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I quaderni di TIROCINIO CLINICO CONFERENZA DI RESTITUZIONE DEL GRUPPO DI RICERCA SVIAT Studio Italiano di Validazione della qualità dei Tirocini clinici MILANO 09.02.2016

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I quaderni di

TIROCINIO CLINICOCONFERENZA DI RESTITUZIONE DEL GRUPPODI RICERCA SVIAT

Studio Italiano di Validazione della

qualità dei Tirocini clinici

MILANO 09.02.2016

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Sommario

Sommario

L. Saiani – Università di Verona__________________________________________________

R. Nicotera – Università di Torino_________________________________________________

S. Terzoni – Università di Milano_________________________________________________

A. Palese – Università Udine____________________________________________________

A. Brugnoli – Università di Verona________________________________________________

F. Canzan – Università di Verona_________________________________________________

G. Randon – Università di Verona sede Vicenza____________________________________

A. Palese – Unioversità di Udine________________________________________________

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L. Saiani – Università di Verona

Perché il focus sugli ambienti di apprendimento?Il tirocinio professionale rappresenta il cuore della preparazione degli studenti dei corsi di

Laurea delle Professioni Sanitarie ed è fondamentale per sviluppare competenze

professionali, ragionamento diagnostico e pensiero critico.

In riferimento all’affermazione Tanner (USA 2006), secondo cui la formazione clinica

risultava immobile da 40 anni mentre la sanità stava velocemente cambiando ed era urgente

una rivoluzione in merito a questo, si ritiene responsabilità dei formatori garantire una

risposta adeguata al cambiamento. I tirocini sono ancora troppo limitati rispetto allo

spostamento dell’assistenza su aree non ospedaliere, diventa necessario pensare a un

percorso formativo esteso alla realtà di assistenza territoriale.

LEARNING ENVIRONMENT Gli ambienti di apprendimento clinico sono definiti come una rete di fattori interagenti nel

contesto, in grado di influenzare gli esiti dell’apprendimento degli studenti (Dunn & Burnett,

1995). La soddisfazione degli studenti è considerata un indicatore del raggiungimento degli

esiti dell’apprendimento ed è determinante a partire dalla prima esperienza di tirocinio.

MEDICAL NURSE EDUCATIONIl tirocinio è considerato l’occasione privilegiata di apprendimento dell’infermieristica in cui

non solo il ruolo del tutor universitario e clinico, ma anche le caratteristiche organizzative del

contesto clinico, costituiscono i fattori che possono influire sulla qualità dell’esperienza di

apprendimento, sulle competenze acquisite e sulla formazione delle aspettative di ruolo

dello studente. In particolare, il grado di soddisfazione degli studenti sull’esperienza di

tirocinio è un indicatore del raggiungimento degli esiti dell’apprendimento (Chan, 2002).

Le potenzialità formative dell’esperienza di tirocinio in ambito clinico aiutano lo studente a

diventare capace e competente, garantiscono allo studente di sperimentarsi nell’applicare la

teoria studiata alla pratica. Lo studente non deve valutare se la pratica corrisponde alla

teoria ma deve essere esposto ad acquisire un sapere prassico: lo studente in tirocinio deve

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essere esposto alla variabilità dei casi clinici, deve essere esposto all’incertezza per poter

sviluppare capacità decisionali (autonomia e responsabilità della professione).

La teoria è un prerequisito che in tirocinio si deve fondere con l’esperienza (apprendere

dall’esperienza).

CONCEPT ANALYSISIn un primo approccio gli ambienti di apprendimento si fondano su tre dimensioni:

relazionale, di sviluppo personale (orientamento all’obiettivo e autostima) e di mantenimento

o cambiamento del sistema (modalità con cui un dato sistema mantiene l’equilibrio o

risponde al cambiamento) (Moos, 1974). Un secondo modello si focalizza invece sulla

dimensione individuale ed interpersonale dei processi di apprendimento. Nel dettaglio, il

modello di Kolb e Fry (1975), afferma che l’apprendimento è derivato dalla rielaborazione

cognitiva ed emozionale delle esperienze concrete di apprendimento della persona in

formazione. Un terzo modello afferma che gli ambienti formativi possono essere considerati

contesti psico-sociali (Fraser, 1994) ovvero è il contesto stesso che, in quanto permeato di

relazioni, esperienze e significati, produce in sé apprendimento.

Per quanto riguarda gli ambienti di tirocinio clinico si analizzano (Flott, LInden 2015)

3 antecedenti:

“strutture che lasciano fare” progetto di tirocinio/simulazione qualità dei supervisori

4 caratteristiche:

ambiente fisico e risorse interazioni sociali cultura e clima organizzativo processo di insegnamento/apprendimento

4 outcome:

obiettivi di apprendimento abilità/conoscenze necessarie per assistere sicurezza e fiducia in se stesso soddisfazione per la scelta professionale (identità professionale)

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R. Nicotera – Università di Torino

Gli strumenti più utilizzati per misurare la valutazione degli

studenti sugli ambienti sedi di tirocinio: punti di forza e limiti

E’ di fondamentale importanza la misurazione del percepito per migliorare l’efficacia

formativa: l’apprendimento deve essere orientato allo studente. L’ambiente influenza gli esiti

ed una costante valutazione è necessaria.

In letteratura esistono diversi strumenti validati per valutare la percezione degli studenti

infermieri riguardo l’ambiente di tirocinio clinico: Student Evaluation of Clinical Education

Environment (SECEE) (Sand Jecklin, 2009), Clinical Learning Environment and Supervision

Scale + Teacher Scale (CLES+T) (Saarikoski et al., 2008), Clinical Learning Environment

Diagnostic Inventory (CLEDI) (Hosoda, 2006), e Clinical Learning Environment Inventory

(CLEI) l’ambiente di apprendimento è considerato un contesto sociale complesso, con una

propria «personalità» o clima (Chan, 2001; Chan, 2003). Sul piano metodologico la

percezione di un ambiente di apprendimento clinico può essere rilevatasecondo la

prospettiva di ciascun attore del contesto: studente, tutor di reparto, tutor universitario.

Il CLES è basato su cinque fattori:

a) clima di reparto, che indaga quanto lo studente si è sentito partecipe ed accolto

nell’equipe;

b) stile di leadership del coordinatore infermieristico, che considera quanto il coordinatore

valorizza i membri dell’equipe ed è integrato nel gruppo infermieristico;

c) modello di erogazione dell’assistenza infermieristica, che riguarda il grado di

personalizzazione delle cure infermieristiche alle esigenze dei pazienti, la chiarezza della

documentazione e dei flussi informativi di interesse assistenziale;

d) modello di apprendimento, che accerta se l’equipe ha favorito l’apprendimento dello

studente e se le occasioni di apprendimento sono state sufficienti e significative;

e) relazione di tutorato, che esplora se la relazione studente-tutor clinico è stata

caratterizzata da una interazione reciproca e orientata ai bisogni di apprendimento dello

studente.

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Pag. 4 SVIAT 2016 – Nurse24.it

Tra gli strumenti citati, il CLES+T (Saarikoski etal., 2008) è quello dal punto di vista

metodologico, ha mostrato caratteristiche di validazione più solide. Il CLES+T è stato

validato in diversi Paesi europei e recentemente nel contesto italiano confermando valori di

affidabilità e validità fattoriale ottimali, in comparazione ad altri strumenti testati in Italia. Lo

strumento è composto da 34 item suddivisi in sette fattori: 4 fattori principali definiti “clima di

apprendimento (9 item)”, “stile di leadership del coordinatore” (4 item), “relazione di tutorato”

(8 item),“modalità di erogazione dell’assistenza infermieristica nel reparto” (4 item) e 3 sotto-

fattori inerenti il ruolo del tutor universitario definiti “integrazione teoria-pratica” (3 item),

“cooperazione con l’equipe di reparto” (3 item) e “relazione con il tutor clinico e lo studente”

(3 item). Le risposte per ogni item si pongono su una scala Likert dove 1 significa “forte

disaccordo”, 2 “disaccordo”, 3 “né accordo né disaccordo”, 4 “accordo” e 5 “forte accordo”.

Il CLES+T presenta una consistenza interna variabile da 0.80 a 0.96 (α di Cronbach) tra i

fattori della scala e l’analisi fattoriale esplorativa e confermativa hanno dimostrato la validità

fattoriale dello strumento. In particolare la struttura a 7 fattori, emersa nell’ analisi fattoriale

esplorativa, spiega il 67% della varianza del costrutto e gli indici di fit riscontrati nell’analisi

fattoriale confermativa attestano il buon adattamento del modello fattoriale a 7 fattori.

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Pag. 5 SVIAT 2016 – Nurse24.it

S. Terzoni – Università di MilanoIl protocollo dello studio SVIAT

Lo studio è stato condotto da un gruppo di ricerca spontaneo, trasversale alle Università di

Milano, Verona, Udine, Torino, Bologna e Trieste, in tre fasi.

I: primavera/estate 2015 II: autunno/inverno 2015 III: 2016 preparazione strumento definitivo

Lo strumento è stato sviluppato dopo un’attenta analisi della letteratura, tre round di

consenso e scelta casuale degli studenti del CdL. Propone un modello che analizza 73 Item

con giudizio su scala di Likert da 0 (nulla) a 3 (moltissimo).

La scheda SVIAT è disponibile per la compilazione sia in forma cartacea che telematica,

comprende una prima parte di indagine demografica (variabili che possono influenzare il

tirocinio), una seconda sul tipo di modello tutoriale e una terza sulla qualità formativa

percepita.

Lo studio condotto è di natura osservazionale, somministrato agli studenti dei tre anni di

corso che abbiano frequentato l’ambiente di tirocinio per il quale forniscono il giudizio per

almeno 2 settimane. A termine di confronto è stato utilizzato (solo presso Università di

Bologna, Trieste, Torino e Modena) anche CLES e CLES+T. La compilazione da parte dello

studente è avvenuta dopo aver ricevuto il voto di tirocinio per limitare influenze di ogni

genere.

L’innovazione di SVIAT rispetto alle atre scale è la possibilità di avere una predittività

sull’esame di tirocinio, così da poter mettere immediatamente in atto correttivi in sostegno

dello studente.

SVIAT prevede valutazione dell’ambiente di tirocinio anche da parte del tutor clinico, che

deve avere almeno due anni di esperienza nel profilo.

SVIAT risomministrato a due settimane d distanza ne garantisce la stabilità dello studio.

Unica criticità sembra essere lo scarso coinvolgimento dei coordinatori e dirigenti delle

professioni sanitarie.

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Pag. 6 SVIAT 2016 – Nurse24.it

A. Palese – Università Udine

Risultati preliminari dello studio SVIAT

Il processo di ricerca non è stato supportato economicamente e ha coinvolto studenti in tre

inde di partecipazione, incluso studenti che avevano concluso il percorso di tirocinio.

Ha coinvolto 88 sedi, 9607 studenti e 643 schede SVIAT compilate dai tutor. Le schede sono

state compilate in tutta Italia tranne 5 regioni.

L’età media degli studenti è di circa 22 anni, sesso prevalente femminile, stato civile

prevalente libero, studenti prevalentemente di provenienti da licei con voto medio di maturità

di circa 77/100.

Sono state analizzate le sedi di tirocinio da studenti del primo secondo e terzo anno nella

misura di 1/3 per ogni anno accademico. Esiste una Short Version della scala, con analisi

mirata sul primo fattore, comprensiva di 41 Item in totale.

Durata di tirocinio (settimane in media) circa: 5,4 (non è stata considerata e valutata

la prima esperienza di tirocinio) Luoghi di tirocinio: Chirurgia (settimane 8,75), PS (settimane 8,75), Medicina

(settimane 6,75), Ortopedia (settimane 3), Territorio (settimane 7,3) Modelli di tutorato dichiarati nei 73 papers: NESSUNO 29 (40%), GUIDE DI

TIROCINIO staff nurses, nurse perceptors,nurse supervisors, nurse facilitators 31

(43%) – soprattutto in chirurgia terapia intensiva e psichiatria, GUIDA DI

TIROCINIO+TUTOR UNIVERSITARIO (CLINICAL TEACHER) 10 (14%)

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Pag. 7 SVIAT 2016 – Nurse24.it

A. Brugnoli – Università di Verona

La crescente complessità del sistema sanitario esige che gli infermieri siano in grado di

svolgere le proprie funzioni assistenziali con sempre maggiore competenza e

professionalità. Per quanto attiene l’apprendimento clinico, l’orientamento dei programmi è

sempre più volto a favorire l’acquisizione di un sapere esperto caratterizzato dalla

compenetrazione di conoscenze tecnico-scientifiche ed abilità pratiche.

E’ di fondamentale importanza la percezione da parte dello studente di sentirsi in

apprendimento. Dall’analisi SVIAT si evince che è efficace l’utilizzo di un insieme di

strategie. SVIAT potrà fornire informazioni sui bisogni formativi dei Clinical Teacher rispetto

alle strategie di insegnamento clinico. Il clima e la qualità delle relazioni docente-studente

influenzano positivamente la formazione sia bedside-teaching che trasversale (non

bedside).

Il tirocinio clinico è un sistema di opportunità per lo sviluppo professionale, generato per

facilitare il processo di costruzione delle diverse figure professionali a partire dal nucleo

centrale delle conoscenze scientifiche e tecniche.

L’insegnamento clinico è “preparare gli studenti ad integrare le informazioni scientifiche di

base, precedentemente assimilate, con capacità orientate all’attività (perfomance-oriented) e

con competenze associate alla diagnosi, al trattamento e all’assistenza dei pazienti, e ad

acquistare quelle capacità professionali e personali, quegli atteggiamenti e quei

comportamenti ritenuti indispensabili per entrare nel sistema sanitario; quanto più il clima e

la qualità delle relazioni tra operatori in sede di tirocinio è positivo tanto più lo studente,

inserito in un background favorevole, raggiungerà gli obiettivi formativi.”

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Pag. 8 SVIAT 2016 – Nurse24.it

F. Canzan – Università di Verona

Modelli emergenti di tutorato del tirocinio

Il tirocinio clinico forniscono opportunità per gli infermieri studenti di imparare esperienziale.

Ci devono essere adeguate opportunità per gli studenti di sviluppare la fiducia e la

competenza in competenze cliniche con una particolare attenzione per l'apprendimento

degli studenti ha bisogno, piuttosto che le esigenze di servizio delle strutture.

Il modello di tutorato è un processo di guida, insegnamento e facilitazione

dell’apprendimento dello studente, realizzato in partnership tra Università e Servizi sedi di

tirocinio.

Le tipologie principali di tutorato clinico sono:

Tradizionale Preceptorship Modello collaborativo (CEMCLU) Clinical Teaching Associate (CTA) & Cluster Model Dedicated Education Unit (DEU), unità dedicate alla formazione clinica Oregon Clinical Education Model

Esiste grande variabilità in letteratura, molti modelli sono mix di elementi o espressioni di

partnership; la letteratura a riguardo è molto recente (10 anni).

Il modello Preceptorship prevede un rapporto 1:1 (infermiere:studente) ed è il modello

prevalente in Italia dove il preceptor ha buone competenze cliniche e relazionali e buona

conoscenza del setting.

Il modello collaborativo prevede che lo studente sia seguito a rotazione da tutti gli infermieri

clinici e il Tutor universitario sia presente per diverse ore a settimana; pur essendo un

modello che mostra il vantaggio dell’autoapprendimento e collaborazione tra studenti,

presenta il limite della frammentarietà del feedback ricevuto dallo studente sui suoi progressi

e quello della variabilità di modelli professionali formativi.

Nel CTA e Cluster Model l’infermiere clinico formato appartenente alla sede di tirocinio viene

staccato dall’assistenza per l’insegnamento ad un gruppo di studenti (6-10) nei periodi di

presenza; gli studenti percepiscono una supervisione costante e sviluppano senso di

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appartenenza al team ma questo modello sollecita poco l’auto-apprendimento ed è

incentrato sulle abilità del CTA.

L’Oregon Clinical Education Model comprende esperienze cliniche diversificate e

focalizzate, in parte in simulazione altre in clinica, prevede che le attività cliniche siano

intenzionalmente selezionate sui bisogni degli studenti e favorisce l’assunzione di

responsabilità da parte dello studente per gli aspetti di cura acquisiti.

Il modello base DEU parte dal presupposto di una buona partnership tra Università è Unità

operativa; prevede la presenza di un Coordinatore DEU (Nurse Manager), di un Tutor

Universitario (Clinical Faculty Coordinator), di un Tutor Clinico (Clinical Instructor) e di Guide

di Tirocinio (Clinical Teachers): ognuna può seguire 1 o 2 studenti.

E’ necessario valutare la possibilità di sperimentare nuovi modelli di tirocinio come la

simulazione: ambienti virtuali. I modelli devono essere flessibili orientati ai bisogni dello

studente.

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G. Randon – Università di Verona sede Vicenza

L’unità dedicata è quella dove si sviluppa il modello di insegnamento ottimale, attraverso una

strategia comprovata efficacia. Il punto di vista dell’università a riguardo punta sulla

sostenibilità e qualità dei tirocini con la miglior integrazione possibile tra teoria e pratica. Il

punto di vista del Servizio Sanitario è orientato alla carenza di personale che valorizzando la

competenza dei professionisti esperti mira a trattenerli.

L’utilizzo dei DEU potrebbe essere utilizzato come area di reclutamento anticipato di

neolaureati. Tale modello è diffuso in Australia e Nuova Zelanda (Fusa Model); nel Nord

Europa si è diffuso il modello scandinavo LIFEWORD – LED LEARNING utilizzato per la

prima volta presso l’Università di Borås che prevede uno spazio di incontro studente-

paziente. Successivamente nel Nord America è stato adottato il Fusa Model utilizzato in

Australia a partire dall’Università di Portland.

Le caratteristiche delle DEU sono:

Integrazione tra università e contesti clinici Ruolo vitale dei clinici nello sviluppo delle competenze Assistenza e apprendimento di qualità Adattabilità del modello a diversi setting clinici sia ospedalieri che territoriali

Lo studente tirocinante presso unità dedicata percepisce un clima accogliente, ha chiari i

diversi ruoli e le diverse responsabilità. Gli infermieri percepiscono la fatica di insegnare.

Non esiste un modello di tirocinio migliore, tutti sono possibili.

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A. Palese – Università di Udine

RISORSE DEDICATE ALL’APPRENDIMENTO - Risultati dello

studio SVIAT

Analisi di alcuni Item dello studio SVIAT: (su scala Likert precedentemente illustrata)

Il CdL e la sede di tirocinio hanno favorito il mio apprendimento? 1.9 (tra abbastanza

e molto soddisfatto) Possibilità di accesso alle informazioni dei pazienti: 2.22 (molto soddisfatto) Possibilità di utilizzo dei DPI: 2.19 (molto soddisfatto) Accessibilità ai computer di reparto: (penultimo posto per grado di soddisfazione) Offerta di incontri per problemi di apprendimento (ultimo posto per soddisfazione)

L’ultimo item fa riflettere sullo scarso tempo che nelle degenze si può dedicare ai problemi

dello studente con apprendimento più lento. Gli studenti lamentano lo scarso tempo per

poter riflettere o approfondire alcuni aspetti e spesso scarsi spazi a loro dedicati.

Gli studenti dichiarano di aver accesso a protocolli e linee guida.

La percezione dei Tutor riguardo gli ambienti di tirocinio, indipendentemente dal modello, è

buona.