Tiziano Scarpa, Venezia è Un Pesce. Una guida

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7/17/2019 Tiziano Scarpa, Venezia è Un Pesce. Una guida http://slidepdf.com/reader/full/tiziano-scarpa-venezia-e-un-pesce-una-guida 1/47  Venezia è un pesce Tiziano Scarpa d ig ital Pub lish ing

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Non è vero che tutto è già stato scritto. Prendete Venezia: che cos'altro dire di originale su una città descritta da centinaia di poeti, romanzieri e viaggiatori di tutto il mondo? Eppure l'autore di questa guida molto sui generis, molto documentata, molto innamorata, sembra esserci davvero riuscito. Facendoci strada nella sua Venezia, Tiziano Scarpa trascura il solito elenco di itinerari e monumenti. Accompagnatore corporeo, cicerone spirituale, racconta le esperienze fisiche e emotive che si possono fare soltanto nella città lagunare, in nove capitoli che danno ascolto agli organi del corpo e dell'anima: i piedi, le gambe, il cuore, le mani, il volto, le orecchie la bocca, il naso, gli occhi. Leggendole proverete le peripezie sensitive e sentimentali che si vivono solo qui: perché Venezia, prima ancora che un'anomalia urbanistica, è un modo inedito di stare al mondo, è l'esistenza reinventata da cima a fondo, è un laborioso e complicato capriccio dell'Essere.

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Indice

1 Mani ............................................................................................   5

2   Volto .............................................................................................I I

3  Orecchie ..................................................................................... 1 6

4  Bocca .............................................................................................20

5  N a s o..............................................................................................

25

6  Occhi.............................................................................................37

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i Mani

Ti viene spontaneo toccarla. La sfiori, l’accarezzi, le daibuffetti1, la pizzichi, la palpi2. Metti le mani addosso a Venezia.Ti appoggi sui parapetti3  dei ponti. Le balaustre del ponte di

Rialto sono state lucidate da milioni di mani: segno che anche tuti stai portando via qualche molecola di pietra. Ti restaimpigliata4 sui polpastrelli5, nei solchi delle impronte digitali.

Fai scorrere le mani sulle basse cancellate6  di metallo aridosso dei canali.

Allarghi le braccia e riesci a toccare tutte e due le pareti diuna calle7, da una parte all’altra. In quelle più strette nonriusciresti nemmeno a sgomitare8. Sembrano tagliate su misurasulle tue spalle: ti viene quasi da percorrerle di profilo. Te nesegnalo una dietro campo9  san Polo: si chiama proprio calleStretta, larga sessantacinque centimetri.

Grattugi10  gli intonaci sfarinati11, i mattoni corrosi, pieni difessure. Organizzatori di cacce al tesoro12  ci mettono i bigliettini

con gli enigmi per indovinare la prossima tappa. Gli spacciatori13ci nascondono le bustine.

1 il buffetto: leichter Klap s

2 palpare: b etasten

3  i l parapetto: Geländer4 restare im pigliato: hängen bleiben

5 i l polpastrello: Fingerkuppe

6  la cancellata: Gitter

7  la calle: venezianische Gasse

8 sgom itare: die Ellbogen heben

9  il campo: venezianischer Platz

10

  grattugiare: reiben11  l ’ intonaco sfarinato: zerbröselter Verputz

12  la caccia al tesoro: Schnitzeljagd

13  lo spacciatore: De aler

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Alzi un braccio e tocchi il soffitto dei sottoportici1. A Dorso-duro, scendendo dal ponte del Vinante, si tocca comodamentel’intonaco sopra l’imboccatura del sottoportico. Ci hanno

appiccicato2 gomme da masticare3 di tutti i gusti e colori, gommedel Ponte4  sul ponte delle Gomme: vecchie cicche alla liquiriziamineralizzate, giallastre e tabaccose, accanto a fluorescentigemme rosa shocking alla fragola e mente piperite verdissime,cernobyliose, in un mosaico di caucciù indurito. Nell’estate del1993 mi sono preso la briga5  di contarle una prima volta, erano897. Quattro anni dopo sono diventate 3128. Questa imponenteopera musiva astratta, manifattura o meglio ganasciofattura6

collettiva di mastri masticatori mosaicisti, andrebbe vincolatadalla Soprintendenza ai monumenti7.

Ti rinfreschi con l’acqua delle fontanelle. Tappi l’imboccaturae fai sprizzare geyser alti tre metri dal buchino a metà beccuccio.

Accarezzi gatti affettuosi.Ti viene la tentazione di saggiare la consistenza8 delle funi9

dei vaporetti, che si lamentano tendendosi10, legate ai pontilid’attracco11, ma il marinaio di bordo ti fa segno12  di tenerti alla

larga13. Potrebbero segarti il polso: lui stesso le maneggia14 con unpaio di guanti di cuoio grosso.

1 il sottoportico: Arkade

2  appiccicare: ankleben

3  la gomm a da mast icare: Kaugumm i

4  la gomma del Ponte: bekannte Kaugummimarke

5 prendersi la briga: sich die Mühe machen

6  la ganasciofattura: Kauarbeit

7  la Soprintendenza ai monum enti: D enkm alschutz

8  sag giare la con sistenza: die Festigkeit prüfen

9  la fune: Seil

10 tendersi: spann en

11  l ’attracco : A nlegestelle12 fare segno: ein Zeichen geben

13  tenersi alla larga: sich fernhalten

14  maneggiare: hantieren

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Ti accontenti di impugnare gli strani funghi di metallo sullafiancata del vaporetto, le bitte1  dove si arrotola la fune, e i loroparenti giganti sulla riva dei Sette Martiri, in bacino san Marco, i

cilindri in pietra alle Zattere. Sono ormeggi per le navi di grossastazza2. Sulle fondamente sollevi incuriosita anelli pesantiagganciati per terra, incastonati nel selciato3: servono a legare lebarche.

Ti aggrappi4 agli avambracci dei gondolieri quando ti aiutanoa salire a bordo dei traghetti. Per sicurezza afferri anche i palid’attracco5 piantati in acqua, le brìcole.

Fai scorrere le dita sugli scalmi6  delle gondole, quelli che

svettano a poppa7, le fórcole. Boccioni non ha inventato niente: ilsuo Forme uniche nella continuità dello spazio  è una statua cheraffigura un corpo in movimento, ma sembra un assemblaggio8diforcole. Un uomo cammina, sparge nello spazio volumimuscolosi, se li dimentica dietro di sé. Si porta addosso ilmovimento, che è un corpo aumentato di volume, comediapositive sovrapposte9  di una passeggiata, passi successiviincastonati10  uno dentro l’altro, persistenze nella retina. Quella

statua ti suggerisce che anche la forcola è una cosa ferma che simuove: è il movimento raccontato dal punto di vistadell’immobilità. Bisognerebbe collaudarle11  così, tutte le statuedel mondo, mettendole a poppa delle gondole, al posto delle

1 la bitta: Poller

2  la stazza: Tonnage

3  il selciato: Straßenpflaster

4 aggrap parsi : sich an jmd n. klammern

5  il palo d’attracco: Anlegepfosten

6  lo scalmo: Dolle

7  svettare a pop pa: im H eck emporragen

8  l ’assemblaggio : M ontage9 sovrap posto: übereinander gelegt

10  incastonato: eingefasst

11 collaudar e: testen

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forcole1, per provare le appoggiature del remo sulla scultura escoprire tutte le direzioni dell’arte.

La forcola è anacronistica, e non perché sia sorpassata, anzi: è

un oggetto avveniristico2  progettato nel passato. Sembrasagomata3  da un designer finlandese del Novecento, salito sullamacchina del tempo per conficcarla a bordo della gondola consecoli d’anticipo. Quando è nato Alvar Aalto? Nel sedicesimosecolo?

Adesso osserva come sa toccarla il remo: con le sue anse4,gomiti, anelli spalancati, la forcola permette una dozzina diappoggiature, angolature, inforcature. Un solo rematore, con un

solo remo, da un solo lato, in qualsiasi altra barca del mondoriuscirebbe a girare comicamente in tondo5. Su una gondola,grazie anche al baricentro asimmetrico dell’imbarcazione, fila viadritto, fa marcia indietro, stringe e allarga di fianco, frena, siblocca, procede in diagonale, svolta ad angolo retto, garantiscel’equilibrio, ammortizza6  le ondate. Il remo scucchiaia7 l’acqua, lasculaccia8, la spaletta, la scava, la taglia, la impasta, lascodinzola9, la rivolta come un mestolo, la forza come un piede diporco10. Il remo si immerge di sbieco11, torna indietro sorvolandoquasi orizzontale a pelo d’acqua, ma se è necessario sasprofondare verticale, in pochi centimetri quadrati liberi, con ungioco di polsi gira a scatti come un cacciavite, muove questo

1 la forcola: Rudergabel

2  avveniristico: Zukunfts

3 sagomato: modelliert

4  l ’ansa : Krümmung

5 girare in tond o: im Kreis drehen

6 am m ort izzare: dämpfen

7  scucchiaiare: löffeln

8 sculacciare: tätscheln9  scodinzolare: wedeln

10  il piede di por co: Brechstange

11 di sbieco: schief 

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bestione di legno nero lungo dodici metri che si disimpegna1  coneleganza da un ingorgo impossibile.

Vai a vedere le gondole in partenza dal loro parcheggioprincipale, in bacino Orseolo, accanto a piazza san Marco.Sgusciano2  via millimetricamente senza toccarsi in mezzo adecine, con i gondolieri che chiacchierano fra loro vogando3, sisalutano, si lanciano richiami, si disinteressano del ponte bassodove stanno andando a sbattere il naso: all’ultimo momentopiegano il collo quasi senza guardare, sfiorano la parte inferiore

dell’arco, si pettinano sulla volta di mattoni.I gondolieri vogano con una gamba avanti e una indietro, ilpiede posteriore si appoggia a una minuscola pedana rialzata, uncuneo: l’energia fa perno4  sul tallone, e poi sulla pianta e sulledita. Tutto il corpo lavora, si tende in avanti, spinge. Osserva leloro corporature5  a riposo, vagamente pitecantrope6: le bracciaappena spenzolanti in avanti, le spalle tonde, la nuca, le scapole,

le clavicole grosse. Dalla mano sinistra alla mano destra sonocircondati da una U di muscoli maiuscoli7.Torni ad allargare le braccia intorno alla circonferenza delle

vere da pozzo8, chiuse da coperchi di bronzo. Se sei unapercussionista, vai a suonare quello sulla vera di campo sanSilvestro: echeggia9  come un bidone musicale delle Antille, unoSteel drum.  Ogni pollice quadrato ha una nota diversa, qua

profonda, lì sorda, qui limpida, là bolsa10.Batteristi sotto i dodici anni girano per le calli l’undicinovembre, san Martino. Entrano nelle botteghe, suonano i

1disimpegnarsi: sich befreien

2 sgusciare: entschlüpfen

3  vogare: rudern4  fare perno: sich au f etw as stützen

5  la corporatura: K örperbau

6  pitecantropo: affenähnlich

7 maiuscolo: gewaltig

8  la vera da pozzo: B runnenbrüstung

9  echeggiare: widerhallen

10 bolso: schwach

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campanelli, non smettono di sbatacchiare1  con i mestoli il fondodelle pignatte2  finché non hanno ricevuto in regalo dolciumi emonetine. Cantano una filastrocca3  cadenzata sull’inno dei

bersaglieri:San Martin xe ‘ndà in sofìta 

a trovar la so ’ novìssa so’ novìssa no ghe gera 

san Martin col culo par tèral

San Martino è andato in soffitta4  a trovare la sua promessasposa, la sua promessa sposa non c’era, san Martino col culo perterra. Che cosa ci dice questa canzoncina? Ci dice che anche isanti hanno un’intensa vita sentimentale; che l’eterno femmininoci spinge verso l’alto, in soffitta, perché l’amore è un essereumano circondato di cielo; che senza la fidanzata si è destinati aripiombare5  nell’incestuoso contatto con la madre terra. Enaturalmente tutte queste cose ce le cantano i bambini, gliamorini, Eros, che sono gli unici a conoscere il segreto del sesso:perché, come ognun sa ma fa fatica ad ammettere, essi sono lasessualità, sono Eros. Una volta ho incontrato anche una bandadi venticinquenni miei amici che giravano per la stradastamburando6  pignatte e cantando il san Martin: erano tuttidisoccupati, hanno raggranellato7 un po’ di soldi.

Chiudi gli occhi e leggi con le dita la fisionomia delle statue, ibassorilievi, le modanature scanalate, gli alfabeti scolpiti nellelapidi ad altezza d’uomo. Venezia è un ininterrotto corrimano8

Braille.

1

sbatacchiare: wiederholt schlagen2  la pignatta: To p f  

3  la filastrocca : Kinderreim

4  la so ffitta: Speicher

5  ripiombare: zurückfallen

6  stamburare: trommeln

7  raggranellare: zusammenkratzen

8  il corrim ano: G eländer

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2 Volto

Vólto  in veneziano significa maschera, come persona  inlatino. Gli studi di antropologia sul Carnevale ti spiegano che tral’Epifania e la Quaresima1  il mondo si capovolgeva2. Il figliomancava di rispetto al padre, ci si scambiava di sesso, non era piùvietato sbeffeggiare3  il re. Tutto questo serviva a confermarel’ordine dell’universo. Trasgredire la legge4  significava celebrarla.Violarla5 una volta sola, durante una festa comandata, equivaleva

a riconoscere la sua signoria su tutto il resto del tempo.A Venezia si gira portandosi addosso la propria faccia per ciò

che essa è veramente: un luogo pubblico. E una città dove nonesiste la privacy. Ci si incontra in continuazione, ci si saluta settevolte al giorno, si continua a parlare allontanandosi, a venti metriuno dall’altro, alzando la voce in mezzo ai passanti. Le finestredirimpettaie6  sono dall’altra parte della calle: a un metro di

distanza. E molto difficile fare le cose di nascosto, avere unadoppia vita, nascondere le proprie frequentazioni, le tresche7, gliadulteri.

Se abiti qui ti viene voglia di fare una passeggiata liberatorialasciando a casa te stesso, una camminata per prendere un po’ direspiro dalla tua personalità. Abbandoni i tuoi pensieri, tidimentichi di te. Esci e ti limiti a guardarti intorno, vorresti che

fosse il paesaggio a pensare al posto tuo mostrandoti una serie dispettacoli da contemplare, rumori, odori, scene di cui prendereatto8 e basta: ma ecco che trovi subito qualcuno che ti saluta, tichiama per nome, ti restituisce a te stesso, ti ricorda chi sei.

1 la Quaresima: Fastenzeit2 capov olgersi: sich au f den K op f stellen

3 sbeffeggiare: verspotten

4  trasgredire la legge: das Gesetz übertreten

5  violare: verletzen

6  dirimpettaio: gegenüber

7  la tresca: Verhältnis

8  prendere atto: zur Kenntnis nehmen

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Henry James ha scritto che Venezia è come un interno1, unappartamento fatto di corridoi e salotti: si cammina sempredentro, non si è mai veramente fuori, non esiste l’esterno

nemmeno per la strada. Apparentemente (che è come dire:mascheratamente) la passione veneziana per la maschera è natada questo bisogno di incognito, di protezione per la propriaidentità. Perché questa è una città dove la vita pubblica ticostringe a tirar fuori il tuo carattere fino alla superficie dellafaccia, a trasferirlo in permanenza dall’anima al volto. Diventianche tu un personaggio, vagamente macchiettistico2, unastilizzazione di te stesso.

Arlecchino, Pantalone, Colombina sono tipi da strada,sempre risucchiati fuori di sé, come se fossero occupati incontinuazione a disegnarsi un tatuaggio che ricalca dalla testa aipiedi la loro stessa fisionomia. Vivono sulla superficie del propriocorpo. Ti dichiarano tutte le loro intenzioni. Ti svelano3  ogni

secondo fine4. Non ti nascondono nessun doppio fondo.Agiscono senza riserbo, reagiscono esageratamente: l’appetito èfame nera (Arlecchino); l’ambizione è avidità5  taccagna(Pantalone); l’amore è svenevole6  zuccherificio (Colombina). Nonc’è filtro fra movente e atto. Si comportano comicamente, fannoridere, sembrano superficiali ma non lo sono affatto:impersonano ciò che succede all’indole7  quando viene costretta

ad abbandonare i propri recessi8, a migrare in superficie e a viveresempre a galla. Ognuno di loro è un insieme di gesticolazioniespressive, un grumo9  di modi di dire e di fare baruffa10, di

1 l ’interno: Wohnung

2 macchiettistico: karikaturistisch

3  svelare: offen legen4  il secondo fine: Hin tergedank e

5  l ’avidità: Gier

6  svenevole: affektiert

7  l ’indole: Charakter

8  il recesso: Schlupfwinkel

9  il grumo: Klumpen

10  fare baru ffa: sich zanken

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mettersi in relazione con gli altri. Le loro maschere non sono unadoppia faccia, un’identità supplementare o, peggio, una

manfrina1  ipocrita: sono ispessimenti2  del volto, sono facce incallite.  A forza di strofinarsi addosso il loro ruolo pubblico, lapelle gli si è fatta dura come il cuoio. Cosa succede all’animaquando viene incatenata alla pelle ed esiliata sul volto, quando ècostretta a esprimere se stessa in ogni momento? La Commediadell’Arte e le commedie goldoniane in maschera non sono farse,sono tragedie della superficie.

Fra le numerose maschere tradizionali usate durante ilCarnevale voglio ricordartene solo una, femminile, piuttostoperfida nei confronti delle donne: la moréta è un ovale nero con ibuchi solamente sugli occhi. Si teneva su senza fettucce3,bisognava mordere4 una specie di pomello5, un bottone rientranteall’altezza della bocca. In questo modo le donne che laindossavano erano costrette a tacere.

Una micromaschera, anch’essa femminile, era il neo6  finto,chiamato piccola mosca, moscbéta, usato non per celare7, ma permettere in risalto un punto del volto o della scollatura, come se lacarnagione rimanesse ustionata8, carbonizzata per l’addensarsi9degli sguardi attraverso la lente del desiderio.

Botteghe di maschere ce ne sono moltissime, di tutti i prezzi equalità. Quelle di cartapesta10  sono le più costose, ci vogliono

tempo e abilità artigianale per costruirle, e sono le uniche fattecon il metodo tradizionale. Se ti fai rifilare11  maschere di altri

1 la manfrina: Leier

2 l ’ ispessim ento: V erhärtung

3 la fettuccia: Bändchen

4 mordere: beißen

5  il pom ello: K no pf 

6  il neo: Muttermal

7  celare: verbergen

8 ustionare: verbrennen

9  addensarsi : zusammenströmen

10  la cartapesta: Pappmaché

11  rifilare: verpassen

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materiali, cartone pressato, ceramica, das1  sì, le fanno pure conil das! sappi che spesso sono molto fragili, di fatto inutilizzabili,se non per restare appese al muro.

Qual è la capitale mondiale del Carnevale? Rio, Viareggio,Venezia? E quali sono le feste da non perdere assolutamente inlaguna tra Giovedì e Martedì grasso? Rilassati, smettila di sentirtisempre nel posto e nel momento sbagliato. Adesso ti dico doveandare, come imbucarti2  al ricevimento giusto. Esci di casa, nellatua città, in un giorno qualsiasi. E lì la festa! I cortei invadono lestrade a tutte le ore: osserva i costumi fatti di lamiera, di fanali e

di pneumatici, le carrozzerie che camuffano3  il corpo intero, nonsoltanto la faccia, infagottano4  tutto l’aspetto, si sostituiscono alsembiante5. Lo spirito carnevalesco è radicato nella popolazioneurbana, tanto che ognuno ha il proprio carrocostume da sfilata ela propria musica carnascialesca diffusa dallo stereo di bordo,ognuno partecipa alla baldoria6  clacsonando trombette esmarmittando petardati scoppi7. Ci si lascia andare a un

linguaggio da commensali ubriachi, ci si insulta fra vicini dicorsia, si maledicono i morti e le madri, si vitupera8 concordi ilmaestro di cerimonie in guanti bianchi e fischietto: si violanodivieti, la trasgressione impera, l’universo funziona alla rovescia.A Venezia il Carnevale è poca cosa, dura sì e no un paio disettimane: tutto il resto del mondo si traveste dal primo gennaioal trentuno dicembre.

Non c’è traccia di automobile, qui. Il ricco e il povero girano apiedi, senza ostentare9 questa specie di dichiarazione dei redditi10 su

1 il das: K netm asse

2  imbucarsi: sich einschleichen

3  camuffare: verbergen

4 infagottare: einmum meln

5  il sembiante: Aussehen

6  la baldoria : Rum m el

7  smarmittare petardati scoppi: knallen wie ein Auspuff 

8 vituperare: beschimpfen

9  ostentare: zur Schau stellen

10  la dichiarazione dei redditi: Steuererklärung

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ruote. Le strade veneziane sono democratiche? Oppuremascherano le vere disuguaglianze sociali? Sono vere tutte e duele cose. Ma se ti va, per qualche ora puoi spacciarti1  per un gran

signore, senza bisogno di affittare una limousine. È più faciletruffare e sedurre, due verbi che significano la stessa cosa.Venezia, città ideale per i Casanova in bolletta2.

1 spacciarsi: sich ausgeben

2 in bo lletta: pleite

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3 Orecchie

Devi fare l’abitudine al silenzio e al fracasso1. Passi di colpodalle corti ovattate2  al canal Grande strombazzante di barche datrasporto, dalla gondola solitaria alla flotta di serenate, con lafisarmonica e i turisti che battono le mani a ritmo e il baritonocicciobombo3  con la voce irrigata4  dalle ombreK  I gondolierihanno un clacson portatile nell’ugola6: una gondola in arrivo nonfa rumore, perciò quando sono vicini a una svolta a gomito7

avvertono gridando “òe pòpe!”: il pope non è un sacerdote8

ortodosso, è il posto di voga a poppa9. Ci sono specchi convessiper evitare gli scontri, e segnali stradali con i limiti di velocità perle barche a motore. Sembrano di un’altra epoca automobilistica:in canal Grande il massimo consentito è di 5 km/h, in canale dellaGiudecca 11 km/h, in bacino san Marco 20 km/h. Poliziotti,tassisti, ambulanze e servizi funebri si spostano rombando in

motoscafo. Se sei curiosa di vedere le lance rosse dei pompieri coni tubi sparaacqua fissati a bordo, le trovi ormeggiate10  sotto gliarchi della caserma centrale, a Ca’ Foscari.

Le sirene dilatano le navi in lontananza, propagano il portoespandendolo in aria.

Le piraterie dei gatti ti svegliano di notte. Si sfidano a duellolatrandosi11  in faccia, miaolano in calore12. I gatti sgattaiolano, i

1 il fracasso: Krach

2  ovattare: dämpfen

3 cicciobom bo: Dickerchen

4  irrigare: bew ässern

5  l ’ombra: (dial.) Glas Wein

6  l ’ugola: Kehle

7  la svolta a gomito: Haarnadelkurve

8  il sacerdote: Geistlicher

9  il posto di voga a pop pa: R uderpunk t am Heck

10 ormeg giare: festmachen

11  latrarsi: sich ankläffen

12  in calore: läufig

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cani si accaniscono, i topi stopaiolano di nascosto: di notte, versol’una, le pantegane1 escono nelle calli a bucare i sacchi di plasticadella spazzatura esposta all’aperto, si tuffano nei canali, li

attraversano a nuoto per raggiungere giacimenti di pattume2.Pantegana  deriva da mus ponticus, ratto marino del PontoEusino: sono zoccole3 orientali, nel Medioevo hanno imbarcato lapeste nera dal mar Nero, nascosta nel morso dei loro pidocchisulle galee cariche di merci. La chiesa del Redentore alla Giudeccae la Madonna della Salute sono templi dedicati alla sconfitta deitopi pestiferi, monumenti alla derattizzazione4.

Giri con le poesie di Pascoli per collaudare dal vivo le suetrascrizioni fonetiche del linguaggio degli uccelli. Tortoremonovocaliche hanno imparato soltanto la w, si salutano pernome, si chiamano tutte Turturu. Capinere, merli, rondoni,storni, usignoli, oggetti cinguettanti5  non identificati, nidi diocarine, rami fioriti di pifferi, fischietti arbitrali con le zampe.

Il decollo dei piccioni frulla6  come l’avviamento di un motore

imbolsito, una marcia che non ingrana7. I passeri ti rubano lepatatine senza far rumore mentre bevi un aperitivo all’aperto.

D’estate le microseghe8 elettriche delle cicale9  sono spierivelatrici10, segnalano alla centrale i giardini nascosti fra le case.I servizi segreti le hanno sparse a pioggia come cimici elettronichedagli elicotteri.

I gabbiani11  turbinano gridando sopra le bancarelle di santa

Margherita, i pescivendoli lanciano per aria pesci volanti, sardine

1 la pantegana: Ratte

2  il giacimento di pattume: M üllvorkom m en

3  la zoccola: Ratte

4  la derattizzazione: Rattenvernichtung

5  cinguettante: zwitschernd

6 frullare: flattern

7  ingranare: einlegen

8  la microsega: winzige Säge

9  la cicala: Zikade

10  la spia rivelatrice: Warnsignal

11  i l gabbiano: Möwe

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leggere, pesce azzurro nel cielo celeste: i gabbiani li inghiottono alvolo. Ti seguono accanto alle motonavi, immobili, sospesi a unmetro dalla tua mano, volano alla stessa velocità del battello,aspettano che gli getti un boccone1.

In laguna ci sono strade invisibili in mezzo all’acqua. Sono icanali navigabili, con i fondali più profondi: doppie file di tronchisegnano la via ai battelli per non farli incagliare2  nelle secche. Igabbiani si riposano in cima a quei tronchi, ognuno sul suorotondo monolocale di cento centimetri quadri. Fanno la siesta

sulle bricole3  dei rii. Si svegliano tutti insieme, si dannoappuntamento alle Zattere con i pensionati e le vecchiette chesvuotano sulla riva pane secco e cornici di pancarrè4.

Sulla superficie dei canali scoppiano le bollicine dei granchi.L’acqua stagnante rabbrividisce5 per un attimo, il suo sonno pro-fondo viene disturbato dalla coda di un branzino6, dal guizzo diun cefalo7.

Scegli il tuo richiamo araldico, lo stemma sonoro della tuastirpe: Venezia è una città totemica, abitata da migliaia diallegorie in carne e ossa, pelo, penne, pinne, bestiari simbolici,animali vivi più chimerici dei leoni alati di pietra.

Scendi il ponte di Rialto dalla parte del mercato. Chiudi gliocchi camminando: ascolta la babele delle lingue dei turisti ditutto il mondo concentrati lungo cinquanta metri di calle.

Uno scrittore cieco diceva che per lui una bella giornata è unagiornata di vento, di pioggia. Gli alberi si fanno sentire,accartocciano8 l’aria lì in fondo. La densità degli scrosci d’acqua,il loro impatto con le cose lascia indovinare la forma della città:qui c’è un palazzo altissimo, di là la tenda di un bar.

1 il boccone: H app en2  incagliare: auflaufen

3  la bricola: Gruppe von zusammengebunden Pfosten

4  i l pancarrè: Toastbrot

5  rabbrividire: schaudern

6  il branzino: Seebarsch

7  il cefalo: Meeräsche

8  accartocciare: zusamm enrollen

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A Venezia la stessa nuvola rovescia1  secchiate oblique su uncampo, ma riesce a centrare con poche frecce d’acqua le callistrette: le gocce si fanno all’improvviso più sottili, eppure questagrondaia2  fiotta3, il canale lì dietro è pieno di cerchietti, come seun miliardo di pescatori stesse gettando la lenza nello stessoistante. Con un po’ di esercizio potrai riconoscere a orecchio lapioggia più impalpabile, sentirai la nuvola più leggera, udirai legoccioline4 sospese rasoterra5, ascolterai la nebbia.

I tacchi che risuonano mentre cammini di notte nelle callisono la punteggiatura della tua solitudine.

La tua giornata viene affettata in ore e mezz’ore dai rintocchidelle campane. A mezzanotte rintrona6  la madre di tutte lecampane: la marangona  del campanile di san Marco comanda ilsilenzio.

1rovesciare: schütten

2  la gro ndaia: Dachrinne

3  fiottare: tropfen

4  la gocciolina: Tröpfchen

5  rasoterra: üb er dem Boden

6 rintronare: dröhnen

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4 Bocca

Di mattina vai a fare colazione alle Zattere, la riva

meridionale della città. Oppure di fronte, sulla riva dellaGiudecca, al di là del canale.

Alle Zattere ci torni di pomeriggio a prendere il sole e ungelato. Il gianduiotto suona torinese, ma si mangia a Venezia: èun lingotto1  di gelato al gianduia2  affogato in un bicchiere dipanna montata.

Ma il vero sapore di Venezia non è il dolce. Se vuoi assaggiare

il suo carattere devi entrare dentro un bàcaro, una specie diosteria. Ce ne sono sempre meno, in giro. La più altaconcentrazione la trovi nelle calli vicino al mercato di Rialto.Non ti dico come si chiamano perché ho deciso che in questolibro non farò il nome di nessun albergo, locale, bar o negozio.Un po’ per imparzialità, un po’ perché noi veneziani siamo gelosidei nostri segreti, ci teniamo a3  non divulgare4  quei pochi postidove ancora non arrivano i turisti. Quindi prendila come una

sfida, una caccia al tesoro.Se vuoi guadagnarti i sapori di Venezia, devi essere capace di

morderne anche i bocconi di alfabeto, arrotolare i suoni sullalingua, masticare un po’ del suo dialetto. Una parola veneziana lausi già, molte volte al giorno: ciao, abbreviazione di s’ciavo,schiavo vostro. Osserva, di passaggio, che l’italiano nicchia5  sulsuono di questo incontro di consonanti, s e c, bisogna scriverlocon l’apostrofo, s’ciavo. Non so tu, ma io ho sempre un attimo diesitazione a pronunciare scentrato e scervellato alla stessamaniera di scellerato e sceriffo. Un’altra parola di origineveneziana che ha fatto il giro del mondo è ghetto: deriva da getto,gettare, perché nell’isola che venne riservata cinque secoli fa alla

1

il lingotto: Barren2  il giandu ia: Nu gat

3  tenere a q.c.: auf etw. Wert legen

4  divulgare: verbreiten

5  nicchiare: zögern

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comunità ebraica era attiva una fonderia1. Disponendo di unospazio limitato, gli ebrei hanno dovuto svilupparsi in altezza: le

case del Ghetto, a Cannaregio, raggiungono il settimo, l’ottavopiano, veri grattacieli d’epoca.Prova a mimetizzarti2  da veneziana, o meglio da veneta della

terraferma, perché di sicuro non riuscirai a pronunciareperfettamente la frase che ti sto per suggerire. Quando sei aRialto, da una o dall’altra parte del ponte, chiedi in giro: capo, ghe xé un bàcaro qua vissìn?  (“truovasi una bettola3  nelcircondario, messere4?”). Mi raccomando: la e di xé è  una e chiusa. Quanto alla famigerata5 x, è una trascrizione tradizionalema equivoca di una semplice esse  dolce settentrionale(consonante fricativa sonora dentalealveolare): quella di rosa,per intenderci. Dopo che gli avrai sillabato questa domanda, ilpassante ti guarderà un po’ stranito6, mangerà subito la foglia7:valutando la tua stramba8 inflessione si chiederà se per caso haisoggiornato per qualche giorno a Rovigo, o Belluno, o Verona.

Le vetrinette dei bàcari ti offrono mezze uova sode, rotolini diacciughe, zampe di granchio, olive all’ascolana, arancini di riso,polpettine, saltimbocca di carne in umido, nervetti, sardelle fritte,masanéte, folpi, baccalà mantecato, cipolle, coppa di toro,prosciutto di cervo, quadratini di mortadella, cubetti dimozzarella condita, parallelepipedi di gorgonzola. Naturalmentevanno innaffiati9 con un'ombra, un bicchiere di vino che una

volta si spillava10 direttamente dalla botte dietro il banco.

1 la fonderia: Gießerei

2  mimetizzarsi: sich tarnen

3  la bettola: K aschemm e

4  il messere: Herr

5  famigerato: berüchtigt

6  stranito: verw orren

7 m ang erà sub ito la foglia: der G roschen wird gleich fallen

8  strambo: seltsam

9  inna ffiare: begießen

10  spillare: anzapfen

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Non è chiaro da dove derivi il “termine tecnico” ombra: ed ègiusto così, anche la sua etimologia deve rimanere umbratile1.Banalmente, ombra  potrebbe definire la trasparenza velata del

vino. Ma è più probabile che si rifaccia2  alle mescite3  all’apertod’estate, all’ombra dei campanili, dove ci si riparava dalla calurabevendo un bicchiere di vino fresco. “Andiamo a prendereun’ombra” era una specie di strizzata d’occhio4, sottintendeva5:“andiamo nel posto dove si beve”.

Questi mangiarini6  al bàcaro sono lauti antipasti che, vedrai,fanno presto a trasformarsi in pasti sostitutivi, in piedi davanti al

banco: un cichéto7  tira l’altro, un bocconcino prelibato chiama araccolta tutta l’antologia di sapori.

Non troverai più, invece, le vecchie friggitorie8 di pesce: il fritolìn  riversava sulle calli zaffate ineffabili9, vendeva pesceazzurro, anguelle, sarde, marsióni, mòi,  seppioline, calamari,schìe.  L’olio impregnava i cartocci assorbenti; si affettavanoenormi taglieri di polenta bianca o gialla: si faceva merenda così,

uno spuntino di colesterolo dopo il cinema di pomeriggio o dopola partita di calcio.

I palati zuccherosi invece preferivano sbocconcellare10  ilgardo, una farinata11 di castagne, e le pere lessate al forno, che sipotevano acquistare anch’esse per la strada.

Si sta avvicinando l’ora di cena. Come aperitivo fattipreparare uno spriz  al bar: acqua (ma, almeno a Venezia, lo sprizdoc vorrebbe il seltz), vino bianco e, a scelta, bitter campari,

1umbratile: beschattet

2  rifarsi: zurückgreifen

3  la mescita: Ausschank

4  la strizzata d’occhio: Zwinkern

5  sottintendere: meinen

6  il mangiarino: Köstlichkeit

7  il cichéto: (dial.) Gläschen Grappa

8  la friggitoria: Frittenbude

9  la zaffata ineffabile: unsagbar übelriechende Dunstwolke

10  sbocconcellare: knabbern

11  la farinata: Fladen

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aperol, select, con fettina di limone o olivetta. Lo spriz  èun’eredità dell’occupazione absburgica e, da qui a Trieste, perogni bar che vai, lo troverai miscelato in cento modi diversi, quasi

seguisse il trascolorare1 dei dialetti. Scende che è un piacere, senzacolpo ferire2; sembra leggero, ma a digiuno3 ti tradisce.

Sei pronta per qualcosa di osé? D’accordo, anche a Venezia ifast food sono sempre più numerosi, ma ti propongo tre piattiparticolari. Magari da assaggiare in occasioni diverse, perchéhanno sapori impegnativi. Potrebbero allibirti4  le papille elasciare interdetti5  i tuoi spasimanti: l’alto tasso cipollino6  è un

antifurto7 antibacio.Piatto numero uno: bigoli in salsa.  I bìgoli sono spaghetti

bucati, la salsa è un sapido8soffritto di cipolle e sardelle salate.Divagazione9  fonetica. Visto che ti ho già fatto assaggiare il

loro nome, anche questa volta devo descriverti il metodo dimasticazione di questo suono. Bigolo  è il singolare, ma quella /non si sente, la punta della lingua resta giù, proprio non si alza a

toccare gli alveoli dei denti superiori, come in una / normale.Semmai è la parte posteriore della lingua che si inarca10

accennando il sottile fantasma di una e:  “bigolo”, bisogna purseparare le due o siamesi. Al plurale queste sottigliezzescompaiono, perché le vocali sono diverse, la / si scrive, bìgoli,ma proprio non si pronuncia: “bìgoi”. Stesso discorso per leparole che hai incontrato nei capitoli precedenti. Forco/a,

“fórcola”, plurale forco/e, “fórcoe”. Brico/a, “brìco^a”, pluralebrico/e, “brìcoe”. Cu/o, “cu(e)o”, plurale cu/i, “cui”...

1 il trascolora re: fließende V eränd erun g

2  senza colpo ferire: ohne Blutvergießen

3 a digiuno : nüchtern

4 allibire: e rstarren

5  interdetto: bestürzt

6  il tasso cipollino: Zwiebelgehalt

7  l ’antifurto: Diebstahlsicherung

8  sapido: schmackhaft

9  la divagazione: Ab schweifung

10  inarcarsi: sich krümm en

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Piatto numero due: sarde in saór.  Sono sardelle fritte, lasciatea macerare per un giorno in un soffritto di cipolle1, con vino eaceto: che sarebbe, per l’appunto, il saór , il sapore. Si servonofredde. Sono il piatto forte della festa del Redentore, la terzadomenica di luglio: si mangiano in barca dondolando in bacinosan Marco, o sui tavoli portati giù da casa in fondamenta, primadei fuochi d’artificio. D’inverno si aumentano le calorieaggiungendo al saór  pinoli e uva passa2.

Piatto numero tre: figà a la venessiana.  Il fegato bovino3  va

cotto né poco né troppo sull’immancabile soffritto di cipolle. C’èchi versa in padella anche un bicchiere di vino rosso o vino diMarsala.

Alla sera tardi puoi bere in compagnia in campo santaMargherita, baricentro4  estivo della vita notturna veneziana. Ilpolo invernale è a Cannaregio, sulla fondamenta dellaMisericordia.

1il soffritto di cipolle: in Olivenöl gedünstete Zwiebeln

2  l ’uva passa: Rosine

3  il fegato bovino: Rindsleber

4  il baricentro: Sch w erpunkt

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5 Naso

Ogni rio1  ha la propria personalità. Alcuni sono moltoespansivi, ti avvolgono subito nella loro puzza cronica. I piùfetenti2  sono il rio delle Muneghéte sul confine tra i sestieri3  disanta Croce e san Polo, e l’ansa fetusa4  tra la fondamenta delRemedio e il sotopòrtego de la Stua, dietro la fondazione QueriniStampalia. Altri hanno un carattere più introverso, ipocrita: solola bassa marea totale, la secca siccitosa riesce a mettere a nudo5 la

loro indole di tanfo6, che risale inesorabile lungo le tubature edesala7 dagli scarichi di lavandini e bidè nei piani bassi. Da qualcheanno si è ricominciato a scavare i rii, per rimuovere il fondo nerolimaccioso8. Alla Biennale del 1997, l’artista americano MarkDion ha setacciato9  tutti gli oggetti sepolti in una decina di metricubi di malmostosa melma lagunare: ha catalogato centinaia dischegge di ceramica, lampadine allagate, bottiglie senza

messaggio, bambole naufraghe, pneumatici anfibi, lavatrici ecaldaie10 del capitano Nemo.

I nostri nonni facevano tranquillamente il bagno d’estate inbacino san Marco. C’è chi insinua11 però che anche allora l’acquanon fosse poi così pulita: forse erano diversi gli standard igienici.Da bambino, tornando in vaporetto dal Lido dopo una giornatadi spiaggia, vedevo i ragazzini di Castello buttarsi in acqua, si

1 il rio: Kanal

2  fetente: übelriechend

3  il sestiere: die vier Stadtv iertel Ven edigs sind in je sechs S estieri aufge teilt

4  l ’ansa fetusa: stinkende Kanalschleife5 mettere a nud o: o ffen legen

6  il tanfo: M odergeruch

7 esalare: a ufsteigen

8  l imaccioso: schlammig

9  setacciare: aussieben

10  la caldaia: Kessel

11 insinuare: unterstellen

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tuffavano1  di testa dalla cima delle bricole più larghe: ma se fossinato due secoli fa, di sera avrei avvistato2 dal ponte di Rialto lordByron che si faceva una nuotatina in canal Grande. La mattina

del primo gennaio, baldi ibernisti3  sessantenni si immergono alLido nel mare gelido davanti alle telecamere per scuotere con unbrivido i sonnacchiosi4 telegiornali di Capodanno.

Molte case scaricano nei rii l’acqua di lavandini e vasche, eforse anche altro. Non per niente un vecchio proverbio venezianorecita: no, prima te lo riferisco nella traduzione della traduzione,ti espongo in anticipo il suo senso morale. Il significato delproverbio è più o meno questo: ci sono epoche storiche in cuianche i buoni a nulla riescono a fare certe cose. E, viceversa,dimostrare abilità in qualche prestazione5  non sempre equivale aeccellere, perché in alcune situazioni tutti sono capaci di ottenereun buon risultato. Ecco il proverbio: d’istà, anca i stronsi gaégia. Traduzione: d’estate, anche gli stronzi6  galleggiano7. Come è

stata ricavata questa massima? Un pomeriggio di luglio, unignoto filosofo veneziano si dev’essere piazzato sulla riva di uncanale, rimanendo a fissare pensosamente una lunga regata dimerde galleggianti. Gli saranno bastati cinque minuti. Mica comeil suo collega cinese seduto sulla riva del fiume ad aspettare peranni il cadavere del suo nemico!

Un altro sublime precetto8 estetico suona così: se si vuol

ridere, bisogna conversare di cacca. Se se voi ridar , bisogna discórar de merda.  Grandiosa visione del comico, che ci ripagaabbondantemente della perdita della seconda parte della Poetica di Aristotele, quella dedicata alla commedia. Adesso però vogliosfidare questo proverbio: non è detto che parlare di merda

1 tuffarsi: ins W asser springen2  avvistare: sichten

3  l ’ibernista: Kälteliebhaber

4  sonnacchioso: schläfrig

5  la prestazione: Leistung

6  lo stronzo: Scheiße

7 galleggiare: ob en auf schwimm en

8  il precetto: G ebo t

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significhi necessariamente far ridere. Ti racconterò una storia incui gli escrementi non esalano1 crassi sghignazzi2 ma solidarietà e

tenerezza creaturale. E un’impresa titanica, me ne rendo conto.Mi rivolgo dunque alla musa della cacca alfabetica affinchém’ispiri, a un dio dell’andar di corpo3 narrativo, se mai esiste. Sì,ora che ci penso esiste, è Niccolò Tommaseo: la sua statuaingrugnata4  in campo santo Stefano accosta il sedere su una piladi tomi5  rilegati, sotto le falde del pastrano6  gli cola uno spurgodiarrotico di codici e volumi. I veneziani lo hanno

soprannominato il Cagalibri7.Ingentilisci8 il mio dire, o Niccolò: fa’ ch’io non offenda nari9

o pupilla, pagina o carta igienica.Posso cominciare il mio racconto.Negli anni ottanta hanno iniziato a calare a Venezia gruppi di

turisti dell’Est europeo. Vestiti alla buona, camicie e giubbetti diacrilico infiammabile; uomini in ciabatte, donne truccate con gli

ombretti10 scialbi11  che da noi si trovavano in regalo nei sacchettidi patatine. Dall’alba al tramonto si sfrangiavano12  per le calli incomitive educate, silenziose, quasi attonite13. Avevano viaggiatotutta la notte da Budapest, da Praga per arraffare14  con gli occhiquanta più città possibile in dodici ore. Li potevi vedere sulla riva

1 esalare: ausströmen

2  lo sghignazzo: Gelächter

3 an dare di corpo: Stuhlgang haben

4  ingrugnato: grimmig

5  la pila di tom i: Stapel Bän der

6 il pastrano: dicker M antel

7  il Cagalibri: (dial.) Bücherscheißer

8  ingentilire: verfeinern

9  le nari (narici): Nasenlöcher

10  l ’ombretto: Lidschatten

11  scialbo: fahl

12  sfrangiarsi: sich verteilen

13

attonito: erstaunt14  arraffare: ergreifen

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presso la colonna del leone di san Marco, accanto al palazzoDucale, seduti con i piedi ammollo nell’acqua gorgonzolica del

bacino, sfrigolavano1  vapore salmastro2  dai talloni roventi acontatto con lo smeraldino melmame: improvvisavano pediluvi3rinfrescanti, che sarebbe più appropriato definire acqualuvi,giacché contribuivano a depurare le acque del bacino portandosivia sotto le unghie degli alluci4  una dose di batteri lagunari. Allasera ripartivano stremati5, salivano sui torpedoni6  parcheggiatiall’isola del Tronchetto, vicino a piazzale Roma, il terminal

automobilistico alla fine del ponte lagunare.Ma ecco ciò ch’io vidi.La scena si svolge in pieno mattino, sotto il sole di giugno,

sulla passerella di legno che conduce al pontile di attracco deivaporetti a san Toma, lungo il canal Grande. Mi accorgo cheaccanto alla cabina del bigliettaio, una ragazza bionda restaindietro rispetto al gruppo, si rannicchia7  in quell’angolo

spalancato8. Il suo sguardo è supplichevole9, la sua facciaimbarazzata. Si tiene la pancia con tutte e due le mani. Vicino alei una donna sulla cinquantina cerca di farle da paravento con ilcorpo. Forse è sua madre: raccatta10  fogli di giornale da uncestino della spazzatura lì accanto, li dispiega11, comincia adisporli a terra. Capiamo tutti al volo, e giriamo la testa dall’altraparte prima ancora che la ragazza si accovacci12.

Fine del racconto.

1 sfrigolare: brutzeln

2  salma stro: salzig

3 il pediluvio: F ußb ad

4  l’alluce: großer Zeh

5 strem ato: erschöpft6  il torpedone: Reisebus

7  rannicchiarsi: sich zusammenkauern

8 spa lancato: weit offen

9  supplichevole: flehend

10  raccattare: aufsamm eln

11  dispiegare: auseinander falten

12  accovacciarsi: in die Hocke gehen

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Di più non dico: perché è giusto fermarsi qui, e perché hovoltato la testa anch’io. E a questo particolare che volevo

arrivare: a quel centinaio di sguardi che vietano a se stessi dispiare. Lo chiamerei un paradosso dell’indifferenza. E l’unicocaso che io conosca in cui far finta di niente1 ha significato esseresolidali; disinteressarsi della sorte altrui è stata una dimostrazionedi pietà umana.

Tieni conto che il pontile di san Tomà si raggiunge dopo tre oquattro svolte piuttosto complicate, è defilato2  rispetto a bar e

locali pubblici con gabinetto di soccorso. Immagina una stranieraappena arrivata in città, una ragazza che probabilmente esce daiconfini della propria nazione per la prima volta in vita sua, dopola caduta del Muro. All’improvviso ha un attacco intestinale3  inpieno giorno: da questa parte la strada, dall’altra il canal Grandecon le barche e i vaporetti affollati che passano a pochi metri;sopra la testa, il sole. Dove andare? Sa benissimo che non farà a

tempo a trovare un bagno; è costretta a sbarazzarsi4  sotto gliocchi di tutti. Ma gli occhi di tutti per una volta le danno unamano, anzi, una palpebra caritatevole5.

Grazie, Cagalibri.Apriamo le finestre, prendiamo una boccata d’aria. Finora ci

siamo fatti appestare6  da zaffi maligni7; diamo un po’ di sollievoalle narici, inseriamo un paragrafo profumato. Vai al mercato di

Rialto, dall’imbocco di campo san Giacometo al campiello8 de leBecarìe; non viceversa: la direzione che ti suggerisco non ècasuale. Comincia usmando9  verdura e frutta, dalle calli oltre

1fare finta di niente: so tun, als ob nichts wäre

2 defilato: abseits3  intestinale: Darm

4  sbarazzarsi: sich entleeren

5  caritatevole: barmherzig

6  appestare: verpesten

lo zaffo maligno: schlechter Stöpsel

8  il campiello: kleiner Platz

9  usmare: einatmen

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ruga1  Rialto, a ridosso2  del canal Grande, e già che ci seispennella la retina3  con i colori delle piramidi vegetali, lasciatititillare4  il timpano dal crepitio5  delle sporte6  della spesa in

polietilene, dalle grida in dialetto dei fruttivendoli. Poi peròtermina il giro del mercato in Pescheria: eh sì, questa parentesiaromatica è già terminata, ci sono altri paragrafi maleodorantiche ci aspettano, devi riabituare l’olfatto7  stordendolo8 di pesce.Cascate di biomassa viscida palpitano nelle cassette di metallo,macchiano il ghiaccio tritato, sbrodolano9  granatine organiche10.I pescivendoli con gli stivali di gomma si sporgono sulle

bancarelle, affondano gli avambracci fino al gomito nella frescagelatina cadaverica; sulla bilancia riempiono cartocciimpermeabili e sacchetti trasparenti con le mani livide11, le unghieincrostate di seppia nera, sangue salmastro, bava collosa.

Antichi tabelloni di pietra dettano le misure minimeconsentite per la vendita del pesce. Li puoi leggere a Rialto, maanche a Castello nei pressi di via Garibaldi, e poi in campo san

Pantalón. Trascrivo quello in campo santa Margherita:

BARBON, TRIA, SARDELLA, SARDON Cent. 7BRANSIN, ORADA, DENTAL, CORBO,SPARO, BOTOLO, BOSEGHETA, SOASO,LOTREGAN, MECIATO, VERZELATA,

1 la ruga: (dial.) Gasse

2 a r idosso: unm ittelbar in der N ähe

3  spenne llare la retina: die N etzh aut b epinseln

4  titillare: kitzeln

5  il crepitio: Rascheln

6  la spo rta: Einkau fstüte

7  l ’olfatto: Geruchssinn

8  stordire: betäuben

9 sbrod olare: besudeln

10  le granatine organiche: Stück Innerei

11  livido: blau vor Kälte

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LOVO, SFOGIO, PASSARIN, ROMBOBISATO

OSTREGAPEOCIO

Cent. 12Cent. 25

Cent. 5Cent. 3

Da qualche tempo in molte calli si trovano vecchie bottiglie diplastica piene d’acqua di rubinetto, accostate per terra ai muri.Vengono esposte di notte ai piedi delle saracinesche1  o suglistipiti2  dei portoni, ma alcune sono fissate in permanenza con il

filo di ferro ai tubi del gas esterni o anche ai ganci conficcatinell’intonaco. Sembrano piccole pietre miliari3, bottiglie miliariche celebrano l’acqua pulita: sono dispositivi4  antipipì. A quantopare i gatti girano al largo, è più forte di loro, non la fanno5 su unrecipiente trasparente pieno d’acqua: non so quale etologo felinoabbia scoperto questo trucchetto. Sta di fatto che6  negozianti,bottegai e semplici abitanti marcano il proprio territorio

riciclando in questo modo le bottiglie di plastica, fannoconcorrenza alle spruzzatine gattesche7, segnano i confini dellapropria mappa inodore, combattono contro la geopoliticaolfattiva dei gatti randagi8.

Ma anche fra gli umani c’è chi scambia le calli per gabinettiall’aperto. In alcuni angoli riparati puoi notare misteriosesporgenze9  in pietra, in mattoni nudi o intonacati, oppure in ferro

battuto10. Cominciamo col descriverle. Posizione: si trovano nellerientranze11  a gomito delle calli, fra i muri ad angolo retto; ma ce

1la saracinesca: Rollladen

2  lo stipite: Türpfosten

3  la pietra miliare: Meilenstein

4  il dispositivo: V orrichtun g

5  farla: pinkeln

6  sta di fatto che: fest steht, dass

la spruzzatina gattesca: Katzenpipi

8 randagio: herrenlos

9  la sporgenza: Vorsprung

10 il ferro battuto: Schmiedeeisen

11 la rientranza: Einbuchtung

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n’è una anche in cima a un ponte, sul campiello san Rocco, inferro battuto. Altezza: poco più di un metro. Forma: le lastre1  inpietra assomigliano a un triangolo di tetto spiovente2, quelle in

mattoni a un quarto di cupola nana3, bombata4, a una fetta difocaccia gigante, uno spiccinone5  di panettone. Quelli in ferrobattuto hanno sporgenze panciute e punte lanceolate minacciose.A che cosa servono? Dissuadono6  gli umani dal fare pipì. Ilmetallo acuminato7  si commenta da solo. Il funzionamento deglispicchi di tetto e di cupola invece è più ingegnoso8: sonoprogettati per far rimbalzare9 gli schizzi10  addosso al maleducato

di turno11, e soprattutto per riversargli sui piedi i suoi stessirigagnoli12  di pipì. Infatti questi antivespasiani13  spesso nonarrivano al selciato, il margine inferiore di solito è sospeso a unatrentina di centimetri da terra.

Il gran numero di antigabinetti dimostra una cosa: Venezia,con questa specie di note a piè di pagina14 architettonica, chiose15

al proprio arredo urbano, commenti microedili, è costretta ad

affermare di non essere una toilette, a negarsi in quanto cesso16, a

1 la lastra: Piatte

2  spiovente: schräg

3

 nano: w inzig4  bombato: gewölbt

5  lo spicchione: großes Stück

6  dissuadere: jmdn. abhalten

7 acum inato: spitz

8  ingegn oso: erfinderisch

9  rimbalzare: zurückprallen

10  lo schizzo: Spritzer11  i l m aleducato di turno: obligatorischer Rüpel

12  il rigagnolo: Rinnsal

13  l ’antivespasiano: ‘AntiPissoir’

14  la no ta a piè di pagin a: Fußn ote

15  la chiosa: G losse

16  il cesso: Klo

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smentirsi1  come wc. Segno che, evidentemente, l’irrefrenabileimpulso che essa induce nel devoto visitatore dev’essere quello dipisciarle volentieri addosso.

Da bambini non sapevamo che si trattava di antichicontrorinatoi, cessi duchampiani alla rovescia, swater: cigiocavamo con le figurine2  dei calciatori, le facevamo scivolaregiù a turno, una figurina alla volta, ce le catturavamo a vicendaquando atterravano una sopra l’altra. Aveva un nome, questogioco: scainèa, “scalinella”, a significare il tuffo della figurina daltrampolino di quegli scalini obliqui.

Potrei scrivere un trattato sui giochi da strada veneziani.Massa e pìndolo, che poi sarebbe la lippa: una specie di

baseball o cricket da campiello. Al posto della palla, uncilindretto di legno a forma di matitone3 appuntito da tutte e duele parti: il pindolo, battuto con perizia4  dalla mazza su una delledue estremità coniche, si alzava da terra di un metro, e in quella

breve frazione di tempo, mentre roteava per aria5, bisognavacolpirlo una seconda volta, per scagliarlo6  il più lontanopossibile. A volte ti beccava7  in piena fronte a tutta forza. Ilconteggio8 dei punti era piuttosto complicato, si fondava su unadivertentissima manfrina di scommesse prima del tiro e laboriosemisurazioni del pindolo dalla casa base, la gècola.

Tacco  si giocava proprio con i tacchi comprati dal calzolaio

o, in versione più moderna, con quelle insulse9  piastrelle digomma dura, a forma di disco, che simulavano le bocce in unfantomatico universo a due dimensioni, una flatlandia bocciofila.

1 smentirsi: abstreiten

2  la figurina: Sammelbildchen3  il matitone: großer Bleistift

4  la perizia: Gewandheit

5 roteare per aria: in der Lu ft kreisen

6  scagliare: schleudern

beccare: erwischen

8  il conteggio: Berechnung

9  insulso: banal

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Ma a tacco non c’era boccino1, ci si dava la caccia l’un l’altrolanciando il proprio tacco il più vicino possibile a quellodell’avversario. Con mezzo giro di polso ben assestato2  il taccovorticava3 per aria, planava4, atterrava di piatto.

Le piste tracciate con il gesso per i tappicorona, i cìmbani:certe volte il selciato non ci bastava, proseguivamo a spingere itappi con le dita dentro la bottega del lattaio per tappe del girod’Italia fuori confine, rally esotici in mezzo ai piedi dei clienti.

Fughe in bicicletta per evitare le multe dei vigili a piedi. Discus-

sioni per convincere il vicino a restituire il pallone sequestrato5.E poi scioco e spana. Campana. Piera alta.

Le cerbottane6  erano lunghe mezzo metro. Il tubo di plasticazigrinata7  si comprava nei negozi di articoli per animalidomestici: in realtà avrebbe dovuto servire da travicella disostegno per le zampette di canarini e cocorite, incastrata fra lesbarre delle gabbiette. Come proiettili, le palline di pasta per il

pane, oppure lo stucco rosso da falegnami: sull’insegna stradaledel rio de la Toletta se ne vedono ancora, sono rimaste attaccateda decenni, come reliquie di un antico tiro a segno8. Cerbottanepiù grosse sparavano i canòti, coni di carta arrotolata.

Di sicuro il catalogo non è completo: ma io da piccolo hogiocato a questi che ti ho nominato. Ad ogni modo credo di farparte dell’ultima generazione che ne ha imparato le regole

troppo complicate perché te le spieghi in dettaglio. I giochistradali hanno subito una mutazione tecnologica: la cerbottana èstata sostituita dai fucili a pompa idraulica9, con getti10 poderosi

1 il boccino: Zielkugel

2  ben assestato: gut sitzend

3  vorticare: drehen4  planare: gleiten

5  sequestrare: beschlagnahm en

6  la cerbottana: B lasrohr

7  zigrinato: gerändelt

8  il tiro a segno: Zielscheibe

9  il fucile a pompa idraulica: Pumpgun

10  il getto: Strahl

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da cinque, dieci metri, calibri sempre più devastanti1. I bambini liriempiono alla fontana, li caricano a litrate d’acqua, il serbatoiodelle munizioni è sempre più capiente: Liquidator 200, 500, 1000.Negli anni settanta si è cominciato a imitare gli sport dei grandi: ilcanestro2  appeso a un’inferriata3; in alcune calli meno frequentate,il campo da tennis disegnato con il gesso e un elastico al posto dellarete: infiniti litigi perché la pallina era passata sopra, no, sotto!, no,sopra! L’avvento4  del freesbee ha segnato anche simbolicamente ladefinitiva industrializzazione plastificata dei giochi di strada.

Ma perché ti sto parlando dei giochi infantili nel capitolodedicato al naso? Perché sono scomparsi, ne resta soltanto ilfantasma, lo spirito. E i fantasmi si sentono con il naso. Gli spiritisi inspirano e si espirano.

Venezia è stipata5 di fantasmi. Gli scrittori e i registi ne hannosentito l’odore dappertutto. Andando in giro per le calli sono statiassaliti dai demoni di Malebolge, e poi da Madonna Lisetta,

Otello, Lunardo, la contessa Livia Serpieri, Miss Bordereau,Gustav von Aschenbach, Andrea von Ferschengelder, Mary eColin. L’elenco sarebbe sterminato6. Te lo faccio intuire7  con unesempio: a san Barnaba è caduta in canale Katharine Hepburn nelfilm Tempo d’estate; da un tombino8  scavato apposta perl’occasione è saltato fuori Harrison Ford in Indiana Jones e l’ultima crociata; nota che ti sto parlando di un campo

secondario, mica di piazza san Marco.Venezia è incrostata di immaginario. Le sue pietre

scricchiolano9  sotto un’impressionante catasta10  di apparizioni.

1devastante: zerstörend

2  il canestro: K orb

3  l’inferriata: Eisengitter4  l ’avvento: Erscheinung

5  stipato: voli

6  sterm inato: unendlich

7 intuire: ahnen

8 il tombino: Kanaldeckel

9  schricchiolare: knistern

10  la catasta: Haufen

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Non c’è luogo al mondo che possa reggere1  sulle spalle tuttoquesto tonnellaggio visionario. Gli allarmi ricorrenti sulla tenuta2

della città non riguardano le strutture architettoniche. Quelle,con un po’ di sostegno da parte di tutti, forse ce la possono fare.Venezia sprofonderà schiacciata3 da tutte le visioni, le fantasie, lestorie, i personaggi, i sogni a nasi aperti che ha ispirato.

1reggere: tragen

2  la tenuta: D urchhalten

3  schiacciare: erdrücken

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6 Occhi

Indossa occhiali da sole molto scuri: proteggiti. Venezia puòessere letale. In centro storico la radioattività estetica è altissima.Ogni scorcio1  irradia bellezza; apparentemente dimessa2:profondamente subdola3, inesorabile4. Il sublime gronda5  asecchiate dalle chiese, ma anche le calli senza monumenti, iponticelli sui rii sono come minimo pittoreschi. Le facciate deipalazzi sono colpi di faccia, come le pedate sono colpi di piede.

Vieni presa a facciate dalla bellezza, schiaffeggiata, malmenata6.Andrea Palladio ti atterra7. Baldassarre Longhena ti stende8.Mauro Codussi e Jacopo Sansovino ti annientano9. Ti senti male.E il famoso disturbo di monsieur Henri Beyle, malore passato allastoria come sindrome di Stendhal.

Non aggravare la situazione, smettila di correre dietro astatue e pitture: tra le innumerevoli opere e collezioni in cui rischi

continuamente di incappare10, ti indico quelle che per me sonostate le due esperienze estetiche più letali della città: una piuttostoovvia; un’altra molto più pericolosa, perché io non ne sapevoniente e sono stato fatto secco a tradimento. Quando voglio farmidel male, vado a vedere lo strepitoso11  ciclo di Vittore Carpaccioalla Scuola di san Giorgio degli Schiavoni, che mi procura ognivolta un breve periodo di coma: fin qui niente di inaudito12. Ma

1 lo scorcio: Anblick

2  dimesso: bescheiden

3  subdolo: heimtückisch

4  inesorabile: unabwendbar

5  grondare: triefen6  malmenare: verprügeln

atterrare: niederschlagen

8 stendere: p latt machen

9  annientare: niederschmettern

10  incappare: stoßen

11 strepitoso: großartig

12 inaudito: unglaublich

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mentre gironzolavo1  dentro la Scuola Grande di san Rocco,sicuro che l’innocuo Tintoretto non avrebbe potuto farmispuntare2  nemmeno un formicolino3  estetico, ho avuto un colpoapoplettico4  davanti agli incantevoli rilievi lignei di FrancescoPianta: misteriosissimi, impastati di metafore, pastrugnati5  disimboli, una scorpacciata6 barocca di cui non parla mai nessuno.

Se basta una passeggiata di qualche ora a ridurti così, pensache cosa dovrebbero dire i veneziani. I turisti sono fortunati:appena si trovano di fronte un’architettura splendida,

neutralizzano la radioattività estetica inscatolandola in unamacchina fotografica o in una videocamera. E gli abitanti?Troppo splendore nuoce gravemente alla salute. Continuamenteesposti alle meraviglie dalla mattina alla sera, i poveri occhiveneziani assorbono la radioattività estetica, altrimenti dettapulchroattività7. Il radium pulchritudinis  li fiacca8, smorza9  ognislancio vitale, li intorpidisce10, li deprime. Non per niente i

veneziani si sono sempre chiamati Serenissimi: che è come diremorbosamente calmi, istupiditi, sonnambuli11. In un altroromanzo di Henry James, un anarchico londinese fa un viaggio inEuropa; a Venezia rimane sconvolto dalla bellezza della città, isoffitti del Veronese gli cambiano la vita; torna a Londra per unattentato ma ormai si è dimesso12  da terrorista: doveva uccidereun duca, invece sul più bello si suicida.

1gironzolare: bumm eln

2  spuntare: hervorkommen

3  il foruncolino: kleiner Pickel

4  il colpo apoplettico: Schlaganfall

5  pastrugnato: vollgestopft6  la scorpacciata: Fresserei

7  la pulchroattività: ‘R adio ak tivität der Schönheit ’

8  fiaccare: schwächen

9  smorzare: löschen

10  intorpidire: stumpf machen

11  sonnambulo: schlafwandlerisch

12  dimettersi: zurücktreten

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Per fortuna questo secolo ha escogitato1  qualche genialeantidoto al morbo. Il primo rimedio, blando2, temporaneo, ma

molto diffuso, sono le impalcature3  dei restauri, foderate di

tessuti sintetici, o addirittura rinforzate con solide assicelle dilegno. E per questo che i restauri durano così tanto: sono solo unpretesto per tenere nascoste il più a lungo possibile le micidiali4facciate. I ponteggi e le impalcature sono una specie di moratorianucleare, come per le testate dei missili atomici: a Veneziaservono a imbrigliare5 l’energia devastante delle facciate nucleari.

L’altro metodo è quello edilizio, più radicale, ma purtroppopoco praticabile: in città non c’è più posto per costruire nemmenola cuccia di un cane6. Venezia è costipata7  di passato, e il suopassato è sciaguratamente8 stupendo. Perciò, appena si presental’occasione, ci pensano gli architetti a dare un po’ di ristoro9  allepupille veneziane. Prendi il vaporetto che percorre il canalGrande: come se non bastassero quattro chilometri di palazzi

lungo la esse d’acqua, alla fine il canale sfocia nel bacino di sanMarco: ti sei appena lasciata alle spalle la basilica della Salute e lapunta della Dogana, ed ecco che ti attendono al varco l’isola disan Giorgio, a destra, e a sinistra la Zecca, la bibliotecaMarciana, la torre dell’Orologio, la basilica di san Marco, ilcampanile, il palazzo Ducale, il ponte dei Sospiri, le Prigioni! Staiper schiattare10, la grazia ti sta dando il suo colpo di grazia11,

quand’ecco che ci pensa la prima facciata dell’hotel Danieli asoccorrerti all’ultimo minuto, ti riprendi mettendo in salvo lo

1escogitare: erfinden

2 blando: sanft

3  l ’ impalcatura: Baugerüst

4 m icidiale: m örderisch

5  imbrigliare: bändigen

6  la cuccia del cane: Hun dehütte

7 costipato: v erstopft

8  sciaguratamente: unglücklicherweise

9  il ristoro: Erleichterung

10  schiattare: platzen

11 il colpo di grazia: Gnadenstoß

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sguardo in quel confortevole bunker d’orrido. Come sopravviverea san Moisè, se non ci fosse accanto l’hotel Bauer Grünwald?Grazie di cuore, architetti contemporanei, grazie di pupilla per la

sede centrale della Cassa di risparmio in campo Manin, per l’Inpse l’Asl e l’Enel in rio Novo, per l’Inail in calle Nova di san Simon.

Ecco perché la città è così devota a santa Lucia, patrona dellavista. Ogni anno, il tredici dicembre, si va nella chiesa di sanGeremia, dietro l’altare, ci si mette in fila lungo la bara dicristallo, si prega accanto alla mummia della santa. Fino agli annisessanta si poteva fissare Lucia direttamente nelle orbite1  cave. Iveneziani e la santa si scambiavano uno sguardo salutare: occhieccessivi, traboccanti per la commozione, erano messi di fronte aocchi manchevoli, estirpati2  dal martirio. Era un toccasana3

spalancare le palpebre davanti alle occhiaie vuote di Lucia: lepupille dei veneziani lacrimavano, i cristallini4  intorbiditi dallabellezza si lavavano, le retine peccatrici5  si purificavano dallescorie estetiche radioattive immagazzinate durante l’anno in città.L’orrore dava l’assoluzione alla bellezza: non c’era nulla dimacabro in tutto ciò. Purtroppo il patriarca Albino Luciani,pastore d’anime dall’indole sensibile, qualche anno prima didiventare papa Giovanni Paolo I e di rivelare alla cristianità tuttache Dio è la Mamma, ha disposto che la faccia della santa venissecoperta con una maschera d’argento dai lineamenti aggraziati.

Venezia è fondata su un cadavere. Mille anni fa il furto deiresti di san Marco le ha garantito l’indipendenza. Dev’essere perquesto che alcune mummie fanno capolino6  in città, si veneranonelle teche di vetro: santa Lucia, ma anche san GiovanniElemosinario nella chiesa di san Giovanni in Bragora; un paio dicadaveri egizi al Museo archeologico in piazza san Marco; ilsarcofago di Nehmekhet e qualche presbitero armeno, dalla

1 l ’orbita: Augenhöhle

2  estirpare: herausreißen

3  il toccasana: Allheilmittel

4  il cristallino: Linse

5  peccatore: sündig

6 fare cap olino: h ervorgucken

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narice dilatata1  per estrarre il cervello durante il processo diimbalsamazione, nell’isola di san Lazzaro degli Armeni; e unaprodigiosa sacerdotessa dei coccodrilli nel Museo di storianaturale dentro il fondaco2 dei Tedeschi. La sacerdotessa è distesain mezzo a uno zoo di animali impagliati3  e a una collezione diarmi, strumenti quotidiani e opere d’arte dell’Ottocento africano.L’ha portata in città il più trascurato, il più sfortunato, il menocelebrato dei leggendari viaggiatori veneziani. Alla metà deldiciannovesimo secolo, infatti, non c’erano solo gli inglesi e ifrancesi che andavano a caccia delle sorgenti del Nilo: GiovanniMiani ce l’aveva quasi fatta, barattando per mezza Africa le perledi vetro di Murano (le contane), sopportando dissenterie4  ealluvioni e boicottaggi internazionali e derisioni5  in patria,togliendosi denti da solo, cavalcando un toro dopo che gli eramorta l’asina, rintuzzando i depistaggi6  degli indigeni diffidenti,le fughe notturne dei portatori7. Si è ammalato a poche giornate

di marcia dal lago Nyanza e ha fatto dietrofront8: progettava ditornare ma, un paio d’anni dopo, Speke e Grant l’hanno bruciatosul traguardo9.

Ecco come Miani descrive la teca: “Vedesi entro i vetri, unaMummia con la faccia dorata. Questa venne trovata nella grottadirimpetto Manfalut, sopra la catena Arabica, ove si trovanomillioni di Coccodrilli imbalsamati. Avanzando in questa grotta

trovai corpi umani sepolti fra i grandi rettili come qui si vede.Siccome venne spogliata qui, così sappiamo ch’è Mummia didonna, e perciò credo che fosse una delle sacerdotesse, ricordate

1dilatato: erweitert

2 il fond aco: W arenlager3  impagliato: ausgestopft

4  la dissenteria: Ruhr

5  la derisione: Spo tt

6  rintuzzando i depistaggi: ohne sich vom Weg abbringen zu lassen

il portatore: T räge r

8  fare dietrofront: zurückkehren

9 bruciare sul traguard o: au f der Zielgerade überrunden

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da Erodoto, che nutrivano i sacri amfibi, e quando morivanovenivano seppellite assieme”.

Ora chiudi gli occhi e immagina Venezia rasa al suolo1:

nemmeno un mattone, solo le ombre delle calli sono rimaste inpiedi, le pozze luminose dei campi. Percorri questa fantasticaurbanistica del chiaroscuro: strade di ombra accalcata2, vischiosa;piazze di luce deflagrata3, polverizzata. Ricordati che questa è lacittà che ha inventato le veneziane, le tende a stecche orizzontalirotanti che affettano i raggi del sole. Le finestre delle case sonoesageratamente vicine agli spigoli, si sporgono più che possono

sulla prua angolare degli edifici per catturare la maggiorequantità di luce possibile, per rifletterla subito sulla pareteadiacente4 e farla rimbalzare nella stanza.

Mettiti gli occhiali da vista per leggere le strade. I nomi dicalli, ponti e campi sono dipinti. Lettere nere su rettangoli5bianchi, sopra uno strato di malta6: si chiamano nissioéti (o nizioléti:  comunque significa “lenzuolini7”). Periodicamente gli

operai del comune li ripassano con pittura e pennello: non sonofilologi scrupolosi, alcune volte italianizzano riscrivendo.Altrimenti non si spiega come mai lo stesso campo vienenominato in due modi diversi a poche decine di metri di distanza:santa Margherita e santa Margarita; i santi Giovanni e Paolo, inun nissioéto più arcaico figurano come santi siamesi: sanZanipolo, una specie di san Giampaolo.

Adesso mettiti seduta e impara questo piccolo glossariotoponomastico:

c’è solo una strada, la strada Nova, spianata a fine Ottocentoper semplificare il labirinto di Cannaregio, copiando in minore iboulevard haussmanniani antibarricate di Parigi;

1raso al suolo: dem E rdboden gleichmachen

2  accalcato: zusamm engedrängt

3  deflagrato: verpufft

4  adiacente: angrenzend

5  il rettan golo: Rech teck

6  la malta: Mörtel

7  il lenzuolino: kleines Laken

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due vie,  via XXII Marzo a san Marco e via Garibaldi aCastello: le calli intorno a via Garibaldi sono spettacolari parate

di lenzuola, gran pavesi1  di mutande, festoni2  di calzini stesi dauna facciata all’altra delle case, a volte sulla diagonale deicampielli, su fili della biancheria lunghi decine di metri;

le liste sono corsi e le crosère sono incroci;tutto il resto, o quasi, sono calli  (mi raccomando, sempre al

femminile: la  calle, le  calli); ma ci sono anche i rami  e le rughe,non necessariamente più strette (o più decrepite3!) delle calli;

perché mai certe calli non si chiamano calli  ma salizadeì Salizada  significa strada selciata; in origine le calli erano in terrabattuta, le prime calli pavimentate sono state identificate così perdistinguerle da quelle non ancora selciate: salizada insomma è unattributo fossile sopravvissuto nei secoli;

un rio terà è un rio interrato4, cioè un canale diventato calle;la fondamenta  (plurale fondamente) è la riva pedonabile, cioè

una calle con le case da un lato e un rio dall’altro; di fronte adacque più larghe, in canal Grande o in bacino san Marco, a unafondamenta può capitare di chiamarsi riva;

canali sono il canal Grande, e il canale della Giudecca, ampi eprofondi; quasi tutti gli altri sono rii; pochi gli specchi d’acquapiù larghi, i bacini, le dàrsene, le pissìne;

i ponti sono ponti, e sono circa cinquecento;

di piazza  ce n’è una, piazza san Marco; tutte le altre sonocampi  o campielli; in ricordo del passato prataiolo5  dei campi,piante interstiziali6  crescono tra le fessure dei maségni  d’estate;l’unico campo ancora non selciato e ricoperto da una verdeerbetta è a san Pietro di Castello;

1il gran pavese: Flaggengala

2  il festone: Girlande

3  decrepito: hinfällig

4  interrato: ausg efüllt mit Erde

5  prataiolo: Wiesen

6  interstiziale: in den Zw ischenäu m en liegend

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le corti  sono campielli defilati, interni a gruppi di case, vi siaccede1 da una sola entrata, una calletta o un sotoportego;

il sotoportego (sottoportico) è un tunnel squadrato fra le case;

già che ci siamo, altre due voci generiche di manufatti architet-tonici e luoghi che invece non troverai scritte sui nissioéti: altana èuna terrazza di legno edificata2 sopra il tetto; poggia su esili colon-nine di mattoni che danno le vertigini; squèro  è il cantiere3  dibarche.

Fine del glossario.Ora che conosci il dizionario dei nomi comuni stradali sei

pronta per affrontare l’enciclopedia dei nomi propri.Tranne rare eccezioni, perlopiù risorgimentali o postbelliche,

come via Garibaldi, campo Manin e campo Nazario Sauro, latoponomastica veneziana rifiuta il culto della personalità laica4.Le strade non sono quasi mai dedicate a uomini e donne famosi,ai dogi e agli ammiragli, ai viaggiatori e ai musicisti, ma a fattaccidi nera5  e abitudini popolari, a professioni comuni e prodotti diconsumo. Consulta la bibliografia nell’ultimo capitolo eprocurati assolutamente una guida alla decifrazione dellecentinaia di nomi bizzarri delle calli. E un modo diverso diattraversare la città: ciascuna calle condensa nel proprio nomeuna microstoria incredibile. Sembra di leggere “Cronaca vera”stampata sui muri!

Non posso riassumerle come vorrei, sono troppe e troppobelle. Scelgo una storia per tutte, che mi permetterà di nominaretre nissioéti.

Cinque secoli fa un operaio sta vuotando a cucchiaiate la suascodella6  di sguaséto, una specie di spezzatino7  in umido: fra la

1accedere: eintreten

2  edificare: bauen

3  il cantiere: Werft

4  laico: weltlich

5  il fattacc io di nera: V erbrechensm eldung

6  la scodella: Schü ssel

7  lo spezzatino: Frikassee

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trippa1, i polmoni, la milza e la coda di manzo che sguazzano2 nelsugo c’è un boccone che non si lascia masticare. E un pezzo di

dito, con tanto di unghia. Ecco che fine hanno fatto i bambiniscomparsi a san Simeone! L’operaio denuncia chi gli ha vendutol’intingolo3, il luganeghèr   Biagio: il salsicciaio confessa e vienetrascinato per terra legato alla coda di un cavallo, scorticandosi4nel lungo tragitto dal carcere alla bottega; qui gli vengono tagliatele mani; durante il ritorno, per non sprecare tempo vienetorturato a morsi di tenaglia5; il boia6  incappucciato, che si

mormora abiti in incognito in calle de la Testa, lo decapita fra ledue colonne di san Marco; il corpo viene fatto a pezzi e lemembra vengono esposte alla cittadinanza, per edificazionepubblica, probabilmente appese alle forche del ponte dei Squartài ai Tolentini, come di consueto in questi casi. Il salsicciaio BiagioCargnio, assassino seriale e cuoco di bambini, è ricordato dalnissioéto in riva di Biasio, all’inizio del canal Grande.

In genere, proliferano7  i nissioéti delle calli dedicate allevecchie corporazioni di artigiani. Quelli dei campi invecenominano i santi. A Venezia il lavoro è stretto, la religione èlarga.

I mestieri delle calli sono fossili di un’economia prefordista:calle dei Botèri (bottai8); calle dei Saonèri (saponificatori9); calledei Lavadori; calle del Calderèr (calderaio10); calle dei Fusèri

(fabbricanti di fusi11); calle dei Spezieri.

1 la trippa: Kutteln

2  sguazzare: schwimmen

3  l’intingolo: Soße

4  scorticarsi: aufschürfen

5  la tenaglia: Zange

6  il boia: Henker

proliferare: wuchern

8  il bottaio: Faßbinder

9  il sapon ificatore : V erseifer

10  il calderaio: Kesselschm ied11 il fabb ricante di fusi: Spind elma cher

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I santi dei campi sono figuri di secondo e terzo pianodell’aristocrazia celeste: sant’Aponàl, san Boldo, san Basegio, sanCassàn, san Gervasio e Protasio, san Marcuola, san Provolo, san

Stae, san Stin, san Trovaso. Una mafietta celeste si è accaparratagli spazi più ariosi, un colpo di stato teologico ha detronizzato ilprincipe del Paradiso mandandolo in esilio dagli ampi sagrati1,ficcandolo nelle strettoie più umide e malsane, in mezzo al popolominuto dei bottegai e degli artigiani: il Cristo e la Crocesoffocano in una dozzina di callette secondarie.

Ora che hai fatto l’abitudine a tenere il muso all’insù, staiattenta ai meteoriti: gli escrementi di piccione, naturalmente, e nonsolo. Basta un acquazzone a far crollare metri quadrati di intonacofradicio. Esempi di cadute massi veneziane negli anni novanta: uncommerciante che andava al lavoro nelle Mercerie è stramazzato alsuolo2, colpito da una modanatura3 che si è staccata all’improvvisoda un primo piano sopra la sua testa. Un’intera parete è rovinata inacqua in rio della Toletta, aprendo il sipario di mattoni su unacoppia di inquilini sbalorditi, spaparanzati4  in mutandoni epantofole davanti alla tivù: fortuna che, al momento del crollo, inquel punto del canale non stava passando nessuna barca. Un pezzodi poggiolo5 è cascato a terra in pieno campo san Luca. Una grandeplacca della copertura in metallo di san Simón Picolo si è staccata,impigliandosi sul cornicione della cupola, è rimasta sospesa come

una ghigliottina di Damocle, in bilico6 a una ventina di metri soprail collo dei pedoni.E sterminata l’aneddotica popolare su tegole, frammenti di

intonaco, vasi di terracotta di stazza imponente (;pitèri)  chepiombano sul selciato di colpo, gerani e ciclamini che esplodonoa terra, oppure sul cranio dei passanti: con gran spargimento7

1 il sagrato: Kirchplatz

2 strama zzare al suolo: der Länge n ach zu Boden stürzen

3  la modanatura: Fenstersims

4  spaparan zato: ausgestreckt

5  il poggiolo: Balkon

6 in bilico: a u f der K ippe stehend

7  lo sp argim ento: A usstreuen

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splatter di cocci, terriccio nero, materia cerebrale, schegge1,petali, dentiere2, concime, globi oculari3. Come per tutte le sue

migliori tradizioni, la Serenissima ha incoraggiato eistituzionalizzato questo caratteristico sport cittadino: alleMercerie un antico bassorilievo raffigura la perfida vecchietta chequasi sette secoli fa gettò dal davanzale un pitèr, un mortaio4 o unvaso di coccio sulla testa de coccio  del portastendardo diBaiamonte Tiepolo, privando di riferimento la sua milizia efacendogli fallire la congiura5  contro il doge Gradenigo. In un

pomeriggio d’autunno, ho visto un uomo affacciarsi in campo deiFrari: lo scuro della finestra faceva perno su un cardine6

arrugginito, si è abbattuto sulla fondamenta a pochi centimetridalla testa di un passante. Chi ha detto che Venezia sprofonda?Venezia cade a pezzi.

Grandinano7  anche animali vivi, micie domestiche segregate8

in casa da anziane zitelle9  invidiose. Durante la stagione degli

amori, le micie latrano sconsolate dalle balaustre dei poggioli dicasa, mandano richiami d’amore ai più fortunati gattacci randagi.I gatti di strada si ammonticchiano uno sopra l’altra; alcunitentano di incastellarsi10  in triadi: uno sopra l’altro sopra l’altra.Torturate da questi spettacoli irresistibili, le micie domestichenon ce la fanno11  più a contenersi12, il loro desiderio trabocca13

oltre la balaustra: si buttano dal secondo piano, le padrone le

1 la scheggia: Splitter

2  la dentiera: Zah nersatz

3  il globo oculare: Augapfel

4  i l mortaio: Mörser

5  la congiura: Verschwörung

6  il cardine: Angel

7  grandinare: hageln

8  segregato: eingesperrt

9 la zitella: alte Jun gfe r

10  incastellarsi: sich anh äufen

11 farcela: es schaffen

12 contenersi: sich zusam men reißen

13  traboccare: hinüberströmen

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cercano stizzite1 per tutto l’appartamento; due settimane dopo lemicie si ripresentano magre, graffiate (sgrafàe), felici.

Ma è venuto il momento di immortalare2  il campionemondiale di tutti i tempi di salto in basso, il mitico gattoheideggeriano della Giudecca.

Il micio in questione, tale Pucci, tre quarti di secolo fa amavaaddormentarsi sul davanzale3  di una casa al terzo piano:crogiolandosi4  come si suol dire beatamente al sole. Per nonessere disturbato da nessuno, Pucci usciva sul terrazzino, siarrampicava sulla balaustra, da lì saltava sul davanzale accanto esi distendeva all’esterno degli scuri5  chiusi. Quando la miabisnonna apriva gli scuri, Pucci si ritrovava di colpo sbalestrato6

nel vuoto, miagolava di spavento e assumeva in un baleno7  lastessa posa aerea degli scoiattoli8 volanti, delle scimmie dotate dimembrane planari: i gatti sono provetti9  cascatori. I ragazzini chegiocavano in calle tenevano sempre d’occhio quella finestra alterzo piano: ogni volta che avvistavano Pucci di ritorno suldavanzale, facevano passare una mezz’ora, lasciavano che il gattosi appisolasse10  in pace, dopodiché chiamavano alla finestra lamia bisnonna che si riaffacciava11 aprendo di scatto gli scuri.

Ci si domanda spesso se gli animali sognino, se sianoanch’essi travagliati12 da incubi simili ai nostri, come quelli che siconcludono con una caduta nel vuoto, sogni che sprofondano in

1 stizzito: gereizt

2  immortalare: unsterblich machen

3  il davanzale: Fensterbank

4  crogiolarsi: sich aalen

5

  lo scuro: Fensterblende6 sbalestrato: geworfen

7  in un b aleno : blitzschnell

8  lo scoiattolo: Eichhörnchen

9 provetto: erfahren

10 app isolarsi: einnicken

11  riaffacciarsi: sich wieder hinauslehnen

12  travagliato: geplagt

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se stessi fino a sfondarsi1 in un risveglio rassicurante sulguanciale. Consideriamo ora l’esperienza di questo gattoheideggeriano che, proveniente da un placido2 sonnecchiare,spalancava gli occhi sulla caduta.  Negli stessi anni il filosofoMartin Heidegger spiegava che venire al mondo è come esseregettati, è una caduta dell’essere che si tuffa nel tempo. La vita è

un gatto addormentato sul davanzale che si sveglia all’improvvisocadendo dal terzo piano.