Torquato Tasso Tancredi nella selva incantata - · PDF file1 G. Langella, P. Frare, P. Gresti,...

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1 G. Langella, P. Frare, P. Gresti, U. Motta Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori Tutti i diritti riservati © Pearson Italia S.p.A. letteratura it VOLUME 1 Il Manierismo I classici Torquato Tasso Gerusalemme liberata, Tancredi nella selva incantata I l mago Ismeno getta un terribile incantesimo sulla selva di Saron – la più vicina a Gerusalem- me – per evitare che i cristiani si possano rifornire di legname, utile sia per il fuoco sia per costruire gli strumenti bellici. Quando i crociati fanno il lo- ro ingresso nel fitto bosco vengono sorpresi da stre- piti, urla agghiaccianti e scuotimenti del terreno, veri e propri terremoti. Fuggono e nessuno ha più il coraggio di rimettervi piede. Poiché nessuno è in grado di affrontare quei malefici, Tancredi, che da poco ha sepolto Clorinda, si dirige verso la selva. Le apparizioni strane lo turbano ma non lo ferma- no: scorge al centro di un anfiteatro un albero in- ciso di misteriosi segni e lo colpisce con la spada. Ma ecco dall’albero uscire sangue e la voce della sua amata Clorinda. Torquato Tasso Tancredi nella selva incantata Metro: ottave Opera: Gerusalemme liberata, canto XIII, ottave 32-46 Punti chiave: La tematica magica Il turbamento dell’eroe I modelli letterari Schema metrico: ottave di endecasillabi con schema di rime ABABABCC. 1. prence: principe, nel significato etimo- logico di primo fra pari. 2. sorto: alzato (dal letto dove giaceva feri- to). 3. a sepellir... amica: Tancredi ha appena seppellito la sua amata, Clorinda, dopo averla inconsapevolmente uccisa. 4. languido e smorto: fiacco e pallido; si tratta di una dittologia sinonimica. 5. mal atto… lorica: non ancora in forze per sopportare il peso dell’elmo o della coraz- za. 6. nulla di men… scorto: nondimeno, poi- ché ha constatato il bisogno, la necessità. 7. ricusa: rifiuta. 8. ’l cor… trasfonde: il cuore colmo di vigo- re trasmette la sua energia. Si osservi l’en- jambement tra predicato e complemento (trasfonde / al corpo). 9. Vassene: se ne va, si aggira. 10. in sé ristretto: raccolto, chiuso in sé. 11. al rischio ignoto: ignoto al rischio, ver- so il pericolo che ancora non conosce. 12. e sostien... moto: ordina: e sostien (sopporta) il fero (feroce, malvagio) aspet- to de la selva e ’l gran romor (frastuono) del tuono e del tremoto; e nulla sbigottisce (niente lo spaventa), e sol nel petto sente un picciol moto (agitazione), ma tosto il seda (subito la reprime). Il tuono e il tremoto so- no gli accadimenti sinistri che avevano spaventato i crociati entrati nella selva pri- ma di Tancredi. 13. Trapassa: va oltre. 14. ed ecco... foco: ed ecco apparire in mez- zo alla selva (silvestre loco) la città di Dite. Anche Dante nel XIII canto dell’Inferno pas- sa attraverso la medesima città infernale. 15. dubbio alquanto resta: indietreggia, rimanendo indeciso sul da farsi. 16. qui che vaglion l’armi: a che cosa ser- vono qui le armi. 17. Ne le fauci... spande: ordina: andrò a gettarmi ne le fauci de’ mostri, e ’n gola a questa devoratrice fiamma? altri non ri- sparmi (nessuno risparmi) mai la vita, ove la chieda (qualora la richiedesse) onesta cagione del comun pro (un valido motivo 32 Era il prence 1 Tancredi intanto sorto 2 a sepellir la sua diletta amica 3 , e benché in volto sia languido e smorto 4 e mal atto a portar elmo o lorica 5 , nulla di men, poi che ’l bisogno ha scorto 6 , ei non ricusa 7 il rischio o la fatica, ché ’l cor vivace il suo vigor trasfonde 8 al corpo sì che par ch’esso n’abbonde. 33 Vassene 9 il valoroso in sé ristretto 10 , e tacito e guardingo, al rischio ignoto 11 , e sostien de la selva il fero aspetto e ’l gran romor del tuono e del tremoto; e nulla sbigottisce, e sol nel petto sente, ma tosto il seda, un picciol moto 12 . Trapassa 13 , ed ecco in quel silvestre loco sorge improvisa la città del foco 14 . 34 Allor s’arretra, e dubbio alquanto resta 15 fra sé dicendo: “Or qui che vaglion l’armi 16 ? Ne le fauci de’ mostri, e ’n gola a questa devoratrice fiamma andrò a gettarmi? Non mai la vita, ove cagione onesta del comun pro la chieda, altri risparmi, ma né prodigo sia d’anima grande uom degno; e tale è ben chi qui la spande 17 .

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VOLUME 1

Il Manierismo

I classici • Torquato TassoGerusalemme liberata, Tancredi nella selva incantata

Il mago Ismeno getta un terribile incantesimosulla selva di Saron – la più vicina a Gerusalem-

me – per evitare che i cristiani si possano riforniredi legname, utile sia per il fuoco sia per costruiregli strumenti bellici. Quando i crociati fanno il lo-ro ingresso nel fitto bosco vengono sorpresi da stre-piti, urla agghiaccianti e scuotimenti del terreno,veri e propri terremoti. Fuggono e nessuno ha più

il coraggio di rimettervi piede. Poiché nessuno è ingrado di affrontare quei malefici, Tancredi, che dapoco ha sepolto Clorinda, si dirige verso la selva.Le apparizioni strane lo turbano ma non lo ferma-no: scorge al centro di un anfiteatro un albero in-ciso di misteriosi segni e lo colpisce con la spada.Ma ecco dall’albero uscire sangue e la voce dellasua amata Clorinda.

Torquato TassoTancredi nella selva incantata

Metro: ottaveOpera: Gerusalemme liberata, canto XIII, ottave 32-46

Punti chiave: La tematica magicaIl turbamento dell’eroeI modelli letterari

Schema metrico: ottave di endecasillabicon schema di rime ABABABCC.1. prence: principe, nel significato etimo-logico di primo fra pari.2. sorto: alzato (dal letto dove giaceva feri-to).3. a sepellir... amica: Tancredi ha appenaseppellito la sua amata, Clorinda, dopoaverla inconsapevolmente uccisa.4. languido e smorto: fiacco e pallido; sitratta di una dittologia sinonimica.5. mal atto… lorica: non ancora in forze persopportare il peso dell’elmo o della coraz-za.6. nulla di men… scorto: nondimeno, poi-ché ha constatato il bisogno, la necessità.7. ricusa: rifiuta.8. ’l cor… trasfonde: il cuore colmo di vigo-re trasmette la sua energia. Si osservi l’en-jambement tra predicato e complemento(trasfonde / al corpo).9. Vassene: se ne va, si aggira.10. in sé ristretto: raccolto, chiuso in sé.11. al rischio ignoto: ignoto al rischio, ver-so il pericolo che ancora non conosce.12. e sostien... moto: ordina: e sostien(sopporta) il fero (feroce, malvagio) aspet-to de la selva e ’l gran romor (frastuono) deltuono e del tremoto; e nulla sbigottisce(niente lo spaventa), e sol nel petto sente unpicciol moto (agitazione), ma tosto il seda(subito la reprime). Il tuono e il tremoto so-no gli accadimenti sinistri che avevanospaventato i crociati entrati nella selva pri-ma di Tancredi.13. Trapassa: va oltre.14. ed ecco... foco: ed ecco apparire in mez-zo alla selva (silvestre loco) la città di Dite.Anche Dante nel XIII canto dell’Inferno pas-sa attraverso la medesima città infernale.15. dubbio alquanto resta: indietreggia,rimanendo indeciso sul da farsi.16. qui che vaglion l’armi: a che cosa ser-vono qui le armi.

17. Ne le fauci... spande: ordina: andrò agettarmi ne le fauci de’ mostri, e ’n gola aquesta devoratrice fiamma? altri non ri-

sparmi (nessuno risparmi) mai la vita, ovela chieda (qualora la richiedesse) onestacagione del comun pro (un valido motivo

32Era il prence1 Tancredi intanto sorto2

a sepellir la sua diletta amica3,e benché in volto sia languido e smorto4

e mal atto a portar elmo o lorica5,nulla di men, poi che ’l bisogno ha scorto6,ei non ricusa7 il rischio o la fatica,ché ’l cor vivace il suo vigor trasfonde8

al corpo sì che par ch’esso n’abbonde.

33Vassene9 il valoroso in sé ristretto10,e tacito e guardingo, al rischio ignoto11,e sostien de la selva il fero aspettoe ’l gran romor del tuono e del tremoto;e nulla sbigottisce, e sol nel pettosente, ma tosto il seda, un picciol moto12.Trapassa13, ed ecco in quel silvestre locosorge improvisa la città del foco14.

34Allor s’arretra, e dubbio alquanto resta15

fra sé dicendo: “Or qui che vaglion l’armi16?Ne le fauci de’ mostri, e ’n gola a questadevoratrice fiamma andrò a gettarmi?Non mai la vita, ove cagione onestadel comun pro la chieda, altri risparmi,ma né prodigo sia d’anima grandeuom degno; e tale è ben chi qui la spande17.

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per il bene comune), ma uom degno (un uo-mo valoroso) né sia prodigo d’anima gran-de (non sperperi la sua grande anima, lasua vita); e tale è ben chi qui la spande (ecosì sarebbe chi in questo luogo la perdes-se, sprecasse). Il passo è ricco di enjambe-ment.18. l’oste: le truppe, l’esercito.19. s’indarno i’ riedo: se io – che sono il lo-ro paladino – faccio ritorno invano, cioèsenza aver spezzato i sortilegi della selvaincantata.20. qual altra... speranza?: in quale altrobosco può l’esercito sperare di trovare il le-gname? La selva di Saron era infatti la piùprossima a Gerusalemme.21. né intentato... varco: e Goffredo nonvorrà lasciare intentata la possibilità di ol-trepassare questo varco (questo ingres-so).22. Or s’oltre... pote: ordina: Or (ora) s[e] al-cun s’avanza oltre (se qualcuno andasse ol-tre), forse l’incendio che i[o] vedo sorto(divampato) qui, fia minor d’effetto che disembianza (sarebbe minore nella realtàdei fatti che quanto appare alla vista); maseguane che pote (ne segua quel che può,ossia avvengano pure le conseguenze delmio atto).23. Oh memorando ardire: oh, che auda-cia degna di memoria.24. caldo o fervor: calore o vampa (dittolo-gia sinonimica). Si osservi l’enjambementtra predicato e complemento oggetto (sen-tir gli parve / caldo o fervor).25. ma pur... ora: ordina: ma pur (tuttavia),il senso poté mal giudicar sì tosto (i sensinon furono in grado di comprendere in bre-ve tempo) se fosser vere fiamme o larve (sesi trattasse di un fuoco reale o di un ingan-no), perché repente (improvvisamente) quelsimulacro sparve (quell’immagine scom-parve) a pena tocco (appena fu toccata), egiunse (sopravvenne) un nuvol (nube) den-

so che portò notte e verno (oscurità e fred-do); e ’l verno e l’ombra dileguossi (svani-rono) ancora in picciol ora (in breve tempo).26. intrepido: sicuro, impavido.27. cheto: tranquillo.28. profane soglie: nel luogo dove un atti-mo prima si trovava la città di Dite. Dite è lacittà infernale e per tal motivo le sue sogliesono dette profane (che è il contrario di “sa-cre”). Forte enjambement tra aggettivo esostantivo (profane / soglie).29. Né più... fosco: ordina: Né trova (trova,vede) più apparenze inusitate e strane (im-magini insolite e misteriose), né [trova] fravia (sulla strada) alcun scontro o divieto (al-

cun impedimento), se non quanto il boscoinviluppato e fosco per sé (per sua naturaintricato e oscuro) ritarda la vista e i passi(impedisce la visibilità e il cammino).30. nel suo mezzo: al suo centro.31. eccelsa: maestosa.32. Colà si drizza... Egitto: ordina: Colà sidrizza (là si innalza), e nel mirar (osservan-dolo) s’accorge ch[e] il tronco era impres-so (scolpito) di segni vari (diversi), simili aquei (a quelli) che l’antico misterioso Egit-to usò già in vece di scritto (utilizzò comescrittura). L’impiego di questi segni miste-riosi sottolinea il carattere magico dellaforesta.

35Pur l’oste18 che dirà, s’indarno i’ riedo19?qual altra selva ha di troncar speranza20?Né intentato lasciar vorrà Goffredomai questo varco21. Or s’oltre alcun s’avanza,forse l’incendio che qui sorto i’ vedofia d’effetto minor che di sembianza;ma seguane che pote22.” E in questo dire,dentro saltovvi. Oh memorando ardire23!

36Né sotto l’arme già sentir gli parvecaldo o fervor24 come di foco intenso;ma pur, se fosser vere fiamme o larve,mal poté giudicar sì tosto il senso,perché repente a pena tocco sparvequel simulacro, e giunse un nuvol densoche portò notte e verno; e ’l verno ancorae l’ombra dileguossi in picciol ora25.

37Stupido sì, ma intrepido26 rimaneTancredi; e poi che vede il tutto cheto27,mette securo il piè ne le profanesoglie28 e spia de la selva ogni secreto.Né più apparenze inusitate e strane,né trova alcun fra via scontro o divieto,se non quanto per sé ritarda il boscola vista e i passi inviluppato e fosco29.

38Al fine un largo spazio in forma scorged’anfiteatro, e non è pianta in esso,salvo che nel suo mezzo30 altero sorge,quasi eccelsa31 piramide, un cipresso.Colà si drizza, e nel mirar s’accorgech’era di vari segni il tronco impresso,simili a quei che in vece usò di scrittol’antico già misterioso Egitto32.

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33. Fra i segni... possede: tra le scrittesconosciute riconosce alcuni segni graficidella lingua siriaca, che egli ben conosce.34. chiostri de la morte: metafora per in-dicare i luoghi misteriosi e inaccessibilidella vita dopo la morte.35. deh! se... sede: se la tua crudeltà nonè pari alla tua forza (che è immensa), nondisturbare questo luogo nascosto (si notil’anafora dell’interiezione deh!).36. Perdona... vive: abbi pietà e rispetto deimorti (l’alme omai di luce prive): chi è an-cora vivo non deve avere conti in sospesocon chi è trapassato.37. motto: scritta, segni incisi.38. era intento... occulti: considerava ilsignificato nascosto di quelle parole.39. fremere... dolore: ordina: udia (senti-va) intanto fremere continuo (senza sosta,continuamente) il vento tra le frondi del bo-sco e tra i virgulti, e trarne (uscirne, deri-varne) un suon che par flebile concento d[i]sospiri e di singulti umani (sembra un de-bole miscuglio di sospiri e singhiozzi uma-ni), e instilla al core (trasmette al cuore) unnon so che confuso (una sensazione mista)di pietà, di spavento e di dolore.40. tragge: afferra.41. percote: colpisce. Il passo seguenteriecheggia diversi precedenti letterari: Enei-de III, Inferno XIII e Orlando furioso, VI.42. manda fuor... vermiglia: la cortecciaspezzata (recisa scorza) effonde sangue ecolora di rosso la terra che si trova attorno.43. Tutto si... consiglia: Tancredi rabbrivi-disce e tuttavia sferra colpi con maggioreforza e decide (si consiglia) di valutare l’ef-fetto finale dei suoi colpi.44. Allor, quasi... voci: ordina: Allor[a] nesente uscir un indistinto gemito dolente (ungemito indistinto e doloroso) quasi di tom-ba (come se provenisse da una tomba),che poi distinto in voci (che poi, differenza-tosi in una voce distinta e comprensibile),[disse].45. offeso: colpito.46. or tanto basti: ora basta.47. Tu dal corpo... vuoi?: ordina: Tu mi di-scacciasti dal corpo (mi hai separato dalmio corpo) che meco e per me visse (chevisse con me e per me), già felice albergo(e fu una dimora felice dove vivere): perchéanco mi guasti il misero tronco (continui acolpire il povero tronco), a cui m’affisse ilmio duro destino (nel quale mi ha costret-to a continuare a vivere il mio destino cru-dele)? crudel, [anche] dopo la morte vuoi of-fender (continuare a colpire) gli tuoi aversarine’ lor sepolcri?48. Clorinda fui... sepoltura: ordina: fuiClorinda, né albergo qui sol spirto umano(e qui non sono l’unica anima umana) inquesta pianta rozza e dura, ma ancor (an-che) ciascun altro, franco o pagano, (ognialtro, cristiano o pagano) che lassi i mem-bri a piè de l’alte mura (che perda la vita da-vanti alle mura di Gerusalemme), è quiastretto da novo incanto e strano (è quicostretto a dimorare da un sortilegio inso-lito e inspiegabile), non so s’io dica in cor-po o in sepoltura (e non so dirti se l’albero

sia più esattamente per noi un corpo o unasepoltura).49. Son di sensi... tronchi: ordina: i rami e

i tronchi son animati di sensi (dotati di sen-sibilità), e tu sei micidial (un omicida) se le-gno tronchi (se spezzi il legno, il tronco).

39Fra i segni ignoti alcune note ha scortedel sermon di Soria ch’ei ben possede33:“O tu che dentro a i chiostri de la morte34

osasti por, guerriero audace, il piede,deh! se non sei crudel quanto sei forte,deh! non turbar questa secreta sede35.Perdona a l’alme omai di luce prive:non dée guerra co’ morti aver chi vive36.”

40Così dicea quel motto37. Egli era intentode le brevi parole a i sensi occulti38:fremere intanto udia continuo il ventotra le frondi del bosco e tra i virgulti,e trarne un suon che flebile concentopar d’umani sospiri e di singulti,e un non so che confuso instilla al coredi pietà, di spavento e di dolore39.

41Pur tragge40 al fin la spada, e con gran forzapercote41 l’alta pianta. Oh meraviglia!manda fuor sangue la recisa scorza,e fa la terra intorno a sé vermiglia42.Tutto si raccapriccia, e pur rinforzail colpo e ’l fin vederne ei si consiglia43.Allor, quasi di tomba, uscir ne senteun indistinto gemito dolente,

42che poi distinto in voci44: “Ahi! Troppo” disse“m’hai tu, Tancredi, offeso45; or tanto basti46.Tu dal corpo che meco e per me visse,felice albergo già, mi discacciasti:perché il misero tronco, a cui m’affisseil mio duro destino, anco mi guasti?Dopo la morte gli aversari tuoi,crudel, ne’ lor sepolcri offender vuoi47?

43Clorinda fui, né sol qui spirto umanoalbergo in questa pianta rozza e dura,ma ciascun altro ancor, franco o pagano,che lassi i membri a piè de l’alte mura,astretto è qui da novo incanto e strano,non so s’io dica in corpo o in sepoltura48.Son di sensi animati i rami e i tronchi,e micidial sei tu, se legno tronchi49.”

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50. Qual l’infermo... Chimera: come il ma-lato (l’infermo) che in sogno veda un dra-go o una misteriosa Chimera (mostro mi-tologico) circondata da fiamme.51. se ben sospetta... fera: ordina: se bensospetta (se ha dei ragionevoli sospetti) oin parte anco s’accorge (parzialmente sirende conto) che ’l simulacro (l’immagineche gli si para dinnanzi) non sia forma ve-ra (reale), pur (tuttavia) desia (desidera) difuggir, tanto gli porge spavento (a tal pun-to lo spaventa) la sembianza orrida e fera(l’apparenza orribile e feroce).52. tal il timido... cede: ordina: tal (allostesso modo) il timido amante (l’innamora-to pauroso) non crede a pien (totalmente)a i falsi inganni, e pur (tuttavia) ne teme ecede (li teme e si arrende a loro).53. E, dentro... tema: ordina: E, dentro, ilcor gli è conquiso (conquistato, vinto) da va-ri affetti (sentimenti diversi) in modo tal(al punto che) che s’agghiaccia e trema(inorridisce e trema), e nel moto potente edimproviso (nella forte e improvvisa emozio-ne) gli cade il ferro (la spada), e ’l manco èin lui la tema (e la paura, la tema, è il mi-nore dei sentimenti che in quel momentoTancredi sta provando).54. Va fuor… langue: ordina: Va fuor di sé(è fuori di sé, impazzisce): gli è aviso averpresente (gli sembra di aver davanti a sé)l[a] sua donna offesa (colpita, uccisa) cheplori e gema (che piange e soffre), né puòsoffrir (sopportare) di rimirar (guardare)quel sangue, né udir (di ascoltare) queigemiti d’egro che langue (come di unapersona malata che soffre). Tancredi èdunque convinto che davanti a sé si trovi lavera Clorinda e che le sofferenze di lei sia-no dovute alla sua crudeltà. Il suo senso dicolpa lo fa sentire un uomo micidial, unomicida.55. Così quel contra... lamento: ordina:Così quel core audace (coraggioso) contramorte (verso la morte) nulla forma (sem-bianza) turbò d’alto spavento (atterrì), malui che solo è fievole (debole) in amore fal-

sa imago e van lamento deluse (una falsaimmagine di Clorinda e un lamento vuotoincorporeo lo scossero ingannandolo), quelcontra morte audace core è un forte iper-bato.

56. Il suo caduto... spada: nel frattempo unvento impetuoso trasportò la sua spada(ferro) facendola cadere fuori dal bosco, ecosì Tancredi se ne andò sconfitto; per lastrada ritrovò la sua arma e la riprese.

44Qual l’infermo talor ch’in sogno scorgedrago o cinta di fiamme alta Chimera50,se ben sospetta o in parte anco s’accorgeche ’l simulacro sia non forma vera,pur desia di fuggir, tanto gli porgespavento la sembianza orrida e fera51,tal il timido amante a pien non credea i falsi inganni, e pur ne teme e cede52.

45E, dentro, il cor gli è in modo tal conquisoda vari affetti che s’agghiaccia e trema,e nel moto potente ed improvisogli cade il ferro, e ’l manco è in lui la tema53.Va fuor di sé: presente aver gli è avisol’offesa donna sua che plori e gema,né può soffrir di rimirar quel sangue,né quei gemiti udir d’egro che langue54.

46Così quel contra morte audace corenulla forma turbò d’alto spavento,ma lui che solo è fievole in amorefalsa imago deluse e van lamento55.Il suo caduto ferro intanto foreportò del bosco impetuoso vento,sì che vinto partissi; e in su la stradaritrovò poscia e ripigliò la spada56.

T. Tasso, Gerusalemme liberata, a cura di L. Caretti, Arnoldo Mondadori, Milano 1992.

Il tema del meraviglioso La presenza nel canto XIII della fo-resta incantata di Saron ripropone il tema della magia, cheaveva fatto il suo ingresso nella Gerusalemme Liberata fin dalIV canto, con l’arrivo di Armida al campo cristiano e, ancor più,con l’adunanza infernale nella quale Satana esortava i demo-ni a confluire sulla terra per impedire i progetti dei soldati cri-stiani. Tasso tratta l’argomento del magico ben diversamentedai suoi predecessori, primo fra tutti Ariosto: se nell’Orlandofurioso esso è uno sprone all’azione e all’avventura e un am-miccante gioco dell’invenzione, nella Liberata è invece una re-altà incontrollabile e dai risvolti funesti ed inquietanti. An-

che nel trattare questo tema, dunque, Tasso evidenzia non lasuperficialità dell’artificio magico, ma la profondità del tur-bamento che esso genera in chi subisce i sortilegi e la terribi-le facoltà di chi manipola le forze del male.

La perdita dell’identità dell’eroe L’incantesimo del magoIsmeno rende inaccessibile la selva ai cristiani che si ritrovanocosì senza la possibilità di procurarsi il legname, materia primaper continuare la battaglia, e a un passo dalla sconfitta. Su que-sto evento collettivo si innesta una vicenda personale, anzi in-tima: come già era accaduto nel canto XII, anche qui Tancredi

ANALISI DEL TESTO I temiIN PRIMO PIANO

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VOLUME 1

Il Manierismo

I classici • Torquato TassoGerusalemme liberata, Tancredi nella selva incantata

“ritrova” e si scontra nuovamente con l’amata Clorinda. Il pa-ladino, già sconvolto e fuori di sé per aver ucciso la donna ama-ta, ne ascolta ancora una volta la voce implorante: tutti colo-ro che muoiono sotto le mura della città santa sono costretti a“sopravvivere” all’interno degli alberi, che sono allo stessotempo il loro nuovo corpo e la loro tomba (sepoltura). Al tur-bamento procurato da questo incontro inatteso, si aggiunge an-che un altro pensiero angosciante: dopo il battesimo in puntodi morte, Tancredi era certo che Clorinda si trovasse beata inparadiso e invece la ritrova qui, condannata a una fissità ve-getale. Ma è anch’egli vittima del sortilegio di Ismeno: ciòche egli non comprende è il fatto di avere di fronte a sé un’im-magine, un’illusione, e non una realtà. Tancredi patisce non iterribili fenomeni del bosco incantato (urla e terremoti) ma lesue paure interiori, ossia la sua debolezza prodotta dall’amo-re e il senso di colpa per aver ucciso Clorinda. Tasso rappresen-ta efficacemente il passaggio di Tancredi dall’incredulità, al ti-more, al finale stato angosciante, con una lunga similitudine:egli è come il malato (l’infermo) che sogna un drago o una chi-mera ed è ben consapevole di vedere un parto della sua fanta-sia; in parte non crede / ai falsi inganni e tuttavia ne ha paurae si arrende a loro (teme e cede). È proprio qui la chiave di vol-ta per comprendere cosa accade all’eroe cristiano.Dopo essere entrato nella selva che è il regno della confusio-ne (e un non so che confuso instilla al core / di pietà, di spa-vento e di dolore, ottava 40, vv. 7-8) Tancredi abbandona ogniconsapevolezza di sé: il sentimento che prova è così forte (mo-to potente ed improviso) che da uno stato di valore principe-sco (prence, valoroso) passa a quello di un infermo, per ritro-varsi alla stregua di un semplice timido amante, che scappadi fronte all’immagine deviata e terribile dell’amata. L’uomo cheè fevole in amore va fuor di sé: la confusione della selva è al talpunto entrata in lui, che il paladino non riconoscere più se stes-so, perde la propria identità e non ha nemmeno più armi perdifendersi, tanto è vero che gli viene sottatto il simbolo stes-so del suo essere guerriero, cioè la spada (fatto del resto pre-sagito da Tasso nell’ottava 34: Or qui che vaglion l’armi?).

Le fonti Nel canto i versi degli alberi parlanti sono esemplatisu importanti passi letterari tratti dall’Eneide di Virgilio, dall’In-ferno di Dante e dall’Orlando Furioso di Ariosto:

C’era per caso lì accanto un tùmulo con sopra virgulti/ di cornio-lo, e anche un mirto, irto di fitti rami./ Mi accostai, tentai di strap-parne un cespo dal suolo,/ per ricoprire gli altari di verdi rami fron-dosi;/ ed ecco apparirmi orrendo un prodigio mirabile a dirsi./Dalcespo, infatti, strappato dal suolo per primo,/ rotte le radici, cola-no nere gocce di sangue,/ si macchia di putredine la terra […] odoun lacrimevole gemito/venir dalla base del tumulo e una voce migiunge alle orecchie:/ “Perché dilaceri, Enea, questo infelice? Rispet-ta il sepolto/ non profanare le tue mani pie. […] Son proprio io, Po-lidoro; qui mi trafisse e mi coprì/ una ferrea messe di dardi, che inaste acute poi crebbe” (Eneide, III, vv. 22-46).Allor porsi la mano un poco avante / e colsi un ramicel da un granpruno; / e ’l tronco suo gridò: «Perché mi schiante?» / Da che fat-to fu poi di sangue bruno, / ricominciò a dir: «Perché mi scerpi?»[…] Io son colui che tenni ambo le chiavi / del cor di Federigo (In-ferno, XIII, vv. 31-59).Crollar fa il mirto e fa cader la foglia / […] Onde con mesta e fle-bil voce uscìo / espedita e chiarissima favella / e disse: ‘Se tu se’ cor-tese e pio, / come dimostri alla presenza bella, / lieva questo animalda l’albor mio / […] Il mio nome fu Astolfo (Orlando furioso, VI,vv. 26-33).

Virgilio narra l’episodio di Polidoro, Dante quello di Pier del-le Vigne e Ariosto quello di Astolfo: il voluto richiamo di Tas-so a questi precedenti autorevoli è funzionale a sottolinearel’importanza del momento che sta narrando. Il canto XIII –come già accennato – è infatti il centro della Liberata e nerappresenta il punto di svolta. Nulla sembra poter sconfig-gere la magia nemica ma le preghiere di Goffredo otterran-no la discesa della pioggia portatrice di acqua, preannuncia-ta dal battesimo di Clorinda nel canto XII. Da questo momento,forse il più buio dell’intero poema, inizia la riscossa dei cri-stiani.

Comprensione1. Svolgi la parafrasi del brano.2. Qual è il contenuto del discorso della voce di Clorinda? Che cosa chiede a Tancredi?

Analisi3. Spiega il significato dei versi deh! se non sei crudel quanto sei forte, / deh! non turbar questa secreta sede

(ottava 39).4. Evidenzia tutti gli aggettivi di cui Tasso si serve per qualificare la selva: che impressione ne ricava il lettore?5. Segui il mutare dei sentimenti di Tancredi prendendo in considerazione le voci verbali a lui riferite nelle otta-

ve 41 e 45. Quale stato d’animo contraddistingue l’eroe prima di udire la voce di Clorinda? E quale dopo?6. In questo brano sono presenti due discorsi diretti: il primo, che Tancredi rivolge a se stesso, tra le ottave 34-

35, e il secondo, che la voce di Clorinda rivolge a Tancredi, tra le ottave 42-43. Qual è il loro significato? Qualiconseguenze hanno per le successive azioni compiute dal paladino?

Approfondimenti7. Sottolinea tutti gli aggettivi e i sostantivi riferiti a Tancredi e tracciane un breve ritratto. Confronta poi le carat-

teristiche di Tancredi così come il personaggio è presentato in questo brano e all’inizio del canto IV. Puoi nota-re dei cambiamenti? Che tipo di uomo ci presenta l’autore?

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