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il mensile dell’astronomo dilettante

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Astrofotomozzafiato, ecco

il segreto

I nuoviprotagonistidello spazio

numero 20 - luglio 2010

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anno III - numero 20 - luglio 2010

IN COPERTINAUn rendering del Buran, un programma spaziale sovietico ini-ziato nel 1976 con l'obiettivo di costruire una navicella spazialeriutilizzabile, simile allo Space Shuttle della NASA. Nell’articolo di apertura si prendono in esame le nuove realtàdell’astronautica mondiale, sia governative sia private. [Spacemag]

direttore responsabileMichele Ferrara

direttore scientificoenrico Maria corsini

editore, redazione, diffusionee pubblicitàastro publishing di pirlo L.Via Bonomelli, 10625049 Iseo (BS)[email protected]

servizi internetaruba S.p.a.p.zza Garibaldi, 852010 Soci (ar)

registrazionetribunale di Brescian. 51 del 19/11/2008

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collaborazioniper collaborare con questarivista, gli autori possonoinviare proposte dettagliatea: [email protected]. Non si garantiscela pubblicazione del mate-riale fornito.

ASTROFILO

il mensile di scienza e tecnicadedicato all'astronomo dilettante

l ’

I nuovi protagonistidello spaziodi Andrea Drudi

Astrofoto mozzafiato, ecco il segretodi Tiziano Olivetti

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astronauticadi Paolo Laquale 54

editoriale di Michele Ferrara

da una costellazione all’altradi Fulvio Stucchelli

mondo astrofiloAA.VV. 6

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l ’ASTROFILO

editoriale

Se volete fare un viaggio nellastoria dell’astronomia e deglistrumenti che da quattro secolici permettono di osservare ilcielo più da vicino, l’ultima fatica letteraria di Emilio Sas-sone Corsi ve ne darà sicura-mente l’occasione. Forse nonc’era momento peggiore perproporre “Occhi al cielo” almondo astrofilo, vuoi per l’indi-gestione di astronomia prodottadall’IYA2009, durante il quale ditelescopi si è parlato come nonmai, vuoi per l’acclarata disaf-fezione degli astrofili verso lalettura di cose astronomiche (enon solo), soprattutto se supe-rano la mezza paginetta sulweb. Aggiungiamo la difficoltàdi offrire al pubblico qualcosa diveramente nuovo ed ecco checi si chiede presto il perché diquesto libro.Poi, già solo sfogliandolo e leg-gendo qualche paragrafo qua elà, ci si accorge che c’è molto dinuovo, al di là del formato, dellacarta e del layout scelti dall’edi-tore Gremese, finalmente adattia opere di questo genere.La novità principale riguardal’aggiornatissima panoramicache Emilio fa sui grandi Osser-vatori, capitalizzando al megliola sua invidiabile attività di turi-sta astronomico, che lo ha por-tato a visitare praticamentetutti i migliori siti del mondo,per ognuno dei quali ha saputocollezionare un’ampia documen-

Occhi al cielo

numero 20 - luglio 2010

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editoriale

ASTROFILOl ’numero 20 - luglio 2010

tazione, che integrata a ricercheprettamente storiche è poi sfo-ciata nei due anni di lavoro ser-viti a realizzare “Occhi alcielo”. Come giustamentericorda il sottotitolo, oltreche della storia e del-l’evoluzione del tele-scopio, l’Autore parlaanche dell’uso pra-tico di quello stru-mento a livelloamatoriale, inclu-dendo la propriaesperienza, il tuttonell’intento riuscitodi rendere il libroancor più completo,tanto che non facerto rimpiangere pre-cedenti pubblicazionisullo stesso argomento,realizzate a tavolino conmateriale d’archivio e bendistanti dalla realtà e dall’at-tualità sperimentata invece daEmilio durante i suoi viaggi neisantuari dell’astronomia.Ma “Occhi al cielo” non è sol-tanto un libro, è anche un DVDallegato al libro (nella versionedistribuita dall’Autore), dove illettore trova una gran quantitàdi materiale fotografico, realiz-zato, raccolto e ordinato alloscopo di complementare il libroe descrivere attraverso le imma-gini i grandi telescopi al suolo equelli spaziali, illustrando il per-corso storico che ha portato aglistrumenti attuali e anticipando

quelli che saranno i giganteschitelescopi delle prossime genera-zioni. Nel DVD non mancanouna selezione di spettacolari fo-tografie astronomiche, alcuni filmati e altro materiale multi-mediale indubbiamente interes-sante. Insomma 3,6 GB di fileche possono tornare utili a con-ferenzieri, redattori e a chiunquenon si accontenti delle solite im-magini di seconda mano che ri-petutamente ritroviamo sulle

solite fonti. “Occhi al cielo” èessenzialmente un libro che

parlando della storia avventu-rosa dell’astronomia, e in

particolare del telescopio,sfuma gradatamente

nel presente attra-verso gli avventurosiviaggi dell’Autore, esono proprio questiad aggiungere quelqualcosa di nuovo,di attuale. Una te-stimonianza di-retta in mancanzadella quale la nar-razione perderebbeil necessario entu-siasmo.

Leggendo tra le righesembra di capire che

con questo libro Emiliovoglia fare anche un bi-

lancio della sua lunga espe-rienza nel mondo astrofilo,

mettendola a disposizione ditutti. E forse non casualmente“Occhi al cielo” giunge in conco-mitanza dell’esaurirsi del suomandato di Presidente del-l’Unione Astrofili Italiani.Chi vuole approfondire il di-scorso e avere maggiori infor-mazioni su libro e DVD puòrivolgersi direttamente all’Autore attraverso il sitowww.occhialcielo.it oppure visitare il sito di Gremesewww.gremese.com.

Michele Ferrara

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4 agostoGALILEO E I GIOCHI - GIOCATTOLI SULL’ARIA

11 agostoSCIENZIATI VERDI

18 agostoLA SCIENZA PER I PICCOLI

25 agostoESPERIMENTI, ESPERIMENTI, ESPERIMENTI

1 settembreGIOCHI E GIOCATTOLI SCIENTIFICI PER BIMBI SVEGLI

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mondo astrofilo

ASTROFILOl ’

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numero 20 - luglio 2010

mondo astrofilo

ASTROFILOl ’

Prorogata la mostraSPAZIALE!

A Trento continua con successo efavore di pubblico la mostra SPA-ZIALE! Astronomia in mostra,l’esposizione interattiva dedicataall’astronomia, che ha già richia-mato nella sede centrale delMuseo Tridentino di Scienze Natu-rali un pubblico particolarmentenumeroso e interessato alle vi-site, alle attività collaterali e labo-ratoriali: 36mila le presenzeregistrate fino ad oggi, con picchidi 1200 persone, come quelli rag-giunti nei weekend. Un successocosì ampio da spingere gli orga-

nizzatori a prorogare l’appunta-mento fino al 9 gennaio 2011.E con l’inizio dell’estate le propo-ste stellari collegate alla mostra simoltiplicano, dando vita ad un iti-nerario che da Trento sale fino araggiungere i rifugi alpini.La prima tappa è quella sul MonteBondone nella suggestiva e spet-tacolare conca delle Viotte dove,dal 18 giugno al 26 settembre,alla Terrazza delle Stelle ed alGiardino Botanico Alpino si susse-guirà un fitto calendario per fami-glie e non solo fatto di viaggi nelcosmo, incontri ravvicinati con ilSole e le costellazioni più distanti,storie e racconti avventurosi traboschi e prati, per conoscere da

vicino la ricchissima varietàe le curiosità delle speciebotaniche alpine. E ancora:spettacoli di musica e tea-tro, aperitivi bio-diversi, cac-ce al tesoro e molto altro.La Terrazza delle Stelle è unsito ideale per l’osserva-zione astronomica. Il cielobuio e limpido del monteBondone permette di utiliz-zare potenti telescopi perscrutare a fondo le tante,sorprendenti meraviglie del firma-mento: costellazioni e pianeti, co-lorate stelle doppie e ammassi,delicate nebulose e impercettibiligalassie. Durante il giorno, conspeciali strumenti e filtri si puòosservare il volto spettacolare del

Sole, la nostra stella:maestose protuberanzeed intricate macchie ap-pariranno come per in-canto ai nostri occhi.L’assistenza di espertiastronomi e astrofili con-durrà per mano i visitatoriin una magnifica avven-tura scientifica.E più in alto, notti di stellenei Rifugi! Per gli appas-sionati dell’alta montagnacon il pallino delle stelle, o

anche più semplicemente per icuriosi, il Museo Tridentino diScienze Naturali e la Società degliAlpinisti Tridentini propongononei mesi estivi un tour astrono-mico presso alcuni rifugi di altaquota: al calar della nottetutti coloro che si trove-ranno nei pressi del rifugiopotranno trascorrere unapiacevole serata con laguida di un esperto astro-nomo, alla scoperta distelle e pianeti, evanescentigalassie e nebulose, colora-tissime stelle doppie e am-massi stellari, attraversol’osservazione ad occhionudo e con il telescopio.

Molti sono i rifugi visitati da que-sta iniziativa: i rifugi Taramelli,Lancia, Sette Selle, il Peller emolti altri ancora. Alcuni si rag-giungono facilmente anche in au-tomobile, altri invece richiedonouna fatica maggiore, trovandosiin luoghi impervi da raggiungere.Il sito web della Società Alpini-stica Tridentina www.sat.tn.it of-fre tutte le informazioni su comeraggiungere questi rifugi alpini.Il Giardino Botanico Alpino Viottee la Terrazza delle Stelle sonosedi territoriali del Museo Triden-tino di Scienze Naturali, la retedella scienza in Trentino – ITALIA.Per informazioni: Giardino Botanico Alpino ViotteApertura: giugno e settembre ore9-12 / 14-17 luglio e agosto ore9-12 / 14-18. Info e tariffe: tel.0461948050 www.mtsn.tn.itTerrazza delle Stelle. Aperta tuttol’anno su prenotazione Info e tariffe: tel. 0461270311www.mtsn.tn.it.

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mondo astrofilo

ASTROFILOl ’

Si tratta di un progetto nazionalecon un alto potenziale di coinvol-gimento dei più giovani, in parti-colare, quelli in età scolare, tragli 11 e i 18 anni. Ovviamenteesso sarà fruibile anche dai sin-goli, studenti e non, compresinella fascia di età tra gli 11 e i99 anni. Le strutture di riferi-mento che sosterranno il lavorodidattico degli insegnanti, sa-ranno i numerosi Osservatori ePlanetari (che chiameremo Centridi aggregazione del progetto),sparsi capillarmente sul territorionazionale che da decenni svol-gono una meritevole e proficuaattività divulgativa.Il progetto inizierà nel corso delprossimo anno scolastico 2010-2011, a partire dalla primavera esi concluderà nel mese di settem-bre dello stesso anno.La coincidenza con il 150° del-l’Unità Nazionale suggerisce l’op-portunità di onorare unanniversario così importante perla storia del Paese, denominandouna parte del progetto, ed il rela-tivo concorso a premi, “Sotto icieli d’Italia”.

Obiettivi del progettoPerché un progetto rivolto essen-zialmente ad un'ampia popola-zione scolastica? Un primo motivo è legato ai pro-grammi scolastici, che concedonospazi sempre più ristretti all’inse-gnamento dell’astronomia. Nonpossiamo poi dimenticare cheoggi chi coltiva la scienza del cielolo fa spesso da autodidatta, ma inmodo disomogeneo e con unaframmentarietà assolutamentesconcertante. Ecco, in sintesi, gliobiettivi del progetto: - Avvicinare i giovani (ma anche i

EAN: progetto cacciaalla cometa!

meno giovani) alla natura e alcielo stellato, attraverso l’osser-vazione diretta, anche ad occhionudo, della volta celeste. Per “ap-propriarsi del cielo” si imparti-ranno conoscenze di astronomiadi base: le stelle e le costellazioni,la storia e i miti legati ai principaliasterismi che, spesso, affondanola loro origine in epoche lontanis-sime, quando le principali attivitàeconomiche delle antiche civiltà(in particolare nell’area mesopo-tamica) erano la pastorizia el’agricoltura. - Fornire le basi per una correttametodologia di osservazione delcielo, sia ad occhio nudo, sia construmenti ottici, dai più semplici,quali i comuni binocoli, ai piùcomplessi. Le informazioni di sup-porto al progetto saranno conte-nute in apposite pubblicazioni evideo-lezioni. Tutto il materialeprodotto sarà disponibile sul web. - Scopo ultimo, è di infondere neipiù giovani la passione per la“caccia” di alcuni oggetti celestipeculiari, in particolare, comete estelle “nuove”, spesso visibilianche con binocoli o piccoli stru-menti ottici. I promotori di questoprogetto proporranno l’osserva-zione guidata del cielo per alcunimesi, tra la primavera e l’autunnodel 2011, in date che sarannoscelte anche tenendo conto dellefasi lunari.- Istituire il premio “Mauro Vitto-rio Zanotta” che sarà conferito acolui (o a coloro) chescoprirà/scopriranno, con mezziamatoriali, una cometa. E’ allostudio il regolamento del premio. - Istituire tre categorie del pre-mio “Sotto il cielo d’Italia!” chesaranno conferiti, paritetica-mente, alle classi ed alle lorostrutture astronomiche di riferi-mento, che avranno prodotto imigliori elaborati riguardanti ilprogetto. E’ prevista la pubblica-zione di tutti gli elaborati.

La conduzione del progetto e i“Centri di aggregazione”“Caccia alla cometa” è un pro-getto complesso dal punto divista organizzativo ma di facilefruibilità per tutti coloro che de-siderano avvicinarsi all’astrono-mia osservativa. Esso punta acoinvolgere un numero consi-stente di classi delle scuole del-l’obbligo e superiori a livellonazionale e per un periodo di al-cuni mesi. Per ottenere questo risultato ènecessario poter contare sulcontributo fattivo di un numeroassai consistente di struttureastronomiche, sia pubbliche siaprivate, presenti nel Paese. For-tunatamente, in Italia esistono15 Osservatori astronomici sta-tali, accorpati nell’INAF (IstitutoNazionale di Astrofisica) e unasettantina di Osservatori “pub-blici”, spesso di proprietà comu-nale ma gestiti da Associazioniastrofili, oltre ad una quindicinadi planetari.Se si riuscirà a coinvolgere nelprogetto un numero consistentedi tali strutture, allora è ragione-vole attendersi la partecipazionedi diverse migliaia di studenti e diappassionati. Un primo sondaggioteso a verificare la disponibilità diOsservatori e planetari a parteci-pare al progetto, ha fornito risul-tati positivi e ciò incoraggia aprocedere nella sua attuazione.Saranno presto attivati dei con-tatti con INAF e Società Astrono-mica Italiana per trovare unasoddisfacente forma di collabora-zione. Il progetto, ideato all'interno diEAN, sarà condotto in stretta col-laborazione con decine di strut-ture astronomiche checostituiscono i centri di aggrega-zione, sul territorio nazionale, delprogetto medesimo. Nei Centri diaggregazione si svolgeranno leseguenti attività:

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numero 20 - luglio 2010

mondo astrofilo

ASTROFILOl ’

- Lezioni teoriche (illustrazionedelle costellazioni, metodologie diosservazione visuale, stime dimagnitudine, strumenti ottici, sutre livelli: elementare, media, su-periore), sulla base di un calen-dario valido per tutte le struttureaderenti al progetto.- Osservazioni guidate del cielo,ad occhio nudo, con binocolo etelescopio, osservazione delle co-mete visibili in cielo durante il pe-riodo di svolgimento delprogetto. Gli insegnamenti sa-ranno impartiti su tre livelli. - A tutti coloro che ne farannoesplicita richiesta (classi, singoli,appassionati, ecc.), saranno im-partiti gli insegnamenti specifici,sia teorici sia pratici, necessariper intraprendere le attività di ri-cerca e di esplorazione del cielo acaccia di nuove comete. Lo sco-pritore/i di una cometa, ricono-sciuta dall’IAU, avrà diritto alpremio intitolato a Mauro VittorioZanotta.- In ogni Centro di aggregazione,a partire dal marzo 2011, e sullabase di uno specifico calendario,convergeranno le attività di classidei tre livelli indicati. Tra i relatorie i docenti del progetto, sarà pos-sibile annoverare astronomi, maanche astrofili evoluti, tra i piùnoti del panorama astronomiconazionale.

Produzione della documenta-zione a supporto del progettoPer definire il calendario delle at-tività e il materiale di supporto alprogetto, chiederemo l’aiuto diesperti in divulgazione e didat-tica. Sarà indubbiamente neces-sario realizzare un manualeosservativo per i tre livelli delprogetto e di alcune video-le-zioni. Sarà anche creata una bi-bliografia di riferimento ed unalista di strumenti ed accessoriconsigliati, utili per lo svolgi-mento del progetto.

Bozza di una tempistica delprogettoQui diamo una possibile tempi-stica per lo svolgimento del pro-getto:- Giugno – settembre 2010: lan-cio del progetto attraverso leNewsletter EAN (archivio delleNewsletter:www.crabnebula.it/rc/newslet-ter_ean_2008_2009_2010.htm)e la pubblicazione di articoli sulleriviste specializzate e su alcuneriviste scientifiche “generaliste” diampia diffusione.- Settembre – novembre 2010:preparazione della documenta-zione di supporto al progetto, dadistribuire ai punti di aggrega-zione. Il progetto continuerà ad

essere pubblicizzato at-traverso le riviste diastronomia, le NewsletterEAN (tra giugno 2010 emarzo 2011, data di ini-zio delle attività del pro-getto, saranno pubblicatecirca 70 Newsletter EAN)e mezzi mediatici. - Ottobre 2010: Con-gresso EAN, nel corso delquale si darà ampio spa-zio al progetto e si chie-derà il contributo dinumerosi relatori qualifi-cati. Il Congresso saràdiffuso in diretta web dalsito EAN.- Novembre – febbraio2010/2011: Preparazionedel calendario delle atti-vità per i Centri di aggre-gazione. Il calendariodelle attività compren-derà una serie di appun-tamenti, teorici e pratici.Riteniamo che, comples-sivamente, il progetto“Caccia alla cometa!”possa arrivare a coinvol-gere alcune centinaia discolaresche.- Marzo 2011: Inizio del

progetto, prime lezioni nei Centridi aggregazione.- Aprile – giugno 2011: prose-guono le lezioni, coinvolgimentodei media, ampia risonanza me-diatica del progetto. Pubblica-zione di numerosi articoli sulleriviste. A giugno, in concomi-tanza con la chiusura dellescuole, ogni classe invierà al co-mitato organizzatore i propri ela-borati sotto forma di documenti evideo, per il premio “Sotto il cielod’Italia!”. Si costituisce una appo-sita giuria che esaminerà gli ela-borati e dichiarerà i vincitori delconcorso.Per ulteriori appuntamenti e in-formazioni, rimandiamo ai siti piùsopra evidenziati.

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numero 20 - luglio 2010

mondo astrofilo

ASTROFILOl ’

30 luglio - 1 agosto: stageastronomico a Lumezzane Nelle notti dell’ultimo week-enddi luglio avrà luogo all’Osserva-torio Serafino Zani di Lumez-zane l’annuale stageastronomico che inizia il ve-nerdì sera e prosegue il sabatoe la domenica dal pomeriggiofino a notte inoltrata. L’inizia-tiva è rivolta a quanti voglionopassare tre notti al telescopionon da semplici curiosi. I partecipanti allo stageavranno l’opportunità di utiliz-zare il sensore elettronico ap-plicato al telescopio di 40 cm didiametro con il quale si pos-sono individuare debolissimicorpi celesti, come i nuovi aste-roidi scoperti dalla specola val-gobbina. Durante lo stagevengono approfondite le princi-pali tecniche di ripresa ed ela-borazione di immaginiastronomiche. Il corso è aperto a tutti gli ap-passionati di astronomia ed èstato strutturato su due livelli:un livello “base”, per chi ha unalimitata esperienza, ed uno“avanzato”, per chi già possiedeuna esperienza pratica osserva-tiva. La prenotazione è obbliga-toria e i posti disponibili sono20. La quota di iscrizione è di40 euro. Per ulteriori informa-zioni si può consultare il sitowww.astrofilibresciani.it oppurechiamare il numero030872164.

estate sotto le stelle conmamma e papàL'Osservatorio Astronomico Se-rafino Zani e il Planetario di Lu-mezzane (Brescia) sono le duesedi del “Museo delle Costella-

Iniziative dell’UnioneAstrofili Bresciani

zioni” attorno al quale ruotanole iniziative di divulgazionescientifica che si svolgono a Lu-mezzane. Le attività sono cu-rate dagli operatori dell’UnioneAstrofili Bresciani. L’Osservato-rio Serafino Zani, ubicato sulcolle San Bernardo di Lumez-zane Pieve, è aperto da maggioa settembre, ogni martedì alleore 21, escluso l'ultimo martedìdel mese. Il Planetario di viaMazzini 92 (a 400 metri dalMunicipio di Lumezzane) èaperto alle famiglie in diversedomeniche dell’anno scolastico(consultare il calendario nelsito www.astrofilibresciani.it).Durante l’estate, all’Osservato-rio di Lumezzane e anche allaSpecola Cidnea del Castello diBrescia (aperta tutto l’annoogni venerdì sera alle ore 21)hanno luogo delle serate astro-nomiche per bambini e ragazzi.La partecipazione a tutte le at-tività è gratuita.

Dal 25 settembre: Le stelleper i bambiniLe mitologie delle costellazionisono oggetto di letture recitate,narrate ai bambini e alle fami-glie, che hanno luogo sotto lacupola del Planetario di Lumez-zane (Brescia) situato in viaMazzini 92. Oltre agli appunta-menti su prenotazione per lescuole e per il pubblico, comel’originale “Regala una costella-zione”, sono inoltre previstidegli incontri, dedicati proprioalle favole del cielo, cheavranno luogo il prossimo au-tunno. Il primo incontro è inprogramma sabato 25 settem-bre 2010 alle ore 21. L’ingressoè gratuito con prenotazione alnumero tel. 333 27 93 190,dopo le ore 18:30.Il Planetario è una delle duesedi, insieme all’OsservatorioSerafino Zani, del Museo delle

costellazioni. I calendari di atti-vità sono pubblicati nel sitowww.museodellecostellazioni.it.Le visite per le scuole si preno-tano al numero 030872164.

Gli appuntamenti delGruppo Astrofili Lariani

Venerdì 2 luglioSerata osservativa “in trasferta”alla Colma Sormano (CO) dedi-cata all’osservazione degli oggettideep-sky e a Giove; per i piùnottambuli lo spicchio di Lunameno conosciuto, quello pros-simo all’ultimo quarto. Ritrovopresso Centro Civico Rosario Li-vatino di Tavernerio (CO) ore21:00.

sabato 10 luglioApertura dell'osservatorio "MonteCalbiga" (Lenno). Terza aperturaufficiale, per la stagione 2010, in-teramente dedicata all’osserva-zione dei meravigliosi oggetti delcielo estivo (ammassi e nebu-lose) e alla caccia dei quattro sa-telliti galileiani che “danzeranno”nel corso della notte attorno aGiove.Inizio osservazione ore 21:00.

sabato 17 luglioPizza & Stelle - Serata in collabo-razione con l’Oratorio Don Boscodi Piazza S. Stefano. Dopo la de-gustazione della Pizza, sarà pos-sibile osservare con i telescopidel GAL la Luna e le stelle doppiedell'estate. Inizio osservazioneore 21:30 a Piazza S. Stefano diCernobbio.

sabato 31 luglioApertura dell'osservatorio "MonteCalbiga" (Lenno). Quarta aper-tura ufficiale, per la stagione2010, dedicata agli appassionatidi cielo profondo alla ricerca di

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mondo astrofilo

ASTROFILOl ’

nebulose e ammassi stellari;“fari” puntati ancora su Giove e,per i più assidui, appuntamentocon le galassie M31-M32-M33-M110 “anticipatrici” del cielo au-tunnale.Inizio osservazione ore 21:00.

Domenica 1 agostoApertura dell'osservatorio "MonteCalbiga" (Lenno). In occasionedella Festa degli Alpini, sezione diLenno, è prevista, la mattina,un’apertura straordinaria dell’Os-servatorio per la visita alla strut-tura e l’osservazione del Sole.Inizio visite e osservazioni ore10:00.

sabato 28 agostoApertura dell'osservatorio "MonteCalbiga" (Lenno). Quinta aper-tura ufficiale, per la stagione2010, dedicata, nella prima partedella serata a Giove e agli oggettidel cielo estivo. Nella secondaparte della serata spazio allaLuna e alla geografia selenica.Inizio osservazione ore 21:00.

Venerdì 10 settembreConferenza - "Cartoline dallo

spazio", accompagnata da imma-gini computerizzate, a cura di Ro-berto Casartelli, che ciaccompagnerà in un viaggioideale dalla Terra verso lo spazioprofondo. Inizio alle ore 21:15c/o il Centro Civico Rosario Liva-tino di Tavernerio (CO).

sabato 18 settembreApertura dell'osservatorio "MonteCalbiga" (Lenno). Penultimaapertura ufficiale, per la stagione2010, dedicata all’osservazione diGiove (che raggiunge in questomese l’opposizione), alle ombre ei crateri lunari e alle meravigliedel cielo autunnale. Inizio osser-vazione ore 21:00.

Venerdì 1 ottobreConferenza introduttiva alla suc-cessiva osservazione all'esterno.Inizio alle ore 21:15 c/o il CentroCivico Borella di Solzago di Taver-nerio (CO). Seguirà osservazione di Giovedelle galassie (M 31 in primis) edegli ammassi stellari (Pleiadi,Iadi e del Perseo in pole position)dal cortile del Centro Civico. Ini-zio conferenza ore 21:15.

sabato 9 ottobreApertura dell'osservatorio "MonteCalbiga" (Lenno). Ultima aper-tura ufficiale, per la stagione2010, dedicata all’osservazione diGiove e alle meravigliose galassiee agli splendidi ammassi stellaridel cielo autunnale. Inizio osser-vazione ore 21:00.

Venerdì 15 ottobreConferenza - "Flammarion el'astronomia a cavallo fra Otto-cento e Novecento", accompa-gnata da immaginicomputerizzate, a cura di LuigiViazzo, che ci accompagnerà inun viaggio fra le meraviglie celatenei libri del noto divulgatore fran-cese Camille Flammarion. Inizioalle ore 21:15 c/o il Centro CivicoRosario Livatino di Tavernerio.

Per qualunque ulteriore informa-zione: Gruppo Astrofili Lariani,Via Risorgimento 21, c/oCentro Civico Rosario Livatino,22038 Tavernerio (CO)Tel: 3280976491 (dal lunedì alvenerdì dalle 9 alle 21)e-mail: [email protected].

L’Associazione Astrofili di Salò comunica il calendario dell’apertura al pubblico dell’Os-servatorio Astronomico di Cima Rest (Ma-gasa) per l’estate 2010: 3-10-17-31 luglio,7-14-21-28 agosto, 4-11-18-25 settem-bre. Le prenotazioni per le visite con osser-vazione del cielo sono coordinate dalConsorzio Forestale Terra tra i due Laghi, diTurano Valvestino. Questi i recapiti: tel. 0365745007 e 0365745821, e-mail [email protected]. Ogni serataosservativa prevede un numero massimo di 25 persone e dato il rilevante afflusso siconsiglia di prenotare per tempo.

Il calendario dell’OsservatorioAstronomico di Cima Rest

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I nuovi protagonisti dello spazio

articoli

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ASTROFILOl ’

L’aerospazio sta vivendo un’esplosione di nuovi attori, daigoverni asiatici agli imprenditori privati: il cielo è il nuovo Eldorado, basti pensare al continuo aumento dei lanci di satelliti, dei programmi di osservazione della Terra e di navigazione, fino al volo umano.

di Andrea Drudi

articoli

L o spazio è la vetta da cui controllareil mondo, ma la scalata sta diven-

tando sempre più affollata. Da terrenodi confronto esclusivo delle grandi su-perpotenze durante la Guerra fredda,quell’ultimate high ground della geo-politica del Pianeta oggi vede unaesplosione di nuovi attori, dai governiasiatici agli imprenditori privati. Il forte rilancio dei programmi spazialiè evidente soprattutto dai numeri: laspesa mondiale negli ultimi anni per laricerca spaziale aumenta sempre dipiù. Un mercato in forte crescita dun-que, alimentato dall’aumento dei lanci

di satelliti e dai programmi di osserva-zione della Terra e navigazione, comeGalileo, fino al volo umano.“Ci stiamo avviando - ha osservato Ni-colas Peter, ricercatore dell’Istitutoeuropeo per le politiche spaziali e cu-ratore del volume ‘Humans in OuterSpace-Interdisciplinary Odysseys’- al-la terza fase della storia dello spazio.La prima, cominciata con lo Sputnik eche ha visto l’uomo sulla Luna, è statacaratterizzata dalla contrapposizionetra USA e URSS; mentre la seconda,dopo la caduta del muro di Berlino, haportato alle competizioni che vediamo

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numero 20 - luglio 2010 ASTROFILOl ’

Un rendering del Buran, un programmaspaziale sovietico iniziato nel 1976 conl'obiettivo di costruire una navicella spa-ziale riutilizzabile, simile allo Space Shut-tle della NASA. La costruzione iniziò nel1980 e venne completata nel 1984. Il 15novembre 1988 il Buran partì dal Cosmo-dromo di Baikonur per il suo unico voloorbitale, senza equipaggio a bordo, du-rato appena 206 minuti e conclusosi conun perfetto atterraggio automatizzato.

oggi. Nei prossimi anni assisteremoperò al formarsi di una nuova mappadi alleanze internazionali nelle quali iprivati sembrano destinati ad avere unruolo sempre più importante, non solonelle telecomunicazioni, ma diretta-mente nell’esplorazione spaziale.”La NASA e gli USA fanno ancora laparte del leone, ma il continente asia-tico è in fermento e sta bruciando letappe. Infatti non c’è solo il Giappone,che ha già inviato moltissimo hard-ware alla stazione spaziale internazio-nale, ha già un proprio lanciatore-Iibe ha come obiettivo dichiarato voli conastronauti verso la Luna.La Cina, modificando la tecnologiarussa, ha già inviato uomini nello spa-zio, completando anche una passeg-giata spaziale, un’impresa che finorasolo USA e Russia erano riuscite amettere a segno. La corsa spaziale ci-nese è iniziata tardi, ma in 10 anni hacompiuto (e probabilmente compirà)passi da gigante. Nel 2005 l’Agenzia

Nazionale Cinese per lo Spazio (CNSA)ha inviato in orbita due astronauti, enel 2008 la Shenzhou VII ha conclusouna missione di 68 ore, durante laquale è stata, come detto, effettuatacon successo la prima passeggiataspaziale cinese.Questa missione ha puntato anche adaffermare definitivamente lo status digrande potenza raggiunto dalla Cina enon è certo un punto di arrivo, anzi, èil primo dei tre gradini di un nuovocorso del programma di volo spazialeumano. La prossima tappa sarà ag-ganciare più veicoli spaziali in orbita epoi avere una vera e propria stazionespaziale cinese. Non mancano i piani per portare unveicolo robotico sulla Luna agli inizidel prossimo decennio; quando arri-verà troverà però sul suolo lunare unabandiera indiana ad aspettarlo, por-tata nei mesi scorsi da Chandra-yaan-1, la prima missione roboticaverso la Luna dell’India.

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l ’ASTROFILO numero 20 - luglio 2010

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articoli

La CNSA sta anche sviluppando un pianoper la costruzione di una stazione spazialecinese, costituita da un modulo principale,due sperimentali, una navicella con equi-paggio e una seconda utilizzata comecargo. Attualmente questo progetto si tro-va nella fase 2 del suo programma spa-ziale e devono ancora essere approntatealtre quattro tecnologie chiave prima dientrare nella terza e ultima fase: il lanciodella stazione. La successiva sfida sarà quella dell’aggan-cio delle navicelle al modulo principaledella stazione spaziale. Tiangong I, il cuilancio è previsto prima del 2011, sarà lapiattaforma per testare le nuove tecnolo-gie per l’attracco. Tiangong, dal peso di8,5 tonnellate, sarà l’oggetto al qualeShenzhou VIII, IX e X dovranno attrac-carsi per testare con successo questanuova tecnologia.Shenzhou VIII sarà una navicella priva diequipaggio che cercherà di agganciarsi aTiangong I nel 2011. Se questa missioneavrà successo, verranno inviate altre navi-celle dotate di equipaggio per ripetere lacomplicata manovra. Dopodichè TiangongI entrerà in una fase di perfezionamento esuccessivamente dovrà essere sviluppatoil laboratorio spaziale, indispensabile siaper la sopravvivenza stessa degli astro-nauti sia per portare a termine importantiesperimenti nello spazio. Allo stato attuale,le navicelle Shenzhou possono portare solo300 chili di scorte per la sopravvivenza deitre astronauti che andranno a comporrel’equipaggio. Un altro importante problemache dovrà essere risolto sarà quello del ri-ciclaggio dell’aria e delle scorte d’acqua.

Quando tutti questi problemi avrannotrovato una soluzione, la Cina

sarà pronta al lancio della suastazione spaziale, grazie alrazzo CZ-5, dalla stazione dilancio della provincia di Hai-nan, nella Cina Meridionale.

La Cina ha anche in men-te un ambizioso pro-

Il razzo lanciatore GLSV (GeosynchronousSatellite Launch Vehicle), sviluppato dal-l’agenzia spaziale indiana per mandare inorbita i satelliti della costellazione INSATche forniscono servizi di comunicazione etrasmissione televisiva in tutta l'India.

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l ’ASTROFILOnumero 20 - luglio 2010

gramma di esplorazione di Marte. Era in-fatti inizialmente previsto entro il 2009 illancio dell’orbiter Yinghuo-1, ma un ri-tardo della missione russa Phobos-Grunt(che, secondo un accordo tra l’agenziaspaziale cinese e quella russa, porterà su-bito dopo l’inserimento in orbita marzianaanche la sonda Yinghuo-1) ha fatto slit-tare il rinvio della partenza sino alla pros-sima finestra di lancio, prevista tra la finedel 2011 e l’inizio del 2012.I progetti futuri prevedono l’esplorazionedella superficie marziana per mezzo dirover e possibili missioni umane nel lon-tano futuro. La sonda Yinghuo-1 sarà un

test importante per valutare le capacità diesplorazione dello spazio profondo del-l’agenzia spaziale cinese. Nel corso dei 2anni della missione, la sonda Yinghuo-1non avrà capacità di modifica della propriaorbita. Per la realizzazione della sonda,l’agenzia spaziale cinese deve affrontaredelle sfide importati, come il controllo el’osservazione remota, il controllo auto-matico e quello termico.Anche l’India è impegnata nello spazio, in-fatti il governo di New Delhi sostiene convigore la politica aerospaziale, nella con-vinzione che lo sviluppo scientifico e tec-nologico possa trainare l’intera nazione

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La Virgin Ga-lactic è unacompagnia

creata dal ma-gnate Richard

Branson perrealizzare

un'offerta divoli spaziali

suborbitali peril mercato

commerciale.Il progetto in-tende offrire500 posti al-

l'anno al costodi 200000

dollari l'uno,per raggiun-

gere quotesuperiori ai

100 km e peroffrire sei mi-

nuti di as-senza di

peso.

articoli

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articoli

verso la crescita economica. Nonostantel’obiettivo sia ancora per molti aspetti lon-tano, con 450 milioni di cittadini che vivonosotto la soglia di povertà, in campo spa-ziale definire l’India un paese “emergente”comincia ad essere riduttivo. È una vera epropria potenza in grado di contendere lescene alla NASA, all’ESA e all’agenzia spa-ziale russa Roscosmos. Dal novembre2008, con il lancio della missione lunareChandrayaan-1, si è unita al trio di “big”diventando la quarta nazione a toccare il

suolo della Luna, battendo così sul tempola concorrenza di Cina e Giappone.L’India vanta anche il primato per numerodi satelliti ambientali in orbita ed è il Paeseasiatico con il maggior numero di satellitiper telecomunicazioni. Gli sforzi maggiorisono concentrati su due grandi sistemi sa-tellitari, INSAT, composto da nove satellitiin orbita per telecomunicazioni, trasmis-sione di servizi educativi e meteorologici,e IRS, sistema di telerilevamento per la

gestione delle risorse naturali con cinquesatelliti in orbita. Inoltre l’India si sta at-trezzando per avere un proprio sistemanazionale di navigazione satellitare con 7satelliti.L’India può anche vantare un’autonomacapacità di realizzazione di satelliti scien-tifici e di esplorazione. Infine, è diventatauna potenza anche sul fronte dei lancia-tori: possiede razzi vettori, PSLV e GSLV,molto efficienti e affidabili, capaci di sfi-dare il mercato internazionale del tra-

sporto in orbita di satelliti, in particolareper le telecomunicazioni. L’India ha purepianificato per il 2012 l’invio di una se-conda navicella sulla Luna, la sonda Chan-drayaan-2, e il lancio di satelliti per stu-diare Marte e Venere. Intanto i tecnicidell’agenzia spaziale indiana stanno lavo-rando al primo prototipo della capsula SREdestinata a portare nel cosmo il primoastronauta indiano, forse già nel 2013, ealla realizzazione di un potente razzo

La compagniadi Bransonprevede l’uti-lizzo di un'ae-ronave chia-mata Space-ShipTwo, unospazioplanosub-orbitalesperimentaledotato di unmotore arazzo ibridosviluppatodalla ScaledComposites,la compagniaaeronautica diBurt Rutan.Questo veli-volo, destinatoad essereusato comevettore per ilturismo spa-ziale, è attual-mente in fasedi test di volo.

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articoli

(GSLV-Mk3) per il lancio di grandi carichi.Anche il rivale storico degli USA è molto at-tivo nella ricerca spaziale, la Russia infattista investendo enormi risorse sulla stazionespaziale internazionale, e dalla fine del2010, con il pensionamento dello Shuttle,sarà la sola agenzia spaziale in grado dimandare uomini sulla ISS.

Per il prossimo futuro la Roscosmos ha inprogramma lo sviluppo di una navicella chesostituirà la Soyuz, il Kliper. Si tratta di unprogetto che, a causa della mancanza difondi della RKK Energia, è diventato inter-nazionale e sono già coinvolte nella sua co-struzione l’ESA, che contribuirà con mate-riali avanzati, avionica e sistemi di pilotag-

Lo SpaceShipTwoè un'evoluzionedella SpaceShi-pOne che il Il 21giugno 2004 hacompiuto il primovolo spaziale svi-luppato con solifondi privati. Il 4 ot-tobre dello stessoanno ha vinto ilpremio Ansari Xda dieci milioni didollari, per averraggiunto l'altitu-dine di 100 km duevolte in un periododi due settimanecon a bordo l'equi-valente di tre per-sone e con non piùdel 10% di peso(che non fossecarburante) dellanavicella sostituitotra i due voli.

Branson (classe 1950) èun imprenditore britan-

nico, fondatore della Vir-gin Records. È immerso in

molte avventure con laVirgin, tra cui compagnie

aeree, carte di credito, as-sicurazioni pensionistiche,

autonoleggi e altro an-cora, mostrando una

grande versatilità. La Vir-gin Galactic è la sua ul-

tima avventura. Qui lovediamo festeggiare con

l’anziana madre.

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numero 20 - luglio 2010ASTROFILOl ’

gio, e la JAXA che fornirà l’elettronica dibordo. Questo veicolo è figlio della ricercaspaziale che, durante il periodo della guerrafredda, aveva dato alla luce il Buran, e gra-zie alle conoscenze delle tre agenzie spa-ziali ha permesso una contrazione dei costidi progettazione.Inizialmente il Kliper avrebbe dovuto es-sere un lifting-body “puro”, cioè un veicoloprivo di ali, capace di creare una portanza

tramite la forma dellafusoliera; ma prestosono state aggiuntedelle superfici alariche, in un primo mo-

mento, sarebbero do-vute rimanere aperteper tutta la durata delvolo, mentre l’ultima mo-difica ne prevede l’aper-tura solo durante le fasifinali dell’avvicinamento. Ilparacadute a fungo, se-condo le ultime modifiche,verrà utilizzato solo in casodi emergenza, mentre l’at-terraggio sarà effettuato,come per lo Space Shuttlee il Buran, su pista con ilcarrello. Queste modifichehanno fatto passare il carico

Il decollo del vettore Indiano PolarSatellite Launch Vehicle (PSLV-C12)dalla base di lancio Satish DhawanSpace Centre, Sriharikota, India.

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numero 20 - luglio 2010

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ASTROFILOl ’

trasportabile da 700 kg (esclusi gli astro-nauti) a 500 kg, mentre il numero di per-sone trasportabili rimane fisso a 6.Il Kliper ha molte caratteristiche in co-mune con la navetta Buran, ma per moltiaspetti è simile anche alla Soyuz, infatti alKliper verrà collegato un modulo di servi-zio che, così come nella Soyuz, servirà adagganciare la navetta agli altri veicoli ealla stazione spaziale internazionale; ilmodulo sarà poi sganciato prima di effet-tuare il rientro in atmosfera affinché si di-strugga. Un’altra somiglianza con la Soyuz è ilmodo in cui viene lanciato il veicolo, infattinon sarà agganciato al dorso del missile

come avviene per lo SpaceShuttle ma verrà messo allasommità del razzo. Il pro-getto Kliper ha già subito unnotevole ritardo: la data delprimo lancio, che in un primotempo era previsto tra il2010 e il 2011, è passata al2012, mentre la piena ope-ratività verrà raggiunta solonel 2015. I russi prevedonoinoltre delle missioni robotiz-zate sulle lune di Marte e unaumento dei satelliti di ri-cerca orbitanti la Terra.La ricerca spaziale dunque,anche se ha di recente vistoun parziale ridimensiona-mento del ruolo degli StatiUniti, i protagonisti indiscussidello spazio, sta entrando inuna nuova era, fatta di Paesi

emergenti che, passo dopo passo, stannoassumendo un ruolo da protagonisti.

Un ringraziamento a Spacemag per aver fornito

questo articolo.

Andrea Drudi si è laureato in Scienzedella Comunicazione nel 2006 alla “Sapien-za”, nel 2007 ha partecipato a un master inGiornalismo presso il CTS. Dal 2007 ha ini-ziato l’attività giornalistica collaborando condiverse testate, fino ad arrivare nel 2009all’Editoriale Trasporti, dove attualmente sioccupa del coordinamento di redazione diSpacemag, la rivista realizzata in collabora-zione con l'Agenzia Spaziale Italiana e dedi-cata all’esplorazione spaziale.

Il test statico di accen-sione del core stage L110del veicolo di lancio in-diano “GeosynchronousSatellite Launch Vehicle”(GSLV) Mk III, attualmentein fase di sviluppo. Sitratta di un vettore adibitoal lancio in GTO (Geo-syn-chronous Transfer Orbit)dei satelliti con massa paria quattro tonnellate.

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ASTROFILOl ’ numero 20 - luglio 2010

di Tiziano Olivetti

Ottimo seeing, ottima tec-nica, ottimi accessori e ot-timo astrofotografo a nullaservono se lo strumento uti-lizzato non è stato apposita-mente pensato, progettato erealizzato per raggiungereun ottimo risultato.

articoli

Sono appassionato di astronomia dasempre e ho iniziato a fare riprese in

alta risoluzione nel 2004, dopo essermitrasferito a Bangkok per lavoro nel 2002.Inizialmente usavo un Vixen Visac da 200mm, poi sono passato ad un Intes MicroAlter 715, di ottima qualità ma un pocolimitato nel diametro. Infine ho autoco-struito un Newton da 275 mm f/5 con ot-tiche Giacometti. Lo strumento mi hadato grandi soddisfazioni, ma, come sidice, l’appetito vien mangiando.

Astrofotomozzafiato,ecco il segreto

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numero 20 - luglio 2010 ASTROFILOl ’

Astrofotomozzafiato,ecco il segreto

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numero 20 - luglio 2010

articoli

ASTROFILOl ’

mente la sfida di realizzare qualcosa diunico che non aveva mai fatto prima.Lo specchio primario è in pyrex ricottoCorning, successivamente molato perrenderlo leggermente conico. Il seconda-rio è in vetro Zerodur della ditta Schott.Dopo aver fatto i disegni in scala 1:1 della

parte meccanica mi apparve subito chiaroche si sarebbe trattato di un lavoro moltodifficile, al di là delle mie modeste capa-cità meccaniche.Fortunatamente, grazie all’amico VittorioAmadori, conoscevo Mario Tonincelli, ilcreatore dell’eccellente mezzo metroospitato presso l’Osservatorio di CimaRest (Magasa, BS), un grande uomo an-cor prima che un grande astrofilo.Chiesi dunque il suo consiglio e aiuto perla costruzione dei pezzi più difficili. Mariovenne catturato dal progetto e si offrì diaiutarmi nella costruzione, che si sarebbepoi rivelata molto più impegnativa diquanto inizialmente immaginavo.Quella che segue è la storia fotograficadella realizzazione dello strumento uscitodalle abili mani di Mario Tonincelli.

Lo specchio secondario

Considerando il grande fattore di amplifi-cazione del secondario, è molto impor-tante che questo sia sostenuto in manierastabile e facilmente collimabile.Per la collimazione il metodo miglioresono 4 viti (non 3), che permettono di rag-giungere facilmente la centratura.Nelle foto che seguono C 4-5 vedete ilsupporto del secondario lavorato al tor-

Dopo aver ospitato per una settimanaPaolo Lazzarotti e il suo Gladio da 315mm C 1 -2 mi è balenata l’idea di co-struire uno strumento simile ma di di-mensioni maggiori.

Considerando l’ingombro, ho scartato su-bito l’intubazione monorail come il Gladio,e per rimanere nel peso massimo gesti-bile dalla mia montatura ho pensato aduna struttura a traliccio in alluminio tipoSerrurier.

Lo schema ottico

A seguire vedete lo schema ottico trac-ciato con Atmos. C 3

Si tratta di un Dall-Kirkham da 410 mm,con primario a f/4 e 10 m di focale (!).Lo scopo è di porre la camera di ripresaLumenera LU075M direttamente al fuocodello strumento, senza interporre alcunsistema di amplificazione. Solo due spec-chi e nient’altro.Nell’estate del 2006 ne parlai con Fau-sto Giacometti, che accettò entusiastica-

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nio. Notate la scala millimetrata che per-mette un preciso posizionamento dellospecchio e le due ghiere di fissaggio conla brugola che garantiscono un bloccaggioinamovibile. Infine, qui sottoC 6-7 vedete il supportodel secondario montato sullo spider.Dopo la cella del secondario abbiamo stu-diato quale fosse il modo migliore per so-stenere il primario, in maniera che fosseregolabile ma anche bloccabile per nonperdere la collimazione. La soluzione nonè banale visto il peso dello specchio: es-sendo quest’ultimo leggermente conico,andava sostenuto dal centro.

Abbiamo dunque pensato a un sostegnoa 4 razze tangenti simili a quelle del se-condario ma di spessore ben maggiore.In questo modo la rigidità è garantita dalfatto che lavorano di taglio e hanno unospessore di ben 8 mm. C 8-9

Come si può notare, il cannotto centraleè ricavato da un blocco unico di alluminiolavorato accuratamente al tornio e fre-sato. Il tutto è stato poi fissato a dueanelli d’alluminio uguali a quelli che so-stengono il secondario. C 10-11

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Lo specchio appoggia su una piastra ret-tificata e viene bloccato da una ghiera ca-ricata tramite delle molle. La fotose-quenza C 12-17 spiega il funzionamento;il disco in teflon “simula” lo specchio nellaparte centrale. In questo modo il primariorisulterà bloccato al centro con una pres-sione regolabile. Per il centraggio assiale sono stati inseriti6 grani di alluminio regolabili da sotto tra-mite viti svasate a cono, in questo modo

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dopo la centratura lo specchio risultabloccato anche assialmente e non potràscivolare nemmeno quando messo inorizzontale. C 18

“Lo spiedo”

Adesso viene il bello. La distanza primariosecondario è fissata da progetto e il va-lore effettivo mi è stato comunicato daFausto Giacometti dopo aver terminato leottiche. Ora, il problema è: come mon-tare e fissare le aste che costituiscono ilSerrurier in modo da garantire una per-fetta assialità di tutti i componenti? La so-luzione viene dalle proprietà dei solidi inrotazione. Immaginate di far ruotare lastruttura intorno all’asse ottico per fissaregli elementi con precisione. Da questaidea è nato ciò che abbiamo battezzato“lo spiedo”. C 19-20

Lo spiedo permette di centrare gli anelliin maniera perfetta, e facendo ruotare iltutto si evidenziano spostamenti vera-

mente minimi. Alla fine la struttura, lungacirca 150 cm, è risultata in asse con unatolleranza inferiore ad 1/10 mm!E tutto questo senza sofisticate macchineindustriali, ma “soltanto” con l’ingegno el’abilità manuale di Mario.Ed ecco qui di seguito una sequenza diimmagini che illustra sommariamentecome è stato eseguito l’assemblaggio deiprincipali componenti alla struttura deltelescopio, utilizzando per l’appunto il co-siddetto spiedo. C 21-26

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Alla fine la struttura completa è statatolta dallo spiedo e pesata in una caldasera di agosto. C 27-28

Come potete vedere, la struttura pesasoltanto 13 kg, nonostante la rigidezza, enotate la nonchalance con la quale sol-levo il traliccio!Dopo il traliccio è la volta di attaccare lapiastra inferiore alla slitta Losmandy peril collegamento con la montatura. Qui sor-ge l’imbarazzante quesito: dove si tro-verà il baricentro? Facendo alcuni calcolie simulazioni abbiamo stimato che si tro-verà a circa 2/3 della distanza fra il cer-chio del primario e l’anello centrale.Mario riesce dunque a trovare una piastradi alluminio di dimensioni adeguate, mac’è un problema: la piastra non è pianama incurvata a barchetta.Soluzione: costruire un “torchio” per rad-drizzarla! C 29-30

Piastra raddrizzata! Ed ecco il risultatocon attaccata la barra Losmandy, il tuttoopportunamente forato per ridurre il pesofinale dello strumento. C 31

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Da notare il numero di viti usate per fis-sare il tutto! Questo è molto importantein quanto il peso di tutta la strutturaandrà a gravare sull’attacco della monta-tura, amplificato dalla leva generata daltraliccio. Da notare anche come la strut-tura Serrurier permetta di ottenere unagrande rigidezza sfruttando le propritàdei triangoli. Infatti le forze vengono sca-ricate in maniera assiale lungo le aste at-

traverso i punti di attacco, che quindi di-ventano molto importanti. Le aste di al-luminio hanno uno spessore di 1 mm;nelle parti terminali sono riempite con deiparallelepipedi di alluminio pieno lavoratial tornio con una leggera conicità e inca-strati a martellate.Come vedete bene dalle immagini, lospecchio sarebbe a questo punto rimastoesposto agli elementi, quindi bisognavarisolvere il problema di come proteggerloquando il telescopio non sarebbe stato inuso. Scartate soluzioni antiestetiche tipocoperchio togli-e-metti, Mario escogita unmodo per “inscatolare” il primario.Le foto seguenti rendono bene le variefasi del procedimento. C 32-33

La parte laterale è fatta in 2 pezzi, rica-vati da una lastra, tagliati a mano col se-

ghetto e incurvati per portarli alla misuravoluta. Sottolineo come tutto il lavoro siamanuale, eseguito a regola d’arte dal no-stro SuperMario. La precisione dei tagli edegli accoppiamenti fa pensare a lavora-zioni eseguite con macchine sofisticate, e

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La foto qui sopra mostra il particolare delpassaggio dello spider di sostegno del pri-mario racchiuso in modo tale da impedirealla polvere di entrare.

La collimazione

Così come la potenza è nulla senza il con-trollo, uno strumento del genere sareb-be inutilizzabile senza una collimazioneestremamente accurata. Il primo obiet-tivo è di fare in modo che gli assi ottico e

invece non è cosi, solo strumenti “antichi”e due abili mani. C 34-35

Ecco qui sopra come si presentano i co-perchi che chiudono lo specchio: le aste,i perni di sostegno sono “ovviamente”tutti tagliati, piegati, sagomati, limati ri-gorosamente a mano. C 36-37

Nelle foto vedete il passaggio dal grezzoal lavoro finito. “Il diavolo è nei dettagli”:guardate il sistema di bloccaggio dei co-perchi aperti, con tanto di molla internanascosta nel tubo. C 38-39

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meccanico coincidano, per evitare che ilmovimento della messa a fuoco vari lacollimazione. La procedura completa èpiuttosto complessa da descrivere, manon molto lunga da eseguire. In partico-lare, la collimazione meccanica va ese-guita solo una volta nella vita. Perregolare gli specchi Mario ha costruito uncollimatore che proietta un fascio circo-lare. Abbiamo visto che in questo modosi arriva molto vicino alla collimazione,che va comunque perfezionata su unastella, regolando poi solo il secondario. Atal fine abbiamo speso una sera osser-vando la figura di diffrazione ad oltre2000×, valutando individualmente e inmaniera indipendente (eravamo in tre) lospostamento. Ci siamo fermati quandotutti e tre eravamo incapaci di vedere al-cuna asimmetricità nel disco di Airy de-formato dal seeing.Questa descrizione rende solo in partel’idea dell’immenso lavoro che c’è dietroquesto grande strumento. Soltanto l’in-gegno e l’abilità di Mario hanno permessodi portare a termine una tale opera. Sono stato fortunato (e anche un po’abile) nell’aver unito il meglio di duemondi: l’ottica Giacometti con la mecca-

nica Tonincelli per raggiungere il Nirvanadell’alta risoluzione. Ecco in questa pa-gina alcune foto del telescopio collocatonell’osservatorio di Soiano del Lago, checondivido con Vittorio Amadori. C 40-42

Mirabilia del cielo

Dulcis in fundo, ecco nelle tre pagine con-clusive una breve selezione di alcune frale migliori immagini realizzate con il tele-scopio finora descritto, che vanno ad ag-giungersi all’immagine capolavoro utiliz-zata per l’apertura di questo articolo: unmosaico di 4 immagini della zona di Cla-vius, ottenute nella magica notte del 24aprile scorso, quando “San Seeing” ci habaciato sulla fronte! (30 frames per se-condo con camera Lumenera LU075M piùfiltro rosso; 500 su 2000 frames allineaticon Avistack e successivamente proces-sati con Iris e Photoshop.)

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Giove con Ganimedeed Europa, ripreso il19 agosto del 2009.Tricromia RGB, ca-mera LumeneraLU075M e filtri di-croici. Quell’agosto ci fu-rono condizioni par-ticolarmentefavorevoli, grazieall’alta pressione chesi era insediata sta-bilmente sul norddell’Italia. Nei dischetti dei duesatelliti si distin-guono agevolmentevariazioni di albedo.

Saturno ripreso il 24 aprile del 2010. Nell’immagine IR si intravedono i satelliti Tethis eDione, che hanno appena iniziato il transito sul globo. Saturno si presenta con gli anellimolto stretti, il che agevola la visione delle deboli bande atmosferiche. L’apertura gene-rosa permette di avere abbastanza segnale per staccare i particolari molto elusivi. Que-sto è anche il periodo favorevole per l’osservazione dei transiti sul globo di satelliti erelative ombre: le dimensioni angolari dei primi sono di 0.17/0.18” d’arco.

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Ripresa di Marte dell’1 marzo scorso,con in bella evidenza Solis Lacus. La lenta rotazione del pianeta con-sente di riprendere 3 minuti per ca-nale, raccogliendo quindi moltissimiframes. Per questa immagine l’au-tore ha usato ben 3000 su 7700 fra-mes per ogni filtro.

Ancora Marte ri-preso il 12 marzoscorso. La zona èquella della Syr-tis Major. Questa

opposizione èstata a noi favo-revole in quantoil pianeta si pre-sentava a oltre

60 gradi d’al-tezza dall’oriz-

zonte, quindisenza il sensibiledeterioramentodovuto al pas-

saggio della luceattraverso gli

strati bassi del-l’atmosfera.

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Questa è una delle più dettagliate ri-prese di Copernico fatte da un telesco-pio amatoriale che si trovino in Rete.Come per il mosaico di Clavius, anchequesta ripresa è stata fatta con il filtrorosso e processata con Avistack, che èdi gran lunga il miglior programma perle riprese lunari. È stata poi ricampio-nata per 2 con Iris.

Tiziano Olivetti, nato nel 1961, sposato,con una figlia. Appassionato di astronomiadall’età di 7 anni, a 15 anni ha autocostruitoil primo telescopio, un Newton di 15 cm. La-vora nell’ambito della Supply Chain per unagrande multinazionale, grazie alla quale haavuto la possibilità di trasferirsi a Bangkokper oltre 5 anni, da dove ha iniziato a ripren-dere i pianeti, favorito dall’altezza dell’eclit-tica e dal buon seeing. Si è quindi specializ-zato in questo ambito, migliorando le tecni-che e gli strumenti di ripresa. Nel 2007 havinto il premio M. Falorni della sezione pia-neti dell’UAI per i lavori fatti a Bangkok, inparticolare relativamente a Giove e Venere.

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l ’ASTROFILO

da una costellazione all’altra

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come spesso accade in estate,le condizioni dei nostri cieli

peggiorano, aumenta l’umidità econ essa la foschia, e di molte co-stellazioni si intuiscono a malapena le stelle più brillanti. anchel’illuminazione d’estate aumenta

a causa delle varie attività turisti-che e di svago, e il tutto si ag-giunge alla brevità delle notti.insomma, vita dura per l’astrofiloin cerca di cieli sufficientementebui, quelli sotto i quali sarannovisibili gran parte degli oggetti

Scorpione, Sagittario, Scudo,coda del Serpente,ofiuco

Scorpione, Sagittario, Scudo,Coda del Serpente e Ofiuco,così come appaiono attraversoil planetario freeware Stellarium.La situazione è quella delletarde serate di fine luglio.

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l ’ASTROFILO

a cura di Fulvio Stucchelli

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che andiamo ora a descriveresommariamente e che sono i tar-get più interessanti delle tardeserate estive di luglio e agosto.cominciamo dal cielo più meri-dionale, dove, sfidando in certicasi anche il chiarore dell’oriz-zonte, andremo a curiosare fra igioielli dello Scorpione e del Sa-gittario, due costellazioni zodia-cali immerse nelle regioni piùricche della Via lattea. riconoscere lo Scorpione è rela-tivamente semplice perché ècomposta di stelle piuttosto bril-lanti disposte in modo da ricor-dare effettivamente la figuradell’aracnide. antares, la stellaalfa, rappresenta la test ed è in-confondibile, così come le stelleacrab e dschubba che rappresen-tano una delle chele. Volendo te-stare la qualità del proprio cieloall’orizzonte si può andare a cer-care la stella ε Scorpii, prolun-gando un arco ricurvo che dallechele passa per la rossa antarese scende verso l’orizzonte. indi-viduarla con certezza è conso-lante. ancora meglio sarebberiuscire a vedere più a sud-est ilpungiglione, Shaula, λ Scorpii.le stelle dello Scorpione sono fi-sicamente legate in un grupponoto come associazione delloScorpione-centauro, del qualefanno parte numerose stelle bril-lanti appartenenti sia allo Scor-pione sia al Sagittario, ma anchea costellazioni più meridionali efuori portata alle nostre latitudini.all’ammasso sono anche asso-ciate alcune nebulosità situatenella regione di antares, unicastella evoluta dell’associazione. distante da noi 520 anni luce, an-

tares è una supergigante rossa ditipo M e luminosità variabile trale magnitudini 0,86 e 1,06 conperiodo irregolare. È in realtà unsistema doppio, non facilissimoda separare dato che la seconda-ria è a soli 2,9” d’arco e ha ma-gnitudine 5,4. il nome antares significa “rivaledi Marte”, con riferimento al suoaspetto rossastro che appuntosembra voler rivaleggiare in cielocon quello del pianeta. antares èuna delle due sole supergigantirosse più brillanti della magnitu-dine 1, l’altra è Betelgeuse.anche β Scorpii, denominatagraffias e acrab, è una stelladoppia, ma assai più facile da se-parare, essendo le due compo-nenti staccate di quasi 14” e lemagnitudini 2,6 e 4,9. un piccolo

telescopio è pertanto sufficienteper mostrare la brillante primariadi colore bianco-azzurro e la se-condaria marcatamente più blu.torniamo ora ad antares e muo-viamoci da questa di 1,25° in di-rezione ovest per rintracciare M4,un luminoso ammasso globulare,uno dei più vicini, la cui distanzaè stimata attorno ai 7000 anniluce. Si mostra di magnitudinevisuale 5,6 ed è ampio ben 26’. Èfacilmente osservabile già con bi-nocoli e piccoli telescopi, ma sot-to cieli molto bui è addirittura pos-sibile scorgerlo ad occhio nudo.nel campo di un piccolo telesco-pio risulta piuttosto esteso e conuna modesta densità stellare.al confine con il Sagittario, sitrova un altro bell’oggetto delloScorpione, l’ammasso aperto M7,

M4, uno dei più vicini fra tutti gliammassi globulari.

[T2KA, KPNO 0.9-m Telescope,NOAO, AURA, NSF]

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da una costellazione all’altra

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molto esteso e luminoso, ha in-fatti magnitudine visuale 3,3 ed èpertanto chiaramente osservabilegià ad occhio nudo, sebbene par-zialmente penalizzato, almenoper gli osservatori del setten-trione, da una modestissima al-tezza sull’orizzonte. con unadeclinazione pari a -34°49’, è in-fatti l’oggetto Messier più meri-dionale e questo rappresenta giàmotivo di curiosità. da segnalareanche M6, detto “Butterfly clu-ster” a causa della distribuzionedelle sue stelle, posto circa 5° anord della coda dell’aracnide. Hamagnitudine 4,2, è ampio 15’

Il campo di M6 è arricchito dallapresenza di una brillante stellarossa. [N.A.Sharp, Mark Hanna,REU program/NOAO/AURA/NSF]

d’arco e sotto cieli favorevoli lo sidistingue agevolmente ad occhionudo come vaga nebulosità. lamigliore visione la si ottiene conmoderati ingrandimenti applicatia telescopi di 150-200 mm di dia-metro.tornando a declinazioni un po’più favorevoli, soffermiamoci sul-l’ammasso globulare M80, postoa metà strada fra antares e a-crab. È ampio circa 9’ e ha ma-gnitudine 7,2 e può quindi essererintracciato con un binocolo dimedia potenza, ma per poterneapprezzare la forma è necessarioalmeno un piccolo telescopio,mentre per risolverlo parzial-mente in stelle bisogna andaresui 150-200 mm di apertura eanche oltre.

M7 è un ammasso aperto facil-mente visibile a occhio nudo ed ègià notevole attraverso un mode-sto binocolo. [N. A. Sharp, REUProgram, AURA, NOAO, NSF]

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da una costellazione all’altra

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NGC/IC TIPO A.R. DEC. COSTEL. ARCMIN. MAG. ELEMENTI DESCRITTIVI ➔

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i4592 nb 16 12.0 -19 28 Sco 150.0 vl, e, inv nu2 Sco

6093 gb 16 17.0 -22 59 Sco 8.9 7.2 !! glob. cl., vB, l, vmbM (var*), rrr, st 14; = M80

i4601 nb 16 20.0 -20 02 Sco 20.0 2 st 8 in el, dif neb, le npsf

6121 gb 16 23.6 -26 32 Sco 26.3 5.9 cl, 8 or 10 B st line, with 5 st, rrr; = M4

i4604 nb 16 25.6 -23 26 oph 60.0 rho oph in el neb

6144 gb 16 27.3 -26 02 Sco 9.3 9.1 cl, cl, mc, gbM, rrr

i4605 nb 16 30.2 -25 06 Sco 30.0 *7 in ef, vl neb

6171 gb 16 32.5 -13 03 oph 10.0 8.1 glob. cl. , l, vri, vmc, r, rrr; = M107

6218 gb 16 47.2 -01 57 oph 14.5 6.6 !! glob. cl., vB, vl, ir, gmbM, rrr, st 10...; = M12

6235 gb 16 53.4 -22 11 oph 5.0 10.2 pB, cl, ir, rrr, st 14...16

6254 gb 16 57.1 -04 06 oph 15.1 6.6 ! glob. cl., B, vl, r, gvmbM, rrr, st10...15;=M10

6266 gb 17 01.2 -30 07 oph 14.1 6.6 ! glob. cl. , vB, l, gmbM, rrr, st 14...16; = M62

i4634 pl 17 01.6 -21 50 oph 0.2 11.0 pn , stellar

6273 gb 17 02.6 -26 16 oph 13.5 7.2 glob. cl. , vB, l, r, vcM, rrr, st 16; = M19

6284 gb 17 04.5 -24 46 oph 5.6 9.0 glob. cl. , B, l, r, cM, rrr, st 16...

6281 c+n 17 04.8 -37 54 Sco 60.0 5.4 cl, l, pri, lc, st 9...11

6287 gb 17 05.2 -22 42 oph 5.1 9.2 glob. cl. , cB, l, r, gmpcM, rrr, st 16

6293 gb 17 10.2 -26 35 oph 7.9 8.2 glob. cl. , vB, l, r, psbM, rrr, st 16

6309 pl 17 14.1 -12 55 oph 1.1 11.0 close dneb, 160deg , both B, eS

6304 gb 17 14.5 -29 28 oph 6.8 8.4 glob. cl. , B, cl, r, lbM, rrr, st 16

6316 gb 17 16.6 -28 08 oph 4.9 9.0 glob. cl. , cB, pS, r, gvmbM, rrr, st 16

6325 gb 17 18.0 -23 46 oph 4.3 10.7 pf, l, r, rr

6333 gb 17 19.2 -18 31 oph 9.3 7.9 glob. cl. , B, l, r, ecM, rrr, st 14; = M9

6334 nb 17 20.5 -35 43 Sco 40.0 cf, vl, ice, vglbf, *8 inv

6342 gb 17 21.2 -19 35 oph 3.0 9.9 cB, pS, le, er

6337 pl 17 22.3 -38 29 Sco 0.8 !!! ring , ef, S, am st

6356 gb 17 23.6 -17 49 oph 7.2 8.4 glob. cl. , vB, cl, vgvmbM, rrr, st 20

6355 gb 17 24.0 -26 21 oph 5.0 9.6 cf, l, r, gbM, rrr

6357 nb 17 24.6 -34 10 Sco 50.0 f, l, e, vglbM, d* inv

6366 gb 17 27.7 -05 05 oph 8.3 10.0 f, l, vlbM

6374 oc 17 32.3 -32 36 Sco 3.0 9.0 cl, S, p, B* inv

6384 gx 17 32.4 +07 04 oph 6.0 10.6 pB, S, vle

6383 c+n 17 34.8 -32 34 Sco 80.0 5.5 cl, st 13, *6-7 in M

6402 gb 17 37.6 -03 15 oph 11.7 7.6 ! glob. cl., B, vl, r, eri, vgmbM, rrr, st15;=M14

6396 oc 17 38.1 -35 00 Sco 3.0 8.5 cl, pl, lri, lc

6401 gb 17 38.6 -23 55 oph 5.6 9.5 pB, pl, r, *12 f inv

6404 oc 17 39.6 -33 15 Sco 5.0 11.0 cl, f, l, pri, lc, st 13...15

6405 oc 17 40.1 -32 13 Sco 15.0 4.2 cl, l, ir, lc, st 7, 10...; = M6

6400 oc 17 40.8 -36 57 Sco 8.0 9.0 cl, pl, pri, ir, st 9...10

6416 oc 17 44.4 -32 21 Sco 18.0 5.7 cl, vl, ri, lc

elementi descrittivi
NGC/IC
Lista delle abbreviazioni per gli oggetti NGC/IC 'arc minutes [minuti d’arco] !remarkable [notevole] !!very remarkable [molto notevole] !!!a magnificent or interesting object [oggetto magnifico o interessante] "arc seconds [secondi d’arco] ()items questioned by Dreyer [elementi messi in discussione da Dreyer] *a star [stella singola] **double star [stella doppia] ***triple star [stella tripla] *10a star of 10th magnitude [stella di decima magnitudine] *7-8star of magnitude 7 or 8 [stella di magnitudine 7 o 8] Ababout [circa] almalmost [quasi] amamong [fra] annulannular or ring nebula [nebulosa ad anello] appappended [attaccato] attattached [adiacente] Bbright [brillante] bbrighter [più brillante] betbetween [in mezzo] bfbrightest towards the following side [molto brillante verso il lato che segue] biNbinuclear [con due nuclei] bnbrightest towards the north side [molto brillante verso il lato nord] bpbrightest towards the preceding side [molto brillante verso il lato che precede] bsbrightest towards the south side [molto brillante verso il lato sud] Ccompressed [concentrato] cconsiderably [notevolmente] C+N Cluster+Nebula [ammasso con nebulosa] chchevelure [sembianza cometaria] Clcluster [ammasso] cocoarse, coarsely [approssimativo] comcometic (cometary form) [a forma di cometa] compcompanion [compagno] contin contact [a contatto] ddiameter [diametro] Ddouble [doppio] defdefined [definito] difdiffused [diffuso] difficdifficult [difficile] distdistance or distant [distanza o distante] Eextended [esteso] eextremely, excessively [estremamente, eccessivamente] eemost extremely [esageratamente] ereasily resolvable [facilmente risolvibile] excexcentric [eccentrico] Ffaint [tenue, fioco] ffollowing (eastward) [che segue (verso est)] ggradually [gradualmente] GC Globular Cluster [ammasso globulare] globglobular [globulare] grgroup [gruppo] Gx Galaxy [galassia] iirregular [irregolare] iFirregular figure [figura irregolare] invinvolved, involving [intricato, avvolgente] Llarge [ampio] llittle, long [piccolo, lungo] mmagnitude [magnitudine] Mmiddle, or in the middle [medio, nel centro] mmuch [molto] mmmixed magnitudes [magnitudine mista] mn.milky nebulosity [nebulosità lattiginosa] nnorth [nord] NNucleus, or to a Nucleus [nucleo, del nucleo] Nb nebula [nebulosa] nebnebula [nebulosa] nebsnebulous [nebuloso] nebynebulosity [nebulosità] nfnorth following [che segue a nord] npnorth preceding [che precede a nord] nrnear [vicino] nsnorth-south [nord-sud] OC Open Cluster [ammasso aperto] Ppoor (sparse) in stars [stelle sparse] ppreceding (westward) [che precede (verso ovest)] ppretty (before F, B, L, S) [grazioso (prima di F, B, L, S)] pfpreceding-following [precedente-seguente] pgpretty gradually [gradatamente grazioso] planplanetary nebula (same ’as PN) [nebuola planetaria (come PN e Pl)] pmpretty much [molto carino] PNplanetary nebula [nebulosa planetaria] probprobably [probabilmente] pspretty suddenly [improvvisamente carino] rresolvable (mottled, not resolved) [risolvibile (a chiazza, non risolto)] Rround [rotondo] Ririch [ricco] RRexactly round [esattamente rotondo] rrpartially resolved, some stars seen [parzialmente risolto, osservate alcune stelle] rrrwell resolved, clearly consisting of stars [ben risolto, chiaramente composto di stelle] Ssmall in angular size [piccolo in dimensione angolare] ssouth [sud] ssuddenly (abruptly) [improvvisamente] S*small (faint) star [stella debole] scscattered [sparpagliato] sevseveral [numerosi] sfsouth following [che segue a sud] shshaped [di forma] smsmaller [più piccolo] spsouth preceding [che precede a sud] st 9..13stars from the 9th to 13th magnitude [stelle di magnitudine fra la 9a e la 13a] st 9...stars from the 9th magnitude downwards [stelle di magnitudine più brillanti della 9a] ststars [stelle] stellstellar, pointlike [stellare, puntiforme] suspsuspected [sospetto] traptrapezium [trapezio] triangleforms a triangle with [di forma triangolare] triNtri-nuclear [a tre nuclei] vvery [molto] varvariable [variabile] vvvery, very [moltissimo]
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numero 20 - luglio 2010ASTROFILOl ’

Una straordinaria immagine che racchiude M20 (qui a fianco) e M8(sotto). Sono due fra le più belle nebulose diffuse del cielo estivo, facili da osservare, ma un po’ menoda fotografare. [Richard Crisp]

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numero 20 - luglio 2010

da una costellazione all’altra

ASTROFILOl ’

aest dello Scorpione troviamola costellazione del Sagittario,

che nei suoi confini caratterizzatida stelle non particolarmente bril-lanti, offre nondimeno una granquantità di oggetti interessanti,dei quali menzioneremo solo iprincipali, lasciando al lettore l’oc-casione di visitarne altri attra-verso i link e il restante materialeche la nostra rivista e il nostro sitomettono a disposizione. cominciamo il tour da alcunespettacolari nebulose, e in parti-colare da M20, nota anche comenebulosa trifida. il nome derivadalla sua peculiare morfologia:appare infatti divisa in tre lobi daoscuri filamenti di polvere che siproiettano sulla nebulosità dif-fusa. M20 ha sia una componentead emissione sia una a riflessione.le due regioni sono adiacenti macromaticamente ben separate, epertanto in fotografia la nebulosaassume una stupenda colorazionerosa e azzurra. nella componentead emissione si trova un brillanteammasso stellare con lo stessonumero di catalogo della nebulosa(ngc 6514). in visuale è senz’al-tro più facile percepire quest’ul-timo ammasso piuttosto che lanebulosa. Stiamo comunque par-lando di un oggetto già accessibilecol binocolo: un 10x50 o, meglio,un 20x80 consentirà senz’altroun’eccellente osservazione. attra-verso un 114, sia la nebulosa sial’ammasso sono chiaramente evi-denti e luminosi, mentre per per-cepire le bande oscure occorrealmeno un 200 mm. partendo da M20 è sufficientespostarsi di poco più di mezzo

grado in direzione nord-est perinquadrare l’ammasso apertoM21. di magnitudine 6,5 e di-mensione 13’ è caratterizzato dauna notevole concentrazione nellaregione centrale. la presenza distelle giganti di tipo B indica chel’ammasso è relativamente gio-vane. anche questo oggetto è giàmolto interessante con un bino-colo, sebbene dia il meglio di sécon piccoli e medi telescopi.a solo 1° e mezzo in direzione suddi M20 si trova la brillante M8,nota come nebulosa laguna.dista da noi circa 5200 anni lucee al suo interno splendono lestelle dell’ammasso aperto ngc6530. M8 è una nebulosa assai lu-minosa, tanto da essere identifi-cabile facilmente già ad occhionudo. piccoli telescopi mostrano

una nubecola di forma all’incircaellittica, separata in due regionida una fascia di polveri. anchengc 6530 è ben evidente e utiliz-zando un telescopio di 150 mmmostra una trentina di stelle entroun diametro di 10’. rimanendo in zona (siamo nellaparte nord-occidentale della co-stellazione) diamo un’occhiata alnotevole ammasso aperto M23. Èun oggetto piuttosto facile da rin-tracciare in quanto ha magnitu-dine visuale 5,5 e dimensioni dipoco inferiori al mezzo grado.dista da noi circa 2000 anni lucee pertanto le sue dimensioni realisono dell’ordine dei 15 anni luce.finora sono stati confermati 150membri, i più luminosi dei qualihanno magnitudine tra la nona ela decima. nella popolazione del-

M23 è uno dei tanti ammassi aper-ti che appaiono perdersi sullo

sfondo della Via Lattea.[N.A.Sharp, REU program/

NOAO/ AURA/NSF]

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da una costellazione all’altra

ASTROFILOl ’

NGC/IC TIPO A.R. DEC. COSTEL. ARCMIN. MAG. ELEMENTI DESCRITTIVI ➔

6426 gb 17 44.9 +03 00 oph 3.2 11.2 vf, cl, e, vlbM

i4665 oc 17 46.3 +05 43 oph 41.0 4.2 cl, co

6425 oc 17 46.9 -31 32 Sco 8.0 7.2 cl, pS, lri, lc, st 10...12

6440 gb 17 48.9 -20 22 Sgr 5.4 9.7 pB, pl, r, bM

6444 oc 17 49.5 -34 49 Sco 12.0 cl, vl, vri, st 12...13

6441 gb 17 50.2 -37 03 Sco 7.8 7.4 glob. cl. , vB, pl, r, vgmbM, rrr, st 18

6451 oc 17 50.7 -30 13 Sco 8.0 8.0 cl, pl, pri, bifid, st 12...

6453 gb 17 50.9 -34 36 Sco 3.5 9.9 cl, ir, pmbM, r

6469 oc 17 52.9 -22 21 Sgr 12.0 8.0 cl, pri (in Milky Way)

6475 oc 17 53.9 -34 49 Sco 80.0 3.3 cl, vB, pri, lc, st 7...12; = M7

6494 oc 17 56.8 -19 01 Sgr 27.0 5.5 cl, B, vl, pri, lc, st 10...; = M23

6507 oc 17 59.6 -17 24 Sgr 7.0 10.0 cl, pS, lri, lc

6517 gb 18 01.8 -08 58 oph 4.3 10.3 pB, pl, r, rr

6514 c+n 18 02.3 -23 02 Sgr 29.0 6.3 !!! vB, vl, trifid, d* inv; = M20

6526 nb 18 02.6 -23 35 Sgr 40.0 f, l, ce

i4673 pl 18 03.3 -27 06 Sgr 0.3 pn , 13 mag, *13 nf 33"

6520 oc 18 03.4 -27 54 Sgr 6.0 8.0 cl, pS, ri, lc, st 9...13

6522 gb 18 03.6 -30 02 Sgr 5.6 8.6 glob. cl. , B, pl, r, gvmbM, rrr, st 16

6523 nb 18 03.8 -24 23 Sgr 90.0 5.8 !!! vB, el, eif, with l cl; = M8

6535 gb 18 03.8 -00 18 Ser 3.6 10.6 pf, l, diam 1' or 2'

6531 oc 18 04.6 -22 30 Sgr 13.0 5.9 cl, pri, lc, st 9...12; = M21

6528 gb 18 04.8 -30 03 Sgr 3.7 9.5 glob. cl. , pf, cS, r, gbM, rrr, st 16

6530 oc 18 04.8 -24 20 Sgr 15.0 4.6 cl, B, l, pri, f M8

6539 gb 18 04.8 -07 35 Ser 6.9 9.6 no description

6546 oc 18 07.2 -23 20 Sgr 13.0 8.0 cl, vl, vri

6544 gb 18 07.3 -25 00 Sgr 8.9 8.3 cf, pl, ir, r

i4684 nb 18 09.1 -23 25 Sgr 3.0 S neb or neb*

6553 gb 18 09.3 -25 54 Sgr 8.1 8.3 glob. cl. , f, l, le, vglbM, rr, st 20

i4685 nb 18 09.3 -23 59 Sgr 10.0 *7.5 in l, dif neb

i1274 nb 18 09.5 -23 44 Sgr 9.0 3 st 8.5 to 9m in pl neb

6559 nb 18 10.0 -24 06 Sgr 8.0 vf, vl, le, ** inv

i1275 nb 18 10.0 -23 50 Sgr 10.0 2 st 8 & 8.5 in pl neb

6558 gb 18 10.3 -31 46 Sgr 3.7 glob. cl. , pB, pl, r, glbM, rrr, st 16

i1276 gb 18 10.7 -07 12 Ser 7.1 eef, vl, v diffic, d* close p

6572 pl 18 12.1 +06 51 oph 0.1 9.0 pn , vB, vS, r, l hazy

6568 oc 18 12.8 -21 36 Sgr 13.0 9.0 cl, vl, lc

6569 gb 18 13.6 -31 50 Sgr 5.8 8.7 glob. cl. , cB, l, r, rrr, st 15...

6583 oc 18 15.8 -22 08 Sgr 3.0 10.0 cl, pri, pc, ce, st 13...

i4701 nb 18 16.5 -16 44 Sgr 60.0 el, conn with cloud ic 4715

6590 c+n 18 17.0 -19 53 Sgr 4.0 d* in centre of pf, pl, r neby; = 6595

elementi descrittivi
NGC/IC
Lista delle abbreviazioni per gli oggetti NGC/IC 'arc minutes [minuti d’arco] !remarkable [notevole] !!very remarkable [molto notevole] !!!a magnificent or interesting object [oggetto magnifico o interessante] "arc seconds [secondi d’arco] ()items questioned by Dreyer [elementi messi in discussione da Dreyer] *a star [stella singola] **double star [stella doppia] ***triple star [stella tripla] *10a star of 10th magnitude [stella di decima magnitudine] *7-8star of magnitude 7 or 8 [stella di magnitudine 7 o 8] Ababout [circa] almalmost [quasi] amamong [fra] annulannular or ring nebula [nebulosa ad anello] appappended [attaccato] attattached [adiacente] Bbright [brillante] bbrighter [più brillante] betbetween [in mezzo] bfbrightest towards the following side [molto brillante verso il lato che segue] biNbinuclear [con due nuclei] bnbrightest towards the north side [molto brillante verso il lato nord] bpbrightest towards the preceding side [molto brillante verso il lato che precede] bsbrightest towards the south side [molto brillante verso il lato sud] Ccompressed [concentrato] cconsiderably [notevolmente] C+N Cluster+Nebula [ammasso con nebulosa] chchevelure [sembianza cometaria] Clcluster [ammasso] cocoarse, coarsely [approssimativo] comcometic (cometary form) [a forma di cometa] compcompanion [compagno] contin contact [a contatto] ddiameter [diametro] Ddouble [doppio] defdefined [definito] difdiffused [diffuso] difficdifficult [difficile] distdistance or distant [distanza o distante] Eextended [esteso] eextremely, excessively [estremamente, eccessivamente] eemost extremely [esageratamente] ereasily resolvable [facilmente risolvibile] excexcentric [eccentrico] Ffaint [tenue, fioco] ffollowing (eastward) [che segue (verso est)] ggradually [gradualmente] GC Globular Cluster [ammasso globulare] globglobular [globulare] grgroup [gruppo] Gx Galaxy [galassia] iirregular [irregolare] iFirregular figure [figura irregolare] invinvolved, involving [intricato, avvolgente] Llarge [ampio] llittle, long [piccolo, lungo] mmagnitude [magnitudine] Mmiddle, or in the middle [medio, nel centro] mmuch [molto] mmmixed magnitudes [magnitudine mista] mn.milky nebulosity [nebulosità lattiginosa] nnorth [nord] NNucleus, or to a Nucleus [nucleo, del nucleo] Nb nebula [nebulosa] nebnebula [nebulosa] nebsnebulous [nebuloso] nebynebulosity [nebulosità] nfnorth following [che segue a nord] npnorth preceding [che precede a nord] nrnear [vicino] nsnorth-south [nord-sud] OC Open Cluster [ammasso aperto] Ppoor (sparse) in stars [stelle sparse] ppreceding (westward) [che precede (verso ovest)] ppretty (before F, B, L, S) [grazioso (prima di F, B, L, S)] pfpreceding-following [precedente-seguente] pgpretty gradually [gradatamente grazioso] planplanetary nebula (same ’as PN) [nebuola planetaria (come PN e Pl)] pmpretty much [molto carino] PNplanetary nebula [nebulosa planetaria] probprobably [probabilmente] pspretty suddenly [improvvisamente carino] rresolvable (mottled, not resolved) [risolvibile (a chiazza, non risolto)] Rround [rotondo] Ririch [ricco] RRexactly round [esattamente rotondo] rrpartially resolved, some stars seen [parzialmente risolto, osservate alcune stelle] rrrwell resolved, clearly consisting of stars [ben risolto, chiaramente composto di stelle] Ssmall in angular size [piccolo in dimensione angolare] ssouth [sud] ssuddenly (abruptly) [improvvisamente] S*small (faint) star [stella debole] scscattered [sparpagliato] sevseveral [numerosi] sfsouth following [che segue a sud] shshaped [di forma] smsmaller [più piccolo] spsouth preceding [che precede a sud] st 9..13stars from the 9th to 13th magnitude [stelle di magnitudine fra la 9a e la 13a] st 9...stars from the 9th magnitude downwards [stelle di magnitudine più brillanti della 9a] ststars [stelle] stellstellar, pointlike [stellare, puntiforme] suspsuspected [sospetto] traptrapezium [trapezio] triangleforms a triangle with [di forma triangolare] triNtri-nuclear [a tre nuclei] vvery [molto] varvariable [variabile] vvvery, very [moltissimo]
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da una costellazione all’altra

ASTROFILOl ’

l’ammasso si contano anche pa-recchie stelle variabili. M23 è unoggetto accessibile già con unnormale binocolo, e nel campo diun modesto telescopio è un verospettacolo.a dir poco impressionante è in-vece M22, un magnifico ammassoglobulare di magnitudine 5,1 fa-cilmente individuabile nella chio-ma del mitologico arciere metàuomo metà cavallo. M22 è consi-derato uno dei 6 globulari più bellidi tutto il cielo, e in quello borealerivaleggia con M13. noto fin dal-l’antichità, la sua presenza fu an-notata a partire dal 1665 e suc-cessivamente incluso in vari elen-chi e descrizioni. il primo osser-vatore a rendersi conto della suastruttura stellare fu William Her-

schel e oggi si ritiene che con-tenga almeno mezzo milione distelle. imperdibile! il Sagittario offre anche altri am-massi globulari, ovviamente me-no appariscenti ma da non tra-scurare, come ad esempio M69,situato circa 3° a sud-est di δ Sa-gittarii: di magnitudine 7,6 e mo-deste dimensioni (poco più di 7’d’arco), è un ammasso piuttostoconcentrato e brillante, interes-sante da osservare con un tele-scopio di 150-200 mm di diame-tro, anche se con questa classe distrumenti appare appena parzial-mente risolto. a soli 2,5° in direzione est da M69si trova un altro ammasso globu-lare del catalogo Messier, ossiaM70, con caratteristiche molto si-

mili al precedente. distante circa35000 anni luce, ha un nucleomolto denso, piuttosto difficile darisolvere in stelle, complice anchela scarsa altezza sull’orizzonte.infine, a circa 3° in direzionenord-est troviamo M54, di magni-tudine 7,6 e particolarmente di-stante, circa 70000 anni luce,tanto da essere il più lontano fraquelli scoperti da Messier. nono-stante la distanza quasi doppia ri-spetto ai compagni, appare piùesteso e concentrato, con unalone diffuso piuttosto uniforme e

Il magnifico ammasso globulareM22, sicuramente uno dei più belli di tutto il cielo. [Misti Mountain Observatory]

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da una costellazione all’altra

ASTROFILOl ’

un brillante nucleo del diametro dicirca un primo d’arco. per poteriniziare a risolverlo in stelle ser-vono strumenti di almeno 250mm di diametro. dopo questa “scorpacciata” digrandi nebulose e ammassi stel-lari, spostiamoci nella regionenord-orientale del Sagittario perincontrare una nebulosa planeta-ria e una galassia. la prima èngc 6818, di magnitudine visuale9,3 ed estensione media di 17”.nota anche con l’appellativo di“piccola gemma”, questa planeta-ria si presenta come una bolla digas di forma leggermente ellissoi-dale, con una regione centrale piùscura, dove è presente una stelladi magnitudine 15. data la lumi-nosità e le dimensioni angolaridell’oggetto, è consigliabile osser-varlo con un telescopio di almeno150-200 mm di apertura.a sud-sud-est di ngc 6818 tro-viamo ngc 6822, una galassia ir-regolare facente parte del gruppo

locale e distante 2,2 milioni dianni luce. È anche chiamata “ga-lassia di Barnard” dal nome del-l’astronomo che la scoprì nel 1884con un rifrattore di 150 mm didiametro. Benché sia di magnitu-dine 9, in visuale è un oggettopiuttosto difficile e servono condi-zioni di cielo molto favorevoli perscorgerla con strumenti di mediaapertura.

esattamente a nord delle stelleprincipali che delineano la fi-

gura del Sagittario incontriamo lapiccola costellazione dello Scudo.passa quasi inosservata, perchépriva di stelle particolarmentebrillanti, tanto che solo la alfa èpiù luminosa della magnitudine 4.nondimeno, in una notte tersa ebuia, è sufficiente alzare lo sguar-do in quella direzione per distin-guere chiaramente lo Scudo. lì laVia lattea presenta campi stella-ri particolarmente ricchi e lumino-si, separati a nord-ovest dall’o-

scura great rift (grande Spacca-tura). l’unica stella che può risul-tare interessante per l’astrofilo èprobabilmente δ Scuti, un si-stema binario composto da unaprimaria di colore blu con magni-tudine 4,2 e da una secondaria dicolore giallo pallido con magnitu-dine 9,2, separate di 52,6”. δScuti è anche una nota variabile,essendo prototipo di una classe distelle dal breve periodo e dallamodesta variazione. nella fatti-specie la differenza in luminositàè troppo lieve per essere apprez-zata visualmente.Ma veniamo a quello che è l’og-getto celeste che da solo rende loScudo degno di essere preso inconsiderazione, M11, uno stu-pendo ammasso aperto situato1,8° a sud-est di β Scuti. di ma-gnitudine 5,8 e diametro 14’, èuno dei più spettacolari ammassiosservabili in questo periodo.dista da noi circa 6200 anni lucee possiede una magnitudine as-

Un ricco campostellare della ViaLattea compresofra le costella-zioni delloScudo e del-l’Aquila. Al centro dell’im-magine, sottouna regioneoscura, spiccal’ammassoaperto M11, no-tevole oggettoche per la suaforma particolar-mente concen-trata sembraquasi un globu-lare. La stellapiù brillante sullasinistra è la lam-bda dell’Aquila[Koen van Gorp]

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da una costellazione all’altra

ASTROFILOl ’

soluta piuttosto alta, pari a ben- 6,9. la sua densità stellare nellaregione centrale è tale da farloapparire più simile ad un am-masso globulare che non ad unammasso aperto. Sebbene nonaltissimo sull’orizzonte, è davverofacile individuarlo anche con unmodesto binocolo e in telescopi di100-150 diviene spettacolare.nello Scudo c’è anche un altroammasso globulare incluso nelcatalogo di Messier, M26, che ap-pare assai meno spettacolare diM11, di magnitudine 8 e ampio15’. Si trova in una regione moltoricca della Via lattea, pertantoparzialmente si confonde con lestelle di sfondo. È già individua-bile con un binocolo, ma occorrealmeno un 20x80 per poterlo ap-prezzare; l’ideale è utilizzare unpiccolo telescopio.a ovest-nord-ovest di M26, neipressi di α Scuti, possiamo indivi-duare un ammasso aperto, ngc6664, ampio 16’ e di magnitudine7,8. dalla parte opposta, semprerispetto a M26, c’è invece l’am-masso globulare ngc 6712, dimagnitudine visuale 8,2 e diame-tro 7,4’. con un 200 mm è possi-bile apprezzarne il nucleo, cheappare luminoso e concentrato, eun alone non risolto di circa 3’. a meno di mezzo grado in dire-zione est-sud-est di ngc 6712troviamo infine ic 1295, una ne-bulosa planetaria di diametro in-feriore al primo d’arco, con unastella centrale di quindicesimamagnitudine.

l asciamo ora lo Scudo e portia-moci di poco ad ovest, nel-

l’adiacente coda del Serpente,un’altra costellazione che nonspicca certo per la luminositàdelle sue stelle, tanto che la piùbrillante, η Serpentis, ha magni-tudine 3,3. nello scorso numerodi maggio avevamo parlato della

testa del Serpente, l’altra metà diquesta costellazione che apparedivisa in due parti dalla figuradell’ofiuco, che vedremo fra poco.ora vediamo invece la coda delSerpente, che sarebbe da igno-rare quasi del tutto se non conte-nesse M16, la bellissima nebulosaaquila, che è associata a un am-masso aperto (il complesso è notoanche con la sigla ic 4703). Situato a circa 7000 anni luce didistanza, il giovane e popolosoammasso aperto ha magnitudinevisuale 6,4 e dimensione appa-rente di circa 20’. in esso si con-tano una cinquantina di stelle diottava magnitudine e molte altrepiù deboli che, all’osservazionetelescopica, si fondono e confon-dono nella luminosa strutturadella nebulosa. Questa è infatti“accesa” proprio dall’intensa ra-diazione uV delle brillanti stelle ditipo o che popolano l’ammasso. il nome aquila dato alla nebulosaè particolarmente appropriato pervia della sua forma irregolare chericorda proprio un’aquila in volo.l’ammasso e la nebulosa sono fa-cilmente osservabili già con un bi-nocolo se il cielo è sufficientemen-

te scuro. poco più di 1° a sud-sud-ovest di M16 è facile rintrac-ciare ngc 6605, un ammassoaperto di sesta magnitudine,mentre a quasi 2° in direzionenord c’è il 6604, altro ammassoassociato a nebulosità, di magni-tudine 6,5. per terminare, esatta-mente al centro delle propagginipiù settentrionali della coda delSerpente incontriamo ic 4756,ennesimo ammasso aperto, sta-volta di magnitudine 5.

e veniamo ora all’ultima costel-lazione, anch’essa poco vi-

stosa, che proponiamo per lecalde serate di luglio e agosto,l’ofiuco, situata subito ad ovestdella coda del Serpente ed esat-tamente a nord dello Scorpione,non lontano dal piano galattico,

M16 è meglio nota col nome diNebulosa Aquila, dovuto alla suaforma, che in talune immagini ri-corda quella di un’aquila in volo.Nel suo cuore sono presenti i ce-lebri “pilastri della creazione” ri-presi in dettaglio dal telescopiospaziale Hubble. [Nick Black]

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da una costellazione all’altra

ASTROFILOl ’

NGC/IC TIPO A.R. DEC. COSTEL. ARCMIN. MAG. ELEMENTI DESCRITTIVI ➔

6595 oc 18 17.0 -19 53 Sgr 11.0 7.0 f, pl, ce, ** inv; = ic 4700

6605 oc 18 17.1 -14 58 Ser 6.0 cl, lri, lc, st 10...12

i1284 nb 18 17.7 -19 40 Sgr 10.0 *7.6 in neb, 15' diam

6604 c+n 18 18.1 -12 14 Ser 60.0 6.5 cl, lri, lc

6603 oc 18 18.4 -18 25 Sgr 5.0 11.0 !, cl, vri, vmc, r, st 15 (Milky Way)

6611 c+n 18 18.8 -13 47 Ser 35.0 6.0 cl, at least 100 st l & S; = M16

6613 oc 18 19.9 -17 08 Sgr 9.0 6.9 cl, p, vlc; = M18

6618 c+n 18 20.8 -16 11 Sgr 46.0 6.0 !!!, B, el, eif, 2 hooked; = M17

6625 oc 18 23.2 -12 03 Sct 9.0 cl, lc, lri, st 11...12

6624 gb 18 23.7 -30 22 Sgr 5.9 8.3 glob. cl. , vB, pl, r, rrr, st 16

6626 gb 18 24.5 -24 52 Sgr 11.2 6.9 !, glob. cl., vB, l, r, gecM, rrr, st 14...16;=M28

i4715 c+n 18 26.2 -18 26 Sgr 30.0 eel cloud of st and neb

6633 oc 18 27.7 +06 34 oph 27.0 4.6 cl, lc, st l

6638 gb 18 30.9 -25 30 Sgr 5.0 9.2 glob. cl. , B, S, r, rr

i1287 nb 18 31.3 -10 50 Sct 44.0 *5.5 in l, e neb

6637 gb 18 31.4 -32 21 Sgr 7.1 7.7 glob. cl. , B, l, r, rrr, st 14...16; = M69

6647 oc 18 31.5 -17 21 Sgr 8.0 cl, l, ri, lc, st vS

i4725 oc 18 31.6 -19 15 Sgr 32.0 4.6 cl, pc; = M25

6642 gb 18 31.9 -23 29 Sgr 4.5 8.8 glob. cl. , pB, pl, ir, gpmbM rrr, st 16

6645 oc 18 32.6 -16 54 Sgr 10.0 9.0 cl, pl, vri, pc, st 11...15

6649 oc 18 33.5 -10 24 Sct 6.0 8.9 cl, p, lc, pS, st 9-10, 12...13

6652 gb 18 35.8 -32 59 Sgr 3.5 8.9 B, S, le, rrr, st 15

6656 gb 18 36.4 -23 54 Sgr 24.0 5.1 !!, glob. cl., vB, vl, r, vri, vmc, st 11...15;=M22

6664 oc 18 36.7 -08 13 Sct 16.0 7.8 cl, l, pri, vlc

i4756 oc 18 39.0 +05 27 Ser 52.0 5.0 cl, c

6683 oc 18 42.2 -06 17 Sct 11.0 10.0 cl, vri, vlc (in Milky Way)

6681 gb 18 43.2 -32 18 Sgr 7.8 8.1 glob. cl. , B, pl, r, gbM, st 14...17; = M70

6694 oc 18 45.2 -09 24 Sct 15.0 8.0 cl, cl, pri, pc, st 12...15; = M26

6704 oc 18 50.9 -05 12 Sct 6.0 9.2 cl, B, 60 st 13

6705 oc 18 51.1 -06 16 Sct 14.0 5.8 !, cl, vB, l, ir, ri, *9, st 11...; = M11

6712 gb 18 53.1 -08 42 Sct 7.2 8.2 glob. cl. , pB, vl, irr, vglbM, rrr

6716 oc 18 54.6 -19 53 Sgr 7.0 6.9 cl, pri, st 9...13

6715 gb 18 55.1 -30 29 Sgr 9.1 7.7 glob. cl. , vB, l, r, g, smbM, rrr, st 15; = M54

6717 gb 18 55.1 -22 42 Sgr 3.9 f, S, rr, cl + neb

6723 gb 18 59.6 -36 38 Sgr 11.0 7.3 glob. cl. , vl, vle, vgbM, rrr, st 14...16

6809 gb 19 40.0 -30 58 Sgr 19.0 7.0 glob. cl. , pB, l, r, vri, vgbM, st 12...15; = M55

6818 pl 19 44.0 -14 09 Sgr 0.3 10.0 pn , B, vS, r

6822 gx 19 44.9 -14 48 Sgr 10.2 9.0 vf, vS, e, dif; = ic 4895

i4895 gx 19 45.0 -14 48 Sgr 10.0 8.0 group of neb, 25' diam; = 6822

6864 gb 20 06.1 -21 55 Sgr 6.0 8.6 glob. cl. , B, pl, r, vmbMBn, rr; = M75

elementi descrittivi
NGC/IC
Lista delle abbreviazioni per gli oggetti NGC/IC 'arc minutes [minuti d’arco] !remarkable [notevole] !!very remarkable [molto notevole] !!!a magnificent or interesting object [oggetto magnifico o interessante] "arc seconds [secondi d’arco] ()items questioned by Dreyer [elementi messi in discussione da Dreyer] *a star [stella singola] **double star [stella doppia] ***triple star [stella tripla] *10a star of 10th magnitude [stella di decima magnitudine] *7-8star of magnitude 7 or 8 [stella di magnitudine 7 o 8] Ababout [circa] almalmost [quasi] amamong [fra] annulannular or ring nebula [nebulosa ad anello] appappended [attaccato] attattached [adiacente] Bbright [brillante] bbrighter [più brillante] betbetween [in mezzo] bfbrightest towards the following side [molto brillante verso il lato che segue] biNbinuclear [con due nuclei] bnbrightest towards the north side [molto brillante verso il lato nord] bpbrightest towards the preceding side [molto brillante verso il lato che precede] bsbrightest towards the south side [molto brillante verso il lato sud] Ccompressed [concentrato] cconsiderably [notevolmente] C+N Cluster+Nebula [ammasso con nebulosa] chchevelure [sembianza cometaria] Clcluster [ammasso] cocoarse, coarsely [approssimativo] comcometic (cometary form) [a forma di cometa] compcompanion [compagno] contin contact [a contatto] ddiameter [diametro] Ddouble [doppio] defdefined [definito] difdiffused [diffuso] difficdifficult [difficile] distdistance or distant [distanza o distante] Eextended [esteso] eextremely, excessively [estremamente, eccessivamente] eemost extremely [esageratamente] ereasily resolvable [facilmente risolvibile] excexcentric [eccentrico] Ffaint [tenue, fioco] ffollowing (eastward) [che segue (verso est)] ggradually [gradualmente] GC Globular Cluster [ammasso globulare] globglobular [globulare] grgroup [gruppo] Gx Galaxy [galassia] iirregular [irregolare] iFirregular figure [figura irregolare] invinvolved, involving [intricato, avvolgente] Llarge [ampio] llittle, long [piccolo, lungo] mmagnitude [magnitudine] Mmiddle, or in the middle [medio, nel centro] mmuch [molto] mmmixed magnitudes [magnitudine mista] mn.milky nebulosity [nebulosità lattiginosa] nnorth [nord] NNucleus, or to a Nucleus [nucleo, del nucleo] Nb nebula [nebulosa] nebnebula [nebulosa] nebsnebulous [nebuloso] nebynebulosity [nebulosità] nfnorth following [che segue a nord] npnorth preceding [che precede a nord] nrnear [vicino] nsnorth-south [nord-sud] OC Open Cluster [ammasso aperto] Ppoor (sparse) in stars [stelle sparse] ppreceding (westward) [che precede (verso ovest)] ppretty (before F, B, L, S) [grazioso (prima di F, B, L, S)] pfpreceding-following [precedente-seguente] pgpretty gradually [gradatamente grazioso] planplanetary nebula (same ’as PN) [nebuola planetaria (come PN e Pl)] pmpretty much [molto carino] PNplanetary nebula [nebulosa planetaria] probprobably [probabilmente] pspretty suddenly [improvvisamente carino] rresolvable (mottled, not resolved) [risolvibile (a chiazza, non risolto)] Rround [rotondo] Ririch [ricco] RRexactly round [esattamente rotondo] rrpartially resolved, some stars seen [parzialmente risolto, osservate alcune stelle] rrrwell resolved, clearly consisting of stars [ben risolto, chiaramente composto di stelle] Ssmall in angular size [piccolo in dimensione angolare] ssouth [sud] ssuddenly (abruptly) [improvvisamente] S*small (faint) star [stella debole] scscattered [sparpagliato] sevseveral [numerosi] sfsouth following [che segue a sud] shshaped [di forma] smsmaller [più piccolo] spsouth preceding [che precede a sud] st 9..13stars from the 9th to 13th magnitude [stelle di magnitudine fra la 9a e la 13a] st 9...stars from the 9th magnitude downwards [stelle di magnitudine più brillanti della 9a] ststars [stelle] stellstellar, pointlike [stellare, puntiforme] suspsuspected [sospetto] traptrapezium [trapezio] triangleforms a triangle with [di forma triangolare] triNtri-nuclear [a tre nuclei] vvery [molto] varvariable [variabile] vvvery, very [moltissimo]
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quindi in una plaga celeste cheostacola l’osservazione delle ga-lassie, ma favorisce quella degliammassi globulari, dei qualil’ofiuco è particolarmente ricco.tra i più importanti figura la cop-pia composta da M10 e M12. ilprimo è posto a meno di 1° adovest della stella 30 ophiuchi, è dimagnitudine visuale 6,6, è ampio15’ e dista circa 15000 anni luce.presenta un alone diffuso e circo-lare il cui diametro reale si aggiraattorno a 83 anni luce. il nucleo èluminoso e piuttosto denso conun’estensione di 35 anni luce. a soli 3,4° in direzione nord-ovestsi trova M12, leggermente menoluminoso del vicino ma di dimen-sioni analoghe. con un diametroreale di circa 75 anni luce si pre-senta effettivamente assai similea M10, benché mostri una minoreconcentrazione stellare. i due oggetti rappresentano unabella coppia osservabile già conbinocoli, anche se rendono ap-pieno solo con telescopi di mediaapertura.alle medesime declinazioni, mapiù ad est, troviamo un altro bel-

lissimo globulare dell’ofiuco, M14,poco più debole e più piccolo deiprecedenti, avendo magnitudine7,6 e diametro apparente di circa12’ d’arco. in realtà M14 è un am-masso molto esteso e ricco, ma lasua distanza è circa doppia ri-

spetto a quella diM10. appare un po’schiacciato in dire-zione est-ovest e ri-vela un nucleo pococoncentrato rispettoalla densità mediadell’intero ammas-so. È già ben visibi-le con buoni binoco-

li e piccoli telescopi, ma per risol-verlo almeno parzialmente in stel-le serve un diametro di almeno200-250 mm.portiamoci ora nella parte meri-dionale dell’ofiuco, dove circa 3°a sud-est di Sabik, la stella η, èpossibile individuare altri due am-massi globulari relativamente vi-cini fra loro: M9 e ngc 6356. ilprimo è uno dei globulari più vicinial centro della Via lattea, solo5500 anni luce; ha magnitudineapparente 7,6, un diametro ango-lare di 9,3’ d’arco e un diametroreale di circa 90 anni luce. a causa della sua collocazione, laluce delle sue stelle attraversa re-gioni galattiche piuttosto ricche dipolveri, che ne affievoliscono laluminosità. nondimeno, M9 è giàidentificabile con un buon bino-colo 10x50 sotto cieli bui e tersi,

Un’immagine pro-fessionale di M10,utile a chi vuol tentare confrontiestremi con quantoofferto dalla pro-pria strumenta-zione. [NASA/STScI/WikiSky]

M14 è uno dei numerosissimi am-massi globulari contenuti nella co-stellazione dell’Ofiuco.

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ma per essere osservato con pro-fitto è opportuno utilizzare un te-lescopio di almeno 120-150 mm,che mostrerà un fiocco lattiginosoe vagamente granuloso. per ini-ziare a risolvere questo globularein stelle è necessario uno stru-mento di almeno 200-250 mm didiametro.ngc 6356 è un po’ più difficile,ma ha pur sempre una magnitu-

dine pari a 8,2 e dimensioni an-golari di 7,2’ d’arco, quindi piùche abbordabili. È più debole diM9 anche perché si trova a unadistanza circa doppia. il suo nu-cleo è compatto e abbastanzabrillante mentre l’alone perifericoè piuttosto irregolare. lo si notagià con un telescopio di 150 mmdi diametro, ma è difficile risol-verlo in stelle anche con diametrimaggiori. in zona, a circa 1,5° a sud-est di

M9, c’è anche ngc 6342, altroglobulare, di magnitudine 9,8 edimensioni angolari di 3’ d’arco.presenta un alone irregolare e unnucleo piccolo ma molto brillantee denso. per osservarlo proficua-mente serve un telescopio di al-meno 200 mm di diametro.Scendendo ancor più verso la co-stellazione dello Scorpione, nonpossiamo non soffermarci su M19,

ennesimo globulare, ma questavolta caratterizzato da un eviden-tissimo schiacciamento dell’alone,dovuto probabilmente alla pros-simità col centro galattico, dalquale dista appena 5200 anniluce, ancor meno di M9 e quindipiù soggetto all’interazione gravi-tazionale del nucleo della galas-sia. M19 è un oggetto molto ricco,con un elevato numero di stellenella regione centrale. non lontanissimi da M19 vi sono

diversi altri ammassi globulari allaportata di modesti strumenti, ci-tiamo solo gli ngc 6284, 6287,6293, 6304, 6316 e 6355. proprio a metà strada fra questiultimi due, tra la fine di luglio el’inizio di agosto transita il pianetanano ceres, che sarà di magnitu-dine 7,5 e quindi alla portata diun normale binocolo.l’ultimo globulare che prendiamo

in considerazione (volendo, l’e-lenco sarebbe ancora lunghis-simo) è M62, posto quasi esat-tamente sul confine con lo Scor-pione, al punto che secondo al-cune fonti appartiene proprio aquest’ultimo. È un ammasso molto brillante,avendo magnitudine 6,6 ed èquindi facile da osservare conqualunque strumento. È anchepiuttosto ampio, 14’, ed è moltodenso, oltre che posizionato su unricco sfondo stellare. Messier lotrovò nel 1771, ma l’identifica-zione di M62 come ammasso distelle fu opera di William Her-schel.come M19, anche M62 ha unaforma asimmetrica, accentuatada una non omogenea distribu-zione delle stelle, particolarità chequasi un secolo fa portò Shapleya definirlo “il più irregolare degliammassi globulari”.cambiamo ora soggetto e plagaceleste, portandoci vicino al con-fine con la coda del Serpente, abreve distanza dalla sua stella piùinterna, ν Serpentis. Qui troviamongc 6309, una piccola nebulosaplanetaria di magnitudine visuale

La curiosa forma di M19, un am-masso globulare che, a differenzadi quasi tutti i suoi simili, apparechiaramente schiacciato.[D. Williams, N. A. Sharp, AURA,NOAO, NSF]

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11,5 e dimensioni angolari dell’or-dine dei 16” d’arco. presenta undisco di forma irregolare che puòricordare, in visuale, un piccolorettangolo, e non a caso questooggetto è conosciuto anche colnome di Box nebula. attorno allaregione più luminosa è presenteuna tenue struttura nebulare diforma irregolare. Sotto cieli ottimiè possibile rintracciarla già con untelescopio di 150 mm di diametro,ma conviene andare direttamentesui 200-250 mm, che ancora nonsaranno in grado di mostrare lepropaggini più periferiche, allaportata di grandi strumenti o ri-prese digitali. a chi ama particolarmente questotipo di oggetti celesti, consigliamoanche l’osservazione di ngc6369, una planetaria di magnitu-dine 11,4 e dimensioni angolari dicirca 30” d’arco. È situata nellaparte meridionale dell’ofiuco, inuna zona ricca di campi stellari enebulose oscure, e infatti si trovanei pressi della famosa pipe ne-bula. nota anche col nome di littleghost nebula, mostra un brillanteanello di gas ionizzato eiettatodalla debole stella centrale (ma-gnitudine 15,6). oltre all’anello,con adeguati strumenti si possonoosservare deboli filamenti di gasmolto rarefatto che ne complicanola struttura. ngc 6369 dista circa2000 anni luce, mentre l’anelloprincipale ha un diametro di circaun anno luce. osservare questaplanetaria è una sorta di sfida, acausa del fatto che alle nostre la-titudini medie si trova piuttostobassa sull’orizzonte.per concludere questa lunga car-

rellata sui principali oggetti delprofondo cielo presenti nell’ofiu-co, non possiamo tralasciare nellaregione settentrionale l’ammassoaperto ic 4665, di magnitudine4,2 e ampio ben 41’ d’arco, ècomposto da una trentina di stellebrillanti (anche di magnitudine 6-7) che si confondo con quelle disfondo, dando al tutto una dimen-sione poco definita. lo strumentoideale per osservarlo è senzadubbio il binocolo.Serve invece sicuramente un te-lescopio per osservare ngc 6384,galassia a spirale situata circa 6°a sud da rasalhague (α ophiu-chi). È classificata come Sb, conbracci sottili ma ben visibili e unvoluminoso e brillante core allun-

gato in direzione nord-sud. peridentificarla sono sufficienti aper-ture di 150-200 mm, che sarannosufficienti per intuire la forma al-lungata e la regione centrale piùbrillante e non stellare, mentreper apprezzarne la struttura a spi-rale occorrono diametri decisa-mente maggiori.e terminiamo con una stella unpo’ particolare, la Stella di Bar-nard, una delle più vicine e velocidi tutto il cielo, trovandosi a soli 6anni luce e spostandosi di 10,31”all’anno. Ha magnitudine 9,5 ed èquindi alla portata di modestistrumenti amatoriali, ma bisognasapere dove cercarla, quindi viforniamo la sua posizione attuale:ar 17h58m19s dec +4°43’24”.

materiale di approfondimento

planetari per computer: Stellarium, Cartes du Ciel, Celestia

fenomeni ed effemeridi: uai.it, astronomia.com, astropublishing.com

tutti i cataloghi celesti: strasburg.fr

L’ampio ammasso aperto IC 4665è così facile da riconoscere incielo che nemmeno Messier volleinserirlo nel suo celebre catalogo.[Skinakas Observatory]

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l ’ASTROFILO

astronautica

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Nel maggio scorso, lo Shuttle Atlantis ha effettuatola sua ultima missione operativa denominata STS-132. In quella missione l’equipaggio della navettaamericana ha trasportato e installato un nuovo mo-dulo per la stazione spaziale internazionale, inse-rendo un altro tassello a quel grande “puzzle”garantendo il quasi completamento dell’avampostoorbitale. Il lancio è avvenuto dalla Pad 39A del Ken-nedy Space Center il 14 maggio alle 18:20 GMT, concondizioni meteo eccellenti. L’equipaggio scelto perla missione era costituito da: Kenneth T.Ham (Co-mandante), Dominic A. Antonelli (Pilota) e dai Mis-sion Specialists Stephen G. Bowen, Garrett E.Reisman, Michael T. Good e Piers J. Sellers. Anche in questo caso e, come stabilito per le ultimemissioni, gli equipaggi scelti dalla NASA per il com-pletamento dei voli della navetta sono costituiti tuttida veterani, avendo già compiuto almeno un volonello spazio. Dopo i due consueti giorni di volo,l’Atlantis è giunto presso la ISS, alla quale si è ag-ganciato, al boccaporto del Nodo Harmony, alle 14:28GMT del 16 maggio. Nella stiva era sistemato il modulo russo MRM-1 (MiniResearch Module – 1) denominato “Rassvet” che èstato agganciato durante il quinto giorno di missioneal portello nadirale del modulo russo Zarya, grazie ai

Panoramica del pubblico che assisteall’ultimo lancio dell’Atlantis. [NASA]

due bracci robotici dello Shuttle e della ISS. Ilmodulo era riempito con 9 tonnellate di carico

per la stazione spaziale. Successivamente verrà uti-lizzato come laboratorio di ricerca. Sono state effet-tuante anche tre attività extraveicolari da parte degliastronauti dello Shuttle per completare l’installazionedi un’antenna di riserva in banda Ku, la sostituzionedi sei batterie per i pannelli solari e l’installazione diun dispositivo per il sistema di raffreddamento dellastazione spaziale. Il 23 maggio la navetta ha lasciatola ISS per completare le operazioni per il rientro, cheè avvenuto sulla pista 33 del Kennedy Space Centeril 26 maggio successivo, utilizzando la prima oppor-tunità di rientro sulla Florida a causa del meteo favo-revole e toccando la pista alle 12:48 GMT. Nel calendario attuale delle missioni rimangono sola-mente due voli già programmati: quello dello ShuttleEndeavour e quello dello Shuttle Discovery. L’Atlantis,invece, sarà preparato per la missione LON (LaunchOn Need) denominata STS-335 di salvataggio perl’ultima missione del Discovery.A questo proposito ricordiamo che per ogni volo diuna navetta, a partire dal disastro del Columbia,viene sempre preparata una navetta di soccorso dalanciare con equipaggio ridotto qualora la navettadella missione in corso non possa fare rientro sullaTerra. Pertanto viene introdotta una sorta di rotazionefra i tre Shuttle. Ad esempio per la missione appena

Lo Shuttle Atlantis va in pensione

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l ’ASTROFILOnumero 20 - luglio 2010

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Abbandono della rampadi lancio. [NASA]

conclusasi era pronto lo Shuttle Endeavour che poipartirà effettivamente per la sua missione nominale;per lo Shuttle Endeavour sarà approntato lo ShuttleDiscovery, che in caso di necessità partirà per la mis-sione di soccorso, altrimenti effettuerà la sua mis-sione nominale e così via. Stando così i programmi,

lo Shuttle Atlantis sarebbe pronto ugualmente con ilserbatoio centrale e i due boosters ausiliari in caso dinecessità per l’ultima missione di soccorso per il Di-scovery. La NASA sta considerando la conversione diquesta missione LON in una missione cargo da lan-ciare il prossimo anno verso la ISS. L’equipaggio sa-rebbe costituito solamente da quattro persone inmodo che se l’Atlantis non potesse fare rientro sullaTerra, ci sarebbe la possibilità di far rientrare l’equi-paggio con una capsula Soyuz. Attualmente non èstata presa nessuna decisione al riguardo.Designato OV-104 (Orbiter Vehicle – 104), lo ShuttleAtlantis fu il quarto esemplare di navetta spazialeoperativa ad essere costruita (il primo esemplare fuil prototipo denominato Enterprise utilizzato esclusi-vamente per voli atmosferici) dopo il Columbia, ilChallenger e il Discovery. L’Endeavour, invece, ful’esemplare “non previsto” nei piani iniziali dellaNASA, ma che fu costruito per ultimo e per riportarea quattro il numero di veicoli operativi dopo l’inci-dente del Challenger. Lo Shuttle Atlantis prese il nome da una nave statu-nitense a due alberi, la RV Atlantis, che fu la primanave di ricerca oceanografica della Woods Hole Ocea-nographic Institution e che prestò servizio dal 1930al 1966. Successivamente la nave fu consegnata allaArgentine Naval Prefecture presso la quale, dopo unlungo periodo di restauro, ha condotto studi oceano-grafici con il nome di Dr. Bernardo Houssay. La NASA commissionò la costruzione dell’Atlantis alla

a cura di Paolo Laquale

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astronautica

ASTROFILOl ’

Rockwell International il 29 gennaio 1979; trail 1980 e il 1981 iniziarono le operazioni dicostruzione della parte anteriore e dellaparte posteriore della fusoliera; nel 1983arrivarono, presso lo stabilimento di Palm-dale, le ali costruite dalla Grumman e neldicembre dello stesso anno si iniziò l’in-tegrazione finale che si completò il 10aprile 1984. Il rollout ebbe luogo daglistabilimenti di Palmdale il 6 marzo1985 con il trasferimento alla BaseEdwards il 3 aprile successivo. Il 9aprile, fu poi trasferito in groppa aun Boeing-747 presso il KennedySpace Center dove nel settembresuccessivo venne condotta laFlight Readiness Firing. Il primo volo dello ShuttleAtlantis ebbe luogo il 3 ottobre1985 con la designazioneSTS-51J per una missionemilitare dedicata al Depart-ment of Defense degli StatiUniti. Grazie all’esperienzamaturata nella costru-zione dell’Enterprise, delColumbia e del Challen-ger, lo Shuttle Atlantisvenne approntato inmeno tempo, circa il49,5% di ore di la-voro per uomo, econ un peso infe-riore di 3 ton-nellate graziead un mag-gior utilizzodei thermalprotectionblanketsr i s p e t -to alleclassi-che

“piastrelle termiche” utilizzate peril Columbia. Inoltre, durante la co-struzione del Discovery e dello stes-

so Atlantis, la NASA optò peravere dalle varie aziende “con-tractors” delle parti strutturali inpiù, come riserva per poter ri-parare un veicolo in caso didanni dovuti ad eventuali in-cidenti. Queste parti, dopol’incidente del Challenger, fu-rono assemblate per dare vitaallo Shuttle Endeavour. Durante la sua vita operativa,l’Atlantis è stato sottoposto adue periodi di manutenzione e-stensiva denominate OMDP (Or-biter Maintenance Down Period).Nella prima, avvenuta nell’ottobre1992, l’orbiter fu sottoposto per 20mesi a 165 modifiche, tra le qualimodifiche strutturali, nuovi tipi diisolamento termico al carrello princi-pale, la sostituzione di più di 800 trapiastrelle e coperture termiche, l’in-stallazione del paracadute frenante el’installazione dell’Extended DurationOrbiter (EDO), un sistema che permet-

teva alla navetta di rimanere più alungo nello spazio e quindi aumen-

tare il tempo di missione.Durante la seconda OMDP, avve-

nuta tra il novembre 1997 e ilsettembre 1998, l’Atlantis subìaltre 130 modifiche tra le qualila sostituzione del cockpit conuno di nuova generazione, l’in-

stallazione del sistema di ag-gancio con la ISS, la sostituzione del

sistema di navigazione TACAN con un più ag-giornato GPS; inoltre venne attuato un pro-gramma di riduzione del peso con la sosti-tuzione di alcune coperture termiche denomi-nate AFRSI (Advanced Flexible Reusable Sur-face Insulation) con una tipologia più leggeradenominata FRSI, la sostituzione dei seggiolinidell’equipaggio con un tipo più leggero e la di-sinstallazione dell’Extended Duration Orbiter

Lo Shuttle Atlantis in volo sui cieli di Cape Cana-veral. [NASA]

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Il modulo MRM-1 “Rassvet” sistemato nella stiva di Atlantisprima dell’installazione sullaISS. [NASA]

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(EDO), avvenuta durante la OMDP-1, poiché l’Atlantisavrebbe avuto come missione primaria il supporto lo-gistico della ISS.Tra le missioni più importanti si ricordano la STS-61B(il secondo lancio), avvenuta solamente 50 giornidopo la prima missione (STS-51J) e secondo lancionotturno nel programma Shuttle. Nel 1989, con lemissioni STS-30 e STS-34, lo Shuttle Atlantis lanciòdalla sua stiva di carico le sonde spaziali Magellanoverso Venere e Galileo verso Giove, divenendo ilprimo Shuttle a inviare una sonda spaziale oltre l’or-bita terrestre. Nel 1991 con la missione STS-37 loShuttle Atlantis divenne a tutti gli effetti la navettaspaziale “scientifica” per eccellenza, lanciando in or-

bita il Compton Gamma Ray Observatory.La missione STS-46, svoltasi nel 1992,portò in orbita il primo astronauta italiano(Franco Malerba) con il satellite “al guin-zaglio” Tethered. A partire dal 1995 con la missione STS-71 lo Shuttle Atlantis venne coinvolto nelprogramma Shuttle-Mir compiendo 7 mis-sioni con relativi agganci alla stazionespaziale russa e formando, una volta uni-to alla stazione stessa, il più grande vei-colo spaziale dell’epoca. Il ProgrammaShuttle-Mir fu importante poiché pose lebasi per la futura collaborazione tra USA e Russia perla costruzione e utilizzo della ISS. Infine, con l’iniziodella costruzione della stazione spaziale internazio-nale, lo Shuttle Atlantis, come le altre navette, vennecoinvolto nell’assemblaggio dell’avamposto orbitale.In particolare, la missione STS-98 portò in orbita nel2001 il modulo-laboratorio americano Destiny, che fu

agganciato ai due moduli russigià in orbita Zvezda e Zarya.Sempre nel 2001, con la mis-sione STS-104, l’Atlantis portòil Quest Joint Airlock. Dopo lapausa dei voli a causa del disa-

stro del Columbia, la successiva missione dell’Atlantisfu la STS-115, che portò verso la ISS i segmentiP3/P4 della struttura Truss. Nel febbraio 2008 l’Atlan-tis effettuò la missione STS-122, che installò sullaISS il modulo-laboratorio europeo Columbus. Unadelle ultime missioni, forse la più spettacolare degliultimi tempi, è stata la STS-125, ossia la quarta mis-sione di servizio per l’Hubble Space Telescope, ripor-tato in piena attività. Le ultime due, STS-129 eSTS-132 sono state due missioni di supporto alla ISS.La NASA aveva pianificato la fine dei voli per la na-vetta Atlantis nel 2008, poiché doveva essere messaa terra per la terza OMDP; ciò venne ritenuto anti-economico e si pensò quindi di mantenere lo Shuttle

Atlantis in condizioni di volo, però solamente comepezzo di ricambio per lo Shuttle Discovery e per loShuttle Endeavour; ma la tempistica dei voli nel ca-lendario del programma da completare durante que-sto 2010 ha fatto sì che si decidesse di allungare itempi tra le varie OMDP, permettendo allo ShuttleAtlantis di continuare a volare. Addio Atlantis!

Una foto “d’epoca”: il primo rollout delloShuttle Atlantis dagli stabilimenti di Palmdale il 6 marzo 1985.

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Domenica 13 giugno, alle 14:00 GMT, si è conclusa la lunga odisseadella sonda giapponese Hayabusa. La capsula di 40 cm di diametro,che si spera possa contenere i campioni di terreno superficiale del-l’asteroide Itokawa, è atterrata appesa a un paracadute in un’areadesertica della base di Woomera, in Australia. La capsula è statalocalizzata grazie a un radiosegnale e le operazioni di recupero sonoiniziate il lunedì seguente. La JAXA ha confermato, nelle ore suc-cessive, che la capsula è stata ritrovata integra e senza danni visibiliesternamente. Gli scienziati sono speranzosi di trovarvi il preziosocontenuto, nonostante le vicissitudini tecniche vissute dalla sondanella fase più importante della missione. Lanciata il 9 maggio del2003 dal poligono giapponese di Kagoshima tramite un razzo M-V,Hayabusa ha incontrato l’asteroide Itokawa nel novembre del 2005

dopo due anni di volo, durante iquali la sonda è stata propulsacontinuamente attraverso quattromotori a ioni. La missione principale prevedeva oltre alle riprese fotograficheanche lo studio della forma, della topografia, dello spin, della densità, della com-posizione e, in ultimo, la raccolta di campioni realizzata tramite l’espulsione dialcuni proiettili di tungsteno che colpendo la superficie avrebbero sollevato delpulviscolo da raccogliere con un contenitore posizionato su un’asta prospicientela sonda stessa, che volava a bassa quota. I primi problemi iniziarono proprionel 2005 (già il 31 luglio del 2004 era andato in avaria il giroscopio dell’asse X)con una perdita di potenza ai motori a ioni (alimentati da pannelli solari che sierano degradati a causa di un forte flare solare sopraggiunto alla fine del 2003),che spostarono l’incontro con l’asteroide dall’inizio dell’estate al settembre suc-cessivo. La prima parte della missione si svolse da un’orbita eliocentrica distante20 km dall’asteroide. Il 3 ottobre 2005 anche il giroscopio dell’asse Y andò inavaria e la sonda fu costretta amanovrare con il restante girosco-pio e con due motori per il con-trollo dell’assetto a propulsionechimica. Per più di un mese la son-da condusse due fasi di mappatura

globale dell’asteroide. Il 4 novembre si tentò un atterraggio sofficeper il recupero di campioni, ma a 700 metri di quota un segnaleanomalo fece abortire la discesa. Si ritentò quindi il 12 novembre,ma a 55 metri di distanza dalla superficie si ripresentò lo stessoproblema, che produsse un allontanamento della sonda propriomentre stava rilasciando il piccolo lander Minerva che invece di po-sarsi sulla superficie, si librò senza meta nello spazio perdendo su-bito i contatti con la sonda madre. Il 19 novembre Hayabusa iniziòuna nuova discesa controllata sull’asteroide, con una velocità di 12cm/sec fino ad una quota di 40 metri dalla superficie, dove la velo-cità venne ridotta a 3 cm/sec fino ad una quota di 17 metri, rila-sciando un “marcatore” sulla superficie per l’atterraggio. A questopunto si persero i contatti. Successivamente la telemetria, dopol’invio di un comando di ascesa di emergenza, indicò che la sondaaveva colpito la superficie ad una velocità di 10 cm/sec rimbalzandoper due volte e rimanendo sulla superficie stessa per mezz’ora. Non

L’odissea di Hayabusa è terminata

La sonda Hayabusa in fasedi allestimento. [JAXA]

L’asteroide Itokawa. [JAXA]

Immagine dell’ombra della sonda Hayabusain prossimità della superficie dell’asteroidecon (nel cerchietto) il riflesso del “marca-tore” per le fasi di prelievo dei campioni.

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si sa se in quell’occasione il contenitore per i campioni superficialisi sia riempito (è questo l’evento che mantiene viva la speranza).Un secondo tentativo è stato condotto il 25 novembre successivo.Secondo la prima telemetria la sonda avrebbe toccato il suolo aduna velocità di 10 cm/sec con l’espulsione di due proiettili di tun-gsteno. Le analisi successive condotte sulla stessa telemetria, in-vece, non assicuravano l’avvenuto rilascio dei due proiettili. Il 9dicembre 2005, poi, i contatti con la sonda venivano persi nuova-

mente a causa di una perdita di combustibile che funzionando come un motore aveva spostato la sonda e l’an-tenna di comunicazione con la Terra dalla direzione ottimale. Solamente nel marzo 2006 le comunicazioni con lasonda furono ristabilite e si riscontrò una perdita di combustibile, e ai già citati danni ai giroscopi si aggiungevanoanche 4 delle 11 batterie agli ioni di litio in avaria. I controllori di volo decisero di utilizzare i pannelli solari peralimentare i motori a ioni al posto dei razzi chimici, ciò per mantenere il controllo dell’assetto della sonda. Consolo due dei quattro motori a ioni funzionati i controllori di volo decisero di tentare il viaggio di ritorno verso laTerra che ebbe inizio il 25 aprile 2007, quando la sonda si trovava sulla stessa orbita dell’asteroide e a circa 13000km innanzi a esso. I motori a ioni furono fatti funzionare (venne recuperato il funzionamento di un terzo motore)fino al novembre del 2007, quando la sonda fu messa in ibernazione su una traiettoria balisitica. Hayabusa fu risvegliata nel febbraio 2009, quando si iniziò la seconda fase relativa al cambio di traiettoria per il

ritorno a casa. Il 4 novembre del 2009 unodei motori a ioni smise di funzionare auto-maticamente a causa del degrado struttu-rale e i motori funzionanti ritornarono adessere solo due. I tecnici decisero, quindi,di combinare il funzionamento dei due mo-tori rimasti per ottenere la variazione di ve-locità sufficiente per fare ritorno sulla Terra.Il 5 marzo 2010 la sonda si trovava su unatraiettoria interna all’orbita lunare. Il funzio-namento dei motori fu sospeso per ottenereuna misura precisa dei parametri orbitali eintervenire con le TCM (Trajectory Correc-tion Maneuver). Infatti la TCM-0 ha per-messo di spostare la traiettoria della sonda verso le vicinanze della Terra a una distanza di 20000 km dal centrodi essa; la TCM-1 completata il 4 maggio e la TCM-2 completata il 26 maggio hanno permesso di ridurre ulterior-mente questo limite. Invece le TCM-3 dal 3 al 5 giugno e la TCM-4 del 9 giugno hanno permesso di definire ilpunto di ingresso in atmosfera e l’atterraggio sul territorio della base di Woomera, in Australia. Pochi istanti prima dell’ingresso in atmosfera, la capsula con il prezioso carico si è separata dalla sonda madreper essere recuperata, mentre la sonda Hayabusa proseguendo la sua corsa si è disintegrata nell’atmosfera ter-restre. Una degna fine per il falcone giapponese. Nonostante l’incertezza sul contenuto della capsula, l’intera mis-sione è stata una continua e dura prova per i tecnici a terra, tale da essere ricordata come una delle piùspettacolari della storia dell’astronautica. Tra le altre cose da ricordare, la sonda Hayabusa è stata l’unica altrasonda, oltre alle sovietiche Luna e ai LEM americani, ad atterrare su e a ripartire da un altro corpo celeste.

Il rientro in atmosfera della sonda Hayabusa. Notare il puntinochiaro più distante dalla sonda madre in fase di disintegrazione: èla capsula con i campioni. [NASA/SETI Inst./Univ. of NorthDakota]

La capsula della sonda Hayabusa atter-rata dolcemente nella zona della base diWoomera, in Australia.

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