Tesina 2° anno

16
Il Clarineo da Denner a Klosé

description

il clarinetto da denner a klosé

Transcript of Tesina 2° anno

Page 1: Tesina 2° anno

Il Clarinetto

da Denner a

Klosé

Page 2: Tesina 2° anno

Dagli Eglizi fino a Denner (vedi tesina 1° annualità)

L'uso dell'ancia semplice risale alla preistoria, infatti abbiamo notizia

di strumenti ad ancia semplice battente a partire dal 2000 a.c.; questierano di uso popolare appartenenti a civiltà distanti e diverse tra

loro:

il primo strumento di cui abbiamo notizia è l'Argoul, costituito da due

canne cilindriche, (simile alle launeddas sarde) ritrovato in numerose

iconografie Egiziane.

Un'altro strumento attiguo è l'aulos, originario dell'antica grecia; questo strumento veniva realizzato sia con ancia doppia che

battente, erroneamente si tende a tradurre il termine “aulos” con “flauto”, lo strumento è cilindrico e costituito da una o più canne.

I romani dopo la conquista della Grecia ne importarono la cultura

artistica e quindi anche alcuni strumenti musicali. L'aulos subì alcune

modifiche e così nacque un nuovo strumento: la tibia, costruita con le ossa di animali e successivamente anche in legno o metallo.

Grazie alle crociate furono importati in europa oggetti asiatici: tra

questi il kalamos, strumento che in Italia prenderà il nome di “flauto

campestre” o “Ciaramello italiano”.Questo strumento era costruito più spesso ad ancia doppia, più raramente ad ancia semplice, successivamente si è evoluto nella

bombarda (ad ancia doppia) e nello chalomeau (ad ancia semplice).

Lo chalomeau aveva un canneggio cilindrico e l'ancia battente, è considerato il diretto predecessore del clarinetto; sarà in voga in europa nel XVII e nella prima metà del XVIII secolo, ma in Francia

Page 3: Tesina 2° anno

era già in uso nel XII secolo.Questo strumento è il primo ad avere l'ancia separata dal corpo ed era costruito in 4 tagli diversi: basso, tenore, contralto e soprano, questo consentiva di avere una gamma sonora più ampia cambiando

strumento, dato che ognuno di questo poteva produrre solo 9 note.Questo strumento era usato per lo più nella musica popolare, per quanto riguarda la musica colta a noi sono arrivate soltanto poche

partiture. Gli autori che hanno scritto per chalomeau sono: Telemann, Gluck, Vivaldi, Paganelli, Fasch, Graupner, Hasse, Hoffmeister.

Fu Johann Christian Denner, apprezzato aritigiano di Norimberga, a

dare il via all'evoluzione dello chalumeau in clarinetto.Con l'intenzione di estendere il registro dello chalomeau, Denner applicò una chiave dietro al corpo dello strumento, che però non fungeva ancora da portavoce ma si limitava ad estendere la gamma

sonora a una dodicesima.Il nuovo strumento risultava essere particolarmente basso per le sue

piccole dimensioni, quella di Denner non si trattava in realtà di una

miglioria effettuata su uno strumento già esistente ma di una vera e

propria invenzione. Fu il figlio Jacob che, portando avanti il lavoro di

Chalomeau

Page 4: Tesina 2° anno

ricerca iniziato dal padre, grazie a una modifica della chiave dietro, che diventò un vero e proprio portavoce, permise al neonato

clarinetto di raggiungere l'estensione di 3 ottave e una grande purezza di suono su tutta la gamma sonora.Il clarinetto di Jacob Denner, come i clarinetti moderni, a differenza

degli altri strumenti a fiato, produceva un secondo registro che si estendeva una dodicesima sopra a quello fondamentale anziché un'ottava e, nonostante fosse aperto, si comportava come un tubo

chiuso. Aveva insomma, tutte le caratteriste fisiche ed acustiche del clarinetto dei giorni nostri.

Clarinetto a 2 chiavi di Denner

Page 5: Tesina 2° anno

La famiglia Denner e il Clarinetto del '700Jacob Denner e i suoi fratelli, dopo aver donato le odierne

caratteristiche acustiche al neonato clarinetto, dando così vita ad un nuovo e più completo strumento che andrà a breve a completare la

sezione dei legni in orchestra, offrendo nuovi colori e possibilità timbriche ai compositori dell'epoca, si dedicarono ulteriormente ed a

lungo allo sviluppo di questo strumento.Il primo prototipo, che per caratteristiche fisiche ed acustiche si può considerare un clarinetto, consta di un tubo cilindrico che termina

con un bocchino estraibile al quale era stata recentemente data la forma del bocchino moderno avente proporzioni dell'odierno

clarinetto piccolo in mib e da poco dotato di un'ancia indipendente

che veniva fissata al becco con del filo; termina con un campana di forma conica che funge da amplificatore; è dotato di 8 fori scoperti e due chiavi, una davanti sopra il primo foro scoperto in alto che

permetteva, come ai giorni nostri, la produzione del la naturale, e una

dietro che, grazie proprio ad una correzione di Denner, permetteva al clarinetto di salire di dodicesima, fungeva quindi da portavoce.Questo primitivo clarinetto, pur offrendo un buon punto di partenza e

una timbrica affascinante presentava ancora numerosi e gravi problemi, aveva difetti di intonazione non trascurabili che furono

affievoliti grazie allo spostamento del foro del pollice verso l'alto. Questa modifica oltre a migliorare l'intonazione del registro acuto si avvicina al sistema del passaggio di registro moderno in cui il sib3 viene prodotto con le due chiavi insieme e il la3 con la chiave

davanti (indice sx).Nonostante le non indifferenti migliorie, restava in questa versione un serio ostacolo: non era possibile produrre il si3. Questo, in caso di necessità veniva prodotto facendo calare il do col labbro inferiore; a

parte questo, il clarinetto a due chiavi iniziava a presentarsi come

uno strumento dotato di notevole agilità, buona intonazione e buone

Page 6: Tesina 2° anno

capacità timbriche.

I fratelli Denner proseguirono con lo sviluppo del loro “figlio”: inserirono nel foro del portavoce una lamina di ferro cilindrica che

migliorava ulteriormente l'intonazione di sib e e preveniva l'accumulo

di acqua in questo foro che essendo posizionato dietro era più esposto al passaggio di condensa; allargarono inoltre alcuni fori permettendo così di aumentare il numero di suoni riproducibili tramite alcune diteggiature a forchetta, tuttavia ancora veniva a mancare il si naturale.Per ottenere la nota mancante si doveva aumentare l'estensione verso il basso, da fa a mi2, cosicché premendo il portavoce si ottenesse il si naturale. Questo fu possibile grazie all'aggiunta di una

terza chiave al pollice destro; questa miglioria che portò finalmente

al completamento dell'estensione del clarinetto fu effettuata da

Jacob Denner nel 1740 circa.

Page 7: Tesina 2° anno

Il clarinetto aveva a questo punto raggiunto il completo possesso

dell'estensione diatonica dal mi2 al do5, un estensione di quasi 3

ottave.Questo strumento si diffuse molto rapidamente in Europa, andando

così a colmare un importante vuoto nello specchio timbrico

dell'orchestra.Il clarinetto, anche se ancora con qualche difetto, non subì ulteriori modifiche per due decenni, non perché gli artigiani non avessero

intuito che l'applicazione di nuove chiavi poteva portare ulteriori

Clarinetto a 3 chiavi

Page 8: Tesina 2° anno

vantaggi nell'intonazione e nella produzione di note alterate, ma

perché i materiali utilizzati per chiudere i rudimentali fori (per lo più cuscinetti in feltro) non permettevano di sigillare alla perfezione il buco: quindi l'aggiunta di ulteriori chiavi avrebbe portato difficoltà di emissione.Si arrivò così al clarinetto a 5 chiavi solo nel 1760, che ebbe poi grande successo e diventò di uso comune in brevissimo tempo.Le nuove chiavi si trovavano nella parte inferiore dello strumento

(fa#, sol#).Non ci sono certezze sull'inventore del nuovo sistema, probabilmente

le nuove chiavi sono il frutto di esperimenti condotti da vari musicisti e artigiani, tra i quali il giovane virtuoso Joseph Beer.

Clarinetto a 5 chiavi

Page 9: Tesina 2° anno

Il primo repertorio del ClarinettoAntonio Vivaldi fu un pioniere del clarinetto, fu il primo a inserire questo strumento in orchestra (vedi tesi 1° annualità) nella sua

“Judita Triumphans” nel 1716, quando ancora il clarinetto era appena

nato.Nel 1740 scrisse tre concerti grossi includendo in organico due

clarinetti in do a 3 chiavi e due oboi; i clarinetti venivano usati con una scrittura fanfaristica.Handel scrisse un'ouverture per due clarinetti e corno da caccia, tutti e tre in re nel 1948, anch'essa in forma di fanfara.Un grande fruitore di questo strumento fu J.C. Bach che lo introdussenelle sue sinfonie per fiati che scrisse intorno al 1760 per i concerti all'aperto dei Vauxhalls Gardens.

Il primo compositore che ha scritto per clarinetto solista del quale ci è giunta notizia fu Johann Melchior Molter, maestro di cappella a

Durlach.I suoi concerti, scritti per clarinetto in re, risalgono probabilmente al 1747.Di rilevante importanza furono sicuramente i clarinettisti dell'orchestra di Mannheim; lo si deduce dal fatto che per loro furono

composti numerosi concerti solistici.Scrissero per loro:Karl Stamitz, Ernest Eichner e George Fux.E' voce di popolo che sia proprio all'interno della grande orchestra di Mannheim che i clarinetti furono battezzati come strumenti d'orchestra. In realtà è ormai appurato che si tratta di un falso storico portato avanti nei secoli che ancora rimane in alcuni ambienti voce di corridoio, fu infatti Vivaldi, mezzo secolo prima, ad inserire i clarinetti in orchestra.Dal tipo di scrittura e considerando la scarna meccanica degli

Page 10: Tesina 2° anno

strumenti di allora si deduce che c'erano virtuosi di livello capaci di destreggiarsi nella pratica esecutiva del clarinetto.

E' appurato che l'orchestra di Manneheim aveva in organico due

clarinetti a partire dal 1759 circa, ma fino al 1778 essi dovevano

suonare anche l'oboe.Alla fine degli anni 70 del '700, con il clarinetto a 5 chiavi inizia il periodo più fruttuoso per il repertorio del clarinetto.Illustri virtuosi dell'epoca dei quali abbiamo notizie sono Beer, Tausch e Yost.

L'evoluzione del clarinetto dal 1735 al 1791Sappiamo con certezza che nel 1735 il clarinetto più evoluto era

uno strumento a tre chiavi che rimase in voga fino al 1760, quando il clarinettista tedesco Joseph Beer applicò due nove chiavi eliminando

così alcune posizioni a forchetta.L'applicazione delle nuove chiavì dette agilità ad alcune diteggiature, ma a causa della scarsità dei materiali a chiusura dei fori coperti e

della forma della foratura stessa, peggiorarono i difetti d'intonazione

e di emissione dati dalle perdite d'aria dei fori stessi, il clarinetto

rimase in questa forma fino al 1791 e correggere i difetti d'intonazione era compito del clarinettista durante l'esecuzione.Nel 1791 Saverio lefevré, celebre clarinettista e didatta, autore del metodo che ancora è inserito nei programmi minesteriali di tutta

europa, applicò alcune migliorie sulla foratura, aggiunse una chiave che migliorava molto l'intonazione e l'omogeneità del suono.Il clarinetto a 6 chiavi di Lefevré rimase in uso fino al 1812.

Page 11: Tesina 2° anno

il 1812: Ivan MullerIvan Muller era un Clarinettista virtuoso, nato in Estonia da genitori tedeschi nel 1786.Esso aveva costruito un clarinetto a 13 chiavi che nel 1812 fu valutato dalla commissione del conservatorio di Parigi, che però

reagì in maniera negativa al prototipo del giovane Muller e lo

strumento non fu accettato.Si trattava del più grande evento della storia dopo Denner:Finalmente viene risolto il problema della cattiva chiusura dei fori coperti: i buchi vengono ciliati ed angolati in modo da avere una

minima superficie di contatto con il cuscinetto.I cuscinetti vengono completamente rinnovati: sono costruiti in cuoio ripieno di cotone o lana, questo viene bloccato alla chiave tramite un quattrino che evita lo “spanciare” del cuscinetto stesso.Muller modifica anche l'ancia e il suo sistema di ancoraggio al bocchino, inventa la fascetta metallica (ancora oggi in uso).Le chiavi ideate da Muller sono studiate per essere ben bilanciate ed anatomiche, così da non squilibrare la mano del musicista.Rinnova inoltre la struttura delle molle che offrono una tenuta

perfetta dei cuscinetti sul foro.

Clarinetto sistema Muller

Page 12: Tesina 2° anno

Klosé e le chiavi ad anello.Hyacinthe Eleonore Klosé nasce nel 1808, figlio di un costruttore di strumenti musicali segue le orme del padre.Cominciò giovanissimo lo studio del clarinetto, fece carriera militare

come clarinettista della guardia reale e, dopo, come maestro della

banda dell'esercito.Si diploma al conservatorio di Parigi sotto la guida del Maestro

Frederic Beer, dal quale ereditò la cattedra.In collaborazione con il celebre costruttore Francese Louis Buffet, prendendo spunto dal lavoro effettuato sul flauto da Theobald Boehm. Nacque così il clarinetto Klosé-Boehm, da tutti conosciuto come

clarinetto Boehm.Aveva la struttura del clarinetto moderno, con 17 chiavi e 6 anelli.Boehm, con lo scopo di migliorare il suono e mantenere sul flauto

Page 13: Tesina 2° anno

una comoda impugnatura, ideò degli anelli che permettessero di chiudere con lo stesso dito, un foro aggiuntivo oltre al foro aperto. Klosé prese spunto da questa idea, sistemò la foratura in modo da

avere una situazione più ergonomica e quindi più comoda per lo

strumentista, correggendo poi intonazione e timbro con eventuali fori aggiuntivi applicati agli anelli, sistemò le chiavi eliminando le doppie leve, rendendo così la meccanica più equilibrata ed agile.Per migliorare maggiormente il collegamento tra anelli e piattino con cuscinetto oppure tra le stesse chiavi, Klosé ha ideato le vite

passanti e quelle a punta su cannette vuote ancorate ai paletti a

loro volta fissati al fusto dello strumento; il sistema con vite

passante permetteva inoltre di allineare più chiavi con molle indipendenti.Lo strumento ottenuto è il primo in grado di essere suonato

agilmente in tutte le tonalità.Louis Buffet inserì le doppie chiavi dei mignoli perché le stesse note potessero essere realizzate indifferentemente con il mignolo destro

o sinistro.

Moderno clarinetto sistema Boehm

Page 14: Tesina 2° anno

Il sistema Tedesco e il sistema FranceseGiunti a questo punto, il clarinetto percorre due rami di sviluppo

paralleli: quello del sistema Boehm, che aveva già raggiunto il suo

sviluppo definitivo e il sistema Muller, che darà vita all'odierno

sistema Tedesco.

Il Clarinetto di Mozart.Il corno di bassettoIntorno al 1760 ebbe vita uno strumento nuovo nella famiglia dei clarinetti: il corno di bassetto: esso era tagliato in fa, era èpiù grande

del clarinetto e non era dritto, ma presentava una piegatura tra il tenone comandato dalla mano sinistra e il tenone della destra.Questo strumento nel '700 ebbe una grandissima diffusione per il suo

particolare timbro nell'estensione più grave.Mozart è uno dei primi compositori a dimostrare predilezione per questo strumento ancora in via di sperimentazioene; già nel 1781 compone la serenata per 13 strumenti k.361 “gran partita”, dove

impiega ben due corni di bassetto e due clarinetti, a dimostrazione di quanto il compositore amasse questa famiglia di strumenti; l'anno

successivo Mozart impiegò il corno di bassetto nel “ratto dal serraglio”.Nel 1783 scrive i 5 divertimenti per due corni di bassetto e fagotto

K439b, questi singolari pezzi, tutti in 5 movimenti, sono tratti dalle

Moderno clarinetto sistema Tedesco

Page 15: Tesina 2° anno

sonatine viennesi per pianoforte. Essi erano probabilmente stati scritti per fare musica in casa, probabilmente in compagnia del clarinettista

Anton Stadler, amico di Mozart e virtuoso di clarinetto e corno di bassetto. Con la stessa idea Mozart scrisse anche cinque notturni per due soprani, basso e 3 corni di bassetto, su testi di Metastasio.Il corno di bassetto diventa per Mozart lo strumento caratteristico

delle musiche massoniche: sarà presente nella musica funebre massonica k.477, nel flauto magico e, infine, protagonista ne

requiem.

Corno di bassetto antico e corno di bassetto moderno

Page 16: Tesina 2° anno

Il clarinetto:A salisburgo nella seconda metà del '700 dominavano gli strumenti ad ancia doppia (oboi e fagotti), per questo Mozart conobbe tardi questo strumento del quale fa uso solo nell'ultima parte della sua

vita. Wolfgang conobbe il clarinetto durante un suo viaggio a Milano, subito ne rimase affascinato, ma, al suo ritorno a Salisburgo, non poté utilizzarlo a causa della mancanza di clarinettisti in loco.Il clarinetto sarà presente nelle composizioni di Mozart a partire dal 1783, e sarà utilizzato spesso come protagonista.Per Mozart sarà determinante l'amicizia con Anton Stadler, clarinettista virtuoso che suonava insieme al fratello nell'orchestra

del Burgtheater di Vienna. Stadler suonava molto bene sia il clarinetto

che il corno di bassetto, per lui Mozart inserisce il clarinetto con ruoli di rilievo in numerose composizioni quali: il quintetto per pianoforte e

fiati k.452, il trio dei birilli per clarinetto viola e pianoforte, il quintetto

per clarinetto e archi k.581, detto appunto “Stadler quintett”.Nell' ultimo anno di vita Mozart compone un capolavoro: il concerto

in la maggiore k.622 per clarinetto e orchestra, composizione che

sarà conclusa a soli due mesi dalla sua morte.