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(www.alleanzacooperative.it) (www.legacoop.coop) TREVISO, CASTEL MONTE TRA LE ESPERIENZE INNOVATIVE 06 LUGLIO 2015. POSTATO IN IN PRIMO PIANO VENETO La RSI della cooperativa sociale Castel Monte onlus in un convegno sui temi a Treviso Tra le esperienze di responsabilità sociale di impresa raccontate venerdì 26 giugno nel seminario "Imprese responsabili per una comunità che innova e compete", organizzato da Kairos presso la sede della Camera di Commercio di Treviso, quella della Castel Monte di Montebelluna. L'appuntamentointende restituire i risultati di un progetto della Regione Veneto che ha previsto attività di ricerca, di formazione e di consulenza e ha coinvolto oltre 300 imprese delle province diBelluno e Treviso, tra cui appunto la Castel Monte, unica cooperativa nel panel degli interventi in programma. Al centro quanto racchiuso nel titolo dell'azione +RECO che fa parte di una più ampia iniziativa cofinanziata dal Fondo sociale europeo: "Imprese responsabili, Imprese più innovative e più competitive". Giuseppe Possagnolo, imprenditore sociale e presidente della cooperativa sociale trevigiana, intervenuto al seminario ha raccontato: «Il nostro impegno in tema di RSI poggia su quattro capisaldi: rispetto della legislazione vigente, legalità, trasparenza e sussidiarietà sociale». Quest'ultima riferita al lavoro, che nel caso della Castel Monte, coop di tipo A e B,si declina nell'accudimento delle persone, molte di queste con gravi disabilità, e nell'inserimento lavorativo di persone svantaggiate. La coopsi è dotata delle certificazioni di responsabilità sociale UNI ENI ISO 9001 e ISO 14001-2004 systemquality Austria che comprovano la regolarità degli interventi, e redige sistematicamente una rendicontazione sociale con l'obiettivo di rendere partecipigli stakeholder riguardo alla qualità delle proprie azioni. E ancora, ha adottato un codice etico, redatto carte di qualità per i propri utenti, clienti ed ospiti; inoltre, è ora in via di definizione un sistema di controllo e di governanceai sensi della legge 231/2001 (responsabilità amministrativa delle società). Il Consiglio di amministrazione della cooperativa, infine,sta valutando l'adozione del "Rating di legalità", un fronte, quello della legalità,che vedela Castel Monte collaborareda lungo tempo con l'associazione Libera, nomi e numeri contro le mafie, con Cittadinanzattiva e il Tribunale dei Diritti del malato. La cooppossiede pure l'"Audit Famiglia&lavoro"attribuita dalla Regione Veneto / Osservatorio regionale Politiche sociali: un marchio europeo che certifica l'impegno e le azioni dell'impresa nella costruzione di "una società a misura di famiglia". Da alcuni anni la cooperativaha anche attivato alcuniprogetti in ambito di conciliazione vita e lavoro per i propri soci e collaboratori, per gestire al meglio la qualità e la quantità del lavoro nel rispetto dei diritti delle persone.

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(www.alleanzacooperative.it) (www.legacoop.coop)

TREVISO, CASTEL MONTE TRA LE ESPERIENZE INNOVATIVE 06 LUGLIO 2015. POSTATO IN IN PRIMO PIANO VENETO

La RSI della cooperativa sociale Castel Monte onlus in un convegno sui temi a Treviso

Tra le esperienze di responsabilità sociale di impresa raccontate venerdì 26 giugno nel

seminario "Imprese responsabili per una comunità che innova e compete", organizzato da

Kairos presso la sede della Camera di Commercio di Treviso, quella della Castel Monte di

Montebelluna.

L'appuntamentointende restituire i risultati di un progetto della Regione Veneto che ha previsto

attività di ricerca, di formazione e di consulenza e ha coinvolto oltre 300 imprese delle

province diBelluno e Treviso, tra cui appunto la Castel Monte, unica cooperativa nel panel

degli interventi in programma. Al centro quanto racchiuso nel titolo dell'azione +RECO che fa

parte di una più ampia iniziativa cofinanziata dal Fondo sociale europeo:

"Imprese responsabili, Imprese più innovative e più competitive".

Giuseppe Possagnolo, imprenditore sociale e presidente della cooperativa sociale trevigiana,

intervenuto al seminario ha raccontato: «Il nostro impegno in tema di RSI poggia su quattro

capisaldi: rispetto della legislazione vigente, legalità, trasparenza e sussidiarietà sociale».

Quest'ultima riferita al lavoro, che nel caso della Castel Monte, coop di tipo A e B,si declina

nell'accudimento delle persone, molte di queste con gravi disabilità, e nell'inserimento

lavorativo di persone svantaggiate.

La coopsi è dotata delle certificazioni di responsabilità sociale UNI ENI ISO 9001 e ISO

14001-2004 systemquality Austria che comprovano la regolarità degli interventi, e redige

sistematicamente una rendicontazione sociale con l'obiettivo di rendere partecipigli

stakeholder riguardo alla qualità delle proprie azioni. E ancora, ha adottato un codice etico,

redatto carte di qualità per i propri utenti, clienti ed ospiti; inoltre, è ora in via di definizione un

sistema di controllo e di governanceai sensi della legge 231/2001 (responsabilità

amministrativa delle società). Il Consiglio di amministrazione della cooperativa, infine,sta

valutando l'adozione del "Rating di legalità", un fronte, quello della legalità,che vedela Castel

Monte collaborareda lungo tempo con l'associazione Libera, nomi e numeri contro le mafie,

con Cittadinanzattiva e il Tribunale dei Diritti del malato.

La cooppossiede pure l'"Audit Famiglia&lavoro"attribuita dalla Regione Veneto / Osservatorio

regionale Politiche sociali: un marchio europeo che certifica l'impegno e le azioni dell'impresa

nella costruzione di "una società a misura di famiglia". Da alcuni anni la cooperativaha anche

attivato alcuniprogetti in ambito di conciliazione vita e lavoro per i propri soci e collaboratori,

per gestire al meglio la qualità e la quantità del lavoro nel rispetto dei diritti delle persone.

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Del 13 Luglio 2015

Estratto da pag. 8

Del 13 Luglio 2015

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quotidianosanità.it

Lunedì 20 LUGLIO 2015

Consegna a domicilio farmaci. Federfarma:“Un nuovo servizio gratuito per le persone piùfragili”

Da oggi chi non potrà recarsi in farmacia per una patologia grave o cronicaavrà la possibilità di usufruire del servizio gratuito di consegna a domicilio difarmaci, fornito a livello nazionale dalle farmacie aderenti a Federfarma. Ilservizio è patrocinato dal Ministero della Salute. Lorenzin: “Le farmaciecostituiscono un patrimonio prezioso del servizio sanitario e questa iniziativane è la dimostrazione”.

Da oggi, 20 luglio, chi è solo e non può recarsi in farmacia per una patologia grave o cronica puòusufruire del servizio gratuito di consegna a domicilio di farmaci, fornito a livello nazionale dalle farmacieitaliane aderenti a Federfarma e patrocinato dal Ministero della Salute. Il servizio è pubblicizzato fino al26 luglio sulle reti Rai, tramite uno spot televisivo promosso dal Segretariato sociale della Rai. Apprezzamento per il nuovo servizio è stato espresso dal Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, cheha sottolineato il valore sociale dell’iniziativa attivata dalle farmacie italiane. “La consegna a domicilio difarmaci, attivata dalle farmacie in favore di persone particolarmente fragili, rientra in un quadro digrande attenzione alle esigenze di salute espresse da una popolazione che invecchia e in cui aumenta illivello di cronicità. D’altronde la Farmacia dei Servizi è uno dei capisaldi del Patto per la Salute. Lefarmacie costituiscono un patrimonio prezioso del servizio sanitario perché garantiscono conprofessionalità e capillarità l’accesso al farmaco in tutto il Paese, fin nelle zone meno popolate. E questainiziativa ne è una dimostrazione”.

“Con questa iniziativa di alto valore sociale le farmacie si mettono ancora una volta al servizio dellapopolazione e in particolare delle fasce più deboli, gli anziani soli e i malati gravi privi di un’assistenzaadeguata. Grazie alla capillarità della rete delle farmacie, alla professionalità e alla disponibilità deifarmacisti che in esse operano, questi soggetti fragili potranno ricevere a casa propria i medicinali di cuihanno bisogno”, afferma Annarosa Racca, presidente di Federfarma.

“L’impegno delle farmacie su questo fronte è l’ennesima conferma della farmacia come primo presidiosocio-sanitario del SSN che ogni giorno opera per dare assistenza e supporto alla popolazione.Riscontriamo quotidianamente nel dialogo con i cittadini – continua Racca – la fiducia e l’apprezzamentoper la farmacia e questo è un forte stimolo a migliorare il servizio offerto. E’ importante che lo stessoapprezzamento arrivi anche dalle Istituzioni che sempre piu’ sottolineano il ruolo che la farmacia puo’avere in una riorganizzazione della sanità basata sulla deospedalizzazione e sul contestualepotenziamento dell’assistenza con servizi al cittadino per la gestione della cronicità, la prevenzione, lasemplificazione dell’accesso alle prestazioni sanitarie. La collaborazione della rete delle farmaciecontribuirà anche a utilizzare meglio le risorse disponibili”.

“La consegna a domicilio dei medicinali richiede un impegno ancora maggiore alle farmacie rurali chepresidiano territori più estesi rispetto a una farmacia di città - commenta Alfredo Orlandi, presidentedelle farmacie rurali -. Aderiamo con convinzione a questo nuovo servizio che agevola i tanti anziani chesono rimasti ad abitare, spesso soli, nei piccoli centri, perché è un’iniziativa pienamente in linea con il

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DNA della farmacia, da sempre impegnata a dare risposte di salute anche nelle zone più disagiate delPaese”.

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La Lombardia, per esempio, ogni anno risparmia mediamente 4.209 euro ogni inserimento

lavorativo realizzato dalla cooperazione sociale. I dati elaborati da uno studio di Symbola,

fondazione Edison e Unioncamere

Nella produzione ed erogazione di servizi il nostro Paese non raggiungerebbe mai

l’attuale grado di welfare se non potesse contare sul contributo della variegata galassia

del terzo settore, che contribuisce direttamente al 4,3% del nostro Pil, equivalente a 67

miliardi di euro. Una ricchezza che andrebbe affiancata anche con il risparmio e il

benessere sociale derivante dalle ore di lavoro messe gratuitamente a disposizione da oltre

4 milioni di volontari. A sostenerlo è la ricerca I.T.A.L.I.A. – geografia del nuovo made in

Italy elaborata da Symbola, Unioncamere e Fondazione Edison (in allegato il documento

integrale).

La sezione riservata al Terzo settore curata grazie anche al supporto di Paolo Venturi è

consultabile (da pag 103 in avanti) sotto il titolo Localismo e sussidiarietà. Molto utili in

particolare i passaggi sul valore economico e sociale del Terzo settore.

La ricerca

Il non profit fa risparmiare lo Stato: lo dicono i numeridi Stefano Arduini 20 luglio 2015

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Scrivono i ricercatori: «Dal punto di vista del valore economico, il Terzo settore contribuisce

ad un 4,3% del Pil (con un volume di entrate annuo stimato di 67 miliardi di euro). Dati

ancor più significativi se accompagnati da una quantificazione del risparmio sociale

derivante dalle ore di lavoro messe gratuitamente a disposizione dai quattro milioni di

volontari e, ancor più, dal benessere materiale e immateriale apportato a chi ha

beneficiato delle loro prestazioni, del loro aiuto e della loro solidarietà. Infatti, una recente

stima del valore economico del lavoro volontario in Italia, basata sulla determinazione

dell’ammontare delle ore di volontariato prestate trasformate in unità di lavoro

equivalente (ULA)34, ha evidenziato come tale valore sia pari a 7.779 milioni di euro35. In

termini relativi, questa stima corrisponde allo 0,7% del Pil; nel complesso, il volontariato in

termini economici rappresenta il 20% dell’ammontare complessivo delle entrate delle

istituzioni non-profit».

Ma al di là del valore economico la Ricerca mette a fuoco anche il risparmio per la pubblica

amministrazione dei servizio resi dal non profit: «…Due recenti ricerche hanno dimostrato

come l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate operato dalle cooperative sociali,

oltre al valore intrinseco che porta con sé, comporti anche un risparmio in termini

monetari per la Pubblica Amministrazione. Il primo contributo riguarda la regione

Lombardia e ha messo in luce come il risparmio annuo medio derivante dall’inserimento

lavorativo per la P.A. sia pari a 4.209 euro per singolo soggetto svantaggiato inserito, con

valori che oscillano tra un minimo di 4.689 euro e un massimo di 5.931 euro a seconda

della tipologia di svantaggio considerato.

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Del 21 Luglio 2015

Estratto da pag.29

Del 21 Luglio 2015

Estratto da pag.29

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25 luglio 2015

VENEZIA. Una drastica ristrutturazione del sistema sanitario del Veneto, con la

nascita di una governance regionale - l’«Azienda Zero» - destinata ad accentrare

i compiti di programmazione, coordinamento, azione tecnico-amministrativa e

controllo finora svolti singolarmente dalle 21 Ulss: queste ultime (“depurate” da

oneri extrasanitari) scenderanno da 21 a 7 con dimensione e denominazione

provinciali: Dolomitica, Marca Trevigiana, Serenissima, Polesana, Euganea,

Berica, Scaligera. È quanto prevede il progetto di legge di Luca Zaia: annunciata

in campagna elettorale, la riforma del governatore approda ora in Consiglio

attraverso una corsia preferenziale: martedì mattina la commissione sanità di

Palazzo Ferro-Fini, presieduta dal leghista Fabrizio Boron, inizierà a discuterne

con l’illustrazione del testo da parte dell’assessore Luca Coletto e la relazione

tecnica del direttore generale Domenico Mantoan.

Qual è la ratio dell’iniziativa? Anzitutto, eliminare la lievitazione dei costi

provocati dalla presenza di molteplici centri di spesa; non soltanto sul piano

funzionale (uno per tutti, i 21 uffici legali attuali) ma soprattutto sul versante delle

gare pubbliche per l’acquisto di beni e servizi - il cui accetramento mira a

garantire prezzi migliori e standard di qualità omogenei - e lo sfoltimento dei

quadri manageriali che al momento vedono un quartetto (direttore generale,

sanitario, amministrativo e sociale) al vertice di ciascuna Ulss: «In questa prima

fase», si legge «la riduzione di spesa sarà riferibile principalmente ai compensi

per le direzioni strategiche e per gli organi aziendali; progressivamente, sarà

collegata all’aggregazione di sedi e unità operative tecnico-amministrative». C’è

di più: a fronte di un bilancio annuale pari a 8,5 miliardi e ad una platea di utenti

che supera i cinque milioni, un monitoraggio autonomo e distinto dall’attività di

gestione è giudicato «imprescindibile per porre un freno a fenomeni che, oltre a

impoverire le istituzioni, le squalificano agli occhi dei cittadini»; dove è lampante

l’allusione ai persistenti ritardi nelle liste d’attesa e alla difformità territoriali negli

standard delle prestazioni.

Evidente fin d’ora il ruolo primario assegnato all’Azienda Zero, il cui dirigente -

nominato dal governatore - detterà, de facto, la linea di condotta ai poli della

HOME > VENETO > SANITÀ, ECCO LA RIFORMA TAGLIA-ULSS...

Sanità, ecco la riforma taglia-Ulssdi ZaiaDa 21 a 7 (una per provincia) con un’«Azienda Zero» competente suspesa e controlli. Martedì primo round in commissionedi Filippo Tosatto

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25 luglio 2015

salute sul territorio. Per ciò che riguarda la riduzione delle Ulss, nel corso della

discussione, il criterio di partenza potrebbe non rivelarsi ferreo: lo stesso Coletto

ha accennato alla possibilità di prevedere due aziende nelle cinque province

maggiori (Belluno e Rovigo escluse) per un totale di 12. Dall’opposizione,

disponibilità al confronto con un altoltà di principio: «Si sta configurando una

governance che accentra enormemente i poteri e subordina le Ulss, riducendole

a satelliti», è il commento di Claudio Sinigaglia del Pd «è un cambiamento di

rotta che sottrae autonomia al territorio e che non condividiamo affatto. Ci

preoccupa, inoltre, la cancellazione della fugura del direttore sociale, fin qui

garanzia dell’integrazione socio-sanitaria che è il cardine del nostro modello

veneto. In ogni caso, la riforma dovrà

partire da una doverosa

consultazione degli enti locali»;

apertura dem, invece, sul versante

della riduzione del numero di Ulss:

«Un taglio è nell’ordine delle cose,

7 o 12 cambia poco, l’importante è

concordare la soluzione più

sostenibile e rispettosa

dell’equilibrio tra sanità e sociale».

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La Cooperativa Castel Monte onlus

è lieta di invitare la S.V. alla presentazione del progetto

“LA GIOVENTÙ DEL FARE: IL SAPORE DEI MESTIERI E DEI LAVORI”

Giovedì 30 luglio 2015 alle ore 18.00

presso la fattoria sociale “El Contadin”

Via Circonvallazione Est, 113 - Castelfranco Veneto (Treviso)

R.S.V.P.

[email protected]

335/5998979

Il progetto “La gioventù del fare: il sapore dei mestieri e del lavoro” ha avuto inizio nel febbraio

2015 per concludersi a fine aprile 2016. In questa prima fase del progetto, nella quale raccogliamo i

primi risultati, l’obiettivo è stato quello di sensibilizzare e attivare i ragazzi attraverso le cose del fare,

sperimentando il sacrificio del lavoro attraverso l’uso delle mani nella produzione del prodotto.

Abbiamo cercato di offrire ai ragazzi l’opportunità di fare esperienze accattivanti per avvicinarsi e

appassionarsi concretamente alla cultura del lavoro e alla formazione al senso dell’impegno.

Questo progetto vuole essere una sperimentazione di accompagnamento di quella che è

l’esperienza propedeutica dell’alternanza scuola – lavoro, dando modo ai ragazzi di acquisire,

attraverso queste esperienze, diverse competenze che potranno essere importanti e far poi parte

del loro curriculum professionale.

(dott.ssa Antonella Simioni, coordinatrice del progetto)

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LA GIOVENTÙ DEL FARE

IL SAPORE DEI MESTIERI E DEL LAVORO

L’Impresa Sociale Castel Monte Onlus è impegnata da anni a favore dei giovani adolescenti allo

scopo di proporre degli stimoli mirati e positivi alla loro crescita e alla partecipazione attiva alla loro

comunità sociale.

A tal proposito sono stati realizzati vari eventi per i giovani su percorsi formativi ed esperienziali,

proposte di stage e di accompagnamento ai mestieri e al mondo del lavoro, soprattutto nell’area

dell’apprendimento professionale. Ma è forte la necessità di accompagnare sempre più i giovani

studenti già nella fase scolastica a prendere coscienza di cosa sarà in futuro il mondo del lavoro.

Il Progetto “La Gioventù del Fare”, svolto in partenariato con l’Azienda Ulss 8 e la Conferenza dei

Sindaci, coordinato dalla D.ssa Antonella Simioni (Presidente dell’associazione di volontariato

“Maestri di Bottega”), sta offrendo ai giovani, dai 14 ai 18 anni, ancora in fase scolastica,

l'opportunità di apprendere il significato della cultura del lavoro e dei mestieri.

L'obiettivo del progetto è quello di diffondere, prima e usare, poi, il valore sociale e antropologico

dei mestieri (e del lavoro), per creare una nuova cittadinanza attiva sui "diritti delle persone".

Da tempo, sia l'ONU che l'Unione Europea richiamano l'attenzione delle nazioni su una nuova

diffusione della cultura dei mestieri e del lavoro, ponendola come obiettivo primario e prioritario per

l'inclusione sociale ed economica delle persone. Questo, perché si riconosce, unanimemente, al

lavoro la capacità di essere l'unico e vero antidoto alla lotta alla povertà, contro la fame e, quindi,

l'esclusione sociale.

La nuova dimensione dei mestieri (e del lavoro), per la sua odierna complessità economica e di

relazioni, impone anche una cultura e dimensione della solidarietà sociale, del welfare territoriale e

la realizzazione di progetti di inclusione lavorativa, che diano non solo ed esclusivamente spessore

alla professionalità, propria dei mestieri, ma anche aumentino il valore e la dimensione culturale del

territorio.

Nella Marca trevigiana e, nello specifico, nell'area della Pedemontana, questa attenzione ai mestieri

e alla solidarietà territoriale ha permesso, a tutti, di raggiungere obiettivi di sviluppo e di inclusione

sociale importanti. Protagonisti sono stati i cittadini, in primis, ma anche tutte quelle strutture che si

sono occupate del lavoro.

Ad esse, oggi, in quanto ruolo di rappresentanza del "NOI-rete", spetta il compito di dare un nuovo

impulso alla diffusione dell'inclusione sociale ed economica moderna. Giovani senza mestiere e

lavoro sono esclusi dal contesto sociale, ma rappresentano anche un grande spreco di energie e

risorse per tutta la collettività.

L'alleanza progettuale tra la ULSS n.8 e l'impresa sociale onlus Castel Monte, due importanti realtà

del sociale economico del territorio, in sintonia e collaborazione con il mondo della scuola e delle

comunità locali, qui rappresentate dalle Amministrazioni Pubbliche, hanno ideato il progetto "La

gioventù del fare".

I giovani del territorio, ancora inseriti nel mondo scolastico, sono i protagonisti diretti di questo

progetto.

Tra i mesi di giugno e luglio 2015, i giovani hanno potuto conoscere i vecchi e nuovi mestieri; il mondo

digitale e quello delle piccole imprese artigiane del nostro territorio.

Sono stati coinvolti 16 istituti scolastici della zona di Castelfranco Veneto, Montebelluna e della

Pedemontana, all’interno dei quali sono stati organizzati incontri di presentazione del progetto,

coinvolgendo oltre mille giovani.

Successivamente è stata proposta ai ragazzi la partecipazione attiva ad alcune Filiere tematiche.

Ogni Filiera ha permesso ai ragazzi di vivere esperienze concrete e di conoscere diverse realtà

produttive e la realtà cooperativa.

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La Castel Monte è un’impresa sociale, cooperativa di tipo A e B.

Ha circa trecento soci lavoratori, in prevalenza donne, che si occupano di assistenza sanitaria e

sociale a persone malate o in difficoltà di accudimento.

Gestisce asili nido e progetti nel campo dell'educazione dei bambini e degli adolescenti.

Si occupa di inclusione lavorativa di persone disabili, con progetti specifici.

Gestisce, a Castelfranco Veneto, la fattoria sociale “El Contadin”, che si occupa di inserimento

lavorativo. Nella sua Bottega si possono trovare i prodotti agricoli coltivati direttamente in fattoria e

quelli delle cooperative sociali di giovani del progetto di “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro

le mafie” (presieduta da don Luigi Ciotti e alla quale la Castel Monte aderisce, condividendone le

iniziative sulla legalità), che sono coltivati sulle terre confiscate alle mafie.

Castel Monte ha aderito alla raccomandazione dell'Unione Europea per l'adozione di un progetto

di Responsabilità Sociale Impresa (“RSI Castel Monte”) e di Rendicontazione, in modo continuativo,

tramite il Bilancio di Responsabilità Sociale, della propria attività imprenditoriale sociale.

Castel Monte ha anche un rapporto di collaborazione con l'associazione di promozione sociale per

la cittadinanza attiva, "Cittadinanzattiva", con le sue strutture che operano nella sanità (Tribunale

dei Diritti del Malato) e con il Coordinamento Nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici e

Terminali (CnCA).

La cooperativa ha adottato un progetto di conciliazione del tempo “lavoro & famiglia" (Audit

Famiglia&Lavoro), nell'ambito di un progetto delle Regione Veneto/Osservatorio Regionale Veneto

per le Politiche Sociali.

Presidente della cooperativa è il dottor Giuseppe Possagnolo.

(www.castelmonteonlus.it)