TRE Roma 2013 del Gambero Rosso BICCHIERI...TRE BICCHIERI il quotidiano dei professionisti del vino...

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TRE BICCHIERI il quotidiano dei professionisti del vino ® Roma 2013 su iPad finalmente è arrivata cercala e sfogliala all’interno dell’app Gambero Rosso Magazine Roma 2013 del Gambero Rosso In edicola, in libreria e su www.gamberorosso.it 2 2 4 a pag. a pag. a pag. 3 a pag. Anno 3 n.144 giovedì 6/09/2012 Luna piena LA LIBERTÀ FA BENE AI VINI DO vini DO vini sfusi +11% +6% +14% +7% +11% +6% -5% -7% +6% -1% superfici (ha) domanda (hl) produzione (hl) prezzi (€) mercato (€) I NUMERI DELLA LIBERTÀ (NEI VINI DO) dati 2007 proiezione 2025 95,2 90,05 4.565.199 5.083.200 3.684.115 4.202.100 42,27 47,06 434 458 prezzo (€/hl) produzione (hl) domanda (hl) area produzione (ha) mercato (€m) DIRITTI D'IMPIANTO Uno studio di un gruppo di economisti dell'Università di Stoccarda prova a simulare gli effetti della liberalizzazione in Renania. I commissari Ue che s'incontrano a Palermo il 21 settembre dovrebbero leggerlo con attenzione. Perchè le novità non sono poche. Segue a pag. 2 >>> F orse la confessione di un produttore toscano che, anonimo, ha scritto in un post su un blog enologico che se non fosse un viticoltore ma solo un consuma- tore sarebbe "favorevole al 100% alla libe- ralizzazione dei diritti d'impianto perchè vorrebbe dire avere più vigneti, più vini e quindi prezzi più bassi", vale più dei mille ragionamenti politici e tecnici (ma qui la tecnica serve a fornire argomenti alla politica e alle ragioni della filiera) sul tema incandescente della (possibile) abo- lizione o revisione del sistema dei diritti su cui l'Europa del vino, come si sa, si affanna da mesi alla ricerca di un com- promesso come ha scritto Tre Bicchieri nel "Bianco&Rosso" di martedì. Perchè il punto, come ha scritto l'anoni- mo produttore, è proprio questo: la libe- ralizzazione dei diritti è davvero la fine della viticoltura europea, l'Armageddon del vino delVecchio Continente, oppure le cose sono leggermente diverse e un processo di "liberalizzazione controllata", ossimoro che piace tanto al presidente di Federdoc, Ricci Curbastro, può servire a modificare l'offerta anche nella direzione Bianco &Rosso TELEFONINI BANCOMAT E ART.62 VINO&POLITICA Alessandria no Asti vuole le Langhe VINO&SCIENZA La Cina non sa fare (ancora) grandi vini VINO&CLIMA Alla ricerca di vitigni più resistenti D al 1° luglio prossimo per vendere anche solo un paio di bottiglie di vino bisognerà attrezzarsi con un Pos perchè tutte le "transazioni superiori a 50 euro dovranno essere effettuate attraverso carte di debito o strumenti di pagamento con tecnologie mobili" come si legge nel testo della cosiddet- ta Agenda digitale approvato ieri sera dal governo alla fine di un CdM durato sei ore. Tracciabilità e trasparenza sono le parole d'ordine e va benissimo. Va meno bene il fatto che l'art.62, quello che impone contratti scritti e termini certi (30 e 60 giorni) per il pagamento dei prodotti agroalimentari (vino compreso), articolo che era stato uno dei punti di forza del ministro Catania (che si era pure scontrato con la Gdo e le Coop),non sia ancora in vigore. E' al Consiglio di Stato per un parere giuridico. (g.cors.) SE LA LIBERTÀ FA BUON VINO Bettane&Desseauve Il meglio della Francia Cresce il mercato, aumentano i consumi, calano i prezzi Il commento di Marco Sabellico Panont, presidente Riccagioia Ricerche

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TREBICCHIERIil quotidiano dei professionisti del vino

®

Roma 2013 su iPad

finalmente è arrivata

cercala e sfoglialaall’interno dell’appGambero Rosso

Magazine

Roma 2013 del Gambero Rosso

In edicola, in libreriae su www.gamberorosso.it

2 2 4a pag. a pag.

a pag. 3

a pag.

Anno

3 n

.144

gio

vedì

6/0

9/20

12 L

una

pien

a

LA LIBERTÀ FA BENE AI VINI DOvini DO vini sfusi+11% +6%+14% +7%+11% +6%-5% -7%+6% -1%

superfici (ha)domanda (hl)

produzione (hl)prezzi (€)

mercato (€)

I NUMERI DELLA LIBERTÀ (NEI VINI DO)dati 2007 proiezione 2025

95,2 90,054.565.199 5.083.2003.684.115 4.202.100

42,27 47,06434 458

prezzo (€/hl)produzione (hl)

domanda (hl)area produzione (ha)

mercato (€m)

DIRITTI D'IMPIANTO Uno studio di un gruppo di economisti dell'Università di Stoccarda prova a simulare gli effetti della liberalizzazione in Renania. I commissari Ue che s'incontrano a Palermo il 21 settembre dovrebbero leggerlo con attenzione. Perchè le novità non sono poche.

Segue a pag. 2 >>>

F orse la confessione di un produttore toscano che, anonimo, ha scritto in

un post su un blog enologico che se non fosse un viticoltore ma solo un consuma-tore sarebbe "favorevole al 100% alla libe-ralizzazione dei diritti d'impianto perchè vorrebbe dire avere più vigneti, più vini e quindi prezzi più bassi", vale più dei mille ragionamenti politici e tecnici (ma qui la tecnica serve a fornire argomenti alla politica e alle ragioni della filiera) sul tema incandescente della (possibile) abo-lizione o revisione del sistema dei diritti su cui l'Europa del vino, come si sa, si affanna da mesi alla ricerca di un com-promesso come ha scritto Tre Bicchieri nel "Bianco&Rosso" di martedì. Perchè il punto, come ha scritto l'anoni-mo produttore, è proprio questo: la libe-ralizzazione dei diritti è davvero la fine della viticoltura europea, l'Armageddon del vino del Vecchio Continente, oppure le cose sono leggermente diverse e un processo di "liberalizzazione controllata", ossimoro che piace tanto al presidente di Federdoc, Ricci Curbastro, può servire a modificare l'offerta anche nella direzione

Bianco&RossoTeleFONINI

bANcOMAT e ART.62

VINO&POlITIcAAlessandria noAsti vuolele langhe

VINO&ScIeNZA la cina non sa fare (ancora)grandi vini

VINO&clIMA Alla ricercadi vitignipiù resistenti

d al 1° luglio prossimo per vendere anche solo un paio di bottiglie di

vino bisognerà attrezzarsi con un Pos perchè tutte le "transazioni superiori a 50 euro dovranno essere effettuate attraverso carte di debito o strumenti di pagamento con tecnologie mobili" come si legge nel testo della cosiddet-ta Agenda digitale approvato ieri sera dal governo alla fine di un CdM durato sei ore. Tracciabilità e trasparenza sono le parole d'ordine e va benissimo. Va meno bene il fatto che l'art.62, quello che impone contratti scritti e termini certi (30 e 60 giorni) per il pagamento dei prodotti agroalimentari (vino compreso), articolo che era stato uno dei punti di forza del ministro Catania (che si era pure scontrato con la Gdo e le Coop),non sia ancora in vigore. E' al Consiglio di Stato per un parere giuridico. (g.cors.)

Se lA lIbeRTà FA bUON VINO

bettane&DesseauveIl meglio della Francia

Cresce il mercato, aumentano i consumi, calano i prezzi

Il commento di Marco Sabellico

Panont, presidente Riccagioia Ricerche

lIbeRAlIZZAZIONe DIRITTIContinua da pag. 1 >>>

VINO&POlITIcAASTI PROVINcIADel VINO?

VINO&clIMARIccAgIOIAceRcA VITIgNIANTISTReSS

La Provincia di Asti lancia un appel-lo per creare la Provincia del vino. Nel risiko delle amministrazioni pro-vinciali piemontesi (che dovrebbero passare da 8 a 5), Asti vorrebbe fondersi con Cuneo e il distretto vinicolo di Langhe e Roero. Piuttosto che fondersi con Alessandria gli astigiani, infatti, pre-feriscono le colline candidate a diventare Patrimonio Unesco. Ma la provincia di Alessandria accetterà di restare fuori? Entro il 2 ottobre la proposta dovrà arrivare in Regione. (la Repubblica-Selpress)

Con l'andamento climatico che sta caratterizzando le nostre latitudini da un po' di tempo a questa parte, il futuro della vendemmia italiana non può che passare per una riconversio-ne dei sistemi produttivi e per l'in-troduzione di varietà di vitigni capa-ci di adattarsi alle nuove temperatu-re. Parola di Alberto Panont, il presi-dente di Riccagioia spa, il centro di ricerca con sede nell'Oltrepò Pavese, gestito dalle università di Milano e Pavia. Panont sottolinea come il problema attuale per il settore sia più "di carattere viticolo che di natura eno-logica". Vale a dire che per far fron-te alla scarsità di piogge e ai conse-guenti cali produttivi (che nel solo centro hanno raggiunto un -30% per le varietà precoci destinate agli spu-manti) occorrerà "impiantare in Italia varietà che sappiano resistere maggiormente alle avversità e ai cambiamenti climatici, siccità com-presa". Una possibile via d'uscita, secondo Panont, è nel "rinnovo dei portainnesti", su cui lo stesso cen-tro Riccagioia ha avviato delle speri-mentazioni. (L'Avvenire- Selpress)

TREBICCHIERIil quotidiano dei professionisti del vino

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Direttore editoriale Carlo OttavianoRedazione Giuseppe Corsentino 06 55112244 [email protected] Gambero Rosso Holding spa Via E. Fermi 161 - 00146 Roma

di una maggiore qualità e senza drammi per i produttori? Un gruppo di econo-misti dell'Università di Stoccarda ha pro-vato a rispondere a questo interrogativo immaginando gli effetti della liberalizza-zione nella più grande regione vinicola tedesca, la Renania Palatinato, dove si produce il 70% del vino del Paese. Han-no raccolto i dati su produzione, consu-mi, superfici vitate, fatturato, numero di bottiglie di vino a denominazione e di hl di vino sfuso, li hanno inseriti in un modello econometrico e hanno sfornato un paper di una cinquantina di pagine appena pubblicato sul sito della Aawe, l'American Association of Wine Eco-nomist dal titolo significativo "How the liberalization of planting rights will affect the wine sector in Rheinland: a partial equilibrium analys". Dove la chiave di lettura sta nell'ultima parola: equilibrium. Come si vede dalle tabelle dello studio (qui sopra e in prima pagina), se nel 2018 venissero cancellati i diritti d'im-pianto, entro il 2025 il mercato vitivi-nicolo della Renania Palatinato (ma il discorso potrebbe valere per il Chianti, la Borgogna o la Rioja) troverebbe un suo

nuovo equilibrio, non proprio negativo per i produttori di vini a denominazione (quelli che nel paper vengono classificati come vini di qualità): il mercato, nel suo complesso crescerebbe del 6% (mentre quello dello sfuso scenderebbe dell'1%), la produzione dell'11% (così come le su-perfici coltivate) e la domanda addirutt-tura del 14%. Insomma, la liberalizzazio-ne avrebbe come effetto l'allargamento del mercato sia sul fronte dell'offerta (più vigneti e più vino) sia sul fronte della do-manda (più consumi e, forse, più consu-matori). Un wine merchant non potreb-be che essere soddisfatto. Un po' meno un wine maker perchè la simulazione degli economisti tedeschi avverte che il prezzo del vino scenderebbe di almeno il 5% (7% per lo sfuso). Qui l'equilibrio del mercato sarebbe a svantaggio dei produt-tori che vedrebbero scendere i prezzi e non potrebbero neanche capitalizzare il valore dei diritti che oggi, tanto per fare un esempio, valgono 35mila euro a et-taro nell'area del Moscato d'Asti. I diritti d'impianto sono una rendita di posizione, dicono i liberisti puri, e frenano la com-petizione. Forse lo studio tedesco indica una terza via: spingere sulla qualità per re-cuperare quel -5% di prezzo. Cercasi compromesso.

SEOULOctober 26, 2012

OSAKAOctober 29, 2012

BANGKOKMarch 8, 2013

SINGAPOREMarch 11, 2013

RIO DE JANEIROApril 18, 2013

SÃO PAULOApril 22, 2013

tour dates2012/2013INFO: [email protected]

LA LIBERTÀ ALLARGA TUTTO IL MERCATOdati 2007 proiezione 2025 variazione %

4.877.74143.832

445

5.414.09048.721

469

+11%+11%

+5%

totale produzione (hl)totale aree (ha)

mercato (€m)

trebicchieriworld tour calendar

Official lOgistic Partner

JUNE july august september october NOVEMBER december january FEBRUARY MARCH april may JUNE

Gambero Rosso

2012 /2013CALENDAR 2013CALENDAR 2012

23 marchDÜSSELDORF

5 juneTORONTO

3 juneMONTRÈAL

1 novemberTOKYO

5 novemberSHANGHAI

7 novemberHONG KONG

20 novemberMOSCOW

6 juneMONTRÈAL

CHICAGO12 february

SAN FRANCISCO7 february

NEW YORK15 february

FRANcIASe lA PROVeNZA VUOle IMITAReIl beAUjOlAISIl Provence Rosè come l'ormai screditato Beaujolais Nouveau? È il timore di alcuni vignerons storici della Provenza secondo cui il boom della domanda rischia di influenzare la qualità. Il vino pro-venzale, infatti, sta vivendo un periodo particolarmente fortunato: le esportazioni verso gli Stati Uniti son cresciute del 62% in volume e e del 49% in valore. E, come accade in questi casi (valga, in Italia, l'esempio dell'Amarone) i profitti facili stanno spingendo molti produttori a imbottigliare precocemente per arrivare prima sul mercato. “Tre anni fa nessuno imbottigliava prima di febbraio, l'anno scorso invece la maggior parte lo ha fatto tra novembre e dicembre - dice preoccupato Dominique Renard, direttore com-merciale di Domaines Ott - così rischiamo di seguire le tracce del Beaujolais Nouveau”. Un vino ormai paragonato al succo d'uva. “Abbiamo bisogno di rimanere padroni del nostro prodotto – gli fa eco Pierre Duffort, direttore di Chateau Rimauresq - e spiegare ai clienti che se vogliono un buon vino devono aspettare”. (l.so.)

Stasera alle Caves Legrand,enoteca storica di Parigi, la presentazione della più importante guida enologica di Francia. Marco Sabellico l'ha letta in anteprima. E la giudica così.

(con i quali collaboriamo regolarmen-te e ci confrontiamo da anni) sono anche due vecchi amici. E sono anche due persone di straordinaria competenza nel loro lavoro. Michel, prima di venir contagiato dalla passio-ne per il vino, era professore di lette-re classiche e ha portato nel mondo del vino tutto il suo raffinato bagaglio culturale che gli dà - come e forse più delle sue allenatissime papille - la capacità di decifrare uomini, territori e vini. Thierry è un giornalista brillante e

appassionato, con una fantastica atti-tudine alla divulgazione e una penna davvero felice. Degustare vini insie-me con lui è una delle maggiori sod-disfazioni per un critico o anche solo per un wine lover. Michel e Thierry fanno coppia da sempre e riescono ogni anno ad offrirci un ritratto dell'e-nologia francese straordinariamente dettagliato ed approfondito. Con la loro équipe degustano qualco-sa come 50mila vini (e noi sappiamo bene di che lavoro si tratta!!!), e di questi sulla Guida arrivano solo quel-li con un punteggio di almeno 13/20. Quest'anno sono 7.500 circa, elabora-ti dai quasi mille produttori recensiti. Una Guida “sélective, indépendant, complet et fiable”, come piace dire ai miei amici, dove troverete tutto quel-lo che c’è da sapere sul vino francese, dai grandissimi cru agli emergenti, dai verdi alle novità ai migliori rapporti qualità prezzo. Per il resto… Non c’è che andare sul loro sito www.bettanedesseauve.com e magari comprarla.

Ho tra le mani la nuova edizione della Guida di Michel Bettane e

Thierry Desseauve, la sesta edizione del loro nuovo corso, dopo le dieci edizioni del Classément, cui avevano dato vita a metà degli anni Novanta. Stasera alle 19,30 ci sarà la presenta-zione ufficiale a Parigi, alle Caves Legrand, enoteca storica (e di grande charme: foto in basso), ma come al solito, neanche qust'anno, riuscirò ad esserci perché stiamo chiudendo le ultime pagine di un'altra Guida, quel-la del Gambero Ros-so che uscirà, come accade ormai da 26 anni, il 20 ottobre prossimo. Michel e Thierry, oltre che le due fir-me più prestigiose della critica enologi-ca francese, nonché stimatissimi colleghi

bettane&DesseauveSélective e complet

di Marco Sabellico

ognigiorno

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VINO&ScIeNZA di Attilio Scienza*

E’ una domanda che si fanno molti produttori e commercianti di vino di mezzo mondo. Oggi la Cina è il quinto produttore di vino mondiale con un trend di crescita esponenziale (come si ve-de dal grafico qui in basso, pubblicato qualche giorno fa da Chi-na Daily), ma i suoi vini non escono dai confini nazionali e di norma sono destinati a un mercato che privilegia prodotti a bas-so costo. La Cina possiede molti territori vocati alla produzione di vini di qualità e dispone di attrezzature enologiche di grande efficienza e di tecnici, che si sono formati in passato alla Scuola di Bordeaux e attualmente all’Università di Pechino. Il problema sta nella grande uniformità dei vini prodotti sia per i pochi vitigni utilizzati (Chardonnay e Cabernet Sauvignon, so-prattutto) sia per le tecnologie di vinificazione tutte ispirate allo stile bordolese. Si stanno tentando piccole sperimentazioni con altri vitigni europei come lo Syrah, il Tempranillo, il Grenache e il Pinot nero, ma le conoscenze dei tecnici cinesi sono ancora molto limitate. Grande successo sta riscuotendo il Vidal, ibrido francese, che vie-ne utilizzato per produrre gli icewine, alla moda dei vini della regione delle cascate del Niagara. In questa prospettiva va collo-cata la collaborazione tra Cofco, cantina del marchio Great Wall della regione di Penglai, sulle coste del Mar Giallo, l’Università di Milano e la Fem per provare il comportamento vegeto-pro-duttivo di alcuni nuovi incroci a bacca bianca e rossa, al fine di ottenere vini con caratteristiche originali rispetto a quelle che si ottengono dai vitigni francesi. Nella collaborazione è prevista anche la formazione di dieci enologi cinesi a partire dal prossimo anno accademico proprio all’Università di Milano.

* Attilio Scienza è professore ordinario di viticultura all'Università Statale di Milano

lA cINA NON SA ANcORA FARegRANDI VINI DA eSPORTAZIONe

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