Trekkenfild-N19-2014novembre

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È lei la novità 2014 n. 19

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Periodico sportivo dedicato all'atletica leggera scritto da Walter Brambilla e Daniele Perboni

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  • lei la novit 2014

    n. 19

  • mento per il male e la faticaho sofferto le pene dell'in-ferno. A Roma mi hanno sot-toposto a una risonanzamagnetica e mi hanno diagno-sticato un edema osseo conun inizio di frattura. Sono do-vuta star ferma due mesi.Quando ho ripreso, del tuttoristabilita, non sapevo benequale potesse essere il miovalore. Con mamma ci siamodivertite a fare qualche pro-nostico e ci siamo postel'obiettivo di ottenere un2'3/24 negli 800, un4'10/4'14 nei 1500 e un9'08/9'10 nei 3000. Certoche nemmeno noi ci aspetta-vamo risultati cos belli.Che dire? Che forse quelpezzo di legno le ha portatobene (chiss se quel giornol'ha scagliato lontano o l'hatenuto...).Da giovanissima la figliad'arte pratica nuoto, basket,danza moderna (nello speci-

    fico la specialit Hip hop, una sorta di danza spor-tiva parente della breakdance). All'atletica si avvicinasolo nel 2011 quando ha gi poco pi di 16 anni. Primas, corre un po' e le garette scolastiche le vince facil-mente tutte, ma insomma corre cos tanto per diver-tirsi un po'. N i genitori la spingono in modoparticolare verso l'atletica. Anzi, la invitano a prose-guire con la danza. Cos quando inizia l'attivit vera epropria, non che s'impegna pi di tanto. Finch ungiorno mamma Rossella ne intuisce il talento e lasprona a far sul serio. Lei nicchia ancora. Ne consegueche ai Mondiali juniores di Barcellona 2012 viene su-bito eliminata nei 1500 con un modesto 4'2866. Inuna recente intervista al giornalista Valerio Piccioni lamamma dichiara che in quel tempo Federica era unalavativa, faceva un solo allenamento al giorno. Era,perch adesso esattamente l'opposto visto che Ros-sella deve frenarla, deve dirle di star calma, di alle-narsi un po' meno.La corsa confessa Federica mi entrata nel san-gue. Non potrei pi stare senza correre. Nessun sacri-ficio, per me divertimento puro.

    Alta 1,64 cm x 48 kg sviluppa una corsa fluida, ele-gante, ben impostata sul ritmo. Ha grandi capacit ae-robiche. Soffre un po' le partenze veloci da qui lasua predilezione per i 1500 ma possiede un rush fi-nale di tutto rispetto. Tra quelle juniores e quelle as-solute ha vestito otto volte la maglia azzurra.Di lei il professor Dino Ponchio, gi commissario tec-nico federale per il settore femminile dal 1995 al 2001,in occasione dei Societari ci ha detto: Federica untalento cristallino, il pi grande degli ultimi tempi. Haun'ottima gestione sia sua personale che dellamamma, sua allenatrice, dalla quale, unitamente apap Gianni, ha ereditato nel DNA, ottimi cromosomi.Pur sapendo di valere molto, rimane in una dimen-sione di innata modestia. Basta ascoltare le sue tran-

    Chi legge questa rivista sa di atletica. E, sapendo diatletica, sa che po' po' di annata ha galoppatoquella puledra purosangue lungo crinita, non an-cora ventenne lo sar il prossimo 12 dicembre chiamata Federica Del Buono. La ragazza di Vicenza da quest'anno gareggia per laForestale si mette in evidenza gi ai primi di giugnovincendo in solitaria a Torino i 1500 dei Tricolori ju-niores e promesse. Una settimana dopo si aggiudica aAubagne (Francia), sempre sui 1500, i Giochi delMediterraneo under 23 battendo nientemeno che laturca Gamze Bulut, argento olimpico ed europeo dispecialit. Niente male come inizio di stagione.Stagione che si pu riassumere cos: 12 gare sui1500, 5 sugli 800. Sui 1500, partendo dal 4'1961 del2013, migliora quel tempo per ben sei volte fer-mando il miglior crono a 4'0532 il 2 settembre inquel di Rovereto. Il che significa un miglioramentodi oltre 14 secondi! Negli 800, da un 2'0723 del2013, migliora quattro volte il personale fissandolo a2'0038 il 7 settembre a Rieti correndo in modo re-golarissimo. Il che significa un miglioramento dipoco meno di 7 secondi! Questi risultati nelle classi-fiche all-time italiane la portano al sesto posto negli800 e al settimo nei 1500. Risultati sbalorditivi,quasi da non credere. In mezzo a tutto questo, inmaggio corre a Gavardo un 3000 in 9'0138; il 22giugno ottiene un quarto posto sui 1500 in CoppaEuropa a Braunschweig (Germania); il 20 luglio siaggiudica il titolo tricolore sui 1500 agli Assoluti diRovereto; il 15 agosto agli Europei di Zurigo porta acasa un quinto posto sui 1500 di valore assoluto; in-fine fa suoi sia gli 800 che i 1500 nella Finale Orodei Societari di fine settembre a Milano. Insomma,una stagione d'oro che non pu che vederla capofilaitaliana negli 800, nei 1000, nei 1500 e nei 3000. Danotare che alla sua stessa et una certa GabriellaDorio correva gli 800 in 2'0163 e i 1500 in 4'0727.Ce n' quanto basta per dire che, al di l delle

    splendide medaglie europee della Grenot, diMeucci e della Straneo, e poco altro, Federica lanovit pi bella, foriera di possibilissimi sviluppi, ditutta l'atletica italiana. Se si pensa che Federica nel 2013 stata pratica-mente ferma tutto l'anno per infortuni vari, viene dachiedersi a cosa si deve questa esplosione atletica.Sicuramente a pi fattori ritrovata piena salute,buona situazione familiare, buona conduzione tec-nica, senso tattico, serenit personale, grinta, pas-sione, volont, ambizione da vendere, fattoregenetico essendo figlia di due atleti mezzofondisticome il grande Gianni Del Buono (azzurro dal '63 al'73, 800/1'4800, 1500/3'393, 5000/13'224) e Ros-sella Gramola (azzurra dal '76 all'84, 800/2'074,1500/4'1848) ma altrettanto sicuramente al fattod'essere un talento puro come tale venuto alla lucesolo quest'anno per coincidenze varie.Dopo il bene augurante successo nel novembre2013 nella campestre di Levico Terme, valida qualeselezione per l'Eurocross di Belgrado, seguita unpo' di delusione per un modesto e anonimo 25posto nell'Europeo stesso. Racconta Federica: Puravendo ancora male alla parte esterna di un piede,per via del quale calzavo un plantare, nella primaparte ero nel gruppo di testa. Finch mi entratoun pezzo di legno nella scarpa stessa e da quel mo-

    Tutti gli oridi Federica

    In copertina Federica Del Buono, giovane talentoazzurro. (Foto di FIDAL COLOMBO/FIDAL)

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  • quille, serene, obiettive dichiarazioni. Con tutto ci ingara si trasforma e l diventa aggressiva. La definireimorbida fuori, dura in pista.In pista, insomma, la guerre comme la guerre,ossia non ce n' per nessuno.Si d il caso che alla domanda Quali sono i suoi atletipreferiti? risponda:Genzebe Dibaba tra le donne, Steve Prefontaine tragli uomini. Hai capito a che straordinari e particolariatleti si ispira? Se Prefontaine ormai una leggenda,questa Dibaba 5 ori e 1 argento in manifestazioniglobali (Olimpiadi e Mondiali) una delle tre atletein lizza per essere addirittura nominata il 21 novembreprossimo a Montecarlo Atleta dell'anno. Come correGenzebe? Come correva lo spregiudicato Steve? Sem-pre all'attacco, sempre in testa. Genzebe dice la vi-centina corre con uno stile europeo, un'atletacompleta. Tra l'altro quest'anno ha stabilito i recorddel mondo indoor tanto nei 1500 che nei 3000.Ecco, Federica corre come loro: osa, attacca, nonaspetta pi di tanto, pur rimanendo in ogni fase dellagara sempre lucida e pronta ad adattarsi alle varie si-tuazioni. Non guardo tanto ai tempi, quanto ad arri-vare davanti. I tempi sono una conseguenza hadichiarato. E qui c' tutta la sua filosofia di corsa.Federica si diplomata in Scienza della Comunica-zione; iscritta a un liceo linguistico e ambirebbe fre-quentare l'universit di Scienze Motorie. unaragazza piena di vita che come tale vive serenamenteil suo tempo frequentando tanti amici, anche al di l diquelli dell'atletica; le piace ballare, socializzare, escespesso la sera, single, frequenta di tanto in tantoqualche discoteca, ama fare shopping, soprattuttosportivo, le piacciono i ristoranti giapponesi e cinesi,in particolare ama il sushi, non frequenta pi tanto ilparrucchiere perch tra una doccia e l'altra i cappellisi scompiglierebbero facilmente (prima ci andavaspesso), ormai va raramente al cinema, ma a casaguarda un sacco di film, legge poco qualche voltaLa Gazzetta dello Sport ma adesso vorrebbe leg-gere il libro di Sandro Donati (Lo sport del doping),si fatta un bel regalo, pagandolo con una certa sod-disfazione con i primi soldi del suo stipendio di fore-stale: una Fiat 500 Naturalmente bianca, simbolo digiovinezza e di purezza. Finalmente posso muovermisenza dipendere da mamma o da altri precisa con unsorriso. Un altro regalo che vorrebbe farsi sarebbe unabella vacanza da qualche parte nel mondo. Di carat-tere si definisce Tendenzialmente ottimista ma so-stanzialmente realista.A suggello di una cos felice annata, l'11 novembre leverr consegnato da Franco Angelotti, presidente dellaBracco Atletica, il Premio Candido Cannav. I suoi pre-decessori sono nientepopodimeno che Oscar Pistorius,Yelena Isinbayeva e Sebastian Coe. Ce n' quanto basta.

    All'Europeo di cross del 14 dicembre in Bulgaria lepiacerebbe partecipare, anche se la Federazione pre-ferirebbe esentarla per preservarla per la stagione in-door. Se si rimetter in forma verso il 20 ottobre stata costretta a letto per tre giorni per un'improvvisaquanto insolita febbre a oltre 39 escludendo laprima prova (Carsolina, 1/11), potrebbe parteciparealla selezione della seconda (Volpiano, 9/11) e/o dellaterza (Valsugana, 23/11). In un caso o nell'altro qual-che campestre la vuole fare comunque. Questo perchil cross le piace e poi perch lo ritiene molto formativoe lei per il 2015 non vuole rinunciare a niente per con-tinuare a vivere la favola bella di dannunziana me-moria. Per non parlare del 2016 dove in Brasile, a Riode Janeiro, si terr una certa manifestazione che leiper il momento tiene riposta nel cassetto dei sogni(ma senza chiuderlo a chiave...).

    Ennio Buongiovanni

    Pochi giorni dopo luscita dellul-timo numero di Trekkenfild, rice-viamo una mail da Pietro Pastoriniche intende rendere noto un pic-colo particolare. Forse insignifi-cante ai pi per... Ecco il testodella missiva del vecchio pirata...Caro Diettore, sono Pietro Pa-storini e sono in grado di spie-gare labandiera delPortogallo inmano a Dinizall'arrivo della50 km di mar-cia ai Campio-nati Europei diZurigo.Da quandoDiniz ha dettopubblicamenteche si sarebbeavvalso deimiei consiglitecnici, perchnon si fidavapi del suo tec-nico (troppesqualifiche) chea suo parerenon era all'al-tezza del suocompito, la Fe-derazioneFrancese gli hatagliato i fondi e Diniz si vistocostretto a farsi ospitare dallaFederazione Portoghese per lapreparazione al caldo in Algarvenel mese di febbraio.La bandiera stato il suo grazieal Portogallo.Cos sono andate le cose. Conamicizia, Pietro.Come tutti sapranno il trentase-ienne francese ha tagliato il tra-guardo della 50 chilometricentrando il nuovo record delmondo della specialit con3h3233 (togliendolo al russo

    Denis Nizhegorodov che lo dete-neva dal 2008 con 3h3414). Nellemani teneva due bandiere, quellafrancese e quella portoghese. Neiprimi resoconti si disse che il rife-rimento al Portogallo era un omag-gio alla nonna del campione,portoghese di nascita. Ma in breveil mistero stato svelato da Yohann

    stesso in una intervista rilasciata aElisabetta Caporale della Tv ita-liana, quando ha ringraziato pub-blicamente Pastorini per i consiglitecnici ricevuti. Incuriositi abbiamochiesto lumi proprio al tecnico lo-mellino.Con Diniz ci conoscevamo datempo ha chiarito Pastorini pervia dei numerosi incontri avuti neiritiri e nelle gare in giro per ilmndo. E proprio in occasione deiMondiali di Mosca 2013 (quando ilfrancese ricevette ben due cartel-lini rossi) mi ha chiesto se ero di-

    sponibile ad una collaborazionetecnica, in quanto non si fidava pidel suo tecnico. Io sono stato benfelice di accettare. Cos ci siamovisti per alcuni giorni e abbiamodeciso una collaborazione cheavrebbe dovuto iniziare nel radunoinvernale. Ma quando la sua presadi posizione stata resa pubblica la

    Federazione transalpina gli ha let-teralmente tagliato i fondi. Per ilraduno in Portogallo cos statocostretto a chiedere ospitalit allafederazione lusitana. Ospitalit of-ferta senza nulla chiedere in cam-bio. Ecco spiegato il perch diquella bandiera. Devo aggiungereche quando Diniz mi ha ringraziatopubblicamente a mezza Francia venuto il mal di pancia.Solo a loro? chiediamo maligna-mente. Anche allaltra met,quella italiana per ha aggiunto.

    Dap

    Ma che mal di pancia

  • Per la serie punture di spillo legge-tevi questa, con doveroso preambolo.Io e il mitico Daniele Perboni ilgiorno in cui decidemmo di argo-mentare qualcosa sullatletica inquesto tentativo di rivista on line,avevano uno scopo ben chiaro: so-stenere le nostre tesi, quando ave-vamo qualcosa da dire. Siamo statisilenziosi per un po di tempo, poi-ch onestamente non cera molto dadire. Stagione finita. Incombono oragare su strada e maratone che a Per-boni fanno venire lorticaria. Macome? Il lettore pi attento po-trebbe imputarci il fatto dinon aver mai preso inconsiderazione laquestione doping,compresa quelladei 38 atletiche non hannodato notiziesui loro spo-stamenti, evi-tando cos icontrolli anti-doping e via di-cendo. Nonavendo a disposi-zione dati certi onotizie sicure, evi-tiamo per ora di adden-trarci in questo dedalo. Lamia opinione che al termine ditutto ci non succeder nulla, opoco. Staremo a vedere. Il caso cheprendo in esame invece una corsasu strada allestita a Milano il 5 otto-bre, la nota (dalle nostre parti) DjTen. Distanza da compiere 10 km inpieno centro a Milano. OrganizzaKoas (cod Mi 728) sodalizio mila-nese che conta tra le sue fila, tra ledonne: una senior, tre (F35), cinque(F40), due (F45), 2 (F50) per untotale di 13 tesserate alla federa-zione. Tra gli uomini: un senior, otto

    (M35), nove (M40); dodici (M45),otto (M50), Due (M55) per un to-tale di 40 tesserati. I pi noti sonoAngelo Ceruti, proprietario di un ne-gozio di articoli sportivi e PasqualeDi Molfetta, dj nella sua emittenteradiofonica. La prova on the road sisvolge regolarmente la domenicamattina e nel pomeriggio sul sitodella Fidal (www.fidal.it) si possonoleggere i risultati e un testo dovesinformano i lettori che al via eranoin 20 mila (costo iscrizione 18euro!), manifestazione sponsorizza-tissima, con tanto di pubblicit nellametropolitana milanese e richiami inogni dove, oltre allimportantissimopassaparola tra i runners (tapa-scioni). Inoltre tutti i partecipantiindos-

    sa-vano una maglietta rossadordinanza. I vincitori: Andrea Lallie Anna Carmela Incerti. Ma al viacerano anche altri atleti azzurricome Yuri Floriani e Ahmed El Ma-zoury. Tra le donne il campo dellepartenti era ancora pi qualificatocon Veronica Inglese, MargheritaMagnani, Silvia Weissteiner, GiuliaViola, Anna Stefani, Giovanna Epis.Un bel parterre, nulla da eccepire.Premiazioni: Lalli e Incerti sul

    podio. Trafiletto dordinanza sullaGazzetta dello Sport, foto su face-book con le ragazze schierateprima del via. Tutto perfetto. Suc-cede per che un paio di giornidopo su facebook (cloaca massimadellinformazione e della disinfor-mazione) qualcuno lancia il sasso escrive: vorrei sapere lordine dar-rivo esatto della Dj Ten. Ammessoe non concesso che il lanciatoredel sasso, il Balilla/GiovanbattistaPerasso di turno ha il dente avve-lenato, dato che non riesce a ge-stire in prima persona lUfficioStampa, qualcuno va a vedere suinternet la classifica e si accorgeche non esiste, Vengono, infatti, ri-portati i nomi dei partenti con afianco il tempo impiegato. Avete

    mai visto una classifica in or-dine alfabetico? Era cos.

    Tralasciando i com-menti su facebook,

    quasi tutti ostilinei confronti

    dellorganiz-zazione, siviene a sa-pere chela garaera regio-nale, per-tanto la

    tassa dapagare alla

    federazione inferiore a

    quella nazionale,che a sua volta costa

    meno di quella interna-zionale. Linghippo, la furbata,

    o lerrore che dir si voglia, parenon sia la prima volta, si perpe-trato ai danni della Fidal di Milano,e non solo dalla Dj Ten ma ancheda prove molto pi importanti.Tanto per non andare per il sottilepure dalla Milano City Marathon,facendo passare come non compe-titiva la prova riservata alle staf-fette, che sinceramente tuttomeno che una non competitiva.Torniamo al caso in oggetto. Sulsito della Fidal spara alla grande la

    sua opinione il fiduciario tecnicocon il seguente commento che ri-porto integralmente:Manifestazione regionale di corsasu strada del 5 ottobre 2014 a Mi-lano ormai a tutti nota.Nell'amore del rispetto delle re-gole che insegniamo e ribadiamotutti i giorni ai nostri atleti,siamo disgustati dal comporta-mento di chi, delle regole, do-vrebbe farsi paladino e invece lecalpesta. Nella fattispecie, i tesse-rati e i responsabili delle SocietMilitari che hanno infranto le re-gole sono stati addirittura giusti-ficati dai vertici Federali (doc),contrariamente a quanto recitalart. 21 comma 2 del REGOLA-MENTO ORGANICO FIDAL:"omissisArt. 21 DOVERI DEGLIATLETI...omissis...2. Chiunqueabbia notiziadi violazioniregolamen-tari postein essereda partedi atleti,ivi com-presa lapartecipa-zione allegare con tesse-ramento irrego-lare o a gare nonapprovate dalla Fede-razione dovr darne no-tizia alla Procura Federale".Va anche detto che lesempiomalsano parte dagli organizza-tori che, tra laltro, si fanno beffedi tutti i regolamenti inserendogare non competitive che sonoinvece competitive, camuffatecon i soliti trucchetti dellarrivoin ordine alfabetico e quantal-tro. Il tutto per non rimborsarela Tassa Atleta che servirebbe afinanziare lattivit giovaniledellAtletica Leggera. S lAtleticaLeggera, quella vera!

    Cambier qualcosa? Non cam-bier nulla! Queste cose le ab-biamo gi scritte nel 1982 aproposito delle prime corse sustrada. Se avete voglia di leg-gere: Energia nov-dic 82.La firma di Piero Perego (fiducia-rio tecnico del C. Prov. di Milano).Pertanto secondo il verboso e pre-parato tecnico lombardo, sulla brec-cia da un numero incredibile dianni, nonch innamorato del suoruolo, si rivolge in primis agli atleti,i quali, specie i nazionali, ve loposso garantire non sanno se lagara nazionale, regionale o inter-nazionale. Hanno un ingaggio?Rientra nei loro programmi? Sonocostretti a prendervi parte, in

    questo caso era assai probabile,visto che la DjTen era sponsorizzatada unazienda americana e tutti gliatleti azzurri presenti a Milano oper un verso (sponsorizzazione per-sonale) o per laltro (sponsorizza-zione della loro squadra) dovevanoesserci. Sbagliato finch volete, mavi siete dimenticati che in 38 si sonoscordati di compilare il documentoper affermare la loro reperibilit incaso di controlli antidoping? Figura-

    tevi se sinformano sulla naturadella prova! Perego si rivolge poi aitecnici e ai dirigenti delle societmilitari? Tutti i nazionali presentialla Dj Ten vestono, infatti, i coloridi sodalizi con le stellette. Vale pio meno lo stesso discorso per gliatleti. I tecnici, non me ne vogliano,fanno a gara a sottrarsi atleti lunocon laltro, figuratevi se a loro im-porta il tipo di gara. Forse qualchecolpa in pi lhanno i dirigenti, chenon hanno il dovere ne di gareg-giare, ne di allenare, ma di sovrin-tendere alle societ. Appunto. Lofanno? Per ultimo gli organizzatori equi casca lasino. Sono proprio lorogli inadempienti, tant che giqualche giorno prima della messa inonda della corsa su strada del 5 ot-

    tobre, la societ sportiva milaneseha chiesto per il 2015 liscri-

    zione come gara nazio-nale

    Non finita. Ilgiorno 13 otto-

    bre dalla Fidal(ComitatoRegionale) partito unrapportodestinatoalla Pro-cura fede-

    rale, questadar il suo re-

    sponso. Per orala Dj Ten en-

    trata nel calendarioprovvisorio del 2015

    come gara nazionale. Poi sivedr. Non era sufficiente stabi-

    lirlo subito, per evitare tutti questiproblemi? Linvito rivolto a KoasMi 728. Daccordo, lutile sarebbestato leggermente inferiore, ma chi bravo a far partire 20 mila con-correnti (sai che invidia da parte dialtre manifestazioni meneghine)dovrebbe, uso il condizionale, es-sere bravo anche a rispettare le re-gole. O no? La cifra si aggiranellordine di un paio di centinaiodi euro o gi di l

    Walter Brambilla

    Koaso Caos?

  • Un titolo che calzerebbe a pennello per le squadre mi-lanesi di calcio, ma visto che noi il pallone non lo trat-tiamo, lasciamo questo titolo per la nostra maratona.Tralasciando che Meucci campione dEuropa, non untitolo che passa inosservato, ma che onestamente nonha scatenato tante e tali pulsioni, come un tempo arri-vavano dalle vittorie di Bordin (Stoccarda e Spalato) eda Baldini (Budapest e Goteborg) e che Valeria Stra-neo vice campionessa europea della specialit, per ilresto sono solo foglie morte per restare in tema sta-gionale. Le prime due maratone autunnali, Carpi e Ve-nezia, hanno detto sino in fondo che la maratonaazzurra, almeno nelle seconde linee, non esiste. ACarpi sul traguardo, nella centralissima Piazza Martiri,il primo stato un trentasettenne avvocato di Parma,arrivato dopo 2h41:07. Sul podio anche Luca Nascim-beni, secondo in 2h42:51 e Maurizio DallOvo, terzo, in2h44:34. Tra le donne, la pi veloce stata Paola DalMas vincitrice della prova femminile in 2h48:30. Allesue spalle sono arrivate Gloria Giudici a 2h54:49 e Ila-ria Aicardi a 2h59:45. Non me ne voglia nessuno di

    loro, visto che qualcuno ha pure scritto checon un tempo del genere 20 anni fa non si en-trava neppure nei primi 20. A Venezia an-data diversamente. Vedere il vincitore Mamo,da non confondersi con Mamo Wolde lerededi Bikila, primo nel 1968 a Messico, ciabattarea oltre 4 al km sugli ultimi ponti non statoun spettacolo degno della Laguna, che quelgiorno grazie anche alle condizioni atmosferi-che, offriva uno scenario degno di un campio-nato del mondo o gi di l. Allora allaVenicemarathon tutti a incitare GiovanniGualdi che sicuramente un onestissimo ma-ratoneta, ma che non pu scaldare gli animipi di tanto, vista pure let, anche se al ber-gamasco si deve togliere tanto di cappello. Eveniamo a New York, anche nella Big Applecomplice forse il vento, non ci sono stati ri-scontri cronometrici da togliere il fiato e sic-come noi italiani cerchiamo in tutti i modi diritagliarci qualche merito eccolo: le prime due

    donne sono allenate da tecniciitaliani: Nicola Gabriele e Claudio Berar-delli e seguite da due manager nostraniDemadonna e Rosa. Visto che non pos-siamo pi rinverdire gli allori di Pizzo-lato, Poli, Leone e Franca Fiacconi, ciaccontentiamo di coach e manager. Ilvincitore morale della New York CityMarathon secondo facebook DaniloGoffi. Primo italiano, primo europeo eprimo master, per la gioia dei tapascioniche sognano, pi o meno tutti, di emu-lare le sue gesta. Il problema che Da-nilo non comparso dal nulla, ha unpedigree che parte da juniores con i co-lori della Riccardi di Milano, si trasferi-sce ai Carabinieri, veste la magliaazzurra, medaglia dargento allEuro-peo di maratona a Budapest dietro Bal-dini nel 1998, quinto lanno successivoa Siviglia nel Mondiale, dove lItaliavince la Coppa del Mondo a squadre. In-somma di cosette ne ha fatte parecchie.Ad aprile ha tentato il minimo per an-dare agli Europei, vincendo il titolo as-soluto di maratona a Milano. Missionimpossibile per pochi maledetti secondi.

    Cos a Zurigo ci vanno Pellecchia, Ricatti e Palamini, iprimi due a un certo punto dicono: basta cos. Forse cifosse stato Danilo che non molla mai, un posto sulpodio lavremmo conquistato. Tutto questo sta a signi-ficare che Goffi non ha mai smesso di essere atleta atutto tondo, pertanto i suoi successi ora debbono es-sere considerati alla stregua di buoni risultati, ma irunners nostrani lo considerino per quello che ha fattoin un passato recente e non solo adesso che a 40 annie rotti si piazza onorevolmente a New York nella mara-tona pi lenta degli ultimi anni.

    Per ultimo riporto la lista stagionale aggiornata al22/10 (prima di Venezia) a dimostrazione della po-chezza del nostro movimentoDaniele Meucci 2:11.08 1 Zurigo 17/8Ruggero Pertile 2:14:18 7 Zurigo 17/8Domenico Ricatti 2:15:07 4 Roma 23/3Carmine Bucilli 2:16:45 18 Berlino 28/9Danilo Goffi 2:17:20 6 Milano 6/4Andrea Gargamelli 2:17:31 14 Rotterdam 13/4Giovanni Grano 2:17:44 20 Berlino 28/09Ren Cuneaz 2:20:03 10 Milano 6/4Massimo Leonardi 2:20:38 1 Aquileia 30/03Paolo Natali 2:20:55 28 Berlino 28/9

    W. B.

    Malinconico autunno

    Non ce lho con voiCome dice scusi? Che ormai siamo allafrutta? Ma noi due ci conosciamo? Comedice? Che lei mi ha visto molte volte suicampi e negli stadi? Il sottoscritto, per,non ha il piacere... Mai vista la sua faccia,e poi, scusi, dove crede di andare conquei mutandoni di lana? Come dice scusi?Cerchi di parlare un po pi forte acci-denti! Sono un poco avanti con let e ilmio udito non funziona pi come unavolta. Come dice? Che costretto a par-lare a bassa voce altrimenti ci sentono introppi? Ma porca miseria non siamo certoritornati al Taci che il nemico ti ascoltadi ventennale memoria. Ormai, anche seimperversa il renzismo rampante che nontollera critiche e che la colpa sempredegli altri, possiamo comunque parlare li-beramente, no? Ma per caso lei uno diquelli che passa le domeniche a correrele infinite tapasciate che si organizzanoin ogni cortile italico? Come dice? Che s, proprio uno di quelli? Gi, uno dei tantiche rompono le balle e fanno chiudere iltraffico delle citt anche quando festa.Non bastassero gli altri giorni della setti-

    mana... Come dice scusi? Che tutta sa-lute, che.. Ma lasci perdere va, che me-glio, e mi dica perch vuole parlareproprio con me. Ho una certa fretta, miaspettano in sala stampa, anche se chidevo sentire potrebbe essere tranquilla-mente anche lei. Ormai di atleti veri inqueste corse se ne trovano pochini. Comedice? Che proprio per questo che mi hacercato? Sentiamo! Si lamenta del costodelliscrizione? troppo cara. Diciamoche questo vero. Per una borsa con den-tro tanta carta, una maglietta, la meda-glia, unombra di vino e poche altre cosela cifra che chiedono decisamente alta.Come dice? Che concorda che tutto unbisnes. E allora, accidenti a lei, perchcontinua a partecipare! Non potrebbestarsene a casa oppure andare con gliamici a correre per contro proprio? Comedice scusi? Che sta proprio qui il diverti-mento? Correre insieme a tanti altri, tuttiin mutande e canottiera? Diciamo che po-trei anche essere daccordo con lei. Macontinua a tergiversare e non mi ha an-cora detto la vera ragione per cui vuolparlare con me. Come dice? Che ha sa-puto che anche in questo mondo cgente che si aiuta un pochetto con qual-

    cosa di straordinarioe non le va gi. Cosavuol che le dica imatti si trovano inogni ambito. Anche inquesto. Per portarsi acasa un trancio dispeck o una sleppa distracchino voi matti siete disposti a spen-dere cifre che neanche nei negozi di Ea-taly... Senza contare che non ve ne freganiente della corsa vera, quella agonistica,dei veri atleti professionisti. Tutti a misu-rarvi per quattro fette di formaggio e poivia, di corsa verso casa altrimenti gimazzolate dalla moglie. Come dice scusi?Che sport anche questo? Vero! Per siricordi che siete voi, il popolo degli ama-tori, nel senso di tapascioni non equivo-chi, che riempite le tasche di chiorganizza ste robe qua. Sono anni che vivedo correre, diciamo cos, e poi lasciaregli spalti vuoti quando si fa atletica sulserio. E sono decenni che continuate im-perterriti. Ora devo lasciarla, mi aspettaun certo... Insomma, quello pi anzianoche per poco non ci lasciava la pelle. E lachiamate salute...

    D. P.DaniloGoffi.

  • Lasticella presa di mira dai suoi occhi di ghiaccio, lele-ganza nel volare pi in alto delle altre, quel balletto un posnob ad incorniciare ogni sua vittoria. Una successione diimmagini regolare ed impietosa per le avversarie, che hafatto di Blanka Vlasic una delle pi grandi interpreti disempre del salto in alto. Nel 2009 la croata tocc lapicedella carriera, sfiorando di un solo centimetro, davanti alpubblico amico di Zagabria, lo storico 2.09 mondiale diStefka Kostadinova. Una serata magica, che arrivava qual-che settimana dopo unaltra impresa, ai Mondiali di Ber-lino, dove Blanka dimostr tutte le sue qualit:LOlympiastadion quella sera era una bolgia, i tedeschi so-stenevano la loro connazionale, leclettica Ariane Frie-drich, ragazzona di Nordhausen abituata anche lei avarcare i 2 metri, la porta delleccellenza. Eppure la Vlasicriusc ad imporsi, esprimendo un concentrato di classe,grinta e determinazione, il massimo per confermare il ti-tolo di campionessa mondiale in carica che si portava die-tro da Osaka 2007. Lennesimo sogno avverato, in unadelle sfide pi difficili di unavventura sportiva iniziatapoco pi che bambina, sotto lo sguardo di pap Josko emamma Venera entrambi ex atleti di buon valore.Ebbene, abbiamo avuto il piacere di incontrare BlankaVlasic in occasione di un convegno sul valore dello sportorganizzato dallONG internazionale ABC Thinking ofSports presso lUniversit Europea di Roma. Unocca-sione in cui la saltatrice croata ha ripercorso la propriacrescita sportiva e personale, rivelando quanto il suc-cesso della sua carriera sia strettamente legato al rap-porto speciale con la sua famiglia: Mio padre si accorseda subito delle mie eccezionali capacit coordinative e,con il passare degli anni, seppe motivarmi nello sport,facendolo passare come un gioco. Io in realt avevo unospirito competitivo gi molto evidente sin da ragazzina,cercavo sempre di vincere in qualsiasi attivit con i mieiamici, e di questa caratteristica, che poteva essere valo-rizzata in positivo se presa nel verso giusto, mio padrese ne accorse.Lo sport era fatto per lei, anche se la scelta per il salto inalto non fu per nulla scontata: Ad un certo punto dovettiscegliere tra la pallavolo ed il salto in alto, una decisionenon facile in cui scelsi lalto per due motivi: ero di granlunga la pi brava tra le ragazze della mia et (ed anchedi altre pi grandi), e poi mio padre spingeva per la palla-volo. Un rapporto destinato a rafforzarsi nel tempoquello con pap Josko, fatto di lunghi pomeriggi trascorsiinsieme per gli allenamenti, ma anche di discussioni e li-

    tigi, soprattutto durante ilperiodo delladolescenza, no-nostante il padre cercasse discindere il ruolo di tecnicoda quello di genitore. A quelpunto entrava in gioco lamamma: Mia madre era ilmio rifugio, le rivelavo le mieansie ed i miei segreti, e leisapeva sempre confortarmi ecapirmi, essendo stata unasportiva. Un aiuto fonda-mentale che consent aBlanka di digerire allena-menti e sacrifici in vista deiprimi grandi risultati: Lar-rivo delle prime vittorie im-portanti contribu arafforzare le mie aspettative.Poi per nel passaggio alprofessionismo ci fu un pe-riodo delicato, quando iniziaia vivere da sola, a 19 anni.Mi servirono tre anni per tro-vare una mia autodisciplinaed iniziare a vivere lo sportseriamente come una profes-sione. Da quel momentoqualsiasi cosa che facevo du-rante la giornata era finaliz-zata al mio obiettivo, quellodi diventare la migliore salta-trice al mondo. Mio padre ri-peteva da anni che sareidiventata campionessa mon-diale, tanto da sentirmi quasipredestinata.Come detto, Blanka il titolomondiale lo centr per bendue volte, a coronare una su-periorit gi dimostrata conlunghe strisce di vittorieconsecutive, ed un gran nu-mero di prestazioni oltre i 2metri. Poi loro europeo aBarcellona 2010 e largento aDaegu (dietro la russa Chi-

    cherova), a rimpinguare una bacheca priva del solo oroolimpico, sfuggito a Pechino 2008 a causa della belga TiaHellebaut. La grossa occasione si present con i Giochi diLondra 2012, ma anche in quella circostanza qualcosaand storto. Un infortunio rimediato a gennaio la co-strinse a rinunciare alle Olimpiadi. La cosa era seria, iltendine dAchille faceva male, di gare neanche a parlarne,

    anzi, arriv un intervento chirur-gico con una riabilitazione nonproprio felice. Blanka a quelpunto si chiuse in se stessa. stato un periodo bruttissimo, mimancavano gli applausi dellagente, mi sentivo sconfitta, vuota.Allora cominciai ad evitare le per-sone, a passare le mie giornate incasa, lontana persino dai miei fa-miliari. Ero entrata in una fortedepressione.Poi un giorno il fratello Marin, gio-catore di basket, a sua volta alleprese con un brutto infortunio,pass a trovarla: Venne a casamia e mi disse che stava pregandoper me. Per me fu uno shock, nonavevo mai visto mio fratello cos.Mi raccont di Dio, della conver-sione, scoppiammo a piangere en-trambi. Da quel giorno iniziai afrequentare la chiesa, e con metutta la mia famiglia. Qualcosa eracambiato, Ges prese posto nellamia anima. Una trasformazionerepentina, un nuovo equilibriocon lo spirito che per la Vlasic si-gnifica adesso anche un approcciodiverso con la vita e con lo sport:Non si pu contare sempre esolo su noi stessi. Per noi atleti normale che le persone ci accla-mino, ma cosa accadr quandotutto questo finir? Non basta es-sere una campionessa mondialeper centrare la vittoria pigrande. Avevo bisogno di risco-prire me stessa e ci successoquando mi sono ricordata di Dio,che adesso ringrazio per la miavita da atleta, per la mia famiglia.E anche se si commettono deglierrori, limportante essere sem-pre disposti a migliorarsi.Blanka Vlasic tornata, pi fortedi prima.

    Simone Proietti

    Ho Ges nellanima

    Blanka Vlasic,campionessamondiale a Osaka2007 e Berlino2008.