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— 702 — CAMERA DEI DEPUTATI SESSIONE DEL 1860 TORNATA DEL 21 GIUGNO 1860 PRESIDENZA LANZA. SOMMARIO.—Relazione sui disegni di legge : prolungamento del molo nuovo e migliorameiiti al porto di Genova ; modifi- cazioni alla legge organica 15 novembre sull'istruzione pubblica (quattro disegni di legge); accertamento del nu- mero dei deputati impiegati eletti nelle seconde elezioni generali ; ferrovia a cavalli da Novara alla Cava ; modificazioni agli articoli 70 e 73 della legge sull'istruzione pubblica. Discussione per la presa in considerazione del disegno di legge dei deputati Michelini G. B., Tegas, ed altri,per la conservazione di licei in alcuni capoluoghi Svolgimento del deputato Di Cavour Gustavo Opposizioni del deputato Gualterio e del ministro per la pubblica istruzione Parlano i depu- tati Mazza, Tegas, Bertea e Colombani — La proposta è ritirata. Relazione di petizioni Petizione del sacerdote Gigli, sospeso daWarcivescovo di Pisa per causa politica Parlano e fanno proposizioni i deputati Turati, Boltero relatore, Asproni, Ara, Tecchio, Toscanelli, Panattoni, Cempini, Alfieri, Oytana, Massei ed il ministro per la pubblica istruzione E inviata al guardasigilli ed al ministro suddetto Presentazione di un disegno di legge del ministro della guerra, ap- provato dal Senato, per Vammessione d'ingegneri nei corpi del genio e dell'artiglieria. ~ Presentazione di tre disegni di legge del ministro per le finanze per maggiore spesa sul bilancio 1859 del Ministero delle finanze; per maggiore spesa sulbilancio dell' interno del 18S9, destinata agli adattamenti del palazzo Carignano; e per convalidazione dei decreti di proibizione d'esportazione di paglia e calce al territorio austriaco. Votazione ed approvazione dei disegni di legge: maggiore spesa per il servizio telegrafico, e spesa straordinaria sul bilancio 1860 delle provincie toscane. La seduta è aperta alle ore una e mezzo pomeridiane. TENCA, segretario, dà lettura del processo verbale della tornata precedente ed espone il seguente sunto di petizioni ; 6759. Guaita Cristoforo e Croce Paolo di Milano, capo-ma- stri, reclamano il pagamento dell'ammontare loro dovuto per somministranze di materiali a stabilimenti militari e per di- verse opere di ristauro eseguite nel 1818 durante il Governo provvisorio di Lombardia, siccome risulta dai certificati stati loro rilasciati dall'ufficio di revisione dei conti militari inTorino. 6740. Le Giunte municipali di Mezzane, di Camburzano, di Cossato, di Cerreto, di Chiavasse, di Vigliano, di Villanova, di Croce Mosso, comuni del circondario di Biella, rivolgono alla Camera petizioni conformi a quelle che portano i nu- meri 6706, 6707. PRESIDENTE . Il ministro delle finanze fa omaggio alla Camera di duecento ottanta esemplari della statistica com- merciale del 1858. Saranno distribuiti ai signori deputati. Lo stesso signor ministro di finanze offre pure alla Camera nove esemplari del bilàncio della Toscana pel 1860 che sa- ranno depositati nella biblioteca. Invito i signori relatori a venir alla tribuna per presentare alla Camera le relazioni di legge che tengono in pronto. PRESENTAZIONE »'VM RELAZIONE »Eli DEPU- TATO PESCETTO SU DUE PROGETTI »1 LEfifiE, «NO PER Ili PROLUNGAMENTO DEL MOLO NUOVO, E L'ALTRO PER RIPARAZIONI E MIGLIORAMENTI NEL PORTO DI GENOVA. PESCETTO, relatore. Ho l'onore di presentare alla Ca- mera la relazione su due progetti di legge stati presentati dal ministro dei lavori pubblici, uno per il prolungamento del molo nuovo, e l'altro per riparazioni e miglioramenti nel porto di Genova, (V. voi. Doc.) PRESENTAZIONE D'UNA RELAZIONE DEL DEPU- TATO GU ALTERIO SU QUATTRO DISEGNI DI LEGGE PER MODIFICAZIONI ALLA LEGGE GENE- RALE DELL'ISTRUZIONE PUBBLICA. GUALTERIO, relatore. Ho l'onore di presentare la rela- zione della Commissione incaricata di esaminare quattro di- segni di legge presentati dal ministro della pubblica istru- zione per modificazioni alla legge generale dell'istruzione pub- blica. (V. voi. Doc.) PRESENTAZIONE D'UNA RELAZIONE DEL DEPU- TATO CAPRIOLO PER L'ACCERTAMENTO DEGLI IMPIEGATI VENUTI ALLA CAMERA NELLE SE- CONDE ELEZIONI. CAPRIOLO, relatore. Ho l'onore di presentare la rela- zione per l'accertamento degl'impiegati venuti alla Camera nelle seconde elezioni. (V. voi. Doc.) PRESENTAZIONE D'UNA RELAZIONE DEL DEPU- TATO VALERIO SUL PROGETTO DI LEGGE PER CONCESSIONE DELLA STRADA FERRATA A CA- VALLI DA NOVARA ALLA CAVA D'ALZO. VALERIO, relatore. Ho l'onore di presentare la relazione della vostra Commissione sopra la legge che vi propone il Governo di adottare sulla concessione della strada ferrata a cavalli da Novara alla Cava d'Alzo. (V. voi. Doc.)

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— 702 —

CAMERA DEI D E P U TATI — SESSIONE DEL 1 8 6 0

TORNATA DEL 21 GIUGNO 1860

PRESI DENZA LAN ZA .

S O M M AR I O . —R e l a z i o ne sui disegni di legge : prolungam ento del m olo nuovo e m iglioram eiiti al porto di Genova ; m odifi-

cazioni alla legge organica 15 novem bre sull'istruzione pubblica (quattro disegni di legge); accertam ento del nu-

m ero dei deputati im piegati eletti nelle seconde elezioni generali ; ferrovia a cavalli da Novara alla Cava ; m odificazioni

agli articoli 70 e 73 della legge sull'istruzione pubblica. — Discussione per la presa in considerazione del disegno di legge

dei deputati Michelini G. B., Tegas, ed altri,per la conservazione di licei in alcuni capoluoghi — Svolgim ento del deputato

Di Cavour Gustavo — Opposizioni del deputato Gualterio e del m inistro per la pubblica istruzione — Parlano i depu-

tati Mazza, Tegas, Bertea e Colom bani — La proposta è ritirata. — Relazione di petizioni — Petizione del sacerdote Gigli,

sospeso daW arcivescovo di Pisa per causa politica — Parlano e fanno proposizioni i deputati Turati, Boltero relatore,

Asproni, Ara, Tecchio, Toscanelli, Panattoni, Cem pini, Alfieri, Oytana, Massei ed il m inistro per la pubblica istruzione

— E inviata al guardasigilli ed al m inistro suddetto — Presentazione di un disegno di legge del m inistro della guerra, ap-

provato dal Senato, per Vam m essione d'ingegneri nei corpi del genio e dell'artiglieria. ~ Presentazione di tre disegni

di legge del m inistro per le finanze per m aggiore spesa sul bilancio 1 8 59 del Ministero delle finanze; per m aggiore

spesa sulbilancio dell' interno del 1 8 S9, destinata agli adattam enti del palazzo Carignano; e per convalidazione dei decreti

di proibizione d'esportazione di paglia e calce al territorio austriaco. — Votazione ed approvazione dei disegni di legge:

m aggiore spesa per il servizio telegrafico, e spesa straordinaria sul bilancio 1 8 60 delle provincie toscane.

La s e d u ta è a p e r ta a l le o re u na e m e zzo p o m e r i d i a n e.

T E N CA , segretario, dà le t t u ra d el p r o ce s so ve r b a le d e l la

t o r n a ta p r e ce d e n te ed e s p o ne i l s e gu e n te s u n to di p e t iz io ni ;

6 7 5 9. Gu a i ta Cr is t o fo ro e Cr o ce P a o lo di M i la n o, c a p o - m a-

s t r i, r e c la m a no i l p a ga m e n to d e l l ' a m m o n t a re lo r o d o vu to p er

s o m m in is t r a n ze di m a t e r ia li a s t a b i l im e n ti m i l i t a r i e p er d i -

ve r se o p e re di r i s t a u ro e s e gu i te n el 1 8 18 d u r a n te i l Go ve r no

p r o vv i s o r io di Lo m b a r d ia, s i cco me r is u l ta d ai ce r t i f i ca ti s t a ti

lo r o r i la scia ti d a l l ' u f f i c i o di r e v is io ne d ei co n ti m i l i t a r i i n T o r i n o.

6 7 4 0. Le Giu n te m u n ic ip a li di M e zza n e, di Ca m b u r za n o, di

Co s s a t o, di Ce r r e t o, di Ch ia va s s e, di Vi g l i a n o, di Vi l l a n o va,

di Cr o ce Mosso, co m u ni d el c i r co n d a r io di Bie l l a, r i vo lgo no

a l la Ca m e ra p e t iz io ni co n fo r mi a q u e l le che p o r t a no i n u-

m e ri 6 7 0 6, 6 7 0 7.

P R E S I D E N T E . I l m in i s t ro d e l le finanze fa o m a gg io a l la

Ca m e ra di d u e ce n to o t t a n ta e s e m p la ri d e l la s t a t is t ica co m-

m e r c ia le d el 1 8 5 8.

Sa r a n no d is t r ib u i ti ai s ign o ri d e p u t a t i.

Lo s t esso s ign or m in is t ro di finanze o f fr e p u re a l la Ca m e ra

n o ve e s e m p la ri d el b i là n c io d e l la To s ca na p el 1 8 60 che s a-

r a n no d ep os i t a ti n e l la b ib l i o t e ca.

I n v i t o i s ign o ri r e la t o ri a ve n ir a l la t r i b u na p er p r e s e n t a re

a l la Ca m e ra le r e la zio ni di l e gge che t e n go no in p r o n t o.

P R E S E N T A Z I O N E » ' V M R E L A Z I O N E » E l i D E P U -

T A T O P E S C E T TO SU D U E P R O G E T T I » 1 L E f i f i E ,

« N O P E R I l i P R O L U N G A M E N T O D E L M O L O N U OVO ,

E L ' A L T R O P E R R I P A R A Z I O N I E M I G L I O R A M E N T I

N EL P O R T O D I G E N O V A .

P E S C E T T O , relatore. Ho l ' o n o re di p r e s e n t a re a l la Ca-

m e ra l a r e la z io ne su d ue p r o ge t ti di l e g ge s t a ti p r e s e n t a ti

d al m in is t ro d ei l a vo ri p u b b l i c i, u no p er i l p r o lu n ga m e n to

d el m o lo n u o vo, e l ' a l t r o p er r ip a r a zio ni e m ig l i o r a m e n ti n el

p o r to di Ge n o va, ( V. vo i. Doc.)

P R E S E N T A Z I O N E D 'U N A R E L A Z I O N E D E L D E P U -

T A T O GU A L T E R I O SU Q U A T T R O D I S E G N I D I

L E G G E P E R M O D I F I C A Z I O N I A L L A L E G G E G E N E -

R A L E D E L L ' I S T R U Z I O N E P U B B L I C A .

G U A L T E R I O , relatore. Ho l ' o n o re di p r e s e n t a re la r e la-

z io ne d e l la Co m m is s io ne in ca r ica ta di e s a m in a re q u a t t ro d i -

s e gni di l e g ge p r e s e n t a ti d al m in is t ro d e l la p u b b l ica i s t r u-

zione p er m o d i f ica zio ni a l la l e g ge ge n e r a le d e l l ' i s t r u z io ne p u b-

b l ica. ( V. vo i . D o c .)

P R E S E N T A Z I O N E D 'U N A R E L A Z I O N E D E L D E P U -

T A T O C A P R I O L O P E R L ' A C C E R T A M E N T O D E G L I

I M P I E G A T I V E N U T I A L L A CA M E R A N E L L E S E-

CO N D E E L E Z I O N I .

C A P R I O L O , relatore. Ho l ' o n o re di p r e s e n t a re la r e l a-

z io ne p er l ' a cce r t a m e n to d e g l ' im p ie ga ti ve n u ti a l la Ca m e ra

n e l le s e co n de e le zio n i. ( V. vo i. Doc.)

P R E S E N T A Z I O N E D 'U N A R E L A Z I O N E D E L D E P U -

T A T O V A L E R I O S UL P R O G E T T O D I L E G G E P E R

CO N CE S S I O NE D E L L A S T R A D A F E R R A T A A CA -

V A L L I D A N O V A R A A L L A C A V A D ' A L Z O .

V A L E R I O , relatore. Ho l ' o n o re di p r e s e n t a re la r e la z io ne

d e l la vo s t ra Co m m is s io ne s o p ra la l e g ge che vi p r o p o ne i l

Go ve r no di a d o t t a re s u l la co n ce s s io ne d e l la s t r a da fe r r a ta a

ca va l li da N o va ra a l la Ca va d ' Al zo. ( V. vo i. Doc.)

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TORNATA DEL 2 1 GIUGNO

PRESENTAZIONE D ' F I I REIAZIOME DEL DEPU-

TATO COPPIMO SCI. PROGETTO » 1 LEGGE POR-

TANTE MODIFICAZIONI AGLI ARTICOLI 9 0 E 1 3

DELLA LEGGE SULL'ISTRUZIONE PUBBLICA.

COPPINO, relatore. Ho l'onore di presentare alla Camera

la relazione sul progetto di legge presentato dal ministro per

la pubblica istruzione, portante modificazione agli articoli 70

e 73 della legge sull'istruzione pubblica. (V. voi. Doc.)

PRESIDENTE. Queste relazioni saranno stampate e di-

stribuite.

DISCUSSIONE INTORNO ALLA PRESA IN CONSIDE-

RAZIONE DEL DISEGNO DI LEGGE RELATIVO AI

LICEI DA CONSERVARE.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo sviluppo della

proposta di legge presentata dai deputati Michelini G. B . ,

Gustavo di Cavour, ed altri, relativamente alla conserva-

zione dei licei nei capoluoghi di circondario. Siccome l'onore-

vole G. B, Michelini, primo sottoscritto, dovette assentarsi

dalla Camera per alcuni suoi affari urgenti , do facoltà di

parlare a quell'oratore che intenda di svolgere questa pro-

posta.

DI CAVOUR G. Ne farò io lo svolgimento.

La proposizione che l'onorevole Michelini ha avuto l'onore

di presentare insieme ad alcuni de' suoi colleghi, fra i quali

mi glorio di essere, è una misura puramente conservativa e

provvisoria.

Può dirsi che sia una conseguenza logica, e direi quasi ine-

luttabile, della misura già presa dalla Camera, quando essa ha

votato la conservazione temporaria dell'Università di Sassari.

Ho esposto alla Camera il modo con cui siamo stati con-

dotti a fare questa proposta d'iniziativa parlamentare.

Nel seno della Commissione delle petizioni per il corrente

mese di giugno abbiamo dovuto esaminare un gran numero

di petizioni, parmi 22, presentate da municipi i quali si la-

mentano e vedono con grandissimo dispiacere che sia loro

tolto quel corso di filosofia, il quale fin ora era stato conside-

rato come il compimento e, per così dire, la corona degli

sludi secondari.

Tutti sanno che, per dare allo studio delle scienze filosofi-

che un maggiore sviluppo, la legge del 13 novembre scorso

ha stabilito che si separassero in modo assoluto i così detti

ginnasi dai nuovi licei.

I ginnasi sono destinati a dare tutta quella parte dell ' i-

struzione secondaria, la quale è come introduzione e pream-

bolo alle scienze filosofiche. Nei licei si dovrà dare quel poco

di scienza filosofica che è richiesta per coloro che vogliono

poi continuare gli studi, sia classici, sia legali, ed anche di me-

dicina ; infine tutte quelle carriere che esigono una cono-

scenza di questa scienza generale, che è, per così dire, la ra-

dice di tutte le altre scienze.

Questo concetto ha sicuramente del buono. Vi erano, Io

confessiamo, nell'antico sistema alcuni inconvenienti. Vi sono

certe piccole città in cui si erano instituiti dei collegi a fog-

gia dei collegi nazionali, ed in cui si dava anche l'insegna-

mento filosofico per soli due o tre alunni. Questi collegi credo

che sia ora ragionevole di ridurli ; non si può dire di soppri-

merli, ma di concentrare gli studi di filosofia in un centro

jmaggiore, in cui possa esservi maggiore scorta di mezzi, sia

da parte dei professori, sia dalla parte del gabinetto di fisica,

e di oggetti relativi alle scienze naturali, e d'altri sussidi che

aiutano ottimamente gli studi filosofici.

Ma bisogna considerare che negli anni precedenti, e, direi,

specialmente mentre era al Ministero dell'istruzione pubblica

l'onorevole presidente della Camera, il ministro aveva fatto

degli eccitamenti ai municipi ; eccitamenti lodevoli e ragio-

nevoli, con cui li aveva indotti a fare delle grandi spese per

migliorare i loro collegi, e portarli al livello dei collegi na-

zionali per l'estensione degli studi. Vi sono dei municipi, i

quali hanno fatto spese da SO a 60 ,000 lire per ottenere

questo risultato.

Ora, quando essi sono stati minacciati d'avere questi col-

legi, che, secondo un'espressione volgare, si direbbero de-

capitati, ridotti a semplici ginnasi, questi municipi solleva-

rono grandissimi lamenti.

Citerò il municipio di Vercelli. Questo municipio è oggi

soddisfatto, perchè ora è assegnato a quella città un liceo :

ma esso fu per alcuni mesi in dubbio se avrebbe un liceo, o

se i giovani vercellesi, che si consacrano a studi superiori,

dovessero andare nel liceo di Novara.

Quel municipio di Vercelli, che aveva speso moltissimo per

aver l'uso di un grande edificio, onde avere un collegio com-

piuto; che aveva fatto ciò dietro gli eccitamenti del Governo,

non con un assoluto affidamento, ma con una ben ragione-

vole fiducia che questo collegio durerebbe per molti anni;

sarebbe stato grandemente leso, se non in un diritto legale,

almeno nelle sue naturali e morali aspettazioni.

Il ministro attuale ha provvisto riguardo a Vercelli , che

era forse il caso più urgente ; ma, oltre il caso del municipio

di Vercelli, ce ne sono molli emolti altri. C'è la città di Biella

che ha mandato richiami ; havvi Pinerolo, Alba e molte altre

città.

Citerò anche nello stesso circondario di Torino la città di

Chieri, che ha comperato un grandioso edificio per avere un

collegio a foggia dei nazionali, il quale fu organato benis-

simo; riscosse applausi anche dalle autorità scolastiche che

lo visitarono. Adesso poi Chieri si trovava nel bivio o di do-

vere di nuovo spendere almeno 25 o 20 ,000 franchi per met-

tere su un liceo, oppure di perdere una gran parte dei van-

taggi che si era proposto coll'assumere queste spese per essa

molto gravi.

Trattasi infatti di un paese non molto ricco, il cui ter -

ritorio non è molto esteso e manca d'acqua per l'irriga-

zione.

Vennero conseguentemente alla Camera tutte le petizioni

di cui io parlava. Di queste venne già, nella seduta del 2h

maggio, un certo numero rimandato con voto favorevole al

Ministero, dietro relazione della Commissione delle petizioni,

nominata pel mese di maggio.

Altre petizioni simili furono demandate ad una delle Com-

missioni che erano state create per l'esame delle sei leggi

proposte dal ministro dell'istruzione pubblica. Su queste ha

in oggi riferito l'onorevole deputato Gualterio; e nella sua

relazione, che è stata deposta pochi momenti sono sul banco

della Presidenza, e che sarà stampata e forse distribuita do-

mani, o al più tardi dopo domani, a tutti i membri della Ca-

mera, si vedranno le considerazioni che egli ci ha esposto in

favore di queste petizioni.

Nel mese di giugno poi ne vennero altre in maggior nu-

mero ancora, che furono mandate alla Commissione delle pe-

tizioni del mese di giugno. Quella Commissione era piena-

mente d'accordo di rimandarle al Ministero con una viva rac-

comandazione; ma quando quella deliberazione eragià presa

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CAMERA DEI DEPUTATI — SESSIONE DEL 1 8 6 0

ed era già nominato il relatore, che era l 'onorevole Michelini, uno di noi nella Commissione venne a computare i giorni probabili di lavoro della Camera. Questi giorni sono un po' brevi ; siamo già al solstizio d'estate, in cui il soggiorno della capitale diventa qualche volta un po' gravoso. Abbiamo te-muto che, se il Ministèro doveva studiarle e farle studiare dal Consiglio superiore, de'cui lumi egli generalmente si vale, non gli sarebbe rimasto tempo; perciò abbiamo presentato un progetto, riducendolo al meno possibile.

La proposta quindi non ha niente che possa in alcun modo inceppare l'azione libera del ministro dell'istruzione pubblica, anzi la proposta non ha senso, se non in quanto il signor mi-nistro vorrà accettar la ; giacché si tratta soltanto di una fa-coltà che vogliamo fargli. Se passasse in legge questo nostro progetto, e che il signor ministro nulla volesse fare, sarebbe perfettamente l ibero; il potere legislativo gli avrebbe fatta una delegazione, egli non ne userebbe, e tutto sarebbe finito.

È vero che alcuni dei proponenti, e credo anche molti altri membri della Camera che appartengono specialmente a m u -nicipi che si trovano lesi dalla comminata misura di soppres-sione dei corsi di filosofia fuori dei licei, potranno in questa occasione sviluppare la questione e fare eccitamento al mini-s t ro ; ma la sua libertà non sarà meno intiera p e r c i ò .

Che cosa dice infatti il nostro primo articolo ? « Il Governo è autorizzato a conservare il corso di filosofia in quella città in cui attualmente esiste. » Questa è una autorizzazione, e nel nostro concetto, almeno nel mio, e credo anche in quello dei membri che siedono qui quali miei coproponenti, s'intende che si parla soltanto di quei collegi i quali sono in uno stato lodevole. Certamente, se in un qualche piccolo collegio di città assolutamente secondarie , difettassero gli studenti o mancassero i professori, o non vi fosse il gabinetto di fisica, o per qualunque altra causa gli studi di filosofia non si faces-sero in modo lodevole, noi saremmo i primi a consigliare al signor ministro di lasciar agire la legge del 15 novembre scorso. Ma ben altro sarà il caso nei collegi di primo ordine, in quei collegi specialmente che sono ancora recenti , in cui si fa un esperimento da due, tre anni, e in cui questo espe-rimento è lodevole, in cui questo stabilimento ha costato alla popolazione gravi sacrifizi pecuniari, sacrifizi fatti con lieto animo per il lustro della città natia, per il vantaggio della prole, e per ¡spargere in quei centri quelle nozioni che sem-pre possono favorire la propagazione dei lumi. Allora io sono persuaso che, quando il ministro sia investito di questo arb i -tramento, che certo non è l 'arbitrio assoluto, ma quello che si chiama arbitrio prudente, certamente egli conserverà gli stabilimenti che lo meritano ; e intanto si verrà a tranquillare le inquietudini di queste città.

Vi è un altro punto sul quale sembra che tutti siamo d'ac-cordo. Già altre volte si è per incidente discusso in questa Camera sul merito della legge 15 novembre 1859 ; l 'onore-vole ministro dell'istruzione pubblica ha detto allora con molta ragione che essa doveva essere da noi presa come punto di partenza, né questo può essere, a senso mio, con-trastato. Di più credo che contro questa legge siasi detto troppo più male che non meriti . Essa ha dei difetti nu-merosi , ma vi è anche del buono, e l ' irritazione cagionata da alcune misure, forse un po' dure, fece sì che nel pubblico essa sia generalmente screditata oltre misura.

Né converrà disfarne d'un colpo una parte ragguardevole, ma devesi concedere al ministro una specie di autorità pre-toria per temperare la crudità del nuovo diritto quando r ie -sce poco tollerabile.

Il legislatore del 15 novembre scorso, volendo introdurre in queste antiche provincie un sistema affatto nuovo, ha fatto come fanno i ministri innovatori , ha introdotto delle misure alquanto crude, le quali, stando alla lettera della legge, non potrebbero mitigarsi da chi è incaricato di recarle ad effetto.

Questo è ciò che vogliamo correggere con questa legge, che desideriamo vedere approvata in questi pochissimi giorni che ci separano dal termine della Sessione.

Noi non entriamo in altre quest ioni , proponiamo soltanto di dare al ministro d'istruzione pubblica autorità per poter me-dicare dolori veri di molti dei nostri più insigni municipi.

Mi restringo a queste poche parole, giacché credo sarebbe un abusare dei preziosi momenti della Camera il voler ora dare maggiore sviluppo alla nostra proposta.

G u a l t e r i o . Domando la parola per una questione pre-giudiziale.

p b e s i d ì ; k t £ . Il deputato Gualterio ha facoltà di par -lare.

« iTAi iTERKO. Credo mio debito d'informare la Camera che nella relazione che io ho presentato testé a nome della Giunta, la quale si è occupata delle quattro leggi presentale dal Mi-nistero dell'istruzione pubblica, si viene ad una conclusione in parte analoga alla domanda che fanno il signor Michelini e gli altri che hanno sottoscritto lo schema di legge.

Ora, siccome una votazione sulla presa in considerazione di tale proposta di legge potrebbe pregiudicare la questione delle proposte della Commissione, io domando che la discus-sione della proposta Michelini sia rimandata, per essere r i -presentata come emendamento, a quando si discuterà il pro-getto della Commissione.

M 4 M U S I , ministro per Vistruzione pubblica. Quanto a me, mi oppongo alla preferenza che si domanda.

Innanzi a tutto, ciò che importa di discutere è se la legge del 15 novembre debbe aver tempo ed agio di maturare la sua riforma, od anche la sua intera rinnovazione; ovvero se deve a pezzi a pezzi cadere e disfarsi, e porre il Ministero e il Governo nell'impossibilità di ben dirigere l ' insegnamento pubblico.

Adunque più presto si entrerà in tale discussione, e più io me ne chiamerò soddisfatto; e poiché oggi nell'ordine del giorno abbiamo precisamente una mozione di legge, la quale, se-condo me, inchiude virtualmente ciò che io desidero, vale a dire di conoscere se la legge deve almeno sussistere sino al compimento della riforma, o se essa deve essere sotto finti pretesti demolita e annullata in tutto ciò che ha di più so-stanziale, insisto perchè oggi medesimo si voglia cominciare questa importantissima discussione.

p r e s i d e n t e » Mi permetto di osservare, per la regola-rità della discussione e pel buon andamento dei nostri la -vori, che le conclusioni, presentate testé dal relatore della Commissione incaricata dell'esame di diversi schemi di legge del ministro per l'istruzione pubblica,saranno domani o pos-domani poste all 'ordine del giorno, salvo che vi sia una pro-posta che venga ad escluderle.

Ciò avvenendo, necessariamente la discussione di quel p r o -getto di legge della Commissione verrà in campo prima che quello presentato dai deputati Michelini G. B . , Gustavo di Ca-vour e da altri possa passare negli uffici, fare il corso ordi-nario e venire alla Camera come progetto di legge approvato da una Commissione.

Può adunque agevolmente scorgere il signor ministro che di necessità le conclusioni della Commissione, di cui è rela-tore l'onorevole Gualterio , verranno in discussione alla Ca-mera prima che possa venirci questo progetto, del quale

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TORNATA DEL 21 GIUGNO

ora non si tratta che per la presa in considerazione, che non risolve ancora la questione.

Quello che risolverà la questione, sarà la deliberazione sullo schema formolato da quella Commissione, oppure su questo progetto dopo che sia passato negli uffici.

Io dico questo unicamente per bene stabilire lo stato delle cose, ed accennare qual sia per essere l'andamento regolare d'entrambi i progetti.

ni CAVOUR, e. Domando la parola sulla questione pre-giudiziale.

MINISTR O PER L'ISTRUZION E PUBBLICI . Pieno di rispetto sempre alle osservazioni dell'egregio nostro presi-dente, farò notare due cose : innanzi tutto che la presa in con-siderazione potrebbe essere respinta, e, per esempio, io la re-spingo ; in secondo luogo, se mi è lecito pronunziare qui ciò che non ufficialmente, ma confidenzialmente mi è stato rife-rito, la relazione testé deposta sul banco del presidente con-clude appunto quello a cui accennava il signor presidente, e vale a dire, nega addirittura le proposte di legge, e ne pone un'altra in loro luogo.

Tutto questo non può forse aver valore nella Camera, per-chè non è che il riferimento di discorsi privati dai quali io credo di essere bene istruito del fatto. Per esempio, si do-manda la sospensione di tutto il titolo terzo della legge del 15 novembre, cioè tutto quello che si riferisce all'insegna-mento secondario; ed invece in una delle leggi si domanda-vano delle riforme per gli esami dell'Università. Vedano se c'è nessun rapporto fra tal mia legge e ciò che si propone dalla Commissione!

Del rimanente starò sempre al giudizio dell'ottimo presi-dente ed a quello della Camera.

PRESIDENTE. Perdoni il signor ministro, io ho fatto quest'osservazione unicamente per porlo in grado di cono-scere chiaramente lo stato in cui si trovano questi due disegni di legge, affinchè ciò gli servisse di norma nella discussione. Dissi ciò nell'intendimento di rischiarare la discussione, tanto nell'interesse del signor ministro, che nell'interesse della Ca-mera. Le osservazioni del presidente non possono avere e non hanno altra estensione.

MINISTR O PER L'ISTRUZION E PUBBLICA. Spero, in ogni caso, che si venga alla discussione sulla presa in consi-derazione della proposta.

PRESIDENTE. 11 deputato Di Cavour Gustavo ha facoltà di parlare sulla questione pregiudiziale.

DI CAVOUR G. Io non intendo per ora nè di accettare, nè di combattere la questione pregiudiziale; ma credo di dover dare qualche schiarimento su questa questione.

La proposta dell'onorevole Michelini e degli altri compro-ponenti fu firmata, credo, tre giorni fa; e fu soltanto questa mattina, anzi solo un'ora fa, che dalla compiacenza dell'ono-revole Gualterio ottenni visione della proposta che egli fa a nome di una speciale Commissione.

Quella proposta è molto più radicale della nostra; l'onore-vole relatore propone, a nome della Commissione, che sia sospeso tutto un titolo della legge 13 novembre 1859. Essa è dunque molto più radicale della nostra ; poiché noi vogliamo soltanto soddisfare ai desiderii vivissimi di molti municipi; e vogliamo arrestare, come già dicevo, un vero grido di dolore di varie cospicue città. * Per conseguenza la nostra proposta essendo molto meno discosta dallo stato attuale della legislazione, ed essendo di-retta a dare una facoltà al Ministero, credevamo che il mi-nistro non avesse difficoltà di accettarla. Ora sento che la combatterà; del che mi maraviglio un poco. Noi l'abbiamo

CAMERA DEJ DEPUTATI—Discussioni del 1880, 89

proposta credendola buona; la Camera potrà respingerla; ma a noi sembrava talmente naturale, che credevamo di avere una maggioranza dei due terzi o dei tre quarti della Camera. Ed è per questo che non abbiamo creduto di ritirarla imme-diatamente avanti l'altra più larga che venne formolata dal-l'onorevole Gualterio.

Del resto, io lascio parlare gli onorevoli miei colleghi in merito della presa in considerazione della nostra proposta.

PRESIDENTE. Il deputato Gualterio ha facoltà di parlare. GUALTERIO. Farò qualche avvertenza, per non lasciare

la Camera sotto l'impressione delle parole pronunciate dal ministro dell'istruzione pubblica.

Apparentemente egli ha ragione, perchè non sembra che ci sia nesso tra la proposta della Commissione sopra il pub-blico insegnamento ed il risultato al quale essa è venuta.

Senza entrare in ¡sviluppi precoci, debbo ricordare alla Camera che, con deliberazione del maggio, furono riman-date alla Commissione molte petizioni dei municipi i quali ri-clamarono contro i danni che loro ne venivano dall'applica-zione precisamente del titolo terzo della legge 13 novembre. Partendo da questo punto, e dovendo esaminare quelle peti-zioni, dovremmo di necessità venire ad una conclusione pra-tica.

La conclusione pratica fu una proposta, la quale sarà ap-prezzata e giudicata a suo tempo dalla Cartiera,

PRESIDENTE. Il deputato Mazza Pàtiftyha facoltà di par-lare.

MAZZA p. Mi pare che la Camera non possa non votare nel caso concreto la questione pregiudiciale. Evidentemente, quando si dovrà discutere del progetto di legge, il quale è esibito dalla Commissione, si dovrà trattare un più ampio ar-gomento di quello che entra nella proposta di legge che noi abbiamo sottoscritto. Perciò è chiaro che la discussione la quale oggi si facesse sopra il progetto nostro, sarebbe pregiu-diziale a quella che dovrà pure intavolarsi sopra il progetto di legge presentato dalle Commissioni per l'istruzione. Ora, queste Commissioni hanno diritto che la loro discussione non sia punto pregiudicata; che il loro dibattimento sia li-bero da ogni antecedente discussione, da ogni antecedente voto.

Di più, il nostro progetto di legge, qualora la presa in con-siderazione fosse discussa e votata, dovrebbe ancora passare agli uffici, il che porterebbe una perdita inutile di tempo, ed inoltre sarebbe pregiudicata, nel senso più sfavorevole allo stesso signor ministro, la discussione sopra il progetto di legge che è stato oggi presentato dalle Giunte per l'istru-zione.

Adunque, sia nell'interesse stesso della tesi propugnata dall'onorevole ministro, sia nell'interesse di quella che noi propugniamo, io credo che la Camera debba ammettere la questione pregiudiciale.

TECAS. Mi associo anch'io agli altri onorevoli miei colle-ghi nel chiedere alla Camera che voglia dare la precedenza alla proposta della Commissione, di cui è relatore l'onorevole Gualterio.

Ma però, nel ritirare per ora questo progetto di legge, io debbo pur dichiarare a nome dei miei colleghi, che, qualora la Camera respingesse le conclusioni della Commissione di cui è relatore l'onorevole Gualterio, non intendiamo con ciò pregiudicato il disegno di legge dì nostra iniziativa, e ci ri-serviamo di riproporlo, visto l'esito delle deliberazioni della Camera sull'altro progetto di legge. Se la Camera adotterà le conclusioni formolate in quel progetto di legge, resta neces-sariamente inclusa la nostra proposta ; se invece le respinge,

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CAMER A DEI DEPUT AT I — SESSIONE DEL 1 8 6 0

rimane ancora aperta la via alla proposta di legge di cui si chiedeva oggi la presa in considerazione.

PRESIDENTE. Allora si tratterebbe di questione sospen-siva e non della pregiudiciale.

BERTEA . Io osservo alla Camera che non sarà neppure necessaria una nuova presentazione di questo progetto di legge, in quanto che potranno i deputati che lo hanno pro-posto, ed ai quali mi associo, riprodurlo in via di emenda-mento nella stessa legge che venne presentata dalla Commis-sione di cui è relatore l'onorevole Gualterio.

MINISTR O PER II A PUBBLIC A ISTRUZIONE . Io f a rò

ancora presente alla Camera alcune ragioni per le quali desi-dero che si venga immediatamente all ' importante discussione dì cui è questione nella proposta che è ora sottoposta alle vo-stre considerazioni.

TEGAS. Non c'è più proposta; l 'abbiamo rit irata. PRESIDENTE. Finora non ho inteso che si sia esplicita-

mente rit irata la proposta : si è solo detto che se ne sospen-deva la discussione, per r iprenderla, se ne avvenisse il caso, dopo che si sarebbe visto l'esito della proposta fatta dalla Commissione. Io interpello adunque gli onorevoli deputati Tegas, Mazza e Gustavo di Cavour, che sono sottoscritti aquel progetto, a dichiarare se intendano ora rit irarlo ovvero di sos-penderne solo la discussione.

Se non dilucidiamo la questione, non potremo più andar avanti.

» 1 CAVOUR Abbiamo accettata la posposizione... PRESIDENTE. Allora è una sospensione, non rit irano

più la loro proposta.

COLOHRASII . Mi pare che, nell ' interesse della discussione e nell ' interesse dei deputati stessi che hanno presentato il progetto di legge, convenga che rit ir in o assolutamente la loro proposta, riservandosi di r ipresentarla , ove occorra , come emendamento alla legge a cui conclude la relazione dell'ono-revole Gualterio.

Questo mi pare sia il miglior mezzo di far valere nella di-scussione le loro idee e di far guadagnar tempo alla Camera.

TEGAS. Dichiaro a nome mio e dei miei colleglli che riti -r iamo la proposta.

AiiAs iA . Io credo che i signori Tegas, Mazza e Cavour Gustavo possono bensì r i t i rare la loro firma, ma non la pro-posta la quale porta anche la firma dell'onorevole Michelini... (Interruzioni)

DI CAVOUR G. Darò una spiegazione di fatto. L'onore-vole Michelini ci ha dichiarato che ci dava mandalo di rap-presentar lo, e credo di poter assicurare che egli confermerà i l nostro operato.

BERTEA . Domando la parola. (Rumori d'impazienza) PRESIDENTE. Le osservo che la discussione non può più

continuare dopo che venne rit irata la proposta.

BERTEA . È solo per rispondere ad un appunto del depu-tato Alasia.

Egli diceva che non potevasi r i t irare il proposto progetto, perchè rimaneva la firma dell'onorevole Michelini.

Ma io rispondo che, dal momento che tutti gli altri propo-nenti rit irarono la loro firma, e non rimane che la firma del-l'onorevole Michelini, quest i, non essendo presente, di sua natura diviene impossibile la discussione, perchè manca chi svolga la fatta proposta; epperciò l'onorevole signor ministro della pubblica istruzione combatterebbe una proposta che per ora non avrebbe alcun difensore.

PRESIDENTE. Hanno già dichiarato gli altri proponenti che parlavano a nome del deputato Michelini, c quindi la proposta resta definitivamente rit irata.

RELAZION E DI PETIZION I DICHIARAT E

D'URGENZA .

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca relazione di pe-tizioni dichiarate di urgenza.

Il deputato Mischi ha facoltà di parlare, MISCHI , relatore. Petizione 6719. Ventisette negozianti

e fabbricatori delle antiche provincie dello Stato espongono che, ad impedire il contrabbando, i fabbricatori di tessuti nostrali, come gl' introduttori di tessuti esteri sono tenuti nelle antiche provincie di far apporre una laminetta o con-trassegno alle varie pezze de' tessuti medesimi.

Una simile disposizione regolamenlaria non è in vigore in Lombardia se non per i tessuti esteri, ed anche per questi l 'amministrazione di quella provincia si rifiut a di contrasse-gnare i tagli delle pezze di tessuti che si staccano per servire il piccolo commercio, i quali sono così autorizzati a circolare l iberamente senza le dette lamine o contrassegni, contraria-mente a quanto si pratica nelle antiche provincie.

Questo regime diverso nelle diverse parti dello Stato faci-litando il contrabbando con danno degl'industriali nostri e delle finanze, i petenti chiedono un pronto provvedimento.

La vostra Commissione, considerando che il signor ministro delle finanze ha già presentata una legge avente per iscopo di uniformare in tutte le parti dello Stato le disposizioni che risguardano le dogane, e di far iscomparire l'anomalia che oggi si riscontra in questo ramo di pubblico servizio, re t to, come tutti sanno, da una sola tariffa doganale, ma da tanti regolamenti doganali parziali quanti erano i vecchi Stati ora felicemente scomparsi,

Opina sia da inviarsi la petizione, di cui ho l 'onore d ' in-trattenervi, agli archivi della Camera, perchè gli uffizi e la Commissione che verrà nominata per il progetto di legge pre-sentato dal signor ministro delle finanze possano averle quel riguardo che sia del caso.

(La Camera approva.) Petizione 6717. Il signor Tergolina Luigi, di Venezia, già

tenente di prima classe nell 'armata austriaca, e signori Sam-pieri Francesco e Montalbotti Ruggiero, entrambi d'Adria e già tenenti di seconda classe nell 'armata austriaca, espon-gono avere essi abbandonato, dietro regolare congedo, il ser-vizio nell 'armata austriaca, tosto che il farlo divenne ad essi possibile, cioè a dire appena finita l'ultima guerra.

Che, desiderevoli di prestare l'opera loro alla patria co-mune, essi indirizzarono replicate instanze a questo Ministero di guerra per essere collocati nel nostro esercito al posto e grado loro competente.

Che, lungi dall'essere mai esauditi, una disposizione recen-temente emanata dal Ministero della guerra toglie ai mede-simi ogni speranza. Ciò è l'ordinanza recentemente emanata che prescrive ai comandi militari di non accettare nel l 'eser-cito chiunque non appartenga alle provincie componenti que-sto regno.

Soggiungono credere essi che questa disposizione non possa venire loro applicata.

Conchiudono essere essi costretti di r icorrere alla Camera, perchè sia fatto luogo alle loro inslanze per avere nell 'eser-cito il posto e rango loro competente, e se ciò non può aver luogo, che sia loro accordato un impiego civil e in qualunque ramo di pubblica amministrazione.

La vostra Commissione, Considerando che l 'ammettere o il non ammettere un indi-

viduo, sia nell 'esercito, sia nell 'amministrazione civile, come

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altresì l'apprezzare i motivi dell'ammissione come del rifiuto, spetta esclusivamente al potere esecutivo, al quale incumbe anche la responsabilità degli atti dei proprii impiegati;

Considerando che non sarebbe nemmeno consono alla di-gnità della Camera il farsi sollecitatrice presso il Ministero per coloro che chiedono un impiego, come sostenitrice delle lagnanze di quelli che per una ragione o per l'altra non ven-nero esauditicene loro dimande;

Persuasa la Commissione d'altra parte che forse il Ministero avrà per l'avvenire, pei petenti di cui si tratta, i quali si tro-vano certamente in circostanze che li rendono meritevoli di riguardi, quella considerazione che non potè avere pel pas-sato, compatibilmente sempre però colle necessità del pub-blico servizio,

Per queste considerazioni, la vostra Commissione vi pro-pone l'ordine del giorno puro e semplice sulla petizione nu-mero 6717.

(La Camera approva.) Petizione 6723. Il maggiore Antonio Lissoni, di Milano,

già uffiziale dei dragoni Napoleone del regno d'Italia nel 1814, per non prestare, egli dice, un giuramento di fedeltà all'Austria, in opposizione ai suoi principii politici, e non ve-stire nemmeno un giorno la divisa austriaca, rifiutò non solo di continuare il servizio militare, ma puranche la pensione dovutagli, quantunque non provvisto di beni di fortuna.

Liberata la Lombardia nello scorso anno, l'esponente, ab-benchè quasi ottuagenario, offrì i suoi servigi al Ministero della guerra e chiese subordinatamente la sua pensione di ritiro.

Il Ministero della guerra, giudicando la domanda (dice il petente) secondo le leggi ordinarie sul diritto di pensione ed applicando al di lui caso le condizioni di durata e di conti-nuità del servizio, non fece diritto alla sua domanda.

Pare al petente che il Ministero abbia disconosciuto radi-calmente i termini della questione, giacché l'esponente (così egli dice) chiese la pensione quale lombardo veterano uffi-ziale del regno d'Italia e non già quale nuovo uffiziale appar-tenente all'esercito sardo.

La vostra Commissione : Quantunque la persona del signor Lissoni meriti tutta la

simpatia della Camera come del paese per la vita e le opere consacrate costantemente al bene ed alla gloria della nazione italiana, pure essa crede che il Ministero, colla sua determi-nazione, si è informato a quanto le leggi prescrivono, anche considerato il Lissoni siccome veterano dell'esercito del re-gno d'Italia, resistendo alla sua domanda, non solo per la ri-nunzia da lui fatta alla pensione nel 1814, ma anche per il tratto di tempo trascorso da quell'epoca al giorno d'oggi ;

Per queste considerazioni la vostra Commissione si vede obbligata a proporvi, sulla detta petizione 6723, l'ordine del giorno puro e semplice.

(La Camera approva.) bert ini, relatore. Petizione 6734. Marinetti Giuseppe,

causidico, di Torino, espone che, a termini dell'articolo 65 della legge 17 aprile 1839 intorno alla soppressione dei pro-curatori, i causidici che avessero compiuto un quinquennio di servizio sarebbero ammessi a sborsare la sola metà della cauzione per poter continuare l'esercizio della professione stessa.

Che, malgrado questa disposizione, la Corte d'appello di Torino la pensa diversamente, dichiarando cioè che, oltre al quinquennio di servizio, dovessero superare un esame, pagare l'intera cauzione e dovessero essere applicati ancora a qual-che ufficio di causidico.

Il petente invoca pertanto un provvedimento atto a far sì che la legge sia applicata secondo il vero suo spirito, nonché secondo la sua lettera.

La Commissione delle petizioni, ritenuto il disposto dell'ar-ticolo 65 della citata legge, considerato che dalla discussione che ebbe luogo in occasione dell'adozione di quella legge non risulterebbe essere intendimento di aggiungere altra condi-zione, vi propone l'invio al ministro guardasigilli per quei provvedimenti che potessero essere del caso.

(La Camera approva.) Petizione 6593. Il signor Giuseppe Aprile, da Pescetto

Alessandrino, per la terza volta si rivolge alla Camera, ed espone che nel 1821, essendo egli stato dismesso dall'impiego che occupava nella segreteria del Consiglio di giustizia di Alessandria, non potè continuare, con grave suo danno, l'in-trapresa carriera; che, stando al disposto della legge 14 ottobre 1848, gli spetterebbe il diritto alla pensione di ri-poso, che gli potrebbe competere come se avesse continuato nell'impiego.

La Commissione delle petizioni, al di cui nome ho l'onore di riferire, avendo esaminate le due petizioni precedente-mente presentate dall'Aprile, cioè la prima in gennaio 1853, e la seconda in marzo 1857, e le susseguite deliberazioni della Camera, la quale la prima volta passava all'ordine del giorno, e la seconda decideva fosse rinviata al Ministero di grazia e giustizia; e riveduti i titoli prodotti, e specialmente l'attesta-zione giudiciale dalla quale risulta ohe l'Aprile era veramente nel 1821 addetto alla segreteria del Consiglio di giustizia di Alessandria, che ne veniva rimosso per superiore disposizione per causa politica; e che, sebbene potesse nascere il dubbio se l'Aprile fosse a quel tempo impiegato governativo oppure collaboratore privato del segretario, tuttavia avrebbe dovuto d'ordine del Governo abbandonare il posto da cui ritraeva il vitto, e che gli avrebbe più tardi servito di scala a più ele-vata posizione, che gli dava poi diritto alla pensione, ha con-chiuso che fosse nuovamente rimandata al ministro di grazia e giustizia per quei riguardi che crederà del caso.

(La Camera approva.) GiRiiiiiENzoNi, relatore. Riferisco alla Camera, a nome

della Commissione delle petizioni, sulla petizione 6733, presentata dal municipio di Tempio.

11 Consiglio comunale di Tempio, esponendo come tutta la Gallura per una particolare eccezione fu esclusa dal benefi-cio che il Parlamento accordava a tutte le altre provincie di avere una strada nazionale, e rappresentando la misera e de-plorabile condizione in cui versa quella provincia, chiede che sia presentato nell'attuale Sessione legislativa un progetto di legge speciale che provvegga alla costruzione di una strada nazionale, la quale da Sassari, traversando l'Anglona e pas-sando per Tempio, faccia capo al comune di Terranuova.

La vostra Commissione, fattasi a considerare che la Gallura, la quale possiede tanti elementi di prosperità, è cinta da aspri monti e traversata da torrenti che ingrossano nella sta-gione piovosa, senza via e senza ponti, e mancante perciò di mezzi di comunicazione, è costretta a rimanere stazionaria nella via del progresso in cui avanzano tutte le altre popola-zioni, vi propone il rinvio di questa petizione al signor mi-nistro de' lavori pubblici, perchè trovi modo di soddisfare al più presto possibile al giusto desiderio del municipio di Tempio.

(La Camera approva.) »s cj l tovr e., relatore. Colla petizione 6697, parec-

chi Genovesi, esercenti industrie che li assoggettano all'im-posta detta delle gabelle accensate, espongono alla Camera

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CAMERA DEI DEPUTATI — SESSIONE DEL 1860

vari gravami contro questo tributo, che vuoisi confessare es-sere ovunque assai impopolare.

Questa petizione è rivestita di 216 firme e ripete lamenti già molte volte esternati; non si trovano in essa esposti fatti specifici che possano gettare nuovi lumi sopra questa qui-stione, nè considerazioni che non sieno già state molte volte messe in campo.

D'altra parte però fu già ripetutamente riconosciuto che le basi attualmente adottate per la riscossione dell'imposta ga-bellaria lasciano molto a desiderare. Già tre volte nelle pas-sate Legislature il Ministero propose intorno a questo tributo progetti di riforma, che non poterono essere pienamente di-scussi, ma che provano però l'opportunità di sottomettere a nuovo esame ed a nuovi studi questa importante materia. Non si può poi ragionevolmente dubitare che nel lavoro ge-nerale di perequazione delle imposte, che dovrà sollecita-mente abbracciare tutte le provincie del nuovo regno, le ga-belle accensate dovranno essere riformate, e molto modificate, per addolcire quanto sarà possibile il peso che esse arrecano alle popolazioni.

La presente petizione potrà forse in allora consultarsi con qualche vantaggio. Quindi, a nome della vostra Commissione, ho l'onore di proporvene il deposito agli archivi della Ca-mera.

cot tv-b i » ©sino. Io non potrei aderire alle conclu-sioni della Commissione, giusta le quali la petizione ora rife-rita dovrebbe essere rimessa agli archivi della Camera. Essa contiene reclami di molto rilievo sull'imposta del canone ga-bellarlo ; ed io credo sia necessario che non si lasci passare occasione alcuna per eccitare il Ministero a provvedere ad una perequazione delle imposte; perciò, a vece di rimandare que-sta petizione agli archivi, io propongo che sia inviata al Mi-nistero, onde provveda come è di ragione e giustizia.

ni Citvoui i e., relatore. La Commissione ha preso in seria considerazione i motivi or ora addotti dall'onorevole Cotta-Ramusino, che erano già stati molte volte messi innanzi in questa Camera. Ma essa ha considerato che questa peti-zione non poteva gettare nuova luce su questa materia, dac-ché essa non fa che ripetere che l'imposta è impopolare. Que-sto si sa già; ed è per ciò che.non si è creduto di doverla ri-mandare con raccomandazione al Ministero. Considerando però che essa è estesa in termini convenienti, ed è firmata da 216 persone, la Commissione ha creduto di rinviarne il depo-sito agli archivi della Camera. Siccome essa non mette in-nanzi niente di nuovo, si credette cosa superflua di riman-darla al Ministero.

Del resto, credo chela Commissione non metta grande im-portanza intorno a questa decisione, nè voglia opporsi a che sia rimandata al Ministero, dacché collo stabilire che venisse depositata agli archivi della Camera credette già di darle un lieve segno di simpatia.

PARETO. Domando la parola. presidente. Ha facoltà di parlare. pereto. Ho domandato la parola per appoggiare la pro-

posta dell'onorevole Cotta-Ramusino. Il mandare agli archivi una petizione è quasi un seppellirla, ed io credo che di que-sta non sia il caso. Essa riguarda una materia importante, una materia da cui dipende anche la popolarità nostra e del Governo , perchè non si abbia a metterla in oblio. Crederei molto più conveniente di rimandarla al Ministero per richia-mare sempre più la sua attenzione sopra un tributo che è causa di tanti inconvenienti. Coll'annessione delle nuove Pro-vincie bisognerà naturalmente venire ad una perequazione dei tributi : se facciamo vedere che questo balzello è gra-

vissimo, che presenta tanti inconvenienti, non verrà in mente al Ministero di applicarlo alle altre provincie, e cercherà il modo di provvedere con mezzi convenienti al buon andamento delle finanze, ed in pari tempo di contentare le popolazioni ed i comuni, i quali sono aggravatissimi da questo canone. Perocché bisogna ricordare che in molti comuni, non po-tendo esso essere pagato dagli esercenti contemplati dalla legge, deve sopperirvi l'erario comunale, epperciò questi co-muni non possono intendere ad alcuno di quei miglioramenti di cui è più sentito il bisogno.

Io credo adunque che sia conveniente mandare questa pe-tizione al Ministero, come eccitamento a studiare seriamente questa materia del canone gabellano , onde trovi il modo di portare un rimedio ad una delle cause più gravi del malcon-tento del popolo.

presidente, La Commissione propone il rinvio agli ar-chivi della Camera della petizione, di cui si è testé dato let-tura ; invece il deputato Cotta-Ramusino vorrebbe che fosse inviata al Ministero delle finanze.

Pongo ai voti la trasmessione al Ministero delle finanze. (La Camera approva.) di C4voiiRG.,reiatore. Colla petizione 6718, Costello

Francesco, antico militare ed usciere presso al Ministero della guerra, e con lui sei altri veterani ricorrono alla Camera, la-mentandosi di alcune disposizioni prese dal ministro della guerra relative alle giubilazioni degli uscieri addetti ai vari dicasteri dello Stato, che sieno insieme antichi militari.

La vostra Commissione ha dovuto rilevare che il petente già si era una prima volta diretto alla Camera, la quale in se-duta del scorso maggio passò all'ordine del giorno sulla sua domanda.

Ora i petenti non allegando fatti o documenti nuovi che possano modificare l'opinione della Camera, la vostra Com-missione non può far altro che riproporre una identica con-clusione per l'ordine del giorno.

(La Camera approva.) Colla petizione 6712, le Giunte municipali del manda-

mento di Sarnico, provincia di Bergamo, espongono alla Ca-mera le misere e ristrette circostanze in cui si trovano le popolazioni di quel mandamento, in seguito ai danni gravis-simi loro recati dalla crittogama e dalle esorbitanti imposte di cui negli anni scorsi l'amministrazione austriaca aveva specialmente onerata quella loro regione. Da essi si allega essere la loro miseria paragonabile a quella della vicina Val-tellina, la quale ha ricevuto largo sollievo, ed implorano un provvedimento, se non affatto simile, almeno analogo, cre-dendolo loro dovuto per parità di ragioni.

Ove il caso non risultasse di una gravità eccezionale, ci sembrerebbe certamente pericoloso l'aprire una porta ai ri-chiami cui la strettezza delle nostre finanze non ci permet-tesse poi di arrecare un sensibile rimedio.

Ma, a fronte delle allegate circostanze che sembrano vera-mente affatto speciali e gravi, la vostra Commissione ha cre-duto poter essere il caso di ordinare il rinvio di questa peti-zione al signor ministro dell'interno per quei riguardi che potessero forse venire consigliati dalle circostanze.

(La Camera approva.) CAVAiiEiimi ci., relatore. Sulla petizione 6695 la Commis-

sione non riferisce, perchè mancante de' requisiti voluti. Egualmente non riferisce sulla petizione 6662, di cui nel-

l'elenco stampato e distribuito ai deputati, perchè il petente ha ora ritirata la sua domanda.

Colla petizione 6708, Maria Grandi, da Brescia, figlia di un impiegato morto in attività di servizio nel 1838, espo-

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nendo di essere affatto priva di beni di fortuna, incapace per fisici malori di dedicarsi ad alcuna occupazione, e di non aver ottenuto dal cessato Governo austriaco tranne che un assegno di grazia di annui fiorini 60, pari ad italiane lire 155, chiede alla Camera l'aumento del sussidio.

Non spettando alla Camera l'accordare sussidi, e non a-vendo neppure la petente fatto constare di aver già ricorso al Ministero, la Commissone vi propone l'ordine del giorno.

(La Camera approva.) Petizione 6692. Con decreto del luglio del 1859 il go-

vernatore di Lombardia mandava pubblicare nelle provincie lombarde tutte le leggi sulla caccia vigenti nelle antiche Pro-vincie del regno. Così, mentre fu ridotta a sole lire 10 la tassa per la caccia con armi da fuoco, che in Lombardia era mag-giore del doppio, fu invece notabilmente accresciuta quella per la caccia colle reti.

Di questa modificazione si lagnano 78 abitanti del manda-mento di Gandino, circondario di elusone, provincia di Ber-gamo, i quali chiedono perciò sia diminuita la tassa per la caccia delle reti, e sia ad un tempo accordata la facoltà, me-diante una speciale contribuzione all'erario, di esercitare la caccia anche nei mesi di giugno e luglio della nota specie di uccelli detti becc'a forbice o becco incrociato, che rare volte fanno passaggio per queste provincie, o, quando lo fanno, av-viene solamente nei mesi di giugno e luglio.

Una modificazione alle leggi sulla caccia non è atto che si possa compiere immediatamente. L'esercizio del dritto natu-rale di caccia vuole essere coordinato coi riguardi dovuti spe-cialmente alla proprietà, all'agricoltura e coli'interesse che merita la conservazione del selvaggiume ; tant'è che nel 1853, non ostante le lunghe e gravi discussioni fatte massime dagli uffici e dalla Commissione, la Camera, ben lungi dall'approvare il progetto di modificazione che aveva presentato il Ministero, si limitò a sanzionare tre articoli di ben poca importanza.

Prima di porre mano adunque ad una nuova legge vogliono essere assunti e dati e studi che pongano e il Governo e la Ca-mera in grado di soddisfare a tutti i bisogni dianzi accennati.

Una legge nuova però a tempo opportuno converrà pure che sia approvata dal Parlamento all'oggetto di introdurre una uguaglianza di legislazione anche su questa materia nelle provincie parmensi, modenesi, di Romagna e di Toscana. La Commissione pertanto vi propone di trasmettere la petizione al signor ministro dell'interno, perchè tenga conto delle con-siderazioni in essa esposte, allorquando si tratterà appunto di redigere un progetto di legge generale sulla caccia.

vinetti. Parmi sarebbe meglio inviare la petizione si ministro di agricoltura e commercio, perchè la petizione riguarda specialmente la caccia che si fa colle reti, e questa caccia, per la natura della selvaggina per cui si fa, riguarda, a mio avviso, in ¡special modo l'agricoltura.

Del resto poi, se al giorno d'oggi questa materia non è ancora passata al Ministero d'agricoltura e commercio, e ri-mane tuttora nelle attribuzioni del Ministero dell'interno, allora io ritiro la mia proposta.

cavjlkjIìIni e., relatore. Se il progetto di legge che fu presentato dal Ministero, tendente appunto ad instituiré il nuovo Ministero d'agricoltura e commercio, avesse già otte-nuta la sanzione dei tre poteri dello Stato, l'onorevole San-guinetti avrebbe perfettamente ragione ; ma siccome sinora quel progetto non fu approvato che dalla Camera, e la cac-cia dipende attualmente ancora dal Ministero dell'interno, egli è perciò che la Commissione ha proposto il rinvio al Mi-nistero medesimo.

wrksioewte. Se non vi sono altre osservazioni, s'inten-

deranno approvate le conclusioni della Commissione per l'in-vio della petizione al ministro dell'interno.

(La Camera approva.) CAVAiiiiiNi relatore. Petizione 6710. Se v'ha peti-

zione la quale meriti tutta la vostra simpatia e tutti i riguardi vostri, ella è certamente quella su cui ho l'onore di riferirvi. (rivi segni d'attenzione)

Lorenzo Bonetti s'arruolava volontario nelle file del nostro esercito. Faceva la campagna di guerra dell'anno 1848 per l'indipendenzad'Italia; faceva pure contro gli Austriaci la cam-pagna di guerra del 1849; e dopo d'avere percorso i diversi gradi della gerarchia militare, nominato capitano nel 1859, conduceva con risoluzione e slancio la sua compagnia all'at-tacco del 24 giugno nella battaglia di San Martino, e da prode vi perdeva la vita.

Dopo la morteglifuaccordata la medaglia al valore militare. Egli lasciava adunque di sè gloriosa memoria; ma ad un

tempo, o signori, lasciava anche inconsolatae nella più squal-lida miseria una vedova con quattro teneri figliuoletti.

La vedova, la signora Camilla Galleani, ricorreva al signor ministro della guerra perchè le fosse assegnata la pensione che l'art. 27 della legge 27 giugno 1850 accorda alle vedove dei militari morti in battaglia; ma il signor ministro, sulla considerazione che la signora Galleani avesse contratto ma-trimonio senza esserne stata autorizzata, e che, a termini del testuale disposto dell'art. 55 di detta legge, la vedova non ha diritto a pensione, se il di lei matrimonio, contratto mentre il marito si trovava in servizio effettivo od in aspettativa, non fu autorizzato nel modo prescritto dai regolamenti militari, dichiarava di non potere, sebbene con increscimento, ricono-scere nella ricorrente un diritto alla pensione, non senza però soggiungere anch'egli che la posizione di questa vedova fosse veramente tale da far desiderare di vederla costituita in ra-gione per conseguire l'implorata pensione.

Veniva quindi respinta la domanda ed accordato invece un misero sussidio una volta tanto di lire 150.

In seguito a questa ripulsa del Ministero, la petente ricorre alla Camera per conseguire quella ricompensa che anche dopo la loro morte la patria deve a'suoi più valorosi difensori.

La vostra Commissione si è fatta a considerare che per il fatto del matrimonio contratto senza l'autorizzazione del Go-verno, il Bonetti, in virtù delle disposizioni della legge sullo stato degli ufficiali, emanata posteriormente alla legge del 27 giugno 1850, emanata cioè il 25 maggio 1852, il capitano Bonetti era stato, nel 1855, sospeso dall'impiego e collocato in aspettativa, la quale poteva produrre la conseguenza di escluderlo affatto dal servizio. Che invece per benignità del Re, e dopo che si ravvisò espiato quel fallo, il capitano Bo-netti fu nuovamente richiamato in servizio; che la di lui riam-messione al servizio effettivo induceva necessariamente l'ac-cettazione al servizio dell'ufficiale ammogliato e la sua riabi-litazione; che, se sarebbe stato duro atto rinfacciare ulterior-mente al prode ufficiale Bonetti una colpa già espiata ed estinta, sarebbe ben più duro ancora rinfacciarla all'infelice di lei vedova.

La vostra Commissione considerò eziandio che il matrimo-nio del capitano Bonetti colla signora Galleani ebbe luogo il 30 luglio 1848, e che invece la legge opposta dal Ministero alla petente emanò posteriormente, cioè addì 27 giugno 1850, legge perciò che assolutamente non potrebbe essere applicata ai fatti avvenuti prima della di lei pubblicazione, e che non può quindi colpire la signora Galleani.

Signori ! È questo uno di quei casi, nei quali il potere ese-cutivo (e lo ha detto lo stesso signor ministro della guerra

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— 710 — CAMERA DEI DEPUTATI — SESSIONE DEL 1860

nella risposta data alla vedova Bonetti) soffre con dolore i vincoli della legge, e nulla meglio desidera che di trovare modo che la legge si pieghi a riconoscerei diritti dell'umanità.

La vostra Commissione vi ha detto i motivi per cui crede che, anche a fronte del disposto dell'art. 35 della legge 27 giu-gno 1850, possa il Ministero concedere la pensione domandata dalla vedova Bonetti.

Signori! Il giugno 1859, quando il valoroso capitano Bonetti conduceva con gagliardia e slancio la sua compagnia al terribile attacco di San Martino, e le palle nemiche gli fo-rarono il sacro petto, io non credo che il pensiero rapido, volando in seno alla sua famiglia, gli abbia contristata la glo-riosa agonia... Egli dava alla patria la vita !... La patria non avrebbe lasciato mancare il pane a'suoi figli !. .. (Bene! bene!)

Certo è con questa fiducia in cuore che moriva il Bonetti ; e la vostra Commissione ritiene più certo ancora che la patria non verrà meno alla fiducia del moribondo eroico suo soldato. (Bravo!)

La vostra Commissione vi propone perciò unanime la se-guente deliberazione :

Ritenuto che per le condizioni speciali in cui si trova la si-gnora Camilla Galleani, la legge 27 giugno 1850 nonè di osta-colo a che sia accordata alla petente la pensione stabilita dal-l'art. 27 della legge medesima, rinvia la petizione al signor ministro della guerra, invitandolo a provvedere in tale con-formità. (Segni generali di approvazione)

presidente. Se nessuno domanda la parola, porrò ai voli le conclusioni della Commissione.

(La Camera approva.) caval l ini «., relatore. Petizione 6755. Diciannove av-

vocali di Milano chiedono sia abolita la tassa di lire austria-che 500 stabilita dal cessato Governo per l'esercizio dell'av-vocatura, e ciò perchè, mentre per lo passato questo eserci-zio era vincolate e sottoposto a speciali restrizioni, attual-mente, in forza di una disposizione emanata dal Governo del Re nel mese di ottobre prossimo passato, furono ammessi circa 200 nuovi avvocati ad esercitare la loro professione in Lombardia.

La Commissione, Considerando che tale provvedimento del Ministero non

ebbe altro scopo che quello di estendere su più larghe basi l'esercizio della professione di avvocato, onde arrivare a quella libertà di esercizio che vige nelle antiche provincie dello Stato ;

Considerando che con questa disposizione ministeriale nulla fu innovato alle altre disposizioni risguardanti l'esercizio del-l'avvocatura in quelle provincie, epperciò conservata quella concernente la tassa di cui è lagnanza;

Considerando che se in Lombardia gli avvocati sono tenuti ad una tassa d'ingresso, tassa a cui non sono sottoposti gli av-vocati esercenti nelle antiche provincie, questi però d'altra parte sono tenuti ad una tassa annua e fissa piùgrave di quella variabile a cui sono soggetti gli avvocati in Lombardia ;

Considerando d'altra parte che è desiderabile che in que-sta, come nelle altre istituzioni, si venga ad una uniformità di trattamento in tutte le parti dello Stato,

Per queste considerazioni, la vostra Commissione è d'av-viso sia da trasmettere questa petizione al signor ministro di grazia e giustizia, perchè, quando si venga ad una uniformità di disposizioni risguardanti l'avvocatura in tutte le parti dello Stato, si tenga della medesima quella considerazione che del caso e giustizia.

(La Camera approva.) «jhiates, relatore. Petizione 6709. Il Consiglio comu-

nale di Brivio espone alla Camera che colla legge dell'or-dinamento comunale e provinciale 1859 veniva creato capo di mandamento Brivio nella provincia di Como; che però col decreto sull'ordinamento giudiziario veniva stabilita per ora la residenza della giudicatura mandamentale nel luogo di Merate.

Il Consiglio comunale di Brivio reclama contro questa disposizione, essenzialmente appoggiandosi a questi molivi, che Brivio fu in ogni tempo ritenuto come il capo della Brianza, e che nel secolo scorso la sua giurisdizione si esten-deva lino alla Vallassina.

Che se il regno d'Italia per alcun tempo trasferiva da Bri-vio a Merate la pretura, fatto sta che veniva a ciò rimediato nel 1815, ed era di nuovo in Brivio stabilito, e la giudicatura e la commissaria, alla quale Brivio veniva anche provvedendo colla costruzione di nuovo locale.

Che quanto a centro di popolazione, Brivio è ben lungi dal-l'essere inferiore al luogo di Merate, anzi lo supera, e in ma-teria d'importanza di paese portano i petenti, come argomento a favore di Brivio, la quota d'imprestito che veniva stabilita dal Governo austriaconell854,Iaqualeerafissata in L. 56,000 per Brivio, mentre non era che di lire 44,000 per Merate.

Accenna ancora il Consiglio comunale di Brivio all'impor-tanza storica e alle tradizioni di quel comune; ma essenzial-mente insiste per sostenere le sue domande sul disposto della legge 20 novembre 1859 sull'ordinamento comunale e provin-ciale.

La vostra Commissione si fece capace di queste considera-zioni che venivano esposte dal Consiglio comunale di Brivio, e ritenuto che il decreto stesso, il quale fissava la residenza della giudicatura mandamentale nel luogo di Merate, accen-nava come questa disposizione non fosse che provvisoria, vi propone l'invio di questa petizione al ministro guardasigilli, affinchè, o in una disposizione speciale riflettente questa giu-risdizione, o in una generale disposizione riflettente tutta la circoscrizione giudiziaria ne tenga quel conto che sarà del caso.

(La Camera approva.) Petizione 6701. Ambrogio Nani, notaio a Spigno, rappresenta alla Camera

che la legge sull'ordinamento giudiciario fa diritto ai segre-tari di giudicatura e vice-giudici di esercitare anche il nota-riato.

Dice che questo è un porre i notai, che esercitano l'uf-fizio di segretario di giudicatura e di vice-giudice, in una con-dizione privilegiata.

Contro questo privilegio egli reclama dicendo incompati-bile l'ufficio di vice-giudice e segretario di giudicatura con quello di notaio, e accenna l'incompatibilità che la legge sta-bilisce tra l'uffizio di patrocinante e quello di giudice, e per una certa analogia che il petente crede di vedere tra questo caso e la condizione di chi esercita a un tempo la segreteria del giudice e il notariato, chiede alla Camera che voglia ad-divenire ad una modificazione a questo riguardo della legge dianzi accennata.

La Commissione, riconoscendo non esservi incompatibilità tra l'uffizio di segretario di giudicatura o vice-giudice, e quello di notaio; riconoscendo non potersi ravvisare analogia di sorta tra chi cumula l'uffizio del segretario di giudicatura con quello di notaio, e colui il quale esercita a un tempo l'uffizio di giudice e di patrocinante ; ritenuto poi che la qualità di vice-giudice e di segretario di giudicatura non è tale da rendere come privilegiata in chi l'esercita la qualità di notaio, inoltre trattandosi di uffiziali depositari della fede pubblica ; consi-

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— 71 i TORNATA DEL 21 GIUGNO

derando non potersi impedire a chi avesse in loro maggior fiducia di ricorrere ad essi pel rogito degli atti; ritenuta poi ancora questa speciale considerazione, che tanto meno questi uffiziali farebbero concorrenza agli altri notai, in quanto che quelli non sono tenuti a calcolo nella limitazione che la legge fa del numero dei notai esercenti;

Per tutte queste considerazioni la vostra Commissione vi propone l'ordine del giorno puro e semplice su questa peti-zione.

(La Camera approva.) BOTTERO, relatore. Colle petizioni 6700 e 6705, molti

maestri elementari della città di Torino, e il

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CAMERA DEI DEPUTATI — SESSIONE DEL 1 8 6 0

oppormi a l l 'autor i tà di V. E . , ed aveva la coscienza di non

far cosa c h e potesse a t t i ra rmi r i m p r o v e r o ; dappoiché giudi-

cava c h e , c o m e il gonfa loniere dei B a g n i si e ra inteso col vi-

car io spir i tuale di q u e l paese , così il gonfa loniere di questa

c i t tà si fosse inteso con l ' È . V. o col suo vicario g e n e r a l e .

« Io potrei col fin qui detto t e r m i n a r e la mia l e t te ra , c e r t o

di non avere in nulla a l te ra ta la ver i tà , e di avere esposto

quel tanto che può bas tare per giust i f icarmi. Nondimeno,

confidando nella bontà de l l 'E . V . , mi p e r m e t t o aggiungere

qua lche r i f lessione di non poca impor tanza .

« Nella mat t ina del 13 s t a n t e , a l lorquando io mi recava

alla pr imazia le , una mezz 'ora pr ima della funzione, era tale

negli animi lo e s a s p e r a m e n t o , il f r e m i t o , l ' indignazione, per

aver visto che tutto era s tato tolto di chiesa , perfino il SS . S a -

c r a m e n t o — c o m e se quel la venerabi le bas i l i ca , invece di

dover r i suonare per l ' eco dei sacri cant ic i e per le voci di

una molt i tudine quivi accorsa a r ingraz iare Iddio pel b e n e -

ficio s ingolar iss imo dello S ta tuto , fosse stata p e r divenire una

sala da bal lo , o c o m e se avesse dovuto e n t r a r v i una masnada

di Turchi — che doveva con ragione temers i di un d e p l o r a -

bi le avvenimento .

« Ora io domando r i s p e t t o s a m e n t e a l l 'È . V. se , con ques to

inc i tamento nel popolo ad una sol levazione, non vi fosse stata

a l t r iment i la funzione, già con pubblici manifesti annunziata ,

che ne sarebbe avvenuto . Io t r e m o al solo p e n s a r l o ! E b b e n e ,

per evi tare i graviss imi disordini che s a r e b b e r o potuti n a -

s c e r e , io , non esito a d i r lo , avrei ce lebra to anche senza il

permesso . Mi perdoni l ' È . V. questo p e n s i e r o ; ma sento in

m e che il desiderio di r i sparmiare un doloroso acc idente , a c -

compagnato forse anche dallo spargimento del sangue, l ' a -

v r e b b e vinta sopra ogni a l t ra disc ipl inare considerazione.

« Qualunque sia per essere i l giudizio del l 'E . V. intorno al

mio opera to , saprò r i s p e t t a r l o ; c o m e saprò r i spet tare q u a -

lunque al tra determinazione sia in grado di p r e n d e r e a mio

r iguardo.

« Mi p e r m e t t a rassegnarmi coi sensi della più profonda v e -

neraz ione , della E. Y . » ecc .

Quale r isposta abbia fatto a questa l e t te ra il cardina le a r -

civescovo vi è reso manifesto dalla necess i tà in cui si t rova

ora l ' egregio sacerdote di r i c o r r e r e a voi col la sua p e t i -

z ione.

La vostra Commiss ione , considerando che pur troppo in

var ie part i dello S l a t o , e mass ime nel la provincia di Pisa si

e b b e r o a veri f icare disordini ed abusi per par te de l l ' autor i tà

super iore eccles iast ica ; che il p e t e n t e , da quanto consta al la

Commissione (e c o m e r isul ta dai document i anness i ) , non ha

a l tro demer i to t ranne que l lo di essers i sempre mostra to an i -

mato dai più vivi sent iment i a favore della patr ia i t a l i a n a ;

Che lo stesso petente non e r a stato diffidato dai suoi supe-

r ior i ecc les iast ic i di as teners i dal c a n t a r e il Te Deum nel

g iorno anniversar io dello S t a t u t o , ma aveva anzi plausibili

motivi per c r e d e r e che l ' autor i tà ecclesiast ica vi a s s e n t i s s e ;

R i tenuto inol t re che il sacerdote Giovanni Gigli nel c e l e -

b r a r e quel la funzione rel igiosa fu spec ia lmente spinto dal

desiderio di ev i ta re un confl i t to t ra i c i t tadini , che già e ra

i m m i n e n t e , e che a v r e b b e prodot te funest iss ime conseguenze ;

Che per ciò egli si m e r i t a tutt i i r iguardi del Governo , il

qua le non mancò in casi analoghi al suo dovere di s t e n d e r e

soccorrevole la mano a ' s a c e r d o t i b e n e m e r i t i che invocavano

la sua p r o t e z i o n e ;

P e r quest i motivi la vostra Commissione vi propone il r i n -

vio della pet iz ione al Ministero di grazia e giustizia per tutt i

quei provvediment i c h e ne l l ' in teresse , massime del p e t e n t e ,

ravviserà più opportuni e convenient i ,

t u r a t i . Domando di par lare .

Non s o l a m e n t e io c redo che si debba p r e n d e r e in c o n s i d e -

razione la pet iz ione , ma eziandio r i tengo che , onde non aggra-

v a r e lo S t a t o , sia da p r e n d e r e la seguente d e t e r m i n a z i o n e :

che quando qualche ecc les ias t ico , per avere pres ta to la sua

opera nel le funzioni r i c h i e s t e da l l ' autor i tà , e mass ime in o c -

casione del le feste-del lo S t a t u t o , sia stato pr ivato , col la s o s -

pensione a divinis, d e ' s u o i reddi t i , e trovisi in is tato di biso-

gno , sia posta in di lui favore , per mezzo della potestà s e c o l a r e ,

la quale s i curamente ha ingerenza sul t e m p o r a l e , sia posta ,

dico, sotto seques t ro tanta par te di reddito del benef ic io di

colui che indeb i tamente ha pronuncia ta la sospensione , quanta

basti per m a n t e n e r e quel che n 'è v i t t ima, finché sia r iabi l i -

tato . (Risa di approvazione)

b o t t g r o . L 'onorevo le preopinante ben vede c o m e io

non potre i par la re in nome della C o m m i s s i o n e , la qua le non

posso in questo momento i n t e r p e l l a r e ; per a l t ro debbo fargl i

osservare c h e la sua proposta , equivalendo ad una proposta

di l egge , non può in questo m o m e n t o su due piedi v e n i r di -

ba t tu ta .

S i c c o m e per a l t ro anch ' io reputo che il mezzo proposto

dal l 'onorevole T u r a t i s a r e b b e uti l issimo per impedire gli a -

busi del l 'a l to c l e r o , gli faccio animo a p r e s e n t a r e un apposito

proget to , e per quanto è in m e gli p r o m e t t o il più caldo ap-

poggio, per modo c h e , quand 'anche gli mancassero altr i vo l i ,

può già sin d 'ora andar s icuro del mio .

T U R A T I . Io ho creduto di dover fare le mie osservazioni

su questa pet izione : ad ogni modo p o t r e b b e r o anche for -

m a r e il soggetto di una proposta di l egge .

A S P R O N I . Domando la paro la . ( I lar i tà )

Io vorrei che i deputat i informat i della legislazione toscana

mi sapessero dire se per avventura colà non fosse ancora in

vigore una legge leopoldina , la quale appunto conteneva una

disposizione cons imi le a quel la c h e stava tes té proponendo

l 'onorevole deputato T u r a t i .

Non vi ha dubbio c h e l ' autor i tà c ivi le non si può i n g e r i r e

nel le cose che appartengono al la potestà de l l 'ord ine ecc les ia-

s t ico , e quindi non può l ' autor i tà c ivi le r e p r i m e r e l ' eccesso

che l 'Ordinario potesse c o m m e t t e r e valendosi del la sospen-

s ione a divinis.

S e io male non mi appongo, in Toscana vi e ra ques ta l e g g e ,

c h e , quando un vescovo sot toponeva un p r e t e al la sospensione

a divinis, dietro r icorso di questo sacerdote a l l ' autor i tà s e -

co lare , si r i ch iedevano gli a t t i per v e d e r e , col p a r e r e di

dott i canonis t i , se fosse o no giusta la infl i t tagli censura e c -

c les ias t ica , e , in caso che non si fosse t rovala giusta e c o n -

forme al le disposizioni c a n o n i c h e , l ' autor i tà c ivi le a l lora i m -

poneva un ' indenni tà sui b e n i tempora l i del vescovo , il q u a l e

con quel la provvidenza andava molto più guardingo nel d e -

c r e t a r e siffatte sospensioni .

Domando se questa legge è ancora in v igore in T o s c a n a ,

p e r c h è al lora non vi sarebbe che m a n d a r e la pet iz ione al Mi-

nis tero con ingiunzione di appl icare questa legge .

A R A . Io approvo i n t e r a m e n t e l ' intenzione della C o m m i s -

s ione e vorre i b e n e che col s is tema da essa adottato potesse

o t t e n e r e l ' in tento di favorire l 'onorevole sacerdote il qua le

ha saputo in c ircostanze s t raordinar ie mostrars i buono e l i -

b e r o c i t t a d i n o ; ma temo che non si possa o t t e n e r e Io scopo,

perchè , se viene s e m p l i c e m e n t e trasmessa la pet izione a l l ' o -

norevole s ignor ministro di grazia e giustizia, il medes imo

non può a meno che di a iutarlo per mezzo di sussidio, e noi

abb iamo molt iss imi esempi c h e , qua lunque sia la buona i n -

tenzione del minis tro di grazia e giustizia, non si potè o t t e -

n e r e quello che si des iderava dalla Camera .

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TORNAT A DEL 21 GIUGNO

Siccome io credo opportuno che la Camera provveda, ed anche per l'avvenire, perchè pur troppo di frequente vediamo succedersi questi inconvenienti, io desidererei che si adot-tasse un sistema che possa in qualunque modo provvedere a questi casi; ed è che la petizione non solamente venisse tras-messa al ministro di grazia e giustizia, ma anche, in questo caso attuale, al ministro della pubblica istruzione.

Ho sentito, mi pare, dalla petizione che questo sacerdote, stato testé privato del diritto di dire la messa, era professore nell'Università; che ha cessato anche dall'avere questa qua-lità, e mi pare che i requisiti li possa avere per essere pro-fessore. Quindi desidererei che si trasmettesse la petizione al ministro per la pubblica istruzione, onde esso veda se non sia il caso di dare ad esso un impiego.

Credo che così si otterrà anche il vantaggio, pel bene dello stesso petente, di avere un impiego e di non essere sussidiato.

Questo sarebbe una specie d'invito che la Camera farebbe al ministro per la pubblica istruzione a provvedere un impiego nell'istruzione a quei preti che per soli motivi politici ven-gono sospesi, ben inteso quando essi hanno i requisiti per essere nominati professori; in tal modo si farebbe vedere che il Governo cerca con tutti i mezzi di migliorare la condizione dei preti ingiustamente perseguitati e di utilizzare il loro ta-lento.

Di modo che la mia istanza consiste in ciò, che di questa petizione sia trasmessa copia non solamente al ministro di grazia e giustizia, ma anche a quello per la pubblica istru-zione.

MINISTR O PER SJA. PUBBLIC A ISTRUZIONE . Io Oli incarico volontieri di accogliere, per mia parte, la petizione di cui è discorso; e quindi,se è vero che il sacerdote sospeso a divinis abbia sufficiente facoltà d'insegnare utilmente, io, caeteris paribus, lo preferirò.

TECCHIO. Il provvedimento proposto dal deputato Ara involge un temperamento che si potrebbe dire palliativo, ma che non partecipa di quel sistema radicale che fu, secondo me, molto opportunamente proposto dal deputato Turati.

Io credo che vi abbia modo di attuare il provvedimento proposto dall'onorevole Turati; poiché, giorni sono, abbiamo votato una legge della quale era relatore l'onorevole Panat-toni, colla quale vennero estesi alla Toscana, fra gli altri, al-cuni articoli della nostra legge sul Consiglio di Stato, e spe-cialmente l'articolo 21, nel quale è detto : « Può inoltre il Consiglio, se ne è richiesto, provvedere sui sequestri di tem-porali e sugli altri atti provvisionali di sicurezza generale. »

Che domanda in sostanza il signor Turati? Egli domanda appunto che, pei casi simili a quelli del prete Gigli, venga posto un sequestro sulla temporalità del vescovo o dell'arci-vescovo che, abusando del suo potere, sospende a divinis un sacerdote solamente perchè ha eseguito le leggi dello Stato.

Io quindi proporrei che la petizione non fosse solamente diretta al ministro di grazia e giustizia, ma venisse anche di-retta al ministro dell'interno, affinchè questi si rivolgesse al Consiglio di Stato, il quale vedrà se non siavi luogo d'ap-plicare l'articolo 21 della legge organica del Consiglio mede-simo.

PRESIDENTE. Il signor relatore ha facoltà di parlare. ROTTERO, relatore. Io accetto molto volentieri tanto la

proposta dell'onorevole Ara , quanto quella dell'onorevole Tecchio ; farò solamente osservare che la Commissione aveva proposto il rinvio ad un solo ministro per essere più sicura che la petizione venisse presa in considerazione ; imperocché non dobbiamo illuderci sopra l'esito di proposte troppo com-plicate, e dobbiamo sempre temere che un documento rac-

C A ME tu DEI DEPUTATI—Discussioni deli 860. 90

comandato a tre ministri, sia dimenticato da tutti e tre nella lusinga che i compagni se ne occupino. E intanto il petente resta colle mani in mano.

Ora però che tali proposte hanno fatto oggetto di discus-sione in questa Camera, il pericolo d'un tale risultato è molto minore, ed è per ciò che aderisco molto di buon grado.

Risponderò nello stesso tempo all'onorevole Asproni che, quando la Camera rinvìi la petizione al ministro di grazia e giustizia, lo scopo a cui egli mira sarebbe raggiunto qualora esista realmente in Toscana la legge a cui accennava, perchè il ministro evidentemente sarà nella necessità di confor-marsi alle leggi in vigore.

Lo stesso dirò all'onorevole Tecchio; rinviando questa pe-tizione al Ministero dell'interno, senza far altro cenno, questi è obbligato a provvedere secondo che la legge gliene dà l'in-dicazione e i mezzi. Ogni difficoltà è adunque tolta.

TOSCANEIÌEI . Non rammento la legge della quale ha parlato il deputato Asproni; ma so benissimo che un decreto del Governo provvisorio della Toscana richiama in vita tutte le leggi leopoldine. Essendo adunque quelle leggi in attività, sarei di parere che, qualora si potesse, venissero applicate.

PANETTONI. Allorché l'onorevole deputato Asproni in-terpellava i rappresentanti inviati a questo Parlamento dalla Toscana, io, non presumendo di rispondere per tutti, lasciava che altri sorgesse a parlare. Ma parmi che rimanga tuttora incerto se in Toscana esista la legge a cui alludeva il prefato interpellante; né il problema sembrami bastantemente riso-luto da quanto disse l'onorevole Toscanelli. Bisogna dunque che io tenti, se a me sarà dato, di spiegare quale sia lo stato della legislazione toscana in proposito.

Le leggi leopoldine statuirono diversi ordini disciplinari a riguardo del clero; ma erano tutte disposizioni le quali ri-manevano alla potestà discrezionale del Governo, e dipende-vano dai provvedimenti che egli avrebbe liberamente adot-tati nei singoli casi. Non v'ha dunque in quelle leggi altro che certe prescrizioni generiche e nulla che attenga al modo esecutivo e dirò anche coercitivo. Esisteva bensì in Toscana una instituzione, quella del regio diritto ; instituzione la quale essendo di fondazione medicea, intendete bene che non aveva forme nè limiti , ma aveva tanto di merito e tanto di bontà, quanta ne possedevano personalmente i magistrali che copri-vano quella carica.

Io però devo rendere testimonianza ai magistrati che sos-tennero le funzioni del regio diritto in Toscana; imperocché furono veramente illustrazioni della scienza giuridica, e fe-cero quel meglio che si poteva sotto un principato che era pur sempre dispotico.

Ma, appunto perchè nelle leggi leopoldine non si trovano stabiliti precisamente i casi, le forme e le disposizioni coer-citive, così dubito non sia previsto il caso di trasportare a carico dell'ordinario quello che egli avesse occasionato di danno con indebite privazioni o irragionevoli sospensioni a carico di un sacerdote.

Si interponeva veramente in casi analoghi il segretario del regio diritto, e poteva farlo utilmente. Ma perchè? Perchè al-lora le funzioni del Governo e del clero andavano d'accordo e il segretario del regio diritto riusciva a provare ai vescovi, anche canonicamente, il loro abuso, o essi ne venivano più ri-solutamente ammoniti dal principe, alle di cui volontà non era allora di moda il fare opposizione. Ma ora quest'accordo non esiste più, come non esiste più il segretario del regio diritto.

Rimanendo questo abolito nel 1818, fu surrogato dal mi-nistro degli affari ecclesiastici, senzachè la Costituzione di

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CAMERA DEI DEPUTATI — SESSIONE DEL 1 8 60

quel tempo conservasse al ministro facoltà dispotiche e senza che fossero delegate a quel Consiglio di Stato analoghe giu-risdizioni. Ora la Toscana è parte del regno italico, sotto l ' impero dello Statuto. Che cosa dunque potrebbe fare il mi-nistro? Interporsi con t rat tat ive presso il super iore ecclesia-stico ? Non sarebbe di sua convenienza, e poi neppure o t-te r rebbe alcun r isul tamento.

Per al tro io r i tengo coll 'onorevole Tecchio che, quando la presente petizione sia r inviata al ministro di giustizia, egli possa benissimo farne un reclamo al Consiglio di Stato. E se (dico se per non pregiudicare la quistione) se il Consiglio di Stato, viste anche le leggi leopoldine, t roverà ragioni suffi-cienti per applicare l 'ar t. 21 e spingerlo al sequestro nel caso at tuale, parmi che sarà raggiunto in qualche modo giuridico quel fine che si proponeva l 'onorevole Turat i, ed a cui ha fat to eco l 'onorevole deputato Tecchio.

BERTEÌL . Domando la parola. Io avvert irò che da questo articolo 21 ne potrebbe bensì

der ivare il sequestro a danno dei vescovi od arcivescovi, ma non ne der iverebbe alcun vantaggio al sacerdote colpi to: d i-verrebbero entrambi poveri. Per r imediare veramente al danno di quest 'u l t imo converrebbe in ogni caso che i redditi sequestrati fossero poi aggiudicati al petente nel senso p ro-posto dall 'onorevole deputato Turat i, qualora però la Camera si accosti alla proposta da esso fat ta.

CEHPINI . Farò solo un'osservazione, la quale t roncherà, credo, la discussione sopra quest 'ul t imo punto.

Si parla qui oggi dalla Camera di t rovar modo di applicare alla specie del sacerdote Gigli il disposto dell 'art icolo sul Consiglio di Stato.

Faccio r i f lettere alla Camera che quest 'art icolo è attual-mente inapplicabile, e ciò per due ragioni. Pr ima di tutto perchè il fatto del sacerdote Gigli è anter iore all 'epoca in cui si pensò ad estendere questa disposizione alla Toscana. In se-condo luogo perchè neppur oggi in Toscana non abbiamo quest 'art icolo come legge, giacché la sua estensione a quella provincia è stata, è vero, approvata dalla Camera dei depu-ta l i , ma non fu tal legge nemmeno presentata al Senato. Quindi penserei che la Camera dovesse cercare e trovare il modo migliore di esser uti le al sacerdote Gigli, che ha sof-fer to per compiere il proprio dovere verso lo Stato, ma ab-bandonasse un mezzo che non è legalmente applicabile.

VECCHIO . Domando la parola. PRESIDENTE. Il deputato Tecchio ha facoltà di par lare.

VECCHIO . Io cer tamente non m'oppongo a che si prov-vegga pel sacerdote Gigli, anzi lo desidero.

Non parmi però che nella tesi generale sussista l 'obbie-zione sollevata dall 'onorevole Cempini. La legge che abbiamo votata pochi giorni or sono è una legge di giurisdizione e di ordine pubbl ico; la quale di conseguenza anche pei principii del nostro Codice civil e po t rebbe, tostochè sia adottata dal Senato e pubblicata regolarmente, indurre effetto retroatt ivo.

E quand'anche ella non possa agire nel caso del sacerdote Gigli , sarà sempre bene di aver r ichiamata l 'attenzione della Camera, del ministro e del Consiglio di Stato sull 'applicazione da farsi dell 'art icolo 21 ; perchè, quando una volta gli arcive-scovi ed i vescovi sappiano che per codeste sospensioni a di-

vinili possono essere chiamati a rendere ragione al Consiglio di Stato, e possono soffr ire il sequestro sulle loro temporal i tà, cer tamente le sospensioni a divinis si vedranno di molto di-minui te.

TOSCJLNEIÌIÌI. Sarei di parere che converrebbe molto r i -volgersi meno ai preti affinchè cantassero i Te Deum ; ma pna volta che esiste la legge che si r i ferisce alla festa dello

Statuto, mercè la quale i preti sono obbligati a celebrare, debbono essere ancora garant i t i, qualora i superiori eccle-siastici si valgano del loro potere onde infligger loro delle pene come quella che ha subito il sacerdote pisano.

In questo stato di cose, mi rivolgo al ministro di grazia e giustizia, affinchè, verificandosi simili casi, provveda onde i sacerdoti che conciliano i loro doveri ecclesiastici coi civil i siano suff icientemente garant i t i.

PRESIDENTE. Pongo dunque ai voti le conclusioni p ro-poste dagli onorevoli Ara, Tecchio. . .

ÌLFIERI . Domando la parola. PRESIDENTE. Ha facoltà di par lare. ALFIERI . Io domando che siano distinte le due p ro-

poste.

PRESIDENTE . S o no t r e.

ALFIERI . Intendo par lare di quelle dei deputati Ara e Tecchio. Domando che siano dist inte, perchè quella massima colla quale si vorrebbero regalare al Ministero dell ' istruzione pubblica tutti i preti che venissero sospesi, non mi pare molto oppor tuna; quindi proporrei che si votassero separatamente le due proposte.

PRESIDENTE. La divisione è di dir i t to. OTTANA . Occorre uno schiar imento. L'onorevole Tecchio ha domandato che la petizione fosse

anche trasmessa al ministro del l ' interno, probabi lmente c re-dendo che per farne poi la trasmessione al Consiglio di Stato sia necessaria l 'opera di detto ministro. Ora, siccome si sa-rebbe chiesto che la petizione venisse pure mandata al guar-dasigilli, io r i tengo che ciò possa essere bastante, perchè è pur desso quello che fa la comunicazione al Consiglio di Slato, e per conseguenza credo che con detto invio al guar-dasigilli l 'effetto sarebbe lo stesso. Quindi mi pare che ora !a quest ione debba essere posta solamente, se si debba t ras-met tere al guardasigi l l i, od anche al ministro del l ' istruzione pubblica.

PRESIDENTE. Il deputato Tecchio insiste nella sua p ro-posta non ostante queste osservazioni ?

TECCHIO . Si mandi pure al signor ministro di grazia e giustizia, purché sia inteso che l ' invi o ha luogo anche per gli effetti del l 'art. 21 della legge organica sul Consiglio di Slato.

PRESIDENTE. Allor a porrò pr ima ai voti le conclusioni della Commissione, quindi l 'al tra proposta che r iguarda l ' in -vio della petizione al ministro del l ' istruzione pubblica.

Pr ima però darò la parola al deputato Ara. ARA . Io credo che l 'onorevole deputato Alfier i non ha

compreso la mia proposta, perchè ha usato espressioni, che cer tamente, se l'avesse compresa, non avrebbe adoperate.

Egli teme che io, colla mia proposta, volessi regalare i preti sospesi a divinis al ministro dell ' istruzione pubblica.

I preti io non li regalo a nessuno; per conseguenza io credo che non ha interpretato bene la mia proposta.

Io ho voluto dire, e lo dico f rancamente, che il Governo si occupi d i re t tamente di quelle persone le quali si compro-mettono sostenendo la causa italiana come la sosteniamo noi.

Nel fare la mia proposta ho creduto di dare al Governo un mezzo di poter r imediare gli effetti delle decisioni di coloro che usano del loro dir i t to, dir i t to che dicono ecclesiastico, per tenersi soggette le persone le quali debbono essere indi-pendent i.

Io desidero che la mia proposta sia intesa nel suo vero senso, e non messa in ridicolo, come ha fatto l 'onorevole de-putato Alfieri , senza averne dir i t to.

PRESIDENTE. Comunque sia, la divisione è di dir i t to, ed essendo chiesta, non si può r i f iutare.

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TORNATA DEL 21 GIUGNO

Pongo prima di tutto ai voti le conclusioni della Commis-sione, le quali sono per l'invio della petizione al ministro di grazia e giustizia.

(La Camera approva.) Ora pongo a partito la proposta del deputato Ara, che cioè

questa petizione sia pure inviata al ministro sopra l'istruzione pubblica...

MINISTR O PER L'ISTRUZION E PIIBBLICA . Certo che io non ho alcuna difficoltà di accettare questo rinvio, perchè aveva già espresso in quale significazione accettava la proposta dell'ottimo Ara.

Quando questi sacerdoti, che si trovano nel caso della per-sona di cui si parla, avranno capacità e potranno essere pre-feriti ad altri, allora il ministro si adoprerà per impiegarli nell'istruzione pubblica.

PRESIDENTE. Il relatore ha facoltà di parlare. BOTTERO, relatore. Quando io (in mio nome particolare,

perchè non ho potuto interrogare la Commissione) ho accet-tato la proposta dell'onorevole Ara, io mi vi sono indotto perchè vedeva già un pegno sicuro della capacità del sacer-dote Gigli nell'essere egli già stato professore in una Univer-sità, come è ricordato nella petizione.

lo spero che dopo questa osservazione i timori dell'onore-vole ministro saranno calmati.

Poiché ho la parola, dirò brevemente all'onorevole Alfieri che, quando si proponesse di accettare nel Ministero dell'i-struzione pubblica tutti i preti sospesi, egli avrebbe diritto di far le meraviglie d'una sì enorme pretesa, e di rifiutarla, come la rifiuterei anch'io ; ma, quando si tratta di accettare un prete, che potrebbe dare nella sua persona stessa l'esem-pio del patriottismo e del martirio a'suoi allievi, noi possiamo essere convinti che questo prete, per l'esempio suo stesso, sarebbe un insegnante di gran valore, poiché darebbe ai gio-vani quell'insegnamento di virtù cittadine che conduce alle grandi imprese, e non tutti i maestri sono in grado di dare.

PRESIDENTE. Il deputato Massei ha facoltà di parlare. MASSEI. Io sono tenuto a prendere la parola, perchè il

ricorrente abate Gigli ha creduto che un compagno di sven-tura, qual io mi sono, potesse colla sua parola avere qualche efficacia presso la Camera, onde vedere esaudita la sua di-manda.

Io debbo dire che il Gigli è dotto, non meno che probo, e merita tutte le simpatie di quest'Assemblea; il ministro della pubblica istruzione non potrà fare una scelta migliore che destinandolo a professore di gius canonico.

Da molto tempo egli ha dato alla cattedra di Pisa non dub-bie prove della sua dottrina ed abilità, ed io credo che un tal professore in una Università dello Stato non potrà a meno che fare onore al ministro che lo avrà proposto. (Bene! Bravo !)

PRESIDENTE. Metto ai voti l'invio della petizione anche al ministro della pubblica istruzione.

(La Camera approva.)

PRESENTAZIONE DI «JN DISEGNO DI LEGGE DEL MINISTR O DELLA GUERRA.

FANTI , ministro della guerra. Ho l'onore di presentare un progetto di legge già votato nel Senato per dar facoltà al Governo di ammettere nei corpi dell'artiglieria e del genio gl'ingegneri laureati. (V. voi. Doc.)

PRESENTAZIONE DI TRE SCHEMI DI LEGGE DEL MINISTR O PER LE FINANZE.

WEGEZZI , ministro per le finanze. Ho l'onore di rasse-gnare alla Camera il progetto di legge, onde siano erette in legge due disposizioni date per decreto reale, che proibirono la esportazione della paglia e della calce verso il confine au-striaco e il pontificio. (V. voi. Doc.)

Presento pure due altri schemi di legge, uno per approva-zione di maggiori spese sul bilancio delle finanze 1859 e pre-cedenti, relativamente a parecchie categorie che riguardano il Ministero delle finanze; l'altro per maggiori spese sul bi-lancio 1859 del Ministero dell'interno per adattamento della sala delle adunanze della Camera dei deputati. (V. voi. Doc.)

PRESIDENTE. La Camera dà atto ai signori ministri della presentazione di questi disegni di legge.

VOTAZION E DEI DISEGNI DI LEGGE PER MAGGIOR I SPESE PER IL SERVIZI O TELEGRAFIC O E AG-GIUNTE AL BILANCI O TOSCANO I 860,

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione sul progetto di legge per maggiore spesa ripartibile fra le ca-tegorie 49 A, B, C del bilancio dei lavori pubblici (servizio dei telegrafi). Darò lettura del progetto di legge:

« Articolo unico. È approvata la maggiore spesa di lire 64,566 19 sul bilancio del Ministero dei lavori pubblici per l'esercizio 1859, ripartibile come infra:

Cat. Vò. A. Personale L. 30,441 45 Cat. 49. B. Spese d'uffizio e diverse . . . . » 5,888 01 Cat. 49. C. Spese di manutenzione . . . . » 28,236 73 La discussione generale è aperta. Nessuno chiedendo di parlare, si passerà alla discussione

dell'articolo unico testé letto. Lo metto ai voti. (È approvato.) Ora viene la discussione sul disegno di legge per autorizza-

zione di maggiori spese e spese straordinarie sul bilancio Ì860 delle provincie toscane.

Prima di darne lettura, darò facoltà di parlare al deputato Peruzzi, il quale intende di fare una questione pregiudiciale su questo schema di legge.

PERUZZI . Rinuncio alla parola. PRESIDENTE. La discussione generale è aperta. Nessuno chiedendo di parlare, si passerà alla discussione

speciale degli articoli : « Art. 1. Sono autorizzate sul bilancio della Toscana le

maggiori spese e le spese straordinarie descritte nell'unito quadro per la complessiva somma di lire 259,607 54. »

(La Camera approva.) « Art. 2. La ripartizione di tali spese fra il bilancio 1860

e quelli degli esercizi avvenire, e l'applicazione loro ai bi-lanci dei vari Ministeri, ed ai titoli dei bilanci stessi, in quanto concerne l'esercizio 1860, avranno luogo in conformità del quadro sovra menzionato. »

(La Camera approva.) Si procederà ora alla votazione per isquittinio segreto di

entrambi questi progetti di legge. Do intanto lettura dell'ordine del giorno per domani. (Fedi

sotto)

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Risultato della votazione del disegno di legge : «Maggiore spesa ripartibile fra le categorie 49 a, b, c del bilancio dei lavori pubblici. (Servizio dei telegrafi) *>

Presenti e votanti 186 Maggioranza 94

Voti favorevoli 182 Contrari 4

(La Camera approva.) Risultato della votazione del progetto di legge : « Au-

torizzazione di maggiori spese e di spese straordinarie sul bilancio 1860 delle provincie toscane. »

Presenti e votanti 188 Maggioranza 9b

Voti favorevoli 184 Contrari 4

(La Camera approva.) Il deputato Toscanelli ha facoltà di parlare. TosciiEiiti. Desidererei di muovere interpellanze al

ministro della pubblica istruzione, onde sapere qual sistema intende tenere per far sì che in tutto il regno vi sia, in fatto di pubblica istruzione, una legge generale ed uniforme.

Queste mie interpellanze, se il ministro non ha alcuna dif-ficoltà, le farei domani.

presidente. Siccome tra due o tre giorni si discuterà il disegno di legge, presentato quest'oggi, relativamente allo stesso argomento, così io credo che nell'occasione della discus-sione generale di tale progetto l'onorevole deputato Toscanelli potrà fare quelle osservazioni che a tale proposito stimerà opportune. (Si ! si ! Bene.')

Del resto l'ordine del giorno per domani fu già letto ed ap-provato.

MINISTR O PER E. I PVBK1.1C1 ISTRUZIONE. Se la Camera ammette queste interpellanze, io non ho motivo al-cuno per non accettarle.

presidente. Neppure io mi oppongo ; dico solo che fra due o tre giorni l'onorevole deputato Toscanelli potrà soddis-fare ampiamente al suo desiderio nella discussione generale del disegno di legge a cui ho dianzi accennato.

toscjlneijIìI . Se la Camera non ha niente in contrario, farei queste interpellanze domani; tanto più che il ministro della pubblica istruzione è disposto ad accondiscendervi.

mini st r o dei j l ' i s t ruzi on e PUBBLICA. Potrebbe essere che l'interpellanza del preopinante chiarisse molto, e preparasse quindi utilmente la prossima discussione.

presidente. Io ho fatto quest'avvertenza che credetti opportuna nell'intento di non duplicar la discussione ; del restOi la Camera domani giudicherà se dovrà mutare l'ordine del giorno di cui le ho già dato lettura. In fine del medesimo 10 collocherò quest'interpellanza, come prò memoria ; la Ca-mera deciderà poi nella prossima tornata se l'interpellanza dovrà farsi subito, o essere differita dopo due o tre giorni.

La seduta è levata alle ore 4 1/4.

Ordine del giorno per la tornata di domani:

1° Interpellanze del deputato Depretis al presidente del Consiglio de' ministri circa i provvedimenti da prendersi in sollievo de'danneggiati dalla guerra d'indipendenza;

Discussione dei progetti di legge: 2° Concessione di una ferrovia a cavalli da Novara ad Alzo; 3° Accertamento del numero de' deputati impiegati eletti

11 6 e il 10 maggio; 4° Relazione di petizioni.