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FOGOL

AR LONDRA

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THE ITALIAN ZONEEVENTI, NEWS, CULTURA

EDITORIALEQuesto mese vi raccontiamo

una Londra inedita! Cinema, cibo italiano e news: ecco uno

spaccato dell’Italia e della nostra cultura qui a Londra.

Buona lettura!

SOMMARIO03_GROM04_Carluccio’s A RISCHIO CHIUSURA06_pizzerie londinesi sull’orlo DI UNA CRISI DI NERVI?08_Best UK Sommelier10_The Dreamers13_The Italian Job14_A Ciambra

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Conoscete la catena italiana di gelateria Grom?

Se la vostra risposta è affermativa, sarete ben contenti di sapere che aprirà un punto di vendita a Londra, a due passi da Piccadilly Circus.

La catena, nata a Torino nel 2003, è diventata nel giro di pochi anni un fenomeno di grande successo. Creata da Guido Martinetti e Federico Grom, il marchio fonda la sua filosofia su una semplice idea: realizzare “il gelato come una volta”, ossia senza additivi, conservanti e coloranti, a partire da materie prime coltivate in maniera sostenibile e biologica. Cosa significa questo? Puntare e investire su procedure artigianali e prodotti di qualità.

Il primo store è stato inaugurato nel 2003 a Torino. Oggi la catena conta centinaia di gelaterie in tutta Italia, mentre all’estero è attiva in diverse sedi come New York, Osaka, Dubai, Hong Kong.

Dove vengono realizzati i gelati di GROM? Tutti in Italia, prima di essere distribuiti all’estero. Gli ingredienti

infatti vengono da un’azienda agricola che i due proprietari hanno aperto per poter allevare i loro animali e coltivare le varietà di piante necessarie per i loro gustosi gelati.

Le basi semilavorate vengono create in un grande stabilimento, sempre in Piemonte, per poi essere esportate in tutto il mondo, dove nei diversi store vengono mantecate quotidianamente, procedendo all’aggiunta di altri ingredienti.

Questo garantisce che il sapore dei gelati GROM sia lo stesso in tutto il mondo: non solo un nome italiano, ma anche un sapore tutto italiano, sinonimo di qualità!

Questa estate il gelato londinese ha un nuovo gusto tutto italiano

GROM

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La catena di ristoranti Carluccio’ s potrebbe chiudere 34 dei suoi oltre

100 punti vendita distribuiti nel Regno Unito, circa un terzo del totale, tra cui il noto Metrocentre di Londra, aperto meno di 2 anni fa.

Le chiusure in programmazione sono state confermate nell’ambito di un accordo volontario aziendale ( CVA ) in via di definizione per appianare i debiti contratti con i proprietari degli immobili. I creditori della compagnia voteranno a favore o contro la proposta il 31 maggio ca.

All’inizio del 2018 il nuovo management di Carluccio’ s presieduto dal CEO Mark Jones aveva nominato alcuni consulenti finanziari della KPMG, senza però presentare un piano di ristrutturazione nonostante la precaria situazione, del tutto simile ad altre catene storiche nel campo della ristorazione: già nel 2016 i profitti erano crollati dell’81% a fronte dell’aumento delle entrate, che il marchio addebitava ai costi di gestione esorbitanti.

Il supervisore del CVA Will Wright ha affermato “ Carluccio’ s è una realtà

consolidata e molto apprezzata, ma come diverse attività imprenditoriali nel settore della ristorazione, negli ultimi tempi è stata negativamente colpita da una combinazione di situazioni ampiamente documentate, tra cui una graduale diminuzione della spesa dei clienti e l’aumento della concorrenza, del costo dei dipendenti e delle materie prime, il caro affitti e la tassazione. ”

Antonio Carluccio aprì il primo negozio di prodotti italiani nel 1991, per poi dal 1994 inizare una rapida espansione nel Regno Unito. É del 1999 il primo ristorante Carluccio’ s cafè aperto a Londra in Market Place a cui hanno fatto seguito numerosi altri. Nel 2010 la catena è stata acquistata da una multinazione con sede a Dubai.

Il fondatore ha continuato la sua attività all’interno del gruppo fino alla scomparsa avvenuta nel novembre dell’anno scorso.

Sono 34 i ristoranti

Carluccio’sA RISCHIO CHIUSURA

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Le pizzerie di Londra sono sull’orlo di una crisi? Alcuni dati diffusi

recentemente sembrano avvalorare questa tesi: sono state più di 100 le chiusure nell’arco di pochi mesi.

I numeri riportati dal Financial Times non possono che preoccupare gli imprenditori del settore e andare a creare un clima di allarme attorno ad uno dei settori a forte presenza italiana, pur se varie pizzerie e catene di italiano, ormai, hanno solo il nome e probabilmente nemmeno i prodotti utilizzati per la preparazione delle pizze.

Colpa della Brexit? No, perché la crisi delle pizzerie non si può attribuire disinvoltamente ad una presunta crisi economica o alla disaffezione degli inglesi verso il più famoso piatto italiano.

Infatti se gli americani rimangono saldamente primi al mondo come consumo pro capite di pizza con 13 kg all’anno, gli inglesi con 4 kg si attestano saldamente nei primi posti ( fonte: Coldiretti ). E non è tutto: la pizza è il piatto europeo più amato

nel Regno Unito con il 62% di indice di gradimento, con la pasta a seguire con il 56% ( ricerca Lastminute ). Percentuali di tutto rispetto, ergo la radice del problema è da cercarsi altrove.

Negli ultimi anni si è verificato un aumento delle pizzerie cosiddette indipendenti, non legate ad un marchio o un franchising conosciuto: il numero maggiore di chiusure si riferisce alle catene storiche, come Strada e Carluccio’s, mentre altre come Franco Manca, Prezzo e Pizza Express hanno visto calare i fatturati mettendo così a rischio chiusura vari punti vendita presenti nella capitale, problema causato anche dall’aumento esponenziale del numero di aperture che ha portato ad una saturazione di un mercato inizialmente ricettivo ma col tempo troppo inflazionato.

Un ulteriore dato da prendere in considerazione è l’attenzione verso i prodotti: le pizzerie indipendenti seguono un trend che si sta rivelando vincente, qualità ed innovazione sono sempre più apprezzati dai

pizzerie londinesi sull’orlo DI UNA CRISI DI NERVI?

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clienti che preferiscono spendere qualche sterlina in più piuttosto che accontentarsi di soluzioni fast food, guardate con sospetto nell’epoca dei prodotti bio, km zero e di origine controllata. Tutto di guadagnato anche per l’agroalimentare made in Italy, un segnale importante nel contrasto alla confraffazione dei nostri prodotti che riguarda nel mondo 6 articoli su 10 per un totale di 60 miliardi di euro ( fonte Coldiretti ).

L’incertezza determinata dalla solita Brexit e il rallentamento vero o presunto dell’economia inglese non spiegano quindi la moria di pizzerie londinesi, e la notizia in totale controtendenza dell’apertura a Trafalgar Square verso fine maggio di una pizzeria 50 Kalò, marchio italiano che mette in primissimo piano la qualità delle materie prime campane e nostrane, conferma che la pizza è ancora un buon investimento, a patto di sapere in quale impasto mettere le mani.

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I vini italiani conquistano Londra, e non solo sul fronte delle vendite.

Lo dimostra l’evento svoltosi Lunedì 14 Maggio nei prestigiosi saloni dell’Institute for Directors di Pall Mall, a due passi da Trafalgar Square.

Durante la manifestazione è stato assegnato il “Best Uk Sommelier Villa Sandi Award 2018“, il più importante riconoscimento inglese per sommelier.

La Uk Sommelier Association e Ais Uk, guidate dal Presidente Andrea Rinaldi, con l’immancabile sostegno di Villa Sandi, sponsor ufficiale dell’evento, hanno assegnato il prestigioso premio al giovane Julien Sarrasin, sommelier del Club Gascon, ristorante francese situato nel centro di Londra.

I finalisti? Ben 25 tra gli oltre quattromila che vivono e lavorano in Inghilterra.

E’ ormai il terzo anno consecutivo che Villa Sandi sostiene questo importante riconoscimento!

E all’evento, tra i diversi rappresentanti di prestigio di Villa

Sandi, era presente anche Omar Zanatta, sales manager di Villa Sandi e collaboratore della Dolce Vita che e’ il distributore di Villa Sandi in Uk.

Ormai da diversi anni Villa Sandi crede fermamente nella diffusione della cultura del Prosecco in Inghilterra.

Il Prosecco, infatti, è espressione di eccellenza di un intero territorio: la Marca Trevigiana. Il merito di tanto successo spetta alla famiglia Moretti Polegato, proprietaria di Villa Sandi, che ha rilanciato e promosso su basi moderne la coltura della vigna.

Le tenute della famiglia si estendono nelle più rinomate aree DOC e DOCG tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. Si tratta di un vero e proprio patrimonio naturale da cui Villa Sandi, nel pieno rispetto dell’ambiente e della natura, ricava le sue pregiatissime uve destinate alla produzione delle sue eccellenze.

Villa Sandi, però, non è solo questo. Il gruppo vitivinicolo di Treviso, infatti, collabora con Slow Food e con molti chef UK.

Best UK Sommelier Villa Sandi Award 2018: the winner is JULIEN SARRASIN!

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The Dreamers di Bernardo Bertolucci è in programmazione mercoledi

30 maggio, un evento organizzato dall’Istituto Cultura Italiana di Londra con l’introduzione e la successiva discussione aperta al pubblico moderata da Nick Walker. Il film è sottotitolato in inglese.

60 anni ci dividono dal 68 e dalla volontà di cambiamento dei giovani di quella generazione, forse l’ultima vera utopia della storia recente, e il film di Bertolucci inquadra nella vicenda dei 3 ragazzi protagonisti i sogni, le aspettative, le scoperte, le lotte, le paure e le decisioni di tutti loro.

Nella Parigi già interessata dalle contestazioni del maggio francese – iniziato il 3 con l’occupazione della Sorbona e i conseguenti scontri – arriva Matthew, un giovane studente americano. La passione per il cinema lo porta alla Cinematheque francaise dove incontra Isabelle, impegnata attivamente nell’occupazione della struttura. Tra i 2 ragazzi nasce un’empatia immediata, lei lo porta con sè nell’appartamento di famiglia dove vive con i suoi genitori e il fratello

gemello Theo.Matthew viene convinto dai 2 ragazzi

a trasferirsi da loro, l’appartamento d’altronde è molto spazioso, pieno di mobili e libri e appare al giovane americano misterioso, fuori dal tempo, affascinante come le abitudini e le stravaganze di Isabelle e Theo, i cui giochi a volte innocenti e scanzonati, a volte erotici sono il preludio per la sua scoperta della sessualità.

Mentre fuori dall’appartamento, un luogo isolato dal mondo esterno, si sentono gli slogan delle manifestazioni di protesta, quasi un eco che appare ancora lontana, i 3 ragazzi sono impegnati nella reciproca conoscenza, fino a trovarsi nudi ed abbracciati in quello che è l’ultimo passo della loro liberazione sessuale e il distacco dalle regole del mondo borghese da cui provengono, distanti dai tumulti che presto però li porteranno a scelte diverse.

Gioco di seduzioni, gioco di tante citazioni cinematografiche, gioco intellettuale che accenna e non risolve: questi sono i sognatori di Bernardo Bertolucci.

THE DREAMERS

il sogno lucido di Bernardo

Bertolucci

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Data mercoledi 30 maggioOrario 19.00Ingresso libero

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V i ricordate la corsa mozzafiato per le vie di Torino a bordo delle Mini

Cooper di Un colpo all’italiana (The Italian Job), il cult inglese del 1969 con un memorabile Michael Caine?

Bene, sappiate che l’inseguimento più bello della storia del cinema domenica 10 Giugno torna sul grande schermo per una perfomance eccezionale al Theatre Royal Drury Lane. Perché si tratta di un evento speciale? Perché la proiezione del film sarà accompagnata da un’orchestra che suonerà dal vivo la famosa colonna sonora del leggendario compositore Quincy Jones.

Il film narra di un gruppo di ladri, capitanati da Charlie Crocker, arrivati a Torino per realizzare un colpo strepitoso. Si tratta di quattro milioni di dollari, in oro, che la Fiat riceverà della Cina per la costruzione di uno stabilimento a Pechino. La banda, sabotando il sofisticato sistema computerizzato di controllo dei semafori cittadini, riuscirà a paralizzare il traffico, seminare la polizia e fuggire a bordo di tre Mini Cooper. Il colpo quindi avrà successo, ma Charlie alla fine dovrà scegliere: precipitare in un burrone con l’oro o salvarsi rinunciandovi?

Scene piene di adrenalina, il più folle inseguimento d’auto della storia e un incredibile finale mozzafiato hanno fatto sì che nel 1999 Il British Film Institute abbia inserito The Italian Job al 36° posto della BFI 100, la lista dei migliori film britannici del XX secolo.

The Italian Job è un film che ha certamente lasciato il segno!

Sapevate infatti che nel 2003 la Paramount Pictures realizzò un remake del film, intitolato The Italian Job, incentrato su uno spettacolare furto compiuto sempre a bordo di automobili, ma volta le protagoniste sono state le nuove BMW Mini.

Infine nel 2007 la FIAT ha realizzato uno spot pubblicitario che richiama ancora una volta il film Un colpo

all’italiana. Nello spot, tre Fiat Grande Punto, ognuna con un diverso colore della bandiera italiana, sfrecciano per Torino facendo esplicitamente il verso alle tre Mini Cooper del film. Alcune scene ricalcano esattamente quelle della pellicola, come la corsa sulla pista di collaudo sul tetto dell’ex fabbrica del Lingotto.

The Italian job sul grande schermo con musiche dal vivo

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10/06

Per maggiori informazioni e l’acquisto del biglietto potete visitare la pagina

ufficiale dell’evento.

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Torna l’appuntamento col cinema italiano al CinemaItaliaUk.

Questa volta il protagonista è “A Ciambra“. Quando? Giovedì 14 Giugno alle ore 19:30.

A Ciambra è un film del 2017 diretto e scritto dal regista italo-statunitense Jonas Carpignano. Il film era stato selezionato per rappresentare l’Italia ai premi Oscar 2018 nella categoria Oscar al miglior film in lingua straniera.

Il film è ambientato in Calabria. Pio, 14 anni, vive nella piccola comunità Rom di Gioia Tauro denominata A Ciambra. Beve, fuma ed è uno dei pochi che siano in relazione con tutte le realtà presenti in zona: gli italiani, gli africani e i suoi consanguinei Rom.

Il film è ambientato in Calabria. Pio, 14 anni, vive nella piccola comunità Rom di Gioia Tauro denominata A Ciambra. Beve, fuma ed è uno dei pochi che siano in relazione con tutte le realtà presenti in zona: gli italiani, gli africani e i suoi consanguinei Rom.

Pio è astuto, avventato e inarrestabile. Il giovane protagonista segue e ammira il fratello maggiore Cosimo e da lui apprende tutti i segreti del furto.

Quando Cosimo e il padre vengono

arrestati tocca a Pio il ruolo del capofamiglia. Tocca a lui provvedere al sostentamento della numerosa famiglia, dimostrando di essere un vero uomo. Un ruolo che per lui arriva troppo presto, mettendolo di fronte a una scelta impossibile.

Pio è il ritratto concreto di un’infanzia e di una preadolescenza che non hanno potuto essere tali a causa di una precoce immissione nel difficile e incasinato mondo degli adulti. Quest’ultimi, a partire dal fratello, però non lo considerano poi veramente tale, ma nulla gli nascondono di una realtà quotidiana in cui il mestiere di vivere richiede la capacità di guardarsi costantemente le spalle.

Con questo film, Carpignano vuole mostrare un spaccato della realtà calabrese fatta di contraddizioni, un habitat sociale in cui convivono immigrati e malavitosi locali. E’ una quotidianità densa di tensioni e illegalità dove gli stati d’animo, la sofferenza e la condizione umana sono restituiti attraverso un’attenta rappresentazione dei comportamenti e degli eventi che ne conseguono.

Le proiezioni di CinemaItaliaUk:

A CIAMBRA, un amaro spaccato della realtà

calabrese

14/06

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