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Geografia turistica

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  • G.CASTOLDI LEZIONI DI GEOGRAFIA TURISTICA

  • Prefazione Si dice che, nel corso della sua vita, ogni persona nel mondo occidentale ha mediamente circa 2200 giorni liberi e quindi pu dedicarne molti a percorrere il mondo. Tuttavia, se si vanno a esaminare i flussi turistici, si vede che gli itinerari pi frequentati sono relativamente pochi e sempre gli stessi da anni. evidente che il visitatore per la prima volta a Roma non salta il Colosseo per una chiesa anche bella ma sconosciuta. Lattrazione dei musei e dei monumenti famosi prevale su tutto il resto. E daltronde il viaggiatore in vacanza cerca mete facili, che lo soddisfino senza impegnarlo pi di tanto. Per questo si creano i turisdotti, circuiti pressoch inevitabili nei quali tutti si affollano, itinerari obbligatori che difficile per un turista evitare. Ci rende lo studio degli flussi turistici relativamente semplice: gli itinerari maggiormente seguiti sono pochi e chi conosce quelli principali praticamente li conosce quasi tutti. Daltra parte questa situazione apre le porte allinnovazione: le nuove mete possibili sono molte e non vero che tutto il mondo battuto dai viaggiatori. Rimangono diverse aree, anche potenzialmente molto attraenti, che hanno pochissimi visitatori Il fatto che, per attrarre, una localit deve diventare prodotto destinazione. E la trasformazione degli elementi di attrazione di base in destinazioni proponibili sul mercato costituisce unattivit ancora poco nota. La creazione degli itinerari, ovviamente, non pu essere scissa da quella delle mete che tocca. E il numero limitato di itinerari esistenti, che fanno leva pi che altro sulla celebrit di quel che si visita, effetto proprio della carenza di reali prodotti destinazione. Questo testo non sufficiente per chi studia geografia turistica per sostenere gli esami per ottenere le diverse abilitazioni turistiche: suggerisce un metodo, fornisce le indicazioni di base e i link necessari per gli approfondimenti, ma va integrato con un uso continuo di un buon atlante e attraverso losservazione dei cataloghi dei tour operator relativi alle diverse destinazioni, partendo da quelli suggeriti. Giorgio Castoldi

  • Capitolo 1 Le parole del turismo

    1. Che cos il turismo Il turismo linsieme delle relazioni che nascono per lo spostamento temporaneo delle persone. Il termine deriva dal francese tour, che significa giro, circuito. Il termine stesso indica quindi uno dei presupposti fondamentali perch si possa parlare di turismo: il viaggiatore deve prevedere non solo la partenza, ma anche il ritorno, in un tempo ragionevole, altrimenti non si ha pi un tour. Non invece necessaria, perch si parli di turismo, una motivazione particolare allo spostamento. In sostanza non definiamo turista solo chi si sposta per divertimento, svago, vacanza, ma anche chi parte per lavoro, per motivi religiosi, per curarsi, per studiare. E quindi considerato turista chi va a passare una vacanza al mare cos come il businessman che viaggia per affari; lo sciatore che si fa la settimana bianca e chi va a farsi curare; il pellegrino che parte per visitare un santuario e lo sportivo che partecipa a una competizione; il cantante in tourne e lo studente che segue un corso lontano dalla sua abitazione. Limpossibilit di isolare una figura di turista vicina a quella del viaggiatore per motivi di svago deriva proprio dalla difficolt di determinare perch una persona viaggia. Prima di tutto: quando si misurano statisticamente arrivi e partenze, soggiorni e pernottamenti in hotel, non possibile stabilire le ragioni per cui hanno luogo. Inoltre, sovente difficile per il turista stesso stabilire quale sia il motivo prevalente del suo viaggio. LOMT, lOrganizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO United Nations World Tourism Organization www.unwto.org), che cura la raccolta e la pubblicazione delle statistiche del settore per tutto il mondo, si trova nellimpossibilit di disaggregare i dati tenendo conto delle motivazioni individuali e quindi definisce tutti i viaggiatori turisti, con le sole eccezioni dei diplomatici, dei militari, dei nomadi, dei rifugiati, dei passeggeri in transito e degli immigrati, come risulta dalla figura 1.1.

  • Figura 1.1 Classificazione dei viaggiatori secondo lOMT

    2. I viaggiatori inclusi nelle statistiche: turisti e escursionisti I turisti sono i viaggiatori che passano un periodo di tempo limitato, che deve comprendere almeno un pernottamento, in una o pi localit, diverse da quelle di residenza abituale. Gli escursionisti sono coloro che compiono trasferimenti giornalieri, senza pernottamento, fuori della localit di residenza. Gli emigrati sono coloro il cui spostamento non ha il requisito della temporaneit e per questo non sono considerati nelle statistiche turistiche. Come si vede, per, nella figura 1.1 esistono altri tipi di viaggiatori esclusi dalle rilevazioni dellOMT. Fra questi sono:

    i frontalieri (lavoratori che attraversano una frontiera tutti i giorni per spostarsi dalla residenza al luogo di lavoro);

    i passeggeri in transito (si pensi allamericano che sbarca a Fiumicino per imbarcarsi su un volo per Atene);

    i nomadi e i rifugiati;

    i militari e i diplomatici.

    Perch non sono presi in considerazione? Qual la logica con cui si raccolgono i dati? Si tratta di una logica di tipo economico: vengono rilevati i movimenti che hanno ricadute in termini di apporto di entrate nei paesi interessati. In sostanza: i turisti pernottanti costituiscono la categoria di viaggiatori pi pregiata perch la lunghezza della loro permanenza si trasforma in spesa che compiono. Anche dagli escursionisti si attendono introiti, ma presumibilmente in misura minore rispetto ai turisti: per questo sono presi in considerazione, ma separatamente.

    Non inclusi nelle statistiche

    turistiche (non pagano il loro

    soggiorno)

    Lavoratori frontalieri

    Nomadi

    Passeggeri in transito

    Rifugiati

    Forse Armate

    Diplomatici

    Immigrati

    Viaggiatori

    I turisti trascorrono

    almeno una notte

    fuori dalla loro

    residenza.

    Gli escursionisti

    compiono

    trasferimenti senza

    pernottamento.

    Inclusi nelle statistiche

    turistiche (pagano il loro

    soggiorno)

  • Invece non ci si possono certo attendere apporti di denaro da frettolosi passeggeri in transito e quando si parla di persone che entrano in un paese per lavoro queste cercano una remunerazione e quindi non danno luogo a entrate valutarie. Per questo non sono considerate nelle statistiche turistiche. 3. La terminologia turistica Una grossa macchina metallica con le ali che vola piena di persone, normalmente definita aeroplano, viene chiamata, dagli addetti ai lavori, aeromobile, ricordando che aereo non sostantivo, ma aggettivo. Un volo chiuso, pronto per partire, si dice che ha fatto i tacchi, perch vengono tolti i fermi alle ruote dellaereoplano. Un treno con dodici vetture attaccate si dice che composto di dodici pezzi. Il treno ad alta velocit che collega Roma a Milano materiale ETR 500. Ogni settore di attivit ha un suo gergo. Il turismo, che coinvolge un gran numero di settori operativi, presenta una terminologia molto ampia e specifica. Trattandosi inoltre di un comparto in continua evoluzione presenta cambiamenti continui anche nella terminologia che lo descrive. Le agenzie di viaggio svolgono ancora oggi come un tempo sia lattivit di produzione dei servizi turistici (cio di viaggi) sia quella di vendita dei servizi stessi. Ma esistono anche aziende specializzate nella produzione dei pacchetti-viaggio. Si dovuto trovare loro un nome. In un primo momento sono state chiamate grossisti, per contrapporle a quelle specializzate nella vendita, definite dettaglianti. Oggi anche questa terminologia superata. I produttori di viaggi sono universalmente definiti tour operator e le agenzie di viaggio rivenditrici vengono identificate con la terminologia inglese (retailer), con una denominazione pi internazionale (travel agent), o semplicemente come agenzie di viaggio. Le leggi vigenti nel nostro paese, invece, parlano di agenzie di viaggio per intendere sia i produttori sia i rivenditori di servizi e il termine tour operator non compare in alcuna norma. Quando poi si passa alla terminologia internazionale, che ha come base la lingua inglese, la situazione diventa pi intricata ancora perch spesso si usano termini che hanno origini poco chiare. Si prenda, per esempio, il vocabolo incoming. Sta a indicare sia il numero dei turisti in arrivo in un paese o in una localit sia linsieme dei servizi che a essi sono forniti. Gli inglesi non lo usano: parlano di inbound. Analogamente loutgoing linsieme dei viaggiatori in partenza e linsieme dei servizi a essi venduti. In lingua originale il termine usato outbound. In Italia si parla di allotment per intendere un contingente di posti a disposizione in albergo, in aereo o in camere in affitto. Anche in questo caso gli inglesi si esprimono diversamente e parlano di option and release, cio di opzioni su posti che possono essere liberati (release) a date prefissate. Un pasticcio? Basta abituarsi. Come pu il neofita acquisire un linguaggio corretto per gli addetti ai lavori? In questo primo capitolo si introduce la terminologia di base, ma il consiglio quello di aggiornarsi in continuazione leggendo la stampa di settore.

    Linformazione di settore ricchissima e non va confusa con le riviste pi o meno patinate che sono destinate a pubblicizzare viaggi e destinazioni al pubblico dei viaggiatori. Si parla di pubblicazioni rivolte al trade, cio a chi vive professionalmente di turismo. Si tratta di giornali, riviste e, sempre pi, di siti Internet, sui quali si trovano le informazioni che interessano gli addetti ai lavori. Mentre i siti Internet sono consultabili di solito gratuitamente, eventualmente con una registrazione preventiva, le versioni cartacee sono inviate solo su abbonamento. Fra queste si segnalano: (inserire tutti i link)

    lAgenzia di viaggi (www.lagenziadiviaggi.it), su carta e on line, attiva dal 1965;

    Guida Viaggi (www.guidaviaggi.it), dal 1978: oltre alla rivista settimanale distribuita in abbonamento presente on line e organizza fiere ed eventi;

  • Travel quotidiano (www.travelquotidiano.com), su carta e on line;

    TTG (Travel Trade Gazette, www.ttgitalia.it), bisettimanale nella versione cartacea, con aggiornamenti quotidiani on line, organizza anche fiere (fra cui TTG incontri di Rimini, considerato il pi importante appuntamento del settore) ed eventi;

    Turismo & attualit (www.turismo-attualita.it), settimanale su carta e on line;

    Turismo e finanza (www.turismoefinanza.it), solo on line. Lelenco largamente incompleto ma pu servire come una prima indicazione per chi vuol rimanere informato su ci che accade nel settore.

    3.1 Il turismo attivo Il viaggiatore compie, con i suoi spostamenti, turismo attivo. Gli spostamenti vengono definiti outgoing (outbound) quando sono diretti fuori dalla regione o dal paese di residenza del turista. Sono detti incoming (inbound) gli arrivi in un paese o in una regione di viaggiatori provenienti da altre localit. I movimenti dei turisti inbound e outbound danno luogo al turismo internazionale. Il turismo nazionale riguarda invece i viaggi dei residenti di un certo paese. Si compone di due parti: 1) il turismo domestico relativo agli spostamenti dei residenti di un paese allinterno del loro paese (per esempio degli italiani in Italia); 2) il turismo outgoing (o outbound), messo in atto dai residenti che si recano allestero (cio dagli italiani che si recano in altri paesi). Il turismo interno comprende invece il turismo domestico e il turismo incoming.

    Turismo internazionale: turismo incoming e turismo outgoing Turismo nazionale: turismo domestico e turismo outgoing Turismo interno: turismo domestico e turismo incoming

    Una questione di soldi Il turista che parte dal proprio paese per recarsi in un altro porta denaro allestero e quindi si pensa che, in qualche modo, sottragga ricchezza al proprio. Viceversa il viaggiatore incoming spende i propri soldi nel paese visitato e quindi porta ricchezza. In linea di massima vero, ma fino a un certo punto. Il turista italiano che acquista un volo+soggiorno all inclusive in un villaggio in unisola caraibica di propriet di un tour operator italiano viaggia con una compagnia aerea del nostro paese, paga al proprietario del villaggio (italiano) il prezzo del servizio. Questi d lavoro a personale italiano, acquista derrate alimentari in Italia, persino gli arredi sono per lo pi acquistati nel nostro paese. Il viaggio tecnicamente outgoing, ma quanto denaro viene speso allestero? Pochissimo. Viceversa, per il paese ospitante, si ha un afflusso di persone che danno luogo a incoming. Ma quali benefici economici apporta? Pochissimi. Anzi, spesso, crea problemi ambientali. Si parla a questo proposito di leakage, usando un termine idraulico che sta indicare perdite nelle tubature. In molti paesi colonizzati dai tour operator europei o americani si calcola che il leakage superi il 90% del movimento di denaro che viene creato. Ma il problema non riguarda solo i paesi meta di questo tipo di turismo organizzato. Si prenda lItalia. Se un americano cerca in Internet un tour organizzato del nostro paese trova le proposte di tour operator statunitensi (come Perillo Tour) o inglesi (come Cosmos, Globus o Trafalgar) ma nulla offerto da italiani. Certo, quando giungono in Italia usano alberghi, ristoranti, musei, botteghe, trasporti e servizi prodotti nel nostro paese, ma il prezzo dellorganizzazione incassato altrove. Anche questa una forma di leakage.

  • 3.2 Il turismo produttivo Viene attuato da chi produce e vende servizi turistici. Tali servizi possono riguardare i viaggiatori in arrivo e quindi rientrare fra quelli definiti di incoming oppure i turisti in partenza e quindi essere di outgoing. Lincoming Il termine ha ormai sostituito quello italiano di ricettivo. I servizi incoming possono essere i pi vari. Fra quelli offerti direttamente ai viaggiatori si possono indicare:

    lalloggio, in strutture alberghiere (hotel, motel, villaggi albergo), extralberghiere (appartamenti, campeggi, agriturismi, ostelli ecc.), non convenzionali (bed & breakfast) o private (seconde case, abitazioni di amici e parenti ecc.);

    i trasporti, urbani ed extraurbani;

    il transfer, dallaeroporto, porto o stazione darrivo allhotel e viceversa in pullman, taxi, auto noleggiata, elicottero ecc.

    visite di citt (sightseeing), collettive o individuali, con o senza guida, generiche o a tema;

    escursioni fuori citt, anchesse collettive o individuali, con o senza guida, generiche o a tema;

    ristorazione, in osterie, pizzerie, ristoranti, tavole calde ecc.;

    accompagnamento da parte di personale specializzato (gli accompagnatori);

    illustrazione di ci che si visita da parte di guide turistiche locali;

    musei, monumenti, mostre, spettacoli, cerimonie, concerti, eventi;

    shopping;

    ancillary, tutta una serie di servizi e proposte un tempo considerate complementari, riempitivi e che oggi spesso costituiscono invece i principali elementi di attrazione (locali alla moda, attrezzature sportive, movida, incontri con VIP, visita di set di film e fiction ecc.).

    Emilio Becheri, uno dei pi importanti studiosi di turismo in Italia, giunge a dire che il turismo tutto ci che non turismo Infatti, una delle caratteristiche del consumo turistico di mettere in atto un indotto enorme, che tocca tutti i settori produttivi. Il visitatore di una qualsiasi destinazione in essa vive, sia pure per breve tempo, e quindi non si limita ad acquistare i servizi direttamente turistici sopra indicati, ma compie tutte le attivit di chi abita un luogo: va al bar, in edicola, in banca, alla posta, fa acquisti e cos via. Lobiettivo del viaggiatore nel suo spostamento non luso dei servizi turistici (aerei, pullman, hotel ecc.): questi sono strumenti che utilizza per perseguire lo scopo; spesso rappresentano laspetto meno gradevole del viaggio (vedi linizio del film Les vacances de Monsiuer Hulot). Chi viaggia lo fa per fare incontri di lavoro, assistere a partite di calcio, visitare mostre, fare shopping, vedere amici e parenti, riposarsi, passeggiare, fare sport e via dicendo, cio una serie di attivit che di solito non sono annoverate fra quelle turistiche. Tabella 1.1 Impatto economico del turismo in Italia (2010)

    Settore produttivo Stranieri Italiani Totali

    Mln % Mln % Mln %

    Agricoltura 261 0,9% 667 1,0% 928 1,0%

    Prodotti energetici 212 0,7% 465 0,7% 677 0,7%

    Alimentari 861 2,9% 1.963 3,0% 2.824 3,0%

    Tessili e cuoio 1.572 5,4% 3.431 5,2% 5.003 5,3%

    Altri prodotti industriali 2.153 7,4% 4.675 7,1% 6.828 7,2%

    Costruzioni 25 0,1% 63 0,1% 88 0,1%

    Commercio 4.693 16,0% 10.461 15,9% 15.154 16,0%

    Alberghi e ristoranti 14.882 50,9% 33.596 51,2% 48.478 51,1%

    Trasporti 1.570 5,4% 3.515 5,4% 5.085 5,4%

  • Settore finanziario 389 1,3% 846 1,3% 1.235 1,3%

    Locazioni fabbricati 151 0,5% 403 0,6% 554 0,6%

    Attivit ricreative 1.138 3,9% 2.564 3,9% 3.702 3,9%

    Servizi vari 1.350 4,6% 3.004 4,6% 4.354 4,6%

    Totali 29.257 100,0% 65.653 100,0% 94.910 100,0%

    Fonte: conto satellite del turismo, 2012 Loutgoing Il turista in partenza ha oggi a disposizione una massa enorme di servizi, reperibili in un numero crescente di canali, fra cui si va affermando quello che usa come strumento Internet. Si pu trattare di servizi singoli di trasporto, alloggio, ristorazione, visite, cultura, sport e via dicendo o di servizi combinati in quello che viene denominato viaggio. Il viaggio Il viaggio linsieme dei beni e dei servizi utilizzati dal viaggiatore. Per parlare di viaggio necessario che lo spostamento del viaggiatore comporti almeno un pernottamento fuori dalla propria abitazione. Se si tratta di uno spostamento che ha luogo in giornata non si parla di viaggio ma di escursione. Una o pi escursioni possono far parte di un viaggio ma non costituiscono viaggio di per s. Non si deve confondere il viaggio con il trasferimento, cio con il trasporto (definito anche passaggio). Un volo Roma-New York un passaggio aereo: diventa un viaggio solo se comprende anche almeno lalloggio a destinazione. Il viaggio comprende, oltre al trasporto, cio al passaggio aereo, automobilistico, marittimo o ferroviario, anche lalloggio, i pasti, le visite, le escursioni, lassistenza ecc. La maggior parte dei viaggi viene organizzata direttamente e in modo autonomo da chi li compie. Il mezzo di trasporto pi usato dai turisti lauto propria, lalloggio pi comune sono gli appartamenti e le case private. Si pu quindi dire che la gran parte del turismo attivo messo in atto dai turisti (in particolare in Italia) coinvolga solo in parte gli operatori che fanno turismo produttivo. Pi specificamente si pu dire, anche se purtroppo non esistono dati precisi, che mediamente non pi del 20% degli italiani ricorra alla vacanza organizzata. I produttori dei viaggi che vengono offerti al pubblico sono chiamati tour operator. Sono denominati invece tour organizer gli operatori che producono viaggi su richiesta della clientela. Si chiamano agenzie di viaggio intermediarie, travel agent o semplicemente agenzie di viaggio le aziende che si occupano della vendita dei viaggi. Un viaggio prodotto da un operatore specializzato prende il nome di package tour o pacchetto viaggio o viaggio tutto compreso o, ancora, secondo una terminologia ormai un po desueta, viaggio a forfait.

    Quindi Si parla di viaggio per intendere tutti gli spostamenti di chi si allontana temporaneamente dalla propria abitazione e passa almeno una notte in un luogo diverso da quello di residenza. Se lo spostamento temporaneo ha luogo in giornata si ha unescursione. Il package tour un viaggio organizzato da un operatore specializzato (Tour operator o tour organizer).

    3.3 Il turismo passivo I protagonisti principali dellattivit turistica sono da una parte i turisti (che compiono turismo attivo) e gli operatori che forniscono i servizi (turismo produttivo). C tuttavia una terza componente la cui importanza sempre pi presa in considerazione: si tratta dei residenti delle destinazioni turistiche, che in qualche modo subiscono i visitatori, dando luogo a quello che viene chiamato, con una terminologia da rivedere, turismo passivo.

  • Il turismo pu provocare aumenti di prezzi, negozi pieni, traffico, una serie di effetti che non sono graditi a chi abita in una citt che si affolla di persone che spesso non si comportano bene. Talvolta si creano situazioni di insofferenza, da parte dei residenti, pi o meno giustificate. Non infrequente che forme di rifiuto siano espresse anche da chi sul turismo di vive. Si pu, in questi casi, parlare di un turismo passivo visto solo soggettivamente, come atteggiamento. Non mancano, per, anche le situazioni di danno oggettivo del turismo. Sono numerosi i casi di ambienti naturali che vengono rovinati, di ambienti sociali la cui cultura viene stravolta, di ambienti umani che sono profondamente colpiti dai flussi dei visitatori, dalle nuove attivit che ne conseguono. Dal turismo passivo allaccoglienza La consapevolezza della necessit della salvaguardia dellambiente (sia naturale sia umano) comincia per a farsi strada e i modelli di turismo che vengono proposti iniziano a tenerne conto. anche su questo fronte che il cosiddetto turismo passivo pu assumere un ruolo fondamentale. I residenti delle localit meta di turismo (quindi non solo le tradizionali destinazioni ma praticamente anche tutte le citt) hanno convenienza a trasformare il loro ruolo da quello di spettatori infastiditi a quello di protagonisti dellaccoglienza. Il punto da tenere presente proprio questo: la convenienza. Il turismo conviene a tutti La prima cosa che i residenti devono capire che il turismo costituisce unattivit economica che mette in atto un indotto straordinariamente ampio e che beneficia praticamente tutti i residenti di una localit, anche quelli che pensano di non aver nulla a che fare con il fenomeno. La tabella 1.1 mostra come la spesa turistica coinvolga tutti i settori produttivi, anche quelli che a prima vista ne sembrano pi lontani. La convenienza allo sviluppo del turismo la prima attivit di informazione che ogni amministrazione pubblica locale dovrebbe compiere. Da questa consapevolezza dovrebbe conseguire un atteggiamento positivo da parte dei residenti nei confronti dei visitatori. Ci non significa che gli abitanti di un luogo debbano subire i turisti. Al contrario, grazie alle ormai diffuse e ben note tecniche di marketing essi possono pilotare i movimenti e i consumi che questi compiono. Come pu vedere chiunque entri in un supermercato non la domanda che condiziona lofferta, ma al contrario quel che viene proposto che induce al consumo. La qualit dellofferta E cos nelle destinazioni turistiche: solo i residenti interessati e consapevoli sono in grado di indurre i visitatori a comportarsi in modo corretto e a consumare quel che il prodotto destinazione offre. chiaro che una destinazione nella quale si trova una grande offerta commerciale di prodotti (abbigliamento, cibo, accessori) che sono uguali a quelli che si trovano dovunque e che sono venduti usando i marchi pi popolari attrae una clientela che ama i consumi di massa. Se una destinazione sa distinguersi per unofferta di maggiore qualit, fa trovare al visitatore nelle sue strade negozi originali, diversi dal solito, attrae una diversa utenza. Quando in una certa meta i residenti e gli amministratori locali lamentano un eccesso di arrivi di turisti che deturpano lambiente e pensano di contingentare gli arrivi mostrano di non conoscere le basi di quello che si chiama marketing urbano, una branca degli studi di mercato che si occupa proprio di pilotare il turismo in una certa area, adeguandolo a quel che si desidera e inducendolo al consumo che si intende proporre.

  • La divulgazione dellarte In questo contesto assumono un ruolo importante gli operatori culturali. Si sa che lItalia ha un grande patrimonio storico e artistico, che va preservato. Ma la conservazione di un patrimonio non si pu compiere nascondendolo fisicamente a chi lo potrebbe deturpare. Un patrimonio nascosto come se non ci fosse. Il concetto di valore non mai oggettivo: dal punto di vista individuale dipende dallutilit soggettiva, da quello sociale dal riconoscimento che viene dato collettivamente. Ne consegue che un patrimonio culturale conosciuto e compreso da pochi individui vale poco. Acquisisce un maggior valore (e quindi anche una maggiore tutela) nel momento in cui il riconoscimento cresce. Ma perch il riconoscimento cresca necessario che sempre pi persone comprendano lorigine, la natura e lentit del valore. E quindi qualcuno glielo deve spiegare. Non pu capire il valore di un monumento o di unopera darte un individuo al quale non stato spiegato. In sostanza la valorizzazione del patrimonio culturale passa attraverso la sua divulgazione. E in questa opera gli amministratori locali, i titolari dei musei e anche le guide e gli accompagnatori turistiche rivestono un ruolo fondamentale. Limportante che tutti capiscano che loro convenienza farlo perch solo cos che si tutela lambiente, la cultura, il patrimonio e si producono redditi. Figura 1.2 Viaggiatori e turisti

    Il turismo linsieme delle relazioni che si determina per lo spostamento temporaneo delle persone.

    I viaggiatori non sono

    tutti turisti

    I turisti trascorrono

    almeno una notte

    fuori dalla loro

    residenza.

    Gli escursionisti

    compiono

    trasferimenti senza

    pernottamento.

    Gli emigrati

    compiono

    spostamenti non

    temporanei.

    Il turismo attivo compiuto

    dai viaggiatori

    Turismo internazionale

    incoming

    outgoing

    Turismo domestico (non esce dai

    confini del proprio Paese).

    Turismo nazionale: domestico + outgoing

    Turismo interno: domestico + incoming

    Il turismo produttivo messo

    in atto dagli operatori

    Incoming: servizi per i turisti in arrivo

    (alloggio, transfer, visite, escursioni ecc.)

    Outgoing. Servizi singoli e viaggi

    Il turismo passivo: i residenti

    delle destinazioni turistiche

  • Test

    1. definito turista a. Qualsiasi viaggiatore

    b. Chiunque viaggi per svago o cultura

    c. Chiunque affronti un viaggio che prevede almeno un pernottamento

    d. Chi acquista almeno due servizi fuori dalla sua residenza

    2. Per lOMT non sono compresi nelle statistiche turistiche

    a. Coloro che viaggiano per affari

    b. Gli escursionisti

    c. Gli studenti

    d. I viaggiatori che non pagano i servizi a destinazione

    3. La differenza fra turisti ed escursionisti basata

    a. Sul diverso modo di viaggiare

    b. Sulla diversa durata del viaggio

    c. Sulla distanza della destinazione

    d. Sul diverso motivo del viaggio

    4. Il trasferimento in pullman di un gruppo dallaeroporto di arrivo allalbergo

    a. Unescursione

    b. Un transfer

    c. Un transfert

    d. Un package tour

    5. Il termine sightseeing riferito a a. Unescursione

    b. Una visita di citt

    c. Un transfer

    d. Una visita a un mueso

    6. Un viaggiatore che si reca per affari a Parigi e rientra in serata

    a. Non rientra nelle statistiche turistiche

    b. un turista

    c. un escursionista

    d. un frontaliero

    7. Un viaggiatore che si reca a Tokyo dove si ferma tre giorni per lavoro

    a. Non rientra nelle statistiche turistiche

    b. un turista

    c. un escursionista

    d. un emigrato

    8. La differenza fra turismo domestico e turismo nazionale

    a. Non esiste

    b. Il primo comprende anche lincoming

    c. Il secondo comprende anche lincoming

    d. Il secondo comprende anche loutgoing

    9. Il turismo interno a. Linsieme dei movimenti dei residenti nel paese

    b. Turismo domestico + incoming

    c. Turismo domestico + outgoing

    d. Turismo incoming

    10. Una squadra di calcio che si reca in una capitale europea a giocare una partita di champions league e compie due pernottamenti a destinazione

    a. una comitiva di turisti

    b. Non rientra nelle statistiche turistiche

    c. una comitiva di escursionisti

    d. considerata fra i passeggeri in transito

    11. Compiono turismo passivo a. Gli acquirenti dei package tour

    b. I tour operator

    c. I viaggiatori fai da te

    d. I residenti delle destinazioni turistiche

    12. Compiono turismo attivo a. I tour operator

    b. I tour organizer

    c. I viaggiatori

    d. I residenti delle destinazioni turistiche

    13. Compiono turismo produttivo a. I tour operator

    b. I viaggiatori fai da te

    c. Gli acquirenti di pacchetti tutto compreso

    d. I residenti delle destinazioni turistiche

    14. Un itinerario a. La via seguita per arrivare a destinazione

    b. Linsieme dei mezzi di trasporto usati in un viaggio

    c. Linsieme dei servizi usati in un viaggio

    d. La via seguita e linsieme dei servizi usati in viaggio

    (Soluzioni in fondo al volume)

  • Capitolo 2 Le destinazioni turistiche

    1. Le destinazioni come prodotto

    Le destinazioni turistiche sono le localit che riescono a riassumere al loro interno elementi tali da rendersi attraenti e fruibili per i turisti e quindi costituire un prodotto vendibile.

    Un prodotto ci che viene offerto sul mercato e pu assumere la forma materiale di un bene o quella immateriale di un servizio. sempre costituito dalla somma di tre elementi:

    la materia prima, che ovviamente ha consistenza materiale quando si costruisce un bene ma rappresentata da un servizio di base quando si costruisce un prodotto immateriale;

    la trasformazione, lassemblaggio, il coordinamento di ci che costituisce materia prima;

    la commercializzazione e quindi la sua pubblicizzazione, la sua distribuzione e la vendita. La mancanza di uno di questi elementi fa s che non si possa parlare di esistenza di un prodotto. Il processo facilmente comprensibile nel caso di produzione di beni materiali: il falegname che va a tagliare un albero ottiene la materia prima. Poi lavora il legno, lo trasforma in un mobile, un tavolo, un oggetto (fase 2). Poi lo espone o cerca un acquirente (fase 3). Ed ecco il prodotto. Anche la fase 3 indispensabile perch se il falegname tiene per s ci che ha fatto, non ci si trova, dal punto di vista del mercato, davanti a un prodotto. La sequenza meno intuitiva in altre circostanze. Per esempio, unarancia che si trova su un albero non un prodotto. Si potrebbe definire una materia prima. Necessita di una trasformazione: quando viene colta e portata in un punto di vendita si ha una trasformazione nello spazio; se poi viene conservata in frigorifero venduta in un secondo momento si ha una trasformazione nel tempo. Anche in questo caso, perch si possa parlare di un prodotto per il mercato necessario che qualcuno la metta in vendita, la ponga su uno scaffale di supermercato o di un negozio di frutta. Anche se larancia che si trova in un punto di vendita materialmente la stessa che era sullalbero, essa si compone di una parte materiale (il frutto) e di una serie di servizi (trasporto, conservazione, ripulitura, collocazione nello scaffale, attivit del negozio di vendita ecc.) che giustificano anche il suo prezzo finale. ancor meno intuitiva nel caso del prodotto turistico. Il mare, di per s, non un prodotto turistico. Da questo punto di vista costituisce una materia prima. Perch diventi un prodotto vendibile sul mercato turistico necessario che qualcuno fornisca servizi di trasporto per arrivarci, che sia accessibile, che ci siano strutture per il soggiorno e cos via. Ma ancora non sufficiente: il mercato deve sapere della sua esistenza, deve in qualche modo essere stimolato ad andarci. E il consumatore deve trovare qualcuno che gli venda i servizi necessari per fruirne. Allora diventa un prodotto. Un monumento, di per s, non un prodotto turistico. Si pu considerare anchesso una materia prima. Prima di tutto deve essere raggiungibile, quindi la sua fruibilit necessita di una serie di servizi aggiuntivi, che trasformano la materia prima monumento in qualche cosa di pi complesso (monumento pi accessibilit). Ma ancora non c un prodotto turistico. Certo esistono anche degli esperti di storia dellarte che non hanno bisogno di altro per poterlo ammirare, per apprezzarlo, per fruire del piacere della sua osservazione. Cos come esistono gli artigiani che se vogliono farsi una borsa acquistano la pelle e poi se la trasformano da soli. Ma questi non sono normali consumatori. La persona inesperta di storia dellarte, se non ha indicazioni, rischia di passare accanto a un monumento importantissimo senza neppure vederlo. Perch diventi un prodotto sul mercato necessario che sia pubblicizzato, spiegato, che se ne induca in qualche modo la fruizione. Si pensi al caso Gioconda, uno dei quadri pi famosi, pi visti e meno compresi. Dal video allegato si vede come la folla si avvicini, attratta dalla sua notoriet. Tutti lo vogliono fotografare come testimonianza della

  • loro visita, ma, come si pu vedere dal video, non c nessuno che lo guarda, che se ne interessa. Limportante esserci, non vedere. Se la visione della Monna Lisa fosse invece vincolata a una spiegazione di una brava guida turistica, in grado di far capire anche ai non esperti di storia dellarte dove risiede la grandezza del dipinto, di appassionare il pubblico, anche la materia prima Gioconda, trasformata e distribuita esclusivamente attraverso la notoriet, diventerebbe un prodotto culturale di alto livello. 3. La trasformazione Perch le materie prime di cui un territorio dispone siano fruibili necessario in primo luogo che esse siano raggiungibili. Una volta assicurato questo prerequisito irrinunciabile necessario che il visitatore trovi i servizi che gli servono per il suo soggiorno, per svolgere nel modo migliore la sua visita. Tali servizi, opportunamente posti a integrazione della materia prima, devono costituire anche un elemento di attrazione. La tipologia dei servizi forniti condiziona la tipologia di clientela. chiaro che una via piena di fast food, negozi in franchising che vendono abiti a poco prezzo alla moda, negozi di dischi e pub non pu che attrarre una clientela giovane e forse rumorosa, mentre laddove si trovano musei e ristoranti di qualit accanto a botteghe che vendono a caro prezzo oggetti esclusivi la frequentazione non potr che essere diversa. Il risultato non pu essere casuale: sempre frutto di una scelta. Anche quando deriva dal fatto che lamministrazione locale non si posta il problema e quindi una certa situazione si creata al di fuori di ogni controllo, ci significa che lamministrazione ha deciso di non occuparsene e anche questa una scelta. La via dei Calzaiuoli, che collega la piazza del Duomo con Piazza della Signoria a Firenze, luogo di shopping per articoli a basso prezzo. Sono anche presenti gelaterie e bar che offrono fast food. Inevitabilmente questo tipo di offerta ne condiziona la frequentazione. Scelte diverse avrebbero potuto farne un prodotto diverso. 3.1 La destination management organization Oggi il turismo un prodotto di massa. I viaggiatori internazionali sono pi di un miliardo, quelli che giungono in Italia sono circa 46 milioni, ai quali si devono aggiungere circa 60 milioni di turisti italiani. Lattivit di trasformazione della materia prima di cui si dispone non pu pi quindi svolgersi in modo approssimativo, senza regole. Secondo il sociologo Michele Tamma, le destinazioni turistiche, quali risultano dalle diverse attivit di trasformazione e organizzazione possono assumere tre forme: 1. quella di modello one-to-one, in cui il consumatore deve farsi parte attiva per assemblare i servizi di cui necessita perch lofferta frammentata e non si scorge unorganizzazione complessiva; 2. quella package, in cui il consumatore impacchettato in un servizio rigido che ha acquistato all inclusive alla partenza, modello tipico delle destinazioni controllate dai tour operator; 3. quella modello network, che unisce la flessibilit a unorganizzazione che permette la migliore fruizione dellarea. La terza tipologia evidentemente la pi evoluta. Lorganizzazione costituisce un elemento essenziale per una destinazione che voglia avere un proprio mercato. Infatti uno dei problemi fondamentali che deve affrontare chiunque intenda organizzare un viaggio : come ottenere i servizi di cui ha bisogno? A chi si deve rivolgere? La difficolt di armonizzare lofferta consiste nel fatto che essa frutto dellazione, che dovrebbe essere combinata, di soggetti molto diversi che hanno esigenze, aspettative, obiettivi per molti versi non compatibili. Il collante dovrebbe essere la consapevolezza che uno sviluppo turistico organizzato pu costituire un volano per leconomia superiore a qualsiasi altra attivit. Ma questa consapevolezza per lo pi non c e le attenzioni della collettivit si concentrano quasi sempre su attivit che hanno una ricaduta economica pi modesta ma che rispondono a logiche di settori produttivi pi influenti.

  • E cos da una parte gli amministratori pubblici considerano il turismo un settore che non fornisce loro unimmagine elettoralmente favorevole, gli albergatori appaiono pi legati alla vendita immediata che alla costruzione di un mercato, i commercianti vedono nei visitatori una clientela che deve compensare il calo nella domanda interna. Per attrarre i turisti sarebbe indispensabile essere in grado di presentare unofferta coordinata. Si pensi a un operatore che deve inviare gruppi di persone in una certa localit. Ha bisogno di qualcuno che si occupi di alloggiarli, nutrirli, fornire loro i servizi per i quali compiono la visita. Per rispondere alla richiesta indispensabile un coordinamento fra albergatori, ristoratori, gestori di musei, settore commerciale, trasporti ecc. Tutti gli operatori dovrebbero cessare di farsi concorrenza per contendersi pochi clienti e allearsi per averne molti. Si faccia lesempio di un tour operator di un paese del nord Europa che richiede a un ricettivista di una citt italiana di organizzare in breve tempo la sistemazione di un gruppo di 200 persone in arrivo con un volo speciale. Come pu fare quel ricettivista se non sa a che albergo rivolgersi, se deve interpellarne molti e se fatica a trovare i pullman? Lobiezione vale a maggior ragione a livello nazionale: la frammentazione nellofferta da parte delle diverse regioni non coordinate fra loro e talvolta di fatto in competizione costituisce uno dei problemi dellincoming italiano. Uno dei riflessi negativi delleccessiva frammentazione di unofferta turistica non organizzata linsicurezza che si crea nel visitatore. Il turista in arrivo in una certa area gi disorientato dalla mancata conoscenza del luogo, se gli vengono a mancare i punti di riferimento che gli facciano comprendere il rapporto esistente fra la qualit dei servizi e i loro prezzi finisce per non sentirsi a proprio agio e quindi giudicare negativamente la sua visita. Chi si deve occupare di questa attivit? Prima di tutto deve esserci una cura per le infrastrutture (strade, ferrovie, porti, stazioni, aeroporti ecc.) che non pu che essere svolta dagli amministratori pubblici. Poi deve essere presente unimprenditoria disponibile a creare le strutture indispensabili per lospitalit: alberghi, residence, ristoranti, trattorie, bar, negozi ecc. Per quanto riguarda lofferta e larmonizzazione dei servizi per il visitatore dovrebbe esistere una organizzazione apposita, che agisca secondo una logica di marketing. quella che viene definita la destination management organization (DMO), cio lorganizzazione di gestione della destinazione, che deve essere affidata a esperti del settore. Innanzi tutto fondamentale la scelta di chi viene posto a capo di essa, il destination manager, al quale va conferita una notevole autonomia e una notevole responsabilit. La cosa migliore sarebbe che il destination manager fosse persona che proviene da una localit diversa da quella in cui opera, in modo da poter essere libero da vincoli e da condizionamenti inevitabili per chi in un territorio vive e lavora. In ogni caso va evitato che si tratti una persona proveniente da una carriera politica, perch sarebbe portato a curare pi gli equilibri partitici rispetto alle esigenze di mercato. Si deve trattare di un tecnico di alto profilo. La DMO si occupa del marketing territoriale, vale a dire di tutte le attivit di:

    analisi del territorio e valutazione di tutti gli elementi dellofferta;

    analisi della domanda e scelta del target;

    organizzazione dellofferta tenendo presente il target;

    creazione del prodotto;

    tenuta di relazioni con le imprese che possono rappresentare la domanda organizzata;

    stimolo della domanda dei consumatori. Lazione del destination manager, che opera in un contesto pubblico o misto pubblico-privato, deve essere coordinata con quella di aziende private (agenzie di viaggio, tour operator, corrispondenti di operatori esteri ecc.) che si occupano di incoming, cio della materiale proposta, organizzazione e vendita dei servizi indispensabili al viaggiatore in arrivo (transfer, alloggio, ristorazione, visite, escursioni ecc.). Nelle destinazioni definite modello one-to-one il pi delle volte non esiste alcun destination manager e lincoming costituisce unattivit di ripiego e casuale di poche agenzie di viaggio.

  • Nelle destinazioni package lattivit privata di incoming incorpora anche quella del destination management, che per lo pi non esiste. Solo nei pochi esempi di destinazioni network si cerca il difficile equilibrio illustrato. Josep Ejarque, uno dei pi importanti destination manager europei che da anni lavora in Italia, spiega in che cosa consiste il suo lavoro e quali sono le difficolt che il nostro paese incontra sul fronte dellorganizzazione turistica. 3.2 La raggiungibilit Una destinazione turistica, per essere tale, deve essere facilmente raggiungibile. A questo proposito si parla di: raggiungibilit fisica; raggiungibilit economica; raggiungibilit sociale; raggiungibilit politico-burocratica. Se dal punto di vista fisico quel che conta la presenza di strutture (ferrovie, strade, porti, aeroporti, stazioni ecc.) e di servizi (treni, aerei, pullman ecc.), nellaspetto economico hanno rilievo i costi che si devono sostenere per raggiungere una certa destinazione. In particolare va sottolineato il ruolo dei voli a basso prezzo. La raggiungibilit sociale invece legata al comportamento dei residenti: il loro essere amichevoli od ostili, la presenza di micro e macro criminalit, quindi problemi di sicurezza fisica, il clima che si respira nella localit (allegro, vivace, scanzonato o triste, monocorde, privo di spunti). Il turista non vive in una gabbia (salvo che nelle destinazioni modello enclave o package, che di solito assumono la forma dei villaggi turistici chiusi) e quindi ha contatti continui con lambiente che condizionano landamento del suo viaggio. Infine contano anche le leggi e le norme: la richiesta o meno dei visti, la necessit o meno dei passaporti sono fondamentali nel favorire o disincentivare gli arrivi. Le difficolt burocratiche nellottenimento dei permessi di ingresso costituiscono un elemento di forte dissuasione per potenziali turisti. Ora i viaggiatori provenienti da paesi al di fuori dellUnione europea possono ottenere un visto Schengen, che consente loro di muoversi liberamente in tutti i paesi aderenti allaccordo, semplificando i loro viaggi e incentivando alla visita delle destinazioni interessate. Conta anche latteggiamento del personale di frontiera, la libert di circolazione e lassetto politico presente. La visita a un paese libero pu inevitabilmente essere pi completa a gratificante di un tour in unarea soggetta a restrizioni connesse con un regime che limita i diritti dei cittadini e dei visitatori. Tabella 2.1 Unione europea, area Schengen e area euro

    Accordo Paesi aderenti Quali libert Quali controlli

    Unione europea (28 paesi)

    Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria.

    Movimento persone, merci e denaro.

    Di identit alle frontiere (esclusi paesi Schengen).

    Schengen (25 paesi)

    Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo,

    Movimento persone, merci e denaro, con limitazioni per merci e denaro per i paesi non Ue.

    Nessun controllo sistematico alle frontiere.

  • Repubblica ceca, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria (paesi Ue) pi Islanda, Norvegia e Svizzera (paesi non Ue).

    Moneta unica (euro) (17 paesi)

    Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Slovacchia e Slovenia.

    Movimento di persone, merci e denaro

    Di identit alle frontiere (esclusi paesi Schengen)

    Utilizzano leuro per loro decisione unilaterale (6 paesi)

    Andorra, Citt del Vaticano, Kosovo (esclusa componente serba), Montenegro, Principato di Monaco e San Marino.

    Varie Vari

    (Ci vorrebbe una cartina con pesi UE, Schengen, euro) Tabella 2.2 Documenti necessari per i turisti in arrivo in Italia

    Dai paesi dellarea Schengen Ingresso libero nel paese. Obbligo di possedere un documento di identit.

    Dai paesi UE non Schengen Controllo del documento di identit allingresso.

    Dai paesi extra UE senza visto. Sono 28: Andorra, Argentina, Australia, Brasile, Brunei, Canada, Cile, Corea del Sud, Costa Rica, Croazia, El Salvador, Giappone, Guatemala, Hong Kong, Honduras, Israele, Macao, Malesia, Messico, Monaco, Nicaragua, Nuova Zelanda, Panama, Paraguay, Singapore, Stati Uniti, Uruguay, Venezuela.

    Controllo del passaporto allingresso. In alcuni casi (come Andorra e Croazia) sufficiente un documento di identit.

    Dai paesi extra UE con visto. Sono tutti gli altri (circa cento).

    Controllo del passaporto e del visto, che ha validit di tre mesi e permette libero movimento nellarea Schengen. I viaggiatori extra comunitari devono rilasciare una dichiarazione di presenza in Italia. Se arrivano da un paese fuori dellarea Schengen eseguita assieme al controllo in frontiera. Se vengono da un altro paese dellarea Schengen deve essere presentata in Questura entro 8 giorni.

    Tabella 2.3 Documenti necessari per i turisti in partenza dallItalia

    Verso i paesi dellarea Schengen Nessun controllo di frontiera. Obbligo di possedere un documento di identit.

    Verso paesi UE non Schengen (Cipro, Gran Bretagna, Irlanda, Bulgaria, Romania)

    Controllo del documento di identit alluscita dallItalia e allingresso del paese visitato.

    Verso i paesi extra UE senza visto. Sono 28: Andorra, Argentina, Australia, Brasile, Brunei, Canada, Cile, Corea del Sud, Costa Rica, Croazia, El Salvador, Giappone, Guatemala, Hong Kong, Honduras, Israele, Macao, Malesia, Messico,

    Controllo del passaporto alluscita dallItalia e allingresso del paese visitato. In alcuni casi (come Croazia) sufficiente la carta di identit.

  • Monaco, Nicaragua, Nuova Zelanda, Panama, Paraguay, Singapore, Stati Uniti, Uruguay, Venezuela.

    Verso i paesi extra UE con visto. Sono tutti gli altri (circa cento).

    Controllo del passaporto e del visto in uscita dallItalia e in ingresso nei paesi visitati. Ognuno di questi ha suoi regolamenti. Per informazioni www.viaggiaresicuri.it e rappresentanze diplomatiche dei paesi che interessano.

    3.3 La disponibilit di strutture Per far funzionare una destinazione turistica, si detto, non sufficiente che essa abbia appetibili elementi di attrazione (materia prima), sono altrettanto indispensabili strutture adeguate. Si visto che alcune destinazioni (in particolare quelle definite package) nascono insieme alle strutture, in un disegno preordinato (villaggi, alberghi al mare costruiti da tour operator, parchi ecc.). In molti altri casi l'organizzazione complessiva va faticosamente costruita in un rapporto stretto fra operatori privati e operatori pubblici. Ed per la mancanza di questa organizzazione che molte mete con enorme potenziale turistico non riescono a trasformarsi in effettive destinazioni. Si pensi alle risorse di gran parte dellAfrica, del sud America e anche del sud dItalia, che non sono adeguatamente sfruttate. Viceversa esistono casi in cui le strutture diventano esse stesse elemento di attrazione in localit che altrimenti non hanno molto da offrire. Lesempio di Las Vegas, nel deserto del Nevada, forse quello pi evidente. 4. Il prodotto Si detto che non sufficiente avere una materia prima ben trasformata per avere un prodotto. Se un artigiano costruisce un mobile ma lo tiene in magazzino, un panettiere fa il pane ma non apre il negozio, una casa di produzione cinematografica gira un film ma lo mette in archivio non ci troviamo di fronte a prodotti, perch non sono sul mercato. Lo stesso vale per una destinazione turistica: perch si possa considerare un prodotto non sufficiente che essa disponga di attrattive di base e delle necessarie strutture, se non viene messa in vendita secondo tecniche opportune non si pu pretendere abbia un mercato. E perch un prodotto sia vendibile deve prima di tutto avere una propria immagine, deve dotarsi di qualche elemento di riconoscimento. Alcuni elementi di base (fruibilit, traffico, parcheggi, servizi pubblici, esercizi commerciali ecc.) devono esistere in tutte le destinazioni e sono comunque necessari. Gli altri dovrebbero essere attuati in funzione dei target.

    Un territorio che punta su visitatori interessati allarte e alla cultura dovrebbe sviluppare lofferta museale, quella monumentale, quella teatrale, con conseguenti manifestazioni, con un supporto di una rete commerciale adeguata. bene che limiti e/o delimiti le aree della movida notturna e che non autorizzi linsediamento di discoteche accanto ai musei.

    Un territorio che mira a una clientela interessata allo shopping e al divertimento deve curare lo sviluppo di attrazioni adeguate (concept store, temporary shop, shopping centre, ristorazione, divertimenti ecc.).

    Se si intende sviluppare il turismo religioso vanno curati i siti, i percorsi per i pellegrini, le manifestazioni, le vendite di prodotti di interesse per quei visitatori, evitando attrazioni poco compatibili.

    Gran parte del valore del prodotto oggi dipende dalla sua distribuzione e quindi anche i territori devono sapersi presentare al pubblico utilizzando le pi efficaci forme di comunicazione.

  • La presenza in rete con brevi spot attraenti che danno luogo a un buzz e a un marketing virale efficace sempre pi importante.

    Al contrario appare sempre meno adeguata la tradizionale pubblicit turistica basata su manifesti, filmati che mostrano paesaggi e monumenti, promozioni incentrate su una retorica ormai non pi accettata dal pubblico.

    Anche lofferta territoriale deve attenersi a una regola tanto semplice quanto fondamentale: se si vuole comunicare si deve parlare il linguaggio di chi ascolta. Si prendano due luoghi di inestimabile valore da punto di vista storico come Pompei e Agrigento.

    Pompei ha circa due milioni di visitatori allanno.

    Agrigento ha meno di 300.000 visitatori allanno. Si prendano due luoghi privi di attrazioni storico-artistiche come Las Vegas e il ponte di Millau.

    La Vegas ha 40 milioni di visitatori allanno.

    Il ponte di Millau, interessante opera di moderna ingegneria nel centro della Francia, ha due milioni e mezzo di visitatori.

    Perch?

    Pompei e Agrigento non hanno sviluppato il prodotto, pur avendo una materia prima di enorme valore.

    La Vegas e il ponte di Millau, pur avendo una materia prima di valore inferiore, hanno creato un prodotto.

    Lattrazione, per essere tale, deve usare un linguaggio attraente per il suo target. Ne consegue che se il territorio intende proporsi a una clientela sufficientemente ampia deve parlare la sua lingua. E quindi pu usare lattrazione creata dai film, dallattualit, dalla notoriet dei luoghi. Ma se poi la visita si limita alla semplice visione di quei posti finisce per deludere il turista. Se invece la si costruisce rendendola interessante, con un atteggiamento positivamente divulgativo, il visitatore impara cose, si sente arricchito e viene soddisfatto. Considerato il fatto che la maggior parte dei turisti, prima di partire, si informa in rete, lo strumento Internet diventa quello pi importante per la comunicazione al pubblico. Tradizionalmente la promozione del territorio costituisce un compito affidato allente pubblico, che il pi delle volte la sviluppa in modo tradizionale e poco adatto al linguaggio del viaggiatore, mentre i privati si limitano a vendere i servizi. Oggi non si devono pi vendere luoghi, ma esperienze; non citt, campagne, laghi, monti, ma visite tematiche, escursioni equestri, ascese in montagna, percorsi enogastronomici. E cos, anche ammesso che chi osserva i portali Internet delle destinazioni sia attratto dai contenuti delle presentazioni, se poi, volendo acquistare i servizi necessari, deve andarli a cercare altrove in rete, avviene che il pi delle volte rinunci (www.italia.it). La soluzione consiste nel costruire, da parte delle DMO (che quindi costituiscono un punto di partenza importante), proposte gi in precedenza definite di promocommercializzazione.

    Il turista trova in rete una localit che lo interessa.

    Oltre alla sua descrizione e a quelle delle esperienze che pu fare deve avere la possibilit di passare alla immediata prenotazione (www.myswitzerland.com).

    I meccanismi possono essere i pi diversi: le compagnie aeree low cost che fanno scegliere ai turisti la loro meta sulla base del prezzo operano una loro particolare forma di promocommercializzazione, cos come pu essere considerata tale la presentazione di eventi ai quali si pu aderire acquistando pacchetti completi, come avviene per la maratona di New York. Ancora, rientrano in questo ambito le manifestazioni culturali, di aggiornamento professionale, di intrattenimento che sono vendute come somma di servizi. Le combinazioni possono essere le pi varie. Le creazioni dei tour operator Esistono le destinazioni turistiche costruite dai tour operator. I t.o. nord europei hanno cominciato negli anni Sessanta, rendendosi conto che i mari pi belli, le localit pi attraenti dal punto di vista paesaggistico non presentavano per le altre caratteristiche delle destinazioni turistiche e che localmente non esistevano le risorse per costituirle. Si pensi a quello che successo in Costa Brava e in tante altre coste del

  • Mediterraneo. Le coste erano facilmente raggiungibili, il mare bello, il clima ideale. Mancava tutto il resto, anzi, il resto aveva caratteristiche repulsive. Sono state quindi costruite oasi per persone provenienti dal nord Europa che usavano ci che di buono queste localit fornivano (mare, panorami, clima) e sostituivano al caos e alla disorganizzazione sociale, un ordine interno. Queste oasi hanno assunto il pi delle volte la forma di alberghi di grandi dimensioni, gestiti da inglesi, tedeschi e scandinavi, sul mare, all'interno dei quali garantito ordine, una ragionevole pulizia, cibo nordico, silenzio. La stessa logica sta alla base della creazione dei villaggi. quello che stato definito il modello package o anche modello enclave. Il gioco Altre destinazioni sono state costruite appositamente per stimolare la domanda di chi viaggia per giocare, per divertirsi: sono localit come Las Vegas, Reno e i parchi a tema (Disneyland, Orlando, EuroDisney, il parco di Asterix ecc.). Le mete trendy Esistono destinazioni che vengono favorite prima e poi penalizzate dalle mode: negli anni Sessanta era di moda lIndia, negli anni Settanta la Cina, negli anni Ottanta la moda ha favorito numerose destinazioni sudamericane, negli anni Novanta si visto un rilancio del Centro America, nel nuovo Millennio si assiste al tentativo di numerose citt non tradizionalmente turistiche di trovare un loro spazio come destinazioni attraverso esposizioni, eventi, manifestazioni. Il turismo urbano, attivo e dinamico, sembra rispondere alle esigenze di chi abituato a una vita frenetica, sempre pi legata alla multimedialit. Si gi fatto cenno al ruolo determinante delle compagnie aeree low cost: spesso la destinazione scelta in base al prezzo del trasporto. Con laiuto dei voli low fare molte citt tentano di sviluppare soggiorni improntati su unofferta diversificata di attivit da svolgere: si pensi ad Amburgo, che punta molto sulla sua offerta di spettacoli teatrali e di musical, a Tolosa, che offre la visita alla fabbrica di aerei Airbus, a Bilbao, con il suo museo Guggenheim, a Torino, che propone arte, shopping ed enogastronomia. La salute Le localit termali, quelle di cura, che costituivano le principali destinazioni turistiche allinizio di questo secolo, non riescono a mantenere viva la loro capacit di attrazione. Oggi esse puntano pi sul fitness che sulle cure termali, ma faticano ad attrarre i clienti. La capacit di rinnovarsi Esistono destinazioni che si rafforzano grazie alla loro forza interna, alla loro tendenza ad aggiornare continuamente la loro capacit di attrazione. Si pensi ai grandi lavori compiuti a Parigi in occasione del duecentesimo anniversario della rivoluzione nel 1989. Si pensi al rinnovamento continuo nella struttura e non solo nell'immagine di Londra, a partire dalla trasformazione dei docks da porto fatiscente a quartiere residenziale di moda, al nuovo museo di arte moderna ricavato in una centrale elettrica sul Tamigi, al Globe, il teatro di Shakespeare ricostruito come in originale, la ruota panoramica sul fiume, alla sempre rinnovata offerta di musical teatrali. Si pensi alla trasformazione di una citt come Barcellona da porto un po' decadente a moderna citt commerciale e darte: fra il 1992 il 2000, Barcellona passata da circa 1.500.000 arrivi a quasi 5.000.000 di visitatori allanno, mantenendo la sua posizione gli anni seguenti grazie a un susseguirsi di eventi, mostre, manifestazioni.

  • Le manifestazioni da segnalare il rafforzamento delle destinazioni costituito da eventi organizzati come festival, carnevale, gare, olimpiadi, sagre, feste: dal Carnevale di Rio, al festival di Venezia, al palio di Siena, al festival di Cannes ai convegni, alle fiere, alle mostre ecc. Vanno tuttavia distinti gli eventi che si ripetono (come festival, fiere, sfilate di carnevale, gran premi formula 1 ecc.), da quelli isolati (Olimpiadi, campionati del mondo di calcio, Expo ecc.). Mentre i primi, se riescono a ottenere una sufficiente notoriet, hanno ricadute positive dal punto di vista turistico, i secondi, al contrario, tendono ad allontanare i visitatori durante il loro svolgimento e possono costituire elementi di rilancio del turismo solo se inseriti allinterno di strategie di sviluppo di lungo termine, come avvenuto in pochi casi (fra questi Barcellona e Torino). 5. La complessit del prodotto turistico Se vero che il prodotto turistico viene venduto allinterno di un mercato di consumi di massa e quindi inevitabilmente ne acquisisce le caratteristiche anche vero che esso mantiene una sua caratterizzazione dovuta allestrema complessit dellofferta. Il viaggiatore non acquista un singolo bene o un singolo servizio, come chi compra una bevanda o un televisore, ma ne richiede una enorme quantit: alloggio, ristorazione, shopping, visite a musei, trasporti ecc. E tutto deve funzionare, tutto deve risultare armonizzato. Da qui la complessit dellofferta. Se si aggiunge che da un sondaggio di qualche anno fa risulta che la prima richiesta dei turisti in viaggio il bel tempo si vede come la produzione dei servizi turistici spesso inevitabilmente sfugga anche alle organizzazioni pi attente. Il tour operator pu scegliere il mare pi bello, lalbergo migliore, il trasporto pi comodo e curare nei minimi particolari il pacchetto che vende, ma se il tempo brutto finisce per scontentare il cliente. Gli operatori hanno spesso usato questa diversit del prodotto turistico come un alibi per coprire loro mancanze. Ora la concorrenza tale per cui non pi possibile cercare giustificazioni esterne ma continuare a migliorare il proprio prodotto. I limiti del presente volume non consentono di approfondire tutti gli aspetti sopra delineati. La presente trattazione, essendo impostata pi che altro sugli aspetti geografici, privilegia lesame della materia prima, che si compone a sua volta, schematicamente, di tre elementi:

    1. laspetto fisico; 2. laspetto politico-demografico-amministrativo; 3. laspetto storico-artistico.

    Della trasformazione si tratter pi che altro degli aspetti relativi alla raggiungibilit e alle strutture, mettendo in secondo piano il pur fondamentale discorso sul destination management che richiede un approfondimento a parte. Ugualmente schematica sar la presentazione del prodotto finale.

  • Test

    1. Il marketing territoriale a. Lo fanno le agenzie immobiliari

    b. Consiste nel fare pubblicit ai territori

    c. il rapporto di un territorio con il suo mercato

    d. Non un vero marketing

    2. La prima difficolt del marketing territoriale

    a. Il fatto di non essere un vero marketing

    b. Limpossibilit di definire un target

    c. Limpossibilit di modellare lofferta

    d. La pluralit di offerenti

    3. Uno dei limiti oggettivi della promozione delle regioni allestero dato dal fatto che

    a. Non costituiscono destinazioni finali

    b. Sono troppo piccole

    c. Non sono conosciute

    d. Non sono attraenti

    4. Il mare per Viareggio a. Il prodotto da vendere

    b. Una materia prima

    c. Unopportunit

    d. Una difficolt

    5. Pu essere considerata una destinazione finale

    a. Vicenza

    b. Verona

    c. Treviso

    d. Venezia

    6. Si compie promo commercializzazione quando promozione e vendita

    a. Sono compiute su siti Internet separati ma in qualche modo collegati

    b. Non esistono

    c. Sono compiute sullo stesso sito Internet

    d. Sono eseguite dalla DMO

    7. DMO significa a. Destinazione molto originale

    b. Destination moved onward

    c. Destination management organization

    d. Destination management operations

    8. Fare sistema per un territorio significa a. Fornirlo di wi fi

    b. Offrire unofferta integrata

    c. Studiare un target

    d. Dotarlo di trasporto pubblico

    9. Le citt italiane a. Vanno sempre pi industrializzandosi

    b. Rimangono sempre identiche nelle strutture e nelle attivit

    c. Vanno terziarizzandosi

    d. Tendono a diventare sempre pi piccole

    10. Una destinazione religiosa che pu prevedere pi pernottamenti

    a. SantAntonio a Padova

    b. Santa Rita a Cascia

    c. Lourdes

    d. San Giovanni Rotondo

    (Soluzioni in fondo al volume)

  • Capitolo 3 La Terra

    1. Come fatta la Terra

    La Terra il terzo pianeta in ordine di distanza dal sole ed lunico, nella conoscenza umana, in cui possibile la vita cos come intesa su di esso. Si valuta che sia nata circa quattro miliardi e mezzo di anni fa e ha una forma solida, contrapponibile a quella gassosa di tanti altre entit presenti nello spazio. Ha un solo satellite naturale: la luna, che dista 384.400 chilometri. La sua conformazione a strati successivi (figura 3.1) che sono:

    la crosta, che la parte pi esterna e giunge fino a una profondit di 30-35 km rispetto alla superficie;

    la litosfera, che giunge fino a 60 di profondit rispetto alla superficie;

    lastenosfera, detta anche mantello superiore, fino a 700 km;

    il mantello, che tutta la parte che va dalla crosta fino a 2900 km di profondit, oltre i 700 km prende il nome di mesosfera;

    il nucleo esterno si estende dai 2900 ai 5100 km di profondit rispetto alla superficie;

    il nucleo interno giunge fino al centro, cio 6375 km di profondit.

    Figura 3.1 La conformazione della Terra (fonte wikipedia.it)

    Terra

  • Lo studio della parte interna del pianeta stato reso possibile grazie allesame delle onde sismiche, la cui diversa velocit nei diversi strati ha permesso di comprenderne la diversa composizione. Il materiale che fuoriesce dai vulcani attivi presenti in superficie giunge allesterno provenendo fino dalla astenosfera, mentre si calcola che nel nucleo centrale si raggiungano ancora temperature di circa 5200 gradi centigradi. I principali materiali che compongono la Terra sono il ferro (34,6%), lossigeno (29,5%), il silicio (15,2%), il magnesio (12,7%), il nichel (2,4%), lo zolfo (1,9%), il titanio (0,05%). La Terra il pianeta pi denso, e quindi pi solido, del sistema solare. La biosfera linsieme delle forme di vita che su di essa si trovano. Latmosfera la coltre gassosa che la avvolge e si compone del 78% di azoto, del 21% di ossigeno e dell1% di argon. Si chiama invece idrosfera la sua parte liquida, che ne occupa il 71% della superficie ed per il 97% salata e solo per il 3% dolce. Sugli altri pianeti lacqua non pu assumere laspetto liquido che si conosce sul nostro perch dissociata dai raggi ultravioletti. Lo scudo di ozono viceversa, assorbendoli, permette alla Terra di avere lidrografia che alla base dellesistenza della vita. La Terra ruota su se stessa in senso anti-orario (da ovest verso est) in un tempo che diventato ununit di misura fondamentale: il giorno, di circa 24 ore. inclinata di 23,5 nellasse che passa dai due poli nord e sud. La rivoluzione invece il moto del pianeta intorno al sole, che ha la durata di 365,25 giorni e si sviluppa in una traiettoria ellittica per cui la distanza da esso varia da un minimo di 147 a un massimo di 152 milioni di chilometri. Tabella 3.1 Le dimensioni della Terra

    Superficie totale 510 milioni di km

    Superficie delle terre emerse 149 milioni di km

    Superficie degli oceani 361 milioni di km

    Diametro polare 12.714 km

    Diametro equatoriale 12.756 km

    Lunghezza dellequatore 40.077 km

    Lunghezza del meridiano 40.009 km

    Lunghezza delle coste 356.000 km

    2. I punti di riferimento Per identificare la propria posizione sulla Terra luomo ha usato, fin dallantichit, come riferimento, le stelle. Il sole, in primo luogo. La posizione dalla quale lo si vede sorgere lest, mentre lovest dove tramonta. Il sud nella direzione del punto pi alto che esso raggiunge a met giornata ed chiamato anche meridione o mezzogiorno. Il nord dove il sole si trova a met della notte. Non essendo visibile, per trovarlo, si fa riferimento alla stella polare. Lo strumento usato per definire i punti cardinali (la rosa dei venti) la bussola, costituita da un ago di metallo che, a causa del magnetismo terrestre, tende sempre verso nord. Inventata probabilmente dai cinesi, trov applicazione in quel paese subito dopo lanno mille, mentre in Europa fu introdotta da Flavio Gioia, di Amalfi, nel 1303. Per definire i diversi punti della Terra, il riferimento fornito dai paralleli, che sono 90 circonferenze immaginarie poste a nord e 90 poste a sud rispetto alla circonferenza maggiore, cio lequatore. La distanza fra di essi chiamata grado e quindi il novantesimo parallelo, che si trova ai poli, a 90 dallequatore. Si parla di 90 nord per il polo nord e 90 sud per il polo sud. LItalia si estende dal 35 al 47 parallelo nord. La distanza dallequatore, cos misurata, prende il nome di latitudine.

  • I meridiani, invece, sono circonferenze tutte uguali, che si estendono da nord a sud, passando per i poli e sono in totale 360, 180 a ovest rispetto a quello principale, il meridiano di Greenwich (a Londra) e 180 a est. La distanza che essi misurano rispetto a Greenwich prende il nome di longitudine ed espressa in gradi. I 360 gradi misurano infatti lintero cerchio che si compie partendo da un meridiano e attraversando tutti gli altri, lungo un parallelo, tornando allo stesso. Insieme, latitudine e longitudine permettono di identificare tutti i punti della Terra, individuandone quelle che vengono chiamate le coordinate geografiche. Quindi, per esempio, Roma si trova a 41,5 di latitudine nord e 12,2 di longitudine est, New York a 40,4 di latitudine nord e a 74 di longitudine ovest e Melbourne a 37,5 di latitudine sud e a 144,5 di longitudine est.

    Figura 3.2 I fusi orario La forma sferica e la rotazione della Terra attorno al sole fanno s che le condizioni di illuminazione delle varie aree del pianeta siano diverse nei diversi momenti della giornata. Quando nellEuropa centrale mattina nei paesi dellest asiatico sera e in America ancora notte. Si definiscono quindi fusi orari le zone della Terra che hanno la stessa ora e coincidono (con molte eccezioni) con le aree delimitate fra due meridiani. Il riferimento principale, anche per i fusi orari, il meridiano che passa per Greenwich (Londra) che con il suo GMT (Greenwich mean time) fissa il tempo base che condiziona quello del resto del mondo ed definito UTC, tempo coordinato universale. I paesi che si trovano a est di Greenwich sono pi avanti nella giornata, il sole sorge prima. E cos Roma UTC + 1 (se a Londra sono le 12 a Roma sono le 13) e Tokyo UTC+9 e perci quando a Londra sono le 12 a Tokyo sono le 21. I paesi che si trovano a ovest del meridiano principale sono arretrati, il sole in essi sorge dopo. Quindi, le 12 di Londra sono (UTC -4) le 8 del mattino a Buenos Aires e (UTC-8) le 4 della notte a Los Angeles.

  • 2. I climi

    La posizione delle diverse aree della Terra determina anche diverse condizioni climatiche. Quella che conta, in particolare, la diversa inclinazione con cui il sole giunge alla superficie determinando diverse situazioni di riscaldamento. Si individuano di solito almeno otto grandi zone da questo punto di vista. Ovviamente ognuna di queste pu essere suddivisa ulteriormente in pi aree. La rotazione della Terra crea il giorno e la notte, con diverse temperature. La rivoluzione attorno al sole d luogo alle stagioni, creando, anche nella stessa area, condizioni climatiche che possono essere molto differenti. Lo sbalzo termico fra la temperatura minima e quella massima (che pu essere misurata in una certa zona su base giornaliera, settimanale, mensile, annuale o anche per stagione) d luogo a quella che si chiama lescursione termica. Le principali aree climatiche sono:

    1. la zona polare (polo nord e polo sud) con clima molto rigido in tutte le stagioni; 2. la zona montana, anchessa fredda; 3. la zona temperata-fredda, con inverni lunghi e rigidi ed estati brevi e fresche; 4. la zona temperata-umida, nella quale si individuano quattro stagioni abbastanza distinte; 5. la zona temperata-secca, con scarsa piovosit, inverni miti ed estati secche e calde; 6. la zona desertica e semidesertica con forte escursione termica diurna e piogge molto scarse; 7. la zona subtropicale, con inverni miti ed estati calde e umide; 8. la zona equatoriale, calda e umida.

    Il clima determina gli ambienti, intesi come insiemi di condizioni nelle quali si possono manifestare le diverse forme di vita. I geografi individuano quindi:

    1. i poli, Artide (nord) e Antartide (sud), ricoperti da ghiacci e abitati da animali che si cibano di pesci e hanno una copertura di peli e grassi (orsi, pinguini, foche) che consentano loro di sopravvivere nel clima sempre rigido;

    2. la tundra, che si trova a sud del circolo polare artico e nella quale esiste una vegetazione fatta di muschi e licheni;

    3. le montagne, che presentano unalternanza pi o meno pronunciata fra clima invernale ed estivo; fino ai 3000-3500 metri si possono trovare animali come le marmotte, i camosci e gli stambecchi mentre la vegetazione, sempre non oltre quelle altezze, formata da abeti, larici, stelle alpine e genziane;

    4. la macchia mediterranea ha clima temperato e secco; considerati i periodi di aridit si ha una notevole presenza di piante sempreverdi;

    5. i fiumi e laghi, con le loro acque dolci, favoriscono la vita in tutte le sue forme; 6. la foresta pluviale, con il suo clima caldo e le precipitazioni frequenti, favorisce lo sviluppo di una

    vegetazione lussureggiante; 7. la savana, tipica dei luoghi tropicali, dove alla stagione delle piogge si alterna quella secca, si

    caratterizza per una vegetazione fatta di erba alta e di pochi alberi; gli animali sono in continuo movimento alla ricerca di cibo;

    8. il deserto, presente sia nei climi caldi sia in quelli freddi, si caratterizza per lassenza di precipitazioni e quindi anche di vita.

  • 3. Le carte geografiche

    La Terra rappresentata su una superficie piana attraverso le carte geografiche, che, usando linee e segni convenzionali, permettono di conoscerne le caratteristiche che interessano. Ovviamente la trasposizione di una superficie sferica su un piano inevitabilmente ne altera i contenuti e quindi pi la superficie esaminata estesa e meno la rappresentazione fedele. In tutte le carte geografiche il nord in alto, il sud in basso, lest a destra e lovest a sinistra. Tutte le carte riproducono la rete dei meridiani e dei paralleli e quindi i gradi nei quali compresa larea riprodotta. La loro configurazione orizzontale descritta attraverso linee che, con diverse forme e colori riproducono le coste, i fiumi, i laghi, le strade, i canali, le citt, gli stati ecc.

    Figura 3.3 Una carta che descrive un itinerario usa simboli orizzontali La configurazione verticale, montagne, pianure, colline, depressioni, altipiani d luogo a ombreggiature, tratteggi particolari e diverse colorazioni per descriverne laltezza rispetto al livello del mare.

    Figura 3.4 La configurazione verticale della Terra riprodotta usando diversi colori

  • Dal punto di vista dellestensione, la mappa che contiene tutta la Terra prende il nome di planisfero e si caratterizza per la posizione centrale data allEuropa. La delimitazione, sia a est sia a ovest, corrisponde con il 180 meridiano (nel mezzo dellOceano Pacifico), in cui si attesta la linea internazionale del cambio di data, cio quella linea a ovest della quale il calendario un giorno avanti. Quando a ovest di essa sono le ore 00.00, per esempio del 1 ottobre, a est l01.00 del 30 settembre. Chi viaggia dallAsia verso lAmerica torna indietro di un giorno, mentre chi si sposta in direzione opposta deve portare avanti il calendario. Dal punto di vista dei contenuti le carte pi complete sono quelle satellitari, che riproducono fotografie fatte con i satelliti piazzati attorno alla Terra, ma il rischio che, contenendo la superficie con tutte le sue caratteristiche, perda i chiarezza per il lettore. E allora si tende in genere a distinguere:

    carte fisiche, che riportano le caratteristiche naturali del territorio;

    carte politiche, che contengono le divisioni fra stati, le citt, le capitali e tutto ci che ha a che fare con lintervento umano sul territorio.

    Le carte fisiche e politiche vengono anche definite carte generali, perch in esse sono contenute un gran numero di informazioni relative a molti elementi. Ma esistono anche le carte tematiche, che descrivono un solo fenomeno.

    Figura 3.5 Il planisfero politico

  • Esistono numerose tipologie di carte. Fra le principali si ricordano:

    le carte topografiche, che rappresentano una citt o un distretto con tutti i particolari;

    le carte orografiche, che descrivono lorografia, cio i rilievi, le montagne;

    le carte idrografiche, con lidrografia, le acque, vale a dire fiumi e laghi;

    le carte geologiche, che danno la struttura del sottosuolo;

    le carte tettoniche, che evidenziano la composizione del suolo;

    le carte isobariche, nelle quali sono evidenziate le isobare, cio i punti in cui la pressione atmosferica uguale;

    le carte naturalistiche, che indicano la distribuzione della flora e della fauna;

    le carte etnografiche, con la distribuzione delle razze umane;

    le carte militari , di solito molto dettagliate, che rappresentano i punti strategici di unarea;

    le carte delle comunicazioni, con le linee ferroviarie, di navigazione, le strade;

    le carte nautiche, in cui appaiono i mari, l'esatto delineamento delle coste e delle isole e le indicazioni utili ai natanti;

    le carte turistiche, con le indicazioni utili a chi viaggia. E molte altre tipologie. La scala di riduzione il rapporto fra le dimensioni della carta, cio le lunghezze grafiche, e le distanze rispettive sulla superficie terrestre o lunghezze reali. Il rapporto 1/X indica che un millimetro misurato sulla carta equivale a X millimetri sul terreno reale. La scala grafica si costruisce avuta la scala numerica. una retta, divisa in modo che le parti rappresentino la nuova unit lineare della scala di riduzione numerica e i suoi sottomultipli.

    Figura 3.6 La carta che descrive i climi una carta tematica.

  • Test

    1. Il mantello terrestre a. la parte esterna della Terra

    b. la parte pi interna della Terra

    c. la parte che arriva fino a 100 km di profondit

    d. la parte che arriva fino a 2900 km di profondit

    2. Il principale materiale che compone la Terra

    a. Ferro

    b. Silicio

    c. Magnesio

    d. Nichel

    3. Latmosfera si compone prevalentemente di

    a. Ossigeno

    b. Argon

    c. Azoto

    d. Acqua

    4. La parte liquida occupa nella Terra circa il

    a. 30%

    b. 50%

    c. 70%

    d. 90%

    5. Lacqua sulla Terra a. Dolce per il 90%

    b. Dolce per il 50%

    c. Dolce per il 20%

    d. Dolce per il 3%

    6. La distanza dei paralleli dallequatore

    a. La longitudine

    b. La latitudine

    c. La gradazione

    d. La rettitudine

    7. Il principale meridiano a. Lequatore

    b. Il tropico del cancro

    c. Il tropico del capricorno

    d. Quello di Greenwich

    8. Sydney UTC+10 e Roma +1, quindi. Se a Roma sono le 17 a Sydney sono

    a. Le 8 del mattino

    b. Le 20

    c. Le 2 del mattino successivo

    d. Le 2 del mattino precedente

    9. Le carte orografiche descrivono a. I mari

    b. I laghi

    c. I climi

    d. I monti

    10. Le principali citt del mondo sono indicate sulle carte

    a. Fisiche

    b. Etnografiche

    c. Politiche

    d. Nautiche

    (Soluzioni in fondo al volume)

  • Capitolo 4 La destinazione Italia

    1. I caratteri fisici LItalia, si dice, una penisola. Questa affermazione, morfologicamente, non esatta. Pi precisamente si dovrebbe dire che lItalia anche una penisola. La sua parte continentale a nord, contenuta entro la cerchia delle Alpi, confinante con la Francia, la Svizzera, lAustria e la Slovenia, ha una conformazione diversa dalla parte peninsulare, che occupa la parte centrale del Mediterraneo e si estende fin quasi allAfrica, da cui dista, nel suo punto pi vicino, non pi di 150 km. Il territorio italiano si estende fino al di sotto del 36 parallelo. Agrigento sostanzialmente alla stessa latitudine di Tunisi e Lampedusa molto pi a sud. Con 7300 chilometri di coste e solo 1800 chilometri di confini terrestri lItalia, nella cui parte peninsulare ha una distanza da costa a costa che va da un minimo di 140 a un massimo di 240 chilometri, pu essere considerato un paese eminentemente marittimo. In pi, fanno parte del suo territorio le due grandi isole (Sicilia e Sardegna) e molte isole minori (Elba e arcipelago toscano, Tremiti, Egadi, Eolie, Pelagie). Lunga 1300 chilometri, dalla Testa Gemella Occidentale nelle Alpi Aurine (475 di latitudine nord) alla punta Pesce Spada di Lampedusa (3529), lItalia ha una conformazione estremamente diversificata, fisicamente e, di conseguenza, anche dal punto di vista climatico e antropologico. Ci rende lofferta turistica del nostro paese molto varia, sia sul piano paesaggistico sia dal punto di vista storico, e questo fatto costituisce un grosso elemento di attrazione. La sua superficie di 301.323 chilometri quadrati, gli abitanti sono circa 60 milioni. Questi valori rendono lItalia uno dei paesi pi densamente popolati del mondo con quasi 200 abitanti per chilometro quadrato, quasi il triplo della media europea, che di 68 abitanti per chilometro quadrato. 1.1 I monti Solo poco pi di un quinto (66.000 kmq) del territorio italiano pianeggiante. La distesa pi ampia costituita dalla Pianura Padana (46.000 Kmq). Il Tavoliere delle Puglie, la seconda pianura per dimensioni, solo di 3.000 Kmq.

  • Figura 4.1 LItalia non solo una penisola

  • Figura 4.2 La Pianura Padana, che si estende per 46000 kmq, copre pi di due terzi dei territori pianeggianti italiani. Le cascine di cui disseminata svolgono ancora in larga misura la loro funzione originaria di abitazione per gli agricoltori, ma sono molte anche quelle che si sono trasformate in centri congressi e agrituristici. La conformazione geologica recente: le Alpi e gli Appennini sono dellera Terziaria o Cenozoica, ma gran parte del territorio di epoca quaternaria. Per questo in Italia ci sono quattro vulcani ancora attivi. LEtna, che il maggiore dEuropa, Stromboli e Vulcano, sulle omonime isole, il Vesuvio, la cui ultima eruzione risale al 1944. Ora costituiscono unattrazione turistica, ma il Vesuvio in particolare, che lunico vulcano attivo dellEuropa continentale, rappresenta una preoccupazione per i geologi e per le popolazioni che abitano nei suoi pressi, spesso troppo vicino.

    Etna

    Dolomiti Nelle Alpi centroccidentali sono situate le montagne pi importanti d'Europa: la vetta pi alta sul Monte Bianco (a 4810 metri), ma sono quattro le cime che superano i 4000 m.

  • La catena delle Alpi, per convenzione, va dal monte Vrata, al confine con la Slovenia, al colle di Cadibona, in Liguria, e costituisce una straordinaria attrattiva turistica, particolarmente nelle Dolomiti (Trentino e Alto Adige) il cui punto pi alto costituito dai 3343 m della Marmolada, nel monte Rosa (Valle dAosta e Piemonte) la cui cima pi alta la punta Dufour (4634 m), nel monte Bianco, nel gruppo del Brenta, per non citare che qualche nome. Le cime oltre i 4000 metri

    Monte Bianco 4810 m

    Monte Rosa 4637 m

    Monte Cervino 4478 m

    Pizzo Bernina 4061 m

    Le Prealpi, come spiega la loro denominazione, sono una formazione montuosa che sta fra la pianura e le Alpi, e si estendono dalla Lombardia verso oriente, fino al Friuli Venezia Giulia. Diversa la conformazione degli Appennini, presenti dalla Liguria fino alla Calabria e ai rilievi della Sicilia orientale (Peloritani, Nebrodi e Madonie). Il loro punto pi alto costituito dallEtna (3323 m). Sulla penisola, la cima pi alta il Gran Sasso dItalia (2912 m) situato nel parco nazionale che costituisce ora una delle grandi attrazioni naturalistiche del nostro paese. Ai lati dei rilievi appenninici si trova, soprattutto verso il Tirreno, lAntiappennino, molto articolato, ora sempre pi valorizzato turisticamente, in connessione con lofferta di soggiorni marini: le Alpi Apuane, a ridosso della Versilia, e il Monte Amiata, nel sud della Toscana, costituiscono la meta di escursioni per i turisti al mare in cerca di refrigerio. Sono invece di conformazione pi antica i Monti Erei e Monti Nebrodi (in Sicilia) e i rilievi sardi dellIglesiente, dove il massiccio del Gennargentu, dal 1995 parco nazionale, tocca i 1834 m.

    I monti italiani hanno tre milioni di anni Lossatura dellorografia italiana risale allera terziaria, che, iniziata 65 milioni di anni fa, vide la collisione fra lAfrica e lEuropa, grazie alla quale si crearono prima le Alpi e poi, attorno a tre milioni di anni fa, gli Appennini. Con le glaciazioni del quaternario e le successive fasi di disgelo si crearono gran parte delle colline e, successivamente, grazie allazione erosiva dei fiumi, le pianure. Se le Alpi hanno oggi raggiunto una relativa stabilit, non altrettanto si pu dire degli Appennini, che, sotto la spinta delle zolle continentali, crescono ancora di qualche centimetro al secolo, con i conseguenti possibili movimenti tellurici. Le regioni nord orientali, a causa del sollevamento di una parte e dellabbassamento dellaltra parte della pianura padano-veneta, sono soggette anchesse a possibilit di terremoti. In pi, le rocce calcaree sono molto frequenti e lazione dellacqua su di esse le sgretola, creando fenomeni franosi e cedimenti di terreni Le zone vulcaniche sono comunque molto fertili e questo ha sempre spinto luomo a insediarsi in aree per il resto estremamente rischiose. Fra le colline moreniche lasciate dai ghiacciai si sono formati i grandi laghi del nord Italia, che costituiscono una rilevante attrattiva turistica.

    Le pianure si sono create, si visto, grazie allazione erosiva dei fiumi. In origine molte erano acquitrinose e malariche ed stata necessaria unampia azione di bonifica, particolarmente rilevante nel Polesine, nellAgro Pontino, nella piana di Metaponto. 1.2 Le coste Sono sempre state la grande risorsa dellItalia. Prima perch consentirono lo sviluppo dei traffici attraverso la via marittima e oggi soprattutto per lappeal turistico che presentano.

  • Anche le coste italiane sono estremamente varie. Sono alte e rocciose dove i monti si affacciano sul mare, come in Liguria, nella Sicilia nord orientale, in gran parte della Calabria, alternando tratti in cui laccesso impossibile a insenature di grande bellezza. Sono alte ma rettilinee in alcune zone delle Marche, dellAbruzzo e della Sardegna, dove gli altipiani si affacciano sul mare. Sono basse e sabbiose lungo gran parte del litorale adriatico (in Emilia e Romagna, in parte del Veneto, delle Marche, degli Abruzzi, delle Puglie) e lungo le coste tirreniche di Toscana e Lazio. Si tratta della grande offerta turistica costituita dal mare delle riviere, che ancora oggi costituisce una importante attrazione estiva del paese, anche se subisce sempre pi la concorrenza di mari pi lontani e pi limpidi che oggi sono facilmente raggiungibili a prezzi contenuti. La configurazione costiera stata determinante nello sviluppo delle grandi citt marinare e dei porti.

    Le Cinque terre La Liguria, con le sue coste alte e le sue insenature, oltre allentroterra dove i traffici si sono sviluppati prima che altrove, stata la regione pi favorita da questo punto di vista, mentre le coste sabbiose della Toscana, del Lazio e dellEmilia Romagna hanno costituito una grossa remora alla costruzione dei porti. Il porto di Livorno fu costruito artificialmente nel XVI secolo, per sostituire quello di Pisa, interrato dallavanzata del delta dellArno. Un grande porto naturale sul Tirreno costituito da Napoli, situata in una grande insenatura ben riparata. SullAdriatico il porto che in passato ha potuto sfruttare la sua posizione naturale stato quello di Trieste. Quelli di Venezia e di Ravenna sono artificiali. Nel sud il miglior porto naturale quello di Taranto, situato in una rada molto profonda sul mar Ionio.

    Figura 4.3 La costa sabbiosa di Rimini, in Romagna

    Figura 4.4 Il Golfo di Napoli costituisce uno straordinario porto naturale

    1.3 I fiumi

    Si visto che solo poco pi di un quinto del territorio italiano costituito da pianure. Una delle conseguenze limpossibilit di creare consistenti bacini idrografici e quindi fiumi e laghi importanti. Solo la Pianura Padana ha dimensioni tali da permettere lo sviluppo di una rete idrica rilevante, che trova nel Po, il

    fiume pi lungo dItalia (652 km di lunghezza, 74.970 km2 di bacino idrografico), espressione evidente.

  • Figura 4.5 Il delta del Po

    Il secondo fiume, per lunghezza lAdige (410 km), un tempo affluente di sinistra del Po, che ora sfocia nei suoi pressi. Il terzo fiume italiano il Tevere (405 km), che scorre in Umbria e nel Lazio e qui sfocia dopo avere attraversato Roma. Tutti gli altri fiumi importanti sono affluenti del Po: quelli di sinistra come lAdda, il Ticino e lOglio, e quelli di destra come il Tanaro. Da segnalare anche il Piave,