The Kennedys

20
The Kennedys STORIA DI UNA FAMIGLIA AMERICANA

description

Storia di una famiglia americana

Transcript of The Kennedys

Page 1: The Kennedys

The KennedysSTORIA DI UNA FAMIGLIA AMERICANA

Page 2: The Kennedys

In copertina: I �gli del presidente John Fitzgerald Kennedy ballano e scherzano con il padre nello studio ovale della Casa Bianca nell’Ottobre 1962.

Regole per fare visita ai Kennedy

Ricordati che ogni Kennedy chiederà il tuo parere: a. sull’abito, b. sulla pettinatura, c. sul rovescio a tennis,

d. sull’ultimo successo in pubblico di ogni altro Kennedy.Dovrai sempre rispondere: “Stupendo!”.

Qualsiasi gioco si faccia, buttati a corpo morto. E non devi criticare la squadra avversaria:

con tutta probabilità è composta da altri Kennedy, e al clan dei Kennedy le critiche non piacciono.

Per riuscire simpatico devi mostrarti coraggioso. E, per mostrarti coraggioso,

ogni tanto devi cadere picchiando la faccia per terra, sbattere contro un muro,

slogarti una caviglia e ridere.Ridere anche quando ti fai uno strappo nel vestito migliore.

David Hacket, amico di famiglia

Page 3: The Kennedys

The KennedysSTORIA DI UNA FAMIGLIA AMERICANA

GIACOMO ZAMPROGNOCLASSE IIIBANNO SCOLASTICO 2013 - 2014LICEO CLASSICO MARCO FOSCARINI

Page 4: The Kennedys

SOMMARIOIntroduzioneDa Joe a Bobby

Il tycoon JoeLa crisi del ‘29 e la Seconda Guerra Mondiale

John il presidenteLa Guerra Fredda e la segregazione

Robert ed EschiloUna storia di discorsi

I Kennedy e l’AmericaWarhol, l’immagine e la leggenda

5

7

10

13

16

Autunno 1959: Jackie, John e il cognato Steve Smith in un ristorante dell’Oregon. All’epoca la coppia era quasi sconosciuta.

Page 5: The Kennedys

5The KennedysSTORIA DI UNA FAMIGLIA AMERICANA

DA JOE A BOBBYINTRODUZIONE

Page 6: The Kennedys

6 The KennedysSTORIA DI UNA FAMIGLIA AMERICANA

La parola clan è la più appropriata per indicare il senso di unione familiare dei Kennedy. La �gura domi-nante, che occupa sempre la posizione di patriarca, è Joseph Patrick e la sua voce in famiglia è sempre ascol-tata.Dalla sua nascita nel lontano settembre 1888 alla morte del �glio Robert nel giugno 1968, i Kennedy hanno fatto sognare e piangere gli Stati Uniti d'America costituendo, in parte ancora oggi, una delle famiglie più potenti e in�uenti della storia. Una delle regole del clan è che quando un Kennedy è impegnato in qualche a�are importante, tutti gli altri devono aiutarlo; un'altra è che quando un Kennedy è in lizza deve vincere.Nato a Boston da Patrick Joseph Kennedy (1858 - 1929), �glio di due emigrati irlandesi di religione cattolica, e da Mary Augusta Hickey (1857 - 1823), Joseph Patrick Kenndy è destinato sin da giovane ad una carriera politica e in campo imprenditoriale dove eccellerà guadagnando milioni di dollari. Ben presto ricchissimo, grazie alle grandi doti a�nate con gli studi ad Harvard, diviene sotto la presidenza di Franklin Delano Roosevelt ambasciatore degli Stati Uniti nel Regno Unito. Nel 1914 sposa Rose Fitzgerald da cui avrà nove �gli. Il primogenito Joseph Patrick Kennedy Jr., destinato nei progetti del padre ad una lungimirante carriera politica, muore nel corso di un presunto volo di addestramento durante la Seconda Guerra Mondiale. Il fratello minore John Fitzgerald Kennedy riceve in eredità dal popolare fratello il destino di una brillante carriera politica che inizia subito dopo il con�itto mondiale quando, nel 1946, si candida per un seggio elettorale alla Camera dei Rappresentanti lasciato libero da James M. Curley per diventare sinda-co di Boston, e vince. Da qui il fascino, l'intelligenza e il grande aiuto della numerosa famiglia lo portano �no alla Casa Bianca, dopo la più combattuta campagna elettorale di sempre contro il candidato repubblicano Richard Nixon. La lotta e i sogni del presidente sono bruscamente interrotti il 22 novembre 1963 quando Jack viene assassi-nato mentre s�la per le vie di Dallas con la moglie Jackie al suo �anco. I tre colpi più famosi del secolo creano un vuoto politico e sociale che il fratello Robert Francis Kennedy, già Procuratore generale degli Stati Uniti e successivamente senatore, cerca di colmare candidandosi alle elezioni presidenziali del 1968. La notte del 4 giugno Bobby incontra i suoi sostenitori all'Hotel Ambassador di Los Angeles per festeggiare la vittoria alle primarie in California e mentre esce dall'hotel attraverso un passaggio nelle cucine diversi colpi di pisto-la vengono fatti esplodere uccidendo il senatore, che si spegnerà la mattina del 6 Giugno, e ferendo diversi presenti. La storia della famiglia irlandese, tanto potente e allo stesso tempo sfortunata, vede terminare bruscamente, con l'omicidio di Robert e la morte del padre l'anno seguente, i suoi migliori anni.

La famiglia Kennedy nel 1931, al Kennedy Compound di Hyannis Port (MA).

DA JOE A BOBBY

Page 7: The Kennedys

7The KennedysSTORIA DI UNA FAMIGLIA AMERICANA

IL TYCOON JOE1LA CRISI DEL ‘29 E LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Page 8: The Kennedys

8 The KennedysSTORIA DI UNA FAMIGLIA AMERICANA

Dopo essere stato direttore di un'acciaieria e proprietario del ristorante dove ogni giorno mangiavano i 22000 operai della sua fabbrica, Joe (1888 - 1969) rinunciò a metà dello stipendio di ventimila dollari l'anno per dirigere l'agenzia di cambio Bayde Sone & C., e fare esperienza nelle speculazioni di borsa. Nel 1922 approdò a Wall Street: a New York essere cattolico e irlandese pesava meno che nell'aristocratica Boston. La sua prima operazione fortunata sarà il salvataggio di una compagnia di taxi dalla scalata di un gruppo �nan-ziario. Poi nel '26, si lancia nel cinema, investe e rileva compagnie, �nchè liquida tutto con un guadagno netto di poco superiore a 5 milioni di dollari. La crisi del '29, detta anche “la grande depressione”, sconvolse l'economia mondiale alla �ne degli anni venti, con forti ripercussioni durante i primi anni del decennio successivo. La sconvolgente crisi de�attiva ebbe origine da contraddizioni simili a quelle che avevano portato alla crisi economica del 1873-1895, e l'inizio si ebbe negli Stati Uniti con il crollo del New York Stock Exchang, la borsa di Wall Street, avvenuta il 24 Ottobre del 1929 nel cosiddetto “Giovedì nero”, cui fece seguito il de�nitivo crash della borsa valori del 29 Ottobre , il “Martedì nero”, dopo anni di boom azionario.Gli e�etti recessivi della crisi furono devastanti sia nei paesi industrializzati, sia in quelli esportatori di mate-rie prime con un calo generalizzato della domanda e della produzione. Il commercio internazionale diminuì considerevolmente e con esso i redditi dei lavoratori, il reddito �scale, i prezzi e i pro�tti. Le maggiori città di tutto il mondo furono duramente colpite, in special modo quelle che basavano la loro economia sull'in-dustria pesante. Il settore edilizio subì un brusco arresto in molti paesi. Le aree agricole e rurali so�rirono considerevolmente in conseguenza di un crollo dei prezzi fra il 40 e il 60%. Le zone minerarie e forestali furono tra le più colpite, a causa della forte diminuzione della domanda e delle ridotte alternative d'impiego occupazionale. A di�erenza dei milioni di piccoli investitori �niti sul lastrico, con la grande crisi Joe Kennedy riuscì a guadagnare quasi quindici milioni di dollari, vendendo in tempo tutti i suoi titoli per restare indenne al crac e rilevando società rovinate dal disastro economico e �nanziario.Portato a termine con esito positivo il secondo incarico a�datogli da Roosvelt, la riorganizzazione della Commissione Marittima, il presidente, tanto sostenuto da Joe il tycoon durante la campagna elettorale del 1932, scrive a Kennedy: “Caro Joe, hai conservato la tua fama, giustamente guadagnata, di uomo energico e di polso”. Quello che Joseph Patrick è deciso a riscuotere, in premio alla sua fedeltà, è il prestigioso incarico di ambasciatore degli Stati Uniti a Londra. A prima vista non sembra certamente questa la scelta ideale, considerata anche la secolare tradizione di a�dare l'incarico di ambasciatore americano in Inghilterra o a una personalità con origini anglosassoni oppure a un protestante, ma nel 1938 F. D. Roosvelt lo accontenta e in tal modo per la prima volta il governo di Washington viene rappresentato presso la corte di San Giaco-mo da un irlandese di religione cattolica.

Il neoambasciatore Joe Kennedy all’arrivo a Southampton con i �gli Joe Jr. e John nel 1938.

1. IL TYCOON JOE

Page 9: The Kennedys

9The KennedysSTORIA DI UNA FAMIGLIA AMERICANA

Joe Kennedy e parte della famiglia a Londra quando il patriarca ottenne la nomina di ambasciatore.

Non mancano né critiche né sarcasmi: c'è addirittura chi insinua che il nuovo ambasciatore americano è stato scelto per i suoi legami con l'industria del whisky. Per il nuovo ambasciatore e la sua famiglia le cose andranno in direzione opposta alle iniziali aspettative di fallimento e il soggiorno a Londra, anche se solo in un primo periodo, sarà un successo, soprattutto mediatico. L'ambasciata statunitense diviene il centro della vita mondana nella capitale britannica e Joe e la sua famiglia sono la gioia dei giornalisti di Fleet Street che arrivano a riportare ogni movimento o parola dell'ambasciatore, per�no la lunghezza dei pantaloni che indossa ai ricevimenti u�ciali.

Al di là di feste ed eventi mondani, quello di Joe è un di�cile compito in anni di grande tensione. Hitler e il Terzo Reich avanzano inplacabilmente a discapito prima della Polonia e poi della Cecoslovacchia: il lavoro è delicato ed estremamente importante. Nonostante i buoni rapporti con molte personalità di spicco della società europea e le amicizie strette nei due anni, come quella con il primo ministro inglese Arthur Neville Chamberlain e il neo-eletto papa Pio XII, l'ambasciatore non si dimostra molto perspicace quando telegrafa a Washington: “La mia opinione è che...la Germania non attaccherà...”. Benchè il momento sia assai critico, i rapporti provenienti da Londra tendono ad escludere che Hitler voglia davvero scatenare una guerra. Pub-blicamente, anzi, nega che Hitler abbia davvero progetti aggressivi e continua a manifestare queste idee nonostante l'evidenza, ossia anche quando nel 1938, l'antisemitismo nazista si fa più aggressivo.Favorevole al governo di Chamberlain, egli consiglia che gli Stati Uniti si astengano dall'intervenire nel con�itto che sta per scoppiare in Europa e sollecita sforzi per mettere il paese in condizioni di difendersi da qualsiasi eventualità, dando adito ai sospetti che lo ritengono più capitalista e speculatore, che diplomatico e statista. Tale presa di posizione suscita una valanga di critiche, specie da parte degli ebrei, vittime delle persecuzioni naziste. L'atteggiamento “disfattista” e negoziatario di Kennedy non piace neanche al nuovo ministro Winston Churchill e quando Hitler scatena la Seconda Guerra Mondiale il primo Settembre 1939 i nodi vengono al pettine. Joe è richiamato in patria e a tal proposito dichiara: “Invece di salire, sono sceso in basso”. Sarà lui infatti a dare le dimissioni, evitando di essere messo alla porta dal capo della Casa Bianca. Tornato alla routine d'u�-cio, se così si può de�nire il lavoro quotidiano di uno dei più grandi uomini d'a�ari dell'epoca, la guerra infu-ria e il popolo americano è chiamato alle armi dopo che, il 7 Dicembre 1941 , la �otta e le installazioni milita-ri statunitensi stanziate nella base navale di Pearl Harbor sono distrutte dalle forze aeronavali giapponesi, in un attacco a sorpresa, in assenza cioè della dichiarazione di guerra. I fratelli Kennedy più grandi, Joe Jr. (1915 - 1944) e John si arruolano e solo uno dei due, il futuro presidente, uscirà vivo dal con�itto.

1. IL TYCOON JOE

Page 10: The Kennedys

10 The KennedysSTORIA DI UNA FAMIGLIA AMERICANA

2JOHN IL PRESIDENTELA GUERRA FREDDA E LA SEGREGAZIONE

Page 11: The Kennedys

11The KennedysSTORIA DI UNA FAMIGLIA AMERICANA

Grande vitalità, orgoglio e s�da a ogni genere di pericolo erano doti tipiche dei Kennedy e in partico-lare di John (1917 - 1963), il presidente. Amava molto le donne e il potere. Amava il successo. Era spregiudi-cato. Combatteva la ma�a, ma era amico di alcuni ma�osi. E non era questa la sua unica contraddizione: era miliardario e combatteva lo strapotere dei petrolieri; era stato amico e sostenitore politico del cacciatore di streghe McCarthy, e tuttavia con la sua presidenza si concluse la Guerra Fredda e si aprì l'epoca della disten-sione con il mondo comunista; dapprima favorì, poi si trovò in contrasto con le operazioni della CIA. Da questo miscuglio di contraddizioni il bel ragazzo di Boston, eroe di guerra, premio Pulitzer, presidente degli Stati Uniti a soli quarantatrè anni, l'idolo di una generazione, trasse popolarità e gloria, amore, odio, e una morte precoce a quarantasei anni. La presidenza di John Fitzgerald Kennedy, gestita con coraggio nel nome della Nuova frontiera, durò solo 1035 giorni. Il milletrentaseiesimo è ricordato per i colpi di fucile a Dallas.

La voce del futuro presidente nell’annuario dell’Università di Harvard del 1940.

Martin Luther King ed altri leader della lotta alla segregazione in visita alla Casa Bianca poco dopo il celebre discorso I have a dream il 28 Agosto 1963.

In politica estera il presidente condusse una feroce lotta contro Fidel Castro e il regime comunista instuarato nell'isola dal Líder máximo nel gennaio 1959 con una rivoluzione. Le relazioni diplomatiche fra il governo cubano e gli Stati Uniti furono molto con�ittuali sin dall'inizio.

2. JOHN IL PRESIDENTE

Page 12: The Kennedys

12 The KennedysSTORIA DI UNA FAMIGLIA AMERICANA

Manifesto elettorale per le elezioni presidenziali del 1960.

Castro promosse una rivoluzione sociale ed economica e si occupò subito della riforma agra-ria espropriando i latifondi e riunendo in coope-rative le piccole aziende. L'industria venne nazio-nalizzata, privando così le imprese statunitensi della proprietà delle ra�nerie di zucchero. Gli USA reagirono il 16 Aprile 1961 con l'autorizza-zione da parte di JFK di uno sbarco armato degli esuli cubani sulle coste della Baia dei Porci per cercare di organizzare la controrivoluzione. Il fallimento di questo tentativo provocò però l'avvicinamento politico di Cuba all'Unione Sovietica e un rapido e vertiginoso calo di consensi per il presidente.Le relazioni con Mosca cominciarono da questo momento ad essere più labili che mai e la tensio-ne tra le due potenze sfociò nella crisi dei missili di Cuba dell'ottobre 1962: un'azione militare poteva scatenare una guerra nucleare contro l'Urss. Kennedy ritiene che gli Stati Uniti non possano tollerare una minaccia alle porte. Dopo 13 giorni di alta tensione, in cui il mondo è in attesa di sapere quale sarà il suo futuro, vince la diplomazia e Krusciev, leader russo, fa ritirare i missili sovietici da Cuba.In politica interna l'aperta rottura con le discrimi-nazioni razziali e le sperequazioni economiche è alla base del suo programma. Il movimento per l’emancipazione della popolazione di colore viene sostenuto dal cattolico bostoniano, che nel 1963 chiede al Congresso di emanare leggi che garantiscano ai cittadini uguale accesso ai servizi e alle strutture pubbliche e private. Sfer-rando un duro colpo ai numerosi sostenitori della segregazione razziale, Kennedy propone che non sia permessa la discriminazione nelle assunzioni da parte di imprese e istituzioni fede-rali, che il governo federale non fornisca alcun sostegno �nanziario ai programmi o attività che prevedano feroci risentimenti razziali.Il messaggio del 19 Giugno 1963 del presidente alla nazione è una pietra miliare nel cammino degli USA verso l’uguaglianza.

2. JOHN IL PRESIDENTE

Page 13: The Kennedys

13The KennedysSTORIA DI UNA FAMIGLIA AMERICANA

3ROBERT ED ESCHILO

UNA STORIA DI DISCORSI

Page 14: The Kennedys

14 The KennedysSTORIA DI UNA FAMIGLIA AMERICANA

3

Nel corso della sua breve e tumultuosa campagna elettorale per la Casa Bianca 1968, Robert Francis Kennedy (1925 - 1968) si lascia alle spalle il patrimonio politico del padre, l'eredità pesante del fratello, pala-dino della Guerra Fredda, nei giorni della crisi di Cuba e nel trionfale viaggio a Berlino. Il testamento di Bob Kennedy è però il più attuale, per una diversa virtù. Bob Kennedy è stato l'ultimo leader della vecchia politi-ca, dell'ideologia e il primo della nuova, la stagione del mutamento. Che cosa era successo al senatore Ken-nedy, protagonista del blocco di Cuba? La morte del fratello Jack l'aveva scioccato e trasformato. Quella che sembrava una vita di successo e potere, si trasforma in lutto e cordoglio. È la cognata Jacqueline a prestare a Bob il saggio The Greek way, opera della scrittrice Edith Hamilton sulla tradizione classica greca. Bob Kennedy legge l'Agamennone di Eschilo, ne impara brani a memoria. "Piegarsi agli avversi colpi della Fortuna". "Duro è il Fato...". Come Agamennone, costretto dagli dei a sacri�care la �glia I�genia, Robert si china "al giogo della Necessità". Dapprima non vorrebbe candidarsi, ma i successi dei candidati paci�sti e la debolezza del presidente Johnson, lo persuadono: "indossa il giogo della Necessità". Chi leggerà il libro The last patrician dello scrittore Michael Knox Beran, come le altre biogra�e di Bob Kennedy, resterà stupito dall'intreccio tra la tragica vicenda umana e la parallela, incredibile, maturazione politica. A di�erenza di Jack, democratico da Guerra Fredda, e di Ted, progressista, Bobby anticipa la mescolanza di valori, Destra - Sinistra, che sarà poi del presidente Reagan e di Tony Blair. Sulla famiglia, la pornogra�a, la criminalità, Bob Kennedy resta di destra, un conservatore. Ma su lavoro, tolleranza, pace, diventa di sinistra. Il presidente democratico Jimmy Carter non vorrà mai, quindi, celebrarne la memoria: toccherà al repubbli-cano Ronald Reagan concedergli nel 1981 la medaglia d'oro. Il fratello maggiore del presidente aveva denunciato la "burocrazia statale", aveva elogiato il valore degli individui. Ascoltando il suo dibattere nel 1968, il debuttante Reagan esclama: "farò miei i suoi discorsi": manterrà la promessa. Il Fato e la sua personalità consentirono a RFK, per primo, di capire che il politico è chiamato oggi a cambia-re, ogni giorno, a lasciare le sicurezze acquisite, a non farsi imbalsamare da certezze ideologiche, a ricomin-ciare, sperimentare con valori nuovi, in un mondo diverso; pagando il prezzo della nostalgia, delle accuse di tradimento, della propria, umana, solitudine, accettando con coraggio consapevole il proprio destino, come un eroe di Eschilo, Bob Kennedy è il primo leader della nostra stagione. Quanto il suo esempio valga, tra i nostri politici e intellettuali, schiavi di antichi e petulanti rancori, è per�no triste dover ricordare.

Una sequenza del celebre discorso di Indianapolis quando Robert Kennedy sta per citare Eschilo.

3. ROBERT ED ESCHILO

Page 15: The Kennedys

15The KennedysSTORIA DI UNA FAMIGLIA AMERICANA

Ζηνα δέ τις προφρόνως επινίκια κλάζωντεύξεται φρενων το παν,

τον φρονειν βροτους οδώ-σαντα, τον πάθει μάθοςθέντα κυρίως έχεινστάζει δ' έν γ' ύπνωι προ καρδίαςμνησιπήμων πόνος και παρ' ά-κοντας ηλθε σωφρονεινδαιμόνων δέ που χάρις βίαιοςσέλμα σεμνον ημένων.

˘

˘˘

,

˘

,

˘

, ˘

,

˘ .,˘

.

˘

. ˘,˘

175

στρ. γ

180

Tra i numerosi discorsi in cui parla del tragico greco, il più famoso è indubbiamente quello del 4 aprile 1969 a Indianapolis, poco dopo la morte di Martin Luther King. Nonostante gli uomini della sicurezza avessero invitato caldamente il senatore a non recarsi nel quartiere popolato principalmente da afro-americani, per paura che lo linciassero - in quei giorni infatti i ghetti neri d'America bruciavano di protesta - Bobby vuole comunque seguire i piani e parlare alla folla. Giunta improvvisamente la notizia dell'assassinio, Kennedy è particolarmente teso e commosso e parlando a braccio annuncia la morte del pastore protestante.A�ronta, con una e�cace scomposizione d'uditorio, così cara agli oratori attici, il problema del rapporto neri-bianchi ribadendo che una rivalsa violenta e atti d'odio da parte dei sostenitori di King non avrebbero fatto altro che alzare ancora una volta la tensione. Verso la �ne del discorso cita quello che lui stesso de�ni-sce “il mio poeta preferito” dicendo:

“Even in our sleep, pain which cannot forget falls drop by drop upon the heart until, in our own despair, against our will, comes wisdom through the awful grace of God.”

“Anche nel sonno, il dolore che non dimentica cade goccia dopo goccia sul nostro cuore �nchè, nella nostra stessa disperazione, senza che lo vogliamo, ci perviene la saggezza attraverso la maestosa grazia di Dio.”

La frase che con l'intero discorso resterà una pietra miliare dell'oratoria americana del secolo scorso, cam-peggia, incisa sul marmo della tomba del senatore, nel cimitero di Arlington, a sottolineare quanto impor-tanti fossero le parole del poeta di Eleusi per il candidato alla Casa Bianca. Poco prima della �ne del dibatte-re Bob Kennedy ritorna sull'insegnamento dei greci, questa volta senza citare un singolo autore, con l'arma della correctio, della contrapposizione: della scelta cioè, fra un atteggiamento sbagliato e uno giusto. Non odio, non violenza, non illegalità, ma amore e saggezza, reciproca compassione e giustizia, bianchi o neri che sia.

Uno saggiamente, celebrando Zeus con epinici,raggiungerà il massimo dell’intelligenza,

Zeus che guida i mortali a ragionare,che dispose che fossedominante la conoscenza con il patire.Anche nel sonno cade goccia su goccia sul cuoreil dolore che ricorda le colpe; e ritrovare l’equilibrio tocca anche a chi non vuole.In qualche modo è grazia brutale degli deiche occupano il seggio celeste.

˘

˘

, ˘AGAMENNONE 174 - 183ΑΓΑΜΕΜΝΩΝ 174 - 183

In rosso i versi (179 - 183) della tragedia citati da Bobby.

3. ROBERT ED ESCHILO

Page 16: The Kennedys

16 The KennedysSTORIA DI UNA FAMIGLIA AMERICANA

4I KENNEDY E L’AMERICAWARHOL, L’IMMAGINE E LA LEGGENDA

Page 17: The Kennedys

17The KennedysSTORIA DI UNA FAMIGLIA AMERICANA

Il 22 novembre 1963 è la data di una tragedia epocale, l’assassinio di John Fitzgerald Kennedy, che segna simbolicamente la de�nitiva perdita dell’innocenza della società americana, l’irruzione della violenza politi-ca in un paese che sembrava destinato a incarnare solamente i sogni realizzati di un capitalismo in inarresta-bile via di a�ermazione planetaria. L’assassinio del presidenteassume una dimensione simbolica anche attraverso la �gura della �rst lady, Jacqueline Lee Bouvier (1929 - 1994), le cui immagini dal momento dell’attentato sino al funerale fanno letteralmente il giro del mondo, sia attraverso la carta stampata sia attraverso il nuovo mezzo destinato in un brevissimo giro di anni a soppiantare la fotogra�a, la televisione.Oltre ai numerosi fotogra�, Jacques Lowe primo fra tutti perchè l'unico u�ciale del clan, giornalisti, registi cinematogra�ci e artisti di vario genere che immortalarono e rappresentarono in ogni modo la famiglia Kennedy, nel periodo di di�usione della pop-art negli USA è Andy Warhol (1928-1987) a occuparsi della famiglia. L’artista statunitense registra ancora una volta l’umore della società in cui vive, e trasforma Jackie in una nuova icona, la terza delle “donne della tragedia” dopo Marilyn e Liz. Jackie è una donna in lutto e la fama e l'interesse mediatico dietro ad ogni suo spostamento sono ciò che basta all'artista statunitense per ritrarla e scolpirla per sempre nell'immaginario collettivo. Ciò che interessa a Warhol non è Jacqueline o Ted (1932 - 2009), fratello di John e Robert rappresentato in seguito dall'artista americano, ma la celebrità e la fama di cui godono nel momento in cui entrano a far parte del repertorio warholiano.

Quella dell'artista di Pittsburgh è arte di pura apparenza, dove tutto quello di cui si parla, dalle persone più in vista ai temi più scottanti della società, a ciò che più si consuma bevendo o man-giando nelle famiglie americane, diventa un'opera da immortalare ed esporre. La sua attività artistica conta tantissi-me opere, che produceva in serie con l'ausilio dell'impianto serigra�co. La ripetizione era il suo metodo di successo: su grosse tele riproduceva moltissime volte la stessa immagine alterandone i colori, usando tonalità vivaci e forti. Prendendo immagini pubblicitarie di grandi marchi commerciali o immagi-ni d'impatto come incidenti stradali o sedie elettriche, riusciva a svuotare di ogni signi�cato i soggetti che rappre-sentava proprio con la ripetizione dell'immagine stessa su vasta scala.

Andy Warhol utilizza quattro fotogra�e di JackieKennedy prima e dopo la morte del marito perfarne, attraverso la collaudata tecnica serigra�ca, una delle sue opere.

4. I KENNEDY E L’AMERICA

Page 18: The Kennedys

18 The KennedysSTORIA DI UNA FAMIGLIA AMERICANA

L'omicidio Kennedy è sicuramente tra i temi più discussi degli anni '60 e questo basta a Warhol per imprime-re il volto della First Lady, sorridente con il marito ancora in vita o sconvolto poco dopo l'assassinio, nelle sue tele.La sfortunata campagna presidenziale di Edward Moore Kennedy, il più piccolo tra i �gli di Joseph Patrick, ricorrerà alla celebrità di Warhol per provare ad avere successo. Così, tra le molte personalità che negli anni commissionarono all'artista un'opera con il loro volto, nel 1980 ci sarà anche Ted.

Il volto pensieroso di Jacqueline in una tela dell’artista di Pittsburgh.

Jackie ritratta nella celebre posa usata da Warhol per Marilyn Monroe. Ted ritratto per la campagna elettorale del 1980.

4. I KENNEDY E L’AMERICA

Page 19: The Kennedys

FONTI E BIBLIOGRAFIAwikipedia.it

archiviostorico.corriere.it

Il presidente, GIANNI BISIACH, Roma 2013, Newton Compton editori

Le cose che ho imparato, GIANNI RIOTTA, Milano 2011, Mondadori

Orestea, ESCHILO, Milano 2012, Garzanti

Page 20: The Kennedys