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PERIODICO TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE ADIF Poste Italiane S.p.A - Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 - Aut. GIPA/C/Roma In caso di mancato recapito restituite al CMP Romanina per la restituzione al mittente previo pagamento resi CONTIENE INSERTO REDAZIONALE N. 1 GENNAIO/MARZO 2019 L’ascolto è sempre di moda State attenti a come ascoltate! Si riparte dall’ascolto Il paese delle aquile cambia look La santità fiorisce dall’ascolto

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PERIODICO TRIMESTRALE DI INFORMAZIONEADIFPoste Italiane S.p.A - Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 - Aut. GIPA/C/Roma

In caso di mancato recapito restituite al CMP Romanina per la restituzione al mittente previo pagamento resi CONTIENE INSERTO REDAZIONALE

N. 1 •GENNAIO/MARZO 2019

L’ascoltoè sempre di moda

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State attenti a come ascoltate!

Si riparte dall’ascolto

Il paese delle aquilecambia look

La santità fiorisce dall’ascolto

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Sommario

Anno XXXV n. 1 (149)

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Registrazione presso il Tribunale di Roma n° 473/99 del 19 ottobre 1999

Con approvazione ecclesiastica

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Il ccp che arriva con “Sant’Annibale”non è una richiesta

di denaro per l’abbonamento, che resta gratuito.

Vuole solo facilitare il lettore che desidera

sostenere le iniziative della Postulazione

e le spese di stampa.

EDITORIALEL’ascolto è sempre di modadi Bruno Rampazzo . . . . . . . . . . . . Pag. 3

INSEGNAMENTIState attenti a come ascoltate!di Annibale M. Di Francia . . . . . . Pag. 4

ASCOLTARE PER FAREIl seminatore uscì a seminaredi Giuseppe De Virgilio . . . . . . . . . Pag. 6

LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO Il demonio è uno sconfitto!a cura di Pasquale Albisinni . . . . . Pag. 8

ATTUALITÀSi riparte dall’ascoltodi Ottavio Vitale . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 10

SULLE ORME DEL FONDATOREIl paese delle aquile cambia lookdi Olindo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 12

OPERAI NELLA MESSEOdetinhadi Giuseppe Ciutti . . . . . . . . . . . . . Pag. 16

FIGLIO DI BENEDIZIONE L’incontro con padre Annibaledi Vincenzo Santarella . . . . . . . . . . Pag. 18

FATEVI SANTILa santità fiorisce dall’ascoltodi Agostino Zamperini . . . . . . . . . . Pag. 21

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EDITORIALE

L’ascolto è sempre di moda

Per tutto c’è un inizio, un fondamen-to, un punto di partenza. Se si par-te dal punto sbagliato si perde tem-po e danaro compromettendo il fu-turo. Il muratore sa che per costrui-

re la casa non si parte innalzando i muri, mascavando le fondamenta. Io non so da dove siinizia per fare un ritratto, ma lo sa il ritratti-sta. Ci sono regole scoperte con l’esperienzae divenute patrimonio universale. Non so se ti sei mai chiesto cosa sta all’iniziodelle relazioni personali. Penso che per comu-nicare sia fondamentale saper ascoltare, im-magazzinare e assimilare ciò che l’altro espri-me. Il bambino inizialmente assimila con gliocchi ciò che gli è estraneo, è affascinato dal-l’ambiente circostante, dalle mille forme an-cora indefinite che catturano il suo sguardo.Dopo la quarta settimana di vita il piccolo co-mincia a fare dei collegamenti spontanei fraciò che vede e ciò che ascolta. Verso il terzo equarto mese sarà in grado di voltarsi verso ladirezione dalla quale proviene il suono. Ognivolta che gli parlerete, risponderà con un sor-riso o con il movimento di braccia e gambe,perché questo è il suo primo modo di comu-nicare. Successivamente inizierà ad emetterele prime vocalizzazioni. Prima viene l’ascolto!“Ascolto” che si esercita con le orecchie, maanche con gli occhi. Pensiamo a Gesù che hacompassione ascoltando il povero che grida evedendo le folle stanche e prostrate.Ascoltare/osservare sta all’inizio delle relazio-ni umane; la qualità delle relazioni dipendedalla qualità dell’ascolto. Questo vale anchenelle relazioni con Dio. Quante volte lo invo-chiamo dicendo: “Ascoltaci, Padre!”. Primadi parlare si ascolta. Siamo veri figli del Padrese sappiamo ascoltare e parlare. Quella del-l’ascolto è un’arte che s’impara perché solita-mente desideriamo essere ascoltati più cheascoltare. Per averne conferma basta assiste-

re ad un qualsiasi dibattito televisivo dove tut-ti parlano e nessuno ascolta. L’incapacità diascoltare/osservare, unita alla pretesa di esse-re ascoltato/osservato, sfocia nel dissolvimen-to della famiglia prima, e della società poi.Chi non sa ascoltare/osservare non è vera-mente uomo e tantomeno discepolo di Gesù.Parafrasando Giovanni possiamo dire chenon è possibile ascoltare Dio che non vedia-mo se non ascoltiamo il fratello che vediamo(1 Gv 4,19). Il primo comandamento è:«Ascolta Israele!» (Mc 12,29; Dt 5,1). L’ascol-to è la misura dell’amore per l’altro: Dio e ilprossimo. L’efficacia della Parola creatrice diDio in noi dipende dalla qualità del nostroascolto come spiega Gesù nella parabola delseminatore (pp. 6 -7) e come commenta inmodo semplice sant’Annibale indicando lecondizioni per un fruttuoso ascolto (pp. 4-5).La parola “ascolto” è stata una parola chiavedell’ultimo Sinodo sui Giovani. Siamo Chiesain ascolto? Come ascoltiamo? Quali conver-sioni sono necessarie per ascoltare la voce deigiovani oggi? (pp. 10-11). Ciò che i Rogazio-nisti hanno realizzato in Albania in oltre 25anni di permanenza è il frutto dell’ascolto/os-servazione della gente (pp. 12-13).Scorrendo gli scritti di padre Marrazzo, e ria-scoltando le deposizioni dei testimoni, emer-ge con sorprendente vigore che l’ascolto è ilsegreto della sua santità e del suo apostolato:ascoltare Dio nella preghiera e ascoltare coneguale attenzione i penitenti che si avvicina-vano al suo confessionale (pp. 21-23). Era suodesiderio ascoltare i peccatori come li ascol-tava Gesù. Il suo ascolto nasceva dall’amoreper Dio e per il prossimo. Non ha mai detto“non ho tempo”. Le persone si accostavano aLui perché sapevano di trovare un santo sa-cerdote capace di ascoltare. Allora, cari ami-ci, “si riparte spalancando le orecchie e sgra-nando gli occhi”.

di Bruno Rampazzo Superiore Generale dei Rogazionisti

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INSEGNAMENTI

mente vi sono molti che ascoltanola divina Parola, eppure non sismuovono mai dal loro letargo,non diventano mai migliori, non sicorreggono mai d’un solo difetto.Spesso anche i predicatori potreb-bero dire con Geremia: «Cui lo-quar, et quem contestabor ut audiat? Achi parlerò e chi scongiurerò per-ché mi ascoltino?» [Ger 6,10]. Ep-pure un giorno Iddio vi domande-rà conto della Parola che aveteascoltato.

PREPARARE LA TERRA PER ACCOGLIERE IL SEME

Ma perché molti ascoltano la Paro-la di Dio e pochi ne traggono pro-

fitto? Perché la si ascolta senza ledovute disposizioni. La Parola diDio è paragonata al cibo [cf. Ez3,1-3; Am 8,11]: questo non giovaagl’indisposti. La parabola del se-minatore ci ricorda con quali di-sposizioni accogliere la Parola diDio [cf. Mt 13,1-23]. Bisogna dun-que disporre la terra del nostrocuore in modo che cadendo il se-me non trovi ostacoli e germogli.Non si trae profitto dall’ascoltodella Parola di Dio perché non lasi ascolta come Parola di Dio macome Parola dell’uomo [cf. 1 Ts2,13]. Molti ascoltano la Parola diDio come ascolterebbero una reci-ta di teatro o il discorso di un avvo-

State attenti a come ascoltate!

Padre Annibale, sacerdote da soli tre mesi, indica con quali disposizioni ascoltare la parola di Dio. Si tratta di un testo di formidabile attualitàdi Annibale Maria Di Francia

La divina Parola ha sem-pre operato prodigi.Converte, corregge,promuove, consola.Né potrebbe essere di-

versamente poiché l’efficacia dellaParola di Dio non è dovuta agli uo-mini che la predicano i quali spes-so sono indegni, ma è dovuta allagrazia di Gesù Cristo il quale, men-tre il predicatore parla, penetranei cuori di chi ascolta. Voi vedetedunque che la Parola di Dio an-nunziata produce grandi effetti egrandi conversioni. Quante animeindurite nella colpa sono entratenella Chiesa, forse per curiosità, epoi si sono convertite. Sventurata-

State attenti a come ascoltate!

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importante quanto la sete a chivuol bere, e la fame a chi vuole ilpane. Come il cibo non può scen-dere se non c’è fame, e l’acqua senon c’è sete, così la Parola di Dio,che è cibo spirituale, non può en-trare nell’anima se questa non neha fame e sete, cioè se non la si de-sidera.

4° PREGHIERA

Al desiderio dovete aggiungere lapreghiera. La preghiera dev’esserela preparazione all’ascolto. Primadi ascoltare la divina Parola dovetepregare Dio in cor vostro e dirgli:“Signore fatemi trarre profitto dal-la vostra Parola, datemi un animoumile per ascoltarla, datemi uncuore ben disposto per riceverla,fate poi che porti frutto il centoper uno”. Avete fatto mai questa preghiera aDio? Ricordatevi bene; avete maiuna sola volta, una volta sola, pen-sato che per profittare della Paroladi Dio bisogna discorrere a Dio?Ah io penso di no: ed ecco perchéla Parola di Dio non porta frutto.Gli ebrei dovettero purificare per-fino le vesti per avvicinarsi al mon-te Sinai. Noi dobbiamo purificareil nostro cuore per accostarci allaParola di Dio.Ecco dunque le disposizioni perascoltare la Parola come Parola diDio: Rispetto - Umiltà - Pentimen-to e desiderio - Preghiera.

cato nei tribunali; altri l’ascoltanoper curiosità, per criticarla; c’è poichi l’ascolta con orgoglio, distrat-tamente e con leggerezza. Perascoltare la Parola di Dio, non co-me Parola dell’uomo ma come Pa-rola di Dio, bisogna avere questedisposizioni. State attenti!

1° RISPETTODovete formarvi un’alta idea delVangelo. Dovete dire a voi stessi:“Ecco attualmente Iddio mi parlaper mezzo del Vangelo, e mi an-nunzia una dottrina, una leggeche è scesa dal Cielo, una dottrina,una legge, che fu insegnata dal Fi-glio di Dio; è una parola che haformato la felicità di tante anime eora deve formare la felicità eternadell’anima mia”. Dovete ascoltarecon questo sentimento d’ossequioe di rispetto.

2° L’UMILTÀL’umiltà è certamente quella virtùche tanto piace a Dio che perl’umiltà concede le sue grazie, co-me per l’umiltà la vergine Mariadivenne madre di Dio. Si tratta diconsiderare che l’effetto della Pa-rola dipende dalla grazia e Dio do-na la sua grazia all’umile [cf. Gc4,6]. Perciò quando voi ascoltatecon umiltà, qualunque siano i vo-stri talenti, le vostre virtù, le vostrequalità, dovete ritenervi bisognosodi essere istruito, consigliato, illu-minato. Molti si credono così dottie così giusti che non hanno biso-gno della Parola di Dio. Ora basta

questo orgoglio per rendere vanala Parola. Ma come mai si può ave-re orgoglio quando si ascolta? Ep-pure la Parola riprende i vostri vi-zi, rimprovera la vostra poca fede;istruisce la vostra ignoranza, pre-senta modelli di umiltà! Eccol’umiltà che fa trarre profitto!Ognuno deve pigliare le cose co-me dette per sé.

3° PENTIMENTO

Pentimento per non aver approfit-tato della Parola di Dio, e vivo de-siderio d’approfittare d’ora in poi.In verità, fedeli miei, sinora aveteinteso tante volte la divina Parola ene avete fatto così poco profitto!Or non dev’essere questo un grandispiacere? Voi forse credete dinon aver perduto nulla o di averperduto poca cosa in tanto tempoche ascoltate senza profitto!Eppure la Parola di Dio fu parago-nata alla semente e il profitto allamesse; se voi piantate una sementee non dà frutti, ve ne dolete, diteche l’annata è andata male! Or perché non vi dolete quandopensate che questa semente cadu-ta nell’anima vostra non ha ger-mogliato? Perché non piangetepensando alla messe spiritualeche avreste raccolta da tanto tem-po se aveste avuto le giuste dispo-sizioni? Ora pentitevi per non averascoltato bene in passato e insie-me al pentimento dovete avere unvivo desiderio di profittareper l’avvenire.Questo desiderio è tanto

Non seguiamo gli insegnamenti del mondo (Sant’Annibale)

La Parola di Dio trasforma la vita di coloro che vi si accostano con fede La Parola non è mai esaurita, è ogni giorno nuova. Ma perché questoavvenga occorre una fede che ascolta. La Scrittura attesta a più ripre-se che l’ascolto è ciò che rende Israele popolo di Dio: «Se vorreteascoltare la mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per mela proprietà tra tutti i popoli» (Es 19, 5; cf. Ger 11, 4). L’ascolto creaun’appartenenza, un legame, fa entrare nell’alleanza. Nel NuovoTestamento l’ascolto è diretto alla persona di Gesù, il Figlio di Dio:«Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto.Ascoltatelo» (Mt 17, 5 e par.). Il credente è uno che ascolta.

(La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa, n. 24)

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ASCOLTARE PER FARE

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to della raccolta. Il racconto evi-denzia la «storia del seme» gettatonella terra con la speranza di por-tare frutto. L’esito del raccolto ècondizionato dalla diversità deiterreni in cui viene a trovarsi il se-me. Non è difficile leggere la storiadel seme come metafora della vitaumana, segnata da diverse condi-zioni esistenziali (cf. i terreni).Nella strategia comunicativa delracconto e nella successiva inter-pretazione allegorica si possonoindividuare i diversi atteggiamentiumani di fronte alla Parola di Dio.

IL PRIMATO DELL’ASCOLTO

Nell’introduzione (Mc 4,1-2) sipresenta l’insegnamento di Cristo«lungo il mare», dove si riunisce«una folla enorme». La descrizioneè insolita. Un maestro normalmen-te esercita il suo insegnamento inuna scuola rabbinica, davanti ad unuditorio selezionato di allievi. Inve-ce Gesù predica laddove la gentecomune vive, nei luoghi del lavoro,di passaggio e soprattutto nel dina-

di Giuseppe De Virgilio

Definita anche raccon-to dei «quattro terre-ni», la parabole delseme è ritenuta la piùimportante narrazio-

ne di Gesù, perché è riportata neitre i vangeli sinottici ed è amplifi-cata con una spiegazione allegori-ca (cf. Mt 13,1-23; Mc 4,1-20; Lc8,4-15). Come avviene nella comu-nicazione parabolica, Gesù sceglieun’immagine comune e compren-sibile al suo pubblico per comuni-care il «mistero del regno di Dio»(Mc 4,11). In questo caso l’atten-zione è posta sull’attività dell’agri-coltore: la semina del grano e l’esi-

La Parola di Dio è importante, ma non è tutto. La sua efficaciadipende dalla disponibilità dell’uomo all’ascolto e specialmente dalla qualità dell’ascolto.

Il seminatore uscì a seminare

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Ascoltiamo la Parola di Dio per metterla in pratica (Sant’Annibale)

mismo delle relazioni sociali. Traterra e mare, elementi che simbo-leggiano la realtà della creazione, sicolloca la Parola di Cristo rappre-sentata dall’immagine agricola. Lanuova cattedra è una «barca», la co-sta del lago diventa occasionalmen-te «scuola della Parola». Gesù salesulla barca per «gettare le reti» delVangelo, concretando così la pro-messa fatta ai suoi discepoli: «Vi fa-rò diventare pescatori di uomini»(Mc 1,17). L’accento del raccontoè posto su un verbo-chiave che fa dacornice: «Ascoltate – ascoltare,ascolti» (vv. 3.9). Si tratta dell’invi-to fondamentale che raggiunge lagente: prima di agire,occorre fermarsi eascoltare con il cuore.È il bisogno primarioche coinvolge la ricer-ca della verità e delprogetto di Dio. La fe-de nasce dall’ascoltodella Parola e questa, come un se-me, potrà fruttificare solo se è ac-colta nella profondità di un cuorepreparato. L’ascoltare è la condi-zione fondamentale per accogliereil mistero di Dio.

LA STRADA: L’INDIFFERENZA

Il racconto ha come protagonistal’attività dell’agricoltore che avvie-ne all’inizio della stagione autun-nale. Si tratta di una scena comunenella cultura ebraica: la semina deicereali. La descrizione è rapida: ilseminatore «esce» per seminare ilseme, ma l’accento cade sull’esitodella semina. Esso dipende dai ter-reni che accolgono il seme. Al-l’azione del seminatore si hannoconseguenze diverse e contrastan-ti. Un primo terreno su cui cade«una parte» è la strada. Essa desi-

gna la durezza, la compattezza del-la viabilità che permette un cam-mino solido ai passanti. La stradaevoca un primo atteggiamento difronte alla Parola: l’indifferenza del-l’uomo. Il seme resta sulla strada eviene subito divorato dagli uccelli.

LA TERRA CON LE PIETRE: LA SUPERFICIALITÀ

Un secondo luogo è rappresentatodal «terreno sassoso», ricoperto diun superficiale strato di terra sottoil quale vi sono pietre. Caratteristi-ca delle colline della Palestina, laterra pietrosa è luogo aspro per lasemina, mentre si adatta maggior-

mente al pascolo. Ac-cogliendo il seme insuperficie, la terra fa-vorisce un rapido ger-moglio ma non dà pro-fondità alle radici. Alprimo sole rovente, lafogliolina di grano an-

cora tenera viene bruciata. Il terre-no pietroso, non adeguatamenteliberato dai sassi, evoca la superfi-cialità dell’uomo che accoglie laParola ma non è in grado di anda-re in profondità e di vivere la radi-calità del suo messaggio.

LA TERRA CON I ROVI: L’AMBIGUITÀUn terzo luogo è caratterizzato daun terreno incolto, dove vi sonorovi e spine. In autunno il terrenonon sembra tanto contaminatoma, nel passaggio alla primavera, irovi crescono e soffocano le foglio-line di grano. La dinamica falli-mentare della crescita del semenella terra dei rovi è contrassegna-ta dall’ambiguità dell’uomo, di-stratto dalle preoccupazioni dellavita e sedotto dal potere egoistico.È importante notare il forte con-

trasto tra la speranza di vita che ac-compagna l’azione del seminatoree la perdita del grano nei tre terre-ni a causa degli uccelli, dei sassi edelle spine. Tra speranza e falli-mento, la narrazione porta il letto-re a considerare la positività del-l’ultima semina, che trova final-mente una «terra bella-buona».

IL FRUTTO ABBONDANTEDELLA PAROLA

Il racconto culmina con la presen-tazione della terra adatta ad acco-gliere il seme. Si tratta di un terre-no lavorato e pronto per ricevere lasemente e portare a compimento ilprocesso di maturazione. Il raccon-to evidenzia una progressioneascensionale. All’inizio il fallimen-to è totale: ogni seme è divorato da-gli uccelli. Invece sul suolo sassosoqualcosa spunta; fra le spine lapianta inizia a crescere. Infine nel-la terra buona il seme dà frutto orail trenta, ora il sessanta, ora il cen-to. Dal nulla al cento, la progressio-ne è continua. Questo dato noncontraddice il contrasto fra i terre-ni ma conferma il valore trasfor-mante della predicazione che cul-mina nel raccolto finale. Il falli-mento iniziale non elimina l’effi-cacia della Parola di Dio e il succes-so finale della testimonianza delVangelo. Dall’ascolto accoglienteal frutto abbondante: Gesù ci aiutaa interpretare le difficoltà presenti,vivendo con una fede operosa euna speranza che oltrepassa ogniaspettativa. L’ascoltare è la condi-zione primaria del credente, che siapre al dono di Dio e alla sua sa-pienza. Solo nella dinamica recetti-va dell’ascolto il credente può en-trare in comunione con il Signore,conoscere il suo cuore e portarefrutto abbondante.

Gesù annuncia il Vangelo

dove la gentecomune vive

Ormai è una sensazione diffusa che l’ascoltare sia un’attività fuori moda, e lo è per molti motivi. Inprimo luogo perché viene meno il silenzio, quindi la pre-condizione dell’ascolto, se non c’è silenzioascoltare diventa un tormento. La nostra è una società in cui tutti parlano e nessuno ascolta. Unasocietà che ha bisogno del “Telefono Amico”, è una società fortemente invivibile. La nostra è una socie-tà che ha risolto i bisogni materiali, ma non ha risolto i bisogni post-materiali ad esempio il bisognod’ascolto che ognuno di noi ha. Nella nostra società ascoltare ed essere ascoltati, è un fatto insolito,rarissimo. MASSIMO BALDINI

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8 ANNIBALE DI FRANCIA - N.1/2019

LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO

Tuttavia, questo non deve portarciad affermare che tutti i casi narratinei vangeli erano malattie psichi-che e che in definitiva il demonionon esiste o non agisce. Non pen-siamo dunque che sia un mito, unarappresentazione, un simbolo, unafigura o un’idea. Tale inganno ciporta ad abbassare la guardia. Luinon ha bisogno di possederci. Ciavvelena con l’odio, la tristezza,l’invidia, i vizi. E così, mentre ridu-ciamo le difese, lui ne approfittaper distruggere la nostra vita, le no-stre famiglie e le nostre comunità,perché “come leone ruggente va in gi-ro cercando chi divorare”(1 Pt 5,8).

� Come agisce questo angelo ribelle?

Il diavolo è un seduttore e a noipiace essere sedotti. Lui sa comeavvicinarsi; sa quali parole dirci.Risveglia la nostra curiosità, per-ché siamo tutti curiosi, e la nostra

vanità. Ciò che è accaduto a Eva,accade in noi. A noi dice: “Assag-giate questo! Non è come voi pensate,no...”. Questa è la seduzione. Allanostra vanità piace che pensino anoi, che ci facciano proposte... Elui ha questa capacità di sedurre.Lui si presenta con grande potere:ti promette tante cose, dei regali -belli, ben incartati - “Oh, che bello!”- ma tu non sai cosa c’è dentro -“Ma, la carta fuori è bella”. Ci sedu-ce con il pacchetto senza farci ve-dere cosa c’è dentro. Sa presenta-re alla nostra vanità, alla nostra cu-riosità, le sue proposte. È un sedut-tore. Si presenta con tutto il pote-re. E noi, scemi, crediamo.

� Il diavolo è stato sconfitto da Cristo?Da dove gli viene allora la forza?!

Sarà lo Spirito Santo a farci capireche il principe di questo mondo ègià condannato. Noi dobbiamo

a cura di Pasquale Albisinni

� Santità le siamo vicini per tutto il pe-so e la turbolenza che lei e la Chiesastate attraversando. Preghiamo perlei e ci stringiamo intorno al Successo-re di Pietro con affetto, come ci hasempre insegnato Sant’Annibale. Leici ha aiutato a scorgere in questi ulti-mi scandali gli artigli del maligno;ma davvero il diavolo esiste?Non ammetteremo l’esistenza deldiavolo se ci ostiniamo a guardarela vita senza una prospettiva so-prannaturale. La convinzione chequesto potere maligno è in mezzo anoi, ci permette di capire perché avolte il male ha tanta forza dis -truttiva. È vero che gli autori bibliciavevano un bagaglio concettuale li-mitato per esprimere alcune realtàe che ai tempi di Gesù si potevaconfondere, ad esempio, un’epiles-sia con la possessione demoniaca.

Non pensiamo che il diavolo sia un mito, una rappresentazione, un simbolo, una figura o un’idea. Il diavolo è un essere personale

Il demonio è uno sconfitto!

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ANNIBALE DI FRANCIA - N.1/2019 9

Amerò il Papa, lo ascolterò ed entrerò nei suoi sentimenti (Sant’Annibale)

corriamo alla madre, come i bam-bini quando hanno paura, vannodalla mamma: “mamma, mamma...ho paura!”. Per il cristiano la mam-ma è la Madonna; Lei ci custodi-sce. Perciò i padri della Chiesa, so-prattutto i mistici russi, dicono: neltempo delle turbolenze spirituali,rifugiarsi sotto il manto della gran-de Madre di Dio.

� Può ricordarci quanto da lei detto aconclusione del Sinodo sui giovani?

Penso a nostra Madre, la santa ma-dre Chiesa che è santa ma noi figlisiamo peccatori, tutti. La Chiesa èla “casta meretrix”, santa ma con i fi-gli peccatori, e a causa dei nostripeccati il grande accusatore neprofitta; in questo momento giracercando chi accusare, ci sta accu-sando forte e questa accusa diventapersecuzione, diventa anche accu-sa continua per sporcare la Chiesa,che non va sporcata. I figli sì, la Ma-dre no. È il momento di difenderela Madre e la si difende dal grandeaccusatore con la preghiera: perquesto ho chiesto che in questomomento difficile si preghi il Rosa-rio, perché l’accusatore tramitenoi attacca la Madre.

� Concludendo, cosa ci raccomanda?

Invito tutti a pregare il santo Rosa-rio ogni giorno concludendolocon l’antifona “Sotto la tua protezio-ne” e la “Preghiera a San Michele Ar-cangelo”, per respingere gli attac-chi del diavolo che vuole dividerela Chiesa.

!

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,Santa Madre di Dio:non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova,ma liberaci da ogni pericolo,o Vergine gloriosa e benedetta.

San Michele Arcangelo,difendici nella battaglia; sii Tu nostro sostegnocontro la perfidia e le insidie del diavolo. Che Dio eserciti il suo dominio su di lui, Te ne preghiamosupplichevoli!

E Tu, o Principe della milizia celeste, con la potenza divina,ricaccia nell’inferno Satanae gli altri spiriti maligni i quali errano nel mondoper perdere le anime. Amen.

Preghieraa San Michele Arcangelo

Sub tum praesidium

chiedere allo Spirito Santo la gra-zia di capire bene questo. Il demo-nio è uno sconfitto. Tuttavia non èmorto, ma è vivo e parla benissi-mo. Per ingannare è capace di can-tare persino l’Alleluia pasquale. Èil grande bugiardo. Le sue propo-ste sono tutte bugie; presenta lebugie e noi crediamo. È uno scon-fitto, ma si muove come vincitore.È anche capace di darci luce! Ma lasua luce è folgorante, come il fuo-co d’artificio, e non è duraturo. Laluce del Signore è mite, ma perma-nente. Ci inganna, sa toccare la no-stra vanità, la curiosità e noi com-priamo tutto. E lì, cadiamo nellatentazione. Se fosse la tentazionedi un grande guerriero, almeno halottato, ma è la tentazione presen-tata da un codardo - perché è co-dardo - da un bugiardo, da un se-duttore. È uno sconfitto pericolo-so. Sta per morire, ma come dico-no i cacciatori: “Non avvicinarti alcoccodrillo”, perché con un colpo dicoda ti può mandare all’altro mon-do, è pericolosissimo.

� Cosa fare per difenderci dal Maligno?

Gesù ci ha lasciato il “Padre Nostro”,col quale chiediamo al Padre checi liberi dal Maligno. Gesù ci ha in-segnato a chiedere ogni giornoquesta liberazione perché il suopotere non ci domini. Gesù lo diceagli apostoli cosa fare: vigilare epregare. Quindi la prima arma è la“preghiera”. Quando la seduzione èforte: penitenza e digiuno. InfattiGesù dice del diavolo nei momen-ti più forti: “questi si vince con pre-ghiera e digiuno”. Un’altra cosa chedobbiamo fare è non avvicinarci.Un padre della Chiesa dice che ildiavolo è un cane rabbioso ma in-catenato. Lui è incatenato, ma nonandare a fargli una carezza perchéti morde, ti distrugge. Lui lì, io qui.Un’altra cosa che dobbiamo fare:stare attenti e non dialogare con ildiavolo. Eva è caduta per dialoga-re. Poverina: si è creduta la grandeteologa ed è caduta. Con il diavolonon si dialoga perché è più intelli-gente di noi. È un angelo. Noi ri-

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10 ANNIBALE DI FRANCIA - N.1/2019

intendere quanto gli stesse a cuoreascoltare i Padri; ha partecipatocon molta discrezione, evitando diintervenire per non influenzarel’assemblea. Inoltre c’è da dire chela sua presenza è stata per tutti unsegno della volontà di Pietro diconfermare i fratelli permettendoa tutti di fare un’autentica espe-rienza di Chiesa. Con la presenzadel Papa mi sono reso conto di checosa sia la Sinodalità. C’è da dire

ATTUALITÀ

cordialità tra di noi, soprattuttograzie all’apporto sempre vivace egioioso dei giovani presenti.

� Era presente anche papa France-sco…

Il Santo Padre è sempre stato pre-sente durante le assemblee plena-rie. Si è assentato solo per le udien-ze del mercoledì e per incontrareambasciatori e capi di stato. La suacostante e attenta presenza lascia

di Ottavio Vitale

� Con quale stato d’animo è entratonell’aula sinodale?

Questo per me è stato il primo Si-nodo. Francamente avevo un po’di timore. Pensavo che essendo iltema molto importante avrebbeacceso qualche dissidio all’internodell’assemblea. Invece, tutto som-mato, credo che sia andato moltomeglio del previsto: c’è stata molta

Si riparte dall’ascoltoVirtù necessaria non solo nello sportMons. Ottavio Vitale rcj, vescovo di Lezhë (Albania), ha partecipato

al Sinodo su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.Gli abbiamo chiesto di indicarci le parole chiave di questa assemblea

che, dal 3 al 28 ottobre 2018, ha visto riuniti attorno al Papa 267 padri sinodali e 36 giovani

Concluso il Sinodo sui giovani

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� Ci segnali un mezzo per il discerni-mento vocazionale

Secondo la mia esperienza vedoche l’adorazione eucaristica èun’occasione non solo per avvici-nare i giovani che si sono allonta-nati dalla Chiesa e che comunquecercano momenti per tornare aCristo e alla Chiesa, ma anche unmomento opportuno per avverti-re la vocazione, compresa quellaal sacerdozio e alla vita consacrata.In proposito il documento conclu-sivo ricorda l’importanza di «ac-compagnare i giovani a scoprire ilvalore dell’adorazione eucaristicacome prolungamento della cele-brazione, in cui vivere la contem-plazione e la preghiera silenziosa»(n. 134).

� Altre parole rilevanti?

Penso all’ascolto, che è il primo epiù importante modo per avvici-narsi ai giovani. Siamo Chiesa inascolto? Come ascoltiamo? Qualiconversioni sono necessarie perascoltare la voce dei giovani oggi?Altro tema è quello della ricerca. Inche modo rispettiamo e accompa-gniamo la ricerca dei giovani? Sia-mo testimoni autentici e credibilidi fraternità, solidarietà e giusti-zia? In che modo accogliamo le lo-ro aspettative? Mi riferisco ancheall’arte dell’accompagnamento e del-la formazione (culturale e biblica,teologica ed ecclesiologica, spiri-tuale e pedagogica); è chiaro chedagli educatori si esige una prepa-

per davvero: “Grazie Santo Padreperché sei stato con noi”.

� Se non sbaglio la parola “discerni-mento”, è stata la parola chiave...

Sappiamo che il discernimento èun tratto caratteristico di France-sco. In moltissime occasioni e do-cumenti il Papa ci ha stimolato adassumere l’habitus del discerni-mento. Questo significa che dob-biamo ascoltore tutti, specialmen-te i giovani; dobbiamo assumerel’atteggiamento della sentinellache osserva tutto, scruta l’orizzon-te per individuare i segni di cam-biamento; chi discerne deve sapervalutare alla luce della fede ciò cheavviene nel nostro cuore, nel cuo-re di chi ci sta vicino, nella societàe nella Chiesa; bisogna sostare sul-le ferite della storia con misericor-dia e bontà, mantenendo semprele porte spalancate al Dio della te-nerezza che agisce continuamentetra noi e si fa vivo attraverso la pre-senza e la parola dei piccoli e deipoveri. Per discernere è necessariofarsi attenti alle persone concrete,riconoscendo che in ogni personava scoperta, accolta e favorita lapresenza di Dio. Per questo ognu-no ha diritto di parola e va ascolta-to con attenzione, perché Dio ciparla attraverso chi vuole, dove,come e quando vuole.

� Quale è stato il focus specifico diquesto sinodo?

La vocazione. Come Chiesa siamochiamati ad accompagnare i giova-ni nel loro cammino di “discerni-mento vocazionale”. Una dellegrandi fragilità della nostra pastora-le consiste nel pensare la vocazionecome qualcosa che riguarda solo icandidati al sacerdozio e alla vitaconsacrata. Per San Paolo la dina-mica vocazionale affonda le sue ra-dici nell’eternità: “In Lui ci ha scel-ti prima della creazione del mondoper essere santi e immacolati difronte a lui nella carità, predesti-nandoci a essere per lui figli adotti-vi mediante Gesù Cristo” (Ef 1,4-5).

ANNIBALE DI FRANCIA - N.1/2019 11

Ricordiamo la storia e guardiamo l’attualità (Sant’Annibale)

razione adeguata; formazione spe-cifica per i formatori nei seminarie nelle case di formazione.Altro tema preso in considerazio-ne e sviluppato è stato quello del-l’annuncio e della comunità. In unclima sereno e fraterno abbiamocercato di metterci umilmente inascolto di Dio, vivendo in comu-nione fraterna tra di noi e cercan-do di fare agire lo Spirito Santoperché parlasse alla Chiesa, secon-do quanto Gesù ha promesso: “LoSpirito Santo che il Padre mande-rà nel mio nome, lui vi insegneràogni cosa e vi ricorderà tutto ciòche io ho detto” (Gv 14,26).

� Siamo sulla strada giusta?

I frutti del Sinodo li vedremo piùin là, ma siamo sulla strada giusta,la strada di Emmaus e dobbiamopercorrerla come Gesù e con Ge-sù. I giovani non conoscono la per-sona di Gesù. Pertanto è opportu-no e auspicabile che si faccia cono-scere Gesù in tutto il suo fascino,innanzitutto attraverso le Scrittu-re. I giovani vogliono vedere in noiinnanzitutto dei testimoni e quin-di guide credibili in grado di cam-minare accanto a loro per ascolta-re e poi parlare, come Gesù con idiscepoli di Emmaus. Personal-mente, insieme alla CommissioneNazionale di Pastorale Giovanile ciimpegneremo a organizzare e pro-porre alle nostre diocesi camminidi fede tenendo presente l’espe-rienza di Emmaus.

Papa Francesco con mons. Ottavio Vitale

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SULLE ORME DEL FONDATORE

di Olindo

� Caro padre Antonio, cosa ricordidel primo impatto con l’Albania? Quando ho messo piede per la pri-ma volta in Albania, il 22 giugno1992, il porto di Durazzo sembravain stato di guerra, quasi un eserci-to nemico l’avesse saccheggiato.Per arrivare da Durazzo a Shenkollsi impiegava più di due ore. Lungola strada, poche case, qualche pic-colo negozio, e poi tanti bunker;era una desolazione vedere tutto

abbandonato e distrutto. ln segui-to ho avuto l’occasione di ritorna-re a più riprese nella nostra missio-ne di Shenköll e, ordinato sacerdo-te, da qualche anno vi risiedo co-me missionario.

� Dopo tanti anni di comunismo cosaè cambiato nella vita della gente?Guardandomi intorno, posso direcon cognizione di causa che qui,dopo 20 anni, qualcosa è cambia-to. Lo si nota, lo si percepisce, lo sisente. Non più soldati, militari ita-liani o tir che trasportano aiuti

umanitari, ma gente che ritornaper incontrare i propri parenti, ca-richi di valigie. L’aeroporto di Ti-rana è completamente trasforma-to, nuove vie di comunicazione ciconsentono di raggiungere Duraz-zo in poco meno di un’ora. Costru-zioni di case, villini, negozi fannoda cornice al percorso. Qua e làpuoi contemplare anche giardiniben curati. Tante città stanno cam-biando volto, iniziando da Tirana,la capitale, quasi tutta rifatta, conla bella Cattedrale, consacrata pro-prio un anno fa, segno della rina-

L’8 agosto 1991 Bari fu invasa da 20milaAlbanesi in cerca di speranza. Pochi mesi dopoalcuni Rogazionisti partirono per l’Albania. Tra loro c’era padre Antonio Leuci, oggi direttore della Caritas Albanese

nuove sfide per la missione

IL PAESE DELLE AQUILE CAMBIA LOOKnuove sfide per la missione

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scita del Cristianesimo in questaterra desolata a causa dell’ateismodi stato. Anche Lezhë, la nostra cit-tà vicino alla missione di Shenköll,è cambiata. Ora puoi scendere perstrada e vedere la gente che libera-mente e con tranquillità passeggiaper le vie delle città. Per anni ilPaese delle Aquile è stato deturpa-to, violentato, chiuso al mondo.L’isolamento forzato e l’indottri-namento sistematico del regimeavevano portato il popolo a rifiuta-re il concetto di bene comune.Termini come «solidarietà», «so-cietà», «bene comune» sono consi-derati ancora oggi, con accentonegativo, concetti del regime,quindi da dimenticare.

� Cosa puoi dirci dei ventisei anni dipresenza rogazionista nella Terra del-le Aquile Guardando indietro e interpretan-do i fatti con gli occhi della fede,sento il bisogno di ringraziare il Si-gnore per quello che ci ha donatoe ci ha consentito di realizzare inquesti anni: la missione di Shen-köll, la costruzione delle chiese, lacasa a Scutari. In ogni villaggio anoi affidato per la cura pastorale èstata costruita una chiesa. Proprioin questi giorni, dopo tanta fatica,sono state completate le chiese diZejmen e di Tale. Segnalo il cultoa sant’Annibale Di Francia, a lui èstata dedicata a Pllana, una chiesae una via. Sempre a Lezha la scuo-la materna frequentata da 140bambini porta il suo nome. In tut-te le chiese c’e un mosaico di san-t’Annibale. Accanto alle chiese dimattoni sta crescendo la Chiesa dipersone e il Signore ha scelto il ro-gazionista Padre Ottavio Vitale co-me Vescovo di Lezhë.

� Informaci sull’attività sociale ededucativa svolta dai Rogazionisti.Accanto alle opere religiose abbia-mo assistito anche al fiorire di tan-te opere sociali. Si sono costruitenumerose abitazioni per famigliepovere. Abbiamo dedicato specialeattenzione agli orfani e ai bambinipoveri, anche con l’aiuto delle ado-

zioni a distanza. Abbiamo realizza-to l’ambulatorio medico e avviatonumerosi corsi di formazione pro-fessionale. Stiamo per completareil vecchio stabile di Shenkoll.Un’altra opera a noi cara è stataquella di portare la corrente elettri-ca al villaggio di Barbulloje e allascuola, costruita e donata alla Dio-cesi di Lezhë. Questa struttura èstata realizzata grazie al contributodi tutti gli amici dei Rogazionisti.Attraverso la rivista Sant’Annibale-Adif desidero vivamente ringrazia-re tutti a nome dei giovani che fre-quentano la nostra scuola.In questi ultimi anni poi, il Comu-ne di Shenköll, a causa di una forteimmigrazione, si è fortemente po-polato. Arrivano famiglie che ab-bandonano la montagna e cercanofortuna in pianura. Il primo inse-diamento è molto precario, costrui-scono una piccola baracca di legnocoperta con laminati metallici. Gra-zie poi ai figli che sono all’esteroiniziano la costruzione della nuovacasa. È un processo lento e faticoso,ma l’Albania sembra proprio averritrovato la voglia di vivere. Tutta-via, la nostra presenza non si limitaalla costruzione di opere materiali,perché come missionari il nostrodovere principale è quello di pro-clamare la Buona Novella.

� Quali sfide per la Chiesa in un pae-se fortemente segnato dal comunismoautarchico di Hoxha (1978-1985)?

Rogazionisti: rogatio+actio, non basta pregare bisogna agire (Sant’Annibale)

Annunziare il Vangelo in una ter-ra dove il senso del sacro è statodistrutto, far riscoprire il valoredella persona umana e dare im-portanza al senso profondo dellecose, non è semplice. Si può correre il rischio che il mes-saggio del Vangelo diventi uno deitanti messaggi veicolati dai santua-ri dell’occidente consumista.Quando una persona ha fame,può accadere che qualsiasi cosa levenga offerta sia da lei ritenutabuona. Il grosso problema che per-cepisco nell’aria è che dall’atei-smo teorico si sta passando all’atei-smo pratico. Il capitalismo, o me-glio il consumismo, è entrato conforza nel paese e sta imponendo lapropria legge economica e cultu-rale. Una parte della popolazionesi è arricchita e tende ad arricchir-si sempre più, dimenticando lacondivisione e la solidarietà neiconfronti dei bisognosi, ai qualispesso viene preclusa ogni formadi accesso alla ricchezza.Così i ricchi diventano sempre piùricchi e i poveri sempre più pove-ri. Proprio in questo clima cultu-rale all’insegna della «ricchezza atutti i costi», la Chiesa diviene se-gno profetico, perché rende visi-bile il primato dell’amore di Dio elo testimonia nell’amore condivi-so con il prossimo. È soprattutto aquesta sfida che noi dobbiamo sa-per rispondere.

Chiesa e via dedicate a sant’Annibale Visita del Presidente della Repubblica

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SANT’ANNIBALE - N.1/201914

SULLE ORME DEL FONDATOREDresda (REP. CECA) - Incontro famiglie rogazioniste

Dal 16 al 22 luglio 2018 si sono riunite a Dresda nove gio-vani copie per un periodo di formazione. Maria Macoou-mova, direttrice del centro di pastorale famigliare di Praga,ha affrontato il tema dell’identità famigliare. Padre Giovan-ni Sanavio ha tenuto degli incontri biblico-ecclesiali sull’ac-cettazione di sé e dell’altro e sulla potenzialità trasforman-te della coppia cristiana sulla società. In un clima di gran-de fraternità non si è fatta mancare la preghiera, l’Adora-zione eucaristica e la Messa quotidiana.

Morlupo (ITALIA) - Formazione permanente

Dal 12 al 16 novembre la Provincia S. Antonio ha organiz-zato un corso di Formazione Permanente in cui si è cele-brata anche un'assemblea. L’evento ha visto la partecipa-zione di 38 confratelli. Il programma degli incontri, orga-nizzati dalla Commissione per la Formazione PermanenteProvinciale (P. Borile, P. Cabbia e P. Ciutti), ha avuto comefilo conduttore il tema: Papa Francesco e la Chiesa del Vatica-no II. Sono intervenuti: la Prof.ssa Militello, il Prof. Borghe-si, Sr. Barbiero e P. Fares. La settimana è stata molto apprez-zata e ha prodotto un fruttuoso scambio di idee per la cre-scita della Circoscrizione.

Roma (ITALIA) - Nuovo centro pastoraleIl 18 novembre 2018 Mons Gianpietro Palmieri ha bene-detto il nuovo centro pastorale della parrocchia sant’Anto-nio di Padova. L’opera è stata realizzata con il contributodel parroco, padre Antonio Di Tuoro, che ha devoluto par-te dell’eredità di famiglia. Per questo motivo il centro è de-

dicato alla memoria dei genitori Anna e Luigi. Il centro,comprende cappella, sala multimediale, sala giochi, auleper catechesi, guardaroba, docce e cucina per i senza fissadimora. Il venerdì mattina si accolgono una trentina di per-sone alle quali viene offerta la colazione e la possibilità diusufruire delle docce. Una stanza è riservata all’associazio-ne “Le formiche di Giulia”, in memoria di una ragazza mor-ta a 16 anni a causa di un osteosarcoma, che sostiene i bam-bini delle missioni all’estero e le famiglie bisognose di Ro-ma con figli piccoli.

Messina (ITALIA) - Ordinazione sacerdotaleIl 29 settembre, solennitàdi S. Michele Arcangelo,nella basilica-santuario“S. Antonio di Padova” diMessina, per l’imposizio-ne delle mani e la pre-ghiera consacratoria di S.E. Mons. Giovanni Accol-la, Arcivescovo Metropo-lita di Messina, è stato or-dinato sacerdote il diaco-no Antonio Vasta. Presen-te il Vicario Generale del-la Congregazione, P. José Maria Ezpeleta, il superiore pro-vinciale, P. Giorgio Nalin, numerosi confratelli e consorelleFiglie del Divino Zelo, famigliari e amici del neo sacerdote,numerosi fedeli. Il giorno dopo P. Antonio ha celebrato laMessa nella chiesa parrocchiale “S. Giuseppe operaio” diGaggi (ME).

Lezha (ALBANIA) - Visita del Presidente della Repubblica

16 luglio 2018 il presidente della Repubblica d’Albania IlirMeta, in occasione della giornata nazionale della formazio-ne professionale, ha fatto visita alla scuola rogazionista diLezha. Erano presenti i rappresentanti delle ambasciate ita-liana e francese, della nunziatura apostolica presso l’Alba-nia, e di un rappresentante della cooperazione Svizzera. Ilpresidente ha visitato i corsi di cucina, fotovoltaico e sarto-ria. A conclusione della visita ha manifestato la propria con-gratulazione per l’opera formativa che raggiunge oltre 500alunni.

Atripalda (ITALIA) - Le Famiglie Rog compiono 10 anniAl termine di una tre giorni di preparazione – in cui si so-no avvicendati il vescovo di Avellino, Mons. Arturo Aiello,P. Angelo Sardone, assistente spirituale delle Famiglie Rogdi Atripalda, P. Gilson L. Maia, Consigliere Generale per illaicato e P. Bruno Rampazzo, Superiore Generale – le Fa-miglie Rog di Atripalda hanno festeggiato i loro 10 anni distoria. Al termine della Messa 16 famiglie hanno rinnovatola promessa di fedeltà al Rogate. Alla santa Messa sono in-

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SANT’ANNIBALE - N.1/2019 15

Rogazionisti: rogatio+actio, non basta pregare bisogna agire (Sant’Annibale)

tervenuti anche don Fabio Mauriello, parroco della chiesadi S. Ippolisto, in cui è avvenuta la celebrazione e Mons. En-zo De Stefano, Vicario Generale della diocesi di Avellino,che 10 anni fa accolse il primo gruppo di Famiglie Rog.

Ngoya (CAMEROUN) - Ordinazioni sacerdotaliIl 30 giugno 2018, Mons.Faustin Ambassa Ndjodo,Arcivescovo da Garoua haordinato sacerdoti i diaco-ni Zack Bertrand Ayangmae Pierre Evoe Bidime. Lacelebrazione si è tenutanella Basilica di Maria Regi-na degli Apostoli a Mvolyé(Yaoundé). Erano presentile comunità rogazioniste diEdea, Ngoya, Ebebda eKumbo. La giornata si èconclusa con l'adorazioneeucaristica notturna e la ce-

lebrazione dell’Ufficio delle Letture della festa del 1° Lu-glio. Il giorno successivo, 132° anniversario della venuta diGesù Sacramentato tra le case Avignone, è iniziato conl’adorazione eucaristica e la processione col SS.mo Sacra-mento nello scolasticato.

Seoul (COREA DEL SUD) - Missione medica nelle FilippineI confratelli di Seoul hanno organizzato – dal 23 al 25 set-tembre 2018 – una missione medica in varie parrocchierogazioniste delle Filippine. Il lavoro è iniziato con la Mes-sa domenicale. Sono stati visitati circa 2.000 pazienti, tra an-ziani, adulti, bambini e neonati. Il team ha offerto control-lo sanitario e dentale, una sessione di agopuntura e orga-nizzato un programma di alimentazione. La missione me-dica si è conclusa con la celebrazione della Messa.

Ho Chi Minh City (VIETNAM) - Primi sacerdoti VietnamitiIl 24 ottobre 2018, in occasione del 15° anniversario dellapresenza rogazionista in Vietnam, i primi quattro sacerdo-

ti vietnamiti hanno celebrato la Messa di ringraziamentonella cappella della casa provinciale delle Suore del SantoRosario. All’evento hanno partecipato numerosi amici eparenti che – per ovvi motivi – non hanno potuto recar-si a Manila per l’ordinazione sacerdotale. Per l’occasioneera presente anche il P. Orville Cajigal, neo eletto superio-re della Provincia di San Matteo, di cui fa parte la stazionemissionaria del Vietnam.

Silang (FILIPPINE) - Capitolo ProvincialeNel mese di ottobre si è celebrato il 2° capitolo della pro-vincia San Matteo. L’assemblea è stata presieduta da P. Bru-no Rampazzo, superiore Generale. P. Orville Cajigal, giàconsigliere, è stato eletto superiore provinciale e guiderà iconfratelli per i prossimi 4 anni. P. Orville ha presieduto laMessa conclusiva durante la quale ha fatto la professione difede. A conclusione del capitolo sono stati ordinati sacer-doti 7 diaconi rogazionisti.

São Paulo (BRASILE) - Capitolo ProvincialeNel mese si settembre u.s. la Provincia São Lucas ha celebra-to nella città di São Paulo il 10° capitolo provinciale. Dopola verifica del lavoro di questi anni e la programmazione peri prossimi 4 anni è stato eletto il nuovo superiore provincia-le, P. Geraldo Tadeu Furtado, che sarà assistito dai padri:Valmir de Costa (vicario responsabile per la vita religiosa);Reinaldo de Sousa Leitão (consigliere per il rogate); CarlosAndré da Silva Câmara (consigliere per il laicato); MarcosLourenço Cardoso (consigliere per il settore socio-educati-vo e missioni) e Ademar Tramontin (economo provinciale).

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SANT’ANNIBALE - N.1/201916

OPERAI NELLA MESSE

Questa è tante volte la santità “del-la porta accanto”, di quelli che vi-vono vicino a noi e sono un rifles-so della presenza di Dio,…., “laclasse media della santità”» (n. 7).

LA FAMIGLIA DI ODETINHAA Rio De Janeiro il 18 febbraio1931 nasce la piccola Odete VidalCardoso, Odetinha, da una fami-glia, di origini portoghesi, emigra-ta in Brasile. La mamma, Teresa diGesù Vidal, detta Alice, nata da ra-gazza madre, di umili natali, pove-ra ed adottiva, aveva sposato nel1929 un ricco possidente terriero,Augusto Cardoso. La condizionedella famiglia Vidal Cardoso, colpasssare del tempo si era elevatatrasferendosi nei quartieri “in” del-la città, provvisti di larghe disponi-bilità economiche, però attenti allefasce deboli della società del tem-po, secondo lo spirito della fedecattolica di cui la madre era ferven-te praticante, convinta e coerente.Odete crebbe in una famiglia dal-l’intensa vita cristiana, benemeritaper il servizio riservato ai poveri, at-

te: «Non essere costretto da ciòche è più grande; essere contenu-to in ciò che è più piccolo, questoè divino!». Proprio così come hafatto Gesù che si è lasciato conte-nere dentro la natura umana, ri-manendo Dio dentro la riduzioneumana. Ecco allora perché Gesù siidentifica con i bambini vedendoin essi l’anticipo del Regno dei cieliche annunciava. Papa Francescocommenta in questo modo la mas-sima di sant’Ignazio: «Ho molto ri-flettuto su quella frase… È fare lepiccole cose di ogni giorno con uncuore grande e aperto a Dio e aglialtri. È valorizzare le piccole coseall’interno di grandi orizzonti,quelli del Regno di Dio». Lo stessoPontefice, nel suo ultimo docu-mento sulla Chiamata alla santitànel mondo contemporaneo ci invita aconsiderare «la santità nel popolodi Dio paziente: nei genitori checrescono con tanto amore i loro fi-gli, negli uomini e nelle donne chelavorano per portare il pane a ca-sa, nei malati, nelle religiose anzia-ne che continuano a sorridere…

di Giuseppe Ciutti

La santità ci dà la misuradi donne e uomini chenella loro fede si relazio-nano con la storia, pro-tesi fino al suo compi-

mento nell’eternità. Francesco,Chiara, Benedetto, Caterina, An-tonio, Pio, Annibale e Teresa diCalcutta, ognuno a modo proprio,hanno esercitato un fascino che èandato oltre le appartenenze perla risonanza e l’incisività della lorovicenda terrena in ambito ecclesia-le, spirituale, sociale, ecologico eculturale. Ma quando la santità ènascosta ci si potrebbe chiedereche santità è?

LA SANTITÀ È SEMPRE GRANDE

C’è una santità che è grande per-ché si manifesta in spazi ridottissi-mi, in gesti normali. Gesù stesso celo insegna quando disse: Lasciateche i bambini vengano a me. San-t’Ignazio di Lojola dice giustamen-

ODETINHAMeraviglia della natura,

estasi della grazia

ODETINHAMeraviglia della natura,

estasi della grazia

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SANT’ANNIBALE - N.1/2019 17

Anche i bambini sono operai nella messe del Signore (Sant’Annibale)

continuando la recita ininterrottadel salmo 22: Il Signore è il mio pasto-re non manco di nulla… Quel salmoconteneva in sintesi la sua vita. Sa-lendo con Cristo sulla croce, comesu un trono di gloria, Odete eratutta circonfusa in volto della gioiaserena e distesa dei santi. I funera-li furono un’apoteosi. Dopo 74 an-ni, è iniziato nel 2013 il processodiocesano. Chiusa la fase diocesa-na, nel 2015 l’iter si è spostato a Ro-ma, dove ora si attendono due mi-racoli, uno per la beatificazioneprima e l’altro, poi, per la canoniz-zazione. Il leitmotiv della sua spiritualità ècontenuto in questa preghiera,che farebbe bene anche a noi ripe-tere: «Mio Gesù, io ti amo! – chie-do di venire in cielo facendo il be-ne sulla terra – mio Gesù, benedi-cimi».

tiva e costante nella partecipazionealla santa Messa, benefattrice dichiese e missioni, sollecita alle ini-ziative di opere di carità.

BAMBINA PRODIGIO

Odete era una bambina vispa e do-tata di raro talento, incline allacontemplazione e alla preghiera,un vero miracolo della natura edella grazia, una meraviglia e ad untempo un prodigio vivente. Sapevaconiugare le semplici espressionidei bambini con contenuti intensidi saggia maturità adulta, di pro-fondità umana e spirituale, che la-sciava estasiati al solo sentirla parla-re, vederla nella cura e nel soccor-so ai poveri, seguirla nei suoi ragio-namenti di sapiente intuizione edassennatezza, osservarla nella suacapacità di partecipazione, azionee contemplazione, alle celebrazio-ni liturgiche e alle orazioni. La vi-cenda terrena di Odete culminacon la sua morte, alla fine di novem-bre 1939. La sua esistenza è rac-chiusa nell’arco di nove anni.

TOCCAVA GESÙ

La sua vita ci ha mostrato il Regnodi Dio già operante entro il dram-ma della storia umana; il suo sorri-so ci ha conquistati interiormentefacendoci sperimentare la dolcezzadi Dio, un tocco della sua bontà edel suo tenero amore. Odete avevain sé il senso di Dio, il fiuto dellasua presenza. Fin da piccola hacontemplato Gesù nell’Ostia ed hadesiderato riceverlo. Abbraccian-do la mamma, subito dopo la co-munione, lo faceva con l’esplicitavolontà di stringere a sé Gesù. Ave-va solo tre anni e ogni mattina ac-compagnava la mamma alla santaMessa. Ha riconosciuto Gesù neipoveri che serviva, imitando inquesto l’esempio della mamma,quando li accoglieva alla mensa incasa. La sua ispirata sensibilità mi-stica la portava a toccare Gesù neibambini meno fortunati di lei, coni quali appunto condivideva i gio-cattoli, i vestiti e il cibo; si esibivaper loro al pianoforte che suonava

alla perfezione; si improvvisava ca-techista istruendo nella fede i suoiamici e compagni che incrociavalungo il suo cammino e a scuola,quelli della porta accanto, della suacerchia. Amava scorazzare con labicicletta ed aveva un trasporto peril calcio, come in genere tutti ibambini, desti al fascino magicodel pallone che amava particolar-mente. Ha avuto doni mistici, go-dendo della contemplazione di Ge-sù Bambino nell’Ostia consacrata;ha predetto la sua morte alla qualesi era preparata, anticipandola aduna suora e alla mamma.

ALLA FESTA CON L’ABITO BELLO

Si ammalò gravemente di tifo l’8ottobre del 1939 e si spense nel Si-gnore il 25 novembre. La serenitàcon cui affrontò la malattia e l’ago-nia fu testimoniata da molte perso-ne che andarono a trovarla ed eb-bero la fortuna di assisterla negliultimi tempi. Rimase sempre stret-ta a Gesù, che vide accanto al suoletto, anche la Madonna fece capo-lino in una sua visione interiore;Odete infatti diceva che bisognavache si preparasse con l’abito belloper andare alla festa con Maria. Al-la fine stremata e consumata dallamalattia, ricevette il viatico sorben-do un piccolo frammento di parti-cola, accompagnandolo con unsorso d’acqua, poi chiuse gli occhi,

Fedeli sulla tomba di Odete

Mamma Alice contempla il volto di Odete addormentata nel Signore

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FIGLIO DI BENEDIZIONE

L’incontro con padre Annibale

di San Carlo alleMortelle, nel Col-legio del tedescoLiebler e nel LiceoMartineli fondandosuccessivamente, as-sieme ad altri docenti eassumendone la direzio-ne, il Liceo Rosmini di Na-poli. Successivamente, ordinato sacer-dote, divenne professore pareggia-to di Enciclopedia giuridica e Filo-sofia del diritto, all’università diNapoli e dal 1885 titolare della cat-tedra di Filosofia del diritto inquella di Messina di cui fu presidedal 1894 fino alla morte.

PRODUZIONE SCIENTIFICAAbbondante è la sua produzionescientifica. Ricordo i saggi: Criticadella dottrina etico-giuridica di J. S.Mill (1889), La personalità origina-ria e la personalità derivata (1868),Kant e Rosmini (1869), La mente del-l’Aquinate e la filosofia moderna(1873), Filosofia del diritto (1880),Le fonti del sistema filosofico di Anto-nio Rosmini (1897), Due meraviglio-se scoperte di Antonio Rosmini: l’esserepossibile e l’unità della storia dei siste-mi ideologici (1897), Manuale di filo-sofia del diritto (1903).Da conoscitore ed estimatore dellafigura e dell’opera di padre Anni-

di Vincenzo Santarella

SACERDOTE E PROFESSORVINCENZO LILLA

Concittadino di padre Palma, Vin-cenzo Lilla nacque in FrancavillaFontana (allora Provincia di Lec-ce) il 14 giugno 1837, da GiuseppeOronzo e da Carolina Angelini.Formatosi nelle scuole dei PadriScolopi in Francavilla Fontana sindall’età giovanile aderì alle ideecattolico liberali divulgate dai pen-satori della prima metà dell’Otto-cento: Gioberti, Minghetti, Balboe Antonio Rosmini al quale dedi-cherà molteplici studi subendoneuna marcata influenza. Presi gli or-dini minori all’età di diciotto annie lasciata Francavilla nel 1863 perl’ostentata contrarietà di tutto ilclero di Francavilla alle sue ideepatriottiche d’ispirazione giober-tiana, manifestate apertamentenel “Programma d’insegnamento filo-sofico” pubblicato sul giornale il“Cittadino leccese”, decise di tra-sferirsi a Napoli dove, frequentan-do l’università, ebbe modo di con-frontarsi con le idee di FrancescoDe Sanctis, Bertrando Spaventa,Luigi Settembrini, Antonio Tari eAugusto Vera. Appena laureato ottenne l’inse-gnamento di filosofia nel Collegio

bale nel 1902 pubblicò con i tipidell’Editrice San Giuseppe Il Cano-nico Annibale Maria Di Francia e lasua Pia Opera di beneficenza. Il Lillanon si è soffermato alle disquisizio-ni scientifiche della sua di sciplina,ma ha scritto anche i Saggi di SacraEloquenza, nei quali illustra ampia-mente i misteri del Verbo incarna-to, le glorie della sua santissimaMadre e dei Santi. Detti Saggi furo-no molto apprezzati dal clero e ri-velano un teologo di gran de com-petenza. Dalla bibliografia si evince che ilprof. Lilla alimentò il suo pensieroalle fon ti del Tomismo e del Ro-sminianesimo. È molto facile chele tracce del “Rosminia nesimo”,che largamente si trovano nel pen-siero di padre Palma, siano dovutein parte alla sua formazione nel Se-minario di Oria e, in parte forsemaggiore, al contatto avuto conl’illustre concittadino.

Don Vincenzo Lilla, sacerdote di Ceglie, presentò il compaesano padre Pantaleone Palma ad Annibale Di Francia da anni impegnato tra i poveri del Quartiere Avignone (Me)

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Un paradiso sarebbe poco per l’eroica carità di padre Palma (Sant’Annibale)

La parola ai testimoniL’avv. Vincenzo Intonti, originario di Trani, apprezzato da sant’Annibale per laprofessionalità e la dirittura morale, è sempre stato vicino alle Opere Anto-niane ed ha avuto modo di conoscere ed apprezzare padre Palma. Assie-me alla consorte si è sempre interessato del “condannato” specialmen-te durante il periodo della segregazione alla Scala Santa (Roma).Dopo averlo visitato nel ritiro romano, il 19 luglio 1933 scrive aSr Cristina Figura informandola sulle condizioni dell’amico.La missiva testimonia la serenità e la grandezza d’animo del-la “vittima innocente” e la volontà di non lasciare nulla diintentato per il trionfo della verità

Padre Pantaleone, caro ed ottimo amicoGentilissima e buonissima,Il mio ottimo e caro amico, padre Palma, è stato colpito da un severo provvedimen-to e ritenuto colpevole di colpe mai commesse. Io non voglio demolire la sentenzadi un supremo tribunale, ma affermare ciò che per mille versi è chiaro, cioè ilpiano infernale con cui si è riusciti a trarre in inganno coloro i quali non han-no potuto avere sott’occhio il materiale che scagiona padre Palma. Posso assicu-rarLa che la vittima gode buona salute fisica e non ha tracce di sofferenze, seb-bene il turbinio del momento avverso lo possa tenere avvinto in una morsa di stret-tezze morali. Conserva una freschezza d’animo che è la più bella prova della suacompleta innocenza e del suo spirito sacerdotale che lo spinse a farsi vittima vo-lontaria per il sacerdozio. Egli ripete che non si è mai sentito così calmo comein questo momento, ed è consapevole di vivere una situazione di privilegio volutodal Signore e permesso a vantaggio suo e dei suoi. Egli sarebbe pronto, anzi sa-rebbe questo il suo programma, di non far più nulla per difendersi in attesa cheil Signore illumini i Superiori. Tuttavia noi non possiamo tollerare che l’errore, voluto e imbastito con architet-tura diabolica, continui a trionfare a danno della giustizia e della verità. Eccoperché io con altri abbiamo pensato a fare ricorso molto in alto e percorrere al-tre vie perché si raccolgano quelle prove che noi offriamo affinché trionfi la ve-rità. Difatti è incredibile come durante il processo non siano stati ascoltati iVescovi e quelle altre persone indicate da padre Palma per provare la propria in-nocenza. È dal 1910 che vivo in mezzo alle Opere Antoniane e ho avuto il piacere di esserechiamato dal Fondatore a compagno di viaggi d’affari e da lui messo a conoscenzadi tante cose intime che non tutti sanno. Farò vedere io se il mio amico, padrePalma, è quel che si è detto, o non è piuttosto il vero continuatore dell’Operageniale di padre Annibale, che lo chiamò suo erede e lo destinò a dirigere tuttoin vece sua. Padre Palma, che ha salvato l’Opera, non può restare sotto questa con-danna che è l’effetto di un errore di chi l’ha emessa e di un piano immoralissimodi chi l’ha provocata. Quel grand’uomo che io venero, vive a Roma e ha accettatola sentenza senza alcuna protesta. Considera la condanna frutto della sua volontàdi farsi vittima, assieme ad altri, per il bene dell’Opera del Can. Di Francia.Sebbene non abbia la consolazione di alzare l’Ostia quotidiana [era stato sospesoa divinis ndr], in cuor suo non si è mai allontanato dal sacrificio della Messa.Se gli sono state tarpate le ali nel bene che faceva alle Opere e obbligato a star-sene in disparte, il suo cuore rimane sempre attaccato a quella che è come una suafondazione, infatti non si potrà mai dimenticare che egli fu il primo compagno delFondatore ed il più efficace e concreto realizzatore.Anche suo fratello Pietro, che ha speso la vita per le Opere, ora è appartato. Maio credo che il male si faccia alle Opere e non a quelle persone […]. La mia dat-tilografa è troppo irrequieta: totalitaria, non ammette ragioni, e vorrebbe vede-re il diluvio universale. Ha torto, e sminuisce la grandiosità di certi avvenimen-ti di vita apparentemente terrena, ma che attengono a quella celeste.Attendiamo dal Signore le grazie e raddoppiamo le preghiere.Assieme alla mia sposa La ossequio distintamente, mi raccomando alle Sue preghie-re e a quelle delle virtuose Sue compagne.

AVV. VINCENZO INTONTI

Avvocato Intonti e consorte

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SANT’ANNIBALE - N.1/2019

Giuda, egli sentendosi troppo solonel portare innanzi l’immane lavo-ro apostolico del quartiere Avigno-ne, offrì fiducioso la santa Messa alSignore, affinché, per l’in ter ces -sio ne dei due santi apostoli, gliavesse concesso un sacerdote fede-le, un compagno fidato che lo soc-corresse nelle fatiche. La grazia glifu concessa: proprio in quel gior-no, 28 ottobre 1902, un caso nonordinario, avvicinò per la primavolta padre Palma al Fondatore ilquale troverà in lui il suo confiden-te più sicuro e il suo figlio più de-voto. Una conferma di ciò l’abbiamo nel-la Memo riale dei Divini Benefici, un li-bro che custodisce i più gelosi se-greti di padre Annibale. In esso leg-giamo questo appunto: “Il padrePalma è entrato da noi il 1902”.Un’annotazione apparentementefredda e scarna, si direbbe una sem-plice notizia d’archivio; ma per chila sa leggere, essa nasconde l’ansiaprofonda di un cuore apostolico,molto sofferta e bagnata di lacrime.Detta annotazione, infatti, va lettaquasi in filigrana, per tutto ciò chediremo in seguito di padre Panta-leone Palma. Prova di ciò ne sia, se altre non cene fossero, che a distanza di 22 an-ni, e precisamente in occasione del-le Nozze d’Argento Sacerdotali delpadre Palma, il Fondatore, rian-dando con la memoria alla venutadel padre Palma in mezzo a noi,non l’attribuisce al caso, ma allaProvvidenza divina. (Continua)

RECIPROCA STIMAConcludo questo breve paragrafosul prof. Lilla con una notizia checi tocca da vicino: egli ebbe la con-solazione di essere assistito, sul let-to di morte, da sant’Annibale. Ilsollecito accorrere del padre Fon-datore al letto del suo grande ami-co morente, oltre a rivelare lo zeloche egli aveva per la salvezza delleanime, manifesta certamente la ri-conoscenza del Padre verso coluidal quale era stato tanto stimato edifeso in tempi difficili. All’età di69 anni Vincenzo Lilla rendeva lasua bell’anima a Dio. Padre Panta-leone accorse anche lui ai solennifune rali del venerato ed a matoMaestro e tenne in suo onore unsentito elogio funebre, di cui ci re-stano gli appunti.

ALL’UNIVERSITÀ DI MESSINARipigliamo ora la narrazione bio-grafica del padre Palma dal puntodove l’abbiamo lasciata. Egli si por-tò a Messina per frequentare la Re-gia Università, e per prima cosa sidiresse verso la casa del prof. Lilla,per salutarlo e farsi consigliare dalui una opportuna “pensione” do-ve ospitare per continuare i suoistudi. Il Lilla gli indicò subito ilquartiere Avignone, dove operavail nostro Fondatore. Era il 28 otto-bre del 1902 quando il giovane Sa-cerdote fu accolto dal Di Franciadietro il versamento di un modicocompenso di 15 Lire mensili. Ciòmeravigliò altamente padre Panta-

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leone, certamente abituato a versa-re prezzi molto più elevati, tantoche alla richiesta del Fondatore glisfuggì spontanea l’esclamazione:“Così poco!”.

OSPITE AD AVIGNONE

Non solo il sac. Palma fu ospitatoin una stanza del quartiere Avigno-ne, ma gli fu messo a disposizioneil tanto solerte fra Giuseppe Anto-nio Meli, che molti di noi hannoconosciuto ed ammirato per il suozelo, l’infaticabile attività ed eroicavirtù. La data del 28 ottobre 1902 rimaseindelebilmente impressa nella me-moria di padre Annibale, per il fat-to che, ricorrendo in quel giornola festa dei santi apostoli Simone e

FIGLIO DI BENEDIZIONE

Pietro Palma si racconta...

Il Padre conosceva la mia onestàChe l’opera mia sia stata apprezzata dal padre Fondatore e che sulla mia scrupolosità Egli con-tasse con piena fiducia, emerge da vari fatti positivi di cui basta ricordare questi due:1. L’intestazione di molti acquisti d’immobili a mio nome, con regolari volture catastali alla miaditta e legali trascrizioni ipotecarie a mio favore.2. La intestazione a mio nome di un credito di lire 76 mila verso il dott. Vincenzo Manieri di Tra-ni, per prestito a lui fatto contro garanzia ipotecaria e pegno di cartelle di rendita. A proposito di quest’ultimo fatto, devo ricordare che il Fondatore dopo aver costituito il rapportogiuridico col Manieri, m’invitò a firmare l’atto senza nemmeno dirmi di che cosa si trattava; ed io andai a bella posta a Trani,firmai senza voler sapere nulla del contratto, e soltanto dopo seppi che si era costituito un mutuo intestato al mio nome.

Sac. prof. Vincenzo Villa

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FATEVI SANTI

La santità fiorisce dall’ascolto

mato santo. L’immagine che è ri-masta nel cuore di tanti è il suo sta-re sempre seduto al confessionale,attendendo di ascoltare le confessionidei penitenti». Chi lo ha frequentato non ha diffi-coltà ad individuare la sua caratte-ristica «nella capacità di ascolto». Al-la domanda su quale fosse la carat-teristica che lo contraddistinse nel-la vita religiosa e nel ministero sa-cerdotale, non vi sono dubbi chefu «la capacità di accoglienza, capa-cità di ascolto. Una tenera attenzio-ne nei confronti di tutti». Una figlia spirituale, che dichiaradi aver cambiato vita dopo aver in-contrato il Servo di Dio, non esitaa dire che «la sua attività principaleera la preghiera e l’ascolto». Forse pos-siamo dire che l’ascolto era la suaunica attività perché la preghiera èsostanzialmente ascolto. Ascoltan-do il Signore imparava ad ascolta-re senza “etichette” coloro che glisi avvicinavano.Le sue giornate iniziavano di buo-

di Agostino ZamperiniPostulatore Generale

L’ascolto sta a fonda-mento di qualsiasi re-lazione umana. Se èvero che siamo pro-grammati per l’ascol-

to è anche vero che s’impara adascoltare. Tutti desiderano essereascoltati, ma non siamo altrettantodesiderosi di ascoltare. Certamen-te padre Marrazzo era incline al-l’ascolto, ed è cresciuto in questaarte coltivando la preghiera perso-nale e dedicandosi al ministerodella confessione.

L’UOMO DELL’ASCOLTO

Rileggendo gli atti dell’inchiestadiocesana si rimane colpiti dal-l’unanime convinzione che la suafama di santità è legata soprattuttoalla sua capacità di ascolto, infatti«la gente si attende che sia procla-

n’ora, nel silenzio del Santuario.Era seduto davanti al tabernacolofin dalle cinque del mattino, inascolto e contemplazione del Mae-stro misericordioso al quale dice-va: «Distruggi la mia vita e sostitui-scila con la tua. Fammi guardarecon i Tuoi occhi, parlare con laTua lingua, ascoltare con le Tue orec-chie e sopra tutto amare le creaturecon il Tuo cuore, come le ami Tu.Fammi avere i tuoi stessi sentimen-ti per le creature tutte e possa spe-rimentare quelle parole: “Hoc sen-tite in vobis, quod et in Christo Jesu”(Fil 2,5). Che io muoia a me stessoe viva Tu solo in me». Non soloascoltare con le orecchie, ma scru-tare con gli occhi di Gesù, perchéguardare è un modo per ascoltareparole indicibili.

ASCOLTARE SEMPREEra convinto che fosse un dirittodei fedeli essere ascoltati e consi-derava un dovere l’incondizionatadisponibilità nei loro confronti.

L’ascolto, plasmato con paziente e costante fortezza, è stato il segretoche ha permesso a padre Marrazzo di farsi tutto a tutti, con tenerezza.

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FATEVI SANTIAlla domanda se il servo di Dio di-fendesse i diritti altrui, un confra-tello risponde che «era sempre di-sponibile all’ascolto. Mai ha detto“non ho tempo”. […] Anche nelleore di riposo, veniva la gente chelo cercava e lui scendeva dalla ca-meretta, dedicandosi alla gente».Riscontriamo in don Peppino unadisponibilità all’ascolto dei fratellisimile a quella del piccolo Samue-le che nella notte risponde pron-tamente alla chiamata del Signoree si pone in ascolto. Un confratel-lo ha dichiarato: «La sera si ritiravadicendomi: “Chiamami se durantela notte qualcuno telefona per

confessarsi o perché desidera par-lare col sacerdote”. Era semprepronto! Ricordo che una sera –conclude il testimone – mi chiesedi accompagnarlo. Era stato chia-mato dal figlio di un’anziana si-gnora che desiderava confessarsi».

ASCOLTARE PER AMARE«Non amiamo a parole né con lalingua, ma con i fatti e nella verità»(1Gv 3,18). Per padre Marrazzo ilsilenzio, l’impegno nell’ascolto eraun “fatto” concreto, il suo modoper manifestare l’amore di quelDio al quale spesso ci rivolgiamo di-cendo: “Ascoltaci Signore”. Il suo

impegno nell’ascolto si radicavanell’amore, era manifestazione econseguenza dell’amore per il Si-gnore. Chi lo frequentava ricono-sce in lui «la capacità di accoglien-za, capacità di ascolto. Aveva una te-nera attenzione nei confronti ditutti. Era una creatura di grandissi-ma spiritualità - dichiara un peni-tente - animato da tanto amore. Fuspinto sicuramente dallo zelo per lagloria di Dio e per il bene delle ani-me, altrimenti non è possibile ave-re tutta la disponibilità che avevalui» nell’ascoltare sempre tutti sen-za distinzione.Dio è Amore, ed egli era situato in

Mamma TildeIl 27 giugno 2018 il Signore ha chiamato a sé la signora Matilde Sagone, mamma sacerdotale di padre Marrazzo. Dopo le esequie Meluccia De Tommaso Travisanone ha tracciato un breve profiloche pubblichiamo

Il santuario di sant’Antonio, Tempio del-la Rogazione evangelica, è stato il centrodi gravitazione della vita di Matilde Sa-gone. Dalle sue parole traboccava lapassione per il Rogate, l’amore al sacer-dozio e soprattutto l’amore a Maria ve-nerata come madre dei sacerdoti. All’ombra del santuario di Sant’Antonioe alla scuola di sant’Annibale è cresciuta nella spiritualità delRogate. Qui ha lavorato per lunghi anni come Presidente del-le Zelatrici del Rogate, mettendosi a servizio di tutti e acco-gliendo tutti con quel sorriso che era la porta del suo cuore.Per tutti è stata mamma: Mamma Tilde. Con amore e dedi-zione ha testimoniato e insegnato l’amore al Rogate di Ge-sù; ha continuato la sua missione di mamma sacerdotale fi-no all’ultimo respiro. Quando non poteva più venire da noi,perché impossibilitata dall’età e dalla malattia, eravamo noiad andare a casa sua. Ci accoglieva sempre sorridendo. Ba-stava parlare dei sacerdoti e il suo viso s’illuminava come ilsole e, come il sole, infiammava i nostri cuori di giovani Mam-me sacerdotali con la fiamma del Rogate uscito dallo zelodel Cuore di Gesù.Ripeteva che aveva bisogno di amare, amare tanto, amare tut-ti, perché più amava più il suo cuore si dilatava; amare era lasua esigenza vitale, senza amare si sarebbe sentita spenta.

Senza mai trascurare la famiglia, l’ado-rato marito e gli amati figli, avvertiva il bi-sogno di donarsi anche ai fratelli, so-prattutto ai più deboli; ci raccontava cheda giovane sposa, dopo aver accudito lala famiglia, negli spazi di tempo che po-teva dedicare a se stessa, preferiva cor-rere alla casa di riposo delle PiccoleSuore; lì indossava il grembiule e con lesuore accudiva gli anziani che amava te-neramente; insieme al servizio donavala sua allegria, portava la gioia perché –soleva ripetere – gli anziani hanno bi-sogno di amore, di sorriso e di gioia.In seguito ha continuato la sua missio-ne assieme a padre Marrazzo accompa-gnandolo dagli anziani e dagli ammala-ti, correndo al capezzale dei sacerdotisofferenti per servirli assieme alle Zela-trici del Rogate; portava la comunioneagli infermi e con dolcezza li incoraggia-va a non perdere niente della loro soffe-

renza, ma offrirla al Signore per i sacerdoti.Amava Maria, la contemplava soprattutto come madre di Ge-sù sacerdote, per essere come Lei mamma dei sacerdoti,mamma sacerdotale, mamma con l’animo di Gesù sacerdo-te. Maria è stata il suo ideale; alla scuola di Maria, che ai pie-di della croce diventa madre del disepolo amato, ha incar-nato il carisma della maternità sacerdotale. Siamo certi cheMatilde Sagone – Mamma Tilde – ha contribuito alla san-tità del servo di Dio padre Giuseppe Marrazzo, sostenendolocon la preghiera, con gli scritti, con i consigli discreti di mam-ma sacerdotale. È stato Lui, padre Marrazzo, a chiamarlaMamma Tilde. Siamo grati al Signore per tutto quello che ci ha donato permezzo di Lei: l’esempio di donna, di sposa, di mamma, im-pegnata nella società e nella Chiesa e specialmente di mam-ma sacerdotale.

MELUCCIA DE TOMMASO TRAVISANO

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SANT’ANNIBALE - N.1/2019 23

� Ringrazio il vostro confratello, padre Giuseppe Marrazzo, che mi ha soccorso fa-cendomi uscire indenne da un incidente domestico. Prego per la sua beatificazio-ne. (AURORA)

� Ero affetto da tumore e, su consiglio del padre spirituale, ho fatto una novena apadre Marrazzo per la guarigione. Al momento dell’esame non presentavo nessuntipo di metastasi con grande stupore e gioia da parte mia e del chirurgo. Voglio rin-graziare ardentemente padre Marrazzo e prego per la sua beatificazione. (CARLA)

� Padre Marrazzo, ti dico ciao e ti porto sempre nel mio cuore. La mamma vole-va che tu venivi a casa mia, ti prego vieni! Aiutami, aiutami ad andare avanti.Concedimi la grazia di fare andare avanti mio figlio. Aiutalo in questo suo cam-mino. Ciao. Ti saluto con tutto il cuore. (T.)

Grazie, caro PadreMarrazzo…

Tutti siamo “vocati” alla santità, anche chi vive nel mondo (Sant’Annibale)

PREGHIERA PER IMPETRARE GRAZIE

O Dio, padre misericordioso, mi rivolgo a te con fiducia filiale: glorifica il tuo servo padre Giuseppe Marrazzo;per sua intercessione concedimi la grazia... (si dice quale) di cui ho tanto bisogno e guarda con amore quanti si rivolgono a te con fede sincera. Amen.

Chi riceve grazie può scrivere a: Postulazione dei Rogazionisti Via Tuscolana 167 - 00182 Roma - Tel. 06 7020751 - [email protected]

Dio/Amore, per questo pur ascol-tando tutto di tutti, nulla lo turba-va. «Lui l’ha amato veramente Dio.L’amore che aveva verso Dio lo tra-sferiva al prossimo. Viveva di que-sto amore. Pur ascoltando ciò chela gente gli confidava, viveva sem-pre all’interno dell’amore di Dioche lo rendeva più alto rispetto al-le tante situazioni della vita».

ASCOLTO EMPATICOIl suo era un ascolto attivo, empa-tico; ascoltava per mettersi neipanni dell’altro condividendoneil vissuto e la percezione emotiva.Un testimone riconosce che«ascoltava tanto da assorbire» la si-tuazione di chi gli stava parlando.«Era tenuto in grande considera-zione, c’era una fila di persone adattendere di confessarsi con lui,persone che venivano da ogni luo-go»; quando confessava o incon-trava le persone, non si preoccu-pava della fila, esisteva solo chi glistava davanti. «Parlando con i fe-deli era tutto per ognuno che gliveniva a parlare. Si concentrava suciascuno, attraverso un gesto di te-nerezza, come il dono di una ca-ramella. Era segno della compas-sione di Gesù; faceva sentire l’al-

tro come se fosse l’unica perso-na». Un’insegnante dichiara di aver«trovavo in lui una forte empatiaumana. Si sapeva di essere ascolta-ti e capiti». In effetti le persone siaccostavano a Lui perché consa-pevoli e desiderosi di essere ascol-tati e non giudicati. Don Peppinoera la risposta al desiderio dellepersone ben espresso da una pe-nitente che preferiva il Padre per-ché «mosso dal desiderio di essereascoltato e accolto». Questa empa-tia attirava molte persone - anchesacerdoti e religiosi - disposte adattendere per ore, come testimo-nia un parroco che veniva da fuo-ri Messina per confessarsi con lui.«La prima cosa che mi ha colpitoe per cui mi sono avvicinato a lui èstata la sua accoglienza paterna.Un amore forte che senza discri-minazioni dava a tutti. Per luiognuno si sentiva unico. Questomi aiutava ad aspettare anche del-le ore in fila, pur di confessarmicon lui. Lui teneva alla persona,agiva per la gloria di Dio».

LE VIRTÙ DELL’ASCOLTOSenz’altro l’ascolto è la cartina altornasole rivelatrice di virtù uma-

ne e cristiane che a loro volta rive-lano la qualità dell’ascolto. «In luic’era molta pazienza, costanza efortezza, anche nelle confessioniunitamente alla capacità del-l’ascolto».È chiaro che per ascoltare sempretutti, si esige una buona dose di pa-zienza, di controllo di sé e di for-tezza. Un testimone, interrogato in meri-to alla virtù della fortezza e dellaperseveranza, risponde che fu ti-mido, ma «forte nell’ascolto deglialtri, nell’assorbire i pesi della vitadegli altri». In questa quotidiana fortezza del-l’ascolto c’è qualcosa di eroico.L’ascolto affiora anche quando iltribunale interroga i testimoni sueventuali dicerie riguardanti la ca-stità: «Era un uomo santo – leggia-mo negli atti del processo – mai hadato occasione di dicerie. Nellaconfessione mi ascoltava ma nonmi vedeva, i suoi occhi si perdeva-no nell’infinito». E ancora: «Aveva la purezza, l’in-nocenza dei bambini, la sponta-neità dei bambini, ma frutto di unalunga ascesi e non di sterile inge-nuità. Ascoltava, ma restava fuoridalle varie situazioni».

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VALERIO CORRADI - GIUSEPPE M. ROGGIA

Giovani e senso della vitaVademecum per l’accompagnamento vocazionaleEDITRICE ROGATE

Il libro aiuta a capire come i giovani affron-tano la questione del senso e il bisogno di“religiosità” in un’epoca segnata dallaframmentazione, dalla dispersione delleesperienze e dalla crisi dell’educazione. Sitratta di un vademecum, una guida e un for-mulario per rendere familiare l’urgentecompito dell’accompagnamento spiritualee vocazionale. Lo scopo è avviare genitori, educatori, ope-ratori della pastorale vocazionale, anima-tori, sacerdoti e persone consacrate adaccompagnare ragazzi/e e giovani a sco-prire il proprio progetto di vita alla luce di

Dio, al fine di accoglierlo e seguirlo, in modo da realizzare se stessie la propria missione nella società.

LEONARDO SAPIENZA

Specchiarsi nel VangeloRiflessioni sui vangeli festivi • Anno CEDITRICE ROGATE

Scopo di questo sussidio è di offrire, attraver-so un piccolo “vaso di terra”, alcuni utili spuntiper l’omelia domenicale. Utili per chi predica eper chi ascolta. “Tutti sanno che l’arte di parla-re ha oggi una grandissima importanza” (EN73); e l’esercizio della predicazione dipendedall’esercizio interiore dell’ascolto, dello stu-dio e della meditazione. Prima bisogna esse-re discepoli; essere prima passivi nella con-templazione, poi attivi nell’annuncio. San Tommaso d’Aquino direbbe: “Proclama-re le verità divine meditate”. Come potremmoannunciare con frutto la Parola di Dio, se questa nonci fosse divenuta familiare con la meditazione e la preghiera di ognigiorno? Tutti, allora, siamo invitati ad avere il culto e l’amore perl’ascolto, la meditazione e la pratica della Parola di Dio.

Le nostre segnalazioni

GAETANO PASSARELI

Gaetana Sternie la divina volontàEDIZIONI GRAPHE.IT

L’opera presenta la vita di GaetanaSterni (1827-1889) originaria di Bassa-no del Grappa (Vi). Non ancora sedicen-ne sposa Liberale Conte, vedovo contre figli in tenera età. Dopo otto mesi dimatrimonio felice, mentre è in attesa diun figlio, le muore il marito. Perde an-che il bambino a tre giorni dalla nasci-ta. Per interesse, è ingiustamente se-parata dagli orfani, a lei affezionatissi-mi, e privata della sua casa. Nel 1847la propensione alla famiglia sembraspingerla a nuove nozze, ma Gaetana,affascinata da Dio, si affida decisamen-te a Lui che vuole essere «l’unico spo-so dell’anima sua». Per questo entranel convento delle Suore Canossiane diBassano che dovrà lasciare dopo appe-na quattro mesi per la morte della ma-dre dovendo interessarsi della famigliacomposta solo di minori. Si abbandonafiduciosamente alla volontà di Dio e fi-nalmente, libera da ogni impegno, daràvita alla Congregazione delle Suore del-la Divina Volontà.

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Preghiere a Santa Rita

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Preghierea san Giuseppe

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Santo Rosario

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