Trotsky e i Trotskisti

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    "Prima e perfino dopo la rivoluzione di febbraio, gli elementi rivoluzionari non si consideravano in lotta per il potere ma

    come l'opposizione di estrema sinistra" (5).

    La lotta per l'indipendenza politica del proletariato, il rifiuto della pace sociale, condizione necessaria per la lotta di

    classe del proletariato, erano cos nel 1914-1918 il compito prioritario, in ultima analisi decisivo:

    "L'attenzione dell'ala rivoluzionaria era concentrata sulla questione della difesa della patria capitalista. I rivoluzionari,

    ovviamente, rispondevano negativamente a tale questione. Era del tutto corretto. Ma se questa risposta negativa

    serviva come base per la propaganda e la formazione dei quadri, essa non poteva conquistare le masse che non

    volevano alcun conquistatore straniero". [corsivo dall'autore] (6).

    Ricordando che i bolscevichi riuscirono a conquistare la maggioranza della classe operaia e del popolo nello spazio di

    otto mesi, Trotsky sottolinea che tale conquista non era dovuta a posizioni negative di rifiuto ma alle aspirazioni delle

    masse a cui i bolscevichi avevano saputo fornire una risposta positiva:

    "Il ruolo decisivo in questa conquista non fu svolto dal rifiuto di difendere la patria borghese ma dalla parola d'ordine

    "Tutto il potere ai soviet". E solamente da questa parola d'ordine rivoluzionaria! La critica dell'imperialismo, del suo

    militarismo, la rinuncia alla difesa della democrazia borghese ecc. non avrebbero potuto mai conquistare l'immensa

    maggioranza del popolo ai bolscevichi" (7).

    La differenza tra la prima e la seconda guerra mondiale individuata da Trotsky sia nella situazione obiettiva,

    l'aggravamento della crisi del capitalismo, sia nell'esperienza mondiale accumulata dalla classe operaia: questi due

    fattori mettono all'ordine del giorno, attraverso le sofferenze e la miseria della guerra, la presa del potere da parte della

    classe operaia. Trotsky categorico:

    "E' questa la prospettiva che deve fondare la nostra agitazione. Non si tratta semplicemente di prendere posizione sul

    militarismo capitalista e sul rifiuto di difendere lo Stato borghese, ma della preparazione diretta per la presa del potere

    e la difesa della patria socialista" (8)

    In realt, quando Trotsky fu colpito a morte il 20 agosto 1940, gli elementi essenziali della seconda fase della seconda

    guerra mondiale erano appena emersi dopo la disfatta dell'esercito francese "non un semplice episodio" , scrive

    Trotsky, ma un capitolo integrante della catastrofe europea. In alcune note sulla guerra e sull'URSS redatte nella

    primavera del 1940 (tomo 23 delle Oeuvres) e in interviste ed articoli, soprattutto il frammento "Bonapartismo,

    fascismo e guerra" (tomo 24), si trovano gli elementi che ci permettono di cogliere a grandi linee l'immagine che Trotsky

    si stava forgiando della guerra appena iniziata ed al contempo le linee di sviluppo della rivoluzione che si sarebbe

    prodotta.

    Daniel Guerin lo aveva sottolineato con enfasi. L'idea che Trotsky si forma nel 1940 del prosieguo della guerra

    straordinariamente esatta e precisa. Quando uomini che gli sono stati molto vicini sembrano rassegnarsi a decenni di

    Europa "bruna", egli prevede con sobriet e sicurezza la guerra tra la Germania e gli USA, "per l'egemonia mondiale",

    ma anche il carattere effimero del patto di non aggressione e la successiva alleanza tra l'URSS e le "democrazie", la

    direzione dell'espansione giapponese che avrebbe posticipato uno scontro diretto con l'URSS ed altri elementi non

    riconosciuti nemmeno ora da strateghi e commentatori prestigiosi. Daniel Guerin ha ben capito tutto questo. Si per

    impedito di cogliere il cuore della politica di Trotsky riducendo le analisi appena abbozzate ed in particolare la sua

    previsione del movimento rivoluzionario durante la guerra a quella che lui chiama "l'ardente convinzione soggettiva [di

    Trotsky] che questa guerra si sarebbe conclusa con la vittoria della rivoluzione mondiale", "osservazione inesatta", scrive

    Guerin, "sulla quale l'ultra-lucido si sbagliava". E' cos che l'analisi svolta da Guerin ed alcuni suoi tagli, senz'altro

    involontari, risultano nel caratterizzare Trotsky come il profeta, o perfino il mago di strategia militare, facendo

    scomparire la sua prospettiva rivoluzionaria. Immagine distorta perch Guerin non condivide le previsioni di Trotsky sul

    cammino della rivoluzione! Nonostante ci, siamo giusti: su questo terreno Trotsky ha solamente intravisto ed indicato

    future linee di sviluppo. Non ha n spiegato n approfondito. I difensori della concezione "arcaica" intesa come una

    ortodossia hanno solitamente ignorato queste indicazioni e alcune reazioni alle analisi di Guerin lo provano

    continuano ad ignorarle, quando si voltano indietro per giudicare questo blocco di storia che oggi per loro questa

    guerra.

    Per ci in questo articolo vorrei cercare innanzitutto di delineare le idee centrali di Trotsky sulla seconda guerra

    mondiale. Un'analisi che, lo sottolineo, copre tanto gli aspetti essenziali del conflitto quanto alcuni dell'immediato

    anteguerra che noi non tratteremo ad esempio, le analisi delle trasformazioni operate dalla burocrazia in Polonia e da

    essa sognate in Finlandia nel 1939, pietre angolari di una teoria sulla costituzione degli Stati burocratizzati satelliti nella

    sfera d'interesse dell'URSS. Questi tesi si trovano nel dibattito interno del SWP del periodo 1939-1940 sulla "natura

    dell'URSS".

    Trotsky ha visto che cosa sarebbe diventata l'Europa bruna, sotto lo stivale nazista, non per mille anni, diceva con

    fiducia, ma per dieci al massimo. Egli ha soprattutto preso atto del significato che rivestivano per le masse operaie

    d'Europa le conquiste inaudite realizzate dall'esercito tedesco sotto la direzione dei nazisti:

    "Le masse operaie hanno per Hitler un odio sentimentale mescolato a sentimenti di classe confusi: esse odiano i briganti

    vittoriosi" (9).

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    E' questo, secondo Trotsky, l'aspetto positivo su cui fare leva negli USA nel lavoro di preparazione rivoluzionaria; a

    partire dalla constatazione di questo movimento inevitabile delle masse che egli sviluppa davanti ai suoi compagni del

    SWP, un po' perplessi, l'idea che bisogna rivendicare nell'esercito ufficiali operai, esigere la formazione militare sotto

    controllo sindacale, prevedere forme nuove del lavoro politico in una societ militarizzata. Queste rivendicazioni di

    militarizzazione e di controllo l'indipendenza politica attraverso le armi vanno di pari passo con la parola d'ordine

    agitativa: "Noi vogliamo lottare contro il fascismo ma non "alla Petain"". Gli interpreti "ortodossi" del pensiero di

    Trotsky di solito vi hanno scorto una mera questione di tattica, una finta, un artificio destinato a smascherare la

    borghesia e teso a dimostrare che essa in realt teme di pi la classe operaia che i fascisti interni od esterni. Questa

    argomentazione non sta in piedi davanti ad un esame serio: come conciliare, anche sul piano astratto, la formula "non

    alla Petain" con una certa concezione "volgare" del disfattismo che non fu mai quella di Trotsky?

    C' di pi. Nelle discussioni con i suoi compagni del SWP, Trotsky non esita a porre il problema della "militarizzazione del

    partito", a prendere le distanze bruscamente dagli approcci "pacifisti" che egli condanna risolutamente, a proclamare

    inoltre la necessit per i suoi compagni e per tutti i rivoluzionari di divenire "militaristi" precisa "militaristi socialisti

    rivoluzionari proletari" (10. I rivoluzionari devono farsi "militaristi" perch la prospettiva dell'umanit quella della

    societ militarizzata e della lotta armata. I socialisti rivoluzionari proletari devono diventare militaristi perch il futuro

    dell'umanit si giocher con le armi alla mano, perch l'umanit entrata nella seconda guerra mondiale, perch essi

    devono prepararsi a contendere presto il potere alla classe nemica con le armi alla mano e non possono prepararsi a

    questo compito che stando l dove sono le masse. Questa la convinzione di Trotsky.

    Essa si basa su una previsione concreta del movimento delle masse, in primo luogo in Europea. In un articolo del 30

    giugno 1940, Trotsky gi delinea per l'Europa una prospettiva di sviluppo che passa per il sollevamento di massa contro

    l'occupante. Egli scrive:

    "Nei paesi sconfitti, la situazione delle masse peggiorer in misura estrema. All'oppressione sociale si aggiunta quella

    nazionale, che grava specialmente sugli operai. Di tutte le forme di dittatura, la dittatura totalitaria esercitata da un

    conquistatore straniero la meno tollerabile" (11).

    Possiamo dubitare del fatto che Trotsky metta i rivoluzionari nel campo di quelli che sono oppressi socialmente e

    nazionalmente, di quelli che giudicano "intollerabile" la "dittatura militare" di un "conquistatore straniero"?

    Consapevole che i nazisti cercheranno di sfruttare l'apparato industriale e le risorse naturali dei paesi occupati e sconfitti

    e che questo supersfruttamento sar sinonimo di pauperizzazione, il rivoluzionario russo prevede una resistenza operaia

    e contadina e commenta:

    "E' impossibile piazzare un soldato armato di fucile accanto ad ogni operaio e contadino polacco, norvegese, danese,

    olandese, francese" (12).

    Per Trotsky il dominio hitleriano dell'Europa provocher un sollevamento generalizzato delle popolazioni:

    "Possiamo aspettarci con certezza la rapida trasformazione di tutti i paesi conquistati in polveriere. Il pericolo

    piuttosto che le esplosioni sociali si producano troppo presto, senza una preparazione sufficiente, e conducano a

    sconfitte isolate. E' per impossibile prospettare una rivoluzione europea e mondiale senza mettere in conto sconfitte

    parziali di questo tipo" (13).

    La minaccia che grava su Hitler la "rivoluzione proletaria in tutte le regioni d'Europa". Trotsky prevede

    "l'impoverimento e la pauperizzazione delle masse lavoratrici [], i loro tentativi di resistenza e di protesta, all'inizio

    nascosti, poi sempre pi aperti ed audaci", contro i quali gli eserciti d'occupazione dovranno agire come "pacificatori" e

    oppressori, cosa che produrr demoralizzazione e, a termine, decomposizione (14).

    Davanti alla commissione Dewey a Coyoacan, Trotsky aveva distinto l'approccio da mantenere in un paese imperialista

    in guerra contro l'URSS ed in un paese imperialista alleato all'Unione Sovietica (15). Nel primo caso, l'obiettivo

    immediato la disorganizzazione di tutto l'apparato, in primo luogo militare. Nel secondo, l'opposizione politica alla

    borghesia, la preparazione della rivoluzione proletaria. Con l'attacco all'URSS della Wehrmacht, altrettanto chiaro che,

    in tutta l'Europa occupata, alla resistenza armata contro l'oppressione nazionale e sociale si aggiunge la necessit di

    disorganizzare e colpire la macchina militare tedesca, cosa che implica in buona misura la lotta armata.

    Per comprendere almeno alcuni aspetti della critica che noi abbiamo chiamato "ortodossa", possiamo qui ricordare che

    nel 1937 Vereeken e alcuni suoi seguaci avevano accusato Trotsky di rinnegare i principi abbandonando, in caso di

    guerra, il "disfattismo" in un paese alleato all'URSS, sotto il pretesto della "difesa dell'URSS". Si trova sostanzialmente la

    stessa impostazione nella critica fatta dallo spagnolo Grandizo Munis alla politica difensiva di Cannon e del SWP al

    processo di Minneapolis. La storia politica della Quarta Internazionale durante la seconda guerra mondiale far

    certamente apparire la forza della corrente settaria e conservatrice che, sotto una fraseologia ortodossa, confinava

    talvolta con posizioni pacifiste, considerando la lotta armata, di per se stessa, come una partecipazione alla belligeranza,

    all'unit nazionale e ad una "accettazione" della guerra.

    E' beninteso escluso pensare che la politica di Trotsky tradisse l'influenza del suo "patriottismo sovietico": si

    sufficientemente spiegato sulla "difesa dell'URSS" perch si possa prendere sul serio una tale interpretazione. Nella sua

    analisi e nelle sue parole d'ordine non esiste una qualsiasi concessione al social-patriottismo o alla difesa nazionale in un

    paese imperialista. Semplicemente, come afferma con vigore: "Ogni confusione coi pacifisti mille volte pi pericolosa

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    che una confusione temporanea coi militaristi borghesi". Il Manifesto della conferenza d'allarme della IV Internazionale

    del maggio 1940 proprio, come ha sottolineato Guerin, "questo testo di grande effetto, che esprime con forza e

    convinzione gli assi fondamentali dell'internazionalismo proletario" (16). La sua conclusione, seguente all'appello agli

    operai di imparare le "arti militari", non lascia dubbi a tal riguardo:

    "Al tempo stesso non dimentichiamo per un solo istante che questa guerra non la nostra guerra []. La Quarta

    Internazionale basa la sua politica non sulle sorti militari degli stati capitalisti ma sulla trasformazione della guerra

    imperialista mondiale in guerra civile degli operai contro i capitalisti, sul rovesciamento delle classi dominanti di tutti i

    paesi, sulla rivoluzione socialista mondiale" (17).

    La questione centrale quindi senz'altro quella della rivoluzione, della forma che rivestir il movimento rivoluzionario

    causato dalla guerra e la crisi del mondo capitalista che essa esprime ed acutizza allo stesso tempo e che crea le

    condizioni della lotta dei lavoratori per il potere. E questa lotta, nel corso di una guerra e nel contesto di una

    militarizzazione della societ, non pu essere immaginata, eccezion fatta per sognatori incorreggibili o settari, nella

    forma che non sia, in larga misura, quella di una lotta di classe armata, di una guerra di classe. La nuova arena, dove

    bisogner sgominare i militaristi, esige la militarizzazione dei lavoratori e dei rivoluzionari.

    Alcune osservazioni si impongono a chi voglia verificare nello svolgimento concreto della guerra le prospettive elaborate

    da Trotsky nel 1940. In primo luogo, i vari partiti comunisti, a causa della linea di "difesa dell'URSS" che li ha trasformati

    dal 1941 in "attivisti della Resistenza", hanno spesso potuto imporre un'immagine che gli concede il monopolio della

    lotta armata con la quale si sforzano a posteriori di identificare la loro politica. Nonostante ci, a partire da un certo

    livello di sviluppo della lotta armata, la difesa dell'URSS quale essa concepita a Mosca non si articola pi con

    operazioni di sabotaggio o partigiane contro la macchina bellica tedesca. Questa difesa dell'URSS diviene una lotta

    politica, diretta od indiretta e, se necessario, una repressione poliziesca contro lo stesso movimento delle masse quando

    questo quasi sempre cos minaccia di compromettere gli accordi tra l'URSS ed i suoi alleati e di rimettere in

    questione la ripartizione delle sfere di interesse o, ancora pi grave, di scatenare una rivoluzione che Stalin, Roosevelt e

    Churchill temono quanto Hitler e che essi sono pronti a schiacciare se Hitler non se ne incaricato prima di loro.

    Tutta l'Europa ha subito l'occupazione tedesca e, a livelli diversi, non solo l'oppressione nazionale che subisce ogni paese

    occupato da un esercito straniero ma anche il saccheggio sistematico che ha sprofondato pi paesi nella carestia e tutti

    nella miseria. Cos si sono riunite le condizioni per un'ascesa rivoluzionaria che si manifestata innanzitutto e con pi

    forza negli anelli deboli della catena imperialista in Europa. Davanti a questo rischio, le valvole di sicurezza messe in

    campo dall'apparato stalinista non hanno potuto avere la stessa efficacia, in funzione dei precedenti rapporti tra partiti

    e masse, ovvero di circostanze storiche d'ordine accidentale. Il movimento di massa, per, si sviluppa attraverso le sue

    contraddizioni.

    Noi cercheremo di analizzare quale verifica generale delle prospettive di Trotsky possa essere trovata nel caso in cui la

    rivoluzione andata pi avanti possibile da sola, per il suo proprio impeto, con un movimento di massa che ha

    scavalcato i limiti imposti dal partito comunista, prima di rifluire sotto i colpi della repressione ed in assenza di una

    direzione alternativa a quella che la abbandonava a questa repressione nel momento del crollo dell'imperialismo

    tedesco. In questo senso l'esempio greco ci sembra essere uno dei pi utili.

    Tenteremo di verificare le concezioni di Trotsky sulla seconda guerra mondiale attraverso due casi concreti: uno meno

    conosciuto, la rivolta dei soldati e dei marinai dell'esercito greco del Medio Oriente, e la resistenza armata in Grecia

    schiacciata dall'esercito britannico su ordine personale di Winston Churchill che vi denunciava ci che chiamava "il

    trotskismo aperto e trionfante".

    Una delle particolarit della Greciache si ritrova anche in due paesi vicini, l'Italia e la Yugoslavia che essa era prima

    della guerra, dopo il 1936, piazzata sotto il dominio del "regime del 4 agosto", la sanguinaria dittatura militar-fascista del

    generale Metaxas e del re Giorgio II che aveva colpito con durezza il movimento operaio, imprigionando o confinando

    nelle isole i suoi dirigenti e quadri, spingendo il partito comunista greco in una clandestinit precaria che rendeva deboli

    e intermittenti i suoi legami col "centro" di Mosca. Come i compagni della vicina Yugoslavia, i comunisti greci non

    "capiscono" da soli che, morto Metaxas, i suoi successori e boia sono diventati alleati democratici e la restaurazione

    della monarchia un obiettivo della lotta per l'emancipazione dell'umanit! E' cos che, all'indomani dell'invasione

    tedesca, il PC greco lancia la parola d'ordine dell'Assemblea Costituente, aprendo con ci stesso la questione

    monarchica perch il re, rifugiato in Gran Bretagna, protetto da Winston Churchill: ci pone da subito un ostacolo

    enorme sul cammino dell'"unione" tra la resistenza all'interno e l'esilio, politica dettata dall'Internazionale Comunista al

    PC greco. Quando nel 1942 il PC greco si decide ad impegnarsi per controllare e centralizzare l'azione dei partigiani che

    si sviluppa, le armi alla mano, sulle montagne ma anche nei sobborghi delle citt, le comunicazioni diventano difficili,

    non soltanto tra Mosca ed i dirigenti nazionali, ma anche tra questi ultimi ed i capi dei combattenti, gli andartes, questi

    Kapetanios che, sul campo, hanno dato per primi l'esempio cedendo alle pressioni dei contadini poveri e soddisfacendo

    le loro rivendicazioni, cosa che li ha resi "pesci che nuotano nell'acqua".

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    La resistenza greca, quella del proletariato, della piccola borghesia, dei contadini, non stata promossa da alcun ordine

    di apparato. E' al di fuori di ogni contesto organizzato che si realizzata, nella notte tra il 30 ed il 31 maggio 1941, per

    opera di due studenti, la scalata dell'Acropoli per strappare la croce celtica, "azione di una audacia folle e di una

    generosit meravigliosa", scrive Andreas Kedros, per il quale essa divent "il simbolo dell'insubordinazione greca" (18).

    E' pi o meno nello stesso periodo, dopo la sconfitta dell'esercito regolare, disfatta spesso organizzata o provocata dagli

    ufficiali, che le prime bande fanno la loro comparsa nelle campagne, equipaggiate dei fucili e delle munizioni recuperate

    in ingenti quantit sui campi di battaglia e le vie della ritirata. In questo paese con una forte tradizione di lotte agrarie,

    dove il bandito stato lungamente considerato liberatore e difensore beneamato dei poveri, il villaggio, osserva sempre

    Andreas Kedros, "secerne i gruppi armati come antidoto ai soprusi ed alla miseria" (19) che l'occupazione moltiplica. Si

    osserva un po' ovunque la formazione di gruppi minuscoli dai nomi diversi da "societ mista" a "gruppi d'assalto"

    attorno a uomini che si organizzano spontaneamente e sono riconosciuti come capi, giovani dal temperamento

    combattivo o militanti di lunga data evasi dai campi di concentramento di Metaxas durante la dbacle dell'esercito.

    Tuttavia, la preoccupazione principale della direzione del PC greco non quella di organizzare, centralizzare e sviluppare

    l'attivit di questi gruppi. Ligia agli ordini di Mosca, essa si fissata come obiettivo prioritario la costituzione di un

    "fronte nazionale" contro l'occupante ovvero, per il momento, un blocco con tutte le altre formazioni politiche del

    paese. Il PCG per non raggiunge tale risultato, soprattutto perch non ha, malgrado la sua buona volont, rettificato

    tempestivamente il tiro sulla "questione reale" punto ultrasensibile per la sua base, ma anche per le forze politiche

    legate alla borghesia ed ai proprietari terrieri, i quali n vogliono n possono rompere con la monarchia ed il suo

    "protettore" britannico.

    L'EAM Fronte di Liberazione Nazionale fondato nel settembre 1941 ma si tratta solamente di un'organizzazione

    che porta tale nome e non il fronte nazionale auspicato: a fianco del PCG si sono schierati soltanto minuscole formazioni

    socialiste, due organizzazioni "democratiche" altrettanto trascurabili, ed i sindacati. Tuttavia, l'EAM rifiuta una base che

    non sia nazionale, rifiuta di mirare alla liberazione "sociale", si indirizza alla "nazione" senza distinzione di classi,

    enfatizza le adesioni provenienti da elementi della classe dominante, fa silenzio sulle rivendicazioni operaie.

    Questa volont di mantenere la nazione unita contro l'invasore quando essa nei fatti non lo , di imbrigliare le spinte

    di classe dell'opposizione popolare all'occupante ed ai suoi collaboratori della borghesia greca, non riesce tuttavia ad

    impedire ai lavoratori ed agli strati pi poveri di utilizzare istintivamente il quadro organizzativo predisposto per fare

    avanzare le loro rivendicazioni: l'afflusso di combattenti d un carattere di classe a questo EAM che si sforza di rifiutarlo

    con altrettanta fermezza. Sono dei lavoratori a manifestare a migliaia per il primo anniversario dell'attacco italiano del

    18 ottobre 1941. In dicembre, gli studenti prendono il testimone. Il 26 gennaio 1942, poi il 17 marzo, una categoria di

    poveri particolarmente miserabile, i mutilati di guerra, che manifesta in piazza, aiutata dalle militanti clandestine

    dell'EAM vestite da infermiere. L'organizzazione si estende e si perfeziona. Il 15 marzo 1942, manifestazioni con

    rivendicazioni economiche in numerose citt, tra cui Atene, sono seguite da scioperi: quello dei 40mila funzionari - nella

    direzione del quale si trovano militanti trotskisti - dal 12 al 21 aprile, poi quello di operai di una fabbrica di fertilizzanti in

    agosto al Pireo. Nell'intervallo, i contadini del Peloponneso hanno tenuto una serie di manifestazioni ben riuscite. Il

    popolo greco rosso, le masse dei settori pi oppressi si mettono in movimento, ed perci che il PCG si risolve ad

    inviare un manipolo di militanti per organizzare i partigiani, gli andartes, nel quadro dell'Armata Nazionale di Liberazione

    del Popolo, le unit militari dell'ELAS, braccio militare dell'EAM.

    Un rapporto dell'Abwehr del novembre 1942 segnala l'esistenza nel paese di intere province "in mano alle bande" che

    giustiziano i traditori, distribuiscono il grano che prelevano dagli ammassi obbligatori, incitano i contadini a scegliere

    liberamente le loro autorit politiche e a discutere democraticamente di tutti i loro problemi. La lotta degli andartes

    diventa, per la dinamica delle cose ed all'infuori della volont dei loro responsabili politici, un fattore della guerra di

    classe nelle campagne, probabilmente pi sociale che nazionale, bench anche i partigiani del celebre Aris Velouchiotis

    prendano parte a spettacolari operazioni di sabotaggio delle vie di comunicazione e dei mezzi di trasporto che

    disorganizzano la macchina bellica tedesca.

    Non possiamo affrontare qui una storia dei movimenti di massa in Grecia. Il 22 dicembre 1942, 40mila lavoratori

    scendono in sciopero. Le manifestazioni e gli scioperi scatenati dall'annuncio dell'introduzione del servizio di lavoro

    obbligatorio in Germania, che si sviluppano dal 24 febbraio al 5 marzo, ottengono il risultato, unico in Europa, del ritiro

    da parte dei tedeschi del progetto sul lavoro obbligatorio. Nel 1943 la lotta armata non riguarda pi solamente piccoli

    gruppi ma autentiche unit militari il cui arrivo in una regione, punto di partenza dell'allargamento delle "zone liberate",

    si combina con un autentico "sollevamento di massa" del "popolo in armi": A. Kedros conferma: "La resistenza armata

    riguarda tutta la popolazione". Nelle citt, i movimenti di massa si ergono indomabili: sciopero generale ad Atene, il 25

    giugno 1943, contro delle esecuzioni di ostaggi da parte dell'occupante. Lo sciopero dei tranvieri, partito il 12, aveva

    causato la condanna a morte di 50 lavoratori dei tram che lo sciopero generale salva dal plotone d'esecuzione. Nel 1944,

    non soltanto ampie zone rurali sono state liberate ma le forze armate tedesche sono assediate anche nelle citt che

    abbandonano solo in convogli blindati. Nella periferia rossa di Atene i quartieri operai sono altrettanti bastioni del

    popolo in armi.

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    Durante questo periodo, i dirigenti del PCG che controllano l'EAM e l'ELAS continuano a sostenere che di voler portare

    avanti una politica puramente nazionale priva di ogni carattere di classe. Non il punto di vista del governo greco in

    esilio protetto da Churchill. Dal 1942, alcuni elementi del corpo ufficiali questo "ultimo bastione dello Stato", diceva

    Churchill al tempo di Franco raggruppati nell'organizzazione Khi de Grivas, Pan, Gerarchia militare, gli Zervas ed i

    Dentiris legati ai servizi segreti di Metaxas, organizzano il contrattacco tentando di formare "bande nazionali", orientati

    pi alla lotta contro i "banditi comunisti" che contro l'occupante. Si tratta di fabbricare dal nulla dei "Mikhailovic greci" -

    sull'esempio di questo colonnello serbo che dirige i cetnici, ministro del re in esilio e combatte con le armi i partigiani

    di Tito. Il denaro non manca e nemmeno il materiale: si vogliono creare dei gruppi nuovi ma si spera anche di poter

    strappare alcuni quadri all'ELAS, tanto sprovvista materialmente che l'operazione sembra destinata al successo. Uno dei

    capi del SOE britannico in Grecia, Eddie Myers, fornisce a tale proposito nelle sue memorie un documento che conferma

    l'analisi di Trotsky e mostra la lucidit di quel campione dell'ordine sociale che era Winston Churchill, stratega della lotta

    di classe vista dall'altra parte della trincea. A partire dall'aprile 1943 i suoi superiori gli hanno fatto sapere:

    "Le autorit del Cairo ritengono che dopo la liberazione della Grecia la guerra civile praticamente inevitabile" (20).

    Il movimento di massa che gonfia l'EAM e l'ELAS, la lotta che si fa strada aprendo solchi tra le classi, spazza via queste

    iniziative e non cessa di rinforzarsi, tanto che il colonnello Saraphis, ufficiale democratico investito del ruolo di

    "Mikhailovic greco" decide di aggregarsi all'ELAS di cui apprezza l'efficacia e la rappresentativit! La capitolazione

    italiana fa cadere nelle mani degli andartes e dei loro collaboratori in civile pi armi da guerra di quante potrebbero

    paracadutarne gli alleati messi assieme.

    Il 1943 in questo senso l'anno cruciale. Il politico Ioannis Rallis, di cui perfino i tedeschi sanno che in contatto con

    agenti dei servizi segreti britannici, diventa il primo ministro della Grecia occupata (21). La classe dominante prepara

    attivamente e coscientemente la trasformazione della guerra nazionale in guerra civile: ad Atene ci sono i Battaglioni di

    sicurezza, un corpo di sinistra memoria, al Cairo la Brigata della Montagna, l'uno e l'altro concepiti per schiacciare il

    movimento popolare. D'altro lato, il PCG si mostra ancora di pi tenace sostenitore di una politica di collaborazione con

    le "bande nazionali" e di una "tolleranza" il cui senso la rinuncia ai metodi di classe, preparandosi d'altra parte a

    scontri con chi sta alla sua sinistra. Nel marzo 1943, malgrado i pericoli di una tale operazione, Aris Velouchiotis

    richiamato ad Atene dalla sua montagna di Rumelia ed seriamente redarguito. In occasione dello scioglimento

    dell'Internazionale Comunista nel maggio 1943, il PCG ha sostenuto una linea da cui non devier pi:

    "Il PCG sostiene con tutti i mezzi la lotta per la liberazione nazionale e far tutto ci che in suo potere perch tutte le

    forze patriottiche siano raggruppate nell'indistruttibile fronte nazionale che mobiliter il popolo tutto intero per

    scuotere il giogo straniero ed ottenere la liberazione nazionale al fianco dei nostri grandi Alleati" (22).

    Esso forma al contempo la sua polizia politica, l'OPLA, composta di assassini selezionati, che utilizzer per colpire i

    "trotskysti" ed i suoi "estremisti" pi che i "collaborazionisti".

    La linea degli uni e degli altri viene messa una prima volta alla prova durante l'ammutinamento dell'esercito d'Egitto,

    una vicenda conosciuta tuttora molto poco che ci sembra suscettibile di alimentare la discussione sulla "politica

    militare" di Trotsky. La vicenda si svolge in quella che possiamo chiamare, per analogia, la "Grecia libera": dopo la

    sconfitta dell'aprile 1941 ci significa i resti dell'esercito e della flotta, alti funzionari, ministri ed il "governo in esilio" di

    re Giorgio II. I grandi personaggi ed in particolare i capi militari sono gerarchi del regime dittatorial-fascista del generale

    Metaxas - ed il popolo pensa che proprio per questa ragione lo hanno "tradito" davanti all'invasore nazista. Nonostante

    ci, come osserva Dominique Eudes, "a fianco del circolo di ufficiali e politici della cricca monarchica, si costituisce in

    Egitto l'embrione di un nuovo esercito greco" (23): fuggiaschi di unit militari evacuate via mare, volontari che,

    scontando mille difficolt, hanno raggiunto l'Egitto individualmente, membri di equipaggi di navi da commercio o da

    guerra che hanno scelto di fermarsi ad Alessandria. Siamo chiaramente davanti a uomini che vogliono battersi "contro il

    fascismo", per "la libert e la democrazia", come viene assicurato dal nuovo capo "liberale" del governo. Lo scontro

    cos inevitabile tra i 20mila uomini venuti a combattere e la cricca monarchica, preoccupata innanzitutto, come

    Churchill, di "salvare la Grecia dal comunismo".

    Nell'ottobre 1941 si crea all'interno dell'esercito greco del Medio Oriente l'organizzazione clandestina ASO

    (Organizzazione militare antifascista) i cui obiettivi sono semplici, perfino semplicistici: invio delle unit greche al fronte,

    lotta in Grecia a fianco della Resistenza, rifiuto dell'infiltrazione dell'esercito del Cairo da parte degli ufficiali metaxisti

    che vogliono restaurare in Grecia il vecchio regime alla fine della guerra. La pressione dei quadri metaxisti organizzata

    sotto la forma di "dimissioni" di massa per ottenere la revoca di quadri considerati vicini all'ASO. Gli ufficiali dimissionari

    della seconda Brigata sono arrestati e sostituiti. Malgrado le minacce, gli ammutinati resistono e la prima Brigata si

    solidarizza con loro. Il governo cede e accetta l'allontanamento degli ufficiali metaxisti per evitare problemi troppo

    importanti in un momento difficile e, soprattutto, per preparare la mossa successiva. Nei mesi seguenti, direttive militari

    permettono di smembrare le unit, di punire i ribelli con sanzioni disciplinari ed infine di schedare gli elementi sovversivi

    riportando ai posti di comando gli ufficiali temporaneamente allontanati.

    Il secondo ammutinamento pi grave ed altrettanto significativo. Le rivendicazioni dei militari suscitate dall'ASO sono

    senz'altro pi politiche che nel 1943. Sotto la pressione della truppa, all'indomani della costituzione in Grecia del PEEA,

    vero e proprio governo provvisorio della Resistenza greca, il comitato di coordinamento interarma presenta una

  • 8/13/2019 Trotsky e i Trotskisti

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    petizione, firmata dalla maggioranza dei militari greci, che rivendica la formazione di un autentico governo di "unione

    nazionale" basato sulle proposte del PEEA. L'iniziativa non proviene n dall'EAM-ELAS n dalla Grecia, ma

    semplicemente dall'idea che i soldati si fanno della situazione nel loro paese e delle condizioni in cui potrebbero

    "veramente" lottare contro il fascismo.

    Lo stesso giorno, il 31 marzo, i delegati dei soldati e del comitato misto chiedono di essere ricevuti con la loro petizione

    all'ambasciata dell'URSS. L'ambasciatore gli chiude la porta. La loro azione trover eco e promesse di sostegno

    solamente dalla sinistra laburista in Gran Bretagna; in Egitto, al contrario, essi godono della simpatia della popolazione

    egiziana, da sempre molto vicina ai lavoratori greci. Riunioni e manifestazioni si susseguono ad Alessandria ed al Cairo. A

    partire dal 4 aprile, la polizia egiziana interviene al fianco del governo in esilio e dei Britannici, arrestando una

    cinquantina di militanti operai, dirigenti sindacali e soprattutto responsabili dei marinai greci. L'alto commando

    britannico, da parte sua, disarma due reggimenti, invia 280 "agitatori" in un campo di concentramento e poi, il 5,

    disarma l'unit allegata al comando greco del Cairo internando gli ammutinati.

    Questi ultimi sono con le spalle al muro. La prima Brigata arresta gli ufficiali metaxisti, riorganizza il comando e rifiuta di

    consegnare le armi, consapevole dei rischi di internamento. Dopo il movimento si allarga alla marina da guerra, il

    cacciatorpediniere Pindos, poi l'incrociatore Averof, l'Ajax e molti altri. Gli equipaggi ammutinati eleggono un "comitato

    misto di ufficiali e soldati" che prende il comando. L'ambasciatore britannico presso il governo greco del Cairo telegrafa

    a Churchill:

    "Ci che succede qui tra i Greci non n pi n meno che un rivoluzione". (24)

    La repressione organizzata sotto il controllo diretto e personale di Churchill. L'arrivo al Cairo di re Giorgio II un

    simbolo quanto una provocazione; l'appoggio dei giovani egiziani agli ammutinati una promessa densa di futuro. Il 13,

    l'ammiraglio Cunningham proclama di essere deciso a "stroncare le rivolta con la forza" e, all'occorrenza, a colare a

    picco le navi greche nella stessa rada di Alessandria. Le unit terrestri ammutinate sono circondate, senz'acqua e

    affamate. Il 22, un colpo di mano organizzato da un vecchio gerarca metaxista, l'ammiraglio Vulgaris, prende il controllo

    dell'Ajax; le altre navi cedono di fronte ai cannoni britannici; il generale Paget lancia i suoi carri contro la prima brigata

    che a sua volta capitola. In pochi giorni, circa 20mila volontari greci dell'esercito del Medio Oriente si ritrovano nei

    campi di concentramento dell'Eritrea e della Libia. (25)

    L'esercito greco del Medio Oriente non esiste pi. La situazione ormai matura per creare al suo posto truppe d'assalto

    preparate specificamente, sul terreno tecnico e politico, per la guerra civile che seguir la "liberazione".

    Registriamo la soppressione di ogni tipo di informazione su questi fatti per effetto della censura britannica. Questo

    episodio occupa uno spazio minore perfino nei lavori sulla resistenza greca. Tuttavia tali fatti sono estremamente

    illustrativi e ci spiega senza dubbio la congiura del silenzio che li ha colpiti. Le rivolte dei soldati greci in Egitto rivelano

    infatti tanto la menzogna della difesa nazionale quanto quella dell'unit nazionale: i 20mila volontari volevano "difesa"

    ed "unione" ma i loro capi non ne volevano sapere e li hanno schiacciati. I dirigenti greci in esilio ed i capi britannici

    hanno preferito distruggere truppe di grande valore, sperimentate, piuttosto che lasciargli esprimere il loro punto di

    vista sulla guerra, la "difesa" e l'"unione". Questi fatti smentiscono inoltre la menzogna della "guerra contro il fascismo",

    per "la libert e la democrazia". Per i Greci, Metaxas un odiato dittatore fascista. Gli Alleati vogliono imporre i suoi

    complici; la politica di Churchill mira a restaurare il dominio delle forze che hanno sostenuto Metaxas.

    Le osservazione di Trotsky del 1940 sulla guerra acquisiscono qui il giusto rilievo: i soldati greci del Medio Oriente

    vorrebbero battersi, le armi alla mano, contro il fascismo, e rifiutano di farlo agli ordini di fascisti, esigono ufficiali che

    godano della loro fiducia, stringono un'alleanza col movimento operaio, costituiscono i loro propri organismi di tipo

    sovietico. E' sulla linea definita Trotsky : "Battersi, s, ma non alla Petain o sotto i vari Petain" che si manifesta il

    movimento di massa sorto dalla guerra, il quale si sviluppa, come previsto da Trotsky, in quell'importante settore della

    "societ militarizzata" che l'esercito - non meno importante delle fabbriche.

    Dopo i colloqui di Mosca ed i mercanteggiamenti al termine dei quali Stalin si impegnato a lasciare a Churchill mani

    libere in Grecia (26), tocca al PCG e, attraverso di esso, all'EAM di passare la corda dell'impiccato attorno al collo del

    movimento di massa, dopo aver contribuito politicamente alla repressione contro gli ammutinati.

    Dopo la crisi dell'aprile 1944, il governo in esilio al Cairo stato affidato a Georgi Papandreu che tenta di dare impulso al

    "raggruppamento anticomunista". Sotto la sua pressione, i dirigenti EAM-ELAS firmano il 30 maggio 1944 la "Carta del

    Libano" che condanna il terrorismo dell'ELAS, l'indisciplina degli ammutinati, fra cui fioccheranno numerose

    condanne, lascia aperta la questione monarchica, accetta un commando unico delle forze armate ed il ristabilimento

    dell'ordine "in collaborazione con le truppe alleate" alla liberazione. Per molte settimane, l'EAM-ELAS recalcitrante,

    tratta, richiede ministri, un cambiamento del primo ministro. Tuttavia, la visita "sulle montagne" della missione sovietica

    diretta dal colonnello Popov mette un termine a queste capricciose velleit. I comunisti e l'EAM entrano senza

    condizioni nel governo. Alla ritirata dell'esercito tedesco - che abbandona Atene il 12 ottobre - il PCG lancia un appello ai

    Greci per "mantenere l'ordine pubblico", assicurare il passaggio del potere nelle mani di Papandreu, arrivato con le

    truppe britanniche, mentre l'ELAS ha ovunque il potere reale. E' proprio Winston Churchill a provocare i "resistenti"

    facendo salvare dal generale Scobie, capo delle forze armate, le unit di collaborazionisti, ad esempio i battaglioni di

    sicurezza, rifiutando ogni sorta di epurazione e facendo decidere il 2 dicembre dal governo Papandreu il disarmo degli

  • 8/13/2019 Trotsky e i Trotskisti

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    uomini dell'ELAS. E' noto che le fucilate di piazza della Costituzione - decine di morti e centinaia di feriti tra una folla

    pacifica sulla quale la polizia apre il fuoco -, nel corso della pi grande manifestazione della storia greca, il 3 dicembre,

    contro la decisione del disarmo, scatenarono i 33 giorni di lotta armata ad Atene tra le forze dell'ordine, coalizzate

    attorno al generale Scobie, e quelle della Resistenza locale.

    Winston Churchill realizzava infine il suo piano di strangolamento della rivoluzione greca, annunciando che interveniva

    per prevenire un orribile massacro - ovvero la volont di giustizia e di epurazione - ed impedire ci che definiva la

    vittoria del "trotskismo aperto e trionfante" con un sogghigno di complicit nei confronti di Stalin (27) A partire dal 3

    dicembre, le unit dell'ELAS, i cui capi hanno deciso di non consegnare le armi, sono per paralizzate dal divieto che

    viene loro fatto di sparare su unit militari britanniche in Grecia "per la volont del Presidente Roosevelt e del

    Maresciallo Stalin", come ricorda con piacere Churchill. Gli andartes di Macedonia, la truppa d'assalto e la massa della

    "Montagna", ricevono l'ordine di non muoversi e di lasciar massacrare i combattenti di Atene. L'eroismo dei

    combattenti non pu nulla contro la politica dei dirigenti fermamente decisi a condurli alla capitolazione pretesa da

    Mosca.

    Sappiamo che dopo alcune settimane di trattative, e quando l'ELAS non ha indietreggiato che ad Atene che le forze

    interne al paese non hanno nemmeno soccorso i partigiani sono abbandonati alla repressione dall'accordo di Varkitsa

    del 15 febbraio 1945 che prescrive il disarmo completo delle loro unit. Aris Velouchiotis, questa volta, prende la misura

    dell'ampiezza del tradimento orchestrato dal PCG e rifiuta di sottomettersi. Denunciato dal giornale del PCG Rizopastis il

    12 giugno, Aris assassinato il 16 e la sua testa esposta pubblicamente nei villaggi a partire dal 18. Quanti altri

    combattenti della resistenza nazionale e popolare cadono allora sotto i colpi dei Britannici e delle unit, specializzate

    nella guerra civile, formate ad Atene sotto l'egida del comando tedesco o al Cairo sotto quella britannica? Saranno

    tuttavia necessari diversi anni per venire a capo del vento di lotta della rivoluzione greca.

    Non ci poniamo qui il compito di intraprendere un esame esaustivo della politica dei trotskysti durante la seconda

    guerra mondiale confrontandola a quella che Trotsky abbozz a grandi linee poco prima di morire e che i suoi compagni

    non conobbero, di solito, tempestivamente. Ci sar oggetto di studi pi ampi. La mia ignoranza del greco mi impedisce

    di utilizzare consistenti ricerche consacrate all'attivit dei trotskysti durante la guerra. Speriamo di colmare questa

    lacuna. Nell'attesa, bisogna guardarsi da ogni giudizio affrettato. I trotskysti hanno subito a datare dal 4 agosto 1936 una

    repressione feroce: la maggioranza dei suoi militanti stata arrestata e scaraventata nei bagni penali delle isole da cui

    molti non sono mai usciti. Molti dei loro dirigenti, tra cui il vecchio segretario del PCG Pantelis Pouliopoulos, sono stati

    passati per le armi durante l'occupazione. Le condizioni della clandestinit verosimilmente sono state per loro cos dure

    da non consentire nemmeno la riunificazione tra le loro tre organizzazioni come era stato deciso dalle rispettive

    dirigenze nel 1938. Nel pi roseo dei casi, i militanti trotskysti conosciuti, quando sono stati ammessi nelle unit

    dell'ELAS, sono stati rigidamente sorvegliati e scrupolosamente isolati. Quelli che sono riusciti a conquistarsi un ruolo

    dirigente nel Fronte o nell'Esercito del Popolo sono stati uccisi in un modo o nell'altro dagli stalinisti. Inoltre, tra ottobre

    e dicembre 1944, in tutto il paese, gli agenti dell'OPLA, autentici sgherri della GPU greca, hanno portato avanti contro i

    trotskysti una campagna di sterminio e di assassinii con relativi rapimenti, torture ed esecuzioni contro militanti del

    calibro di Stavros Veroukhis, segretario dell'Unione degli Invalidi di Guerra, Thanassis Ikonomou, ex segretario dei

    Giovani Comunisti a Ghizi, operai, portuali, metalmeccanici, insegnanti: "pi di 600 trotskysti liquidati" si vanter nel

    1947 Barziotas, membro dell'Ufficio Politico del PCG. Noi non possediamo i mezzi per verificare la politica dei trotskysti

    greci e capire come avrebbero potuto sfuggire a questa terribile sorte. Ren Dazy cita un testo del 1943 dell'organo dei

    trotskysti greci: "Gli Anglo-Americani verranno per riconsegnare alla borghesia greca il potere statale. Gli sfruttati non

    avranno fatto altro che cambiare un giogo con un altro" (28). Bench fosse effettivamente cos, evidente che i

    trotskysti greci, accontentandosi di profezie negative e non inserendosi nel movimento delle masse, si sarebbero

    condannati a morte. All'indomani dei combattimenti del dicembre 1944 e dell'assassinio di numerosi militanti, M.

    Raptus, all'epoca segretario europeo della Quarta Internazionale, con lo pseudonimo di M. Spero, richiamando le parole

    di Trotsky sull'epoca della lotta armata, rende omaggio all'azione delle masse greche quando "un vento rivoluzionario

    soffiava nei quartieri e nei sobborghi proletari di Atene" ed assicura che "essa rimarr uno degli esempi pi splendidi del

    movimento proletario". Raptus non proferisce, per, nemmeno una parola sull'attivit dei trotskysti greci, spiegando tra

    l'altro che "malgrado l'ideologia frontepopulista, democratica, nazionalista della sua direzione" (29), l'EAM "manteneva

    un'enorme autonomia di classe nell'azione". Non si trover niente di pi ed anzi molto meno nei testi e nelle risoluzioni

    successive dell'Internazionale.

    Andreas Kedros, storico della Resistenza greca dalle idee non chiare sullo stalinismo, sottolinea la profondit e la

    rilevanza internazionale del "coup di Atene", "colpo di grazia", scrive, per "tutti i movimenti resistenziali ispirati dai

    partiti comunisti" (30). Ci significherebbe che, come Kedros afferma, la repressione britannica in Grecia ha "pesato

    pesantemente sulle decisioni e la tattica di Thorez, Togliatti ed altri leader"? Ci evidentemente insostenibile perch

    queste decisioni erano determinate da quegli stessi fattori che avevano determinato, a Mosca, la tattica del PCG. E'

    altres del tutto verosimile che la sconfitta greca abbia facilitato la politica stalinista di capitolazione e di restaurazione

  • 8/13/2019 Trotsky e i Trotskisti

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    dell'ordine capitalista nell'Europa occidentale e che essa abbia pesato in maniera rilevante, in senso negativo, sul morale

    e sulla combattivit di quelli che, ovunque in Europa, avevano identificato "lotta nazionale" e "lotta sociale" ed avevano

    creduto di essersi impegnati, con la Resistenza, sulla via della rivoluzione. Bisognerebbe, ma non possibile in un

    articolo, analizzare concretamente questo sviluppo in ogni paese europeo.

    A parte ci, un esame dei testi raccolti da Rodolphe Prager in I congressi della Quarta Internazionale fornisce il materiale

    essenziale per la riflessione sulla storia della Quarta Internazionale durante la guerra - al quale non manca che la

    posizione iniziale del gruppo dell'ex-PCI e della sua tendenza sorella guidata da Vereeken in Belgio. Prager scrive

    all'inizio del secondo volume:

    "A chi potesse dubitare della necessit di fondare la Quarta Internazionale in un'epoca di riflusso, con deboli forze, la

    guerra ha dato una risposta categorica. L'Internazionale fronteggi coraggiosamente lo scatenarsi della violenza e delle

    persecuzioni congiunte dei regimi "democratici" e fascisti e degli energumeni stalinisti che si accanivano contro le sue

    organizzazioni. Essa rest fedele alle sue convinzioni rivoluzionarie. Malgrado gravi perdite che essa dovette sopportare

    e di qualche defezione individuale inevitabile, lodevole che essa non abbia soltanto conservato le sue forze ma che le

    abbia perfino notevolmente accresciute e ringiovanite, negli USA, in Gran Bretagna ed in altri paesi. Se essa non ha

    potuto realizzare lo sfondamento di massa messo in conto, in ragione dei limiti delle situazioni rivoluzionarie e della

    ripresa dei partiti stalinisti, essa vide comunque la nascita di nuove sezioni". (31)

    Si tratta senz'altro di un bilancio ragionevole. Il contrasto per notevole con i testi di Trotsky all'inizio della guerra. Ad

    esempio, sugli Stati Uniti:

    "La classe operaia americana non ha a tutt'oggi un partito operaio di classe. La situazione oggettiva e l'esperienza

    accumulata dagli operai americani, per, possono porre in un lasso di tempo breve la questione della presa del potere.

    E' tale prospettiva che deve essere alla base della nostra agitazione. Non si tratta semplicemente di prendere una

    posizione sul militarismo capitalista e sul rifiuto di difendere lo Stato borghese, ma della preparazione diretta per la

    presa del potere e la difesa della patria socialista" (32).

    O ancora, nel testo non terminato del 20 agosto 1940:

    "Davanti a noi abbiamo una prospettiva favorevole che fornisce ogni giustificazione alla militanza rivoluzionaria. Bisogna

    utilizzare tutte le situazioni che si presenteranno e costruire il partito rivoluzionario" (33).

    Di fronte alla nettezza di tali affermazioni non possibile per lo storico limitarsi a richiamare "i limiti delle situazioni

    rivoluzionarie" e "l'ascesa stalinista", a meno che non si voglia suggerire l'idea che questi erano per Trotsky fattori non

    prevedibili! Bisogna innanzitutto riconoscere l'esistenza di questa contraddizione, anche se nessuno tenuto a darne

    una spiegazione, o a dire se a sbagliarsi era Trotsky oppure i trotskysti. Prager indica inoltre che la "politica militare del

    proletariato" - la politica abbracciata dal SWP su consiglio di Trotsky - suscit notevoli reazioni di ostilit in vasti settori

    della Quarta Internazionale. Egli cita a tale proposito il fatto che la sezione belga censur il paragrafo di Trotsky su tale

    questione nella sua edizione clandestina del Manifesto del maggio 1940 e menziona le "riserve" della sezione francese e

    del Segretariato Europeo (34).

    I trotskysti francesi si sono divisi nel 1940 in due correnti sulla base di prospettive in ultima analisi altrettanto distanti sia

    l'una che l'altra da quella di Trotsky. Seguendo la concezione per cui la sconfitta dell'imperialismo francese e

    l'occupazione del territorio provocavano, con l'oppressione nazionale, la rinascita di un'autentica "questione nazionale"

    concernente tutte le classi, proprio come in un paese coloniale, la maggioranza dei militanti provenienti dal POI,

    raggruppati attorno ai "comitati" che pubblicavano La Vrit, delinea una strategia secondo cui la borghesia di un paese

    occupato diventa l'alleato naturale del movimento operaio e quest'ultimo un membro a tutti gli effetti di una

    "resistenza nazionale". Specularmente, il gruppo La Seule Voie, uscito dal PCI e futuro CCI, contesta che una nazione

    imperialista possa trasformarsi, in seguito ad una disfatta militare, in "nazione oppressa": le rivendicazioni nazionali

    sono cos ai suoi occhi "l'importazione in seno al proletariato dell'ideologia borghese al fine di demoralizzarlo".

    Queste due posizioni, speculari sono in un certo senso il risultato dell'isolamento. Esse saranno progressivamente

    abbandonate sotto l'impulso del segretariato europeo, diretto inizialmente da Marcel Hic e poi, dopo il suo arresto

    nell'ottobre 1943, da Michel Raptis. La costituzione nel febbraio 1942 del segretariato europeo nel villaggio di Saint-

    Hubert, nelle Ardenne belghe, costituisce senz'altro un exploit politico e tecnico nell'Europa di quel periodo; ma significa

    anche il ritorno di un'organizzazione che pensa e si organizza sul piano internazionale. I punti di vista si sono gi

    notevolmente avvicinati nel 1944 - bench il CCI spieghi ancora che il compito prioritario dei rivoluzionari sia di

    "denunciare" con accanimento "l'unit nazionale", e, in seconda battuta, "di spiegare agli operai che essi devono

    prepararsi ad un nuovo giugno 36 su scala mondiale", sviluppando al contempo "un'intensa propaganda per la

    fraternizzazione con gli operai tedeschi" A proposito della questione che ci interessa in questo articolo, Rodolphe

    Prager sintetizza piuttosto bene il tipo di "consenso" infine definito sulla questione della lotta armata quando scrive:

    "I rapporti con la Resistenza ufficiale [] non potevano prendere altra forma che quella dell'indipendenza, a meno di

    essere d'accordo col fronte dei Francesi. Ma ci si doveva premurare dal confondere questa struttura col movimento di

    massa ed inglobarli in una stessa critica. Ci non escludeva, nemmeno, una partecipazione individuale a questi

    movimenti per influenzare certi elementi []. Questo lavoro non ha senz'altro ricevuto uno sviluppo sufficiente, per

    mancanza di effettivi, e perch i trotskysti accordarono la priorit alla lotta nelle fabbriche. Esso non avrebbe di certo

  • 8/13/2019 Trotsky e i Trotskisti

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    modificato in maniera incisiva i rapporti di forza ed il corso degli eventi. Gli insuccessi dei trotskysti, essenzialmente, non

    provengono da errori tattici ma dalla loro posizione controcorrente e dall'influenza stalinista sulle masse"(35).

    Evidentemente, in questa concezione il richiamo di Trotsky alla linea della lotta armata, l'invito ai "rivoluzionari socialisti

    proletari" a diventare "militaristi" per giocare il ruolo che gli spetta nel mondo militarizzato, sono assenti, o al massimo

    ridotti alla categoria "partigiani" che di secondaria importanza, del tutto subordinata alla "lotta nelle fabbriche".

    Nell'assenza dell'analisi sviluppata da Trotsky sulla "militarizzazione" la scoperta dell'attrazione esercitata sulle masse

    dalla "lotta armata" avrebbe dovuto porre notevoli grattacapi: cos la risoluzione del Segretariato europeo del 1943 sul

    "movimento dei partigiani" - ripresa nella sua interezza dalla conferenza europea del 1944 - riconosceva il "carattere

    parzialmente spontaneo" di quest'ultimo, affermando che i bolscevico-leninisti erano in quel momento "obbligati a

    prendere in considerazione questa forma di lotta delle masse" La risoluzione definiva il "movimento partigiano" come

    "organizzazione militare subordinata all'imperialismo anglo-sassone", ma constatava che "la partecipazione delle

    masse", nei paesi balcanici ed in Occidente a partire dalla deportazione massiccia di manodopera, senza modificarne la

    natura, richiedeva che i rivoluzionari gli proponessero un programma al fine di "fare comprendere che essi [i partigiani]

    dovevano giocare il ruolo di distaccamenti armati al servizio della rivoluzione proletaria" (36). Era senz'altro tardi per

    muoversi.

    Si potrebbe ipotizzare che la differenza fosse profonda tra le posizioni degli europei, quali le riassume R. Prager, e quelle

    degli Americani, che applicavano metodicamente "la politica militare" preconizzata da Trotsky nei loro incontri e nella

    loro corrispondenza del 1940. In realt, su questo terreno come su quello delle prospettive generali si esprime una

    parentela del tutto eccezionale. James P. Cannon, attaccato da Munis per la maniera opportunista con cui avrebbe

    presentato la politica del SWP al processo di Minneapolis iniziato il 27 ottobre 1941, rispondeva nel maggio 1942 :

    "Le masse oggi, a causa di ogni genere di pressione e di disillusione e del ruolo della burocrazia operaia ed anche dei

    rinnegati socialisti e stalinisti, accettano e sostengono la guerra, cio agiscono con la borghesia e non con noi. Il

    problema del nostro partito in primo luogo quello di comprendere questo dato di fatto elementare; in secondo luogo,

    di prendere una posizione d'"opposizione" politica" e dopo, su questa base, di cercare di approcciarsi agli operai

    patrioti, onesti e di tentare di farli passare dal campo della borghesia al nostro per mezzo della propaganda. E' l'unica

    "azione" che noi possiamo intraprendere per il momento, in quanto piccola minoranza" (37).

    Se mettiamo da parte due testi pubblicati in quel periodo da Jean van Heijenoort (38), allora segretario della Quarta

    Internazionale, con lo pseudonimo di Marc Loris, si potrebbe pensare che all'infuori di lui, che era stato per anni a

    diretto contatto con il pensiero non dogmatico di Trotsky, nessuno nell'Internazionale od ai suoi margini avesse

    compreso la "linea della militarizzazione". Ognuno a modo suo, Rous col suo Movimento Nazionale Rivoluzionario39 e

    Marcel Hic con le sue tesi sulla "questione nazionale" nei comitati per la Quarta (40) sarebbero passati oltre l'ostacolo,

    mentre gli altri dirigenti si sarebbero rinchiusi in un'ortodossia paralizzante ed avrebbero corso i rischi denunciati con

    tanto vigore da Trotsky riguardo alle tendenze "pacifiste". All'infuori del veterano dell'opposizione di sinistra russa Tarov

    (A.A. Davtian), impegnato individualmente nei Francs-Tireurs Partisans-MOI e fucilato con gli altri membri del gruppo

    Manoukian sotto la falsa identit di "Manoukian", noi non scorgiamo che un solo esempio contrario netto, quello di

    Chen Du Xiu il quale prevedeva, poco dopo la sua uscita di prigione, di organizzare il suo lavoro militante intervenendo

    nel dipartimento politico di una divisione il cui capo capiva l'importanza della chiarezza politica per l'efficacia militare

    (41). Il tentativo fu sconfitto prima di poter iniziare. La polizia del Kuomintang ne aveva compreso la minaccia meglio dei

    compagni di Chen. Sulla stessa lunghezza d'onda, le esitazioni di fronte al movimento di resistenza armata indicano che

    sarebbe interessante studiare la rappresentazione della rivoluzione nella Quarta Internazionale durante la guerra,

    questa apparendo spesso in forma apocalittica e sopraggiungendo indipendentemente dallo sviluppo concreto e come il

    suo seguito. La preparazione quasi esclusivamente "propagandista", il ricorso alle armi della "denuncia" e della

    "spiegazione" che erano state evidentemente durante la guerra le attivit principali di una organizzazione che i suoi

    dirigenti vedevano andare controcorrente, avevano preparato i suoi quadri alla rivoluzione? Le straordinarie debolezze

    della risoluzione del SWP del novembre 1943 non erano il frutto, almeno in parte, di un siffatto isolamento

    "propagandista"? (42) Come potevano trovarsi a nuotare nel senso della corrente, dopo la svolta nella situazione

    oggettiva, uomini che assicuravano che il Cremlino non poteva giocare un ruolo controrivoluzionario su grande scala,

    che l'imperialismo americano avrebbe giocato nell'immediato un ruolo altrettanto saccheggiatore di quello tedesco, che

    l'unica alternativa in Europa era tra governo operaio e dittatura brutale della borghesia, senza possibilit di un regime

    parlamentare, che respingevano le parole d'ordine democratiche ed affermavano che non c'erano pi "illusioni

    democratiche" nella classe operaia europea? Possiamo spingerci oltre e dire che se i trotskysti si fossero trovati alla

    testa o almeno all'interno del movimento rivoluzionario delle masse, dopo anni di applicazione di tale linea, allora si

    sarebbe dovuto rovesciare l'ABC del marxismo e del bolscevismo e dare ragione al punto di vista difesa da sempre dai

    settari secondo il quale il ruolo dei rivoluzionari nei periodi di riflusso consiste nel limitarsi alla propaganda attendendo

    che l'oscillazione del pendolo della lotta di classe gli porti le masse

    Sottostante alla discussioneo piuttosto all'assenza di discussionesui problemi cruciali, si trova la questione del ruolo

    dello stalinismo ma anche quella della costruzione del partito rivoluzionario come Trotsky l'intende nel 1940. La nostra

    impressione, dopo avere letto i documenti dell'Internazionale del periodo della guerra, che vi erano dei riferimenti alla

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    questione del partito pi sotto forma di invocazione magica che di riflessione sulle cognizioni gi acquisite e

    l'elaborazione di un metodo di costruzione. Mi sembra - e senza malanimo perch ero tra quelli - che i trotskysti in quel

    periodo avrebbero almeno imparato come non si poteva costruire un partito rivoluzionario. In una ricerca recente e

    purtroppo ancora inedita, Tradizione rivoluzionaria e "partito nuovo" in Italia 1942-1945 (43), Serge Lambert ha

    dimostrato che, contrariamente ad una certa leggenda, la rivoluzione italiana non stata battuta in maniera decisiva

    durante l'effimera dualit di potere del 1945 tra l'amministrazione alleata e "comitati" o "repubbliche partigiane", ma

    nel momento in cui l'apparato del "partito nuovo" messo in campo da Togliatti e gli uomini di Mosca aveva vinto la

    resistenza in ordine sparso dei diversi gruppi di opposizione comunista a partire dal 1943: distrutta ogni possibilit di

    mettere in piedi un partito rivoluzionario, i giochi erano ormai fatti quando i dirigenti del PCI avevano potuto, senza

    correre pericoli, dare l'ordine di ci che era, secondo la formula di Lambert, "l'insurrezione contro la rivoluzione". Serge

    Lambert dimostra inoltre molto bene che la debolezza politica decisiva di numerosi di questi gruppi fra cui alcuni

    svilupparono qua e l formazioni armate pi importanti di quelle del PCI consistita nell'illusione che li legava ad una

    sorta di natura "obiettivamente rivoluzionaria" dell'URSS. Secondo questi gruppi la rivoluzione si sarebbe allargata con

    l'avanzata dell'Armata Rossa - una concezione che non troviamo soltanto nell'edizione de La Vrit del febbraio 1944 ed

    in un titolo divenuto famoso ma in tutta la stampa mondiale della Quarta Internazionale (44).

    La questione che abbiamo voluto trattare in questo articolo non accademica. Le organizzazioni trotskyste, i loro

    militanti come i loro dirigenti, sono state, durante la seconda guerra mondiale, vittime di una situazione oggettiva che,

    comunque, li schiacciava e dunque non potevano fare meglio di quanto stato fatto, ovvero sopravvivere arrotondando

    il loro numero di militanti e salvare l'onore di internazionalisti mantenendo controcorrente il lavoro militante di

    "fraternizzazione" coi lavoratori tedeschi in uniforme? Se fosse stato cos, sarebbe coerente riconoscere che Trotsky,

    con la sua analisi sulla necessaria militarizzazione e la sua prospettiva di costruzione a breve termine del partito

    rivoluzionario e di inizio della lotta per il potere, era totalmente tagliato fuori, nel 1940, non solo dalla realt politica

    mondiale ma anche dalla sua propria organizzazione. Si sarebbe cos cullato in illusioni che gli facevano intravedere

    possibilit di sfondamento quando in realt la Quarta Internazionale era destinata per un lungo periodo all'impotenza di

    chi controcorrente, davanti alla "presa di ferro degli stalinisti sulle masse". Potremmo per al contrario ipotizzare che

    le organizzazioni trotskyste, militanti e dirigenti, sono state parte in causa, ed almeno in parte responsabili delle proprie

    sconfitte? In questo caso potremmo pensare, a partire dalle premesse dell'analisi di Trotsky del 1940, che la seconda

    guerra mondiale ha sviluppato un movimento di massa sulla base di una resistenza nazionale e sociale che gli stalinisti si

    sono sforzati di deviare e fare schiantare, come nel caso greco, - e che i trotskysti non hanno potuto n aiutare n

    utilizzare non avendo saputo inserirvisi e forse perfino, semplicemente, non avendo potuto comprendere il carattere

    concreto dell'epoca che vivevano.

    Ci sembra che questa questione meritasse di essere posta.

    Piccolo lessico delle sigle

    ASO: Apelephtherotiki Stratiotiki Organosis (Organizzazione militare di liberazione).

    EAM: Ethniko Apelephtherotiko Metopo (Fronte di Liberazione Nazionale).

    EDES: Ethnikos Dimokratikos Ellinikos Syndemos (Lega Repubblicana Nazionale Greca).

    EEAM: Ergatiko Ethniko Apelephtherotiko Metopo (Fronte nazionale di Liberazione dei Lavoratori).

    EKKA: Ethnikikai Koinoniki Apelephtherosis (Liberazione Nazionale e Sociale).

    ELAS: Ethniko Laikos Apelephtherotikos Stratos (Esercito Nazionale di Liberazione del Popolo).

    KKE: Kommounistiko Komma Ellados (Partito Comunista Greco, PCG).

    OPLA: Organosis Politikis Laikis Amynas (Organizzazione Politica per la Sicurezza del Popolo).

    Note

    1- L. Trotsky, Sur la deuxime guerre mondiale, pubblicato in Belgio da La Taupe e poi riedito da Seuil nel 1974. Gli

    articoli e le interviste di Trotsky sono state in alcuni casi tagliati nei passagi che non riguardavano direttamente la

    seconda guerra mondiale ma, di solito, la guerra di Spagna e la Quarta Internazionale. I testi completi sono rintracciabili

    nelle Oeuvres.

    2- Utilizziamo l'edizione curata da Seuil nel 1974. Osserviamo che nel 1945 la pubblicazione nel Bollettino Interno del

    segretariato europeo di alcuni estratti di questi testi provoc vivaci reazioni contro Trotsky da parte di numerosi

    militanti. Uno di essi, (Arn.), francese o belga, invi al segretariato un articolo intitolato:"Sulla politica militare del

    proletariato: il Vecchio ha ucciso il trotskismo?", che definiva la posizione di Trotsky "sciovinismo puro e semplice",

    discuteva "l'ampiezza dei suoi limiti", attribuendogli "la volont di difendere la Patria senza prima rovesciare la

    borghesia, col pretesto della minaccia di un imperialismo rivale", ed arrivando addirittura a domandare:"Dobbiamo

    porre onestamente e francamente la questione di sapere se conveniente continuare a qualificarci con l'appellativo di

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    trotskysti nella misura in cui il leader della Quarta l'ha sporcato nella melma del social-sciovinismo". (Archivi del

    Segretariato Internazionale).

    3- "Fascismo, bonapartismo e guerra", tomo 24 delle Oeuvres di L. Trotsky.

    4- Ibidem.

    5- Ibidem.

    6- Ibidem.

    7- Ibidem.

    8- Ibidem.

    9- "Intervista con i dirigenti del SWP" (12-15 giugno 1940), versione completa in Oeuvres, volume 24. In italiano L.

    Trotsky, Guerra e rivoluzione, Mondadori, Milano 1979, pp. 199-210.

    10- Ibidem.

    11- "Non cambiamo strada", versione completa in Oeuvres, volume 24. In italiano L. Trotsky, op. cit.,

    12- Ibidem.

    13- Ibidem

    14- Ibidem

    15- Not guilty (resoconto delle sessioni della Commissione Dewey a Coyoacan), p. 290.

    16- D. Guerin, op. cit., p. 16.

    17- R. Prager, op. cit., vol. I, p. 378. In italiano L. Trotsky, op. cit., pp. ??-??.

    18- A. Kedros, La Rsistance grecque 1940-1944, p. 174.

    19- Ibidem, p. 122.

    20- E. Myers, The great entanglement, p. 189.

    21- A. Kedros, op. cit., p. 199, riporta nel suo libro una relazione della polizione tedesca sull'arrivo al potere di Ioannis

    Rallis:" Si dice che sia l'uomo di fiducia di Pangalos, che l''agente degli inglesi". Lo stesso storico, menzionando

    l'organizzazione fascistizzante "Gerarchia militare" , il generale Papagos e Rallis, precisa:"Tutti questi uomini e queste

    formazioni politiche saranno direttamente o indirettamente sotto la supervisione di un consigliere segreto del Re che

    anche un prelato: il metropolita di Atene Chrisantios" (Kedros, op. cit., p. 179).

    22- Citato da A. Kedros, op. cit., p. 409, sulla base del racconto del dirigente comunista e partigiano in Yugoslavia

    Svetozar Voukhmanovic, Ueber die Volksrevolution in Griechenland, 1950, p. 38.

    23- D. Eudes, Les Kapetanios, p. 111.

    24- Citato da Winston Churchill, Mmoires sur la Deuxime guerre mondiale, Tomo V, vol. 2, p. 223.

    25- Le fonti ufficiali del governo in esilio ammettono la cifra di 10mila.

    26- Il racconto di questa "divisione" fatta su bigliettini di carta la si trova in Churchill, op. cit., Tomo V, vol. 1, pp. 234-

    235.

    27- Il 19 dicembre davanti ai Comuni Churchill giustific in questi termini l'uso del termine "trotskysmo": "Credo che

    "trotskysmo" sia la miglior definizione per il comunismo greco e per certe altre sette. Inoltre c' il vantaggio che esso

    odiato ugualmente in Russia". (Risate prolungate). Durante il dibattito del 13 dicembre Churchill aveva invitato il

    deputato comunista Gallagher a non scaldarsi troppo per la situazione in Grecia, a meno di voler correre il rischio di

    essere accusato di "trotskysmo".

    28- Citato da Ren Dazy, Fusillez ces chiens enrags, p. 266.

    29- M. Spero, "LA Rvolution grecque", Quatrime Internazionale, n14/15, gennaio/febbraio 1945, p. 24. Sullo stesso

    tema esiste anche un Bollettino internazionale interno speciale del gennaio 1945, che non menziona nemmeno

    l'esistenza di organizzazioni trotskyste in Grecia. Nel febbraio 1945 Fourth International pubblico un documentato

    articolo intitolato "Guerra civile in Grecia", pp. 36-49. Il paragrafo "Il trotskysmo in Grecia" resta sul generale: "L?ELAS

    trotskysta solo in un senso - l'istinto rivoluzionario dei souoi indomabili combattenti, la loro capacit di combattere e di

    sacrificarsi. Ma il suom programma e la sua direzione non erano per nulla "trotskysti". Pi avanti: "I trotskysti

    impareranno a legarsi alle masse ed alle loro lotte". Riguardo al terrore scatenato dagli stalinisti contro i trotskysti

    bisogner attendere molto tempo. In Quatrime Internazionale, n 22/23/24, di sett./ott./nov. 1945, p. 41, una nota

    nella rubrica "Grecia" segnala che "sarebbe ora" di informare l'opinione pubblica operaia mondiale sulla campagna di

    assassinii di militanti rivoluzionari da parte degli stalinisti in Grecia. Segue una prima lista. Fourth International, organo

    del SWP, nell'ottobre 1945, p. 319, "Nella Quarta Internazionale", afferma: "I giornale del PCI (Quarta Internazionale),

    solo partito rivoluzionario in Grecia, sono illegali. I militanti di questo partito sono perseguitati, cacciati e spesso

    apertamente assassinati dal governo come dagli stalinisti". In realt, vi erano delle divergenze tra la SI ed i trotskysti

    greci tanto che il 25 novembre 1946, M. Raptis, con la firma "pilar", scriveva alla sezione greca: "Il punto non di

    conformarsi alla lettera ad ogni risoluzione politica dell'Internazionale, ma non accettabile scavalcare la sua linea su

    questioni essenziali come quella della tattica verso lEAM, , l'ELAS e gli avvenimenti del dicembre 1944". Quatrime

    Internazionale di ott./nov. 1946 d un resoconto di un congresso di unificazione, fine luglio 1946, che ha fatto nascere il

    PCI di Grecia e ne pubblica il "Manifesto" (pp. 40-43): "Malgrado la sua volont e la sua retorica nazionalista, malgrado

    la sua politica di conciliazione e collaborazione di classe, il PCG raggrupp le forze sociali messe in movimento dalla

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    Storia e che erano, in ultima analisi, le forze della rivoluzione proletaria". Sull'approccio dei trotskysti greci, R. Prager,

    op. cit., p. 348, scrive che essi ebbero un "approccio di riprovazione generale del movimento nazionale da cui presero le

    distanze e [] mantennero una posizione di neutralit [..] in piena guerra civile, cosa che provoc "l'inquietudine del

    segretariato europeo"." Prager commenta: "Il problema stato quello di noin aver saputo scorgere, oltre le direzioni

    borghesi e staliniste, il carattere antimperialista ed anticapitalista che esprimeva in potenza questo movimento di massa

    e la sua dinamica rivoluzionaria"; nel dicembre 1944 i trotskysti greci ridussero gli scontri ad "un conflitto tra

    l'imperialismo britannico e la burocrazia sovietica, cui partecipavano i diversi gruppi locali", Prager, op. cit., La questione

    non semplice: abbiamo trovato negli archivi della SI una lettera di G. Vitsoris in cui egli protesta contro il fatto che il

    "Manifesto" del congresso di unificazione in Grecia non lancia la parola d'ordine del "ritiro delle truppe britanniche", ma

    afferma anche di trovare "inaccettabile" che lo stesso Manifesto non dica una parola sugli assassinii dei trotskysti ad

    opera degli stalinisti.

    30- A. Kedros, op. cit., p. 512.

    31- R. Prager, Les Congrs de la Quatrime Internazionale, vol. 2.

    32- Estratto di "Bonapartismo, fascismo e guerra".

    33- Ibidem.

    34- Prager, op. cit., pp. 13-14.

    35- Ibidem.

    36- Ibidem, pp. 221-223.

    37- "An answer" (Una risposta) di James P. Cannon, In difense policy in the Minneapolis Trial, p. 54.

    38- Nel 1941, col titolo "Dove va l'Europa?", Van Hejienoort difende la centralit della classe operaia nella lotta contro

    l'occupante nazista e sottolinea il legame dialettico tra "liberazione nazionale" e "sociale", cio "rivoluzione proletaria",

    mantenendo ferma la critica alle illusioni che possono nascere sul "movimento di liberazione nazionale". Van Hejienoort

    scrive: "Il compito dei marxisti non quello di imporre alle masse la forma di lotta che essi "preferirebbero" ma, invece,

    di approfondire, allargare e rendere pi sistematiche tutte le manifestazioni di resistenza, darvi spirito organizzativo e

    prospettive generali". Questo articolo pareva essere una critica agli Europei, "revisionisti" sulla "questione nazionale".

    Quello del 1942 sembra piuttosto una polemica contro la posizione del SWP. Un testo di van Hejienoort del 1944

    sottolinea un "insegnamento del bolscevismo": "il suo disprezzo per la propaganda finalizzata meramente ad illuminare

    le virt del socialismo", "la sua capacit di sentire le aspirazioni delle masse e sfruttarne l'aspetto progressista" e di

    saper condurre "un'azione capace di staccare le masse dai loro partiti e capi conservatori". Per il lettore che vorr

    conoscere direttamente i testi originali della discussione, vedr che uno spazio significativo dato alle "Tre Tesi" degli

    IKD (comunisti internazionalisti di Germania) ed alla loro posizione sulla questione nazionale. Noi non abbiamo

    affrontato tale questione che , in fondo, quella del "revisionismo" aperto, che ha mascherato le altre divergenze: erano

    invece queste ultime ad interessarci. L'essenziale si rova comunque nel vol. 2 di Prager.

    39- Cf. La Rvolution franaise, n 1, 1940, ed i commenti di differente orientamento di J. Rabaut in Tout est possibile,

    pp. 343-344, et J.-P. Joubert, Rvolutionnaires de la SFIO, pp. 224-226.

    40- Prager, op. cit., pp. 92-101, e M. Dreyfus, "I Trotskysti durante la seconda guerra mondiale", Le mouvement social,

    pp. 20-22.

    41- P. Brou, "Chen Duxiu et la IVme Internationale, 1938-1942 , Cahiers Lon Trotsky n 15, p. 35.

    42- Il testo della risoluzione del Consiglio Nazionale del SWP del novembre 1943 stato pubblicato in Quatrime

    Internazionale n 11/12/13 del sett./nov. 1944, col titolo "Prospettive e compiti della rivoluzione europea", con una

    presentazione che sottolineava "la coincidenza significativa tra la linea generale di questo testo e quella delle risoluzioni

    della conferenza europea del febbraio 1944".

    43- Serge Lambert, Tradition rvolutionnaire et "nouveau parti" communiste en Italie 1942-1945, thse d'Etat de

    science politique, Grenoble II, 1985.

    44 La Vrit clandestina del 10 febbraio 1944 era intitolata: "Le bandiere dell'Armata Rossa si uniranno alle nostre

    bandiere rosse". In un articolo dell'Internal Bulletin del SWP, vol. VIII, n8, Felix Morrow cita questo articolo e menziona

    prese di posizioni analoghe da parte del BLP d'India, de Il cammino di Lenin belga, de El Militante cileno ecc.

    L'omogeneit politica delle reazioni non significa automaticamente solidit di principi: essa pu anche tradurre riflessi

    conservatori o perfino le pressioni dominanti. Van Hejienoort