando la possibilità per il conducentedi guidare il veicolo sino al luogo da luidichiarato, per il tragitto più breve eper il tempo strettamente necessario,ex articolo 399 del regolamento.Inoltre redigerà un verbale di accerta-mento e contestazione per la violazio-ne dell’articolo 94, comma terzo, dacontestare immediatamente al condu-cente se è anche il proprietario, ovve-ro, se il proprietario non è presente sulposto, da notificare successivamente. Come abbiamo visto l’articolo 94riguarda le formalità per il trasferimen-to di proprietà degli autoveicoli, deimotoveicoli e dei rimorchi e per il tra-sferimento di residenza dei proprietari,intestatari della carta di circolazione. Ilproblema verte sulla possibilità di con-testare al proprietario che circola allaguida di un veicolo per il quale non èstato effettuato l’aggiornamento dellacarta di circolazione, la violazione delcomma terzo e del comma quarto, peraver circolato con tale veicolo e peraver omesso le formalità richieste.Parte della dottrina è portata a consi-derare l’unica violazione prevista dalcomma quarto, per la circolazione delconducente che sia nel contempo pro-prietario del veicolo. Pare invece didover concludere diversamente. Lamotivazione di tale interpretazione,corroborata da altrettanta autorevoledottrina, discende da considerazioni diordine giuridico ed anche per induzio-ne logica. Le due fattispecie, previstein due commi diversi, attengono a duesfere di interesse distinte; la primaimpone all'acquirente (ovvero al pro-prietario per cambio di residenza; nella

prima stesura del codice l'obbligo rica-deva sulla "parte interessata") l'obbli-go di richiedere entro il termine di cuial comma primo (60 gg), l'aggiorna-mento della carta di circolazione,mentre la seconda punisce chi circolicon un veicolo per il quale non è statorichiesto l'aggiornamento o il rinnovodella carta di circolazione. Il primocaso ha dunque una sua autonomia epuò essere accertato d'ufficio, senzache il veicolo circoli. Se, in caso di cir-colazione di un veicolo in violazionedell'articolo 94, si sanzionasse il con-ducente-proprietario (acquirente) aisensi del solo comma quarto, si cree-rebbe un trattamento diverso a favoredi tale soggetto, che, a fronte dellastessa violazione, si vedrebbe commi-nare una sanzione meno rilevante(327,00) rispetto a quella che avrebbesubito, se alla guida del mezzo di suaproprietà vi fosse stata un'altra perso-na (653,00). D'altro canto il proprieta-rio-conducente che guida un veicoloper il quale non è stato richiesto l'ag-giornamento della carta di circolazio-ne, commette un "quid pluris" rispet-to a chi, intestatario di un veicolo, haomesso le formalità di cui al commasecondo dell'articolo 94 senza circola-re.Quindi: va contestata la violazione del commaquarto al conducente e quella delcomma terzo al proprietario, se perso-ne diverse; analogamente si procede come sopra,contestando al conducente-proprieta-rio la violazione dei commi terzo e

quarto; è possibile, infine, da parte degli orga-ni di polizia un ipotetico accertamentod’ufficio che porti alla notifica di unverbale per la violazione del solocomma terzo, a carico del proprieta-rio. Infatti, se si accedesse all’interpreta-zione diversa accennata, di sottoporreil proprietario alla sola sanzione delcomma quarto se sorpreso alla guida,si giungerebbe all’assurda ipotesi che,se invece che al posto di guida, si tro-vasse trasportato sul veicolo, sivedrebbe contestare immediatamenteil comma terzo, che prevede appuntola sanzione doppia, rimanendo a cari-co del conducente, comunque, la vio-lazione del comma quarto, con conse-guente ritiro del documento. Si speci-fica inoltre che la violazione dei commiterzo e quarto attiene tuttora al man-cato aggiornamento della carta di cir-colazione, sia in ordine al trasferimen-to di proprietà, sia in ordine al cambiodi residenza, a nulla rilevando l'inno-vazione introdotta all'articolo 247 deld.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495, cheprevede la comunicazione da partedelle anagrafi dei comuni dei cambia-menti di residenza delle persone inte-statarie di veicoli, dato che, a differen-za di quanto è successo per la paten-te, non vi è stata l'abrogazione delcomma che prevede la sanzione per ilmancato aggiornamento (anche per-ché la procedura automatica non èprevista per alcune categorie di veico-li).

Neewwss sulla circolazione stradale

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La sbarra del casello rovina l'auto:niente risarcimento se c'è imprudenza

L a Suprema Corte, con la sen-tenza della VI sezione n°21198 del 13 ottobre 2011,

ha ribadito un principio, da tempoconsolidato, che esclude la responsa-bilità da parte del custode della cosaquando il danneggiato, con un com-portamento imprudente, si è resoautonomamente responsabile deidanni da lui subiti.È STATO UN "CASO FORTUITO" -Siamo nell'ambito dell'applicazionedell'art. 2051 del codice civile, cheobbliga il proprietario di un bene o diuna cosa a risarcire colui che abbiasubito dei danni a causa dell'intrinse-ca lesività della stessa (è la cosiddetta"responsabilità del custode"). Nelcaso preso in esame dalla Corte, la"cosa" in custodia era rappresentatadalla sbarra di un casello autostrada-

le che, in quanto oggetto meccaniz-zato, è dotato senz'altro di un poten-ziale lesivo. Tuttavia, laddove il com-portamento del danneggiato è taleda poter essere considerato la causaautonoma e sufficiente dei danni, ènaturale che il proprietario della cosanon possa essere chiamato a rispon-derne. Tecnicamente si qualifica ilcomportamento imprudente del dan-neggiato come "caso fortuito", inmodo da configurare l'unica ipotesidi esonero di responsabilità delcustode prevista dall'art. 2051 delcodice civile.«CHI È CAUSA DEL SUO MAL PIAN-GA SE STESSO» - Così potremmo sin-tetizzare il principio ribadito dai giu-dici di Piazza Cavour nella sentenzain commento. Nel caso in questione,un automobilista era passato per

errore oltre la sbarra senza pagare ilpedaggio e, sentendo il suono dellasirena, anziché limitarsi ad arrestare ilveicolo, aveva cercato di fare marciaindietro e il veicolo era rimasto dan-neggiato dalla sbarra che si eraabbassata. Proprio per questo moti-vo, la sua richiesta danni alla societàche gestisce le autostrade non è stataaccolta. Sembra, dalla perentorietàdel tono della sentenza in esame, chein questo caso non ci fossero dubbi,ma in realtà spesso il comportamen-to del danneggiato e le responsabili-tà di chi possiede un bene potenzial-mente lesivo, specie se destinato allafruizione di una vasta fascia di uten-ti, sono molto più difficili da distin-guere.

RCA, il rinnovo annuale non sarà più tacito

M ini-riforma nel settore assicu-rativo: a introdurla sarà ilDecreto sviluppo e riguarda il

rinnovo della polizza RC auto, che nonsarà più tacito, non sarà più automati-co alla scadenza. Significa che per ilrinnovo sarà necessario l'esplicitoassenso da parte dell'automobilista e,ovviamente, della compagnia.IL TESTO - Stando alla bozza delDecreto, "il contratto di assicurazioneobbligatoria della responsabilità civilederivante dalla circolazione dei veicoli amotore e dei natanti non può esserestipulato per una durata superioreall'anno e non può essere tacitamenterinnovato. Le clausole di tacito rinnovoeventualmente previste nei contrattistipulati precedentemente all'entratain vigore del presente decreto, a fardata dal 1° gennaio 2014 si intendonoprive di efficacia e come non apposte,con conseguente cessazione del con-tratto alla sua naturale scadenza".Oggi, invece, succede quasi sempreche il contratto Rca si rinnovi da sé,tacitamente, senza che sia necessariol'assenso dell'automobilista: vale ilsilenzio assenso. Se le condizioni con-trattuali prevedono la clausola di tacitorinnovo, la disdetta deve essere inviata

alla sede dell'Impresa o all'intermedia-rio presso il quale è stata stipulata lapolizza tramite lettera raccomandatacon avviso di ricevimento, o consegna-ta a mano o fax, almeno 15 giorniprima della data di scadenza del con-tratto. È consentita, inoltre, la disdettaentro il giorno di scadenza qualora, inassenza di sinistri, l'aumento del pre-mio di polizza risulti superiore al tassodi inflazione programmato (per il 2012pari a 1,5%).DUE STRADE - Col tacito rinnovo, circaun mese prima della scadenza dellapolizza, la compagnia invia un rappor-to consuntivo, chiamato attestato dimerito, che riporta i dati salienti dellapropria storia assicurativa (eventualisinistri, classe di merito, premio dapagare). Se si è d'accordo con le condi-zioni e non si vuole rinunciare allapolizza, il rinnovo scatta automatica-mente. Quando invece non è previsto iltacito rinnovo, non occorre inviarealcuna comunicazione; il contratto ces-serà alla scadenza naturale: è così per icontratti stipulati con compagnie diret-te, quelle online e/o telefoniche. Sevogliamo rinnovare la polizza, dobbia-mo attivarci, usando i moduli necessari(oppure le procedure sul sito della

compagnia): così si può rinnovare odisdire il contratto anche all'ultimomomento.OBIETTIVO - Il fine della norma conte-nuta nella bozza di Decreto è favorirela mobilità degli assicurati, e quindi laconcorrenza fra le imprese. Senza taci-to rinnovo, infatti, l'automobilista saràmaggiormente spinto a valutare leofferte delle altre assicurazioni, e nonpotrà restare incagliato nella vecchiacompagnia. C'è però anche il rovesciodella medaglia: col tacito rinnovo, lacopertura assicurativa era garantitanegli anni; senza il tacito rinnovo, macon l'esplicito assenso, un automobili-sta sbadato potrebbe dimenticare dinon avere la copertura Rca. Potrebbequindi circolare senza RCA, con possi-bile pregiudizio verso il proprio porta-fogli: in caso provochi un incidente, è ilresponsabile del sinistro - senza RCA -a dover rifondere i danni di tasca pro-pria, non avendo le spalle copertedall'Impresa. È vero che una validacompagnia, in qualunque caso (puresenza il tacito rinnovo), allerta il cliente;tuttavia, è sempre meglio stare attentie vigili.

12 TURISMO all’aria aperta

Neewwss sulla circolazione stradale

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Approvata mini-riformasulla massa degli autocaravan

Attualità

La commissione trasporti della Camera approva mini-riforma del Codice dellastrada: 15% tolleranza per massa autocaravan a pieno carico

N el numero scorsoabbiamo data lanotizia flash di unamodifica contenu-ta nel disegno dilegge AC 5361

afferente la massa complessiva degliautocaravan. Avevamo, nel contempo,assunto l’impegno con i lettori di ritor-nare sull’importantissimo ed attesissi-mo documento per un esame piùapprofondito. Infatti in data 11 set-tembre 2012 la Commissione Trasportiha modificato ulteriormente l’art. 2del citato disegno di legge con questonuovo testo:

dopo il comma 3-bis dell’art. 167 del

codice della strada è inserito il seguen-te “ 3-ter Per i veicoli di categoria M1 aduso speciale autocaravan di cui alcomma 3, se conformi alle norme sulleemissioni inquinanti Euro 5 e successi-ve e dotati di controllo elettronicodella stabilità, utenze interne alimen-tate a GPL o metano e pannelli solari,possono circolare con una massa com-plessiva a pieno carico che non superidel 15 per cento quelle indicate sullacarta di circolazione”

Ergo la novella prevede, attraversouna modifica dell’articolo 167 delcodice della strada che, negli autoca-ravan, per il calcolo della massa massi-ma non sia considerato il peso di

accessori ed attrezzature di bordo,quando questi non superino comples-sivamente 1,5 tonnellate.Si ricorda che il codice della stradadefinisce gli autocaravan, anche noticon il termine di “camper” (art. 54,comma primo, lett. m) come veicoliaventi una speciale carrozzeria edattrezzati permanentemente per esse-re adibiti al trasporto e all'alloggio disette persone al massimo, compreso ilconducente. Come segnala la relazio-ne illustrativa, la definizione dellamassa massima degli autocaravanassume rilievo ai fini della definizionedei soggetti abilitati alla guida di talimezzi. Va preliminarmente rilevatoche la collocazione della novella, chefa riferimento alla “massa massima”

di Domenico Carola, Docente di Diritto sulla Circolazione

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degli autocaravan all’interno dell’arti-colo 167 che definisce il concettodiverso di “massa limite dei veicolipoteva risultare non del tutto congruo.Si potrebbe quindi valutare, anche allaluce dei potenziali effetti pratici delladisposizione, di seguito illustrati, unasua collocazione all’interno dell’artico-lo 116, il quale disciplina le patenti e leabilitazioni professionali per la guidadei veicoli a motore. Infatti, l’articolo116 del codice della strada, come daultimo modificato con il decreto legi-slativo n. 59/2011, prevede, nel testoapplicabile dal 19 gennaio 2013, che ilconseguimento della patente B (laforma di patente più diffusa, quellache abilita alla guida delle autovetture)abiliti, a partire dai diciotto anni di età,alla guida dei seguenti veicoli: - autoveicoli la cui massa mas-sima autorizzata non supera 3500 kg eprogettati e costruiti per il trasporto dinon più di otto persone oltre al condu-cente; - ai veicoli di questa categoriapuò essere agganciato un rimorchioavente una massa massima autorizzatanon superiore a 750 kg. - agli autoveicoli di questacategoria può essere agganciato unrimorchio la cui massa massima auto-rizzata superi 750 kg, purché la massamassima autorizzata di tale combina-

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Attualità

zione non superi 4250 kg. Qualoratale combinazione superi 3500 chilo-grammi, è richiesto il superamento diuna prova di capacità e comportamen-to su veicolo specifico. In caso di esitopositivo, è rilasciata una patente diguida che, con un apposito codicecomunitario, indica che il titolare puòcondurre tali complessi di veicoli

Tali requisiti riproducono il contenutodell’articolo 4 della direttiva2006/126/CE.

La medesima direttiva stabilisce (art.16) che le disposizioni nella stessacontenute siano applicabili dal 19gennaio 2013. Per questo motivo,attualmente risultano vigenti due testidell’articolo 116 del codice, quelloapplicabile dal 19 gennaio 2013, giàsopra richiamato e quello applicabilefino al 18 gennaio 2013 il qualecomunque pure prevede che la paten-te B autorizzi la guida di autoveicoli dimassa complessiva non superiore a3,5 t e il cui numero di posti a sedere,escluso quello del conducente, non èsuperiore a otto, anche se trainanti unrimorchio leggero ovvero un rimorchioche non ecceda la massa a vuoto delveicolo trainante e non comporti unamassa complessiva totale a pieno cari-co per i due veicoli superiore a 3,5 tLa relazione illustrativa ricorda quindi

che in molti casi il peso di attrezzatureinterne degli autocaravan (come gliapparecchi per la cottura dei cibi) fa sìche la massa massima di tali veicolisuperi il limite dei 3500 Kg previstoper la guida con patente B, rendendoquindi necessario per la guida degliautocaravan il conseguimento di livellisuperiori di patente.

In particolare, si tratterebbe:- in base al testo dell’articolo116 del codice applicabile fino al 18gennaio 2013 della patente C che abi-lita alla guida, a partire dai diciottoanni (ex. art. 115) di autoveicoli, dimassa complessiva a pieno caricosuperiore a 3,5 t, anche se trainanti unrimorchio leggero, esclusi quelli per lacui guida è richiesta la patente dellacategoria D (vale a dire autobus ocomunque autoveicoli con più di ottoposti a sedere)- in base al testo dell’articolo116 del codice applicabile dal 19 gen-naio 2013, della patente C1 che abili-ta alla guida, a partire dai diciotto anni(ex art. 115) di autoveicoli diversi daquelli delle categorie D1 (autoveicoliprogettati per il trasporto di non più di16 persone) o D (autoveicoli progetta-ti per il trasporto di più di otto perso-ne) la cui massa massima autorizzata èsuperiore a 3500 kg, ma non superio-

re a 7500 kg, progettati e costruiti peril trasporto di non più di otto passeg-geri, oltre al conducente; agli autovei-coli di questa categoria può essereagganciato un rimorchio la cui massamassima autorizzata non sia superiorea 750 kg

Effetto pratico della disposizionesarebbe invece quello di consentire,anche qualora la massa massima auto-rizzata dell’autocaravan superi i 3500kg, la guida dello stesso con la paten-te B.La direttiva 2006/126/CE peraltro pre-vede, all’articolo 6, comma quarto,lett. b), che, in deroga al limite dei3500 kg, gli Stati membri possanoautorizzare, previa consultazione conla Commissione europea, la guida asoggetti con più di 21 anni ed in pos-sesso da almeno due anni della paten-te B, di autoveicoli con una massamassima autorizzata superiore a 3.500kg unicamente nel caso di autoveicoliessenzialmente destinati ad essere uti-lizzati, da fermi, per fini didattici oricreativi, siano utilizzati per fini socia-li da organizzazioni non commerciali,siano stati modificati in modo da nonpoter essere utilizzati per il trasportodi oltre nove persone o per il traspor-to di merci di qualsiasi natura, salvoquelle assolutamente necessarie

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Attualità

all'uso che è stato loro assegnato. Inproposito, occorre ricordare che ladirettiva 2007/46/CE, che istituisce unquadro per l’omologazione dei veicolia motore e dei loro rimorchi, nonchédei sistemi, componenti ed entità tec-niche destinati a tali veicoli, definisceall’allegato II la “massa massima”come “massa a pieno carico tecnica-mente ammissibile” (inoltre, il prece-dente allegato I ricomprende ai fini delcalcolo della massa anche la massa delconducente ed eventualmente quelladell’accompagnatore, valutata in 75kg, nonché il serbatoio del carburanteconsiderato pieno al 90 per cento). A tal proposito, appare quindi neces-sario compiere un approfondimento inordine alla compatibilità dell’esclusio-ne del peso delle apparecchiatureinterne ai fini del calcolo della massamassima degli autocaravan con ladisciplina dell’Unione europea ai finidell’omologazione dei veicoli.

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Attualità

Parma 2012: anche per sognare...

C ertamente - e cometutti noi ben sappia-mo anche per lenostre esperienzedirette - il momentoattraversato dal-

l’economie mondiali non è affattopositivo, per tutti le infinite cause chequotidianamente ci vengono racconta-te dai mass-media. Inevitabile dunqueche tutte queste difficoltà finiscanocon il ritorcersi su svariati settori pro-duttivi penalizzandoli: ed è anchequello che è avvenuto anche nelnostro settore!E’ evidente che l’evento fieristico del-l’anno - qual’è appunto il Salone delCamper di Parma- poteva assolvere anche a questacomplessa analisi, ad iniziare dal sem-pre fondamentale dato che riguardaval’afflusso di pubblico: questo dato èstato assolutamente soddisfacente(circa 120.000 i visitatori), soprattuttose correlato alle difficoltà di cui si è giàdetto.Ma questo - pur importante dato - nonè stato l’unico: assai asta è stata anchequest’anno la partecipazione delleAziende e degli operatori specializzatiche, nei vari stand, hanno illustratoagli appassionati tutto il loro campio-nario.Una grande attenzione è stata riserva-ta alla costruzione di un prezzo di ven-dita che sapesse tenere conto deitempi: d’altronde il mercato dell’usatomostra segni di rallentamento e que-

di Salvatore Braccialarghe

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sto dato può condizionare non poco lepolitiche di acquisto di parecchi con-cessionari...Ma - per fortuna - non vi sono solonotizie preoccupanti; proprio nella set-timana del Salone si sono avute antici-pazioni su una norma che ‘dovrebbe’mutare non poco le attese (e le speran-ze!) di un numero crescente di campe-risti: infatti indiscrezioni autorevolihanno fatto sapere che verrà approva-ta (per i veicoli Euro 5 e dotati del con-trollo di stabilità) un’estensione pari al15% del peso indicato sulla carta dicircolazione.Inutile dire come questa fosse unarichiesta a lungo avanzata: vogliamosperare che questa sia davvero l’occa-sione buona!Ed ora ecco una prima rassegna dialcuni Marchi che abbiamo visitato peri nostri Lettori.

BIMOBILProprio a questo storico costruttore, dasempre specializzato nello studio dicamper e cellule particolari, era pre-sente a Parma con un super-camperrealizzato su Mercedes Atego 4x4,al quale abbiamo voluto dedicare lafotografia di apertura del nostro servi-zio.Da apprezzare anche un mansardato(questa volta pensato per essere guida-to con la patente B) a trazione 4x2 erealizzato su meccanica MercedesSprinter.Inutile dire che lo stand ha registratoun grande interesse tra i visitatori: pur-troppo i prezzi di vendita sono inevita-bilmente elevati,,,

MORELOEcco un altro Marchio che ha saputofare della qualità e del lusso una dellesue qualità più apprezzate. E a Parmasi aveva l’opportunità di ammirare davicino questi veicoli davvero particola-ri!Inutile dire come ogni scelta costrutti-va sia stata realizzata per offrire lamassima sicurezza ed una versatilitàsenza confronti nell’utilizzo pratico:solo in questo modo si possono consi-derare soluzioni costruttive di grandepregio, come quelle adottate daMorelo.Le meccaniche disponibili sono traquelle più performanti, potendo varia-re da Iveco a MAN: insomma una scel-ta da non dimenticare se il conto inbanca dovesse mai permetterla...

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Attualità

�USA ENTERPRISEL’Importatore torinese ha rappresen-tato - ancora una volta - il punto diriferimento italiano per tutti coloroche preferiscono la filosofia dei cam-per americani, da sempre capaci dioffrire spazi, stivaggi e dotazioni fuoridel comune.Nel grande stand erano ospitati alcu-ni dei veicoli più richiesti, capacianche di offrire un rapportoprezzo/qualità di sicuro interesse.Come al solito assai potenti sono lemotorizzazioni adottate, così comeimponenti sono i volumi e i telai chesorreggono il peso di questi veicolimastodontici, capaci di aumentare adismisura il loro comfort interno gra-zie alle pareti estraibili.Un notevole interesse è stato suscita-to dal modello Avanti, studiato e rea-lizzato seguendo i gusti e le preferen-ze del pubblico europeo!Come al solito grande interesse si èregistrato tra gli appassionati nelcomparto degli Accessori: d’altronde- come ci è stato fatto notare - sonopoche le occasioni per cambiare ilcamper, visti i costi mentre è certa-

mente più facile acquistare qualcheaccessorio che possa completarne lafunzionalità operativa.

EFOYCon una gamma completamente rin-novata il Costruttore tedesco ha con-centrato sul suo prodotto l’interessedi tutti coloro che pongono l’autosuf-ficienza elettrica tra i punti più impor-tanti a bordo del proprio veicoloricreazionale.D’altronde la cella a combustibilerappresenta l’ultima frontiera dellapiù avanzata tecnologia: a differenzadi un classico generatore di correntel’EFOY è in grado di produrre energiaelettrica a 12 V. semplicemente trami-te una complessa reazione chimica. Ilgrande vantaggio, oltre alla semplici-tà dell’installazione, è costituito daun funzionamento che, non emetten-do rumore né nocivi gas di scarico,può essere tenuto costantemente infunzione, essendo anche dotato di uncomputer interno che ne automatizzail funzionamento.I nuovi modelli hanno fatto tesorodell’esperienza di questi anni, appor-

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Attualità

tando tutte le variazioni che sono stateritenute necessarie dai tecnici tede-schi: il prodotto, rinnovato anche nel-l’aspetto estetico, è oggi più che maiin grado di rendersi utile (se non indi-spensabile...) anche nelle condizionipiù difficili.Proprio ciò che viene richiesto ad unaccessorio di questo livello!

NDSEcco un altro stand ricco di prodotti disicuro interesse, capaci di rendere piùsicura e più serena anche la vacanza incamper più difficile!La Casa è ormai ben conosciuta daparte di tutti coloro che amano la tec-nologia applicata al V.R.: negli anni -ad iniziare dalle ottime batterie - si èsaputa conquistare le simpatie dinumerosi appassionati. Fondamentalein tutta la produzione è la passione elo studio dei vari componenti: siamonel campo dell’elettronica e quindiogni progetto deve essere ben inge-gnerizzato così da rispondere poi - sulcampo - alle esigenze per le quali èstato costruito.NDS è un po’ il regno dei microproces-sori, perché sono loro ad occuparsi,con la loro assodata efficienza, al con-trollo dei diversi parametri ‘vitali’ delnostro camper, controllando ad esem-pio il livello di carica di ogni singolabatteria e, magari, avvisandoci con unSMS spedito automaticamente ainostri cellulari, per comunicarci chesarebbe meglio procedere con la ricari-ca.Nel caso poi non si potesse intervenireallora sarà lo stesso apparecchio ascollegare l’accumulatore scaricoprima che lo stesso possa danneggiar-si!E questo è solo un esempio per farcomprendere come, spesso, avremmogli strumenti per tenere sotto controllo(anche a distanza) la salute del nostroV.R.: e questa non ci pare unacosa da poco, specie di questi tempiquando i costi di mantenimento e disostituzione delle componenti di uncamper sono considerevolmente sali-ti...

TECNOLEDLa rivoluzione tecnologica incentratasulla illuminazione a LED è ormai giun-ta ad un punto assai interessante: iprogressi realizzati in questo campo inquesti anni sono davvero apprezzabilie, anche grazie ad un costo di acquistoin continua discesa, questi corpi lumi-

nosi hanno finito con il conquistaregran parte del mercato. Infatti oggiessi vengono ormai montati di serie suiveicoli nuovi, mentre poi si apre l’after-market per l’immenso parco dei veico-li circolanti.Tecnoled, che di questa rivoluzione èstata (ed è) protagonista ha saputoesprimere una produzione di alto livel-

lo, mai disgiunta da una ricerca stilisti-ca che ha saputo coniugare l’efficienzacon l’eleganza progettuale. A tutto ciòdeve essere aggiunta una ricerca tec-nologica che oggi è in grado di offriresoluzioni (anche sotto il profilo del cro-matismo del fascio luminoso) capaci diricreare nel nostro camper atmosferericche di personalità. E di fascino.

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Attualità

Il Salone del Camper 2012Intervista a Luigi Boschetti - Presidente Promocamp

Presidente Boschetti, “Il Salone delCamper” 2012 si è appena concluso.Quali sono le sue valutazioni dopoquesto importante appuntamento?

Debbo dire che alla vigilia, comemolti, la mia sensazione era quelladel “bicchiere mezzo vuoto”. DopoParma, vista la risposta del pubbli-co l’impressione che si sta affer-mando è quella del “bicchieremezzo pieno”.

Quindi Lei vede la situazione con uncerto ottimismo, nonostante il climagenerale?

Come dicevo, la massiccia parteci-pazione, che ha confermato il suc-cesso delle due prime edizioni, el’interesse manifestato dai visita-tori sono elementi molto positiviche lasciano ben sperare.Gli espositori in generale si sonodichiarati abbastanza soddisfattisia per le richieste di preventivi(camper e tende), sia e soprattuttoper gli acquisti nel settore degliaccessori.

A poco più di un anno dall’inizio dellasua presidenza che primo bilancio fadella sua attività e come intende impe-

gnare Promocamp per l’immediatofuturo?

Come si può capire non è statofacile raccogliere il testimone inuna situazione economica delgenere. Quello che ho cercato difare è stato un lavoro continuo edun contatto costante con gli asso-ciati, uno ad uno, per sostenerli edaiutarli, nelle forme possibili, adaffrontare le nuove condizioni dimercato. A questo proposito mi sto impe-gnando molto nel creare occasionidi incontro col pubblico, oggi piùdifficile perché non è più tempo diattenderlo in azienda o nella pro-pria concessionaria, e quindi a con-tinuare e sviluppare iniziative fieri-stiche di carattere territoriale.Siamo già presenti, oltre a Parma,che è l’evento di carattere naziona-le, in fiere come “Turit” di Carrara,“Italia Vacanze” di Novegro e stia-mo verificando le possibilità diintervenire nel centro e nel sud delnostro Paese.

Come procede il rapporto con le altreAssociazioni?

Molto positivamente, soprattutto

con Apc-Anfia, con cui collaboria-mo per “Il Salone” e per avviare lealtre iniziative fieristiche e gliinterventi per creare anche in Italiale migliori condizioni per lo svilup-po del nostro turismo. Promocampin questo ha un sua consolidataesperienza di realizzazioni e diproposte che riguardano l’interoturismo all’aria aperta (dalla tendaal camper) e che mette a disposi-zione, nella consapevolezza chesolo una forte azione unitaria dilobby sia vincente nei confronti ditutte le istituzioni interessate. Seoggi scontiamo una situazionemeno positiva di mercato del turi-smo e della nostra imprenditoriarispetto alle nazioni europee piùavanzate, è anche a causa deinostri ritardi nel dotare il nostroPaese di strutture adeguate.

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Attualità

Parma: importante punto d’incontrotra aziende e turisti itineranti

L a terza edizione del salone delcamper che si è svolta a Parmanel settembre scorso, ricordia-

mo seconda per importanza in Europa,è andata oltre le aspettative degliorganizzatori. Infatti mentre nelle altreanaloghe manifestazioni europee lepresenze sono andate in controten-denza rispetto agli anni precedentisaloni, a Parma sono stati oltre cento-ventimila i visitatori ed oltre duecento igiornalisti accreditati a conferma delgrande interesse in questo settore.Grande successo ha riscosso l’iniziativa“rental pach” per acquistare voucheral prezzo promozionale di 99 euro perun noleggio di un camper per un inte-ro finesettimana. I buoni a disposizioneerano 1400 , bruciati nei primi giornidi apertura, tanto da spingere i noleg-giatori aderenti all’iniziativa di mettere

a disposizione ulteriori buoni, ed allafine i vaucher acquistati sono stati oltre2.400 con un incremento del 72%rispetto alla precedente edizione.Gli espositori hanno occupato un’areadi 45.000 mq., di cui l’81% ha ospita-to camper e caravan, il 14% accessori,il 5% editoria specializzata ed associa-zioni turistiche e di categoria. Circa300 le aziende espositrici di cui il 76%italiane ed il 24% estere. Dei veicolimotorizzati il 71,2% monta meccani-che e telai Fiat, circa il 7% Iveco, il 7%Ford, (molto attesi i nuovi furgonatiche verranno presentati ad ottobre edin vendita da marzo 2013), il 4,3Renault, il 4,2 Mercedes ed il 4%Citroen (in pratica il Ducato italiano) ,il restante 3% a meccaniche di variemarche perlopiù utilizzate per camperdi grandi dimensioni. La grande ten-

denza dei produttori, che certamenteha raccolto l’esigenza degli utilizzatori,è stata quella di concentrarsi maggior-mente sui modelli profilati con il gran-de utilizzo dei letti a scomparsa (addi-rittura in alcuni casi anche due), i cuimezzi esposti rappresentavano il 35%,poi i motorhome e van con una quotadel 17%. Queste due tipologie sonostate quelle più gettonate dai visitatoried i mezzi presi veramente d’assalto,con file d’attesa mai viste per ispezio-nare gli interni. Infine una quota del16% è stata rappresentata dai classicimansardati che però evidenziano unminor interesse tra gli utenti. Quindi latendenza per il futuro è molto chiarasempre più veicoli filanti nelle linnee enegli ingombri in altezza che conferi-scano migliore aerodinamicità in mar-cia e migliore stabilità e confort in

di Pier Francesco Gasperi

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Attualità

viaggio. Questa tendenza è stata rac-colta già dai produttori d’oltralpe chehanno già tolto dalla produzione imansardati sviluppando maggiori tipo-logie sui semintegrali e motorhome,offrendo per stesse scocche diversesoluzioni distributive e tipologicheinterne. Molta attenzione e crescita siè vista nei van, molti rialzati per lascia-re maggior spazio abitativo interno. Darilevare che circa un quarto dei veicoliricreazionali esposti montava telai al-ko in costante crescita rispetto aglianni precedenti. Nel settore delle cara-van, si assiste ad un grande rilancio diqueste “case mobili” molto ampie ericercate nelle tipologie, una sorta diveri e propri mini appartamenti, consoluzioni molto innovative e conforte-voli, a prezzi piuttosto vantaggiosi inrelazione ai prodotti offerti. Veramenteinteressanti le soluzioni proposte per icampeggiatori che usano le tende,sorprendenti le soluzioni della tendasopra l’auto o posta di lato o su duelati e molte sul retro, per vetture fami-liari ad ampio portellone posteriore,che possono essere utilizzate anche inluoghi di campagna o fuori dai cam-peggi, con le relative minime dotazionidi servizi e soprattutto con tempi dimontaggio velocissimi e pratici. Il salo-ne è stato aperto con un convegnoinaugurale con il benvenuto di FrancoBoni, presidente di Fiere Parma il qualecon molto entusiasmo ha precisato cheil Salone del Camper 2012 si presentapiù grande e funzionale; la crescita èdata anche dall'impegno organizzativodi Fiere di Parma che ha accelerato econcluso il restyling estetico-funziona-le della struttura fieristica. Grandenovità di quest’anno la creazione digrandi “spazi bimbi” sia al chiuso, siaall’aperto, per disegnare e per giocarecon molte attrezzature presenti, o perfini didattici istruttivi. Realizzato ancheuno spazio dedicato ai nostri miglioriamici di viaggio, i cani a cui numerosis-simi camperisti sono affezionati e por-tano ovunque nei loro itinerari.Successivamente è intervenutoAntonio Cellie, amministratore delega-to di Fiere Parma il quale ha evidenzia-to che in Italia, nel 2011, i flussi dal-l'estero derivanti dal turismo all'ariaaperta sono cresciuti ad un tasso triplorispetto al settore. Ma la cosa più rile-vante è la crescita qualitativa di questadomanda turistica che negli ultimi 12mesi ha incrementato la spesa mediagiornaliera. Gli stranieri che hannoscelto l'Italia come destinazione di unavacanza all'aria aperta sono stati circa

2,6 milioni ed hanno generato circa1,2 miliardi di Euro di spesa.Complessivamente, il turismo stranieroall'aria aperta rappresenta circa il 6%del movimento turistico internazionalein Italia e il 7% dei pernottamenti. Ituristi italiani che scelgono CamperCaravan o Tenda per le proprie vacan-za sono 3 milioni, in crescita (+ 4%)ma ancora pochissimi rispetto allamedia Europea. Il percorso che Apc eFiere di Parma hanno intrapreso con ilSalone del Camper è quello di federa-re tutti i soggetti coinvolti (dai produt-tori all'offerta turistica) per contribuireallo sviluppo di un settore che risulteràdecisivo per recuperare quote di mer-cato nella competizione turistica inter-nazionale. Secondo Paolo Bicci, presi-dente dell'Associazione ProduttoriCaravan e Camper-Apc e del GruppoProduttori Veicoli per il Tempo Libero-Anfia: "Il turismo all'aria aperta è unavera e propria risorsa per il nostroPaese, un settore significativo e in cre-scita, che può rappresentare una gran-de opportunità. L'Italia, infatti, nono-stante la crisi, continua il terzo merca-to europeo per gli autocaravan di

nuova immatricolazione e il quintomercato se consideriamo l'intero com-parto dei veicoli ricreazionali”. Oltreall'andamento del mercato del settorecamper e caravan, secondo una ricercadel Ciset il nostro Paese è la meta turi-stica più ambita per la bellezza e lavarietà dei luoghi da visitare, a cui siaggiunge il patrimonio dei beni cultu-rali, delle tradizioni locali e dei prodot-ti enogastronomici ed artigianali. I turi-sti italiani che scelgono la vacanza enplein air in camper, caravan o tendasono stati nel 2011 circa 3 milioni, dicui 2 milioni in Italia con una capacitàdi spesa di 1,4 miliardi di euro. I turistiesteri in Italia sono stati 2,6 milioni conuna capacità di spesa di 1,2 miliardi dieuro.I giudizi sono generalmente positivisull'esperienza vissuta in Italia da partedei turisti stranieri all'aria aperta (votisopra 8), a parte i prezzi, dove i votisono di poco superiori alla sufficienza:rispetto alla media, i turisti in campersono in proporzione meno soddisfattidei servizi per la ricettività, dell'acco-glienza e dell'ambiente, nonché deiprezzi, ritenuti a volte troppo elevati.

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Informazioni dalle aziende

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TURISMO all’aria aperta 29

Informazioni dalle aziende

N on importa qual'è la meta:Sahara, Siberia, con il vostrobimobil Expedition Truck EX

480 arriverete ovunque!EX 480 è un veicolo ricreativo fuoristra-da, adatto per le lunghe percorrenze.L'EX 480 montato sul telaio delMercedes Benz Atego 1023, offre latrazione integrale AWD ed eccellentiprestazioni motoristiche con i suoi 170kW/231 HP. Il veicolo base è caratteriz-zato da una cabina di guida moderna,spaziosa e con ottimizzazione deglispazi. La disposizione ergonomica deicomandi e degli accessori garantisconoil massimo comfort nei lunghi viaggi. Isedili della cabina guida sono ammor-tizzati pneumaticamente per renderemolto confortevoli sia le lunghe percor-renze sia i tratti sconnessi. Tutte ledotazioni quali gli specchietti retroviso-ri a regolazione elettrica, i cristalli oscu-rati, il parasole e altri equipaggiamenti,contribuiscono ad accrescere il comfortdell'abitacolo. Il principale vantaggiodell'EX 480 è l'elevata tecnologia edinoltre il telaio estremamente rigido, laprotezione anticorrosione e la robu-stezza del motore sono garanzie di lon-gevità. La cabina è fissata su un telaiointermedio molto rigido, posto a suavolta, sullo chassis Atego mediante 6supporti flessibili. Questa conformazio-ne consente alla struttura di accompa-gnare bene l'escursione delle ruote sulterreno durate la guida in fuoristrada.La protezione del sottopavimentoposteriore inclinabile aiuta a conserva-re l'angolo d'uscita originale del veico-lo. Grazie a quest'equipaggiamentol'EX 480 offre un'impareggiabile tenu-ta anche sui percorsi più difficili. Lacaratteristica principale della cabinabimobil è come sempre la solidità dellastruttura con un peso contenuto, perquesto il veicolo da trasporto da 10,5tonnellate può essere omologato a7,49 e può offrire comunque un caricoutile piuttosto grande. Gli spazi lumi-nosi e le rifiniture di altissimo pregiodefiniscono il tono degli interni.

1 La superficie elevata del letto poste-riore (145 x 210 cm) si traduce in duecomodi letti con materasso separato,struttura a molle Froli e sistema di cir-

colazione e riscaldamento della parteinferiore, che consente un tranquillosonno ristoratore dopo le emozionidell'avvincente tour che l'EX 480 per-mette di vivere. Sotto il letto posterioreè ricavato un ampio vano di carico ubi-cato lungo tutta la larghezza del veico-lo interno e facilmente accessibile dal-l'esterno per mezzo di un ampio por-tellone. Una parte di questo vano èriservata ai serbatoi dell'acqua potabi-le, che hanno un volume complessivodi 300 litri.2 Con una superficie di 132 x 90/80cm, il bagno ha uno spazio soddisfa-cente. La doccia è separata dalla parterestante della zona lavandino/toilettemediante una porta scorrevole di ele-vata qualità a tre ante. Il bagno ha unelegante lavandino in acciaio smaltatoe finiture di pregio e una toilette a cas-setta Thetford. Lo spazio disponibileper riporre gli oggetti è ampliato dallapresenza di mensole e mobiletti.3 Gli armadietti per la biancheria si tro-vano di fronte al vano toilette. L'ampioguardaroba con cappelliera e i duearmadietti adiacenti dotati di numero-se mensole e cassetti permettono diriporre con comodità gli indumenti.4 Il comodo divano anteriore trasmetteperfettamente il concetto tedesco di“Gemütlichkeit” (comfort e comodità)e può essere facilmente trasformato inun letto matrimoniale, abbassando iltavolo. Le due panche, poste l'una difianco all'altra, con 110 cm di lunghez-za, ospitano comodamente fino aquattro persone. Posto su un piedistal-lo alto 25 cm, il divano consente diricavare di sotto a esso, ulteriore spaziodi stivaggio. Il vano dei sedili anterioriospita la stufa Truma, mentre il serba-toio per le acque grigie è posto nellaparte posteriore del vano dei sediliposteriori. Lo spazio restante può esse-re utilizzato per lo stivaggio. Il vano distivaggio centrale è facilmente accessi-bile dall'esterno mediante una porta diservizio. E' possibile scegliere comeoptional il portellone laterale ed inquesto caso il divano anteriore si tra-sforma in veranda con vista panorami-ca dell'ambiente circostante.5 Con una superficie di 140 x 56 cm, lacucina risulta particolarmente spaziosa.

Il bancone è caratterizzato da un pianodi lavoro in Corean® con fornelloincassato a 2 fuochi coperto da unpannello in vetro e un lavello in acciaioinox. Sotto al piano di lavoro sonoposizionati due cassetti per le posateoltre ad una piastra di prolunga e aulteriore spazio di stivaggio. Anche ilvoluminoso frigorifero con compresso-re e vano freezer è ubicato in questazona. E per completare questa cucinada gourmet la particolare rastrellieraportaspezie che caratterizza le nostrecucine.6 La zona abitativa si raggiunge como-damente tramite una scala estraibileelettricamente e due scalini integratinell'ingresso.7 La cabina di guida è accessibile dallazona living tramite un ampio passaggiodi dimensioni 50 x 75 cm. La cabinapuò essere chiusa con una piastra asandwich.Gli armadi per gli abiti si trovano soprail divano anteriore ed altri spazi perbiancheria ed oggetti si trovano siasopra la cucina che sopra il letto poste-riore. Le borse in tessuto sul lettoposteriore e accanto al divano costitui-scono nuove opzioni in cui conservaregli oggetti più piccoli. Sotto la parte posteriore della cabina sitrovano due vani portaoggetti esternicon coperchi di acciaio sagomato, mainclinati in modo tale da mantenerel'angolo originale di uscita del veicolo.

Bimobil – von Liebe GmbHAich 15 · D-85667 OberpframmernTel +49 (0)8106 / 99 69-0Fax +49 (0)8106 / 99 69-69www.bimobil.com · [email protected]

BIMOBIL. Il veicolo ricreativo EX 480BIMOBIL, azienda tedesca specializzata da 35 anni nella realizzazione di autocaravan e vei-coli da spedizione ha esposto al Salone del Camper d Parma due modelli della gamma:LB 355 e l'imponente EX 480 montato su Mercedes Benz Atego 4x4

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30 TURISMO all’aria aperta

Informazioni dalle aziende

C oncorde si è presentato allafiera di Parma con una gammadi proposte pensata per il mer-

cato italiano. Sette veicoli nelle tipologiedei mansardati e motorhome di presti-gio, compresi dei veri fuoriclasse come ilLiner Plus e il Cruiser C1. Proprio que-st’ultimo, rappresenta una straordinariainterpretazione del concetto di mansar-dato di fascia Premium. Il modelloCruiser C1 891 M è un mansardatolungo 883 cm e disponibile su meccani-ca MAN TGL con potenza fino a 250cavalli. All’interno, una grande cameracon letto centrale, un’ampia sala dabagno a sviluppo longitudinale, un sog-giorno estremamente conviviale e unletto in mansarda di straordinario com-fort (234 x 168 cm). Gli interni delConcorde Cruiser C1 sono stati sotto-posti ad un aggiornamento estetico,con una zona cucina che propone mate-riali nuovi, vani di stivaggio ergonomicie grande spazio per il viaggio. Altromansardato esclusivo è il Credo Action863 L, lungo 869 cm e costruito su basemeccanica Iveco Daily 65C17 conpotenza di 170 cavalli. È il risultato diuna lunga esperienza in questa tipolo-gia di autocaravan. Concorde, infatti, hainiziato a produrre mansardati su telaioIveco con doppio pavimento già 15 annifa. Della serie di motorhome CredoEmotion, invece, è presente il modellol’831 L, che da quest’anno, come tuttigli altri modelli di questa gamma, saràconsegnata di serie su telaio Fiat Ducato150 Multi Jet con 148 cavalli di potenzae telaio AL-KO. Questo integrale propo-ne in 833 cm di lunghezza un ambientedi grande prestigio e la soluzione deiletti gemelli in coda, trasformabili inletto matrimoniale. Ancora più ampia la serie Carver nellaprossima stagione, poiché sono statiintegrati in questa gamma i modellidella serie Charisma Classic, che esce discena dopo 7 anni di grandi successi. AlSalone del Camper è esposto un Carver771 L (Sport) su meccanica Iveco Daily65C17 e 170 cavalli di potenza nellaversione Sport che propone cerchionialluminio sportivi, speciali decori esternie tappezzerie in pelle “Sport-Edition” ecuciture decorative sulla copertura del

cruscotto. Due i modelli di Charisma III in esposi-zione: Charisma III 900 M (con lettocentrale posteriore) e Charisma III 850 L(con letti gemelli in coda). La terzagenerazione di Charisma, introdotta loscorso anno, si presenta con design econtenuti moderni ed esclusivi destinatia ridefinire il concetto stesso di motor-home di lusso. Una carrozzeria marcata-mente automotive, infatti, custodisceuna tecnica costruttiva votata all’eccel-lenza e interni disegnati per offrire ele-ganza, convivialità, luminosità e pratici-tà. Disponibili su Iveco Daily, IvecoEurocargo e M.A.N. TGL, i modelli dellaserie Charisma III si segnalano per undesign esterno e interno completamen-te nuovo, moderno e personale, capacedi proseguire, in una chiave attuale ericca di spunti di interesse, la tradizionedel modello di punta della casa tedesca.

Elementi caratterizzanti sono la nuovacalandra impreziosita da luci a led diur-ne e posteriori, il parabrezza panorami-co a controllo termico, il doppio pavi-mento passante in poliuretano, i portel-li esterni Mekuwa con doppia guarni-zione e apertura assistita, le bandelle invetroresina con luci a led integrate, lefinestre Seitz di ultima generazione adalto isolamento termico, gli specchiretrovisori granturismo. Infine, l’impo-nente Liner Plus 990 G, un maxi motor-home che rappresenta la nave ammira-glia tra i camper integrali. Il “non plusultra” in termini di lusso, prestigio, spa-zio, funzionalità, prestazioni, comfort diviaggio e abitabilità. Con una lunghezzadi poco superiore ai 10 metri di lun-ghezza, è costruito su meccanica MANTGL e dispone di un garage in grado diospitare una mini car come la Smart.

CONCORDE al Salone del Camper 2012Nome storico nel mondo dei veicoli ricreazionali da sempre specializzato in realizzazioni di altis-simo livello tecnico e stilistico, Concorde, marchio leader nella produzione di motorhome dilusso, si è presentato al Salone del Camper di Parma con sette veicoli, in rappresentanza del-l’ampia e articolata offerta disponibile

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MONDO PICK UP

M ondo Pick Up partecipa alSalone del Camper di Parma elo fa proponendo l’ultima evo-

luzione del suo modulo abitativo per fuo-ristrada pick-up: MUSICA. Allo standfanno bella mostra di sé due esemplari diquesto modulo, uno dei quali applicatoalla meccanica del Mercedes Unimog.Ma queste eccellenti interpretazioni, nonsolo l’unica attrazione presente allo standdi Mondo Pick Up. Tra i veicoli, infatti,sono sistemati due pianoforti a coda chetrasformano lo stand in una straordinariasala concerti. Alla tastiera due concertistid’eccezione: Roberto Paruzzo e SusanneSatz.Uniti nella vita professionale e in quellaprivata Roberto e Susanne hanno un cur-riculum straordinario (Roberto si è diplo-mato al Conservatorio di Milano con 10 elode e menzione ad honorem, Susanne, diorigine tedesca ha tre lauree conseguite aBerlino, Hannover e alla Royal Accademydi Londra) e hanno tenuto concerti intutto il mondo. Al Salone del Camper diParma, Roberto e Susanne propongonoun duo pianistico a quattro mani con unrepertorio americano e sud americano.Per tutto il week end, circa ogni ora emezza sarà possibile ascoltare dei miniconcerti di 40 minuti dei due pianisti.

Un’iniziativa che per il titolare di MondoPick Up, Luca Zacco, rappresenta la perfet-ta colonna sonora alla presentazione dellasua “MUSICA”MUSICA è un modulo abitativo per pickup dedicato a chi ama un turismo itineran-te libero dai vincoli. Offre una versatilitàd’impiego che non ha pari nelle altre tipo-logie di veicoli ricreazionali. E non soloperché si possono praticare percorsi offroad, ma anche perché si può parcheggia-re facilmente negli stalli previsti per leautovetture.Inoltre si sgancia dal pick up con poche esemplici mosse assistite da automatismi, sisolleva sui propri martinetti, permettendodi avere a disposizione il pick up comemezzo di trasporto autonomo. Il modulo ècostituito da una monoscocca integrale inmateriali compositi con struttura a san-dwich, frutto di anni di studi e ricerche.MUSICA è in grado di offrire un comfortda grand hotel ad una coppia, con vani dicarico adeguati per una famiglia di quat-tro persone. L’arredamento viene realizza-to con l’impiego di materiali leggeri edessenze di legno naturale, con sistemi dilavorazione che coniugano le maestranzeartigiane e le tecnologie industriali ottimiz-zando il grado di finitura. L’eleganza èquella tipica dello stile nautico, così come

straordinario è il comfort e l’abitabilità.Due comodi posti letto sono offerti dalmatrimoniale in mansarda, mentre altridue posti letto si possono ottenere dallatrasformazione della dinette.Il soggiorno può contare su un grandedivano a “L” e un tavolino in stile nautico(rimovibile) dotato di sistema pivottante etraslante esclusivo, che offre una versatili-tà straordinaria.Il vano bagno a volume variabile prendeforma con l’impiego di una modernamono struttura in Abs antigraffio che inte-gra il wc a cassetta estraibile, con l’esclusi-va valvola di scarico elettrica, il lavabo fissoe il lavandino reclinabile in vetroresina inmodo ergonomico ed elegante. estraendola parte frontale si ottiene un volume cheoffre un confort senza compromessi.La cucina dispone di numerosi cassetti achiusura assistita, di un fornello a due fuo-chi, di un comodo lavello e di un capientefrigorifero a compressore. Per il solleva-mento, l’impianto di pistoni in alluminioinglobato nella monoscocca, viene azio-nato per mezzo di telecomando wireless.Mondo Pick-Up di Zacco Luca – ViaCavour 74/76 – 20026 Novate Milanese(Mi) - tel 0266306838 – Fax 0266303285– www.mondopickup.it - [email protected]

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32 TURISMO all’aria aperta

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NIESMANN+BISCHOFF

N iesmann+Bischoff (www.nie-smann-bischoff.de/it/home)in questi giorni ha attivato

sul loro sito un interessante strumen-to, unico e singolare per il mercatodei veicoli ricreazionali: la possibilitàdi creare una configurazione per gliinterni dei modelli Arto e Flair 100. Ivisitatori possono prendere confiden-za e curiosare usando questo sistemagià conosciuto dal settore automobi-listico.Il cliente può abbinare e scegliere lasua combinazione preferita e secon-do i suoi gusti personali.Per prima cosa sceglie il colore basedel divano, poi il tipo di cuscino (clas-sico o moderno), il colore per glischienali, il colore per le ante deimobili pensili (laccate bianche oppurein design legno) e il decoro come“Green Grass” e l’ardesia; potreterendere più lussuoso il vano bagno, lacucina del Flair e il rivestimento del

Mediatower, potete sbizzarrirvi con lavera ardesia (»Black Stone« [nero] o»Jeera Green« [verde])La configurazione può essere cambia-ta, salvata e stampata. Per rendere ilmezzo unico e personale si può sce-

gliere oltre 500 abbinamenti.Interessante l’iniziativa dellaNiesmann+Bischoff, uno dei marchiche nel settore è sempre stato prontoalle nuove iniziative e in queste coseha sempre fatto un po’ da pioniere!

REMORA

R emora è un nuovo dispositi-vo che permette di rimor-chiare la propria autovettura

senza dover acquistare alcun rimor-chio.Si tratta di un innovativo timone chesi aggancia anteriormente alla sferadel gancio traino del veicolo trainan-te e posteriormente si fissa a dueattacchi frontali applicati alla vetturatrainata.Remora è composto da due elementi:il primo è quello da applicare in modopermanente alla vettura da rimorchia-re, il secondo è il timone amovibile.L'operazione di applicazione diRemora richiede pochissimi minuti:solo il tempo per agganciare il timo-ne, collegare l'impianto frenante el'impianto elettrico e spostare latarga.Remora, nel momento in cui non siutilizza, non necessita di uno spaziodi parcheggio poiché ha un ingombrominimo: può essere riposto nel baga-gliaio dell'auto o in casa, mentre laparte fissa installata anteriormentenell'autovettura è praticamente invi-sibile.Grazie alla struttura del timone, ilcarico verticale che grava sulla sferadel gancio traino è estremamente

modesto, inesistente se confrontatocon il peso di un rimorchio tradiziona-le. L'utilizzo del repulsore presente nellaparte anteriore del timone permette aRemora di sfruttare completamentel'impianto frenante originale dellavettura trainata, su tutte le 4 ruote.In assenza di blocco dello sterzo, gra-zie alla particolare struttura del timo-ne, le ruote sterzanti della vetturatrainata seguono dinamicamente esenza alcuna necessità di correzione,le manovre impostate dal conducen-

te.Remora è omologato per permetterela trainabilità di qualsiasi autovetturaavente una massa a vuoto fino a1600 kg.Remora è l'unico dispositivo esistetein Europa munito di OMOLOGAZIO-NE ai sensi del Regolamento ECE R55.Ogni applicazione comporterà neces-sariamente l'aggiornamento dellacarta di circolazione della vettura trai-nata sulla quale sarà regolarmenteannotata la presenza del dispositivo

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MIKITEX

P resente al Salone del Camper diParma, l’Azienda Mikitex ha pre-sentato e riscosso grande successo

in fiera con il cucinotto ricavato all’internodel verandino aggiuntivo esterno.La particolarità di questo cucinotto è lapossibilità di essere realizzato su misuraadattandosi ad ogni specifica esigenza.E’ l’ideale per chi ha problemi di spazio oper coloro che vogliono il cucinottoall’esterno, ma incorporato.Disposizione, colore e dimensioni a sceltaLa qualità, l’efficienza, l’affidabilità e lagamma completa di prodotti sono lecaratteristiche che permettono alla MIKI-TEX di distinguersi sul mercato, unitamen-te all’abilità nel produrre articoli particola-ri a disegno realizzati secondo le specificheesigenze del cliente, sviluppando soluzionie fornendo una consulenza professionaleallo sviluppo di progetti.www.mikitex.it

TECNOLED: il nuovo catalogo è online

È online, all’indirizzo www.tec-noled.it, il nuovo CatalistinoTecnoled versione 8.0 relativo

al settore camper e valido per il2012/2013. Dopo una breve introdu-zione dedicata all’evoluzione della tec-nologia e ai vantaggi dell’illuminazionea Led, il nuovo catalogo, come semprecompleto di listino prezzi, riporta i pro-dotti attualmente disponibili. Si iniziacon la linea di moduli Replace da sosti-tuire alle lampade di serie, sia alogenesia dicroiche o fluorescenti, quindi siprosegue con i faretti da incasso edesterni, segna passo e con faretti conbraccetto. Tocca quindi alle plafonierePlexy, adesso complete di illuminazionenotturna blu, e successivamente allelampade lineari, ideate principalmenteper l’installazione sotto ai pensili oall’interno dei garage. Gli ultimi pro-dotti trattati sono i moduli flessibili for-niti in bobine da 5 metri e disponibilianche nella versione RGB con flussoluminoso rosso, verde e blu, nonché gliaccessori quali interruttori, centralineper moduli RGB e kit di connessione.In un periodo in cui il mercato è invasoda prodotti di bassa qualità, Tecnoledtiene fede alle linee che hanno sempreguidato le proprie scelte e imponenuovi standard di qualità ed efficienzacon l’adozione degli inediti Led

Micropower, l’innovativa tecnologiaintrodotta dal colosso giapponeseCitizen Electronics. I Led Micropoweroffrono un sensibile aumento dellapotenza luminosa e grazie alle dimen-sioni molto compatte consentono unmontaggio ravvicinato di più Led, con ilvantaggio di un fascio di luce più diffu-so e uniforme. Disponibili nella versio-ne bianco caldo (K3000) e bianco neu-tro (K4000) hanno il pregio di mante-nere inalterata nel tempo la tonalità diluce emessa.Occorre rimarcare che circa l’80% deiprodotti presenti nel nuovo Catalistinoadottano i Led Micropower e anchemolti costruttori di veicoli hanno giàfatto ricorso alle nuove linee di prodot-ti. Inoltre, l’introduzione dei nuovi LedMicropower, unita all’aumento deivolumi di produzione e all’ottimizzazio-ne dei processi produttivi, ha consenti-to di ridurre i prezzi di alcuni prodotti,soprattutto quelli rivolti all’after mar-ket come i moduli Replace, seppur inpresenza di componenti dalla tecnolo-gia più costosa. Questi moduli sonodisponibili con o senza regolatore dicorrente integrato, utile per garantireuna luminosità costante al variare dellatensione di alimentazione.Le plafoniere Plexy, disponibili nelleforme ellittiche, circolari e semiovali

(per la tipica installazione a fianco diun oblò) e nella versione con soloschermo opalino e con base a specchioin aggiunta allo schermo, da questastagione sono complete di illuminazio-ne notturna con tonalità blu e adotta-no i nuovi Led Micropower dellaCitizen Electronics. Sono tutte dotatedi interruttore integrato, per una piùagevole e semplice installazione, edispongono di apposite lenti finalizzatead aumentare il fascio luminoso, purlasciando invariata l’uniformità di diffu-sione. Inoltre, propongono dimensionimaggioriate in modo da nascondereeventuali segni ed aloni lasciati dallosmontaggio delle plafoniere pre-esi-stenti.Attualmente la reperibilità dei prodottiTecnoled è già molto buona e si affidaa concessionari di caravan e camper,centri di assistenza e magazzini per lavendita di accessori. Al fine di renderesempre più capillare la diffusione sulterritorio nazionale, l’azienda toscanaha iniziato a sviluppare una vera e pro-pria rete di vendita specializzata, i cuicentri prenderanno la denominazionedi Tecnoled Partner. Presso questipunti, la cui definizione avverrà neiprossimi mesi, sarà disponibile la piùampia offerta di prodotti, sia della lineacamper sia di quelli destinati alla casa.

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Etiopia del Nord: viaggionel territorio del Nilo azzurro

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L' Etiopia è unpaese straordi-nario che, puressendo prossi-mo all’equato-re, sugli altipia-

ni gode di un clima confortevole, èabitato da una popolazione che non èancora stata sfiorata dal benesseredella civiltà consumistica. Gli abitantisono di fede e cultura cristiana, parla-no 80 differenti lingue e 200 dialetti. Ilterritorio non ha ancora subìto leingiurie della civiltà. Visitare l’Etiopia èuna esperienza esaltante, è un viaggiointrospettivo che ci fa conoscere comeeravamo e ci fa comprendere chisiamo. Numerose sono le motivazioni cheinducono il turista avveduto ad intra-prendere un viaggio nell’Etiopia delNord: visitare la capitale Addis Abeba,ammirare il lago Tana e le sue chiese,il Nilo azzurro, i castelli di Gondar, le11 chiese di Lalibela, condividere lafede con gli etiopi, conoscere gli usi, icostumi e le tradizioni delle popolazio-ni che abitano sull'altopiano e percor-rere il territorio, tuttora incontamina-to.La compagnia aerea Ethiopian Airlinesè senz’altro il mezzo di comunicazionepiù idoneo per muoversi in Africa equindi anche per raggiungerel’Etiopia. Per effettuare un viaggioorganizzato la cosa migliore è rivolger-si a chi conosce perfettamente la logi-stica e l’ospitalità etiopi. Tra i profes-sionisti più qualificati è giusto segnala-re l’operatore milanese “I Viaggi diMaurizio Levi” (tel. 02 34 93 45 28,www.deserti-viaggilevi.it. La EthiopianAirlines arriva ad Addis Abeba la mat-tina presto, ciò che lascia tutta la gior-nata per visitare la capitale. La città èsorta come un piccolo agglomeratosull'altopiano, a 2.400 m., lungo lerotte carovaniere e ampliata successi-vamente da Menelik nel 1887. Oggiconta più di 3 milioni di abitanti e sifregia di essere la sede del più grandemercato di tutta l'Africa. La prima visi-ta è un doveroso omaggio a nonna"Lucy", questa nostra antenata che siricollega all'inizio della storia dell'uo-mo. Il pomeriggio è dedicato alloshopping: le belle gallerie d’arte e inegozi di artigianato propongonooggetti prevalentemente in legno eargento di foggia diversissima datoche provengono dalle differenti tribùdell’Etiopia che hanno una storia euna cultura totalmente diverse le unedalle altre. Per cena è d’obbligo la

Visitare l’Etiopia è una esperienza esaltante, un viag-gio introspettivo che ci fa conoscere le nostre origini

di Lamberto Selleri�

Castelli di Gondar

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cucina etiopica che va gustata con lemani in locali animati dalle danze tipi-che delle etnie indigene. Il giorno seguente: Addis Abeba-BaharDar. Si transita per il monastero diDebre Libanos, che domina la valle delfiume Jemma, tributario del Nilo. Lachiesa a croce latina del XIII secolo èritenuta uno dei luoghi più misticidell’Etiopia e le acque dei ruscelli atti-gui sono considerate miracolose. Untempo il monastero ospitava fino a 4mila monaci.Il paesaggio dell’altopiano è moltospettacolare e lungo la strada si ha lapossibilità di incontrare “bande” dibabbuini Gelada, una specie endemicadegli altopiani etiopici. Si potrà ammi-rare anche il vecchio ponte portoghesesul Nilo. In serata si giunge a BaharDar.Il giorno successivo: in mattina, casca-ta del Nilo azzurro e, nel pomeriggio,lago Tana di 3.600 km2, che si trova a1.800 m. di altezza ed è il più grandedell’Etiopia.Il Nilo azzurro è un immissario del lagoTana e quando esce si butta a capofit-to in uno strapiombo di 50 m., crean-do la cascata Tississat. E’ certamenteuna visione che ci porteremo semprecon noi. E’ emozionante essere a pochipassi dalla cascata dove l'acqua, preci-pitando, si polverizza con alto fragorein una nebbia ben visibile da lontano,sempre avvolta dall’arcobaleno. Il pen-siero corre lungo i 6.761 km di vita cheil fiume elargisce nel suo lento cam-mino verso il mare. E’ il fiume piùlungo dell’Africa e il più famoso delmondo. La cascata si raggiunge cam-minando mezz’ora circa, tragitto inte-ressante che permette di incrociaregente del posto carica di fardelli, incammino verso i villaggi circostanti. IlNilo azzurro, insinuandosi nella goladell’ altopiano etiopico, raggiunge ilSudan dopo 640 km. Nel pomeriggio,escursione in battello sul lago Tana pervisitare alcuni interessanti monasteri(Ura Kidane, Asua Mariam) che si cela-no tra la vegetazione sulle rive e sulleisole del lago dove hanno trovato rifu-gio e sepoltura monaci e dove si con-servano ancora pitture e manoscrittirisalenti al Medio Evo. Gli affreschi cheadornano le pareti illustrano scene delNuovo Testamento e della vita dei Santilocali con uno stile primitivo dai coloriintensi ed estremamente suggestivi.Bahar Dar - Gondar: 221Km. Questacittà divenne capitale dell’ Etiopia nel1635. Vi regnava Fasiladàs il Grande,Radici presso la piscina battesimale di Gondarondar

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fu sede degli Imperatori Etiopi nei sec.XVII-XVIII, e di quell'epoca conserva losplendore delle pittoresche rovine deicelebri castelli imperiali ed alcune dellesue quarantaquattro antiche chieseche ne fanno una delle città più inte-ressanti del paese. Il grande "Castellodi Fasiladàs", con quattro torri angola-ri rotonde e un torrione quadrato, lacui elegante facciata ricorda vagamen-te le costruzioni del nostroRinascimento. A fianco c'è lo slanciato"Castello di Iasù I" o della “Sella”, apianta rettangolare con torri su treangoli. Tra una bella vegetazione èsituata la chiesa di Debre BerhánSelassié, posta in cima ad una collina(m. 2.239), costruita durante il regnodi Iasú il Grande, ricchissima di pitturee resa universalmente celebre dallostupefacente e suggestivo soffitto "aserafini". Tutto il monte, al tempodegli Imperatori, doveva essere fitta-mente abitato, come testimoniano imuretti e le rovine coperti dalla vegeta-zione. Gondar è passata alla storia peressere la patria dei Falasha, tribù etio-pe di origine e religione ebraica, abili

orafi, fabbri e ceramisti, che, a segui-to di carestie nel 1984 e1990. Gondar-Lalibela: 350 km. La strada è assoluta-mente priva di traffico: vi transitano

sporadicamente dei camion, e quandopassa un fuoristrada, si è accolti festo-samente. Gli abitanti di questa zonasono “agricoltori”, vivono in capanne

Etiopia AFRICA

Cascata Nilo azzurro

Vista dei castelli di Gondar

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con il tetto di paglia o in baracche dilegno con le pareti di paglia impastatacon la terra e il coperto in lamiera. Quisi lavora la terra ancora con l’aratro dilegno trainato da buoi. Durante il viag-gio di trasferimento, in qualsiasi puntodel percorso venga decisa una sosta,appaiono immediatamente dal nullabambini che corrono verso le automo-bili per salutare e regalare un sorriso.Lalibela: 2.630 m. Guardata a vista dalmonte Abuna Josef (4.190m.), é statavisitata per la prima volta dagli europeinel 1520. Lalibela è rimasta sempreisolata a causa del difficile accesso chene ha mantenuto intatta l'originalità ela bellezza. Secondo la tradizione loca-le, le celebri 11 chiese monolitiche sot-terranee sarebbero state costruite nel-l'arco di 23 anni da Alliberai, imperato-re della dinastia Zagué, prima del1225, forse ad opera di artigiani coptivenuti dall'Egitto o da Gerusalemme.Sono evidenti le influenze bizantine edarabe nonché uno spiccato senso arti-stico che si riflette nei decori delle fac-ciate delle chiese scavate nel tufo ros-sastro. 11 chiese, ciascuna delle qualiscolpita partendo da un unico grossomasso di roccia situato sottoterra, eisolato dalla roccia circostante con unatrincea profonda quanto l’altezza dellachiesa in costruzione. Gli scalpellini, inpratica, hanno creato ogni chiesa dal-l’alto verso il basso e dato forma agliambienti dall’esterno verso l’interno. Insuccessione sono state scolpite la fac-ciata e le pareti, le porte e le finestre

Vecchio ponte portoghese sul Nilo

Etiopia, bambino mentre ara

Chiesa monolitica a Lalibela

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Etiopia AFRICA

che hanno consentito agli artisti di“entrare dall'esterno” e togliere la roc-cia per creare gli ambienti interni dellachiesa. Opera finissima di alto ingegnoche presuppone un progetto assoluta-mente lucido ed originale e denota unvivo senso dell'arte coadiuvato da unamano d'opera abilissima. All'internoalcune chiese sono decorate con bas-sorilievi ricavati direttamente nella roc-cia. La chiesa di Giorgis, a forma dicroce greca, presenta un tetto sostenu-to all'interno da quattro colonne colle-gate da archi. Attraverso cunicoli epassaggi scavati nella roccia si potràpassare da una chiesa all'altra perammirare nel suo complesso questi 11monumenti monolitici dedicati alla reli-giosità, unici al mondo e oggi patrimo-nio dell'umanità. L’epoca in cui lechiese furono costruite coincide con ildominio islamico di questa città. Lechiese di Allibierai, invisibili in quantosotterranee, sono una rappresentazio-ne dei luoghi santi di Gerusalemme,meta per i pellegrini etiopi che, a queitempi, non potevano raggiungere ilSanto Sepolcro in terra occupata daimaomettani.Lalibela-Addis Abeba. Il viaggio volgeal termine. Full immersion a AddisAbeba per spendere gli ultimi Bir almercato o nei negozi di artigianato peracquistare: incenso, caffè, spezie,oggetti in legno utilizzati dalle diffe-renti tribù del Sud come poggiatesta,vasi, pestelli o croci copte in argentoelaborate dalle popolazioni dell’alto-piano. Mercato etiope

Lago Tana

Panorama etiope

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Vorarlberg austriaco:un paradiso tra alberi e acque

Bregenz, Palcoscenico sul lago

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P aesaggi verdi rilas-santi, fitti boschisempreverdi, cimelontane che invitanoa esplorare i sentieri.E poi cittadine che

sembrano villaggi, case che sembranobaite fiorite. È il pittoresco Vorarlberg,la regione più occidentale dell'Austria,molto meno conosciuto, almeno daparte del pubblico italiano, del Tirolo edella Carinzia, ma altrettanto attraente. Forse ancora di più, visto che è menoaffollato dal turismo di massa. La strada che lo percorre da nord a sudé lunga appena 90 chilometri, così chein un'ora di macchina il turista può pas-sare dai 400 metri di quota alle spondedel lago di Costanza, alle dolci alturedel Bregenzerwald e giungere agli altimassicci dell’Arlberg e del Silvretta. Ilpaesaggio così rilassante del Vorarlbergdiventa ancora più intrigante nella suapunta estrema che si affaccia sul lago diCostanza, il Bodensee, definito giusta-mente il lago delle tre nazioni. Qui siincrociano le sponde di Austria,Germania e Svizzera, mentre a brevis-sima distanza si distende anche la pic-colissima superficie del Liechtenstein.Una convivenza davvero pacifica, chepermette di passare in bicicletta, inmacchina o in treno da una nazioneall'altra senza problemi. La pista ciclabi-le addirittura corre lungo tutto il lago,anche se non è totalmente pubblica. D'altronde queste terre, ora apparte-nenti a tre nazioni diverse, un tempohanno vissuto la stessa storia: insedia-menti preistorici, lavorazione dei metal-li, insediamenti romani e conversione alcattolicesimo da parte dei monaci irlan-desi Gallo e Colombano. Nel Vorarlbergaustriaco, dunque, si può rintracciareuna buona parte della storia d'Europa. Oltre ai paesaggi fitti di boschi, infatti,il Vorarlberg ha alcune città di grandeinteresse storico e culturale.Feldkirch, la prima tappa del nostroviaggio arrivando dall'Italia, dopo averattraversato la Svizzera, è una cittàmedievale ancora completamente con-servata. I signori di Montfort la fonda-rono sul fiume Ill all'inizio del tredicesi-mo secolo e la sua posizione così stra-tegica, a breve distanza dal lago, e nelcuore d'Europa, rese i duchi ricchissimie i cittadini e i commercianti diFeldkirch orgogliosi di vivere in questacittà.L'intero centro storico è monumentonazionale e richiede naturalmente lun-ghe passeggiate a piedi tra i vicoliacciottolati, i portici, le arcate romanti-

Dalle sponde del lago di Costanza, alle dolci alturedel Bregenzerwald, il Vorarlberg offre paesaggi intat-ti e storici centri culturali

�Testo e foto di Franca Dell’Arciprete Scotti

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che, le piazze, le facciate dipinte, le torriche segnano gli ingressi della cittàmedievale. Il monumento più rilevantedi Feldkirch è senz'altro il castelloSchattenburg, costruito alla metà del‘200 come nucleo delle fortificazionimedievali, residenza del conte diMontfort e poi dei governatori inviatidagli Asburgo. Da fortezza si trasformònel corso del ‘400 in una lussuosa dimo-ra di corte e oggi ospita un museo cheracconta, attraverso armi, mobili ecostumi, tutte le epoche della città.Da Feldkirch ci spostiamo a Bregenz, ilcapoluogo del Vorarlberg, la città che sidistende dolcemente sul lago diCostanza, ai piedi del monte Pfander.Ideale per un soggiorno dedicato a pas-seggiate, corse in bicicletta lungo lesponde del lago, salite in funivia alloPfander per contemplare il bellissimopanorama e visitare il Parco Alpino, gitein battello o sull'elegante piroscafo aruote sul lago, Bregenz é anche unaeccellente tappa culturale per meritodel suo famoso Festival musicale cheattira melomani da tutta Europa. Merito dell'eccellente programma arti-stico, ma anche della spettacolare strut-tura del teatro sull’acqua, di cui il lagocostituisce un magnifico sfondo. Da unaparte l’anfiteatro, con la capienza dicirca 7000 persone, e di fronte l’enormepalcoscenico galleggiante sul lago, il piùgrande palcoscenico galleggiante sulago al mondo, che offre emozioniimpagabili.

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�Lech, panorama

Feldkirch, centro storico

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Vorarlberg AUSTRIA

La location è così spettacolare che fuscelta dal regista del film “Agente 007.Quantum of Solace” per girarvi unascena fondamentale.La complessa architettura, che ovvia-mente si adatta di anno in anno alle dif-ferenti scenografie richieste dalle operein allestimento, si avvale anche di unaserie di macchine teatrali, anche questedi grande effetto.Uno degli indirizzi più interessanti pergodere gli spettacoli è il Seehotel amKaiserstrand, un hotel storico che haconosciuto i fasti della villeggiatura finde siècle, recentemente ristrutturato eriaperto, che si affaccia sul lago, esatta-mente di fronte al grande palcoscenicosull'acqua.La città moderna a bordo lago, chevanta architetture di grande appeal egrandi firme, è sovrastata dalla cittàvecchia, in alto sulla collina, che vantaben 2000 anni di storia, dove sono alcu-ni dei monumenti simbolo di Bregenz. Prima di tutto la possente MartinsTurmcon la cupola a bulbo barocca, laMartinsKapelle, con affreschi del ‘300 e‘400 stupendamente restaurati, la par-rocchiale di San Gallo che si staglia sullacittà, rimaneggiata nel ‘700, ma su unsito che fu sicuramente luogo di cultodell'epoca precristiana, e anche la fac-ciata più stretta di tutta l'Austria, nonpiù di 57 centimetri di larghezza, vicinoalla piazza del mercato.La ricerca nel design che fa delVorarlberg uno dei centri dell'architettu-ra contemporanea in Europa si osservanelle città, ma anche in tutto ilBregenzerwald, il territorio boscoso cheporta dal lago verso le alture dell’inter-no. In nessuna parte dell'Austria si pro-gettano con spirito tanto ardito edificiin cui confluiscono armoniosamente letradizioni passate, come rivela l'uso dellegno, il materiale privilegiato anche perle nuove costruzioni. Piccoli centri eopere notevoli: a Hittisau un Museo dimontagna di legno e vetro, aSchwarzenberg belle case antiche a pic-cole scaglie di legno embricate, adAndelsbuch un bell'edificio pubblico acubo in legno su piloni.Ma il nostro itinerario nelBregenzerwald ci porterà a scopriresoprattutto il suo paesaggio idillico:macchie verde cupo di abeti e larghedistese di prati verde brillante con pae-sini pittoreschi, solide case di legnomassiccio, balconi fioriti, fontane al cen-tro del paese nella piazza della chiesaprincipale, con il campanile aguzzooppure dalla copertura a cipolla. Nei

Lech, centro storico e parrocchiale

Bregenzerwald

Bregenz Martins Turm

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prati, placidamente distese, pascolanole mucche con campanaccio al collo.Ecco perché tutto il Bregenzerwald èattraversato dalla Kasestrasse o Via delFormaggio, per soste invitanti e profu-mate. Dovunque nelle fattorie é espostoil cartello Milk, Kase, Butter. Da metàsettembre a metà ottobre, ilBregenzerwald festeggia l'autunno deiformaggi, che inizia con il ritorno a valledel bestiame e il mercato. Presso le trat-torie della Kasestrasse si svolgono le set-timane autunnali dedicate alle degusta-zioni dei più prelibati prodotti deglialpeggi, accompagnati dai vini e dallepresentazioni di malghe modello. Si arriva così a Lech, l'”anima verde”dell'AustriaInserito da anni nel gruppo “Best ofAlpes”, che raccoglie i nomi più presti-giosi delle stazioni turistiche alpine,Lech è stato addirittura riconosciuto nel2004 il "paese più bello d'Europa”. Un’eccellente carta d'identità per unameta perfetta in estate e in inverno!In inverno: uno dei migliori comprenso-ri sciistici del mondo, situato tra i 1.300e 2.800 metri di altezza. In estate: innu-merevoli sentieri escursionistici per sco-prire attrazioni geologiche e la ricchissi-ma flora e fauna alpine. Sportivi di alto livello e appassionati ditutte le età troveranno il percorso piùadatto ai loro interessi e alle loro esigen-ze: scoprire i segreti di un “mare di pie-

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�Feldkirch, Schattenburg

Feldkirch, Schattenburg - cortile interno

Bregenz, hotel sul lago

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tra”, ricco di coralli, conchiglie e ammo-niti, fermarsi al bordo di laghi scintillan-ti, incantarsi davanti a cento varietà diorchidee, conquistare faticosamenteuna vetta che domina tutte le altre.Le funivie portano in alto, a terrazzesoleggiate dove si può sostare a con-templare il panorama, che spazia dallago di Costanza alle montagne svizze-re. Lech, infatti, si trova al centro delmitico Tannberg, un vero spartiacqueeuropeo da cui scendono i fiumi chedefluiscono verso il mare del Nord overso il Mar Nero. La preziosa Card turistica è parte inte-grante della vacanza, un vero passapor-to per il tempo libero.Ogni hotel offre ai suoi ospiti la LechCard, che permette di usufruire gratui-tamente di funivie e impianti sportivi, diGreen Fee e bus turistici che portano intutte le località vicine, oltre ai museipopolari che raccontano la storia degliantichi Walser, che popolarono questoterritorio montano.Tra le strutture ricettive presenti nelcomprensorio, davvero eccellente è ilBerghof Hotel, del Consorzio Austriaper l'Italia Hotels, ricco di tradizione, macompletato di anno in anno con tocchidi modernità e tanto amore per i detta-gli. Merito della giovane coppia, Isabellee Stefan Burger, terza generazione diproprietari, che invitano gli ospiti aduna vacanza ricca di comfort, ma ancheinformale e individuale. La moderna terrazza solarium, tra le piùbelle dell'Arlberg, offre una vista senzalimiti sul panorama delle montagne cir-costanti, e confina con l'Accademia diGolf. Una cucina eccellente e creativa varia daicuratissimi menù delle cene, alle roman-tiche fondue nella Stube, al buffet setti-manale di specialità austriache.

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Info: www.vorarlberg.travel www.bodenseevorarlberg.com/itwww.vacanzeinaustria.comwww.derberghof.at

Aree di sosta:www.seecamping.atwww.camping-mexico.at

Informazioni utili

Feldkirch, facciata decorata

Bregenz, Festspielhaus

Bregenz, Kunsthaus

Vorarlberg AUSTRIA

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Isola d’Elba,apoteosi della vacanza

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L a cornice, sempre stu-penda, è quella del-l’isola d’Elba, nell’arci-pelago toscano, con ilsuo mare azzurro cheva a fondersi nel verde

della macchia mediterranea….l’Elba hain sé una caratteristica unica: è suffi-cientemente grande da non essere unoscoglio e sufficientemente piccola dadare la netta sensazione di essere suun’isola. Basta salire in alto, su unaqualunque delle docili montagne disse-minate per il territorio. L’Elba, un’isola amisura d’uomo, ma si rivela poi esplo-rabile per settimane, a volerla conosce-re davvero. Terza isola italiana in ordine di grandez-za, l’Elba stupisce per la mutevolezzadel panorama. La storia e la natura,complici, si sono qui continuamenteintrecciate, divertendosi a plasmare, inpoco spazio, una moltitudine diambienti e culture.Percorrere l’Elba in lungo e in largo, apiedi o in bici, è impresa alla portata dichiunque sia in buone condizioni fisi-che e, in ogni caso, lo sforzo richiesto èampiamente ripagato dagli straordinariincontri che si possono fare stradafacendo.Il soggiorno all’isola d’Elba non è sol-tanto sole e mare da godere oziandosotto l’ombrellone o nel confort garan-tito delle tante e ben attrezzate struttu-re ricettive. Chi apprezza la vita attivaall’aria aperta e la pratica sportiva aqualsiasi livello scoprirà, infatti, ladimensione dinamica della vacanzaall’Elba, un’isola multisport 365 giornil’anno.Il pensiero corre istintivamente alle atti-vità che hanno come scenario il mare:la nautica da diporto, le immersionisubacquee, il windsurf e il canotaggio.Non si devono trascurare, tuttavia, lepossibilità offerte dall’entroterra perquanto riguarda la pratica di attivitàpopolari come golf, trekking, ippoturi-smo, parapendio e mountain-bike.Pedali sotto il sole tra rocce striate dirosso mentre la brezza marina ti sferzail viso. Da un lato, hai alte colline coper-te di macchia mediterranea, dall’altro ilmare limpido, blu e profondo. A untratto davanti agli occhi ti appare unlaghetto color rubino. Non è un’illusio-ne ottica o un miraggio: è una dellesorprese che ti riserva l’isola d’Elba.Tutti, o quasi, conoscono un altro teso-ro: l’entroterra, che offre una naturaancora intatta, paesaggi diversissimi traloro e tante chicche da scoprire, anchesu due ruote.

Un’isola per tutte le stagioni in quella posizione magi-ca da cartolina tridimensionale

Testo di Mariella Belloni�

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La mitologia narra che a Portoferraioapprodò Giasone, che lì vi attraccaronole navi degli argonauti bisognose diriparazioni. Oggi, approdando all’isolad’Elba si ha la stessa sensazione degliargonauti: invece di riparare le barche,si ripara prima la mente e poi il corpo.La sensazione è quella di entrare in unostato di grazia, si viene invasi da uncampo magnetico benefico e forse c’èuna ragione: l’isola è ferrosa e il campomagnetico è naturale. Per questo ibagni notturni nell’isola regalano emo-zioni straordinarie: i profili dei corpi inacqua sono accompagnati da un aloneluminoso di migliaia di lucciole marine.Dalla Darsena Medicea a forma di ferrodi cavallo, il primo contatto visivo è conla Torre del Martello. E’ il punto di par-tenza, idealmente della fortificazionefatta edificare nel 1548 da Cosimo De’

Medici, Granduca di Toscana. APortoferraio, la cittadina che accoglie ivisitatori che scelgono l’Isola d’Elba, sipossono trovare testimonianze concretedella storia che l’Elba racconta ognigiorno e che affonda le radici di chi havisto gli etruschi, i romani, Cosimo de’Medici, ma anche Napoleone. Dalladarsena si arriva al nucleo antico e ci siperde volentieri tra scalinate e vicoli fio-riti, salendo fino al punto più alto delpromontorio, il Forte Falcone. Per unbagno di sole e mare trasparente ci sisposta a occidente, tra i golfi dellaBiodola e di Procchio, un’infilata di baieisolate e paesini incantevoli, fino aMarciana Marina che con la TorreSaracena e l’antico quartiere Cotone èuno dei gioielli architettonici elbani.Dalla fortezza medicea all’area archeo-logica della Linguella, ecco la pavimen-

tazione di una villa romana di oltre due-mila anni fa, ecco il Museo civicoarcheologico dove un tempo, nel sedi-cesimo secolo c’erano i magazzini delsale. Portoferraio, è il suo centro stori-co, la sua animazione suggestiva provo-cata dagli scorci coinvolgenti, dalla vitadi caffè e ristoranti, dal mercato e dainegozi. Ma sono anche le passeggiateverso l’antica residenza di Napoleonedei Mulini, dove oggi ha sede un museoche conserva anche i libri dell’esilio. A differenza di altre mete turistiche,all’Elba, la natura è ancora protagonistaincontrastata, prima attrice di un pae-saggio dove l’uomo e la sua opera tra-sformatrice hanno finito per recitareruoli da abili comprimari.Ciò che fa dell’Elba un’autentica perladel mediterraneo è la sua capacità diracchiudere in uno spazio relativamentepiccolo una sorprendente varietà dibeni naturalistici e paesaggistici: prati-camente un compendio ideale di quan-to di meglio offra il Tirreno.I 147 km di litorale elbano possiedono ilfascino di un mare cristallino che cam-bia di colore a ogni insenatura. A sud siinfrange senza posa su bianche scoglie-re o lambisce spiagge di sabbia finissi-ma, mentre a nord s’insinua neglianfratti scavati nella roccia a picco ocarezza candide spiagge di ghiaia. Più alargo, i fondali ricchi di vita costituisco-no il paradiso dei sub.Ma che addentrandosi nell’entroterra,l’isola d’Elba si rivela ricca di attrazioniproponendo sentieri di montagna,boschi di querce e di castagni, vignetiimmersi nella quiete e borghi medievalidove il tempo pare si sia fermato.L’Elba è un’isola che ama i forti contra-sti. Al massiccio granitico del MonteCapanne, regno del muflone dellacapra selvatica, capace di regalare scor-ci quasi alpini, fanno da contraltare nelraggio di una manciata di minuti di stra-da le zone minerarie del versante orien-tale, dove l’attività estrattiva durata mil-lenni ha scolpito il paesaggio conferen-dogli un’arcana, selvaggia solennità.Per lo shopping, si va da LavorazioneCorallo, che realizza a mano gioielli incorallo rosso dell’Elba, oppure aMarciana, al laboratorio Il Capepe, perle confetture con frutti di stagione. Altrettanto affascinante il viaggio neiprofumi che regala un particolare labo-ratorio artigianale a Marciana Marina: sichiama Profumi dell’Elba ed è un’azien-da dove la passione e la perizia sonoelementi fondamentali di chi sa combi-nare piante e fiori tipici dell’Isola per

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creare profumi che ritrasmettono lesensazioni di questa terra.Quando si parla della storia dell’Elbanon si può trascurare il soggiorno di unospite particolarmente illustre:Napoleone Buonaparte.Napoleone e l’Elba non ebbero modo dientrare in sintonia: troppe le differenze,le ragioni che impedivano una feliceintegrazione. Per l’ex-imperatore, sma-nioso di rivincita, l’isola costituiva, infat-ti, un confine da cui evadere alla primaoccasione favorevole. Dal canto loro glielbani, ospitali ma anche ben lontani dacondizioni di diffusa agiatezza, nonpotevano guardare con entusiasmo lapermanenza e il mantenimento di unpersonaggio ammantato di una famache lo rendeva pericolosamente“ingombrante”.Visitando l’Elba, scoprendo tutto ciòche è custodito nell’isola e nel mare chela circonda, non si può che convenirecon quanto riferivano gli antichi scritto-ri: “l’Elba è un microcosmo con unpatrimonio unico che conquista le gentidi ogni Nazione”.C’è un’Elba parallela dove la natura èsovrana e la parola d’ordine è il silenzio.E’ fatta di curve a picco sul mare e sen-tieri dove si passeggia tra pini e oliveti.Si dorme in tenute circondate dal nullae si mangia nei borghi o su terrazze inriva al mare. E quando si è stanchi divita “separata”, shopping e strusciosono a portata di mano. E’ in particola-re la zona tra Capoliveri e Cavo il buenretiro appartato e selvaggio. La luce ètersa, i colori hanno affascinato grandiartisti postmacchiaioli e ancheNapoleone, nonostante l’esilio. Ad aiu-tarlo forse fu il buon vino: corposo eintenso come l’aleatico che si producealla Tenuta delle Ripalte, meglio cono-sciuta come residence Costa deiGabbiani perché qui nidifica una dellepiù grandi colonie di reali.Enogastronomia in salsa elbana: sempli-cità e sapori veraciL’Elba, per la sua posizione geografica eper gli scambi che da sempre avvengo-no tra popolazioni rivierasche, presentauna cucina tradizionale semplice magustosa, strettamente imparentata conle ricettazioni toscane, ma con influssipiù o meno marcati di altre regioniaffacciate sul tirreno, come il Lazio e laCampania.Le preparazioni tipiche esprimono l’abi-lità innata delle massaie elbane nel fare“di necessità virtù”, sfruttando almeglio ciò che la pesca e la magra agri-coltura locale potevano offrire nelle

diverse stagioni dell’anno. Non si tratta,però, di una cucina “povera” in sensostretto, perché ogni piatto esalta isapori di ingredienti freschi e genuini.Pesci e crostacei, aromatizzati con spe-zie della macchia mediterranea, sono labase della cucina dell’Elba.“Stoccafisso alla riese”, caciucco, “gur-guglione”, “sburrita” e “schiaccia bria-ca” sono nomi che rivelano lo scambiodi ricette tra genti di mare.Non sono da perdere, poi, le “imbolli-te”, focaccine imbottite di fichi grassel-li, e la “sportella”, pane che per tradi-zione veniva scambiato tra fidanzatidurante il periodo pasquale come augu-rio di fertilità.Dal punto di vista enologico, l’Elba hauna produzione locale intrinsecamente

limitata, ma di buona qualità: Ansonica,Elba Rosso, Elba Bianco, Aleatico,Moscato e Rosato si sposano perfetta-mente con la cucina elbana di mare e diterra. Filari di vigne, luce tersa, lo sguar-do che si perde in un orizzonte azzurro.E’ la costa nei pressi di Marciana, sulversante nord-ovest dell’isola.Sia i rossi, corposi e ben strutturati, chei sapidi bianchi hanno qualcosa di parti-colare legato allo spirare di venti cheportano il salmastro del mare e al suoloricco di minerali.Piatti da gustare di una cucina densa distoria e legati ad una tradizione marina-ra ricca di sapori.Una vacanza all’Isola d’Elba è vivere ilfascino di un gioiello della natura, cir-condata da un mare multicolore.

Isola d’Elba TOSCANA

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Longiano, cuore della Romagna

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L ongiano può conside-rasi senza presunzioneil cuore dellaRomagna, quella“vera ed autentica” apochi chilometri dal

mare, circondato da vigneti, frutteti,oliveti e posizionato su ridenti collineche declinano dolcemente verso la pia-nura che porta all'Adriatico, Longiano èuna cittadina di impianto medioevaleove i caratteri romagnoli sono rimastiveri ed autentici che sono moltoapprezzati dai turisti che la visitano. Lasua vocazione culturale, i numerosimusei, la sua amenità, il senso di ospi-talità dei suoi cittadini, danno vita aduno dei centri collinari più pregevoli.Tutto questo, unito all'organico impat-to storico - architettonico coniugatoalla sublime posizione paesaggistica lehanno fatto vincere nel 1991 il premiodella rivista Airone col patrocinio dellacomunità europea quale “villaggioideale d' Italia”. Le origini di Longianosono lontane, da far risalire alla discesain Italia dei Longobardi. Nel 1059un’antica pergamena attesta la presen-za di un’importante roccaforte a difesadella popolazione dalle incursioni bar-bariche, ma solo più tardi, attraversopatti di alleanza con i Riminesi, il castel-lo di Longiano assurgerà ai suoi splen-dori diventando nobile residenza deiMalatesta e baluardo difensivo dei ter-ritori riminesi. Dal 1463 al 1519 appar-tenne allo Stato Pontificio, tranne quat-tro anni di dominio veneziano (1503-1506); nel 1519 Leone X concesseLongiano in feudo perpetuo al ConteGuido Rangoni di Modena. Nel 1790,subì la sorte della Romagna tutta,cadendo sotto la sovranità diNapoleone Buonaparte fino al 1814.Anche Longiano attraversò le vicendebelliche legate ai moti risorgimentali:un cippo ricorda lo storico passaggio diGaribaldi che in fuga da Roma fu aiuta-to da alcuni Longianesi a raggiungere ilmare di Cesenatico. Durante l’ultimoconflitto mondiale Longiano fu capo-saldo della Linea Gotica e subì violentis-simi bombardamenti che produsserogravi danni. A testimonianza di queitragici eventi, rimane ancora oggi,aperto al pubblico, il rifugio bellico cheattraversa con i suoi cunicoli l’interacollina che sorregge il Castello. ALongiano la bellezza del patrimoniostorico-artistico si coniuga con l’esteti-ca del paesaggio, artefice un’agricoltu-ra praticata nel rispetto dell’ambiente edelle risorse di una fertile collina cono-sciuta da secoli per la bontà dell’olio,

Longiano, nel cuore della Romagna, uno dei borghiitaliani più belli, che incanta e sorprende il visitato-re. Si fregia giustamente di essere bandiera arancio-ne Tci

Testo e foto di Pier Francesco Gasperi�

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del vino e per la ricca produzione di frut-ti. I campi coltivati come giardini, attra-versati da suggestive strade rurali, sonoottimi itinerari per una passeggiata inbicicletta o a piedi, magari rinfrescando-si presso le antiche Fonti cesaree aFelloniche, lungo la valle del fiumeRubicone o presso l’antico frantoio diBalignano, dove le olive di produzionelocale danno il migliore olio delle nostrezone. Non meno rinomati sono i viniprodotti nelle cantine locali dalle uve diSangiovese, Trebbiano e Albana dolceed i piatti tradizionali tra i quali la piadaromagnola e un saporito prosciutto.Da Visitare: Il Castello Malatestiano, checon la sua imponenza si trova nella zonapiù alta della ridente cittadina romagno-la.Un'antica pergamena del 1059 atte-sta che era stato edificato nella zona unimportante castello a scopo di difesa. Lapostazione divenne sempre più impor-tante e fu alleata dei riminesi di cui dife-se i territori.Dopo l'unità d'Italia, l'inter-no del castello fu totalmente ristruttura-to procedendo alla decorazione pittori-ca della Sala dell'Arengo e quelle adia-centi per opera dei pittori GiovanniCanepa e Girolamo Bellani. Sul soffittodi queste sale sono ritratti personaggiillustri della storia Longianese. Collegiata di S. Cristoforo,la primaChiesa risale a poco prima dell'annoMille. Viene ricordata nella bolla del1144 dal Papa Lucio II (fu consacrata il 6agosto 1195 da Ugone, Vescovo diRimini). Alla fine del seicento fu riedifi-cata la chiesa attuale e consacrata nelluglio del 1712 dal Card. Devia. Il PapaBenedetto XIV il 21 settembre 1744 laelevò a “Collegiata Insigne”. Nel 1711fu costruito il campanile. Ornano lachiesa opere preziose: Centino, diAntonio Lilio, di Benedetto Coda, diGian Gioseffo del Sole, di MarianoUrbinelli ed il bassorilievo in terracottadel Graziani (1853).Oratorio San Giuseppe, voluto dallaConfraternita degli Agonizzati - o diS.Giuseppe appunto - e la cui data d’ini-zio di costruzione risale al 1703. Ciò checolpisce, anche all’occhio più profano, èla nobile armonia dell’edificio, con unarigorosa pianta a croce greca: la faccia-ta, in buono stato di conservazione, è inmattoni a vista, con un portale finemen-te giocato con i soprastanti occhi e fine-stre munite di pregevoli inferiate in ferrobattuto. Chi sale i pochi gradini d’acces-so non può non rimanere stupito dallaricchezza ed eleganza della decorazioneinterna. Gli ornati e gli stucchi sottoli-neano gli elementi architettonici inmaniera copiosa, incorniciando i vani

Longiano, veduta aerea

Longiano, Museo Civiltà Contadina

Longiano, Rifugio di guerra

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con un sontuoso repertorio di valve diconchiglie, mascheroni, capitelli, voluteintrecciate di fiori, frutta e putti angeli-ci. Le buone condizioni statiche emanutentive si devono ai lavori di ripri-stino che hanno preceduto l’aperturadel Museo, ciò ha consentito, innanzi-tutto, di valorizzare questo edificioarchitettonico e le sue preziose opereinterne. Al suo interno si trova il Museod’Arte Sacra che raccoglie una moltepli-ce gamma di reperti che al di là dellaloro qualità estetica, concorrono tutti aevidenziare il valore incrollabile dellacultura religiosa. Così ripercorriamovelocemente dipinti più colti, come“l'Assunta e i Santi Antonio Abate eGirolamo” attribuita al pittore ravenna-te Giovanni Battista Barbiani (1593 -1650), il “Crocefisso fra il SantoGirolamo e Monaca”, anonimo deiprimi anni de '600; il ritratto diFrancesco Manzi, arcivescovo e legatopontificio d’Avignone; dall'Oratoriodella Vergine di Loreto provieneun'anonima Madonna nera e arcaiciz-zante di datazione incerta, così comed'ignoti è il “S. Francesco che riceve lestigmate”. Rifugio bellico singolaretestimonianza dell’ultimo conflitto

mondiale che attraversa nel sottosuolotufaceo l’intero borgo medievale. Fuscavato nella primavera del 1944 all’av-vicinarsi del fronte, poteva contenere2.000 persone e la sua volta è separatadalla sovrastante piazza Malatestianada 22 m di terreno. I lavori iniziarono

dalla Porta del Ponte, per la vicinanza diun’aia in cui trasportare la terra. Il trac-ciato non è rettilineo, perchè lo scavo fueseguito ad occhio. Santuario SS. Crocifisso La primitivachiesa, probabilmente di stile gotico,più piccola ma forse impreziosita di pit-

Longiano EMILIA ROMAGNA

Longiano, Teatro

Longiano, Chiesa parrocchiale

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54 TURISMO all’aria aperta

ture del ‘300 di scuola riminese, subìvarie vicende, finché nel 1755, per uncedimento del terreno, resasi pericolan-te, fu demolita. Il 18 marzo 1764, il lon-gianese mons. Francesco Manzi consa-crava la nuova (attuale) costruzione,realizzata su progetto dell'arch. PietroBorboni, riminese. È di stile neoclassico,"perfetto nelle linee e nelle misure, e diun'eleganza sobria e controllata.All’interno l’immagine del Crocifisso èdi scuola giuntesca, dipinta su telaapplicata a tavola, del sec. XIII ed il pre-sbiterio decorato. La seconda domenicadi novembre si svolge la festa del ringra-ziamento.Museo del Territorio è nato nel 1986.edallestito presso la sede di un vecchioasilo infantile, raccoglie circa 3.000reperti tipologicamente differenti e pro-venienti non solo dal territorio longiane-se ma da quello più ampio dell’interaRomagna. Fondato sulle donazioni dicentinaia di cittadini, rappresenta unainteressante vetrina, per i giovani ed imeno giovani, di quello che era la vitaquotidiana di queste terre sin dal ‘600ad oggi. Organizzato secondo lo sche-ma dei mestieri -fabbro, falegname,muratore, contadino- e dei lavori delledonne –vita domestica, tessitura, curadei figli- il Museo si sviluppa su duepiani creando un percorso completo ecoinvolgente attraverso il tempo deinostri padri. Spicca, inoltre, una raccoltadi piante topografiche risalenti ai primidell’800 dove si possono riconoscere,nominati in maniera diversa, i luoghidella zona.Gli appassionati dei motori, così signifi-cativi per la storia e la cultura dellaRomagna, potranno trovare le Vespe ele Lambrette così importanti una voltaper il lavoro e per i momenti di svago.Il lavoro dei campi trova uno spazio con-siderevole con la raccolta di aratri, semi-natrici, attrezzi per la vinificazione e perl’allevamento degli animali da cortile,oltre che per la millenaria arte dell’api-coltura.Visitare questo Museo è un viaggio nelpassato che incuriosisce e fa consapevo-li di essere parte un una grande storiacomune. Museo Italiano della Ghisa ospitatonella chiesetta settecentesca di SantaMaria delle Lacrime, la Fondazione Neri,espone alcuni degli esemplari più signi-ficativi della sua collezione. Il visitatoreviene immediatamente catturato dallabellezza dei candelabri in ghisa insolita-mente esaltati dal mattone a vista del-l’edificio. In passato, tra la seconda

Longiano, Chiesa SS. Crocefisso

Longiano, Castello

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metà dell’Ottocento e i primi decennidel Novecento, questi elementi eranodestinati ad illuminare le nostre città;oggi sopravvivono per raccontare la sto-ria di un materiale tanto affascinantequanto sconosciuto. La visita si comple-ta con una ricca collezione di picchiottiper porta e un interessante corredofotografico relativo agli oggetti esposti:foto d’epoca e recenti, cartoline stori-che, pagine di cataloghi che riprendonopiù elementi o singoli dettagli.Museo "Tito Balestra” è situato all’in-terno del Castello Malatestiano e con-tiene una raccolta d'arte moderna econtemporanea più ricche dell'EmiliaRomagna, dedicata all’arte delNovecento italiano, costituita grazie allapassione e all’impegno di Tito Balestra,poeta, collezionista e osservatore pun-gente della quotidianità di una genera-zione che faticosamente stava emergen-do dalle ceneri della seconda guerramondiale. Ricchissima la collezione(2302 opere, tra olii, grafiche e sculture)da Mafai a Rosai, da De Pisis a Sironi,fino a Guttuso e Vespignani.

Mino Maccari, -Senza Titolo-, 1943,linoleografiaIn particolare la collezione è ricca diun’ingente mole di opere di MinoMaccari (1800 fra olii e grafica) che,come è noto, è stato artista centralenella storia della pittura italiana delsecolo scorso. Si segnala inoltre la pre-senza di una sezione di opere grafichedi artisti stranieri tra i quali: Chagall,Goya, Matisse e Kokoschka. Nel settoredello spettacolo teatrale, il restauro delTeatro E. Petrella, edificato nel 1870 eriaperto nel 1986, costituisce un' origi-nale ed attiva esperienza che ha portatoe porta a Longiano i migliori interpretidella prosa, della danza, della musica edella canzone d'autore per prove edebutti nazionali. Oggi questa esperien-za si è estesa, oltre le mura del teatro,all' interno del paese, nelle suggestivepiazzette del centro storico, nellacapiente arena estiva e nelle sale recen-temente recuperate del CentroPolivalente San Girolamo.GastronomiaLe specialità gastronomiche della cucinalongianese sono sostanzialmente quellesemplici e gustose della Romagna.Dominano le tavole cappelletti, passa-telli, tagliatelle al ragù, lasagne, strozza-preti, maltagliati e via dicendo. Tra isecondi classici annoveriamo arrosti,coniglio con patate al forno, castrato,selvaggina e maiale in umido o ai ferri,ed il pregiato galletto di primo cantofritto con pomodoro (Luca Goldoni).

Longiano, Museo della Ghisa

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Longiano EMILIA ROMAGNA

Informazioni utiliUfficio turistico dal mercoledì al venerdì: 9.30 - 12.30; sabato domenica: 9.30 -12.30 e 15.00 - 18.00 Tel: 0547 665484 mail: [email protected] Sito internet: www.comune.longiano.fc.it - www.terredelrubicone.it Castello Malatestiano e Museo Balestra: dalle ore 10 alle ore 12 e dalle 15 alle 19,chiuso lunedi. Ingr. ? 3,00 (soci Touring/FAI ? 2,00) tel.0547.665850 - 665420sito:www.fondazionetitobalestra.orgMuseo Italiano della Ghisa: sabato, domenica e festivi dalle 14.30 alle 18.00 tel.0547 652171 – 652172 www.museoitalianoghisa.org Museo del Territorio: sabato, domenica e festivi dalle ore 14,30 alle ore 18,00. osu appuntamento presso l'Ufficio Cultura del Comune (0547-666457) www.lon-giano.it/museoterritorio.htmRifugio bellico con museo linea gotica all’interno: aperto tutti i giorni dalle 9 al tra-monto per info Comune di Longiano, uff. cultura tel. 0547.666457-665860 Colleggiata San Cristoforo: aperta tutti i giorni dalle 8 alle 12 e dalle 15,30 alle 18Museo arte Sacra/Oratorio San Giuseppe: aperto Sabato, domenica e festivi dalle15,30 alle 18 oppure su appuntamento presso l'Ufficio Cultura del Comune (0547-666457) Come arrivare a Longiano: si trova in provincia di Forlì-Cesena, a 179 metri sullivello del mare, in prossimità della statale 9 via Emilia. Dall'autostrada A14Bologna-Ancona si esce ai caselli di Cesena (sud) o Rimini nord, entrambi a 14 chi-lometri dal borgo. In treno, le stazioni più vicine sono quelle di Cesena,Gambettola e Savignano sul Rubicone.Area sosta camper: In via Circonvallazione, sotto i giardini pubblici, illuminata(vicino al centro)Via Balignano, 956 presso frantoio Turchi (a pagamento). tel.0547.665555Coordinate GPS: 44° 5’ 17” N 12° 20’ 23” E (a circa tre Km dal paese)

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Calcata e la Valle del Treja

Calcata, panorama visto dalla valle

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l l Parco Regionale Valle del Trejaprende il nome dall'omonimofiume che lo percorre al centrodi aspre e verdeggianti forretufacee. Esso è situato nelLazio a nord di Roma nel terri-

torio dei comuni di Mazzano Romano eCalcata: occupa complessivamente unasuperficie di circa 1000 ha. ed è ammini-strato da un consorzio tra i comuni diMazzano Romano e Calcata. La maggior parte del territorio del Parcosi estende nel medio tratto del fiumeTreja , rappresentato dalle gole e dallostretto fondovalle ricoperto da una riccavegetazione arborea. Fanno eccezione irilievi di Narce, M.te Li Santi ePizzopiede, per lo più incolti ed utilizzatia pascolo. La pianura circostante la valleè coltivata a serninativo: orti, vigneti, uli-veti e noccioleti che ne ordinano il dise-gno fino al margine delle pareti arboratedella forra. Gli scopi istitutivi di quest'area protettapossono sintetizzarsi in alcuni punti fon-damentali: tutelare e conservare il patri-monio naturale in tutti i suoi moltepliciaspetti, con particolare riferimento allaflora, alla fauna, alle acque, ai boschi e alsuolo; valorizzare le risorse ai fini di unarazionale fruizione da parte dei cittadini;promuovere attività turistico-educativeper una più diffusa coscienza ambienta-le.

Geologia e morfologiaL'origine e l'evoluzione geologica dellaValle del Treja è strettamente legata aifenomeni eruttivi degli apparati vulcaniciVicano e Sabatino che nel quaternarioalternarono le loro attività esplosive.Durante le esplosioni vulcaniche localiz-zate nei centri eruttivi di Vico, Sacrofano,Baccano e nei din?torni del Lago diBracciano le miscele di gas e fluidi(magma) si aprirono la via verso la super-ficie fino a proiettare all'esterno, congrande violenza e a grande distanza,enormi quantità di materiali che accu-mulandosi e cementandosi hanno datoorigine agli attuali banchi di tufo presen-ti nel Parco. Ceneri, lapilli, scorie si ven-nero perciò accumulando man mano,intervallati da periodi di quiete, sui sedi-menti marini e fluvio-lacustri preesistentied oggi messi in luce dall'erosione delfiume Treja nella parte medio bassa delsuo bacino. Tufi con inclusi lavici e pomicei, pozzola-ne, ignimbriti dal colore rossastro e gial-lastro e pomici sono perciò largamenterappresentati nell'area del Parco conintercalati localmente depositi diatomei-feri (alghe unicellulari microscopiche dalTesto e foto di Guerrino Mattei

Acropoli e tufo che conservano la vita

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guscio siliceo), testimoni di piccoli invasilacustri formatesi tra un'eruzione e l'al-tra. Durante il lungo periodo di intensaattività vulcanica (circa 400.000 anni) iprocessi di erosione fluviale ed eolica,

l'azione divaricatrice della vegetazionearbustiva, nonché quella del gelo e deldisgelo, hanno modellato lentamente mainesorabilmente il paesaggio. L'attuale quadro morfologico dell'area

del Parco presenta motivi ricorrenti lungole profonde incisioni del Treja, del fossodella Mola e del fosso della Selva.L'aspetto più singolare è costituito dal-l'andamento "meandreggiante" delTreja proprio nel tratto compreso traMazzano e Calcata. L'altitudine varia da 224 m s.l.m.(Pizzopiede) a 76 m s.l.m. (fiume Treja aCerasolo).

Mazzano RomanoLa struttura medioevale del borgo diMazzano è tuttora ben riconoscibile. Ilcastello è isolato da ogni parte dalla goladel Treja ed accessibile soltanto da uningresso voltato, più recente del XVII sec.,con sopra inciso lo stemma dei Biscia.Percorrendo la via che ad anello ne fa ilgiro sulla quale si aprono stretti vicoli sipossono riconoscere i resti di antichetorri, di bifore e stemmi di antiche fami-glie. Nella piazza dell'Antisà sono visibili iresti del coro dell'antica chiesa di SanNicola del secolo XVI, attribuita alVignola, demolita dal Genio Civile nel1940 perché una parte essenziale dellanavata minacciava di crollare e precipita-re a valle. Dall'altra parte della piazza sierge imponente l'antico palazzo barona-le appartenuto a Dolce ed Everso degliAnguillara (sec. XV). Fuori del castello, sulla piazza del borgo,da visitare la chiesetta di San Sebastianocon affreschi del XVI sec. Di particolare interesse è la presenza neipressi del paese di una fornace per laproduzione di tegole e coppi lavorati amano secondo le antiche usanze di untempo.

CalcataCalcata è un piccolo borgo a 40 km anord della capitale che nel tempo hasaputo conservare e rivitalizzare il suoantico patrimonio culturale e naturale. L’agglomerato è forse uno dei miglioriesempi di piccolo abitato fortificatomedioevale oggi esistenti in Italia. Sorgesu una rupe tufacea in un’area di vege-tazione lussureggiante, ricca di faunagrazie al torrente Treja che la cinge e dacui, come già detto, prende il nome lavalle.Le case sembrano nascere dalla rocciache s'innalza isolata in forma di tamburocircolare, traforato qua e là da anticheabitazioni trogloditiche. Al borgo si entra tramite una doppiaporta ad arco sovrastata dalle mura mer-late del palazzo baronale degliAnguillara, restaurato di recente. Calcata in seguito ad ampi crolli dellarupe, venne abbandonata dagli abitantie, a somiglianza dei grandi centri storici

Calcata, ceramisti all’aperto

Calcata, arco e palazzo Anguillara

Calcata, Palazzo Ferrauti

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cittadini, ha conosciuto in questi ultimidecenni una vera e propria rivoluzionedemografica: gli indigeni si trasferirono avalle dove ricostruirono il paese.Ma la vecchia Calcata, spopolata e quasimorta, venne riscoperta dagli artisti chepur di vivere in un luogo tranquilloerano disposti a rinunciare a qualchemoderna comodità.Le case di tufo rosso della vecchia citta-della sono popolate da intellettuali, pit-tori, scultori, scrittori e artigiani chehanno portato una ventata di gioia divivere vagamente bohemien, le cui radicicosmopolite hanno sviluppato e soprat-tutto favorito l’incontro tra diverse cultu-re.Dalla piazza si dipartono le consuete stra-dine e angusti percorsi sulle quali si affac-ciano piccole e interessanti botteghe arti-giane: restauro mobili, artigianato delcuoio, della ceramica, del vetro, trovanoqui l’ambiente più congeniale.Non è difficile incontrare all’aperto cera-misti che offrono i loro manufatti odonne intente a selezionare peperoncinoo finocchietto selvatico per farne mazzet-ti da offrire al visitatore, soprattuttodomenicale.Ci sono caffè nei quali si respira aria pari-gina da belle epoque o sale restauratecon travature antiche sotto cui è possibi-le in ogni periodo dell’anno assistere aconcerti, presentazioni di libri, conferen-ze e mostre d’arte.Il Palazzo Baronale degli Anguillara siaffaccia sulla piazza Vittorio Emanuele IIed è stato nella vita del paese il puntocentrale di riferimento della comunità.Questo palazzo grazie alla generosità deiproprietari, la Famiglia Ferrauti, ospitavala Scuola Elementare, l'AmbulatorioMedico e l'Ufficio Postale. Nella Sala dirappresentanza del Palazzo si sono anchetenuti i pranzi di nozze di quasi tutti i cit-tadini per generazioni.Nella Piazza al numero civico 5 è ilPalazzo che ospitava il Municipio diCalcata, oggi sede del Centro Visite delParco Valle del Treja.Nel borgo ancora tutto si muove con reli-gioso silenzio e le stradelle silenti, similia fenditure che fronteggiano le abitazio-ni di pietra e tufo, erano il mezzo piùbreve da cui far pervenire dalle finestrinead una sola anta, senza scendere in stra-da, le spezie che mancano alle massaiedirimpettaie durante la preparazione deicibi. Ogni fessura e porta sono perenne-mente addobbate con prodotti tipici delluogo, quasi in attesa di una processionesolenne per un diuturno ringraziamento. Si entra da una grande porta cheimmette, con un arco a tutto sesto, su

una breve ma ripida salita per arrivaresulla piazza del Comune e la chiesa.Alcune enormi pietre fungono da scran-ni. Nella loro regalità forse non è diffici-le immaginare re Artù che chiede notiziedi Ginevra ai pellegrini, mentre l’amore disir Lancillotto si perde melanconico enostalgico per le gole rupestri del Treja.Si esce dalla stessa porta che non per-mette a due macchine di potervi transita-re: questo evita traffico e rumore. L’aria èperennemente tersa e odorante, nono-stante che i piccioni convivano serena-mente in simbiosi con chi gli offre cibo eprotezione.Tutto il resto è incanto e favola racconta-ti sopra una rupe che di notte si volge alcelo con i tetti che amoreggiano con laluna, i cui dorsali aggregano coppi,quasi tutti antichi ed erosi dalla pioggia

e dal vento, per sfidare ancora le intem-perie e le dicerie di quanti voglionoCalcata morta.Vista dalla strada sottostante appareimprovvisamente superba come un’acro-poli nella quale mancano dei, miti e leg-gende. Ma vive e sfida i secoli, quasi arasu cui le stagioni millenarie hannoimmolato disgregazioni e ferite struttu-rali, certamente per secoli ancora nonletali.A Calcata mancano gnomi, fate, maghee streghe. Ma tutto questo, se il visitato-re sa leggere negli umori che il borgoemana e nelle sensazioni che il medesi-mo costantemente trasmette, si puòimmaginare rivivendo un esodo che èstato più un sortilegio della natura cheuna cacciata vera e propria dall’eden, daquesto operoso giardino-roccaforte a

Valle del Treja LAZIO

Calcata, raccolta finocchietto selvatico

Calcata, vicolo del borgo con ristorante

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�misura d’uomo, nel quale si respira bel-lezza ambientale senza frastuoni o clan-gori usuali, intrisi ed avvolti soltanto dagioia e serenità.

Aspetti vegetazionalie faunisticiGran parte del territorio del Parco ècoperto da boschi che si estendono peruna superficie di circa 500 ha. Vista dall' alto questa vegetazione appa-re come un lungo e serpeggiante nastroverde che interrompe la geometria deicircostanti campi coltivati. Varie sono le strutture vegetazionali rico-noscibili all'interno del Parco, tra questela più comune è rappresentata da boschicostituiti in prevalenza da cerro e farnet-to e subordinatamente da ligustro, acero,

carpino e nocciolo. Questi boschi, che inpassato hanno subito profonde trasfor-mazioni dovute all'attività umana, con-servano tutt'oggi il fascino delle bosca-glie impenetrabili e delle selve che untempo ospitavano l'antico popolo falisco.Un altro tipo di vegetazione ben ricono-scibile è rappresentato dalla cornice quasicontinua di lecci che orna la sommitàdelle pareti verticali di tufo. Questa spe-cie tipica della vegetazione mediterraneala si trova per lo più associata all'erica e alcorbezzolo, soprattutto nei versanti meri-dionali dove il tufo si infuoca al sole. Ilfiume e le pareti di tufacee ospitano inol-tre interessanti cenosi acquatiche, riparia-li e rupestri. La vegetazione arborea e arbustiva delle

ripe tende spesso a formare un agglome-rato a galleria costituito da: pioppi, salici,ontani, olmi, corni oli e sanguinelli. Diparticolare rilievo tra la flora locale sisegnala la presenza di diverse specie diorchidee che ornano il sottobosco nelperiodo primaverile. In uno scenario così ricco di vegetazione,punteggiato da numerose sorgentiperenni, la fauna vanta numerose specie.Topi selvatici ed insettivori, talpe e topo-ragni popolano il bosco un po' ovunque. Tra i predatori si segnala la presenza dellavolpe, la faina, la martora, la puzzola, ladonnola e molto probabilmente il gattoselvatico. Altri mammiferi che meritanodi essere ricordati sono il tasso e l'istrice etra gli ungulati il cinghiale. Numerose lespecie di uccelli legate all'ambienteboschivo. Tra i rapaci diurni e notturnibisogna segnalare la presenza del nibbiobruno, della poiana, i numerosissimigheppi, lo sparviero, il raro lanario, l'al-locco, il gufo comune, la civetta, e il bar-bagianni. Frequentano inoltre abitual-mente il sottobosco l'usignolo, lo scric-ciolo e il merlo, mentre le cince, il cuculo,la ghiandaia e il rigogolo preferiscono lechiome degli alberi. Tra i rettili si segnala la presenza della tar-taruga terrestre, del biacco, del cervone edella vipera aspis.

Il fiumeLe acque del fiume Treja scorrono per lopiù su terreni di origine vulcanica e rice-vono l'apporto di numerosi ruscelli. Traquesti ricordiamo il fosso della Mola e ilfosso denominato Fosso del Peccato:quest'ultimo nonostante le modeste por-tate ha scavato col tempo nei teneri ederodibili tufi una gola dalle pareti vertica-li dall'aspetto assai suggestivo. Lungo il corso del Treja scrosciano leacque delle numerose cateratte e casca-te delle quali la più nota è situata inLocalità Monte Gelato che, con l'omoni-ma mola adiacente, da luogo ad uno sce-nario di irripetibile bellezza. Nei brevi trat-ti in cui il fiume allarga il proprio letto, leacque scorrono lente e tra maestosiesemplari di pioppi, olmi, ontani e salici lagrande varietà di acque del fiume. Tra gli Osteiui troviamo inoltre il caveda-no, il vairone, il triotto, il barbo e il ghioz-zo. Occasionalmente si può osservare lanutria sfuggita agli allevamenti per iquali è stata imprudentemente importa-ta nel nostro paese, nel quale non è certoautoctona. Il gambero di fiume si nasconde sotto isassi e tra le rive coperte di equiseto(pianta le cui origini risalgono alCarbonifero) non è difficile vedere il raro

Calcata, vicolo Caffè degli artisti

Calcata, scorcio sulla valle del Treja

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Valle del Treja LAZIO

e caratteristico granchio di fiume untempo ricercato, ed appetito per le suecarni di ottima qualità. Frequentano poile acque e i loro dintorni numerosi uccel-li: ballerina bianca e gialla, gallinella d'ac-qua, gruccione usignolo di fiume, losplendido martin pescatore e, di recente,sono state avvistate due coppie di aironi.Il vivacissimo merlo acquaiolo trova qui ilsuo autentico habitat d'elezione.

ArcheologiaLa grande estensione delle numerosenecropoli (dal IX-VIII sec. a.C. fino al IV-1lIsec. a.C.) della Pietrina, Pizzopiede,Monte Cerreto, Monte Le Croci, MonteLi Santi, Morgi ecc., attesta la presenza diun centro di rilevante importanza e gran-dezza, che molti ritengono potesse esse-re l'antica Fescennium, il cui nucleo piùantico è stato individuato ai piedi delcolle di Narce. Principale centro della parte meridionaledell' Agro Falisco, ossia di quel territorioabitato da popolazioni che parlavano undialetto latino, l'abitato si estese daNarce fino a comprendere anche la colli-na di Monte Li Santi e quella diPizzopiede. Dopo alterne vicende che videro le popo-lazioni falische schierate al fianco degliEtruschi contro le mire espansionistichedei romani, l'Agro Falisco cadde definiti-vamente sotto l'influenza romana nel241 a.c. I numerosi reperti rinvenuti nellenecropoli sparse in tutto il territorio delParco e nelle sue immediate vicinanzetestimoniano una grande vivacità ed ori-ginalità culturale riscontrabile nell'uso diseppellire i morti in tronchi d'alberoopportunamente scavati e nelle produ-zioni di una ceramica d'impasto condecorazione graffiata o excisa.Attualmente gran parte degli oggettirecuperati nelle numerose campagne discavo condotte dalla fine dell' 800 fino ainostri giorni sono esposti al Museo diCivita Castellana e al Museo Nazionale diVilJa Giulia a Roma.

Ancora oggi nel Parco è possibile ammi-rare i resti di numerose tombe, delle viedi comunicazione, dei cunicoli costruiti ascopo idraulico e delle fortificazioni eret-te a difesa dell'antica città falisca. Ai piedidell'altura di monte Li Santi, a pochimetri dalla sponda destra del Treja, sonovisibili i resti di un edificio monumentale

adibito probabilmente al culto della ferti-lità femminile. Del periodo medievale, oltre ai centri sto-rici di Mazzano e di Calcata, sono le duetorri di Montegelato restaurate di recen-te e il vicino Castellaccio, S. MariCastelvecchio e, poco oltre, il castellodiruto dell' Agnese.

Montegelato, cascatelle e laghetto

Montegelato, scale troglodite

La strada più bella e panoramica da percorrere da Roma per andare a Calcata è quella che parte da Prima Porta, direzioneSacrofano, passando per Magliano Romano e quindi Calcata.Da Nord, autostrada A1 - uscita al casello di Magliano Sabina, imboccare la SS 3 Flaminia in direzione Roma, seguire poi le indi-cazioni per Faleria- Calcata. Da Est o da Sud, autostrada A1 fino al G.r.a.Da Roma G.R.A.: uscita 5 - SS 2bis Cassia V.(Veientana), imboccare l'uscita per Mazzano Romano e seguire le indicazioni perCalcata.Oppure via Flaminia in direzione Civita Castellana fino a Rignano Flaminio, poi seguire le indicazioni per Faleria - Calcata.Volendo evitare il G.r.a.: bretella verso A1 direzione Firenze, poi uscita Magliano Sabina.Da Viterbo seguire la S.s. 2 Cassia o la più panoramica Cassia Cimina in direzione Roma, superare Monterosi, uscire a MazzanoRomano – Trevignano e seguire le indicazioni per Calcata.

Come arrivare a Calcata

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62 TURISMO all’aria aperta

Il Soratte, montagna sacra,tra natura e antropologia

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L ungo la consolareFlaminia, tra le verdicolline della campagnalaziale a poca distanzadalla capitale, il monteSoratte si erge singolare

e solitario come un’isola, e un’isola calca-rea era infatti, nel pliocene, come testi-monia la composizione di sabbia e argil-la del territorio circostante derivante daisedimenti marini. Con i montiCornicolani costituisce la dorsale tiberi-na, affiorata nel mesozoico e sottopostasuccessivamente a fratture che hannooriginato la depressione attraversata dalTevere e hanno fatto subire al Soratteuno stacco morfologico rispetto all’am-biente circostante, costituendo un arco a6 cime su una delle quali si trova il nucleoabitato di S. Oreste.È la Montagna Sacra cantata da Orazio:“Vides ut alta stet nive candidum/Soracte, nec iam sustineant onus/ siluaelaborantes, geluque/ flumina consisterintacuto?…”. (Tu vedi come il Soratte siinnalzi candido per l’alta neve e comeormai i boschi affaticati non sopportino ilpeso della neve ed i fiumi si siano conge-lati per il gelo pungente? Orazio,Carmina I,9).Tale posizione lo elesse fin dalla preisto-ria, come testimoniato dal ritrovamentodi reperti e ceramiche risalenti all’età delbronzo, a luogo affascinante e misterio-so che ha sempre stimolato fantasia espiritualità, oggetto del culto del Sole(Soranus) da parte di Sabini, Capenati,Falisci ed Etruschi. La vocazione religiosacontinuò con i Romani che vi edificaronoil tempio dedicato ad Apollo. Plinio rac-conta che le famiglie Hirpi Sorani (Lupi diSorano) in onore del dio camminavanosui carboni ardenti e per questo eranoesonerati dagli obblighi militari, citazioneripresa da Virgilio nell’Eneide: “Summedeum, sancti custos Soractis Apollo”. Con l’avvento del cristianesimo divennerifugio di eremiti: vi trovò ricovero PapaSilvestro I, fuggito alla persecuzione diCostantino, che sui resti del tempiofondò un eremo. Oggi rimangono traccedi 6 insediamenti religiosi di cenobiti eromitori benedettini, francescani, cister-censi, camaldolesi, trinitari, teatini, orio-nini.Il percorso degli eremi consente, inun’ora e mezza circa di cammino, di visi-tare quanto rimane dei complessi mona-stici, partendo dall’ingresso principaledella Riserva. Sulla prima vetta del montesi incontra la chiesa di Santa Lucia, romi-torio di cui si ebbe notizia nel 1596 dal-l’eremita frate Angelico. Nel 1780 sichiude la vicenda degli eremiti e il com-Testo e foto di Tania Turnaturi

Eremi, grotte carsiche e percorsi natura

Monte Soratte

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plesso cade in rovina fino agli interventi direstauro degli orionini negli anniSessanta.Inoltrandosi sul sentiero fra lecci secolariseguendo la cresta verso nord-ovest, sigiunge all’eremo di S. Antonio abate, sitoin un luogo impervio, dai monaci camal-dolesi nel 1532 documentato come sededel priore degli eremiti del Soratte.Proseguendo verso la cima più elevata si

incontra l’eremo di S. Sebastiano, nel ver-sante sud-est. Da una testimonianza del1706 apprendiamo che nella chiesa acappella era venerata l’immagine dellaBeata Vergine con S. Sebastiano e S.Rocco. Il pittore olandese Van Wittel(Vanvitelli), noto per le sue tele di “vedu-tismo panoramico”, accompagnando nel1747 il cardinale Colonna di Sciarra, neillustrò la visita. Dopo il 1760 venne

abbandonato e iniziò la decadenza.Sulla cima più alta svetta solitaria l’abba-zia di S. Silvestro, eretta sul tempio dedi-cato al culto di Apollo. Dell’intero com-plesso monastico di rilevanti dimensionirimane la chiesa del XII sec., a pianta basi-licale, con presbiterio sopraelevato su cuiè collocato l’altare maggiore rivestito dalastre marmoree medievali, forse prove-nienti da una schola cantorum. È visitabi-le nei giorni di sabato e domenica. Su una primitiva cappella dedicata allaBeata Vergine, immagine dipinta sulmuro dall’eremita Antoniozzo daRomano venerata già dal XVI sec., venneedificato il convento di Santa Maria delleGrazie, abitato da eremiti e diversi ordinireligiosi: camaldolesi, francescani e cister-censi che lo ingrandirono nel 1628, tra-sformandolo in monastero. Ricostruitonel 1835, vi risiedettero le congregazionidei trappisti, i canonici regolari, i trinitari,i teatini e, dal 1931 i padri di Don Orione.Il monastero di S. Maria delle Grazie,presso l’attigua chiesa, offre ancora oggiospitalità.Seguendo un’antica mulattiera dal par-cheggio sotto la strada principale del cen-tro abitato, si raggiunge la cappella voti-va “dei cacciatori” da cui, attraversandouna fitta vegetazione di sambuchi infiore, dopo aver superato le cavità carsi-che denominate “meri”, si giunge allachiesetta rupestre di Santa Romana,immersa nella vegetazione delle pendici,grotta naturale rivolta verso i montiSabini, intorno alla quale i resti di mura eruderi testimoniano l’ampiezza dell’ere-mo. La giovinetta Romana, figlia del pre-fetto Calpurnio, attratta dalla fama di S.Silvestro che dimorava sul Soratte, fuggìdal padre e si rifugiò in quest’eremo dalquale, incuneandosi nelle viscere dellamontagna, raggiungeva il papa eremita.Una piccola vasca accanto all’altare racco-glie l’acqua che trasuda dalla roccia e ladevozione vuole sia usata dalle donneprive di latte. Un’iscrizione sull’altarericorda il battesimo della giovinetta som-ministrato dal papa e un affresco del1600 raffigura la santa.La dorsale calcarea che costituisce il rilie-vo è priva di corsi d’acqua, morfologica-mente isolata dalla catena degliAppennini, e soggetta a erosione carsicalungo le pendici che genera antri e pozzifossili: i “meri”, sistema ipogeo di cavitàcollegate, di origine freatica, del diametrodi 10-20 m e oltre 100 m di profondità,che si spalancano all’improvviso e rappre-sentano un autentico geotopo di notevo-le interesse speleologico, nella zona diSanta Romana. A lungo ritenuti la portadegli Inferi, le cavità sono collegate: il

Ruderi

Resti di insediamenti religiosi

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mero piccolo scende rapidamente fino asboccare nel mero grande costituito daun imponente pozzo verticale di 20 m didiametro; poco distante il mero medio èprofondo 65 m, con un imbocco di 10 m.Tra una vegetazione arbustiva di fillirea,leccio, acero e terebinto si snoda il sentie-ro delle grotte, percorribile in poco più diun’ora sul versante occidentale: SantaLucia è una cavità di 40 m di profondità e60 di diametro nei pressi di una cavadismessa, ricca di stalattiti e stalagmiti almomento della scoperta nel 1920 e costi-tuisce il più grande ambiente naturalesotterraneo del Lazio. La grotta Erebus ogrotta azzurra fu scoperta nel 1989,essendo celata da una rigogliosa vegeta-zione, e riscoperta nel 1994 dopo unincendio. La cavità è ricca di concrezionied è tuttora in corso di esplorazione.Lungo il sentiero tra boschi di caducifogliee sclerofille si notano i ruderi della rocca-forte romana di “Casaccia dei ladri” rifu-gio dei briganti e il “sasso di S.Nonnoso”, rupe che la devozione localesostiene sia stata spostata dal santo perprocurare ai monaci il terreno per l’orto.Il percorso didattico “Le carbonare” pre-disposto dall’Associazione AvventuraSoratte, consente di osservarne i resti e distudiare la tecnica anticamente adottataper la produzione del carbone attraversopannelli esplicativi sulle attività di produ-zione del carbone (carbonare) e dellacalce (calcare). Nel bosco è ricostruita unacarbonara composta da una catasta dilegna ricoperta di terra e foglie secche sucui vengono praticati fori per il passaggiodell’aria che viene accesa introducendoall’interno tizzoni ardenti e fatta bruciareper 7 giorni, dopodiché si chiudono i forie si fa raffreddare. Il carbone così ottenu-to è di qualità superiore essendo privo diresidui tossici. Le vecchie calcare sonocostituite da pozzi profondi alcuni metriall’interno dei quali veniva costruita unafornace con copertura a cupola.La natura friabile della roccia ha consenti-to al Genio Militare di Roma di scavare nel1937 una rete di gallerie da utilizzarecome rifugio antiaereo per il comandosupremo dell’esercito in caso di guerra(ufficialmente il regime sosteneva che vifosse stata impiantata una fabbrica diarmi della Breda). Chiamate “Le officineprotette del Duce”, lunghe circa 5 km,costituiscono una delle più importantiopere di ingegneria militare in Europa,una vera città sotterranea. Nel settembre1943 il comando supremo delle forze dioccupazione tedesche guidato dal fel-dmaresciallo Kesselring vi si stabilì e lavoce popolare dice che vi furono sotterra-

te casse contenenti l’oro sottratto allaBanca d’Italia e alla comunità ebraica,finora mai ritrovato. Il complesso, minatoprima della fuga delle truppe naziste,visse anni di abbandono e fu durante laGuerra Fredda, nel 1967, che il GenioMilitare ne trasformò una parte in bunkeranti-atomico, sotto l’egida della Nato, mai lavori furono interrotti nel 1972. L’area,acquisita dal comune di S. Oreste, èoggetto di un progetto di recupero perl’allestimento di un museo storico diffusodenominato “Percorso della memoria”.Le visite guidate sono organizzate dall’as-sociazione culturale “Bunker Soratte”che promuove la ricerca storica e percorsiformativi attraverso pubblicazioni, conve-

gni e manifestazioni diffondendo la storialegata al sito con l’intento di costituireuna memoria degli eventi connessi allacostruzione e ai suoi utilizzi. Durante il Ventennio il Soratte è statodefinito la montagna di Mussolini anchea causa della sua sagoma, che evoca riso-lutamente il profilo del duce.L’ascensione alla vetta (691 m da cui losguardo arriva fino al Tirreno e all’Amiata)è agevole, attraverso una vegetazionevaria e lussureggiante, differenziata inrelazione alla composizione del substratoe all’esposizione, che testimonia lacostante antropizzazione e si differenzianettamente dal paesaggio circostanteformando un’entità riconoscibile, analo-

Meri

Chiesa rupestre Santa Romana

Monte Soratte LAZIO

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gamente alle caratteristiche geologiche,essendo il rilievo composto da sabbie eargille derivanti dai sedimenti marini. Sulversante nord boschi di cerro, pioppo,carpino nero, salice, leccio, acero, olivo,vite “maritata”, tradizionalmente coltiva-ta utilizzando piante da frutto e piccolialberi come sostegno; a sud-est pianteofficinali, macchia mediterranea e fioritu-re spontanee di elicriso, euforbia, fillirea,

orchidea gialla, zafferano, iperico, tere-binto. Dal 1997 costituisce un’Area NaturaleProtetta, popolata da volpi, scoiattoli,ghiri, moscardini, ricci, talpe, poiane,gheppi, allocchi, civette, picchi, pettirossi,usignoli, cardellini, capinere, merli, cin-ciallegre, ghiandaie, tortore, fringuelli,scriccioli, raganelle, ramarri, bisce eanche vipera comune. Estesa su 444 etta-

ri di territorio di rilevante interesse sianaturalistico per la natura carsica, chestorico-monumentale per la presenzadegli eremi, è stata inserita nel progettofinanziato dall’Unione europea che pre-vede la creazione della Carta della Naturaper la gestione del patrimonio naturale inItalia (Bioitaly), e costituisce sito di impor-tanza comunitaria.Il monte Soratte è luogo ideale per glisport all’aria libera: parapendio, deltapla-no, arrampicata libera, corsa podistica,mountain bike, speleologia.Incastonato su un’altura secondaria, ilnucleo abitato di Sant’Oreste domina lavalle. Al centro storico, di impiantomedievale, si accede da tre porte cinque-centesche: Porta Valle, Porta La Dentro,Porta Costa. Il rinascimentale PalazzoCaccia, attribuito al Vignola, è sede delmuseo della Riserva, nell’ambito dellelinee di sviluppo del progetto RE.SI.NAche tende a far conoscere l’area protettae i valori naturalistici in essa presenti svi-luppando i temi della geologia, antropo-logia, botanica e zoologia; sull’omonimapiazza si affaccia anche l’ex Palazzo abba-ziale, divenuto nel 1598 il MonasteroAgostiniano di Santa Croce, oggi sedecomunale.Fuori dalle mura sorgono la chiesa diSanta Maria Hospitalis, così denominataessendone stato modificato l’impiantonel 1500 e aggiunto l’ospedale, luogo diaccoglienza e assistenza per i pellegrini,con affreschi e rilievi marmorei carolingi ela chiesa di S. Edisto che conserva il cam-panile romanico.Tra le varie iniziative di valorizzazione delterritorio, il Comune e le locali associazio-ni culturali, nel segno della tradizione,promuovono la “Sagra dell’asparago delmonte Soratte”, che si svolge all’inizio dimaggio. L’evento propone ai visitatoripasseggiate storico-naturalistiche, unconcorso di fotografia per gli studenti,degustazioni di menù agli asparagi e, aconclusione, “S…poetar cantando”, unaperformance di menestrelli locali che siesibiscono con versi in metrica barbara,rima, distico elegiaco e tutte le formepoetiche che l’ispirazione suggerisce.

Monte Soratte LAZIO

Palazzo Caccia visto dalla Circonvallazione

Associazione Avventura Soratte - Associazione Proloco di Sant’Oreste - Tel. 0761579895 - 3298194632www.avventurasoratte.com - www.prolocosantoreste.comAssociazione “Bunker Soratte” - www.bunkersoratte.it - Tel.: 3803838102Come raggiungere il Sorattein auto: da Roma percorrere la via Flaminia, bivio al km 40 - A1 uscita Ponzano Romano-Sorattein treno: da Roma a piazzale Flaminio treni della Ferrovia Roma-Nord, scendere a Sant’Oreste

Informazioni utili

Palazzo Caccia

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Catania, città barocca

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I l profilo di Catania si stagliasull’azzurro del cielo con lasagoma dell’Etna, “a mun-tagna”, che, col pennac-chio di fumo o spruzzandosaette rosseggianti, sor-

monta la cintura verde dei giardinibaluginanti di dorate perle, che sidistendono placidi alle sue pendici. Inbasso l’azzurro del mare si frangeschiumoso sui blocchi lavici, neri e mas-sicci. Dardeggiata dal sole torrido, Catania èmarchiata, nella geografia e nell’urba-nistica, dalla nera pietra basaltica: daifaraglioni che fronteggiano i borghimarinari della costa all’architetturamonumentale della città che la esibiscenei portali, architravi, modanature dichiese e palazzi. Di notte, dal mareappare come un’ampia distesa di lucipolicromatiche mollemente adagiatasull’ultima propaggine dei fianchi meri-dionali del Mongibello, digradanti fino“agli archi della marina” (come i cata-nesi chiamano la zona del porto) sovra-stata, spesso, dalle lingue di fuocodella fucina del dio Vulcano. La fondano i calcidesi nel 729 a.C. colnome di Katane, dando impulso alcommercio e all’agricoltura con le col-tivazioni di melograno, mandorlo, vitee ulivo; caduta sotto il dominio diSiracusa diventa Aitna e perde la suaautonomia. Del periodo romano resta-no l’anfiteatro, gli edifici termali del-l’età augustea, e la diffusione del lati-fondo che molti squilibri arrecherà neisecoli all’economia dell’isola. Gli arabinel IX sec., trovano un’isola fertile dalclima mite, adatta alle colture cheapporteranno benessere economico:arancio amaro, limone, canna da zuc-chero, cotone, carrubo, palma, gelso,sommacco. I normanni, insediatisi nel1071, edificano la cattedrale e svariatimonasteri e introducono la coltivazionedell’indaco. Gli aragonesi trasferiscononella città la corte, evento propulsoredi benessere culturale ed economicoche le dominazioni successive non riu-sciranno a preservare, trascinando l’iso-la in una lunga decadenza.L’Etna, sorto da eruzioni sottomarineche hanno dato origine anche allaPiana di Catania, è un vulcano attivoche, nelle sue periodiche emissioni,spesso ha travolto i centri abitati.Tuttora le popolazioni etnee possonosaggiare l’umore del maestoso gigantescrutando il suo profilo: fuma, erutta,dardeggia, schizza o … dorme!Per Catania è il 1669 l’anno in cui vieneinvasa dal torrente di lava e il devastan-

Il Monastero dei Benedettini è la Versailles siciliana

Testo e foto di Tania Turnaturi

Monastero dei Benedettini

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te terremoto del 1993 la distruggetotalmente.Dopo questi eventi nefasti la città rina-sce con un nuovo assetto urbano nello

stile architettonico dell’epoca, quelbarocco che fa oggi di Catania un sitopatrimonio Unesco.Piazza Duomo, simbolo del potere laico

e religioso, è il cuore del centro cittadi-no, progettata dall’architetto che pre-siedette alla ricostruzione settecente-sca, G.B. Vaccarini, autore anche dellafontana dell’elefante, ispirata all’operadi Bernini in Piazza della Minerva aRoma. L’elefante (‘u liotru) in pietra lavi-ca che sostiene un obelisco egittizzantein granito culminante con un globo cir-condato dalla foglia di palma e gigli,ispirati alla patrona Sant’Agata, è il sim-bolo della città. La piazza è dominatadalla facciata del duomo, che conservale absidi in lava della costruzione nor-manna e tratti del basamento dellecolonne nell’interno, dove su un pila-stro si appoggia il monumento funebreall’illustre figlio Vincenzo Bellini. La cap-pella in fondo alla navata laterale destracustodisce il tesoro e le reliquie di S.Agata. Sulla destra del sagrato si accede alleTerme Achilliane, strutture termali data-bili al IV sec.Rivolta verso il fianco sinistro delduomo, in posizione leggermente arre-trata, un’altra opera del Vaccarini dalla

Fontana dell’Elefante

Duomo

Monastero dei Benedettini, particolare

Monastero dei Benedettini, scalone

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facciata curvilinea chiude lo scenario: laBadia di S. Agata.Sul lato sud, fa angolo con il duomoPorta Uzeda, aperta dopo il terremotodel 1693 nelle mura medievali, oltre-passata la quale, costeggiando gliimponenti bastioni punteggiati di risto-ranti, lo sguardo è catturato da putti,racemi e volute che incorniciano le fine-stre della lunga terrazza del più bell’edi-ficio civile della città, Palazzo Biscari.Edificato dopo il terremoto, raggiunse ilmassimo splendore con Ignazio Biscari,amante delle arti e delle lettere, che viinsediò il museo archeologico. Un riccoportale immette in un cortile da cui sidiparte una scala a tenaglia che condu-ce alle sale di rappresentanza e al salo-ne delle feste ornato di stucchi e affre-schi, col soffitto cinto da un ballatoioche ospitava i musicisti, dando la sensa-zione che la musica scendesse dal cielo. Riattraversata Porta Uzeda e oltrepassa-to il Palazzo Vescovile, l’angolo dellapiazza è chiuso dalla Fontanadell’Amenano, chiamata dai catanesi“acqua a linzolu” per l’effetto cascatache produce scendendo dalla vascasuperiore per riversarsi nel fiume sotto-stante che scorre sotterraneo ed è visi-bile solo in quel punto; oltre si apre laPescheria, ogni mattina animata dalvivacissimo e pittoresco mercato,un’autentica attrazione! Sotto gli enor-mi ombrelloni rossi nel fresco del tunneldelle mura di Carlo V, si allineano inumerosi banchi di marmo o di pietratraboccanti di pesci di ogni dimensione,forma, colore; alcuni guizzano e saltanodentro le vasche piene d’acqua, altrirestano immobili e fissano con l’occhioancora vivo. L’odore penetrante si infil-tra tra la brulicante orda umana mista alvocio continuo e melodioso che invitaall’acquisto col cantilenante accentosiciliano, magnificando la bontà delpescato: il grosso pesce spada dalla vivacolorazione rosata, il minuscolo neona-to per le frittelle, spigole, vongole,gamberi, ricci di mare, seppie, fasolari,mazzancolle, e tutto quello che ilpescoso Jonio offre.Sul lato settentrionale, all’angolo di viaEtnea, si presenta l’elegante prospettodel Palazzo Senatorio o degli Elefanti,oggi sede del Comune, che esponenella corte due berline del Senato su cuisfilano le autorità nella festa di S.Agata. Costeggiando il Municipio, la viaVittorio Emanuele II si espande sulladestra in piazza S. Francesco, su cuiprospetta la casa natale di Bellini oggi

Palazzo Biscari

Chiesa di S. Giuliano

Catania SICILIA

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sede del museo belliniano, da cui sidiparte via Crociferi, il salotto delbarocco catanese, incorniciata dall’arcodi S. Benedetto, fiancheggiato dalleBadia Grande e Badia Piccola. Sulla sini-stra le chiese di S. Benedetto su unascenografica scalinata racchiusa da unagrata in ferro e S. Francesco Borgiaripristinata nelle originarie forme sei-centesche, separate da una stretta viachiusa sul fondo da Palazzo Asmundo.Sulla destra la facciata convessa di S.Giuliano, in cui si riconosce la mano delVaccarini. Funge da fondale il fastosocancello di Villa Cerami, oggi sede dellafacoltà di giurisprudenza.Girando a sinistra in via dei Gesuiti, sulfondo si apre l’ombrosa e scenograficaesedra barocca di piazza Dante, domi-nata dalla monumentale chiesa bene-dettina di S. Nicolò l’Arena con l’incom-piuta facciata neoclassica scandita daotto colonne prive di trabeazione.Nell’impianto dell’architetto Contini,discepolo del Bernini, chiamato ad eri-gere la nuova chiesa in sostituzione diquella cinquecentesca molto danneg-giata, le enormi proporzioni, che nefanno uno dei più grandi edifici di cultodella Sicilia, dovevano attestare lapotenza del cenobio catanese.L’edificio, infatti, subì tutti i cataclismiche nel corso dei secoli colpirono lacittà, compresi quelli dell’ultima guerra,i cui lavori di recupero e consolidamen-to sono tuttora in corso. Il colossaleinterno a croce latina con tre navate ecappelle laterali, conserva nella cantoriaun organo la cui costruzione durò dodi-ci anni; alimentato da sei mantici, ècomposto da 2916 canne in legno elega di stagno, cinque tastiere e settan-tasei registri, in grado di riprodurrequalunque suono, perfino la voceumana. Dietro l’abside maggiore è col-locato il Sacrario dei caduti. Lungo iltransetto è tracciata una grande meri-diana del 1841 disegnata da Peters eSartorius con figure zodiacali, di grandeprecisione.A sinistra della chiesa tutto il repertoriodecorativo tardo barocco e churriguere-sco di volute, fiori, frutta, mascheroni,putti adornanti finestre e balconi e unafrangia di conchiglie e volute chepende dal cornicione, esplode oltre ilmuro di cinta del monastero, oggi sededella facoltà di lettere, per estensione ilsecondo complesso monasticod’Europa. Fondato nel XVI sec. dallacomunità monastica di Nicolosi rifugia-tasi entro le mura del capoluogo persfuggire alle eruzioni e ai briganti, nonpoté sottrarsi all’eruzione del 1669 e al

Chiesa di S. Nicolò, organo

Chiesa di S. Nicolò

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terremoto del 1693 che ne provocò ilcrollo e la morte di quasi tutti i monaci.La ricostruzione avvenne su un impian-to più grandioso e monumentale, conl’aggiunta di un altro chiostro e la rea-lizzazione degli intagli in pietra dei pro-spetti principali e il risanamento delquartiere circostante. Con la soppres-sione delle corporazioni religiose nel1866 il complesso passò al demanio fin-ché, compromesso dagli svariati usi civi-li succedutisi, nel 1977 è stato cedutoall’Università. Addossati al muro di cinta, sono collo-cati i locali di servizio, scuderie, stalle ecarretterie. Il complesso, definito daPatrick Brydone la “Versailles siciliana”,presenta nel piano basso una serie diporte che si aprono direttamente sulcortile, registro costruttivo estraneo allatradizione religiosa, ma realizzato alloscopo di allineare il secondo piano albanco lavico retrostante sul quale sidoveva appoggiare l’altra ala del con-vento, secondo l’ambizioso progetto.Sia il primo che il secondo piano, sui latiche fiancheggiano i due vasti chiostriinterni, presentano lunghi corridoi sucui si affacciano le celle. Tutti questiambienti oggi sono destinati alle auledella facoltà di lettere o agli studi deiprofessori. La biblioteca universitaria e le sale dilettura sono collocate negli estesi sot-terranei, dove si possono visitare, cam-minando su strutture sospese, le fonda-zioni cinquecentesche adibite daimonaci a magazzini per le derrate ali-mentari e, nell’emeroteca, i mosaici diuna domus romana del II sec. riportatialla luce negli anni ottanta, accompa-gnati dalle ottime guidedell’Associazione Officine Culturali.L’antica cucina e le sottostanti cantinecostruite sul banco lavico costituisconoil Museo della Fabbrica dove è possibilerilevare le tecniche e i materiali dicostruzione, evidenziati dall’interventodi recupero dell’Ufficio Tecnicod’Ateneo, e dove è possibile anche rile-vare le tracce dell’Osservatorio astrofisi-co e meteorologico che vi ha avutosede. Nella sala ovale del refettoriotutta bianca, con l’unica decorazionedella Gloria di S. Benedetto sulla volta,è ubicata l’Aula magna. L’antica SalaVaccarini rivestita di scaffalature ligneee il refettorio piccolo ospitano leBiblioteche riunite Civica e UrsinoRecupero che comprende la raccoltabenedettina di incunaboli, cinquecenti-ne e pergamene, le acquisizioni degliordini soppressi e vari lasciti. Dalle gelo-sie poste nel Coro di Notte (dove si reci-

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Catania SICILIA

Pescheria

Teatro romano

Fontana dell’Amenano

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tava la liturgia delle ore, oggi sala con-vegni), che si affacciano sull’abside di S.Nicolò, i monaci infermi potevano assi-stere alle funzioni, ammirando l’orga-no e la meridiana.Scendendo verso via Vittorio Emanuele,lunghissima arteria che dal mare si diri-ge verso ovest, dal portone di un edifi-cio settecentesco si fa un tuffo nell’ar-cheologia. Il complesso del teatroromano e dell’odeon sorto sulle pro-paggini meridionali della collina diMontevergine, sede della colonia diKatane, è stato oggetto di ricerchearcheologiche iniziate dopo il 1750 dalprincipe di Biscari. Edificato in pietralavica nel I sec. d.C. su una preesisten-te struttura greca del V sec a.C. costrui-ta con blocchi di arenaria, nelMedioevo venne ricoperto di modestiedifici che per secoli ne nascosero lavista, mentre l’odeon, destinato ai corie ai concorsi musicali, venne utilizzatocome bottega e stalla, fino all’inizio del1900. La parte inferiore della caveapoggia sul pendio naturale, la partesuperiore è sostenuta da poderosi muriattraversati da ambulacri collegati dascale e muniti di accesso (vomitoria) aidiversi settori. Lo spazio dell’orchestra èspesso allagato da una risorgiva delcolle Montevergine.. Le campagne discavo concluse da alcuni anni hannomantenuto alcune sezioni degli edifici atestimonianza della storia del sito.Anche i resti dell’anfiteatro romano inpietra lavica, sono stati in parte riporta-ti alla luce nel 1900, a piazza Stesicoro,delimitata sul lato ovest dalla chiesa diSant’Agata alla Fornace, sorta sul luogodove la giovinetta è stata martirizzata.Alle sue spalle sorge la piccola chiesa diSant’Agata al Carcere costruita sui restidel bastione del santo carcere lungo lecinquecentesche mura di Carlo V, confacciata barocca e portale romanicopugliese in marmo bianco, unico esem-pio in Sicilia. Salendo per l’ombreggiatavia Santa Maddalena, su una piazzettasi affaccia Sant’Agata la Vetere, costrui-ta nel 264, più volte distrutta e rico-struita dopo il 1693 con prospetto inmuratura delimitato da bianche para-ste, cattedrale della città fino al 1094.Da piazza Duomo il lungo rettifilo di viaEtnea, la strada della ricca borghesiache nell’800 vi edificò le proprie resi-denze, sembra ascendere verso la vettadel vulcano racchiuso nella cornicedelle facciate tardobarocche che si sus-seguono lungo i quasi quattro km delsuo tragitto. Di fronte all’ingresso diVilla Bellini, la storica pasticceria Saviaprende per la gola con cannoli di ricot-

Chiesa di S. Agata la Vetere

Monastero dei Benedettini, facciata nella corte

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ta, cassate, paste di mandorla, bianco-mangiare, frutta martorana, arancine diriso, realizzati ancora secondo le ricetteconventuali.L’isola, nei secoli crocevia dei popoli,mantiene nella varietà delle sue pietan-ze, ricche di spezie e aromi, i retaggidelle differenti influenze culturali, men-tre nell’aria aleggia profumo di origa-no, basilico, finocchietto selvatico,rosmarino. L’alimento principe è ilpane, spesso spolverato di semi di sesa-mo, condito appena sfornato con olio,origano e pomodoro (pane cunsato).Nella cucina catanese domina la melan-zana che trionfa nella parmigiana, nellacaponata o nella pasta alla Norma,decorata con due foglie di profumatis-simo basilico e condita con un filod’olio degli ulivi introdotti nell’isoladurante la dominazione spagnola.

Officine Culturali effettuano visite guidate del Monastero dei Benedettini, ogni ora - Piazza Dante, 32 – 95124 Cataniawww.officineculturali.net - Tel.: 0957102767 - 3349242464

Informazioni utili

Catania SICILIA

Monastero dei Benedettini, Chiostro di levante

Monastero dei Benedettini, Chiostro di ponente

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DERUTA

SantuarioMadonna deiBagni

All’interno un patrimo-nio di circa 700 formel-le votive, tutte in cera-mica, che ricoprono unarco di tempo di 350anni

I l Santuario, fondato nel XVII seco-lo, si trova nel territorio dellaParrocchia di Casalina comune di

Deruta (in provincia di Perugia).All'interno del Santuario, sono appesealle pareti numerose formelle di cerami-ca. Un episodio quasi banale è all'origi-ne di questa devozione alla piccolaMadonna del Bagno. Siamo intorno allametà del sec. XVII. Un frate zoccolantecappuccino va per un sentiero battutodagli zoccoli degli animali, a metà costatra la collina e il Fiume, costeggiando lavecchia arteria romana che oggi haceduto il posto alla grande strada E 45(già Tiberina). A un tratto scorge tra isassi e l'erba uni resti d'una tazza dabevere, una piccola tazza dal fondobasso con una foglia per manico. Sulfondo interno della tazza una piccolaimmagine della Madonna col Bambinouna immagine insolita, non convenzio-nale: il Bambino è in grembo allaMadre, non seduto ma quasi genufles-so sul ginocchio sinistro, in posizionescattante e quasi insofferente dellapositura (seduta) tenuta fin lì, come chisi appresta ad accorrere in aiuto di qual-cuno che invoca soccorso da lui e di cuilui solo sembra udire la voce. Il devotofraticello non vuole che la piccola tazzacon la sacra immagine resti in terra,

esposta al rischio d'essere calpestata emagari frantumata dagli zoccoli deglianimali e magari dalle ruote dei carri. Ladepone delicatamente su una giovanequerciola, una breve preghiera e via perla sua strada. Una sistemazione precariache non può durare. Difatti la tazzacade ancora e forse anche più volte,finché un giorno un merciaro diCasalina, di nome Christofono, non lafissa solidamente alla quercia. Avvennepoi che nel marzo del 1657 la moglie diChristofono, si ammalò gravementefino a ridursi in fin di vita. Il pover'uo-mo, giunto davanti alla quercia e all'im-magine di Maria che lui stesso aveva fis-sato all'albero, levò alla Madre di Diouna preghiera per la guarigione dellamoglie. Alla sera, tornato a casa dallafiera, la trovò perfettamente guarita eintenta ai lavori domestici 'che scopavala casa'. La notizia del miracolo si diffu-se in un baleno. Incominciò subito ilpellegrinaggio alla Quercia del Bagno, euna piccolissima cappella fu costruita inpochissimo tempo a racchiudere laQuercia e l'Immagine, tanto che l'auto-rità ecclesiastica si trovò costretta ainterdire l'accesso alla medesima.Venne realizzata subito una cappellinache ben presto si dimostrò subito insuf-ficiente e nel 1687 era già nuova una

OntheRoadin breve

Testo e foto diPier Francesco Gasperi

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TURISMO all’aria aperta 77

chiesetta più grande, corrispondente,nella pianta, all'attuale. Fin dall'inizio,la devozione alla Madonna dellaQuercia, o del Bagno, amò esprimersinella forma d'arte più connaturale allacultura del luogo: la ceramica. Ora ilSantuario conserva, murato alle pareti,un patrimonio di circa 700 formellevotive, tutte in ceramica, che ricopronoun arco di tempo di 350 anni: un capi-tale iconografico di prim'ordine, dalpunto di vista antropologico, per laricostruzione dei tessuti sociali, cultura-li, ambientalistici e, sia pure in misuraridotta, anche linguistici di questaminuscola parte della media valle delTevere. La tradizione del dono dellemattonelle rimase vivissima attraversotutta la seconda metà del '600 e tuttoil '700, per subire una strana eclissilungo tutto il sec.XIX. La devozioneebbe però una vigorosa ripresa nelsecolo appena trascorso, specialmentedopo il primo conflitto mondiale.Particolarmente ricca e interessante èstata la produzione dei nuovi esemplaridopo la riapertura del Santuario nel1987, dopo la più lunga e triste setti-mana di anni, i sette anni di chiusuraconseguente al rovinoso furto di exvoto, perpetrato nel settembre del1980. Delle tante mattonelle rubate ospezzate, quasi una metà sono stateritrovate, grazie all'impegno dei nucleioperativi delle diverse Forze dell'Ordinecui va tutta la nostra gratitudine.

Come arrivare

Chi proviene da Terni deve dirgersi indirezione Perugia utilizzando la super-strada E45, fino all'uscità "Casalina"(dopo Ripabianca), svoltare prima adestra e poi a sinistra. Chi proviene daPerugia deve dirgersi in direzione Terniutilizzando la superstrada E45, finoall'uscita "Casalina" (dopo Deruta), esvoltare quasi subito a destra, seguen-do le indicazioni.

Orario d’apertura: Mattino 8:00 - 12:30Pomeriggio 14:30 - 18:30

Santuario Madonna del BagnoVocabolo Madonna del Bagno 06051Casalina - Deruta PerugiaTel. 075 973455 e-mail: [email protected]: www.madonnadelbagno.it

OntheRoad in breve

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78 TURISMO all’aria aperta

Benessere

N ove centri termali in poco piùdi 3800 chilometri quadrati,raggruppati in 7 comuni: una

densità che è valsa alla provincia diSiena la definizione di “terra d’acqua”,quasi “galleggiante” su un’immensafalda termaleUn insieme di realtà che, in alcuni casi,vantano un’attività dalle radici antiche,oggi chiaramente potenziate conattrezzature all’avanguardia, in struttu-re architettonicamente molto belle eperfettamente inserite nel contestonaturale, dove sgorgano le sorgenti.Sono acque da bere, acque per immer-gersi, acque da respirare, da inalare, dafar maturare nei fanghi curativi.Al tempo stesso, tutte le strutture ter-mali, essendo situate in centri medio-piccoli, offrono la tranquillità necessa-ria al recupero dei ritmi psicofisici idea-li.Tante le strutture che compongonoquesto splendido mosaico. Impossibileelencarle tutte.

A Chianciano Terme, nelle bellissimearchitetture disegnate da Pier LuigiNervi, una serie di percorsi in grado dirisvegliare, stimolare, coinvolgere i cin-que sensi attraverso i cinque elementifondamentali della tradizione ayurvedi-ca: etere, aria, fuoco, terra e, natural-mente, acqua e tutti i trattamenti perla cura idropinica del fegato e dell’ap-parato gastroenterico. Le Terme di Bagno Vignoni, nel comu-ne di San Quirico d’Orcia, sono inseritein un paesaggio che è un unicum, conla grande vasca nella piazza del paese. Rapolano Terme ha i colori cangiantidei boschi e delle cave di travertino, inmezzo ai quali sorge l’impianto origi-nale delle Terme Antica Querciolaia,che risale alla metà del 1800: qui trat-tamenti innovativi si avvalgono di unsistema di piscine coperte e scoperte –con acqua a temperature molto diver-se - che le rende fruibili tutto l’anno.Le Terme San Filippo a Castiglioned'Orcia sono raggiungibili tramite un

Terre di Siena: terre di terme, terre di acque

Il Sistema Termale Senese

TOSCANA

Rubrica a cura di Franca Dell’Arciprete Scotti

Chianciano Terme

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TURISMO all’aria aperta 79

sentiero che attraversa una serie diruscelli termali fumanti: nell'ampiavasca ad altezza degradante, comple-tata da cascatelle di calda acqua ter-male, si può godere un rigenerante ebenefico idromassaggio naturale. Alle Terme di Petriolo, nel comune diMonticano, si andava con un viaggiodispendioso e molto impegnativo, seagli inizi del 1300 Folgore da SanGimignano consigliava di incamminarsicon “… trenta muli carichi di moneta”.Oggi queste Terme – pur mostrandosiancora protette da mura difensive,vista la loro preziosità - si aprono a tutticoloro che vogliono stare bene. Le Terme di Montepulciano, una socie-tà relativamente giovane, grazie a scel-te innovative, sono diventate un polotermale d’eccellenza, in cui si dà parti-colare attenzione alla Medicina Anti-Ageing, che integra diverse disciplineallo scopo di prevenire lo sviluppo dimalattie e di rallentare il processo diinvecchiamento.L’ultimo gioiello del Sistema TermaleSenese è il Centro Termale Fonteverde,nel comune di San Casciano dei Bagni,piccolo borgo medievale, graziosissimoe curato. La descrizione migliore dellecaratteristiche di queste terme, cherisalgono a tempi antichissimi, è quellafatta lapidariamente da una nota rivi-sta americana: “le terme più belle delmondo”. Qui sgorgano 42 sorgenti, atemperature diverse, in un contestonaturale di una bellezza mozzafiato. Laparte termale, bellissima anche graziealla presenza di un portico mediceo del1600, fatto edificare dal GranducaFerdinando di Toscana, è corredata dalFonteverde Tuscan Resort & Spa, chenel 2008 ha conquistato il premio diMigliore Spa Europea. Il rinnovamentotermale qui ha sviluppato il concetto di“Medical Spa”, che affianca alle tera-pie tradizionali aree di medicina esteti-ca e trattamenti orientali, reinventandoal tempo stesso i trattamenti della cul-tura mediterranea. In questa otticasono a disposizione circuiti idroterapiciin acqua termale, terapie inalatorie,massaggi, diverse tipologie di tecnicheenergetiche o l’innovativa terapiaarmonica, ispirata ai principi dellamusicoterapia.

Info:www.termebenessere.terresiena.it,www.termechianciano.it, www.fonteverdespa.com

Benessere

Bagno Vignoni

Fonteverde, Bioaquam

Montepulciano, grotta salina

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80 TURISMO all’aria aperta

Prossimi appuntamenti

ARDEAAUTUNNO ALLA LANDRIANA

I n località Tor San Lorenzo di Ardea, a poca distanza daRoma, dal 5 al 7 ottobre si rinnova l’appuntamento

“Autunno alla Landriana”, mostra mercato di giardinaggiodi qualità in versione autunnale.Nella lussureggiante cornice dei giardini della Landriana,che in questa stagione assumono colorazioni calde e inten-se dal bronzo al dorato, sul verde prato antistante la villa, sisvolgono tre giornate di esposizione dedicate al mondo delflorovivaismo: rose derivanti da nuovi incroci e rose antiche,peonie maestose, gerani coloratissimi, piante a cespuglio,da bordura, tappezzanti, aromatiche, esotiche, carnivore,acquatiche, alberi da frutto, orchidee di innumerevoli formee sfumature, peperoncini piccanti e colorati, sementi,attrezzi da giardinaggio, arredamento per terrazzi e giardi-ni, prodotti biologici e naturali sia alimentari che cosmetici,erboristeria.Provenienti dall’Italia e dall’estro, i vivaisti espongono lepiante ed essenze arboree più rappresentative della stagio-ne autunnale per fioritura e colorazione assunta dal foglia-me.Durante la manifestazione è possibile visitare i giardini conle guide che ne descrivono l’origine e le specie botaniche. I giardini si articolano su un’estensione di 10 ettari, proget-tati negli anni Sessanta dall’architetto paesaggista RussellPage che li suddivise in “stanze”, ognuna contenente unadeterminata caratteristica botanica, onde conferire all’am-biente una struttura ben definita che consentisse di rag-gruppare le centinaia di varietà da tempo introdotte dallaproprietaria, marchesa Lavinia Taverna.Il giardino assunse così una connotazione geometrica deli-mitata da siepi e vialetti e venne creato un lago artificiale.Le stanze tematiche giocano sugli accostamenti di forme,fogliame, tinte delicate e non sgargianti, simmetrie di pienie vuoti, ospitando oltre 3000 essenze.Dalla metà degli anni Novanta il grande prato contornatodal “giardino grigio” e dal “prato blu” è stato destinato alpubblico delle mostre.

Tania Turnaturi

Giardini della Landriana - Via Campo di Carne, 51 – 00040Tor San Lorenzo – Ardea (RM) - Mostra aperta dalle ore 10alle ore 18 - Biglietto euro 6,00 per la mostra - euro 10,00compresa la visita ai giardini

ITALIAIX GIORNATA NAZIONALEDEL TREKKING URBANO

P er chi, anche dopo le vacanze, non vuole rinunciare amomenti di attività fisica, senza dover scegliere la

montagna, arriva un evento che abbina lo sport alla scoper-ta degli angoli più suggestivi dei centri storici italiani: ilTrekking Urbano. Il tradizionale appuntamento autunnalecon la Giornata Nazionale dedicata al turismo sostenibiletorna sabato 27 ottobre in oltre trenta città italiane, chehanno aderito alla IX edizione intitolata “Storie comuni diuomini e donne non comuni”. I Comuni che, oltre a Siena,sperimenteranno la formula autunnale del Trekking urbanosono: Amelia, Ancona, Arezzo, Ascoli Piceno, Avellino, Bari,Biella, Bologna, Brescia, Cagliari, Chieti, Cosenza, Fermo,Foggia, Forlì, Mantova, Massa, Napoli, Oristano, Padova,Pavia, Perugia, Pisa, Pistoia, Rieti, Roma, Salerno, Spoleto,Tempio Pausania, Trento, Treviso, Urbino e Venezia.Un’esperienza di viaggio sulle tracce dei tanti personaggi,reali o leggendari, che magari non trovano spazio nei libridi storia ma che hanno dato un significativo contributo allavita della comunità, per riscoprire le proprie radici e a pro-muovere il peculiare vissuto del territorio.La nuova frontiera del turismo sportivo in città. Il TrekkingUrbano è uno sport dolce, adatto a tutte le età. Gli itinera-ri sono differenziati per lunghezza e per difficoltà, quindipossono essere percorsi sia da persone allenate che da trek-ker meno esperti. Il Trekking Urbano non richiede un parti-colare allenamento preventivo ed è ideale per essere prati-cato insieme da tutta la famiglia. Per informazioni sulla Giornata Nazionale del TrekkingUrbano è possibile contattare il Servizio promozione turisti-ca e sviluppo economico del Comune di Siena al numero0577 - 292128 oppure inviare un’e-mail all’indirizzo diposta elettronica [email protected]. Per conoscere escaricare gli itinerari e i percorsi, proposti dalle trenta cittàper sabato 27 ottobre è possibile consultare il sitowww.trekkingurbano.info o seguire la pagina Facebookwww.facebook.com/trekkingurbano.

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S esto compleanno per l'evento organizzato dall’OasiWWF Giardino Botanico di Oropa che celebra l’autun-

no sul territorio biellese, con visite guidate effettuate grazieall’aiuto di esperte guide naturalistiche. In questo periodo ilSantuario di Oropa promuoverà un’iniziativa per invitarealla visita del proprio territorio (il Sacro Monte di Oropa èPatrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO e RiservaRegionale) che prevede tariffe particolarmente vantaggioseper il soggiorno, menù tipici ed un nutrito programma diattività culturali ed escursionistiche realizzate in collabora-zione con il Giardino Botanico di Oropa.(Info: www.santuariodioropa.it).PROGRAMMASabato 13 ottobre 2012 Ore 10,30-Riserva Spec. SacroMonte di Oropa (Ritrovo ingresso Giardino Botanico diOropa) L'autunno nel Giardino Visita guidata gratuita Ore13,00 Santuario di Oropa (Ritrovo Erboristeria delSantuario) (Degustazione a pagamento, prenotazioneobbligatoria: 015 2523058)Domenica 21 ottobre 2012 Oasi Zegna (Fraz. Castagnea,Comune di Portula) Festa di Castagnea e delle sue casta-gne, mercatino e degustazioni speciali nella tipica frazionedi Portula. Ore 10,45 Passeggiamo imparando nel boscoper adulti e bambini con esperte guide naturalistiche(Prenotazioni: Agriturismo Oro di Berta 015 756501)Domenica 28 ottobre 2012 Ore 10,00-Ris. Nat. ParcoBurcina "F. Piacenza" (Ritrovo area ingresso di Pollone)Visita guidata gratuita ai colori della BurcinaDomenica 4 novembre 2012 Ore 10,00–Riserva NaturaleSpeciale della Bessa (Ritrovo Centro Visite della Riserva aVermogno) Visita guidata gratuitaDomenica 11 novembre 2012 Ore 10,00-Riserva Naturaledelle Baragge (Ritrovo Centro Visite della Riserva aCastellengo) Visita guidata gratuitaAltre informazioni: Giardino Botanico di Oropa tel/fax 0152523058 - 331 1025960 WEB: www.gboropa.it - mail:[email protected]

Prossimi appuntamenti

TURISMO all’aria aperta 81

C onto alla rovescia per TTG Incontri-TTI, principale fiera delturismo in Italia, in programma dal 18 al 20 ottobre.

Molte le imprese, a livello nazionale ed internazionale, chehanno già fatto una chiara scelta di campo e scelgono di inve-stire nella fiera come unico evento di promozione nel nostroPaese in ambito trade, che garantisce un alto ritorno di busi-ness: con oltre 48.000 presenze di operatori turistici nella pas-sata edizione, TTG Incontri raccoglie la più alta concentrazionedi agenti di viaggi da tutta Italia ed è quindi il momento idea-le per presentare la propria offerta ed intercettare in pocotempo tutta la rete distributiva italiana. TTG Incontri è ancheun ricco e innovativo bacino di contenuti, che integrano ecompletano l’offerta espositiva agli stand: un vero e proprioplus sempre più apprezzato da visitatori ed espositori, chedichiarano di visitare la fiera anche per partecipare ai seminariTTG Forum e ai laboratori in aula firmati TTG Lab. La più ampia offerta mondiale al servizio della domandaGiunta alla 49° edizione, TTG Incontri si presenta con un’offer-ta sempre più completa e variegata dal carattere spiccatamen-te internazionale. Tra le molte riconferme e new entry sul fron-te delle destinazioni del Mondo si segnalano gli Stati Uniti (cuiquest’anno è dedicato un intero padiglione), Brasile, CaribbeanTourism Organisation, Czechtourism, Destination Quebec, Entedel Turismo Egiziano, Maldive, Panama, Turchia. CorporaciónSalvadoreña de Turismo, Israele, Mozambico, Cipro, Oman,Austria e Ungheria. TTG Incontri si conferma, inoltre, comepunto di riferimento in Italia anche per il settore tecnologico einnovativo, con la più alta rappresentanza di aziende specializ-zate in IT: oltre 50 le aziende che si occupano di tecnologia, tracui l’internazionale Orbitz, azienda leader nel mondo per i viag-gi online. Sul fronte dei trasporti si affaccia il low cost con ildebutto di EasyJet che, con la sua partecipazione in fiera, puntaal mercato italiano, dove ha recentemente introdotto nuoverotte per potenziare e ampliare la sua offerta. Il workshop per promuovere il Bel Paese all’estero. Unevento fortemente operativo - tre giorni pieni dedicati al busi-ness - e una piazza di contrattazione sia per i viaggi degliItaliani all’estero, che per le vacanze degli stranieri in Italia. Incontemporanea con TTG Incontri, infatti, si svolge TTI, il piùimportante workshop per la commercializzazione dell’Italia,che ospita ogni anno 600 buyer internazionali, tour operator eagenzie di viaggi provenienti da circa 60 Paesi, interessati adacquistare e programmare l’Italia. La domanda potrà intercet-tare un’offerta altamente qualificata, rappresentata soprattut-to da Regioni, Istituzioni e aziende ricettive, e organizzare almeglio la propria partecipazione in fiera, grazie al collaudatosistema dell’agenda online. Tutti elementi che consacrano TTIunico workshop per acquistare e vendere l’Italia.Fitto e articolato anche quest’anno il programma TTG Lab chepropone una cinquantina di titoli in calendario, declinati comedi consueto in base a filoni di interesse (marketing, web mar-keting, comunicazione, gestione di impresa, legislazione turi-stica). Le lezioni in aula avranno la durata di un’ora e mezza,mezz’ora in più rispetto alle passate edizioni, per garantire unaformazione ancora più approfondita, pur mantenendo un for-mat snello e veloce che ben si adatta agli impegni degli opera-tori in fiera.

RIMINITTG INCONTRI

TERRITORIO BIELLESEFOLIAGE 2012

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Prossimi appuntamenti

82 TURISMO all’aria aperta

BOLSENA: VISITUSCIA

L a manifestazione, che si svolgeràdal 6 al 8 ottobre 2012 a Bolsena,

è promossa dal CAT (Centro AssistenzaTecnica Sviluppo Imprese di Viterbo) conil patrocinio ed il contributo dellaProvincia di Viterbo, della Camera diCommercio di Viterbo e dellaPresidenza del Consiglio Regionale delLazio, il patrocinio dell’Enit-Agenzia e lacollaborazione delle principaliAssociazioni di Categoria( A s s o t r a v e l / C o n f i n d u s t r i a ,Assoviaggi/Confesercenti eFiavet/Confturismo).“Lo scorso anno, con “Visituscia in Tour- Itinerari nella Tuscia sulle strade del-l'enogastronomia” avevamo introdotto,a titolo sperimentale, una novità che haavuto un grande successo, ha dichiara-to il responsabile Marketing del proget-to, Vincenzo Peparello. Dopo questapositiva esperienza abbiamo compresoche non ci si può accontentare di ripe-tersi, ma occorre rinnovarsi, trovandoogni anno prodotti nuovi per poter atti-rare la curiosità del visitatore. E' perquesto motivo che quest'anno abbiamoritenuto che potesse essere il prodottosport a rappresentare la novità di questanuova edizione di VisiTuscia. Una novitàche trova efficaci riscontri nella retedelle Ippovie e dei 36 centri ippici pre-senti nella provincia, all'attenzione riser-vata alla Vela, praticabile sia sul lago diVico che quello di Bolsena, all'aperturadi nuovi campi da Golf e all'individua-zione di nuovi sentieri per il Trekking”.Sport minori, come si vede, ma che pos-sono rappresentare occasione privilegia-ta per la diffusione del turismo nelnostro territorio”. Nella conferenza stampa di presentazio-ne, avvenuta a Roma il 20 settembrescorso, il direttore ff dell’Enit MarcoBruschini ha affermato che “La capacitàdi saper applicare una strategia di mar-keting turistico territoriale, cheavvicini i singoli prodotti dell’offertaregionale alle esigenze dei mercati inter-nazionali, è stata la forza che finora hadecretato il successo della Borsa dedica-ta al territorio viterbese, che può vanta-re un versatile carnet di destinazioni”. ,ha continuato Bruschini “L’inserimentonel catalogo d’offerta di un prodottonuovo, come l’attività sportiva amato-riale, è una risposta intelligente ad un

trend che negli ultimi anni registranumeri in costante ascesa per quantoriguarda l’indice di gradimento da partedegli ospiti stranieri”. L'attenzione e l'interesse che la manife-stazione ha saputo suscitare nelle prece-denti occasioni è stata sottolineataanche da Francesco Monzillo,Segretario Generale della Camera diCommercio di Viterbo secondo cui “laformula del workshop sul territorio pro-posta dal Visituscia offre ai buyer la pos-sibilità di conoscere il territorio e le suepeculiarità, al tempo stesso agevola glioperatori turistici della provincia diViterbo nella promozione delle lorostrutture riducendo tempi e costi. Motiviquesti sufficienti per continuare a soste-nere questa iniziativa che ha saputo cre-scere nel corso degli anni, divenendo unappuntamento particolarmente seguitoanche dai giornalisti del settore”. Per la Provincia di Viterbo è intervenutoil Dirigente del Settore Turismo, LuigiCelestini, secondo il quale “Visitusciarappresenta una felice intuizione per lapromozione turistica del nostro territo-rio, ma anche un esempio di ottima eprolifica collaborazione tra enti pubblicie associazioni di categoria Credo chefar incontrare la domanda e l’offerta siail modo migliore per valorizzare lenostre bellezze e per incentivare turisti eoperatori a visitare e a investire nelViterbese. La Provincia è da sempre vici-na a questa realtà e non farà mancare ilproprio sostegno

a questa manifestazione che si è impo-sta nel tempo come la massima espres-sione per la promozione del territorio”.La manifestazione, che è itinerante,ritorna a Bolsena dove si svolse la primaedizione nel 2007. e ritorna alla vigiliadi un evento straordinario per la città. Ilprossimo anno, infatti si celebrerà il750° anniversario del miracolo eucaristi-co.”Si tratterà, ha affermato l'Assessoreal turismo della città lacuale, RobertoBasili, di un Giubileo straordinario chesi terrà, con l’apertura della porta santadelle basiliche di Orvieto e di Bolsena, agennaio del prossimo anno, e che, pre-sumibilmente, richiamerà una granquantità di turisti facendo della nostracittà il centro del turismo religioso inter-nazionale” Il programma di VisiTuscia si articola sutre giorni e prevede per lunedì 8 ottobreun Workshop, che si terrà presso l'HotelLido di Bolsena (VT), fra gli operatoriviterbesi dell’offerta e quelli delladomanda provenienti da una decina diregioni italiane e, com’è ormai consue-tudine, anche dall'estero. I mercato pre-senti saranno come al solito quelli delNord e dell'Est Europa, mentre ilMessico sarà il paese ospite. Sono previ-sti anche un Educational Tour, riservatoagli operatori partecipanti al workshop,e un Press Tour riservato ai giornalistidella stampa nazionale presentiall’evento.

La manifestazione si terrà a Bolsena dal 6 al 9 ottobreL'attenzione di quest'anno sarà per lo sport. Vela, Ippoturismo, Trekking e Golf

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Giuseppe Rivalta e Carla FerraresiDALLA TERRA DEL FUOCO ALL’ALASKA IN CAMPER 4X4

Q uesta Spedizione ha percorso circa 70.000 chilometri con due camper fuori-strada, attraversando tutte le latitudini, i climi e gli ambienti, restando per

molto tempo ad oltre 4000 metri d’altezza. I risultati ottenuti sono stati elaboratie trascritti in questo libro che non vuole essere soltanto un semplice racconto diviaggio, ma vuole offrire numerosissimi approfondimenti culturali (219 schede). Il tutto si dipana lungo il fantastico percorso di quello che è considerato il conti-nente più esteso del pianeta, dalla Patagonia alle immense foreste dell'Alaska,arricchito da oltre 630 fotografie, tutte a colori, degli autori. Tra gli elementi por-tanti di questa Spedizione vi sono stati gli altipiani andini, con i loro sconfinati edisabitati salar, i numerosi siti archeologici avvolti ancora da fitti misteri riguardo laloro vera origine, le innumerevoli aree protette, dove l'incredibile biodiversità,esplode in tutte la sua bellezza, segno evidente dell'estrema vitalità della nostraTerra (nonostante I'Uomo). Non son mancati i siti in cui sono stati scoperti i gran-di Dinosauri del Mesozoico. Costanti sono stati gli incontri con comunità di origi-ne italiana, migrate laggiù in epoche ormai lontane. Importanti i contatti con leetnie originali spesso in difficoltà. Non ostante si abbiano alle spalle numerosi viag-gi in altre parti del mondo (tra cui l’immenso Sahara) per noi, questo, è conside-rato il viaggio della vita per le sensazioni, i ricordi e le esperienze fatte spesso uni-che, che ci hanno riempito l’anima. Un anno e mezzo di full immersion “AllaRiscoperta del Continente Americano” .Il libro è ricco di approfondimenti che integrano il racconto del viaggio, tutto com-pletato da foto a colori. Prezzo: euro 18,00Per ordinazioni : e-mail [email protected] - cell +39 3388718213

Novità Editoriali

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TURISMO all’aria aperta 85

L’opinione di... Beppe Tassone

Il turismo,una risorsa per il nostro futuro

S econdo i versi di un cantoNavajo: "Tutto quello che haivisto ricordalo, perchè tutto

quello che dimentichi ritorna a volarenel vento". Sembra incredibile parlare e ragionaresul passato, proprio nel bel mezzo diuna rivoluzione che sta cambiandoprofondamente il nostro presente.I giorni che stiamo vivendo sono moltosimili, per le trasformazioni che stannoapportando, a una guerra, per fortunasenza morti sul campo, ma con tanteferite nell’animo delle persone.Il turismo vive con ansia, ma anchecon responsabilità questi momenti:interrogarsi sul da fare costituisce unelemento importante per creare solidebasi per un futuro nel quale stabilità eripresa potranno convivere assiemecon valori di rispetto delle persone edell’ambiente in cui vivono.Per troppi anni questo rispetto è venu-to meno: spesso abbiamo sostenutol’importanza del territorio per gover-nare crescita, economia e solidità.Per troppi anni il territorio, intesocome sistema complesso che regolarapporti economici, produttivi edanche la vita delle persone, è statosacrificato senza che si portassero acasa dei risultati.Ora, in una situazione di post indu-strializzazione, alcuni elementi maitroppo incoraggiati quali sono l’agri-coltura di qualità, l’artigianato e il turi-smo possono costituire, soprattuttoper l’Italia, la base sulla quale fondarela ripresa.Costituiscono, questi tre elementi, un“sistema” in grado di far ruotareattorno a se un intero territorio, divalorizzarlo e di renderlo “aperto”verso nuovi flussi di persone.Le “aree chiuse”, quelle caratterizzateda una monocultura, rischiano ormaidi venire marginalizzate, morendoassieme con un territorio che hannocontribuito a degradare anche dimolto. In Italia di esempi se ne conta-no a bizzeffe e quanto è successo lascorsa estate a Taranto ne è una delleriprove.Partire, invece, da un territorio reso

pienamente fruibile vuol dire aprirenuove strade, coniugare la “memoriadei luoghi” con l’inventiva, la crescita,la modernizzazione, offrendo anchenuovi spunti lavoratovi.Insomma una sorta di “nouvelle cousi-ne” che unisca le tradizioni con laricerca, che sappia partire da un passa-to ricco, interessante e ancora appeti-toso per aggiungere elementi di novi-tà e di richiamo.Uno sforzo al quale debbono esserechiamati in tanti a collaborare, a parti-re dalle amministrazioni locali chedebbono saper svolgere fino in fondoun ruolo d’impulso ed anche di recu-pero e il controllo delle aree nelle qualioperano: Stato e antistato, per esserechiari, in un progetto come questonon possono convivere, la lotta allacriminalità e quella all’evasione fiscalecostituiscono elementi fondanti per

attirare interesse e flussi di popolazio-ne.Il turismo è in grado di svolgere questoessenziale ruolo, a patto che possa svi-luppare a pieno le proprie potenzialitàche non si esauriscono nel chiuso displendidi hotel o di suggestivi villaggivacanza, ma spaziano nel territorio“vero” costituito da vie, da piazzenelle quali deve essere non solo piace-vole, ma anche sicuro, aggirarsi emuoversi.Una scommessa importante alla qualeoccorre credere dedicando ogni sfor-zo: il territorio, oggi più che mai, rap-presenta la sfida decisiva per il futuronostro e delle nuove generazioni.Martin Luther King sosteneva che "Citroviamo ora di fronte al fatto chedomani è già oggi...": un’affermazio-ne quanto mai attuale che mi sento disottoscrivere.

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F inalmente a Romaaperta la rassegna su

Johannes Vermeer, massi-mo esponente della pitturaolandese del XVII secolo enon rappresentato nelle col-lezioni italiane. La mostradelle Scuderie del Quirinalea cura di Arthur K.Wheelock Jr. presentaun’accurata selezione diotto opere dell’artista –rarissime e distribuite neimusei di tutto il mondo - eall’incirca cinquanta operedei pittori olandesi suoicontemporanei. Dal 27 set-tembre al 20 gennaio 2013il visitatore può non solofamiliarizzare con questogenio artistico morto nel1675, dalla vita ancora oggiavvolta dal mistero a comin-ciare dalla sua data di nasci-ta non ancora del tutto pre-cisata (forse 1632?), maanche comprendere comel’opera del maestro di Delftsi sia rapportata con gli altriartisti attivi nella sua cittànatale e nei vicini centri difermento culturale qualiAmsterdam, Haarlem eLeida. Oltre ai capolavori diVermeer , come LaStradina, oggi adAmsterdam, la mostraespone opere di CarelFabritius, il suo riconosciutomaestro, insieme ad artisticelebrati a suo tempo maforse oggi da noi menoconosciuti tra cui Gerard terBorch, Gerrit Dou, NicolaesMaes, Gabriël Metsu, Fransvan Mieris, Jacob Ochtervelte Jan Steen e tanti altri pit-tori raffinati e sorprendenti. Il carattere specifico deiquadri del maestro e deisuoi contemporanei riflettela cultura medio-borghesedell’Olanda del XVII secolo.I temi casalinghi e il fortesenso di realismo caratteri-stico del loro stile, affascina-vano i collezionisti privatidell’epoca, per lo più mer-

canti, panettieri, birrai, cheesponevano i quadri nelleloro abitazioni chiedendosempre nuovi soggetti.

Nello stesso periodo inItalia, al contrario, grandicommittenze istituzionali,come la Chiesa e le cortiprincipesche, richiedevanoforme d’arte pubblica e digrande formato, moltodiverse dalla pittura intimae ricca di sfumature diVermeer che affrontava perlo più temi incentrati sul pri-vato: la famiglia, i gesti e imomenti della vita quoti-diana, la lettura e la scrittu-ra (soprattutto la corrispon-denza privata), il corteggia-mento, la musica e lo studiodella scienza, e poi le vedu-te della città, gli squarci diun mondo silente e opero-so, luminosi di ironia e diassorta tenerezza.

Informazioni utiliRoma- Scuderie delQuirinaleCosto del biglietto: interoeuro 16,50 –ridotto euro14,00Sito internet: www.scude-riequirinale.itInfo e prenotazioni:06.39967500 - scuole06.39967200Durata: 27 settembre – 20gennaio 2013Catalogo: Skira

S comparso nel nulla peroltre due secoli, fino a

quando nel luglio del 2007in un mercatino di antiqua-riato di Londra riapparve lospartito autografo di La fugain maschera, con la bellafirma nel frontespizio diGaspare Spontini, composi-tore marchigiano di Maiolati.L’opera fu rappresentata nel1800 un’unica volta al TeatroNuovo sopra Toledo aNapoli, per la stagione delcarnevale di quell’anno. Dopo 212 anni La fuga inmaschera è stata messa inscena di recente in primaassoluta in epoca modernain un nuovo allestimento conla revisione critica diFederico Agostinelli dallaFondazione PergolesiSpontini, in coproduzionecon il San Carlo di Napoli, alPergolesi di Jesi. Per tutta lastagione lirica 2012 (5 otto-bre – 23 novembre), il pub-blico può vedere lo spartitoautografo del grande com-positore maiolatese espostonelle sale della Biblioteca delteatro.E’ arrivato a noi in ottimecondizioni, attraverso manisicure, esperte e sapienti. Ilmanoscritto non ha nessuncedimento di scrittura e lenote sono tutte armoniosa-mente allocate fra spazi erighi senza alcuna impreci-sione, per nulla macchiatosia dall’inchiostro che dall’in-giallimento del tempo tra-scorso.Una riacquisizione pregevoleche arricchisce la Bibliotecapergolesiana jesina, la storio-grafia e i documenti intornoa questo grande musicistache seppe far girare intornoa sé il mondo con la suamusica apprezzata anche daWagner.Gaspare Spontini nacque aMaiolati (oggi denominataMaiolati Spontini) il 14novembre del 1774. Di umilefamiglia, ebbe una prima

educazione musicale a Jesi. Nel 1793 entrò alConservatorio della Pietà deiTurchini a Napoli. Nel 1796,su incarico del direttore delTeatro della Pallacorda diFirenze, compose il suoprimo lavoro teatrale, “Lipuntigli delle donne“. Negli anni successivi scrisseparecchie opere per i teatri diNapoli (fra le quali nel 1800l’opera in questione),Venezia e Firenze, finché sitrasferì in Francia protetto daNapoleone. Dopo la caduta delBuonaparte, ritrovatosi ingravi ristrettezze economi-che, si trasferì a Berlino allacorte di Federico GuglielmoIII di Prussia. Ormai avanti con gli anni siritirò definitivamente aMaiolati dove ebbe ancoramodo di manifestare la suagenerosità erigendo unOspizio e un Monte di Pietà:vi morì il 24 gennaio del1851. Le spoglie del grande musici-sta e compositore italianoriposano oggi nel paesenatale, nella Cappelladell'Ospizio da lui creato.

Informazioni utili:Fondazione PergolesiSpontini tel. 0731.202944 www.fondazionepergolesi-spontini.com Biglietteria Teatro Pergolesitel. 0731-206888

86 TURISMO all’aria aperta

ROMA. SCUDERIE DEL QUIRINALE

di Guerrino MatteiEventi e mostre

JESI

GASPARE SPONTINI.Spartito autografo ritrovato a Londra

Spartito la fuga in mascheraRagazza col cappello rosso

JOHANNES VERMEER “Il secolo d’oro dell’arte olandese”

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L’ importante opera gio-vanile del grande mae-

stro della pittura veneta,quasi certamente commissio-nata da Andrea Loredan per ilsuo palazzo in Canal Grande,oggi Vendramin Calergi,giunse nel 1768 in Russiaacquistato da Caterina LaGrande per la sua collezzione.Dopo 250 anni ed un accura-to restauro durato circa 12anni, “La Fuga in Egitto”,opera considerata il primocapolavoro di Tiziano, è usci-ta per la prima volta dallaRussia per essere presentataalla National Gallery diLondra. Grazie al protocollodi intesa siglato lo scorsoanno tra la Città di Venezia, laFondazione Musei Civici ed ilMuseo Statale Ermitage ed irapporti di scambi culturaliinstaurati con laSoprintendenza per ilPatrimonio storico, artistico -Polo museale di Venezia, laNational Gallery di Londra edi Comuni della Gronda lagu-nare, ha fatto tappa proprio aVenezia prima di rientraredefinitivamente in Russia dadove non potrà più allonta-narsi. Ad inaugurare l’impor-tante evento organizzato alleGallerie dell’Accademia, iMinistri Lorenzo Ornaghi(Beni Culturali) e Anna MariaCancellieri (Interni), accompa-gnati dalle massime autoritàcittadine, dai dirigentidell’Ermitage, dall’immanca-bile critico Vittorio Sgarbi eda un folto pubblico a sottoli-neare l’importanza dell’operadi Tiziano, realizzata nel for-mato originale del tradiziona-le “telero” (206 x 336 cm.). Questa preziosissima mostraprodotta da VeneziaAccademia e VillaggioGlobale International, hacome elemento catalizzatorel’opera di Tiziano affiancatada una ventina di opere deigrandi maestri veneti che, trala fine del Quattrocento e gliinizi del Cinquecento, hannocontribuito ad innovare losguardo sulla natura: Bellini,Giorgione, Sebastiano dalPiombo, Lotto, e molti altri.Al centro dell’evento il gran-

de telero del diciottenneTiziano che aveva appenalasciato la bottega diGiovanni Bellini per quella diGiorgione; fanno quindi dacontorno in questa piccolamostra di altissimo profiloopere di Giovanni Bellini, diGiorgione, ivi inclusa la sua“Tempesta”, il “San Girolamonella Selva” del Lotto, diCima da Conegliano, diHeronimus Bosch, un sugge-stiva incisione di AlbrechtDurer di Norimberga ed infineun prestito eccezionale pertale occasione, “Il Presepe”riferito a Tiziano. Durante illungo restauro, attraverso leindagini riflettoscopiche nonè mancato il classico penti-mento da parte del grandemaestro: si è potuto rilevarequale soggetto iniziale deldipinto una Adorazione.E’ questa una vera, rara edirripetibile occasione che sipresenta alle Galleriedell’Accademia a Venezia,per poter ammirare il gran-dioso paesaggio, eccezionalese non unico non solo nelpanorama della pittura vene-ziana degli inizi del XVI seco-lo, ma di tutta la pittura italia-na del tempo e cogliere, gra-zie alle suggestioni ed ai con-fronti proposti dai curatoriGiuseppe Pavanello e IrinaArtemieva, l’elemento inno-vativo della visione paesaggi-stica di Tiziano, la sua naturae vita che diviene un tutt’unocon la figura umana graziealla pittura: colore, luce,ombra ed atmosfera.

Informazioni utiliGallerie dell’Accademia –Dorsoduro 1050 -Venezia(29 agosto - 2 dicembre;lunedì-venerdì 9.00–18.00,sabato 9.00–14.00; tel.0415200345 – www.gallerieac-cademia.org).

Eventi e mostre

TURISMO all’aria aperta 87

di Gianantonio Schiaffino

Due Ministri alle Gallerie dell’Accade-mia per “La Fuga in Egitto” di Tiziano

C on l’inaugurazione di“Le Stanze del Vetro”

ha avuto avvio un progettopluriennale promosso dallaFondazione Giorgio Cini e daPentagram Stiftung orienta-to alla valorizzazione delvetro veneziano delNovecento. Tale pregevoleiniziativa, tra le più ambizioseed impegnative che laFondazione abbia promossonei suoi oltre sessant’anni divita, non poteva che partirededicando la prima mostramonografica a Carlo Scarpa,architetto che, quale diretto-re artistico per la vetreriaVenini, dal 1932 al 1947 hadisegnato e progettato piùdi trecento opere. Oggettiaffascinanti, suddivisi in unatrentina di tipologie che sidifferenziano per la tecnicadi esecuzione e per tessutovitreo: vetri sommersi, murri-ne romane, vetri corrosi, vetria pennellate. Non mancanoprototipi e pezzi unici, alcunidei quali esposti per la primavolta e provenienti da colle-zioni private e musei di tuttoil mondo ma anche disegni,bozzetti originali, foto stori-che e documenti di archivio.All’interno del percorsoespositivo è stata allestitauna sala proiezioni per lavisione di due film documen-tari sul rapporto tra CarloScarpa e la vetreria Venini,uno di questi presenta leimmagini dei vetri di Scarpasulle note di una composizio-ne a lui dedicata dall’amiconel 1984, in memoria del-l’amico. Il secondo raccontainvece Scarpa e i suoi vetriattraverso la testimonianzadi chi l’ha conosciuto, i suoiex allievi e soprattutto il figlioTobia. Attraverso questidocumenti impariamo aconoscere un Carlo Scarpa,curioso e attento frequenta-tore della fornace dove spes-so rimane dopo l’orario dichiusura, dove stabilisce conil maestro vetraio Fei un rap-porto privilegiato che gli con-sente di sperimentare nuovetecniche manipolando lamateria, quasi un modernoartista-alchimista, con quei

risultati eccezionali che nellamostra sono sotto gli occhi ditutti. Questa interessantemostra, aperta gratuitamen-te al pubblico sino al 29novembre, offre l’occasionedi riflessione sul significato el’importanza dell’esperienzadel design nell’opera di CarloScarpa che al periodo mura-nese deve la sua vocazionesperimentale e artigiana epropone un interessanteconfronto tra l’attività diScarpa designer e quella diScarpa architetto. Pregevole l’iniziativa dellaFondazione Giorgio Cini didedicare un nuovo spazioespositivo orientato allo stu-dio ed alla esposizione delleforma moderne e contempo-ranee dell‘arte vetraria vene-ziana, restaurando unasuperficie di 650 mq., unavolta laboratori dell’IstitutoSalesiano, creando 9 gallerieindipendenti atte ad ospitareesibizioni temporanee. Ognianno verranno realizzate duemostre: la prima in primave-ra dedicata all'utilizzo delvetro negli ambiti dell'arte edel design del ventesimo eventunesimo secolo; laseconda durante l'estatededicata ai talenti che nelNovecento hanno disegnatoe progettato per la vetreriaVenini. La prossima esposi-zione, dal titolo “Fragile ?”verrà inaugurata ad aprile2013; concentrata nell'utiliz-zo del vetro nelle arti visivedel secolo scorso e di questoappena iniziato, metterà inmostra i lavori di alcuni deipiù interessanti artisti delpanorama contemporaneo.

Informazioni utiliFond.Cini – Isola San GiorgioMaggiore – Veneziawww.cini.it o www.lestan-zedelvetro.it)

LE STANZE DEL VETRO Carlo Scarpa e Venini 1932 - 1947

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Eventi e mostre

TURISMO all’aria aperta 89

Sviluppo nel segno di Palladio

L a città in ottobre offre occasioni imperdibi-li per una visita.

L’elenco, senza alcuna priorità, mette in eviden-za l’eccezionalità degli eventi di questo periodo.Si va dall’apertura della Basilica Palladiana,dopo i restauri durati 5 anni, con una mostrache farà epoca per l’assoluta qualità delle opereesposte, dal titolo: Raffaello verso Picasso.Storie di sguardi, volti e figure e l’apertura delPalladio Museum, dedicato al suo nume tutela-re, Andrea Palladio, a Palazzo Barbarano.Vicenza vuole farsi conoscere come una dellepiù belle città d’Italia, per la grandiosità dei suoimonumenti, la qualità della vita e l’intrapren-denza indispensabile per superare l’attualerecessione nazionale .Recuperare il monumento simbolo di Vicenza,la Basilica in Piazza dei Signori, non è stataun’impresa facile. Durante la seconda guerramondiale l’edificio venne colpito da una bombaincendiaria, in un bombardamento aereo ame-ricano sulla città (il “fuoco amico” degli alleaticostò più di 2000 vittime civili). Il risultato sul-l’edificio fu devastante, la famosa copertura acarena di nave in piombo si fuse, bruciando lastruttura lignea di sostegno. Nel dopoguerra sidette subito inizio ai lavori di recupero utilizzan-do nuove tecnologie come il cemento armato alposto del legno e il rame invece del piombo.Purtroppo l’alterazione degenerativa del ferrocol cemento aveva creato nel tempo una situa-zione di insicurezza, di qui l’esigenza di rifare iltetto, sostituendo gli archi di sostegno incemento con archi in legno lamellare, molto piùleggero e meno dilatabile, legno donato dalvicino Altopiano dei 7 Comuni. Inoltre, si èaggiunta l’esigenza di mettere tutto a normacon impianti all’avanguardia, compreso unpiano antisismico. Sotto il pavimento del salonedi 52 metri per 21, alto 25 metri, si è ricavatauna intercapedine per i condotti del riscalda-mento, raffreddamento, l’umidificazione e lachilometrica illuminazione. Nella sala la tempe-ratura sarà costante fino a 3-4 metri di altezza,telecamere e rivelatori sulle pareti e nel soffittoallerteranno in caso di pericolo. Tutto questo èfondamentale per l’uso dell’edificio, non piùluogo di incontro dove si riuniva il Consiglio dei400 per deliberare sulle questioni cittadine ma,soprattutto eventi culturali come quello relati-vo alle mostre d’arte. La Basilica è definita pal-ladiana perché nel 1500 venne chiesto adAndrea Palladio di ristrutturare la parte cadentedel Palazzo della Ragione con una nuova strut-tura di stampo rinascimentale che circonda emodifica il precedente edificio medievale. La ristrutturazione viene inaugurata in coinci-denza con la mostra curata da Marco Goldin,dove sarà possibile seguire un percorso storicoche parte da Raffaello verso la contemporanei-tà, vista attraverso le storie che emergono daglisguardi, dai volti e dalle figure dal Rinascimento

ad oggi.Passeggiando nel centro storico di Vicenza sirimane colpiti per la quantità di splendidi palaz-zi dall’architettura gotico-veneziana e rinasci-mentale, tanto che Corso Palladio, l’anticoDecumanus Maximus, attraversando la città,dal Teatro Olimpico a Piazza Castello, vienedefinito un museo all’aperto. Vicenza per 4 secoli (dal 1404) fece parte deiterritori dominati dalla Serenissima e in questoperiodo si era particolarmente arricchita colcommercio della seta e la coltivazione del gra-noturco. Una ricca nobiltà e grandi proprietariterrieri avevano deciso di distinguersi dall’ama-ta-odiata Venezia dando un volto nuovo allacittà attraverso la costruzione di palazzi cherecuperassero l’architettura classica con colon-ne, capitelli e decorazioni di stampo rinascimen-tale, abbandonando il raffinato ed elegantestile gotico-veneziano. L’artefice di questo cam-biamento fu Andrea Palladio (pseudonimo diAndrea di Pietro), nato a Padova nel 1508, cheper questa ricca committenza realizzò non solopalazzi nella città, ma anche splendide villenella campagna circostante.Fra questi palazzi vi è quello fatto costruire dallafamiglia Barbarano, oggi sede del nuovoPalladio Museum, fondamentale per conoscere- grazie anche alla multimedialità - la vita, leopere, i canoni costruttivi, che hanno influenza-to l’architettura europea e mondiale.Sempre di Andrea Palladio a Vicenza, il TeatroOlimpico, commissionatogli dall’AccademiaOlimpica. I lavori iniziarono nell’anno della suamorte e la realizzazione del suo progetto fuportata a termine da Vincenzo Scamozzi. E’ il primo e più antico teatro stabile copertocon una scena fissa lignea originale, ancoraoggi utilizzato come sede per concerti e rappre-sentazioni teatrali.

Vicino al Teatro Olimpico un altro palazzo palla-diano, oggi adibito a Pinacoteca Civica, PalazzoChiericati, l’edificio è talmente meritevole daessere inserito nella lista dei Patrimoni dell’uma-nità dell’UNESCO, unitamente alla Basilica.Impossibile descrivere le bellezze dei tanti palaz-zi, ma almeno uno di impronta barocca va ricor-dato, ed è Palazzo Leoni Montanari, un edificionobiliare del 1600, oggi sede del Gruppo diBanca Intesa dove sono esposti, in maniera per-manente, preziose collezioni di antiche iconerusse e dipinti veneti del ‘700. Le Ville, progettate da Andrea Palladio, le piùvicine al centro cittadino sono Villa Almerico-Capra, detta la Rotonda (anche questa patrimo-nio UNESCO), progettata nel 1570 per il cardi-nale Paolo Almerico e Villa Valmarana “AiNani” (per le sculture in pietra che li rappresen-tano). Quest’ultima appartiene ancora alla stes-sa famiglia ed è aperta al pubblico (consultaregli orari di visita), dove si possono ammirare gliaffreschi di Giambattista e GiandomenicoTiepolo. Vale sicuramente un viaggio questo lancio delturismo vicentino per partecipare ad eventi stra-ordinari ed approfittare di un’offerta culturaleunica.

Info: Consorzio Vicenzaèwww.vicenzae.org [email protected] chi arriva in camper, due aree di sosta:Park Stadio (via Bassano, zona Stadio)Park Cricoli (viale Cricoli) Dal lunedì al sabato siraggiunge il centro col bus navetta.Dal Park Stadio al centro c’è un quarto d’ora apiedi.

VICENZA

di Rodolfo Bartoletti

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Rubrica a cura di Pier Francesco Gasperi con la consulenza tecnica di Claudio D’Orazio Assicurazioni

Assicurazioni e dintorni

S pett. redazione, ho subìto un incidente stradale a un incrocio regolato da semaforo. Io passavo con la mia autovettura colverde e un motorino che passava col rosso mi ha centrato in pieno. Sul verbale dei vigili però il guidatore del motorino hadichiarato di essere passato col giallo. Quindi la mia assicurazione ha detto che si va in concorso di colpa e mi risarciscono

solo il 50% dei danni (che ammontano a 5000?!). Sulla mia autovettura al momento dell'incidente era montato un antifurto satel-litare e quindi l'orario dell'incidente è stato registrato. Volevo chiederVi se è possibile e se si come devo richiedere il diagramma diflusso semaforico. Vorrei confrontare l'orario dell'incidente con il colore del semaforo per provare alla mia assicurazione che proce-devo col verde e quindi riuscire a farmi rimborsare il danno materiale alla macchina. Vi prego di aiutarmi. Esiste un modo per sape-re di che colore era il semaforo dell'incrocio dove ho fatto l'incidente in quell'orario?

Giovanni e-mail

Gentile lettore, occorre considerare che, di regola, sotto semaforo, le compagnie assicuratrici risarciscono sempre al 50% i dannisubiti, in quanto non è, quasi mai, possibile accertare chi, dei due protagonisti, sia passato con il rosso.Dal quesito non si comprende se il sinistro sia stato rilevato da un organo di polizia stradale, anche se, dal tenore dello stesso, sem-brerebbe di no: quindi, il giudizio dell'assicurazione non può che basarsi esclusivamente sulle dichiarazioni dei protagonisti, senzapotersi fondare su altri elementi raccolti da un organo terzo.Relativamente alla problematica dell'accertamento del colore del semaforo, non saprei dire con certezza se tale informazione siaaccertabile, in quanto non saprei dire con certezza se l'impianto semaforico registra tali dati (dubito però che lo faccia, registrandoesclusivamente i tempi di durata dei vari colori). Sulla scorta dei tempi di durata dei vari colori, conoscendo l'orario di accensione edi spegnimento giornaliero del semaforo, sarebbe possibile, almeno teoricamente, sapere ad una determinata ora che colore avevail semaforo interessato. E' ovvio che potrebbero esserci discordanze, tra i protagonisti, sull'orario preciso di accadimento del sini-stro, anche solo di qualche minuto, informazione la quale, evidentemente, potrebbe determinare l'incertezza sul colore del sema-foro.Comunque, le informazioni sul funzionamento dell'impianto semaforico possono essere richieste al competente ufficio comunaleche si occupa, appunto, della gestione dei semafori (Ufficio traffico - Ufficio semafori - Ufficio viabilità).Ritengo opportuno che tale richiesta venga effettuata dal legale dell'assicurazione, a norma della legge 241/90, per la tutela di inte-ressi giuridici, in riferimento ad un sinistro stradale.Una volta acquisiti tali dati, o almeno, acquisiti i dati a disposizione del competente ufficio comunale, si potranno fare ulteriori valu-tazioni.

INCIDENTE AL SEMAFORO

INCIDENTE ALLO STOP

90 TURISMO all’aria aperta

I l segnale di Stop è sacro, va sempre rispettato, e chi causa un incidente per non essersi fermato all'incrocio è l'unico respon-sabile del sinistro: lo ha sancito la corte d'Appello di Roma con una sentenza del 27 gennaio 2012, depositata il 24 febbraio.Non c'è quindi concorso di colpa con l'altro guidatore. E attenzione: quando si incontra il cartello di Stop, non è sufficiente ral-

lentare a un'intersezione apparentemente libera; occorre fermarsi, e ripartire solo se l'incrocio è sgombro.PER NULLA SCONTATOQuello che a prima vista può apparire scontato, perché scritto nel Codice della strada (fermarsi allo Stop e avere colpa esclusiva incaso di incidente), in realtà è stato materia del contendere per anni. Infatti, nel 2008 il Tribunale di Roma aveva - in primo grado -fissato la corresponsabilità del sinistro avvenuto nel 2001, soprattutto in virtù del fatto che l'incrocio pareva libero. Sentenza ribal-tata ora in appello. E anche in passato, la Cassazione ha dovuto occuparsi di casi analoghi, con sentenze di merito contraddittorie.LE PRECEDENZE, IN SINTESIIn definitiva, vengono ribaditi i principi base delle precedenze: quando due veicoli stanno per impegnare un'intersezione, oppure sele loro traiettorie stiano per intersecarsi, si ha l'obbligo di dare la precedenza a chi proviene da destra, salvo diversa segnalazione.Ed ecco che entrano in gioco, fra l'altro, due cartelli. Se c'è quello triangolare con punta in giù, occorre rallentare ed eventualmen-te fermarsi per dare la precedenza. Col segnale di Stop, invece, ci si arresta alla linea disegnata per terra; nessuna discussione. Unerrore piuttosto frequente è proprio quello di limitarsi a rallentare, anche se l'87% degli italiani dichiara di fermarsi allo Stop.LA CASSAZIONEE se una sentenza di merito (la corte d'Appello) può non soddisfare chi ha il palato fino, esistono due ordinanze della Cassazione(la numero 7439 del 2011 e la 4055/2009), che ribadiscono l'obbligo di arrestarsi allo Stop, nonché la colpa esclusiva - in caso diincidente - in chi non lo ha rispettato.CONCORSO? ECCO QUANDOIl concorso di colpa in materia di circolazione di veicoli è previsto dall'articolo 2054 del Codice civile: nel caso di scontro, si presume- fino a prova contraria - che ciascuno dei conducenti abbia concorso ugualmente a produrre il danno subìto dai singoli mezzi. Ilclassico esempio è lo scontro frontale tra due auto che superano la linea al centro della carreggiata: si avrà una responsabilità pari-taria al 50%. Le percentuali variano a seconda di quanto sono state rispettate le norme sulla circolazione e quelle di comune pru-denza (Cassazione, sentenza 1198 del 1997 e 11610/1992).

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L' Airone Bianco ResidenceVillage è un villaggio di nuo-vissima costruzione, immerso

nella quiete di Lido delle Nazioni (FE).Il Parco del Delta del Po circonda lastruttura e le spiagge dei lidi diComacchio caratterizzano la vacanzafra mare, natura, sport ed escursioni.Il villaggio è composto da bungalow divarie tipologie: quelli maggiormentefruibili sono 5, gli Adriatico Superior chesi sviluppano al piano terra.A disposizione dei clienti un ampio par-cheggio che circonda il villaggio, piscinaper bambini, piscina per adulti con idro-massaggio, animazione e spettacoli pergrandi e piccini, bar, ristorante-pizzeria,una zona gioco bimbi e sport, e laspiaggia (Bagno Oasi) situata circa a unchilometro di distanza, raggiungibilegrazie ad un servizio di navetta elettricagratuito.Gli animali, sono i benvenuti nei

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92 TURISMO all’aria aperta

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94 TURISMO all’aria aperta

ACTItalia Federazione

L a problematica della massacomplessiva degli autocaravantorna alla ribalta con la

Proposta di Legge N. 5361, d’iniziativadei Deputati Valducci, Velo, Biasotti,Bergamini, Garofalo, Nizzi, presentataalla Camera Dei Deputati il 13 Luglio2012. Si tratta di una proposta tenden-te a legittimare una massa complessivamaggiorata del 15% rispetto ai 3.500Kg trasportabili con la patente B, pari a4.025 Kg.Quando si discute di peso del camper ilcampeggiatore turistico perde la sereni-tà, perché percepisce a pelle, che lamateria è complessa e necessita di vastiapprofondimenti d’ordine giuridico,tecnico-scientifico, assicurativo, chespazia dall’esigenza di tutelare l’incolu-mità delle persone fino all’armonizza-zione delle norme a livello comunitario.Oggi, difficilmente si trova in circolazio-ne un camper che mantiene i 3.500 Kgconsentiti per la patente B, in quantomette a bordo pesi largamente superio-ri ai 200/300 Kg che la tara lascia adisposizione dell’utenza. La verità è cheil camperista, di fronte ad un incidenteserio, o una multa pesante o all’esigen-za di sentirsi sicuro, rimane solo ed indi-feso, nell’accollarsi spese, rischi eresponsabilità personali davvero impor-tanti.Dagli atti a supporto del progetto dilegge apprendiamo che questo "bonuspeso" è subordinato all'utilizzo di chas-sis opportunamente dimensionati, siameccanicamente, sia come impiantofrenante, sospensioni etc e non potevaessere altrimenti. Gia' adesso, tutti glieuro 5 delle maggiori marche sonoomologati per 3.650 Kg, con possibilitàdi ottenere versioni speciali omologatefino a 4.025 Kg che, guarda caso, rap-presenta proprio il 15% previsto dallaproposta di legge.A noi sembra che queste precisazionisiano opportune e abbiano la capacitàdi coprire la garanzia minima di sicurez-za tecnica del mezzo, anzi, apra per la

prima volta un ragionamento sullochassis, che dovrà essere dotato di con-trollo elettronico della stabilità, oltre allanecessità di essere euro 5.L’aver preso in considerazione soluzionitecniche adeguate all’aumento del pesoè un discorso accettabile e positivo evogliamo sperare che la CommissioneTrasporti della Camera dei Deputati,durante o dopo l’iter, stabilisca un per-corso di azioni collaterali di tipo tecnico,legislativo e comunitario, capace di:imporre questo progetto di legge anchealla Comunità Economica Europea,affinché i mezzi italiani abbiamo poi lafacoltà di muoversi liberamente in tutti iPaesi, senza limitazioni e/o conflitti coni vigenti Codici esteri;incentivare la ricerca, con contributipubblici alle aziende, per aiutarecostruttori e produttori ad investirenegli studi scientifici e tecnologici, perselezionare materiali più innovativi, piùleggeri, ignifughi, autoestinguenti;armonizzare le attrezzature e la compo-nentistica di bordo, concependo unconcentrato altamente tecnologico neltrattamento di carburanti, gas, elettrici-tà, chimica, etc;

Montare, magari di serie, i miglioridispositivi di sicurezza oggi presenti sulmercato (*).Ai fini di coniugare le esigenze dellaproduzione, dell’utenza e delle istituzio-ni, ci piace considerare questo progettodi legge il primo di tanti momenti diriflessione, per avviare una stagioned’innovazione a carico di un mezzo for-midabile nell’innescare turismo diffusonel nostro Paese, dove la prima indu-stria potrebbe e dovrebbe essere pro-prio il turismo. Il distretto produttivo “camper” è giàun’eccellenza in Italia, ma si faccia inmodo di ravvivarlo con rigore ed il temadella “massa complessiva” si collocheràda sola in secondo piano, soppiantatadall’evoluzione scientifica.La strada per raggiungere risultatiapprezzabili non è breve e neanche faci-

le, ma noi di ACTItalia faremo la nostraparte con serietà, costanza e concretez-za nella Commissione Tecnica diUnificazione dell’Autoveicolo, di cui fac-ciamo parte, con il compito di proporre,studiare e rendere cogenti affidabilinorme tecniche sui veicoli abitativi.Nel frattempo ci mettiamo a disposizio-ne degli onorevoli Valducci, Velo,Biasotti, Bergamini, Garofalo, Nizzi edella Commissione Trasporti dellaCamera dei Deputati e di quella delSenato della Repubblica, per l’appro-fondimento delle tematiche sopra espo-ste, mentre ringraziamo loro, per averpreso in considerazione il nostro setto-re, la cui crescita è auspicata sia daicampeggiatori turistici, che dai costrut-tori, certamente con interessi diversi,ma con eguale passione ed attenzione.

Il Presidente della FederazioneNazionale A.C.T.ITALIAArch. Pasquale Zaffina

(*) Alcuni sistemi di sicurezza oggi pre-senti sul mercato:- ABS - Antiloch Braking System (favo-

risce l’aderenza dei pneumatici sulla stra-da evitando il blocco delle ruote); EBD - Electronic Brakeforce Distribution(ripartisce equamente le forze in frenata;BAS – Brake Assistant System (entra i fun-zione quando non scatta l’ABS); ASR – Anti Slip Regulation (dispositivo cheimpedisce lo slittamento delle ruote motri-ci anche in presenza di condizioni stradaliavverse); ESP - Electronic Stability program (assiemea ASR e BAS integra la funzione dell’ABSper una maggiore tenuta di strada incurva); Hill Older (impedisce al mezzo di retroce-dere in salita); ACC – Adaptive Cruise Control (sensoriradar che forniscono informazioni agliapparati di bordo sulle condizioni del traf-fico permettendo l’adeguamento automa-tico della velocità.

Il peso degli “autocaravan”

A.C.T.Italia Federazione - Associazione Campeggiatori Turistici d’ItaliaViale G. Massaia, 39 - 00154 Roma - tel. 06 5140979 - fax 06 97255047 - [email protected] - www.actitalia.it

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TURISMO all’aria aperta 95

Confedercampeggio

Confederazione Italiana Campeggiatori, via Vittorio Emanuele 11 - 50041 Calenzano (FI)tel. 055.882391 - fax 055.8825918 - [email protected] - www.federcampeggio.it

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96 TURISMO all’aria aperta

L’Arca P 699 GLM, presentato al Salonedel Camper 2012, è un profilato congarage, compatto e agile grazie allalunghezza inferiore ai 7 metri e dotatoal tempo stesso di una grande abitabili-tà interna.Salendo a bordo, colpisce lo spazioofferto dalla zona living: un’area convi-viale composta da una dinette a L da140 cm contrapposta a un ampio divanolaterale a cui si aggiungono i due sedilicabina dotati di piastra girevole e brac-cioli. Aerazione e illuminazione natura-le dell’ambiente sono assicurati dalgrande oblò panoramico installato sulcupolino in vetroresina Arca.Al di sopra del living trova spazio unletto basculante matrimoniale di grandidimensioni (190 x 136 cm); un secondoletto, è posizionato in coda al veicolo esotto di sé ospita un garage molto spa-zioso grazie anche al pianale di caricoribassato. Uno sportello dedicato per-mette sempre l’accessibilità dalla cellulaal garage posteriore, anche nella versio-ne dotata di letto ad altezza variabile.Il bagno è dotato di un box doccia di

buone dimensioni separato dal wc tra-mite ante curve scorrevoli in metacrila-to. La cucina a L, posta in posizione centra-le, è equipaggiata con piano cottura inacciaio inox a tre fuochi, frigorifero AESda 160 Lt, oblò Turbovent per l’aerazio-ne e l’espulsione dei vapori, grandi cas-setti con chiusura ammortizzata. Gli arredi hanno forme morbide e lineesinuose dove l’essenza decisa del nocecontrasta con l’avorio e l’alluminio sati-nato creando un ambiente dinamico,ricercato e moderno.

La parte impiantistica è da sempreestremamente curata in casa Arca: ilsistema di riscaldamento, un combinatoTruma da 4.000 w, è posto in posizionecentrale per garantire un flusso d’ariaequilibrato in tutti gli ambienti.Tubazioni di prima qualità e raccordiidraulici in acciaio cromato, serbatoioacque grigie da 140 Lt protetto da uncarter esterno riscaldato con un canalearia dedicato. Nuova centralina dicomando con interfaccia touch screen.

La qualità delle strutture è un classicoArca, il top per robustezza e coibenta-zione:le pareti hanno uno spessore di 43 mme rivestimento in Alufiber, compositoche abbina le proprietà meccaniche diallumino e vetroresina garantendo ele-vate prestazioni nella resa estetica enella tenuta agli agenti atmosferici.L’isolante Styrofoam garantisce il massi-mo potere coibentante e una elevatissi-ma rigidità meccanica. Il rivestimentointerno è in vetroresina per la massimaimpermeabilità e facilità di pulizia.Profili in vetroresina per le giunzioniangolari e una particolare lavorazionedi sigillatura assicurano la massima pro-tezione contro le infiltrazioni. Porta cel-lula a due punti di fissaggio e chiusuracentralizzata.Sul lato destro, un grande gavone di sti-vaggio (accessibile anche dall’interno)consente il carico di attrezzature ebagagli dall’esterno.Il pavimento, da 72 mm, è rivestito invetroresina per proteggere il fondo delveicoli dal sale delle strade invernali.

Arca P 699 GLMCompatto, spazioso, seducente

ARCA P 699 GLMARCA P 699 GLMLa VetrinaLa rubrica "La Vetrina"

è riservata ai nostriinserzionisti che ci

inviano direttamentele informazioni sui modelliche intendono presentare.

Noi non aggiungiamocommenti, in modo che

i lettori possanodocumentarsi, senza filtri,

sulle diverse proposte.

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TURISMO all’aria aperta 97

La Vetrina

CARATTERISTICHEFiat Ducato Euro 5; 2,3 litri conpotenza di 130 cv oppure FiatDucato 2,3 litri con potenza di 150cavalli oppure Fiat Ducato 3,0 litricon potenza di 180 cv.Telaio Fiat Ducato X2-50 Special -Trazione anteriore - Alzacristalli especchietti retrovisori ad aziona-mento elettrico - Sedili girevoli conbraccioli e tappezzeria coordinata -ABS - Airbag conducente –Immobilizer – Chiusura centralizzatacon telecomando (anche su portacellula)

DimensioniLunghezza 6990 mmLarghezza 2350 mmAltezza 2950 mmPasso 4035 mmMassa in ordine di marcia: -- kgPosti omologati 4Posti letto 4Posti a tavola 5Letto basculante: 1900x1360Letto matrimoniale posteriore: 2000x 1400/1200

CucinaLavello cucina in acciao inoxPiano cottura in acciaio inoxOblò TurboventCassetto con portaposateFrigorifero da 160 litriForno a gas: optional

BagnoDoccia separata Lavello in vtr

SerbatoiAcqua potabile: 100 litri Acque grigie: 100 litriAcque nere: 18 litri

DotazioniStufa Truma Combi da 4000 watt Illuminazione a led

Prezzi a partire da 57.500 euro conmotorizzazione Fiat Ducato 2300 cc130 cv.

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Direzione e RedazioneGruppo Editoriale Turismo Itinerante srlSede: Via di Vittorio, 104 - 60131 AnconaTel./Fax 071 2901272E-mail: [email protected]

Editrice Turismo Itinerante s.r.l.

Responsabile della pubblicitàGiampaolo AdrianoCell. 338 9801370pubblicità@turit.it

Direttore responsabileMaurizio Soci

Progetto graficoSilvia [email protected]

Hanno collaboratoIsotta Bartoletti, Antonella Fiorito,Pier Francesco Gasperi, Guerrino MatteiRiccardo Rolfini, Tania Turnaturi

GiG 3

Sommario4 Fatti & Commenti

5 Ricetta

6 Itinerari- I sapori della Val di Susa

- Le strade del vino in bassa Austria

16 Gastronomia- Panificazione, salutare ritorno al passato

- La Cannaiola di Marta,

il vino cantato da Dante

20 Buongustaio

22 Eventi gustosi

AUTUNNO, ALLA SCOPERTADELLE SAGRE CHE RACCONTANO LETRADIZIONI DEI NOSTRI PAESI ITALIANI

Zucche decorate alla Festa di Venzone del 27-28 ottobre 2012

O gni stagione ha il suo fascino e la sua suggestione, i suoi colo-ri e i suoi profumi. L’autunno non è da meno. Una tavolozza dicolori che prevede tutte le sfumature di rosso, marrone e gial-

lo. Una gamma di sapori e di profumi da non far rimpiangere l’estateche si è appena conclusa. E, ovviamente, sono tanti gli appuntamenti intutta Italia per assaporare i tipici piatti autunnali. L’autunno è certa-mente la stagione ideale per dedicarsi a piacevoli gite alla ricerca deisapori più autentici e sfiziosi della tradizione italiana. L'autunno è, infat-ti, un periodo ricchissimo di sagre e feste che ci portano da una parteall'altra del Paese alla scoperta del folklore italiano, dei suoi profumi edel suo gusto. Scopriamo insieme alcune delle migliori in un piccoloviaggio tutto gusto e costume tra diverse realtà locali nazionali.Quindi dal mese di ottobre camper in movimento, anche se per molti levacanze sono finite, si possono fare delle brevi gite per scoprire le nostreregioni italiane che, proprio in autunno, con feste e sagre, raccontanotradizioni legate alle loro radici storiche.Vi indichiamo simbolicamente, per tutte altrettanto belle, la La Festadella Zucca di Venzone in Friuli, una manifestazione quasi unica per lasua maniera un po’ goliardica di interpretare le antiche cronache dellaTerra di Venzone. Nata quasi per caso nel 1991, mixando voglia dinuovo, ricerca di originalità e tanta buona volontà. Il successo poi, comesempre, l'ha decretato la gente, giungendo in paese persino dall'estero,per trascorrervi alcune ore divertenti, tra intrattenimento, buona cucina,storia e folclore: questo è la Festa della Zucca, che anima Venzone ilquarto finesettimana di ottobre di ogni anno. Non basta: c'è anche la mostra concorso dei preziosi (e spesso dimenti-cati) ortaggi: zucche intagliate o decorate in mille maniere, tanto dadiventare delle piccole opere d'arte. Un premio particolare va alla piùpesante: si sono avute zucche anche di 251 kg! E questo fino all'im-brunire di una giornata medievale senza pari: l'arrivo delle tenebre nonfa altro che dare un ulteriore tocco di antico fascino alle manifestazioni,rischiarate dalle fiaccole e torce che ci riportano indietro nei secoli, aitempi del Patriarca Bertrando, dello splendido Medioevo venzonese e ditanti personaggi sepolti sotto pagine di storia che questa manifestazio-ne ha contribuito a farci riscoprire ed apprezzare.Osti e camerieri in costume servono i cibi in cocci e scodelle di legno edi pane (per il minestrone), ricavati da ricette medioevali. Lungo le vie lebancarelle offrono decine di tipi di pane, focacce, plum-cake, crostate,grissini esclusivamente a base di zucca. Alla base di tutto l'opera dei 350 volontari.

Pier Francesco Gasperi

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4 GiG

F&Cfatti & commenti

LA MONTAGNA DI PLASTICA

L a sconvolgente montagna si è formata in mare

con l’accumulo di borsine di plastica. Sono milio-

ni e purtroppo non essendo bio degradabili ci vor-

ranno oltre mille anni per estinguersi. Ma ciò che è

più grave è che da tale montaga molte di queste

buste di plastica si frantumano in piccoli pezzi e fini-

scono in profondità in acqua mischiandosi con altri

cibi che vengono poi inghiottiti dai pesci. In parte

vengono assorbiti e trasformati ed in parte nuova-

mente evacuati. Quindi può succedere che i pesci

che portiamo sulle nostre tavole si siano nutriti anche

di buste di plastica con elevate particelle derivate dal

petrolio e quindi nocive alla salute. Certo si tratta di

pesci che vivono negli oceani e non nel nostro Medit-

teraneo, ma che troviamo normalmente sui banchi

dei nostri mercati italiani. L’allarme lanciato e l’ap-

pello non riguarda da vicino il popolo dei camperisti

che hanno sempre mostrato una grande sensibilità e

rispetto dell’ambiente e si sono sempre ben guarda-

ti dal gettare rifiuti all’aperto, provvedendo il più

delle volte ad effettuare una raccolta differenziata

anche durante le escursioni.

“TASTE OF ROMA” AL PARCODELLA MUSICA DI ROMA

N ei giardini pensili del Parco della Musica si è svolta dal 20 al23 settembre la versione romana del più grande Restaurant

Festival del mondo, ospitato da 10 anni a Londra e da 3 a Milano,oltre che in vari paesi di tutti i continenti. In questa vetrina della ristorazione romana d’eccellenza si sonocimentati 12 fra i migliori ristoranti della città, i cui chef hannoofferto agli appassionati una straordinaria esperienza gourmetproponendo le specialità, in formato antipasto-assaggio (taste),rappresentative della propria linea culinaria. Coniugando tradizio-ne storica e innovazione creativa, piatti regionali e ricerca di nuovisapori, hanno realizzato composizioni armoniche o contrastantinei sapori e nei colori, ricorrendo a ingredienti stagionali, biologicie a filiera corta.I visitatori, passeggiando fra gli stand, hanno potuto personaliz-zare il proprio menu creando abbinamenti fra le specialità presen-tate da questi artigiani del gusto (tre per ciascuno e alcune inedi-te), ad un prezzo variabile tra i 4 e i 6 sesterzi (moneta utilizzatadurante la manifestazione, equivalente all’euro), degustare ottimivini sotto la guida dei sommelier AIS, assistere agli showcookingnel Teatro degli Chef per carpire qualche segreto di alta scuola,cimentarsi in uno dei corsi di cucina organizzati da Sale&Pepe.L’happening enogastronomico ha ospitato anche più di 60 pro-duttori e aziende con un’ampia selezione dei loro prodotti, chehanno contribuito ad ampliare l’offerta gastronomica per tutticoloro che hanno voluto esplorare il mondo, a volte inaccessibile,dell’alta cucina, vivendo un’esperienza di emozioni e coinvolgi-mento totale dei sensi.

Tania Turnaturi

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GiG 5

Il tortino è una ricetta semplice ecoreografica, buona per la fami-glia o gli amici.

Dose per 6-7 monoporzioni:Gr. 500 di spinaci2 etti di ricotta, un pugno di Parmi-giano + pecorino.Una patata lessata, un uovo, sale epepe, noce moscata.Per la fonduta: besciamella fatta conburro, latte, farina, più l’aggiunta diformaggi.

Si cucinano in padella mezzo chilo-grammo di spinaci freschi, dopoaverli ben lavati e appena scolati. Iltortino, per chi ha la possibilità ditrovarle, è ottimo anche con erbecome l’ortica e la borragine. Gli spi-naci, ben strizzati e tagliuzzati, siamalgamano con due etti di ricotta,qualche cucchiaiata di parmigiano epecorino, un uovo, sale e pepe, piùuna patata lessata e schiacciata (cottaper 5 minuti nel microonde). A pia-cere una grattata di noce moscata perprofumare l’insieme. E’ molto como-do frullare il tutto, ma si può anche

farlo manualmente.Foderare degli stampi con burro efarina e infornare per 20-30 minuti a180°. Per la fonduta si prepara una bescia-mella abbastanza liquida, sciogliendoin un tegame una noce di burro, lafarina poi il latte e ancora un poco diacqua di cottura degli spinaci, quan-do tutto sarà cremoso aggiungere Par-migiano ed Emmenthal a cubetti….oaltri dimenticati in frigorifero.Si impiatta sformando il tortino consopra la colatura di fonduta e uncoreografico contorno di verdurecolorate, carote, peperone rosso, zuc-chine col verde….volendo, anche fettedi mela passate nel limone (per nonannerire). Se il piatto vi sembra non sazi suffi-cientemente si potrebbe arricchirlocon un crostone di pane toscano,tostato o grigliato, con sopra del patè(pasticcio). Non certo quello di fegato d’oca, perla tortura inflitta ai poveri volatiliingozzati forzosamente fino allo sfi-nimento per ottenere quello che per

molti è una prelibatezza. Sembraincredibile ma questa pratica era notaanche nell’antico Egitto, lo si ricavada certi affreschi scoperti a Sakka-ra….e lo facevano anche i romani. In Italia è illegale dal 2007. Moltopiù modestamente usiamo, quelloche spesso viene scartato, nella cottu-ra di un pollo o di un coniglio: lecosidette rigaglie (o regaglie, prove-niente dal: degne di un re), fegato,cuore…..Nella ricetta umbra o toscana le inte-riora vengono cotte in olio extraver-gine con un battuto di cipolla, salvia,rosmarino, aglio, bacche di ginepro,pepe nero, capperi, buccia di limone,vino (in toscana Vin Santo) e aceto. Afine cottura si passa nel mixer perrendere il tutto omogeneo, si assaggiaper regolarlo di sale e pepe, per poisistemarlo nel frigorifero (o freezer).Va servito fresco, non ghiacciato, sitaglia a fette o viene spalmato sul cro-stone e servito con un buon bicchie-re di vino rosso.

Tortino di spinaci con fonduta, crostoni e patè

Rricettadi Isotta Bartoletti

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6 GiG

I sapori della Val di Susa

Iitinerari

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GiG 7

itinerari

Val di Susa camaleontica, Val diSusa dalle tante facce contra-stanti, uno dei territori italianipiù chiacchierati e drammati-

camente “caldi” dell’anno. In provinciadi Torino, da Susa partono le nostrescoperte, nate da un programma artisti-co-naturalistico che ci ha portato ai con-fini con la Francia, davanti all’impres-sionante diga “punitiva” del Moncenisio(che ha cancellato uno dei nostri piùimportanti siti medievali), in giro framonasteri ed eremi, conventi trasforma-ti in riposanti alberghi risparmiosi esilenziosi anche se dentro il frastuonodelle battaglie No-Tav per il buco nellemontagne italo-francesi. Nell’itinerario,aperto a tutti, siamo stati guidati dalComitato promotore del progetto“Valle di Susa: tesori di arte e culturaalpina” , comprendente anche la ricercadel patrimonio enogastronomico del ter-ritorio e e di quello naturalistico ricco diParchi e Oasi di pianura, prealpi e altamontagna, ricchi di fauna anche rarissi-ma e migliaia di specie floreali. Il solo Parco naturale delle Alpi Cozie,attraversato dalla Dora Riparia, contaquasi duemila specie censite, apparte-nenti, in egual misura, alle vegetazionitipicamente settentrionali e a quelle piùmeridionali. Il Parco si estende per15.000 ettari, inseriti nei Siti di interessecomunitario (SIC), e si affianca agli altrisplendidi Parchi della Val di Susa. Diquello dei Laghi di Avigliana diremo piùavanti. Gli altri Parchi Naturali sono: l’“Orsiera Rocciavrè, che ospita anchestambecchi, oltre a camosci, cervi ecaprioli; la Riserva naturale speciale del-l’Orrido, la Stazione del Leccio di Chia-nocco, quella dell’ Orrido di Foresto e ilgrande Parco del Gran Bosco di Salber-trand, una foresta di abeti veramenteunica e popolata da una coppia di Aqui-le reali oltre che da altri rapaci, e da mar-motte, cervi, caprioli, cinghiali e, ultima-mente, da lupi. C’è, all’interno, anchel’Ecomuseo dedicato al lavoro e alle tra-dizioni valsusine, dalla cui visita nasco-no tanti suggerimenti escursionistici. Inqueste Valli torinesi, che tanto contrasta-no con le realtà della provincia indu-striale e frenetica, la vacanza ha un

L'alto torinese straripa di ambienti naturali maanche di tanti, troppi contrasti. Dalla diga dellavergogna al “Paese della Dinamite” di Avigliana,ai trafori ed ai “No TAV” - tanti tesori in tavola

Testo di Riccardo Rolfini �

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itinerari

ritmo lento e consapevole, che consen-te di scoprire straordinarie bellezzenaturali e ambientali, ma anche tradi-zioni e usi, come ad esempio l’ex Dina-mitificio di Avigliana.Di grande interesse l’incontro con la

gustosa cucina valligiana che offre pro-dotti a marchio “Paniere della provinciadi Torino”, della “Strada Reale dei vinitorinesi”, dei “Prodotti della Val diSusa”, e del “Consorzio di tutela deivini Doc Valsusa”.

La romana Città di Susa vale da sola ilviaggio, reso comodo e facile dalla reteferroviaria e autostradale piemontese daMilano, Piacenza, Genova e Torino.Dal capoluogo regionale salgono sulleAlpi Cozie due strade fondamentali findall’antichità, quella del Frejus e l’altradel Moncenisio. Quest’utima è sormon-tata dall’imponente Roccia Melone, conla vetta ad oltre 3.500 metri sul mare econ la straordinaria Cappella-rifugioS.Maria, meta di pellegrinaggi imponen-ti e faticosissimi. La strada del Monce-nisio, che collega da millenni la Valledella Dora Riparia a quella francesedella Moriana (Maurienne), sale versoVenaus, diventata da poco sede di ini-ziative musicali in programma da pri-mavera all’autunno.A Venaus si arriva velocemente con

l’autostrada per Bardonecchia e conl’uscita al casello di Venaus. Da qui,dieci chilometri di salita fino al bivioper Novalesa, e la sua famosa Abbazia,un riposante, spirituale, luogo di medi-

8 GiG

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tazione e tranquillità, fra i boschi e luo-ghi che celebrano antiche storie carolin-ge di eremiti e monaci. Tornati sullastrada del Moncenisio, costruita pervolere di Napoleone agli inizi dell’Otto-cento, breve deviazione fino all’ultimoborgo italiano, a 1450 metri di quota,Moncenisio, appunto, con due laghettiricchi di trote, da gustare nei due risto-rantini o nei due hotel, o da pescare nellago della Foppa. Nella seconda dome-nica di ottobre, Festa paesana e dellagastronomia locale. Passeggiate comodecon possibilità di vedere volpi, camosci,marmotte e caprioli e di bearsi di pratidi violette, rododendri e tanti altri fiori. Il villaggio da scoprire è Ferrera Monce-nisio, 1450 metri sul mare, 50 abitanti,noto come “il villaggio delle Meridiane,o cadrans solaires” e icona dell’archi-tettura di montagna in pietra della Val-susa. Nel delizioso mini-borgo si visita-no le Cappelle di S. Giuseppe e di SantaBarbara, dove è esposto un “Camminodella Croce”. Ultima scoperta, il curio-so “Circolo 1880” che ospita l’ecomuseo“Terre di Confine”, testimonianza della

cultura della montagna e dei drammi etensioni che viviamo anche in questigiorni per il traforo franco-italiano e lacontestazione dei “No-Tav”. Info:www.prolocomoncenisio.itTornati sulla statale, ecco subito il con-fine con la Francia (ora senza controlli)e una delle visioni più sconvolgenti delnostro itinerario: un obbrobrio post-bel-lico, la punizione francese dopo la scon-

fitta dell’Italia nell’ultima guerra mon-diale. I vincitori transalpini ottennero,nel 1947, col Trattato di Parigi, anchel’abbassamento, di 200 metri sul ver-sante italiano, del confine alpino fra idue Stati. E il passo del Moncenisio,con tutti i suoi ricordi, con i suoi rifugie monasteri, ospizi religiosi (il più anti-co nacque nell’anno 825) e ostelli perpellegrini e viandanti, fra cui lo stesso

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Napoleone, prima divenne francese,poi, da fine 1960, fu occupato dall’or-ribile manufatto che ha partorito il“lago della vergogna italica”. Sbarra-mento orribile e visibile solo dall’Italia,in quanto i francesi hanno abbellito ilpianoro col bel lago blu e tante strut-ture paesaggistiche e turistiche, comeristoranti, hotel e” café”, e come “LeJardin alpin” e la sede dell’Associazioneturistica italo-francese “Maison franco-italienne”. Di nascita recentissima, a m.2083 sul mare, è aperta solo d’estate inquanto la strada del Moncenisio, dal 9settembre all’11 giugno, viene chiusadai francesi e riservata ai loro sportinvernali. C’è anche il “Museo dellaPiramide”, interpretazione montanaradelle Piramidi egizie e di quella delmuseo del Louvre parigino , costruitacome chiesa per celebrare la vittoria diNapoleone in Egitto.La Piramide è anche sede di un Museo,questo dedicato proprio alle memoriedel Passo del Moncenisio che, fino allacostruzione della diga e del lago, ospita-va le testimonianze sommerse dall’operaidraulica che occupa 660 metri quadra-ti e racchiude 315 milioni di metri cubidi acqua, distribuita poi nei due versan-ti. Ogni 10 anni, il lago viene svuo-tato e ripulito e offre alla vista di chiarriva fin qui l’agghiacciante spettacolodi mozziconi di chiese, monasteri eospizi, che spuntano dalla melma dopo

essere stati faro di civiltà italica per unmillennio.Tornati a SUSA, imbocchiamo l’altraStrada dei Passi italo-francesi, quella delMonginevro, con prima sosta per visita-re l’imponente Fortezza di Exilles, spet-tacolare costruzione basata su siti forti-ficati celtici e romani, il cui aspetto èstato definito poco meno di 200 anni fa.Ospita il Museo nazionale della monta-gna e un’esposizione permanente dedi-cata alla vita del soldato sulle Alpi. Ilpaese di Exilles, sormontato da questafortificazione, è un gioiello da ammira-re e da portare nella memoria, con lesue piazzette, le fontane di sasso, le casebasse e le stradine strette, una cantinacon un vino speciale e l’atmosfera del tempo che fu. Il nostro tour in salita si ferma nellazona di Oulx e a Salice D’Ulzio, dovela strada si biforca fra i cartelli dei “NoTAV”, le opere e le deviazioni legate alprogettato traforo del Frejus, per salire,a sinistra, nella “Via Lattea” del com-prensorio olimpico invernale delSestrière, e a destra per raggiungere laFrancia. Da Oulx, il nostro itinerarioprosegue fra strade e impianti di risali-ta, fino ai 2300 metri di altezza dellaCapanna Molino, per seguire il malorganizzato concerto del clarinettistaRichard Stoltzman e di musicisti dellaFilarmonico del Regio di Torino,costretti ad interrompere l’esecuzione

di Mozart causa il freddo eccessivo chebloccava gli strumenti. La discesa delritorno è stata addolcita e ben gustatagrazie alla sosta da gourmet allo chaletdi charme “Il Capricorno”,in via CaseSparse di OULX, a quota 1800. Unluogo di delizie per sciatori e ospitioccasionali che qui trovano la più varie-gata e succulenta cucina valsusina efrancese. Fra gli accoglienti locali, ilsalone di San Giorgio riservato al dopopasto, le terrazze sulle Alpi e le sale delristorante “Naskira”, dove lo chef Wal-ter Eynard propone, fra gli altri, gli“gnocchi filanti di patate valsusine”, i“ravioli di seiras (ricottta) del fen aisapori di montagna”, la “fonduta allaVittorio Emanuele II” con fontina,toma valsusina e tuorlo rappreso, lostraordinario “MI-TO: la Milanese conclassica panatura incontra la Torinese incrosta di grissini e farina di nocciole”, enon aggiungo altro.Sulla via del ritorno, sosta premiata adAvigliana, incastonata fra due laghicompresi nel Parco naturale della zona,e in festa, il 27 e 28 ottobre, per la quar-ta edizione di “Dolce e Charme”, chepresentiamo a parte . Avigliana haanche un’attrazione speciale, il Dina-mitificio Nobel ( tel. 0119327447www.dinamitificionobel.it) , con bigliet-teria nell’antistante, incredibile” CaffèTritolo”. L’Ecomuseo, aperto tutto l’an-no dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 18,organizza visite guidate di un’ora emezza circa, lungo i cunicoli e cavitànaturali e artificiali dove, nel 1875, furealizzato nel nome di Alfred BernhardNobel, chimico svedese inventore delladinamite, il complesso industriale che,nel 1917 dava lavoro a cinquemila ope-rai. Arricchitosi a dismisura, Nobel ,colto dai rimorsi, creò il Premio per laPace che, dedicato al suo nome, vieneattribuito ogni anno a scienziati, stu-diosi e letterati. Davanti all’Ecomuseo,fa buona guardia a favore di curiosi evisitatori, l’incredibile Caffè Tritolo,punto di ristoro che offre “panini-bomba” e piacevolezze alla …nitroglice-rina.

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itinerari

Valsusa a tavola

Gastronomia montanara, valligiana, ma anche principe-sca, e a volte degna din un re. Siamo nell’alta provincia diTORINO e le realtà della tavola sono tutte riscontrabilinelle sagre autunnali in corso e in progra. Cominciamodal capoluogo della valle, SUSA, dove a S.GIORIO dal 25ale 28 ottobre si ceklebra la Festa del Marrone, 50 deiquali si sfidano a singolar tenzone per poi finire nelletorte, nei èprimi e secondi piastti della tradizionale festa.Ad AVIGLIANA, fra i due bei laghi e il castello, il 27 e28, “Dolce e charme”, rassegna del gusto Valsusa e Val-sangone, ove le “città di charme” italiane presentano leloro bellezze gastronomiche e artistiche e gareggioanocon i loro dolci artistici da far vedere poi da gustare nellagolosissima “due giorni”.VENAUS, borgo dalle tradizioni artistiche e iniziativemusuicali, sulla strada del Monginevro, il 15 dicembre sitrasforma nei “PRESEPI da gustare”, per la rassegna“Gusto valsusa e valsangone”. E’ il giorno delle passeg-giate enogastronomiche nel centro e nelle borgate, fraprodotti e piatti della tradizione natalizia, al suono diorchestrine e davanti a piccoli capolavori dell’arte prese-piale.A OULX, iI 7 ottobre, animatissima e antichissima “FieraFranca o del Gran Escarton”, nata addirittura nel 1453.Per le vie della cittadina sotto il Colle del Sestrière, radu-ni e giochi mentre bovini, equini, ovini e caprini sfuila-no fra case e piazze, fra ballerini di danze loccitane.

Nella stessa OULX e a CONDOVE, il 13 e 14 ottobre,due delle tante Giornate valsusine dedicate alla “Toma”,il formaggio malgaro re delle mense montanare e dei piat-ti più gustosi.EXILLES, dominata dalla imponente fortificazione fraSusa ed Oulx, custodisce uno dei più interessanti prodot-ti della vite: E’ il “vino del ghiaccio” denominato“AVANA’” e noto e apprezzato già dagli antichi romanji.E’ un vitigno autoctono e unico al mondo, di colorerosso rubino chiaro e dai profumi fruttati, coltivato suipendii fra Chiomonte e Giaglione. Oggi è unito ad altreuve locali, come il Becovet e il Barbera. Le vinacce servo-no poi a produrre la preziosa acquavite “Eigovitto” .GIAVENO profuma, in ottobre, di “funghi in festa” etutta la Valle offre i suoi prodotti da forno (grissini, lafamosa Focaccia di Susa, le paste ripiene e gli spaghettinie tagliolini per succulenti primi piatti; e prosciuttocrudo e formaggi d’alpeggio come il “Plaisentif” notocome “formaggio delle viole”, ila toma “Murianeng” e il“seirass”, cioè la ricotta. Famose anche le patate, nellevarietà “Dal bur”, dalla buccia così fine che non occorrepelarle; e la “piatlina” di Cesana.“Mela e dintorni” è infine il nome della festa a CAPRIEil 10 e 11 novembre. Fra le nebbie e i fumi di San Mar-tino, si gustano le famose mele valsusine e si affrontanoin ristoranti, trattorie e nella piazza della sagra, i menu abase di mela.

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itinerari

Le strade del vinoin bassa Austria

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itinerari

Le regioni vinicole più notesono quelle della Stiria, delBurgenland e dell'Austria infe-riore. Scoprire i percorsi del

vino in Austria, degustarne i tipici pro-dotti locali per assaporare la culturaregionale, vivere le manifestazioni pae-sane così ben radicate nella tradizionepopolare è il modo migliore per avvi-cinarsi e comprendere l'identità di unanazione. Gli austriaci le chiamano Weinstrassen,le strade del vino, veri e propri itine-rari eno-gastronomici all'insegna dellasalute. Ben 9 sono in Stiria e sonotutte nel giro di qualche decina di chi-lometri. Sono strade del vino che per-mettono di scoprire, gustare, informar-si, acquistare, conoscere vignaioli ditradizione, giovani che hanno ripreso ilmestiere dei nonni, però con impor-tanti studi di agronomia alle spalle,famiglie che hanno investito tanto,unendo sapori a design. Strade dove siuniscono vino e cultura, cucina e pae-saggio da percorrere in automobile o inbici, magari anche a cavallo di un trat-tore. Gli itinerari del vino della Stiria carat-terizzano tre grandi regioni vinicole,quella nel sud-est delle località di BadRadkersburg, Klock e Furstenfeld equella a meridione, con i noti itineraridi Sausalerstrasse e Sudsteirischestrassedove si possono degustare lo Chardon-nay, il Morillon, il Sauvignon Blanc eil raro rosé Schilcriesling .Lungo il percorso si incontrano i tipiciagriturismi austriaci, i Buschen-schenken, per assaporare interminabilicalici di vino con i prodotti dellagastronomia locale. Qui un buon bic-chiere di vino è sempre accompagnatoda una fresca insalata condita con l’au-tentico olio stiriano di semi di zucca,seguita dai tipici prosciutti della zona edal pane appena fatto in casa.Uno degli itinerari del vino più getto-nati è la Thermenland Weinstraße chesi trova a circa 20 chilometri circa dalcentro cittadino di Graz che e attraver-sa anche la zona delle terme, splendide

Tra colline e passi a valle, tra cime montuoseimbiancate di neve e azzurri laghetti, l'Austria èil luogo ideale per effettuare un itinerario eno-gatronomico tra i più suggestivi d'Europa ed ivini austriaci non saranno forse i più famosi delmondo ma vi sorprenderanno

Testo di Antonella Fiorito�

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itinerari

colline vulcaniche famose anche per itanti "artigiani del sapore" presenti. AGraz il vino si gusta, anzi si degusta, inmolte enoteche di grande qualità. DaWein & Co (Joanneumring 13), 600metri di puro design nel cuore dellacittà si possono assaggiare più di 2000bottiglie diverse, abbinando il vino apranzi sfiziosi e deliziose cene con tre,cinque o sette portate. Vinothek bei

der Oper (Tummelplatz 1) è la piùantica enoteca cittadina, un luogo didelizie. Vale la pena fare una visita,poi, anche da Der Steirer (Belgiergasse1), l’enoteca più pazza della città, perscoprire i migliori produttori locali,presentati in modo creativo e diverten-te, ma anche il meglio della produzio-ne gastronomica regionale. Tutte e trele enoteche, poi, propongono presenta-

zioni con i produttori, lezioni, degu-stazioni con sommelier. Infine c’è dasegnalare un appuntamento imperdibi-le per gli amanti del vino e per tuttiquelli che vogliono vivere le vere tradi-zioni. Mercoledì 7 novembre c’è ildebutto dello Junker 2012, il vinonovello. Produttori, enoteche eBuschenschanken, le mescite di vino edei prodotti “di casa” dei contadini,proporranno non solo il primo vinostagionale, spaziando dal Moscatoallo Schilcher, dallo Zweigelt al Wel-schriesling, ma anche musica, danze,conferenze, mostre. Sarà un grandeevento in tutti i sensi perché i pro-duttori di vino stiriani sono ben 3000e gli ettari di vigneti sono più di 4200(www.steirischerwein.at).La strada del vino più famosa della Sti-ria rimane comunque la Schilcherstras-se nella zona della Weststeiermark,situata nella parte occidentale dellaregione. La produzione vinicola ècaratterizzata dai vini rosé come ilSchilcher, antico vino ottenuto dalleuve Blazer Wildbacher. Si tratta di un

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itinerari

rosé dal sapore tendenzialmente acidole cui origini risalgono al 1500.Attraverso le colline dello Schilcher siraggiunge l'antico borgo di Gunder-sdorf, passando per suggestivi vignetitutti caratterizzati dai tipici spaventa-passeri Klapotetz. Attraversando lalocalità di Langegg si arriva a Stainzdove è possibile visitare il Museo Etno-grafico. Il cuore di produzione delvino Schilcher è situato invece nellacampagna di Deutschlandsberg, dovetra maggio e giugno si assiste alla tra-dizionale processione del CorpusDomini. Dalla Schilcherstrasse si pro-segue direttamente verso la strada delvino di Sausalerstrasse, dove si predili-gono i vini Rheinriesling. Attraver-sando un delicato paesaggio collinaresi raggiunge St. Andrä, luogo idealeper una visita al Museo del Vino(Weinmuseum). Si prosegue quindi indirezione sud, verso Kitzeck, il piùalto villaggio vinicolo d'Europa, dovesi può ammirare la bella chiesetta gial-la dal tetto rosso, punto ideale per gli

amanti della fotografia. Ancora più asud, in direzione di Leutschach, si rag-giunge il terzo itinerario stiriano, laSüdsteirische Weinstrasse , al confinecon la Slovenia. Anche in questa unalocalità si producono pregiati vinibianchi, ricavati dalle caratteristichevigne del luogo, le maggiori per esten-sione di tutta la regione. A Ehrenhau-sen, un piccolo elegante paesino si pos-

sono ammirare alcuni monumenti sto-rici (tra cui il Mausoleo di RuprechtVon Eggenberg). Steinbach e Lengegg,sono invece conosciuti per la splendi-da campagna dalle calde tonalità e perl'ottima cucina di qualche Buschen-schank sparso qua e là.Per maggior informazioni visita-re i siti :www.graztourismus.ate www.steiermark.com

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Il pane è il prodotto base dell’ali-mentazione, utilizzato fin dallapreistoria. Nelle caverne sono

stati rinvenuti chicchi di cereali che,schiacciati fra due pietre, fornivanouna farina da impastare con acquaottenendo pappe che accompagnava-no la carne predata dall’uomo caccia-tore. Diventuto stanziale, inizia adutilizzare delle tecniche agricole perestendere la coltivazione di cereali,elemento essenziale di sussistenza.L’effetto lievitante della birra nell’im-pasto, che forniva pane soffice e dige-ribile, venne scoperto in Egitto, da

dove l’uso, attraverso i greci, giunse airomani. Lo sviluppo industriale ha prodotto iconcimi chimici che, utilizzati nellecoltivazioni intensive, hanno fattoaumentare vertiginosamente la produ-zione di frumento e cereali per soddi-sfare i bisogni alimentari della popo-lazione in veloce espansione, ma

hanno inquinato i terreni coltivatialterando l’equilibrio biologico deifrutti della terra con diminuzione deivalori nutrizionali ed organoletticiche avevano quando il terreno venivanutrito con sistemi naturali, come larotazione delle colture, la pratica delsovescio, l’uso del concime organico. Il pane, con le sue innumerevolivarietà regionali e locali dovute allamateria prima utilizzata e alla tecnicadi panificazione applicata, ha assuntoun ruolo fondamentale nella tradizio-ne alimentare mediterranea, diventan-do per antonomasia sinonimo di

Panificazione,salutare ritorno al passato

Ggastronomia

La “bozza” pratese,elemento di identità

di culturaenogastronomica

di Tania Turnaturi

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cibo.Si pone l’urgenza, pertanto, del ritor-no a un’alimentazione di qualità chedovrà passare attraverso l’utilizzazio-ne di sementi antiche, non contami-nate. Questo è l’intento che si prefigge ilcomune di Prato, in collaborazionecon l’Associazione culturale “La Piaz-zoletta”, promuovendo un’iniziativaper la diffusione della conoscenza delgrano antico nella panificazione e deibenefici che può apportare alla salutenutrirsi con cibi genuini.Il progetto “La memoria dei semi”prevede la messa a coltura di 5 ettaridi terreno presso la tenuta Cascine diTavola dove è stato realizzato un cen-tro di sperimentazione con semi digrano riportati a purezza: la terra delPodere delle Polline è stata seminatacon 8 tipi di grano ormai quasi spari-ti, tra cui i capostipiti Rieti e Gentil-rosso. In termini economici, il ricorso aigrani antichi è anche un’opportunitàper valorizzare terreni incolti e unarisorsa per il settore agricolo, consen-tendo una notevole riduzione del-l’impatto ambientale traducibile inuna migliore qualità della vita, e assu-me una forte connotazione educativanel miglioramento dello stile di vitadel consumatore. Inoltre, creerà postidi lavoro a regime, quando la coltiva-zione sarà tale che almeno due fornipossano lavorare la farina così otte-nuta. Di rilevante valenza è, altresì, ilprofilo culturale di recupero e rivalu-tazione delle tradizioni. Sul tema del valore della specialità dipane pratese, la “bozza”, prodotta inmodo naturale, secondo la ricettadella tradizione contadina, a bassocontenuto di glutine, e a filiera corta,si è svolto a settembre a Palazzo Pac-chiani il dibattito “Fior di pane”.La bozza è un prodotto tipico dieccellenza. Era il pane nobile dellafamiglia ducale quando soggiornavanella villa medicea di Poggio a Caia-no, mentre nelle famiglie modeste sene cibava soltanto chi aveva bisognodi un alimento energetico e ricosti-

tuente. Tali proprietà sono stateriscontrate scientificamente con unostudio condotto dalla facoltà di Agra-ria dell’Università di Firenze su uncampione di consumatori che per 10giorni hanno consumato pane pro-dotto con frumento antico e per altri10 il pane in commercio. Nel primocaso si sono avuti significativi miglio-ramenti nel colesterolo e nell’invec-chiamento cellulare.La sua produzione è diffusa in tuttala provincia ed è inserita nell’elencodei prodotti agroalimentari tradizio-nali dell’ARSIA (Agenzia regionaleper lo sviluppo e l’innovazione agroa-limentare) della regione Toscana.L’impasto si ottiene lavorando farinadi grano tenero con acqua e lievitonaturale, lasciato riposare e lavoratonuovamente, poi tagliato a mano ecotto nel forno a legna. L’assenza disale lo rende particolarmente adattoad accompagnare pietanze sapide ocibi dei quali far risaltare il sapore, osemplicemente quando si vuol assa-porare il gusto del pane, come la bru-schetta. La percentuale di glutine nella bozzaè da 4 a 5 volte inferiore a quella delpane ottenuto da farina doppio zero.

Questo dato aiuterebbe a contrastaregli effetti della celiachia, fenomenoche sta manifestando un trend di cre-scita preoccupante. Un gruppo di circa 25 panificatoriche producono la bozza secondo l’an-tica ricetta, si sono consorziati a tute-la del prodotto. La bozza di Prato svolgerà nelle scuo-le un ruolo propulsore per la diffu-sione tra gli studenti della cultura diuna sana ed equilibrata alimentazio-ne, con “Abbozza la bozza” e “Pane eproverbi”, progetti che verranno rea-lizzati in 4 istituti comprensivi, cuiprenderanno parte 16 classi, dallaseconda della scuola primaria allaquarta della secondaria, che incontre-ranno panificatori, coltivatori,mugnai per scoprire la professionalitàche c'è dietro un semplice filone. Aglialunni più piccoli è riservato un per-corso che, fra racconti dei nonni, vec-chi libri e saggi proverbi, li aiuterà acapire l'importanza del pane.L’auspicio è che questo progettopossa fornire l’abbrivio sulla stradadella riscoperta di tutta la cucina pra-tese tradizionale: i sedani ripieni, laminestra di pane e la ribollita, la mor-tadella, i cantucci.

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gastronomia

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gastronomia

“Ebbe la Santa Chiesa in lesue braccia: dal Torso fu, epurga per digiuno l'anguil-

le di Bolsena e la vernaccia'' (Purgato-rio, canto XXIV): cosi' Dante Alighie-ri, nella Divina Commedia, poneMartino IV, al secolo Simon deBrion, papa dal 1281 al 1285, ultimopontefice eletto a Viterbo, in Purgato-rio ad espiare la sua smisurata golosi-ta' per le anguille del lago di Bolsenache annegava nella Vernaccia affin-che' diventassero piu' saporite.

La vulgata vuole addirittura che Mar-tino IV sia morto a seguito di unasolenne indigestione. Secondo gli stu-

diosi, il vino cantato dal SommoPoeta sarebbe stato estratto dal viti-gno Cannaiolo Nero, la cui uva ingrappoli venivano lasciati appassireper alcuni mesi prima di essere spre-muti per estrarre appunto la vernac-cia. Insomma, la vernaccia dantescasarebbe stata la versione invernaledella celebre cannaiola di Marta.

A distanza di otto secoli dai fatti nar-rati da Dante, due martani doc, i fra-telli Antonio e Silvano Castelli hannointrapreso un'avventura epica: ripro-durre la cannaiola 'vera', quella cioe'estratta dal Cannaiolo Nero autocto-no, coltivato nelle zone collinare che

secondo i vecchi contadini, che a lorovolta lo hanno appreso dai loro padrie dai loro nonni, dicono essere lemigliori: Macchie, Colombello,Vescovile. Ma i Castelli non si ferma-no qui: ''Per essere quella vera diconola cannaiola deve anche essere spre-muta, fatta fermentare, filtrata e con-servata come Dio comanda. Ossiacome facevano i nostri avi''. Hannocosi' intrapreso anni di ricerche e distudi per riproporre, sebbene ancorain dimensioni limitate, il superbovino di Marta. La cannaiola ha un colore rosso rubi-no intenso, profumo fruttato, il sapo-re dolce-corposo e una densita' alta

La Cannaiola di Marta,il vino cantato da Dante

Testo e foto di Pier Francesco Gasperi

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gastronomia

che ne costituisce la caratteristica tipi-ca. Il suo tenore alcolico e' compresotra il 10 e l'11 percento. Si beve a finepasto o fuori pasto con i dolci tipicidel comprensorio del Lago di Bolse-na: i tozzetti, le ciambelline, le crosta-te di frutta e ricotta, i formaggi e, gra-zie a una vera e propria 'riscoperta'culinaria, anche con il baccala' allamartana. I vitigni del CannaioloNero sono sorretti da canne e alcunipensano che proprio da cio' derivi ilnome del vino. I tralci devono esserepochi e corti in modo da consentireuna buona potatura, poiche' per que-sta specie la qualita' conta molto piu'della quantita'. La lavorazione, consi-derare l'estrema delicatezza dell'uva,richiede continua attenzione. Per ren-dere il vino piu' dolce e frizzanteoccorre filtrarlo varie volte e alla finela Cannaiola acquista un aroma e unsapore impareggiabili.

Quando, circa 12 anni fa, Antonio eSilvano Castelli decisero di trasfor-marsi in pionieri del rilancio dellacannaiola di Marta furono guardaticon un po' di scetticismo misto a sar-casmo dai loro compaesani. L'opinio-ne nei si e' pero' completamente ribal-tata quando sono giunti i primi frut-ti del loro lavoro: 4.000 bottiglie dicannaiola 'vera' che in pochi giornisono state acquistate da esperti eappassionati del genere.

''La Cannaiola spiegano i due - essen-do di colore rosso rubino intenso,avendo delicati aromi di frutta edessendo leggermente abboccata la sipuo' collocare tra i vini da dessert.Ma noi aggiungono - l'abbiamo pro-vata con formaggi, ricotta e miele e,addirittura, con il coregone (tipicopesce del Lago di Bolsena) ai ferri,condito con finocchietto, alloro eolio extra vergine d'oliva dellaTuscia. In tutti i casi abbiamo riscon-trato un grande successo e una gioiainfinita per il palato''. Oggi, la piccola Azienda San Savinoè riuscita, attraverso una vera e pro-pria opera storica, a riprodurre sottoun aspetto qualitativo, il vino tantoamato dal Papa francese, letteralmen-te resuscitandolo da una produzionevinicola che se ne era dimenticata. Ilrisultato del paziente lavoro di Silva-

no e Antonio Castelli, titolari dell’a-zienda, è la Cannaiola di Marta, unColli Etruschi Viterbesi D.O.C. chesi lascia bere facilmente, caratterizza-to da un gusto leggermente abbocca-to e da una piacevole acidità. Unabbinamento moderno sposerebbemeglio le caratteristiche del vino aduna pasticceria secca ma degustando-lo viene naturale viaggiare con la fan-tasia ed immaginare Martino IVintento a gozzovigliare in pantagrue-lici banchetti a base di anguille eCannaiola, gli stessi banchetti per cuivenne condannato da Dante al Pur-gatorio per peccati di gola…

La produzione della Cannaiola èpiuttosto limitata. Per acquistarnedelle bottiglie vi conviene contattaredirettamente l’azienda al numero0761 870890.

Silvano e Antonio Castelli artefici della rinascita della Cannaiola

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Bil buongustaio

Il ristorante Chichibio di Lucanna,condotto dai fratelli Luca e Annali-sa è aperto dal 2001 a ridosso della

cinta muraria di Jesi ed è consigliabileper la squisitezza dei cibi, l’ubicazionee la gentilezza di tutto il personaleaddetto a ricevere e servire i commen-sali. Qui si ammanniscono piatti tipi-ci tramandati dalla loro tradizionefamiliare, alcuni dei quali su anticaricetta della bisnonna Nuna.Speciale la trippa alla contadina, spes-so il cavallo di battaglia della giorno,come pure i contorni con pomodorettifatti in padella conditi con aglio, origa-

no e maggiorana.Inoltre il pesce cucinato in tutte lesalse è prevalentemente di giornata. Ilcongelato si offre su richiesta e vienedebitamente segnalato nel nenù.Si gusta un salmone arrosto guarnitocon uno spicchio di pomodoro e alcu-ne olive adagiate su una foglia d’insa-lata raccolta a conchiglia che fanno per-cepire il profumo del mare.Le seppie ripiene e gamberetti sgusciaticostituiscono un antipasto eccellentecon pepata di cozze ed altri mitili cheaizzano appetito e desiderio nella stessamisura, tanto sono ben presentati.

Alcune pietanze gareggiano per compo-sitività con le opere di Joan Mirò, mae-stro nel raffigurare la fantasia sullatela.La cantina ha vini delle migliori casenazionali ed estere. Prevalentementefra quelli marchigiani domina il Ver-dicchio i cui vigneti coronano le colli-ne jesine.Tavola imbandita con raffinatezza ecome cielo volte antiche danno al com-mensale un senso di calda accoglienza,un’ospitalità che non tradisce le miglio-ri aspettative. Luca e Annalisa sono visibili soltanto

Ristorante Chichibio di Lucanna

Antichi sapori all’insegna di una sana tradizione familiare

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Testo di Guerrino Mattei - Foto di Elio Crociani

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quando sgusciano dalla cucina, checonducono personalmente, per avven-turarsi fra i tavoli quasi inosservati, pervedere se tutto funziona e se il clienteappare soddisfatto di ciò che ha ordi-nato.Sono due giovani a cavallo dei primi“anta”, fieri della loro professione e diquanto la famiglia da oltre sette gene-razioni nel territorio gli ha tramandatocon ricette popolari e tanta affabilitànell’accogliere l’astante. Il loro risto-rante diviene quasi una sala incontro,un luogo culturale ove scambiarsi opi-nioni fra commensali sia di politica chedi sport.Su un piccolo tavolo rotondo, distrat-tamente poggiati, non mancano mai iquotidiani locali e alcuni d’interessenazionale.L’aria che vi si respira è sempre quelladelle grandi occasioni per cordialità eservizio prestato.Siamo nella terra che ha dato i natali aFederico II. Il grande imperatore svevovi nacque il 26 dicembre del 1194,quasi per caso in quanto la madreCostanza d’Altavilla incinta vi si fermòper sgravare: vi transitava con tutto ilseguito per raggiungere la Puglia.L’insegna Chichibio non sappiamoperché il ristorante la porti e neppure ciinteressa domandarlo. Ci piace peròpensare che qui, non secondo la novel-la del Boccaccia, la gru abbia sempredue gambe ben visibili, sia da viva cheda cotta. Raccogliendo la morale, non quella fur-besca della favola, si può dire che alristorante Chichibio di Lucanna ciòche viene a tavola è tutto genuino enon ha bisogno di inopportunimagheggi per essere buono ed appetibi-le. Una piccola tensostruttura permettedurante la stagione buona di metterealcuni tavoli all’aperto, protetti da unmuretto di recinzione e piante che loadornano.Qui ogni cosa si gusta oltre al ristorodel corpo anche per la gioia dell’anima.

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il buongustaio

Ristorante CHICHIBIO di Lucanna - Viale della Vittoria, 36 - Jesi - 60035 (AN) - Italia

Tel. (+39) 0731 202105 e-mail: [email protected]

LA SCHEDA

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E Geventi gustosi

PERGOLA (PU)

L’ORO DI PERGOLA

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L a cittadina di Brisighella, splendido borgo medioevalesulle colline delle Terre di Faenza in provincia di Ravenna,

si trova nel cuore della verde vallata del Lamone e del ParcoRegionale della Vena dei Gessi Romagnola ed è “dominata”da 3 colli di gesso. Su ognuno di essi si trovano: l’imponenteRocca Veneziana, la Torre dell’Orologio e il Santuario dellaMadonna del Monticino. Ma Brisighella non è nota solo perle sue bellezze architettoniche e naturali. È conosciuta eapprezzata da tutti i buongustai d’Italia per le prelibatezzegastronomiche che la caratterizzano. Ad alcune di esse, nelcorso di un intensissimo mese di novembre, sono dedicatieventi ad hoc che compongono una gustosa rassegna daltitolo “4 sagre x 3 colli”: Sagra del porcello il 4 novembre,Sagra della pera volpina e del formaggio “stagionato” il 11,Sagra del tartufo il 18 e Sagra dell’Ulivo e dell’Olio il 25novembre. SAGRA DEL PORCELLOLa festa ripropone l’antico rito che si svolgeva nell’aia di ognicasa colonica con l’uccisione del maiale e la lavorazione dellacarne da parte di abilissimi norcini. L’appuntamento offre lapossibilità di assaggiare gustose specialità: saporiti ciccioli,profumata coppa di testa, rosei prosciutti, salsicce e salami diMora Romagnola, pregiatissima razza suina autoctona, edolce al migliaccio (realizzato in origine utilizzando il sanguecotto del maiale). Sarà inoltre possibile acquistare e degusta-re tutti gli altri prodotti tipici dell’Appennino romagnolo.SAGRA DELLA PERA VOLPINA E DEL FORMAGGIO STA-GIONATOÈ un originale mercato dei frutti autunnali e dei prodotti tipi-ci della collina, dove la regina ed il re della giornata sarannola pera volpina ed il formaggio “stagionato”.Le pere volpine, piccole, tonde e dure erano un prodotto tipi-co della valle del Lamone. La sagra ha contribuito nel corsodegli anni alla riscoperta delle proprietà di questo fruttodimenticato, offrendo la possibilità di riassaporarlo. Le perevolpine vengono consumate bollite, cotte in acqua o vino,oppure al forno. Ottimo è l’abbinamento con il formaggiostagionato di Brisighella, un pecorino che viene invecchiato ingrotte di gesso con procedimento di antica tradizione locale.SAGRA DEL TARTUFOIl tartufo è uno dei prodotti più ricercati della collina faentina.I tartufai della zona sono abili nel ricercare questo preziosoprodotto del sottosuolo. Durante la sagra sono in vendita icaratteristici tuberi nella varietà del bianco autunnale e deltartufo nero. Nei ristoranti locali si potranno poi assaggiarericette raffinate a base di questo prodotto.SAGRA DELL’ULIVO E DELL’OLIO (53^ edizione)La coltivazione dell’Ulivo, in terra brisighellese, risale a tempiantichissimi: già in epoca romana l’ulivo e i suoi prodottierano conosciuti e apprezzati. Nell’ultima domenica del mesedi novembre si celebra il preziosissimo olio extra vergine “Bri-sighello” DOP, al quale è stato assegnato l’ambito riconosci-mento della Denominazione di Origine Protetta nel 1996. Alsuo fianco anche la selezione varietale “Nobil Drupa”, il “Bri-sighella” DOP, il tipico “Pieve di Tho”. Durante la festa l’oliopuò essere degustato e acquistato allo stand allestito dallaCoop. Agricola Brisighellese. A completare l’evento anche unmercato dei prodotti tipici locali. L’evento è inserito nel riccocartellone del “Wine Food Festival Emilia Romagna 2012”.Per informazioni: Tel 0546 81166 www.terredifaenza.it

TERRE DI FAENZA

NOVEMBRE GUSTOSOSOTTO I COLLI DI BRISIGHELLA

T artufo pregiatissimo sia bianco che nero, ma anche unambiente ancora a misura d’uomo e un bellissimo

Museo che contiene un tesoro di inestimabile valore:accanto a quadri importanti, un gruppo bronzeo ricopertod’oro, composto da due condottieri a cavallo, di cui unointegro e di proporzioni perfette, accompagnati da duefigure femminili. Sono questi alcuni degli ori che il borgoantico della Città di Pergola, nell’entroterra pesarese, puòvantare come eccellenze assolute e che metterà in mostranelle domeniche del 7-14-21 ottobre 2012. Il 12° Festivaldella Cucina Italiana, volto a valorizzare certe straordina-rietà nascoste proprio nei piccoli centri italiani e purtroppopoco conosciute, torna nelle Marche e lo fa con una seriedi eventi speciali.Nella via principale della Città, su su finoal Museo, il Festival affianca la 17ª Fiera del Tartufo BiancoPregiato di Pergola con mostre mercato del prezioso tube-ro e di tanti prodotti tipici non solo marchigiani. Inoltre unristorante allestito nel centro cittadino e curato dal Presi-dente dell’Accademia Nazionale Italcuochi sezione Marche,Flavio Cerioni del rinomato ristorante Alla Lanterna di Fano,in collaborazione con i ristoratori locali, offrirà al pubblicole specialità tipiche abbinate al tartufo: tagliatelle, riso, frit-tate e il piatto speciale “l’oro di Pergola”.Stessa ambientazione il 14 ottobre per il premio riservatoagli studenti degli Istituti alberghieri sul tema “Un paninotutto d’oro” ossia la creazione di un “panino gastronomi-co” a base del profumato tartufo nero di Pergola.E ancora il Museo dei Bronzi Dorati vedrà domenica 21ottobre l’assegnazione del Premio riservato ai ragazzi delleScuole Medie locali, per il miglior tema e la migliore ricercasu ciò che individuano di maggior prestigio tra i beni pae-saggistici, culturali, architettonici, gastronomici del proprioterritorio.www.festivaldellacucinaitaliana.it

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eventi gustosi

G olosaria (17-19 novembre) è una rassegna di cultura egusto promossa da Club di Papillon. Un evento in cui

si accendono i riflettori sui migliori produttori artigianali d’I-talia, selezionati dal libro Il Golosario di Paolo Massobrio.Questi si danno appuntamento, ogni autunno, a Milano ea Torino e in Primavera nel Monferrato, per mettere inmostra le eccellenze gastronomiche di cui l’Italia è ricca.Paste, sughi, formaggi, salumi, dolci artigianali, birra, cioc-colato accanto alla selezione di 100 migliori vini d'Italia, iTop Hundred.Entrambe le edizioni – di Milano e del Piemonte – salutanoogni anno la nuova GuidaCriticaGolosa dedicata a Pie-monte, Lombardia, Liguria e Valle d’Aosta con le indicazio-ni precise su dove vale la pena fare una sosta per mangia-re, ma anche per acquistare prodotti.Golosaria, in primavera, si trasforma invece in una rassegnaitinerante che ha lo scopo di dimostrare come il gustopossa far vivere, animandolo, un territorio. Edizioni passa-te sono state fatte all’Abbadia di Fiastra, nel comune diTolentino (Macerata), nel castello di Corigliano Calabro(Cosenza), a Novi Ligure dove si è tenuto il primo radunonazionale delle bici da gelato. E poi Acqui Terme con atema il gusto e il benessere, e i castelli del Monferrato incinque edizioni che hanno coinvolto venti location e porta-to sul territorio, in un solo weekend, 40.000 persone. Infi-ne, nel 2010, a Mantova, nella terra dei Gonzaga.

MILANO - TORINO - MONFERRATO

GOLOSARIA, RASSEGNADI CULTURA E GUSTO

L a macchina del tempo non è ancora stata inventata, maci sono molti altri modi per scoprire dal vivo usi e costu-

mi dei nostri antenati, immergendosi nelle atmosfere di untempo. Se siete appassionati di gastronomia o di storia, ovolete regalare ai vostri bambini una giornata indimenticabi-le, il Castello di Gropparello ha pensato a voi. Il 14 ottobre2012 nella roccaforte in provincia di Piacenza sarà possibilecarpire i segreti dei cuochi di un tempo. “Alla Tavola dei re”è un evento dove viandanti e pellegrini fanno un tuffo nellepratiche culinarie della Corte, dall'arrivo dei cibi al castellofino alla preparazione delle pietanze e all’allestimento delletavole imbandite. Si assiste e si vive in questo modo unagrande coreografia, che permette di conoscere da vicino isistemi di approvvigionamento, la preparazione dei cibi, leantiche varietà di frutta e l'allestimento del banchetto neisec. XIII e XIV. Non tutto quello che veniva portato sulle tavo-le dei Re era salutare, però, e infatti il Gran Spenditore è allacontinua ricerca di assaggiatori che abbiano coraggio dimangiare un boccone di prova prima del Re. Durante la visi-ta si incontreranno cortigiane, armigeri, decoratori di corte,pasticceri e macellai, servitori e paggi. Ma attenzione: vi pas-seranno accanto anche ladruncoli e fantasiosi lestofanti, checercheranno di ingannarvi o peggio ancora di corrompervi.Sarà un viaggio tra i colori, i sapori, i profumi e la fantasia.Dopo questo tour gastronomico nel tempo, ci si potrà sede-re al desco di Amelia alla Taverna Medievale, per degustarezuppe, paste fatte a mano. Nel Loco di Ristoro sarà possibi-le acquistare e provare i piatti tradizionali e le prelibatezze dicasa, preparati in occasione della Festa apposta per accom-pagnare gli ospiti golosamente verso l’autunno. Il tutto avràinizio alle ore 10. Il biglietto d’ingresso costa 17,50 euro pergli adulti e 13,50 euro per i bambini e comprende anche lavisita al Castello e al Parco delle Fiabe con avventura incostume per i piccoli.Per informazioni: Castello di GropparelloVia Roma 84, 20025 – Gropparello (PC)Tel. 0523.855814 E-mail: [email protected] web: www.castellodigropparello.it www.castellodigropparello.com

CASTELLO DI GROPPARELLO (PC)

I SEGRETI DELLA CUCINADI CORTE

GiG 23

R iduzione dei consumi, economia di prossimità, respon-sabilità sociale, sviluppo sostenibile, rispetto dell’am-

biente, educazione alimentare e consumo consapevole:ecco il Salone del Gusto e Terra Madre 2012, dal 25 al 29ottobre a Torino, incentrati sul tema “Cibi che cambiano ilmondo”, per “rivoluzionare il paradigma che regola questomondo in crisi a partire dal cibo”, hanno spiegato oggiRoberto Burdese, guida di Slow Food Italia, e Carlo Petrini,presidente internazionale di Slow Food (www.slowfood.it).

TORINO

TORNA IL SALONE DEL GUSTO

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24 GiG

eventi gustosi

IMusei del Cibo della provincia di Parma, un circuito dedica-to ai prodotti tipici del territorio, progetto di qualità per la

conservazione e la promozione di quelle tradizioni enoga-stronomiche che sono ormai patrimonio nazionale, festeg-giano la ‘Giornata mondiale dell’alimentazione’, il prossimo14 ottobre, con una serie di iniziative speciali per dare un con-tributo alla riflessione sul cibo e il suo consumo. Un pro-gramma appositamente ideato per dialogare sia con i più pic-coli che con gli adulti. Tutti i musei saranno aperti dalle 10 alle 18 e l’ingresso saràgratuito, così come gli eventi in programma. Il programma:MUSEO DEL PARMIGIANO – SORAGNADalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 - Ingresso liberoMostra fotografica “Un passato da non dimenticare”. - Gliattrezzi contadini del Podere Argentina negli scatti poetici diRiccardo Nencini. In collaborazione con il Museo della CiviltàContadina di Mauro Parizzi.Alle 16, “Il Parmigiano Reggiano in cucina dal Rinascimentoad oggi”. Un affascinante excursus storico di Mario Zannonisulla fama gastronomica del Parmigiano Reggiano, formag-gio dei re e re dei formaggi. A seguire “Una merenda appe-titosa”. Gli chef insegnano ai bambini a preparare merendesaporite e gustose con prodotti tipici di qualità. In collabora-zione con Alma, la Scuola internazionale di cucina.MUSEO DEL POMODORO – CORTE DI GIAROLA – COL-LECCHIO - Dalle 10 alle 18 - Ingresso libero“Le terre di ieri” - Esposizione nella Corte di antichi attrezziagricoli. In collaborazione con Parco Regionale del Taro eParco Regionale dei Boschi di Carrega. Alle 15 (l’ingresso èlibero ma la prenotazione è obbligatoria) “Scopri un tesoro...al Museo del Pomodoro”. MUSEO DEL SALAME – CASTELLO DI FELINODalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 - Ingresso liberoDalle 15 alle 17 “Al Museo la scienza è servita”. In collabora-zione con Associazione Googol. Una variegata successione diesperimenti scientifici che permettono a bambini e ragazzi(ma anche ai loro genitori) di comprendere i complessi mec-canismi che consentono la trasformazione e conservazionedegli alimenti: dal formaggio, ai salumi, alla conserva dipomodoro, uno sguardo rivelatore “dentro” i nostri sapori.MUSEO DEL PROSCIUTTO – LANGHIRANO Dalle 10 alle 18 - Ingresso liberoDalle 15 alle 17 “Scambia-libro gastronomico”. Hai un librodi cucina che non ti serve più Ne vuoi trovare altri. Puoi scam-biare un libro con un altro libro, gratuitamente, ma sempreall’insegna della gastronomia e del gusto. Il primo Book Cros-sing gastronomico per appassionati e curiosi. Sempre dalle 15alle 17 “Al Museo la scienza è servita”. In collaborazione conAssociazione Googol. Una variegata successione di esperi-menti scientifici che permettono a bambini e ragazzi (maanche ai loro genitori) di comprendere i complessi meccani-smi che permettono la trasformazione e conservazione deglialimenti: dal formaggio, ai salumi, alla conserva di pomodo-ro, uno sguardo rivelatore “dentro” i nostri sapori. Alle 16Emanuele Gabardi (docente di Pubblicità turistica all’Univer-sità di Milano Bicocca): “Il Prosciutto di Parma e la pubblicità:una storia di buona televisione”. Un viaggio tra le storichepubblicità del “re dei salumi” con proiezione di vecchi filma-ti, dagli anni Sessanta ad oggi. In collaborazione con Consor-zio del Prosciutto di Parma.

MUSEI DEL CIBO DELLA PROVINCIA DI PARMA

GIORNATA MONDIALEDELL’ALIMENTAZIONE

T orna per il quinto anno consecutivo Festivol, il consuetoappuntamento organizzato dal Comune di Trevi, con il

contributo della Regione Umbria, per celebrare l’olio nuovoe la prima spremitura.Il centro storico della città sarà, anche quest’anno, palco-scenico di eventi e di appuntamenti gastronomici che, perun intero week end, avranno come unico protagonista l’oroverde.Degustazioni, frantoi aperti, mostra mercato dell’olio extra-vergine di oliva di Trevi, mercato dei presidi Slow Food d’Ita-lia, tra cui l’immancabile Sedano nero delle Canapine diTrevi, bruschette in piazza, ma anche tanti eventi collaterali,dalle mostre ai concerti per le strade, dal trekking urbano enaturalistico a piedi, a cavallo e con i muli, alle visite guida-te per la città con scenografie d’eccezione come Villa Fabbrie il centro storico cittadino.Anche in questa edizione, grazie all’iniziativa“Palazzi&Gusti” e “Taverne&Gusti”, l’olio extravergine dioliva di Trevi e i presidi Slow Food potranno essere degusta-ti, in abbinamento a momenti musicali, attraverso percorsiitineranti tra gli incantevoli palazzi nobiliari del centro stori-co Trevi e nelle taverne di Trevi.Con i “Ristori dei Presidi” ogni ristoratore di Trevi proporràmenù e variazioni gastronomiche particolarissime a base deiprodotti Slow Food dell’Umbria, della Toscana, regione ospi-te di quest’anno e delle altre regioni presenti nelle scorseedizioni: Abruzzo, Campania, Lazio e Trentino Alto Adige.Un week end, dunque, ricco di appuntamenti, che acco-glierà i tanti visitatori che saliranno a Trevi alla scoperta deisapori e dei saperi di questa terra.

TREVI

FESTIVOL

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