TEX e il mare - Marinai d'Italian 156 “Lotta sul mare”, edito nell’Ottobre 1973,...

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il secondo è che non è semplice stabilire ciò che può essere considerato o meno un’avventura di mare. Tralasceremo quindi, da buoni marinai, qualsiasi avventura accaduta sui fiumi, torrenti, laghi e paludi, anche se in pros- simità del mare, e tutto ciò che è accadu- to nelle acque marine di un porto, limitan- doci a quelle avventure in mare che pos- sono aver dato un’esperienza marinare- sca a Tex. La cartografia Fin dai primi albi richiamata spesso nel fumetto, la cartografia in Tex è sempre stata oggetto di cura da parte dell’edito- re, riproducendo, anche se non sempre in Marinai d’Italia 59 maniera impeccabile, gli ambienti fre- quentati dal Ranger. Questo ha permesso al lettore di confrontarsi con un territorio quasi “reale”, adattato sì al fumetto, ma rappresentante città e montagne visibili in un normale atlante. Spesso anche le distanze, in miglia o giorni di cavallo, han- no un’approssimazione molto reale. Per questo troviamo importante rimarca- re che quasi tutti i nomi dei porti, città o isole menzionati sono reali, permettendo al lettore di calare Tex ancora di più nella realtà Tex. Ci piace anche ricordare che i disegnato- ri di Tex hanno spesso preso come esem- pio modellini di legno di navi dell’epoca, fatti costruire per riprodurre il naviglio presente negli albi, riuscendo abilmente a combinare i particolari della realtà con le inevitabili approssimazioni del disegno a fumetti. I porti, le navi, i marinai Le città o i paesi di mare visitate da Tex sono davvero molte, ma solo poche di queste sono state anche punti d’imbarco: è questo il caso di New Orleans, dove Tex si reca molto spesso in aiuto del suo ami- co Nat Mac Kennet (sceriffo della città) ma da dove si è imbarcato quasi soltanto per inoltrarsi nelle intricate paludi della Louisiana. Volendo invece stilare una graduatoria dei porti più usati per imbarcarsi, possia- mo con certezza mettere al primo posto S. Francisco (2) in California (Fig. 1), se- guito da Galveston, Texas (Fig. 2), per passare poi a Juneau, in Alaska (Fig. 3). Le navi usate per i suoi spostamenti oceanici sono in genere abbastanza simi- li tra loro, vale a dire classici velieri tre al- beri (Fig. 4); sono in ogni modo capitati anche una baleniera o semplici imbarca- zioni con un po’ di tela a riva. N o, non esageriamo: Tex è e resterà sempre un Ranger del Texas (1), ca- vallo, speroni e pistole comprese. Nonostante questo però, nel suo eccelle- re in tutti i campi, Tex è in grado di sfode- rare prestazioni acquatiche (di nuoto, sal- vataggio e apnea) di tutto riguardo, dimo- strandosi anche, nelle storie che andremo ad analizzare, un provetto marinaio. Queste sue grandi capacità vengono però espresse normalmente sui fiumi, ambiente spesso presente nella vita del Ranger, lasciando per l’acqua salata una fetta di avventure molto più ridotta. Partendo quindi dal presupposto di tro- varci dinanzi ad un eroe ben più avvezzo ai deserti della Monument Valley che alle distese oceaniche, ci è parso curioso evi- denziare proprio il rapporto di Tex con il mare, ritenendola una nicchia di vita del- l’eroe degna di nota. Non possiamo però pretendere di esporre in questa sede una ricerca completa ed esauriente sulle vicende marinaresche di Tex, ritenendolo un traguardo piuttosto complicato poiché caratterizzato da due aspetti di non facile identificazione. Il primo è che a volte non è sempre evi- dente se lo spostamento sia avvenuto via mare o no (in quanto non ci sono disegni a dimostrarlo ma magari solo una scritta del tipo “Due settimane dopo...”), mentre Il mare nei fumetti TEX e il mare di Federico Lambardi 1 Note (1) È bene precisare che Tex non è più un Ranger in servizio attivo, benché continuamente venga richiesto il suo intervento dal comando dei Texas Rangers per risolvere casi particolar- mente difficili. (2) Anche qui di solito Tex è presente per aiutare il suo amico Tom Devlin, capo della Polizia della città. 2

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il secondo è che non è semplice stabilireciò che può essere considerato o menoun’avventura di mare.Tralasceremo quindi, da buoni marinai,qualsiasi avventura accaduta sui fiumi,torrenti, laghi e paludi, anche se in pros-simità del mare, e tutto ciò che è accadu-to nelle acque marine di un porto, limitan-doci a quelle avventure in mare che pos-sono aver dato un’esperienza marinare-sca a Tex.

La cartografia

Fin dai primi albi richiamata spesso nelfumetto, la cartografia in Tex è semprestata oggetto di cura da parte dell’edito-re, riproducendo, anche se non sempre in

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maniera impeccabile, gli ambienti fre-quentati dal Ranger. Questo ha permessoal lettore di confrontarsi con un territorioquasi “reale”, adattato sì al fumetto, marappresentante città e montagne visibiliin un normale atlante. Spesso anche ledistanze, in miglia o giorni di cavallo, han-no un’approssimazione molto reale.Per questo troviamo importante rimarca-re che quasi tutti i nomi dei porti, città oisole menzionati sono reali, permettendoal lettore di calare Tex ancora di più nellarealtà Tex.Ci piace anche ricordare che i disegnato-ri di Tex hanno spesso preso come esem-pio modellini di legno di navi dell’epoca,fatti costruire per riprodurre il navigliopresente negli albi, riuscendo abilmentea combinare i particolari della realtà conle inevitabili approssimazioni del disegnoa fumetti.

I porti, le navi, i marinai

Le città o i paesi di mare visitate da Texsono davvero molte, ma solo poche diqueste sono state anche punti d’imbarco:è questo il caso di New Orleans, dove Texsi reca molto spesso in aiuto del suo ami-co Nat Mac Kennet (sceriffo della città)ma da dove si è imbarcato quasi soltantoper inoltrarsi nelle intricate paludi dellaLouisiana.Volendo invece stilare una graduatoriadei porti più usati per imbarcarsi, possia-mo con certezza mettere al primo postoS. Francisco (2) in California (Fig. 1), se-guito da Galveston, Texas (Fig. 2), perpassare poi a Juneau, in Alaska (Fig. 3).Le navi usate per i suoi spostamentioceanici sono in genere abbastanza simi-li tra loro, vale a dire classici velieri tre al-beri (Fig. 4); sono in ogni modo capitatianche una baleniera o semplici imbarca-zioni con un po’ di tela a riva.

No, non esageriamo: Tex è e resteràsempre un Ranger del Texas (1), ca-vallo, speroni e pistole comprese.

Nonostante questo però, nel suo eccelle-re in tutti i campi, Tex è in grado di sfode-rare prestazioni acquatiche (di nuoto, sal-vataggio e apnea) di tutto riguardo, dimo-strandosi anche, nelle storie che andremoad analizzare, un provetto marinaio.Queste sue grandi capacità vengonoperò espresse normalmente sui fiumi,ambiente spesso presente nella vita delRanger, lasciando per l’acqua salata unafetta di avventure molto più ridotta.Partendo quindi dal presupposto di tro-varci dinanzi ad un eroe ben più avvezzoai deserti della Monument Valley che alledistese oceaniche, ci è parso curioso evi-denziare proprio il rapporto di Tex con ilmare, ritenendola una nicchia di vita del-l’eroe degna di nota.Non possiamo però pretendere di esporrein questa sede una ricerca completa edesauriente sulle vicende marinaresche diTex, ritenendolo un traguardo piuttostocomplicato poiché caratterizzato da dueaspetti di non facile identificazione.Il primo è che a volte non è sempre evi-dente se lo spostamento sia avvenuto viamare o no (in quanto non ci sono disegnia dimostrarlo ma magari solo una scrittadel tipo “Due settimane dopo...”), mentre

Il mare nei fumetti

TEX e il maredi Federico Lambardi

1

Note

(1) È bene precisare che Tex non è più un Rangerin servizio attivo, benché continuamente vengarichiesto il suo intervento dal comando deiTexas Rangers per risolvere casi particolar-mente difficili.

(2) Anche qui di solito Tex è presente per aiutare ilsuo amico Tom Devlin, capo della Polizia dellacittà.2

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Tex mozzo

Tex non è un marinaio, il mare non gli ètroppo simpatico, ma riesce a cavarselapiuttosto bene in qualsiasi avventura ma-rinaresca: questo in due parole il rias-sunto del suo rapporto con il mare.A farci giungere a queste conclusionibastano anche i pochi spunti presentinegli albi finora pubblicati (5), occasionirare ma importanti per capire.Di fondamentale importanza è l’albon°156 “Lotta sul mare”, edito nell’Ottobre1973, particolarmente rilevante perché visi trova concentrata buona parte dell’e-sperienza marinaresca accumulata daTex. Riusciamo innanzitutto a vedere unTex vestito quasi da marinaio, senza laclassica camicia gialla e il fazzoletto nerointorno al collo, ma con un pesante ma-glione girocollo.Appaiono poi tre disegni di un inedito Tex,prima mozzo, munito di redazza che lustrail ponte di coperta (fig. 7), poi alle presecon delle drizze di uno degli alberi del va-scello (fig. 8) ed infine pronto a salire sul-le griselle (fig. 9). Questi sono gli unici ca-si nelle sue tante avventure in cui possia-mo vederlo veramente marinaio.Riteniamo però opportuno a questo puntoosservare che, proprio per l’unicità di que-sti episodi, il nostro eroe appare fin da su-bito un po’ troppo navigato, capace cioè disfoggiare delle capacità notevolmente ec-cessive per un cow-boy che, oltretutto, èalla prima esperienza nel settore.In particolare ci pare strana sia l’eccessi-va dimestichezza nelle manovre delle ve-le (mestiere lungo ad impararsi su un ve-liero), sia la grande disinvoltura nell’usodel gergo marinaresco.Esemplare è la vignetta a pagina 47 in cuiTex, per fuggire da bordo del veliero inquestione, inizia a tagliare del sartiame

Omogenei e stereotipati sono anche i ma-rinai che si incontrano, normalmentegrandi bevitori, facce da galera e semprepronti alla rissa.Per quando riguarda i comandanti biso-gna invece spendere due parole in più. In-nanzitutto essi sono sempre chiamati er-roneamente “Capitano”, chiaro segno diuna cultura “terragnola” dura a morire. Insecondo luogo essi vengono di normarappresentati in due modi ben distinti:quelli signorili, dalla perfetta divisa (Fig. 5)e quelli trasandati, facili all’ira e che im-precano di continuo. È questo il caso del-l’unico vero uomo di mare più volte appar-so nelle avventure di Tex, un personaggioa pieno diritto iscrivibile nella lista dei ne-mici del Ranger. Stiamo parlando del Ca-pitano (e dai!) Drake, detto Barbanera(Fig. 6) del quale però parleremo più ap-profonditamente più avanti.

La prima volta

Ci pare utile inserire a questo puntoqualche informazione che possa aiutaread inquadrare meglio l’epoca del perso-naggio.Stando alle poche notizie ricavabili dallesue avventure, Tex nasce in Texas nel1838, in un ranch nei pressi di RockSpring, non lontano dalle sorgenti delfiume Nueces (3).La prima volta che si parla di mare è nelnumero 7 “Il patto di sangue”, dove a pa-gina 33 si vede un giovanissimo Tex che,nella cittadina di Guaymas, nel golfo diCalifornia (Messico), si imbarca per rag-giungere l’isola di Tiburon.Questo però non è che l’inizio.

Tex e i “cavalloni”

Tex non soffre il mal di mare; e fin quiniente di strano.Anche se in mezzo ad una tempestaoceanica troviamo Tex e i suoi pards (4)intenti a farsi un giro di “bicchierini”, nonc’è niente di strano.Dobbiamo, infatti, ricordarci che bere unsorso di whisky è una cosa frequentissi-ma in Tex, perché effettivamente è unmomento classico (definibile anche pia-ga) della storia del far west. Il fatto chedurante una tempesta sia presente unabevuta è perché non si poteva fare a me-no di inserirla, non potendo escluderecompletamente dalla storia un momentocosì caratteristico.È già molto che si sia dovuto rinunciareall’immancabile bistecca con patatine,compagna fedele di ogni pranzo, e quin-di certamente non sostituibile con delpesce.A questo proposito ci piace ricordare unafrase di Kit Carson, il quale una volta hadetto “A me piace il pesce, purché siadella razza a quattro zampe, con la codae le corna”.

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Il mare nei fumetti

Note

(3) Oggi il paese si chiama Rock Springs, conta1500 abitanti circa, ed è raggiungibile tramite lastatale 377. Il vero errore però sta nel fatto cheil paese è stato fondato solo nel 1891, pococompatibile con l’età di Tex.

(4) I suoi pards sono l’inseparabile amico Kit Car-son, il figlio Kit Willer, ed il compagno navajo Ti-ger Jack.

(5) Con Giugno 2003 è uscito in edicola il n° 512.

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Preghiera del marinaio

“A Te, o grande eterno Iddio, ….” cosìpotremo iniziare questo paragrafo che,ci teniamo a dirlo, non consideriamo af-fatto marginale.La devozione a Dio, alla Madonna o aiSanti è sempre stata presente nei mari-nai di tutto il mondo cattolico, ed è unatradizione che ancora oggi troviamo inogni marina. Questa simbiosi è facilmen-te riscontrabile da chiunque abbia fatto

il militare in marina, perché esistono deimomenti (come l’ammaina bandiera) in-dissolubilmente legati alla preghiera edal ringraziamento per un’altra giornatafelicemente conclusa.Il legame diventa poi devozione nei mo-menti di difficoltà, come in guerra o conmare cattivo.Sotto questo aspetto Tex è un marinaiopiù che navigato. Anche lui, molto spes-so, in un momento di particolare difficoltàsi rivolge a Dio, con brevi frasi del tipo“Signore Onnipotente fa che sia vivo” op-pure “Che Dio abbia pietà della sua ani-ma” o un più semplice “Dio ti ringrazio”.

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Questo profondo rispetto per la religioneche si nota in Tex (e non solo quando è inmare), credo che lo accomuni con i mari-nai molto più di altri aspetti a prima vistaforse più caratteristici.

Conclusioni

Tex racchiude molte persone in una sola:un Ranger, un cow-boy, un capo indiano,un agente indiano ma, soprattutto, egli èun personaggio del suo tempo, un uomodel far west di fine ‘800, e lì si colloca inpieno, con tutte le sue caratteristiche.Analizzare il suo rapporto con il mare si-gnifica estrarre un po’ a forza dalla suavita una parte secondaria, senz’altro po-co significativa nel contesto western checomunemente intendiamo.In futuro però Tex tornerà certamente inmare, ed affronterà le sue nuove vicissi-tudini come sempre, con un piede nellafantasia e l’altro fortemente piantato nel-la realtà. Ed è per questo che le sue av-venture non finiranno mai.

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Note

(6) Nell’albo l’isola è definita territorio messicanoma in realtà appartiene alla Colombia.

Bibliografia

“La storia di Tex” di Domenico Denaro, L’Arca Per-duta, 1986.

“Non son degno di Tex” di Claudio Paglieri, MarsilioEditore, 1997.

“In viaggio con Tex” di Aurelio Sangiorgio, Il Mino-tauro editore, 1998.

“Cartografia di Tex” di Gianluigi Angeletti, TesauroEditore, 1999.

“Le avventure in treno di Tex” di Franco Rebagliati,Alzani Editore, 2000.

sotto tutti gli aspetti, in quanto non c’è so-lo un incaglio ma l’imbarcazione sischianta e si distrugge sugli scogli, fa-cendo volare in mare Tex e Carson. Infinedobbiamo ammettere di non essere riu-sciti a localizzare quest’isola di San Fer-nando. Nonostante le indicazioni presen-ti nell’albo (“….al largo della foce del RioBravo.”) e la realtà geografica a cui mol-to spesso fa riferimento l’editore, pareche questa volta l’isola sia uscita solodalla penna del disegnatore.

per creare confusione, ed urla all’equi-paggio di stare attenti che ha “….tronca-to tutte le sartie di babordo dell’albero digabbia.”.Degno di nota ci pare anche l’episodiodell’albo n° 356 “Il prigioniero dell’Alba-tros”, che ci propone un Tex assai menomarinaio ma che si trova coinvolto in unasplendida caccia alla balena, senz’altroun’esperienza fuori del comune per lui.Tra ondate, ramponi e colpi di coda delpovero animale, il nostro eroe si dimo-strerà ovviamente un ottimo vogatore (fig.10), e la sua lancia sarà quindi la prima adarrivare a portata di arpione.

Barbanera

Molte volte a torto trascurato dalla lista deinemici di Tex, il Capitano Drake, detto Bar-banera, riveste, nell’ambito di questo testo,un’importanza fondamentale in quanto nel-le avventure dei numeri 156 e 356 sopra ci-tate, rappresenta il fulcro della storia stes-sa. Infatti in entrambi gli albi, benché inmaggior misura nel primo, tutto avvienesulla sua nave, ed ogni azione prevede ine-sorabilmente la sua presenza (fig. 11). Anche se ne “Il prigioniero dell’Albatros”Tex è costretto suo malgrado ad allearsimomentaneamente con lui per salvare unproprio amico, Barbanera rimane in ognicaso un tenace nemico che non ha maiavuto paura del Ranger (fig. 12).Sarà forse per questo che ha avuto il ra-ro privilegio di comparire due volta nellavita di Tex, chiaro segno di un personag-gio riuscito ed accattivante.Inoltre, benché contrabbandiere e con lemani in pasta in altri loschi traffici, il Capi-tano Drake offre comunque al lettore una

figura marinara di tutto rispetto, rozza madi esperienza, della cui parola ci si puòcertamente fidare. Possiamo quindi consicurezza considerare Barbanera l’unicovero marinaio con cui Tex ha avuto a chefare.

I naufragi

Tra le vicissitudini di mare di Tex, nonpossiamo non parlare dei naufragi i quali,nonostante la scarsa vita marinara delRanger, sono abbastanza numerosi. Par-liamo, infatti, di ben tre distinti naufragi,un numero che può sembrare cosa daniente ma che in realtà significa avereproprio sfortuna. Il dover rendere unastoria più avventurosa a volte passa an-che attraverso una tempesta o una sco-gliera. Ovvio che questi naufragi hannosempre preteso un prezzo in vite umaneda pagare ma, naturalmente, nulla di se-rio è mai accaduto al nostro eroe (a parteuna bella zuccata contro uno scoglio).Il primo episodio avviene nell’oceano Pa-cifico, nell’albo n° 156 già citato, nel qua-le il vascello dove si trovano imbarcati i

quattro pards, disalberato ed in balia del-le onde per la furia di una tempesta, vaad incagliarsi sulla scogliera di uno sco-nosciuto atollo (fig. 13), per giunta abita-to da bellicosi indigeni. Anche nel n° 253“Artigli nelle tenebre”, Tex e suo figlio, inviaggio da Cartagena, in Colombia, a Gal-veston, in Texas, fanno naufragio. La loronave prima viene dirottata da alcuni pira-ti che ne prendono possesso e che poi,durante la tempesta, va ad incagliarsisulle scogliere dell’Isla de Providencia(6) costringendo padre e figlio ad un ba-gno fuori programma (fig. 14).Nel n° 356 “Orme sulla sabbia” invece so-no presenti alcuni aspetti curiosi da evi-denziare. Innanzitutto la storia si sviluppa nella ri-cerca di un tale El Caribe, il quale ha rapi-to, e nascosto sull’isola di San Fernando,l’ingegner Julien Lacroix, progettista ad-dirittura di un battello sottomarino (e giàdi per sé la cosa è degna di nota).In secondo luogo non c’è una vera e pro-pria nave come nelle altre principali av-venture in mare, ma solo una barchettada pescatori con una piccola vela. Inoltreil naufragio questa volta è “completo”

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