TRASPORTI Ritorno al tavolo tra le polemiche fileLa manifestazione degli autisti in sciopero della...

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La manifestazione degli autisti in sciopero della settimana scorsa Uil e Cgil contro Faita: un errore lo sciopero della scorsa settimana TRASPORTI Ritorno al tavolo tra le polemiche I sindacati torneranno lunedì a sedersi al tavolo di Trentino Trasporti dopo la rottura del luglio scorso, conseguente al mancato raggiungimento del quorum nel referendum che doveva sancire l’accordo raggiunto con l’azienda. Tornano a discutere ma lo fanno in un clima di polemica. Nel mirino dei confederali c’è in particolare la Faisa, sindacato autonomo ben radicato soprattutto tra gli autisti del trasporto urbano di Trento. Criticano l’adesione di venerdì allo sciopero nazionale indetto dalla Sbm, a cui la Faita si è accodata in extremis portando ad un’alta percentuale di adesione. «Uno sbaglio - commenta Stefano Montani della Cgil - dopo aver chiesto un incontro con l’azienda perché eravamo d’accordo che non sarebbero state fatte prove di forza prima dell’incontro». Un errore anche secondo Nicola Petrolli, segretario della Uiltrasporti, pur consapevole di quanto siano giustificati i «mal di pancia» di questi lavoratori. Petrolli critica aspramente in particolare la disorganizzazione che penalizza fortemente questi lavoratori. «Non è accettabile - dice - doversi alzare il lunedì mattina alle cinque per poter godere di un riposo domenicale oltretutto incerto. Solo perché l’ufficio movimento non è in grado di gestire la situazione». Il sindacalista spiega infatti che le giornate di ferie devono essere prenotate all’inizio della settimana e vengono concesse tendenzialmente seguendo l’ordine cronologico della richiesta, cosa che spinge i dipendenti a levatacce salvo avere risposta alle loro richieste solo diversi giorni dopo. «Ne approfitto - aggiunge Petrolli - per rimarcare il nostro deciso invito a svilupparsi tecnologicamente passando da matita, gomma e chiodini numerati a computer e stampante per servizi e tabellone macchine». Secondo la Uil è proprio grazie a questi problemi che i sindacati autonomi trovano terreno fertile nell’istigare una parte di lavoratori: «Si sta ripetendo quello che è successo per il referendum di luglio, con gli attivisti autonomi fuori dall’azienda il giorno delle votazioni a dire opportunisticamente che quell’ipotesi di accordo “stravolgeva le vite” e non doveva passare.» Adesso che l’accordo è stato disdettato secondo Petrolli la qualità della vita rischia di peggiorare ancor più di prima. Per questo chiede con forza di tornare attorno al tavolo a discutere sulla base dell’ipotesi di accordo di tre mesi fa. «Il sindacato confederale deve impegnarsi al massimo nella trattativa e se non dovesse ottenere dei buoni risultati comincerà la strada delle vertenze. Come già annunciato più volte dall’azienda, ci sono gli spazi per un confronto che porterebbe, oltre ad una maggiore produttiva e competitività, anche a diversi vantaggi per i lavoratori, precari e non» afferma. Anche per Montani il ritorno al tavolo è una via obbligata, anche se il rappresentante della Cgil non si fa grandi illusioni: «Sicuramente la strada ora è in salita». - giovedì 30 ottobre 2014 - l'Adige - Pagina: 24 -

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La manifestazione degli autisti in sciopero della settimana scorsa

Uil e Cgil contro Faita: un errore lo sciopero della scorsa settimanaTRASPORTI

Ritorno al tavolo tra le polemicheI sindacati tornerannolunedì a sedersi al tavolo diTrentino Trasporti dopo larottura del luglio scorso,conseguente al mancatoraggiungimento del quorumnel referendum che dovevasancire l’accordo raggiuntocon l’azienda. Tornano adiscutere ma lo fanno in unclima di polemica. Nelmirino dei confederali c’è inparticolare la Faisa,sindacato autonomo benradicato soprattutto tra gliautisti del trasporto urbanodi Trento. Criticanol’adesione di venerdì allosciopero nazionale indettodalla Sbm, a cui la Faita si èaccodata in extremisportando ad un’altapercentuale di adesione.«Uno sbaglio - commentaStefano Montani della Cgil -

dopo aver chiesto unincontro con l’aziendaperché eravamo d’accordoche non sarebbero statefatte prove di forza primadell’incontro».Un errore anche secondoNicola Petrolli, segretariodella Uiltrasporti, purconsapevole di quanto sianogiustificati i «mal di pancia»di questi lavoratori. Petrollicritica aspramente inparticolare ladisorganizzazione chepenalizza fortemente questilavoratori. «Non èaccettabile - dice - doversialzare il lunedì mattina allecinque per poter godere diun riposo domenicaleoltretutto incerto. Soloperché l’ufficio movimentonon è in grado di gestire lasituazione». Il sindacalista

spiega infatti che le giornatedi ferie devono essereprenotate all’inizio dellasettimana e vengonoconcesse tendenzialmenteseguendo l’ordinecronologico della richiesta,cosa che spinge i dipendentia levatacce salvo avererisposta alle loro richiestesolo diversi giorni dopo. «Neapprofitto - aggiungePetrolli - per rimarcare ilnostro deciso invito asvilupparsitecnologicamente passandoda matita, gomma e chiodininumerati a computer estampante per servizi etabellone macchine». Secondo la Uil è propriograzie a questi problemi chei sindacati autonomi trovanoterreno fertile nell’istigareuna parte di lavoratori: «Si

sta ripetendo quello che èsuccesso per il referendumdi luglio, con gli attivistiautonomi fuori dall’aziendail giorno delle votazioni adire opportunisticamenteche quell’ipotesi di accordo“stravolgeva le vite” e nondoveva passare.» Adesso che l’accordo è statodisdettato secondo Petrollila qualità della vita rischiadi peggiorare ancor più diprima. Per questo chiedecon forza di tornare attornoal tavolo a discutere sullabase dell’ipotesi di accordodi tre mesi fa. «Il sindacatoconfederale deveimpegnarsi al massimo nellatrattativa e se non dovesseottenere dei buoni risultaticomincerà la strada dellevertenze. Come giàannunciato più volte

dall’azienda, ci sono glispazi per un confronto cheporterebbe, oltre ad unamaggiore produttiva ecompetitività, anche adiversi vantaggi per ilavoratori, precari e non»

afferma.Anche per Montani il ritornoal tavolo è una via obbligata,anche se il rappresentantedella Cgil non si fa grandiillusioni: «Sicuramente lastrada ora è in salita».

- giovedì 30 ottobre 2014 - l'Adige - Pagina: 24 -