Testi narrativi, azioni centrali e paradigmi...

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TJAŠA MIKLIC (Lubiana) [email protected]

Testi narrativi, azioni centrali e paradigmi verbali Dato che qualsiasi racconto - anche uno tanto esteso e complesso come La recherche du temps perdu - è una produzione linguistica che assume la relazione di uno o più avvenimenti, riesce forse legittimo trattarlo come uno sviluppo (mostruoso finché si vuole) dato a una forma verbale, nel senso grammaticale del termine: l'espansione di un verbo.

Gérard Genette, Figure . Discorso del racconto Anche chi rifiutasse l'affermazione metaforica di Genette non potrebbe prescindere dal ruolo cruciale delle forme verbali in un testo narrativo. Limitandoci alla situazione passata (si possono infatti narrare anche eventi situati ad es. nell'extratemporalità o nell'avvenire), per la quale abbiamo a disposizione un numero maggiore di mezzi espressivi, è possibile accettare la tradizionale attribuzione al PASSATO REMOTO (PR) del ruolo di paradigma prototipico per designare azioni centrali di una storia. Le sue potenzialità in certe situazioni pragmatiche superano altri fattori, per cui esso si impone persino in costrutti in cui sembrerebbe ingiustificato (Dunque non so quale FU la sua reazione ma mi fu detto che egli SI MANTENNE molto calmo. /E. Biagi/). La comunicazione proposta (la proposta di comunicazione) è però incentrata su quelle situazioni - meno frequenti, ma pur sempre di una certa sistematicità - in cui il binomio PASSATO REMOTO - azione centrale non viene realizzato: sia che alle azioni focalizzate ci si riferisca tramite altri paradigmi verbali (a), sia che al PR vengano affidate azioni di minore rilievo (b). Al primo gruppo appartengono alcuni impieghi del PASSATO PROSSIMO (cfr. Bertinetto/Squartini 1996), l'uso dell'IMPERFETTO NARRATIVO o STILISTICO (e della variante, l'IM onirico), e, oltre ad alcuni costrutti con l'INFINITO (e X a INFINITO, ecco INFINITO X), soprattutto l'impiego del PRESENTE STORICO (PrSt) e del TRAPASSATO PROSSIMO (TP). Il PrSt costituisce una frequente alternativa al PR in diversi tipi testuali (Tra la fine del I secolo e l'inizio del II Milano DIVIENE cristiana e un secolo dopo VEDE l'istituzione della Diocesi con i primi Vescovi che ebbero un ruolo via via sempre piuuu importante (...)). Un intero romanzo può essere raccontato al procedimento storico (cfr. Maria Teresa, una donna al potere di E. Ferri), che in alcuni tipi testuali (ad es. in barzellette e riassunti di opere letterarie) rappresenta il modo di esposizione praticamente esclusivo. Il TRAPASSATO PROSSIMO viene invece adoperato anche per raccontare storie indipendenti inserite nei flash-back o nei discorsi indiretti liberi (anche qui le dimensioni dell'impiego possono raggiungere quelle di un intero romanzo, cfr. Giovanna la Pazza di E. Ferri). D'altra parte è possibile incontrare situazioni in cui in certi punti dell'architettura testuale al PR (spesso inserito in una dipendente relativa) viene assegnato il ruolo di (riferirsi) riferimento ad azioni che, rispetto alle azioni focalizzate, sono solo marginali o in ogni modo distaccate. (ad es. Ma il peggio cominciò soltanto una ventina di giorni dopo quando fui ritornato dal viaggio in Francia che FECI nella seconda quindicina di aprile. (Bassani); Ma come è diventato tutto diverso, ora: superficiale, fatuo insapore. E invano, fra i superstiti della Hofburg, quella che FU amata e conosciuta come "la Resel", la Teresina, cerca qualcuno che rimpianga il suo passo lungo e deciso(...) (Ferri)). Si cerca di dimostrare che per interpretare la concreta funzione di un paradigma verbale in un punto testuale è necessario considerare l'intera architettura compositiva e pragmatica del testo in questione e tenere conto di tutti i parametri rilevanti.

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