Trend del turismo e strutture ricettive in Italia

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1 Trend del turismo e strutture ricettive in Italia: analisi delle fonti disponibili

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Trend del turismo e strutture ricettive in Italia:

analisi delle fonti disponibili

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Stato dell'arte del turismo in Italia (Modesti) segnali di ripresa

luglio 201558.234.331 presenze

32.611.406 non residenti

35.622.925 residenti

+ 3,1%+ 3,2%

+ 3,0%

vs. luglio 2014

Totale presenze gennaio-luglio 2015

213.004.270+ 1,5% presenze totali+ 2,4% non residenti

+ 0,5% residentivs. 2014

Dati Istat

Dopo alcuni anni di trend negativo, le presenze tornano a crescere: "l'effetto Expo" sembra essersi sommato a una certa ripresa economica

(gli Italiani tornano a fare vacanze). I numeri della ripresa sono tuttavia modesti se si considerano i tassi di crescita del

turismo mondiale (+4,3% nel solo 2014 secondo i dati UNWTO).

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Stato dell'arte del turismo in Italia Una progressiva perdita di competitività

Negli ultimi sessanta anni, il turismo è stato una delle industry a maggiore crescita: si è passati dai 25 milioni di turisti nel mondo del 1950 ai 1133 milioni nel 2014 (dati UNWTO).

Sebbene sia tuttora il quinto Paese più visitato al mondo (dati UNWTO), l'Italia non è riuscita a capitalizzare su questo trend: anzi, dal 1970 ad oggi gli arrivi in Italia sono cresciuti a un passo decisamente

inferiore a quello dei competitor, tanto che l'Italia ha perso significative quote di mercato.

Dati UNWTO + Istat per la sola Italia. Rielaborati da BTO.

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Stato dell'arte del turismo in Italia Le lacune di competitività

"Italy is an example of a country which is arguably as well endowed as Spain in terms of its rich history

and natural beauty, but which has exhibited a less strategic approach

to capitalising on its strengths; in

consequence, it ranks only eighth in the

overall listings."

Roberto Crotti, quantitative economist, Global

Competitiveness and Risk, World Economic Forum

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Stato dell'arte del turismo in Italia Le lacune di competitività e il fattore ricettività

Nel Travel & Tourism Competitiveness Report 2015, le lacune di competitività dell'Italia evidenziate dagli analisti del World Economic Forum • dipendono in larga misura da una generale

debolezza del "business environment" italiano (127° posto nell'Index) nell'attrarre investimenti – a causa di elementi come sistema giudiziario inefficiente, alta tassazione, burocrazia

• ma chiamano anche in causa fattori riconducibili almeno in parte alle strutture ricettive del Paese

- price competitiveness (133 posto)- human resources (75° posto) - ICT readiness (35° posto), indicatore

che non viene calcolato solo su parametri strettamente tecnologici e infrastrutturali, ma anche attraverso la capacità delle aziende e degli individui di fornire e utilizzare servizi online

World Economic Forum, Travel & Tourism Competitiveness Report 2015

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Le strutture ricettive in ItaliaLa debolezza di un sistema a prevalenza PMI

"A frenare il turismo italiano contribuisce un cattivo rapporto qualità prezzo e lo stato del

nostro sistema alberghiero, frammentato e di scarsa qualità. Su 35mila alberghi presenti in Italia solo poche centinaia fa parte di catene

alberghiere di qualche peso. Il che significa poca forza commerciale, politiche di marketing

carenti, scarsi investimenti, poca professionalità. Perché le grandi agenzie di

viaggio internazionali che movimentano eserciti di turisti da un punto all’altro del globo hanno come partner naturali proprio le grandi

strutture dell’ospitalità"

http://www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/2014/06/16/news/turismo_il_boom_mondiale_non_sbarca_in_italia-89071990/

Gabriele Burgio, AD Alpitour

Gli esperti del settore sottolineano l'intrinseca debolezza di un sistema ricettivo dominato dalle PMI, in cui prevalgono strutture piccole e dunque

• poco capaci di operare secondo standard di qualità internazionali

• poco compatibili con le modalità operative dei tour operator, che privilegiano alberghi di grandi dimensioni e appartenenti a catene internazionali

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Le strutture ricettive in ItaliaUn lento processo di riqualificazione …

A partire dagli anni '50, si è avuto un intenso processo di riqualificazione che ha visto contrarsi progressivamente il numero degli esercizi di bassa categoria e, contemporaneamente, ampliarsi quello degli

alberghi di categoria medio alta.

Dal VII Rapporto sul Sistema Alberghiero Italiano, Federalbeghi (dicembre 2014)

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Le strutture ricettive in Italia… e concentrazione …

Contemporaneamente, si è avuto un costante processo di

ristrutturazione caratterizzato, da un lato, dalla

progressiva riduzione (o contenimento

all’espansione) del numero di strutture e, dall’altro,dall’incremento della

capacità ricettiva in termini di camere e di letti

disponibili. Ciò ha determinato un

incremento della dimensione media degli alberghi, passata da

37,6 a 67 letti per eserciziotra il 1980 e il 2013.

Da Datatour – Trend e statistiche sull'economia del turismo, Federalbeghi (2015)

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Le strutture ricettive in Italia … ma la dimensione media degli alberghi resta modesta

Nonostante il processo di riqualificazione e concentrazione descritto, il mercato delle strutture alberghiere in Italia resta dominato da esercizi di piccole e medie dimensioni, con una

media di 32,2 camere per albergo.

Dal VII Rapporto sul Sistema Alberghiero Italiano, Federalbeghi (dicembre 2014)

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Le strutture ricettive in Italia Il boom delle strutture extralberghiere/1

Soprattutto a partire dagli anni 2000 e con un'accelerazione negli anni '10 (anche in seguito all'avvento di intermediari come Airbnb) si è avuto un boom delle strutture

extralberghiere, cui il settore alberghiero ha perso quote di mercato sempre più consistenti. Questo processo non fa che acuire la caratterizzazione dell'ospitalità italiana come dominata da

piccole strutture a conduzione familiare.

Dal VII Rapporto sul Sistema Alberghiero

Italiano, Federalbeghi

(dicembre 2014)

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Le strutture ricettive in Italia Il boom delle strutture extralberghiere/2

Istat, Capacità degli esercizi

ricettivi e movimento dei

clienti, 2013

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Le strutture ricettive in Italia Conclusioni provvisorie: una debolezza endemica

La prevalenza di PMI nel tessuto ricettivo italiano ha determinato alcuni problemi endemici, che ostacolano la piena competitività del sistema

• rapporto qualità/prezzo non ottimale a fronte di costi di gestione che non beneficiano di economie di scala

• prodotti e servizi non sempre diversificati un fattore che contribuisce a spiegare la debolezza dell'Italia in termini di presenze vs. arrivi (turismo di flusso = i turisti arrivano ma si trattengono poco)

• minori disponibilità finanziarie per gli investimenti

• scarsa propensione all’innovazione e alla programmazione strategica

• maggiore esposizione ai rischi: strutture vulnerabili, che spesso non hanno le risorse necessarie per fronteggiare imprevisti e sinistri

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Le strutture ricettive in Italia Conclusioni provvisorie: la necessità di un uso efficiente delle risorse

Negli anni della crisi, con il conseguente calo della domanda turistica, le imprese del settore hanno reagito alle perdite di clientela e di fatturato agendo sulla leva del prezzo, con una tendenziale contrazione delle tariffe e un sempre maggiore ricorso a strategie di promo-commercializzazione (OTA, social media).

Le conseguenze dell'abolizione del parity rate (cioè della clausola che vieta agli alberghi di pubblicare sul proprio sito internet un prezzo più basso di quello pubblicato sui portali di prenotazione) avranno effetti altrettanto significativi • è lecito aspettarsi che gli alberghi italiani punteranno ancora di più sul prezzo per rendersi

competitivi • ma dovranno anche fare investimenti in tecnologia (e di conseguenza nella formazione delle

risorse umane) se vorranno sfruttare appieno ed efficacemente la possibilità della vendita diretta

Puntare su "price competitiveness" , "ICT readiness" e "human resources" (tutte aree di miglioramento per il turismo italiano secondo il report del World Economic Forum) implica un uso efficiente delle risorse, in cui la necessità di ottimizzare nell'oggi (anche moderando i prezzi) non comprometta la possibilità di investimenti per il futuro.