TINO SORINO - NeP Edizioni

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TINO SORINO

In Seicento o a spasso con Nino Rota Ricordi e documenti dagli archivi dei suoi amici

NeP edizioni

Grafica e impaginazione a cura di Miriam Palumbo

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Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell' Editore.

I edizione: 2020

In copertina: Matita e acrilico su carta dell'artista rutiglianese Francesco Laforgia, raffigu-rante Nino Rota e gli amici pugliesi a lui più vicini: Russo, Di Pierro e Giannelli.

Sul retro: Tre immagini raffiguranti, in alto, Nino Rota seduto con Prudenzina Giannelli, in basso, il senatore Luigi Russo e a destra, il tenore Franco Di Pierro.

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PREFAZIONE DI

Nicola Scardicchio compositore, direttore d’orchestra, docente di Storia della musica ed estetica musicale al Piccinni di Bari

Un ritratto intimo di Nino Rota

Ormai la letteratura musicologica su Nino Rota comincia a diventare copiosa e spesso ricca di spunti di notevole rilevanza: che sia stato uno dei più importanti compositori del Novecento è cosa ormai chiara ed evidente per moltissimi motivi specificamente musicali, ma non solo musicali, occorre dire. In alcune monografie o saggi relativi al Compositore compaiono anche note biografiche abbastanza significative. Quello che però subito risulta al lettore interessato è il fatto che, in fin dei conti, al di là delle notizie cronachistiche, riferite agli eventi riscontrabili della vita artistica di Rota con opportune ricerche, emerge evidente l'estrema discrezione di cui il musicista sempre rivestì la propria persona. Spesso anche chi gli era vicino non era a conoscenza di sue amicizie, frequentazioni, affetti, interessi extramusicali e, soprattutto, di azioni da autentico benefattore che operava nel più assoluto silenzio, e con generosità davvero straordinaria. Ecco allora che il libro di Tino Sorino si aggiunge al già ricco catalogo degli scritti su Nino Rota con un particolare motivo di interesse: è un libro che raccoglie e mette in ordine molte informazioni provenienti dalle fonti più diverse ma anche più significative, la voce di persone che con il Maestro ebbero in modi diversi consuetudine, affetto, occasioni di incontri e conoscenze per lavoro, per interessi culturali, per affinità e sensibilità specifiche che non sono contemplate né contemplabili in lavori di taglio specificamente critico-scientifico, storico o musicologico. Sono le voci di amici, colleghi, collaboratori che ci riportano ricordi vivi e reali della loro esperienza di persone vicine in qualche modo ad un uomo che univa alla timidezza della persona un’educazione tale da renderlo oltremodo rispettoso degli altri, fino ad essere indotto a tirarsi indietro piuttosto che invadere la sfera personale di chiunque, senza far differenza tra grandi personalità dell'arte, della cultura o della scienza ed i giovani allievi del Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari, di cui fu prestigioso direttore fino al 1977. Sarà utilissimo ma anche divertente leggere un libro in cui compaiono testimonianze interessanti come quella, ad esempio, di Vilia Muto, nipote di Prudenzina Giannelli e quindi testimone di infinite occasioni di incontri tra Rota e la sua famiglia, ricordando sempre che, scomparsa la madre Ernesta, Rota voleva sempre accanto Prudenzina (per noi zia Prudenzina) mentre componeva: il suo modo di ascoltare ed esprimere pareri non tecnici ma emotivi era per il compositore un immediato termine di valutazione circa la sua creazione, la sua percepibilità e capacità di trasmettere emozioni sincere e non deviate da pose intellettualoidi

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o saccentemente astruse. E così è per i nomi del maestro Michele Valerio, di Franco Di Pierro, testimone interno della vita del conservatorio barese, di Peppino De Cataldo, del Senatore Russo, di tantissimi personaggi che con Rota ebbero confidenza e che su Rota hanno potuto dire qualcosa di riservato ma anche di molto utile nel definirne la personalità di grande musicista e di uomo buono e generoso. Il lettore di questo succoso libro di Tino Sorino, proverà certamente la bella sensazione di aver conosciuto più da vicino uno dei più grandi musicisti italiani del Novecento.

Bari, 7 ottobre 2020

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PREMESSA DI

Roberto De Leonardis direttore del Conservatorio di Musica Nino Rota di Monopoli

Parlare di Nino Rota significa farlo non solo riguardo alla sua musica, impressa negli spartiti, nelle registrazioni e nella memoria di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, ma an-che alla sua persona, al suo carisma mite e gentile, perspicace, alla sua propensione al vero poetico, all'immagine che parla attraverso scorci visionari, satirici, ma sempre discreti e pro-fondamente umani. Compositore infaticabile ed eclettico, che trova negli insegnamenti di Pizzetti e Ca-sella le basi per costruire la propria individualità nel contesto della musica del Novecento, Nino Rota unisce i vari aspetti della società moderna all'interno dei diversi generi musicali, in produzioni in cui le ragioni del suo io si proiettano all'altro che è fuori di sé, vanificando la distinzione tra ciò che altro e ciò che sembra non esserlo. La sua è una voce unica che segna il leggero con i caratteri della rigorosità e il serio con la grazia espressiva che lo contraddistingue, facendone una personalità acclamata sia dal pubblico dei teatri e delle sale da concerto sia da quello del cinema e dello spettacolo nelle sue diverse sfumature. Espressa nelle innumerevoli pellicole cinematografiche di Visconti, Fellini, Zeffirelli e di altri grandi registi, la sua produzione più conosciuta, patrimonio dei media e quindi del grande pubblico, è solo un aspetto di un catalogo di cui la gran parte delle meraviglie sono ancora immerse in fondali meravigliosi che andrebbero esplorati e che evidenziano una caratura straordinaria, sotto certi aspetti unica, non solo sul piano artistico, come è facile concludere, ma anche su quello didattico, in cui il Maestro si è cimentato con amore e deter-minazione. L'intitolazione del Conservatorio di Monopoli a Nino Rota, compositore amato e adottato dalla nostra Regione, è altamente significativa, un atto dovuto starei per dire, pro-prio perché in sintonia con gli obiettivi artistico-didattici che tale istituzione si propone. Ben venga dunque una nuova pubblicazione sul grande compositore che contribuisce ad ampliare la nostra conoscenza. Attraverso la sua pratica di giornalista e di scrittore e soprattutto spinto dalla profonda ammirazione che lo lega al Maestro, l'avvocato Tino Sorino intraprende con il dovuto rispet-to e serietà un viaggio nella vita di Nino Rota, raccontando con documenti inediti e preziosi aspetti artistici e privati di un compositore che ha trovato nella nostra terra quel calore e quella riconoscenza che lo hanno accompagnato nel suo percorso di artista e di uomo.

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TINO SORINO

Scrivere una nuova storia con protagonisti nuovi, tralasciando il mio paese, Rutigliano, al centro delle mie ricerche nei precedenti lavori, è stato per me un chiodo fisso. Soltanto ora, in tempo di pandemia, quello che sembrava un progetto di non facile realizzazione, ha preso forma e vita, alimentato ancor più da questo lungo tempo di riflessione. Era, appunto, da aprile 2017 che covava in me il forte desiderio di raccontare un singolare viaggio nella vita di Nino Rota e di coloro che condivisero con lui parte della loro esistenza per amicizia, per amore della musica o per lavoro. È stato proprio uno di essi, il tenore Franco Di Pierro che, lavorando in Conservatorio con Nino Rota, mi trasmise la sua devozione e la sua ammirazione per il Maestro, sentito più come amico che come dirigente e, fece nascere in me, che già amavo la sua musica, una forte motivazione alla ricerca. Gli altri li ho conosciuti strada facendo, lungo un percorso che mi ha portato a Noicàttaro con Di Pierro, a Torre a Mare con i De Mattia, poi, a Monopoli con Vito Saponara (nel centro storico), nipote del senatore Russo e con Simonetta Fiume (in contrada Cozzana), figlia del musicista Orazio, e, infine, a Bari con Vilia Muto - Giannelli, la nipote di Prudenzina, l'amica speciale di Nino Rota. Un meccanismo avviato e seguito per anni dall'amico Di Pierro perché non s’inceppasse e ha continuato, poi, ad andare avanti, quasi per una forza misteriosa, la fortuna, la provvidenza, non so. Io che sarei stato felice se, solo avessi trovato oltre a Di Pierro, almeno un’altra fonte in grado di fornirmi anche solo la metà del materiale da lui concessomi, sono stato, poi, inondato da tanto di quel materiale che non riesco a contenerlo tutto in questa pubblicazione. Chiunque abbia avuto il privilegio di conoscere il Maestro, conserva come una reliquia, una foto, un ricordo, un invito, un libretto, una cartolina, qualsiasi cosa che lo ricordi in qualche modo, dall'allievo, al docente, all'amico, al familiare dell'amico. E io ho avuto la fortuna di conoscerli, incontrarli e di ottenere la loro collaborazione. Ma inaspettato e ancor più prezioso è stato l'apporto sia pur piccolo di tanti grandi Maestri di oggi che furono suoi allievi, come Michele Marvulli, Rino Marrone, Nicola Scardicchio, Michele Cellaro, Laura Iacobelli, Donato Divittorio. Il regalo più grande è stato, però, per me aver conosciuto i nipoti di due dei più grandi amici di Nino Rota in Puglia: Vito Saponara e Vilia Muto, grazie ai quali ho potuto apprezzare meglio il Maestro come musicista e come uomo, leggendo carte e documenti da lui scritti, talvolta inediti. Un ricchissimo materiale ricevuto, di cui ringrazio per la fiducia a me concessa e che spero possa essere utile per nuovi studi e successivi approfondimenti. Di foto già note, ho toccato con mano l'originale; da alcuni album di famiglia sono state tratte immagini mai prima d’ora pubblicate; una gran quantità di cartoline di proprietà di Vito e di Vilia conservano il fascino delle cartoline d’epoca, ancor più preziose per i testi che spesso

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le ricoprono sul retro. Lettere indirizzate ad amici mettono a nudo il suo animo schivo e gentile, tanto che ho quasi timore di infrangere la sua riservatezza, pubblicandole. I quattro taccuini di Vilia, lasciati a Prudenzina Giannelli, sono, poi, una miniera tutta da scoprire con minute di relazioni, appunti e testi inaspettati, come i dialoghi per Aladino e la lanterna magica. Ma la sorpresa aumenta quando si scopre la penna di Nino Rota intenta a costruire i testi per il libretto de La visita meravigliosa, che appaiono in divenire, con i personaggi che cambiano nome; intere pagine annullate da una grande croce; parti scritte separatamente, poi, inglobate in una riscrittura; cancellazioni e aggiunte a matita che lasciano inferire il travaglio della composizione. La meraviglia continua, poi, davanti ad un foglio protocollo a quadretti che riporta un divertissement da lui scritto per la contessa Caracciolo. Ella faceva parte del gruppo di amici torreamaresi, coinvolta come tutti e come lo stesso autore nella divertente rappresentazione e nel coro finale dell'Inno a Torre a Mare. Uno spaccato, poco considerato, della società alto borghese del tempo, che si incontrava periodicamente nei salotti e si divertiva facendo musica e teatro. La casa, in quegli anni, era il luogo privilegiato dello stare insieme. E, a casa dei suoi amici, Nino Rota andava ben volentieri, sempre accolto con gioia. Col senatore Russo si appartava nel bel salone del palazzo di Monopoli a parlare di musica, di pittura e degli amici lontani Fiume e Martinelli. Nella villa del musicista Orazio Fiume, in Cozzana, a Monopoli, era a contatto con la natura e si rilassava col pianoforte accanto. Nella casa dei Giannelli a Torre a Mare, altri amici allietavano le sue poche ore libere: i Borracci, i Malaguzzi Valeri, padre Pancrazio, un frate cappuccino di Santa Fara. E così la parola che più risuona in questo libro, dopo musica è amicizia. Nino Rota, però, si sentiva come a casa, soprattutto nella famiglia di Prudenzina, suo punto di riferimento e consulente musicale, dopo la scomparsa della madre Ernesta. Per questo, si conservano lì, più che altrove, tantissime tracce della presenza del Maestro e della mamma. Con tanto materiale a disposizione, ho potuto continuare il mio lavoro, sulla scia delle precedenti ricerche, con una attenzione particolare, in questo libro, per le cartoline, un mezzo che Nino Rota utilizzava moltissimo e, non solo nei suoi viaggi all'estero, per comunicare con gli amici. Di nuovo in questo volume c’è, rispetto ai libri precedenti, l'apporto delle lettere. E neppure qui si contano le storie, i racconti, i ricordi pronti a venir fuori da quell'angolo nascosto della memoria dove erano stati relegati. E così, con il contributo di tanti, si compone il ritratto di un Nino Rota che, al centro della sua vita, poneva la musica e la scuola, che era mite, buono e autentico, che incantava il mondo con i suoi capolavori e che tutti volevano o avrebbero voluto avere come amico. Mi piace concludere ringraziando quanti hanno collaborato con me, lasciando per tuttil'ultima parola a Rita Tagarelli, commediografa e studiosa nojana di storia locale che, con il suo ricordo di Nino Rota, aggiunge una sfumatura di tenerezza che ce lo fa amare ancora di più.

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Conobbi di persona Nino Rota nella chiesa della Lama di Noicàttaro durante un concerto, che mio cognato, Michele Valerio, insegnante nella cattedra di tromba e trombone presso il Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari, aveva ottenuto a favore della nostra Scuola. Con la collega, Anna Girardi, avevo preso posto tra gli alunni in un banco, dov’era seduto anche un “omino” dall'aspetto anonimo, per niente rilevante. Anna, in attesa che cominciasse la manifestazione, si rivolse al vicino: “Dicono che dovrebbe arrivare Nino Rota. Io non credo che tanto personaggio davvero vorrà onorarci…”. Egli accennò ad un lieve sorriso e le rispose: “Signora, sono qui e mi dispiace se lei si aspettava qualcuno di meglio”. In verità, la modestia del suo aspetto non lo connotava come il prodigioso compositore della musica immortale, divulgata dalle colonne sonore di tanti film. Lo guardammo, scusandoci, e capimmo come quel suo aspetto fin troppo casuale, la modestia nel proporsi, erano l'espressione tangibile della persona superiore che era, con una sensibilità, una nobiltà d’animo che trascendeva dall'apparire. Nello stesso errore incorse mia suocera: Nino Rota, invitato alle nozze di mio cognato Michele, si recò personalmente a casa sua a consegnare il dono per gli sposi. E qui la svista fu davvero imperdonabile, perché con i ringraziamenti si tentò di allungargli anche una mancia. Ho raccontato questi episodi, forse, del tutto irrilevanti in una biografia, perché ho creduto di far emergere una grande verità, d’altra parte tante volte riportata dal Vangelo: non è importante apparire, ma essere. Così credo di aver aggiunto una sfumatura al ritratto di un Grande nella storia della musica, che ha saputo esprimere non solo sul pentagramma delle note, ma nella vita la sconfinata grandezza della sua anima.

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Con il patrocinio di:

Comune di Rutigliano

In questo nuovo volume di Tino Sorino, in cui protagonista è la Musica, anche Rutigliano fa la sua parte, grazie al contributo della sua storica Banda e alla presenza di abili musicisti. Nonostante siano altri i paesi e le città che hanno avuto il privilegio di conoscere più da vici-no il grande compositore Nino Rota, al centro di questa ricerca, i nostri concittadini possono trovare, nelle tante foto e nei documenti raccolti, nuovi spunti per allargare la propria cultura musicale e nuovi elementi per cogliere gli intrecci della nostra storia locale con quella di il-lustri personaggi che hanno illuminato la cultura italiana.

Il sindaco Giuseppe Valenzano

Comune di Noicàttaro

Nino Rota è noto ai più giovani come il compositore delle musiche che hanno fatto la storia del cinema italiano. Il viaggio nella vita dell'artista, narrato da Tino Sorino attraverso ricor-di di quanti lo conobbero, offre una rinnovata prospettiva sul suo straordinario talento che si conferma senza tempo e capace di unire generazioni. Parte della narrazione è affidata al tenore Maestro Franco Di Pierro, nostro compianto concittadino, innamorato della sua Noi-càttaro che amava chiamare il paese della musica e della quale restituiva dettagliati racconti, istantanee di un passato che tornava vivo nelle sue parole. Celebrare la grandezza di Nino Rota significa per la nostra comunità celebrare anche quella dell'artista Di Pierro che con il Maestro ha condiviso lavoro, devozione e passione per la musica.

Il sindaco Raimondo Innamorato

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Comune di Monopoli

Il nome di Nino Rota sarà per sempre legato alla Città di Monopoli. È stato grazie a lui e al suo rapporto con la nostra comunità che questa città ha avuto un Conservatorio, dapprima come sezione distaccata di quello di Bari e successivamente come sede autonoma a lui de-dicato. Il racconto di Tino Sorino è l'occasione per ricordare ancora una volta la sua figura; ma è anche uno spaccato di Monopoli che diventa protagonista attraverso le personalità del senatore Luigi Russo e del musicista Orazio Fiume. Un racconto dall'alto valore culturale patrocinato dal Comune di Monopoli.

Il sindaco Angelo Annese

Comune di Putignano

Con piacere il Comune di Putignano ha concesso il patrocinio alla pubblicazione di questo testo che non solo è una fonte preziosa per preservare la memoria ma pone l'accento sul va-lore incommensurabile dell'amicizia, come sottolinea lo stesso autore nella prefazione: E così la parola che più risuona in questo libro, dopo “musica”, è amicizia. Nino Rota è patrimonio dell'intera umanità e noi pugliesi siamo orgogliosi e fieri che il Maestro abbia scelto la nostra Regione per crescere come docente e musicista. Ringrazio, a nome dell'Amministrazione Comunale, l'avvocato Tino Sorino per il bel contributo che sta donando alla comunità e auguro all'autore e al libro un proficuo e luminoso cammino.

Il sindaco Luciana Laera

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Città di Bari

Nino Rota è stato un compositore straordinario, innovativo, capace di guardare alla musica senza limiti né steccati. Una figura che forse la nostra città, nel tempo, aveva un po'trascu-rato ma che, grazie anche al lavoro del Conservatorio e di tante realtà culturali locali, negli ultimi anni è stata giustamente rilanciata in tutta la sua grandezza. A Bari abbiamo voluto dedicargli un premio, il primo Premio Nino Rota per la migliore colonna sonora, proprio per valorizzare il legame che il Maestro ha avuto con la nostra città scegliendo Torre a Mare come luogo del cuore nel quale rifugiarsi per trovare pace e ispirazione, tanto che molte delle sue musiche sono state composte proprio nella marina barese. Questo volume di Benedetto Sorino raccoglie una serie di contributi e di ricordi di quanti lo hanno conosciuto e amato, restituendoci un’immagine a tutto tondo dell'artista e dell'uomo che con il suo immenso talento ha lasciato un segno indelebile nella storia del cinema mondiale.

Il sindaco Antonio Decaro

Città di Matera

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Con il logo di:

Conservatorio di Musica Nino Rota di Monopoli

Conservatorio di Musica E.R. Duni di Matera