Traditional Meditation, Mindfulness and … Samatha e Vipassana, ma negli MBIS non vengono insegnate...
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Traditional Meditation, Mindfulness and Psychodynamic Approach: An Integrative Perspective.
Meditazione tradizionale, mindfulness e approccio psicodinamico: una prospettiva integrata.
Simone Bianco, Paolo Barilaro1 and Arianna Palmieri – Frontiers in Psychology, April 2016, Volume 7 ,Article 552.
Introduzione: Nelle ultime tre decadi, abbiamo assistito ad un crescente interesse verso
la ricerca accademica sulle pratiche di mindfulness che si basano sulla Meditazione
Tradizionale (MT) e sui precetti Buddisti (Pagnini e Philips, 2015). Fenomenologicamente, la meditazione è la pratica che potrebbe essere intesa come la
focalizzazione della mente su oggetti, sensazioni corporee, emozioni e pensieri. Potrebbe
avere scopi religiosi, spirituali e filosofici, ma può anche semplicemente essere mirata ad
una conoscenza di se stessi più profonda e/o al miglioramento della condizione
psicologica.
Secondo la visione Buddista, le cause di tutte le sofferenze umane dovrebbero essere
sradicate attraverso un progressivo riconoscimento della vera natura del Sé come
impermanente e interdipendente: la meditazione viene intesa come la pratica mirata al
raggiungimento di questo scopo (Dalai Lama, 1986).
Questo processo di liberazione dalla sofferenza si basa sulle pratiche Samatha e
Vipassana, come due facce della stessa medaglia della MT. La prima è una meditazione
concentrativa: è la “pratica in cui viene sviluppata un’attenzione intensa concentrandosi su
un oggetto target escludendo totalmente gli altri oggetti ed esperienze” (Rapgay e
Bystrisky, 2009, p. 154). La seconda è una insight-meditation: si tratta di una pratica in cui
la consapevolezza dell’impermanenza e dell’interdipendenza del Sé e della realtà sono
ottenuti attraverso l’osservazione dei fenomeni (Goleman, 1976).
Gli approcci di psicoterapia occidentale hanno integrato le loro pratiche cliniche con
queste tecniche e dottrine orientali. Dopo l’ascesa del programma Mindfulness-Based
Stress Reduction (MBSR), costruito da Kabat-Zinn (1990), sono fioriti i cosiddetti Interventi
basati sulla Mindfulness (Mindfulness-Based Interventions - MBIs): la Dialectical Behavior
Therapy (DBT – Linehan, 1993), l’Accteptance and Commitment Therapy (ACT – Hayes
et al., 1999) e la Terapia Cognitiva basata sulla Mindfulness (Mindfulness-based Cognitive
Therapy - Segal et al., 2002).
Gli Interventi basati sulla Mindfulness (MBIs) si fondano tipicamente su una prospettiva
cognitivo-comportamentale (per una panoramica, vedi Mace, 2007) e di solito utilizzano la
meditazione come metodo per imparare “l’accettazione di” e “l’attenzione focale su”
l’immediato momento presente, in modo non giudicante (Bishop et al., 2004; Rapgay e
Bystrisky, 2009). Vari trial randomizzati hanno testato l’efficacia dei MBIs mostrando
miglioramenti in molti disturbi medici e/o psicologici, come la depressione e l’ansia
(Bohlmeijer et al., 2010; Hofmann et al., 2010; Piet e Hougaard, 2011; Piet et al.,
2012; Thompson et al., 2015) e nelle condizioni neurologiche (Rosenzweig et al.,
2010; Pagnini et al., 2015; per una review della letteratura, vedi Grossman et al.,
2004; Keng et al., 2011; Galante et al., 2012, 2014; van der Velden et al., 2015).
Recentemente, MT e MBIs sono stati messi a confronto in modo da evidenziarne le
differenze e le somiglianze teoriche e pratiche. Anche se gli MBIs hanno dimostrato la loro
efficacia, sembra che componenti rilevanti della MT siano state sviluppate in un modo
particolare, giungendo ad un concetto moderno di mindfulness che si discosta
parzialmente da quello tradizionale, antico (Rapgay e Bystrisky, 2009; Chiesa e
Malinowski, 2011). Ad esempio, a livello teorico, la MT e gli MBIs sono simili perché
entrambi fanno riferimento alla meditazione come metodo principale per raggiungere i loro
obiettivi ed entrambi assumono che, per calmare la mente e sviluppare di abilità di auto-
osservazione, sia richiesto un allenamento mentale per raggiungere dei cambiamenti
psicologici; ma sono diversi nei loro obiettivi, poiché gli MBIs sono orientati al benessere
psicologico e al trattamento delle psicopatologie (Kabat-Zinn, 1990; Segal et al., 2002),
mentre la MT mira alla riduzione delle afflizioni umane attraverso un percorso di
comprensione della natura del Sé. In pratica, sia la MT sia gli MBIs utilizzano le
meditazioni Samatha e Vipassana, ma negli MBIS non vengono insegnate come due
pratiche diverse come accade nella MT (Shapiro and Carlson, 2009).
Inoltre, alcuni MBIs, come la DBT o l’ACT, sembrano essere maggiormente focalizzati sul
contenuto: sono orientati al cambiamento di cognizioni, pensieri ed emozioni (Chiesa and
Malinowski, 2011). Viceversa, la MT è più focalizzata sul processo ed è soprattutto
interessata alla consapevolezza introspettiva delle pure percezioni (Rapgay and Bystrisky,
2009).
In sintesi, le pratiche meditative sono state efficacemente integrate nella psicologia ad
orientamento cognitivo-comportamentale, ma alcune caratteristiche della MT sono state
cambiate o non considerate all’interno dei concetti moderni di mindfulness (per
approfondimenti, vedi Rapgay e Bystrisky, 2009; Chiesa e Malinowski, 2011).