Territori L’EVENTO Gerardina Lo spot per l’integrazione è ...so per gli eventi. Vasto il...

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nulla alla terra. Queste caratteri- stiche potrebbero diventare un modello di comunicazione vincen- te per il vino. A patto, però di farne un vino elitario e non identi- tario», ammonisce dall’alto della sua esperienza l’enologo Attilio Scienza, professore all’Università di Milano e grande conoscitore della viticoltura siciliana. L’erro- re, secondo Scienza, sarebbe quel- lo di far imboccare al Grillo la stessa strada percorsa dal Nero d’Avola che da potenziale vino eli- tario e identitario si è trasformato in un prodotto quasi dozzinale. Cosa fare allora? «Bisogna proteg- gere il Grillo dall'abuso del nome - continua Scienza -, attraverso un processo di tracciabilità e rintrac- ciabilità che eviti di svuotare il nome dai contenuti». Nella sostanza «occorre definire i modelli viticoli e poi un modo di vinificare per evitare la vendita di sfuso con conseguente basso red- dito per ettaro (2000/2500 euro) che i viticoltori siciliani non pos- sono permettersi. Così facendo si costruirebbe per il Grillo un pro- prio carattere lavorando a un grande progetto che potrebbe essere anticipatore di un grande bianco siciliano che ancora manca». F estiWall è l'evento di street art che in un solo anno è riuscito a portare Ragusa degli incroci allo scopo di miglio- rare la qualità del Marsala. «Men- dola – continua Ansaldi – aveva il “vizio” di incrociare le varietà. Lo fece anche con catarratto e zibibbo facendo nascere il Grillo nel 1874 battezzandolo “moscato Cerletti”. Lo scopo era migliorare le qualità del Marsala». E a quello è servito pe un po’ la produzione di Grillo. Oggi tutto è cambiato e il Grillo, che è di due biotipi «A e B – preci- sa Ansaldi -, l’uno più fresco simi- le al Sauvignon Blanc e l’altro più potente, più alcolico e dall’aroma più mielato», vive e risplende di vita propria tanto da essere consi- derato, dopo aver superato radica- ti pregiudizi, in uno dei possibili “brand” del futuro vitivinicolo siciliano. «Non fategli fare la fine del Nero d’Avola» «Il Grillo potrebbe essere il primo vino realizzato da un vitigno cisgenico e sostenibile, perché sarà possibile piantare e racco- gliere il frutto senza aggiungere L’ estate volge al ter- mine e la vendem- mia in Sicilia è cominciata da un po’. Il primo grap- polo, di pinot gri- gio, è stato staccato dalla sua vite il 28 luglio. A essere raccolti anche i grappoli di grillo che sono destinati a diventare bottiglie di Grillo ricercate in tutto il mondo. «La vendemmia 2016 del Grillo ha subito una leggera diminuzione in quantità di circa il 15%, com- pensata da un livello qualitativo davvero superiore alla media per un’annata da incorniciare», con- fessa Gaspare Baiata, consigliere del Consorzio di Tutela vini Sicilia Doc che lavora alla valorizzazione delle doc territoriali, Grillo com- preso. Qualche mese fa al Food and Wine Classic di Aspen, in Colorado, il Grillo è stato uno dei vini più acclamati dagli appassio- nati d’Oltreoceano che ne parlano come il “Pinot grigio con il carat- tere dei siciliani”. Non è certo un caso che, con 13 milioni di botti- glie prodotte, il Grillo oggi è un vino, e un vitigno, in crescita. «Per la precisione è il vitigno sici- liano che sta crescendo di più nonostante non sia facile da colti- vare per il fatto che ha bisogno di un terroir ben definito», spiegava Antonio Rallo, il presidente del Consorzio di Tutela vini Sicilia Doc, in occasione della prima giornata di studio dedicata al Grillo organizzata a Mothia qual- che mese fa. L’isola che s’affaccia di fronte alle saline della Laguna dello Stagnone di Marsala è tra quei territori deputati da Tasca d’Almerita alla coltivazione del vitigno («L’estate mite ha favorito una maturazione lenta, con il risultato che i vini bianchi hanno sviluppato aromi intensi e partico- lari – ha aggiunto Alberto Tasca -. Anche la qualità del Grillo ven- demmiato nei vigneti di Mothia è eccellente, un po’ meno la resa in prim Territori La vendemmia del vitigno , nato poco più di un secolo fa come incrocio tra catarratto e zibibbo per migliorare il Marsala , è calata del 15% ma è superiore in qualità E in piena crisi di immagine del Nero d’Avola, i produttori ora puntano su quello che gli americani considerano il “pinot grigio con il carattere dei siciliani” di Mariella Caruso Arte Nella foto di Marcello Bocchieri l’artista In alto, nella foto di Mariella Caruso, un vigneto di Grillo di Mothia, l’isoletta che si affaccia sullo Stagnone di Marsala. A fianco un momento della vendemmia di uve Grillo. Il territorio principe del Grillo è il Marsalese ma si estende fino all’Agrigentino E Ragusa prende COLORE... E Ragusa prende COLORE... termini quantitativi») che, come spiega Giacomo Ansaldi, enologo del Vivaio governativo Paulsen che si occupa della valorizzazione dei vitigni autoctoni siciliani, «è il più particolare tra questi». Un vitigno nato per il Marsala Il Grillo, al contrario di quanto si possa pensare, non è un vitigno antico, si tratta infatti di un viti- gno moderno se così può classifi- carsi uno nato nel 1874. «Il Grillo è stato citato per la prima volta in un manuale di viticoltura da Antonino Alagna-Spanò», spiega Ansaldi. Ma la sua origine si deve all’ampelografo favarese Antoni- no Mendola che lo creò attraverso GRILLO N mariellacaruso La Sicilia del vino ha il suo nuovo brand di Manlio Vucotich Col Cunto del Giovinetto e del

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Page 1: Territori L’EVENTO Gerardina Lo spot per l’integrazione è ...so per gli eventi. Vasto il pro-gramma: dai workshop di seri-grafia, cianotipia e arte per bam-bini, agli eventi live.

sta ragusana illustre, e renderleun omaggio pittorico sulla paretea lei assegnata. Una conferma inpiù della potenza della street art,che è un mezzo capace di veicola-re messaggi importanti».Attenzione anche agli artistiemergenti, con la call per streetartist "Dis/Fare Rete", che hacoinvolto mediante una pubblicaselezione 15 artisti che si cimen-teranno con il muro perimetraledel mercato del mercoledì.Tante le novità di quest'anno: inprimoluogo il quartier generale,il centro per anziani di Via Ber-linguer, che oltre a fornire unafacciata per il museo a cielo aper-to offrirà anche uno spazio chiu-so per gli eventi. Vasto il pro-gramma: dai workshop di seri-grafia, cianotipia e arte per bam-bini, agli eventi live. Tra questi,gli appuntamenti musicali a curadi 90 Degree Sound, di VincentMigliorisi e di Gianni Gebbia,previsti per 13, 14 e 15 settem-bre. Finale in musica, poi, vener-dì 16 e sabato 17, con il concertodi Stokka & Mad Buddy e con ilclosing party a cura di SoundButik.

cimenteranno Fintan Magee(Australia), SatOne (Germania),Agostino Iacurci, Hyuro (Spa-gna) e Evoca1 (Usa), quest'ultimoper la prima volta in Italia.Un omaggio speciale è quello chel'artista spagnola Hyuro, partico-larmente interessata alle temati-che femminili, offrirà alla città diRagusa. «Poichè quest'annoricorre il ventennale dalla mortedi Maria Occhipinti - spieganoSortino e Cascone - l'artista hadeciso di studiare la storia di que-

nulla alla terra. Queste caratteri-stiche potrebbero diventare unmodello di comunicazione vincen-te per il vino. A patto, però difarne un vino elitario e non identi-tario», ammonisce dall’alto dellasua esperienza l’enologo AttilioScienza, professore all’Universitàdi Milano e grande conoscitoredella viticoltura siciliana. L’erro-re, secondo Scienza, sarebbe quel-lo di far imboccare al Grillo lastessa strada percorsa dal Nerod’Avola che da potenziale vino eli-tario e identitario si è trasformatoin un prodotto quasi dozzinale.Cosa fare allora? «Bisogna proteg-gere il Grillo dall'abuso del nome -continua Scienza -, attraverso unprocesso di tracciabilità e rintrac-ciabilità che eviti di svuotare ilnome dai contenuti». Nellasostanza «occorre definire imodelli viticoli e poi un modo divinificare per evitare la vendita disfuso con conseguente basso red-dito per ettaro (2000/2500 euro)che i viticoltori siciliani non pos-sono permettersi. Così facendo sicostruirebbe per il Grillo un pro-prio carattere lavorando a ungrande progetto che potrebbeessere anticipatore di un grandebianco siciliano che ancoramanca».

FestiWall è l'evento distreet art che in unsolo anno è riuscitoa portare Ragusanel novero delle diecicittà italiane dove

hanno luogo i migliori festival diarte pubblica. L'evento, pensato epromosso dall'associazione cultu-rale Pandora, nelle persone diVincenzo Cascone e Antonio Sor-tino, si svolgerà tra il 6 e il 18 set-tembre nel quartiere Selvaggio diRagusa, e porterà in città cinqueartisti internazionali. A lateredella manifestazione, eventi cul-turali, manifestazioni, mostre eun gran finale in musica.«Abbiamo scelto - dice AntonioSortino - un quartiere che ha iconnotati della periferia, ma cheperiferia non è più, essendo statoinglobato dal centro. Ed è lì cheporteremo l'assoluta eccellenzadella street art mondiale».La scelta del luogo, dunque, è trale prime novità di questa secondaedizione: il Selvaggio, quartieread altissima densità abitativa,dove sono carenti quasi del tuttocentri di aggregazione per lapopolazione. Particolare anche lascelta degli edifici: quattro palaz-zi afferenti almeno in origineall'Istituto autonomo case popola-ri. Facciate grandi, con le quali si

degli incroci allo scopo di miglio-rare la qualità del Marsala. «Men-dola – continua Ansaldi – aveva il“vizio” di incrociare le varietà. Lofece anche con catarratto e zibibbofacendo nascere il Grillo nel 1874battezzandolo “moscato Cerletti”.Lo scopo era migliorare le qualitàdel Marsala». E a quello è servitope un po’ la produzione di Grillo.Oggi tutto è cambiato e il Grillo,che è di due biotipi «A e B – preci-sa Ansaldi -, l’uno più fresco simi-le al Sauvignon Blanc e l’altro piùpotente, più alcolico e dall’aromapiù mielato», vive e risplende divita propria tanto da essere consi-derato, dopo aver superato radica-ti pregiudizi, in uno dei possibili“brand” del futuro vitivinicolosiciliano.«Non fategli fare la fine del Nerod’Avola»«Il Grillo potrebbe essere il primovino realizzato da un vitignocisgenico e sostenibile, perchésarà possibile piantare e racco-gliere il frutto senza aggiungere

L’estate volge al ter-mine e la vendem-mia in Sicilia ècominciata da unpo’. Il primo grap-polo, di pinot gri-

gio, è stato staccato dalla sua viteil 28 luglio. A essere raccoltianche i grappoli di grillo che sonodestinati a diventare bottiglie diGrillo ricercate in tutto il mondo.«La vendemmia 2016 del Grillo hasubito una leggera diminuzionein quantità di circa il 15%, com-pensata da un livello qualitativodavvero superiore alla media perun’annata da incorniciare», con-fessa Gaspare Baiata, consiglieredel Consorzio di Tutela vini SiciliaDoc che lavora alla valorizzazionedelle doc territoriali, Grillo com-preso. Qualche mese fa al Foodand Wine Classic di Aspen, inColorado, il Grillo è stato uno deivini più acclamati dagli appassio-nati d’Oltreoceano che ne parlanocome il “Pinot grigio con il carat-tere dei siciliani”. Non è certo uncaso che, con 13 milioni di botti-glie prodotte, il Grillo oggi è unvino, e un vitigno, in crescita. «Per la precisione è il vitigno sici-liano che sta crescendo di piùnonostante non sia facile da colti-vare per il fatto che ha bisogno diun terroir ben definito», spiegavaAntonio Rallo, il presidente delConsorzio di Tutela vini SiciliaDoc, in occasione della primagiornata di studio dedicata alGrillo organizzata a Mothia qual-che mese fa. L’isola che s’affacciadi fronte alle saline della Lagunadello Stagnone di Marsala è traquei territori deputati da Tascad’Almerita alla coltivazione delvitigno («L’estate mite ha favoritouna maturazione lenta, con ilrisultato che i vini bianchi hannosviluppato aromi intensi e partico-lari – ha aggiunto Alberto Tasca -.Anche la qualità del Grillo ven-demmiato nei vigneti di Mothia èeccellente, un po’ meno la resa in

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Chi scrive ha sentito parlare per laprima volta di “terraferma”, in rife-rimento all’isola della Sicilia, a

Linosa nel giugno del 2000, e dei traffi-ci di migranti allora non c’era l’ombra.L’allora ottantenne Pietro Tuccio, conta-dino, come i linosani della sua genera-zione aveva fatto rare uscite in Sicilia, la“terraferma”, come la chiamava lui.«Chi nasce a Linosa qui vuole morire»era il suo motto, concetto semplice mapieno di significati profondi. Cinqueanni fa fu il cinema,con “Terraferma”del regista siculo-romano EmanueleCrialese, che bissa-va 10 anni dopo“Respiro”, incentra-to a Lampedusa, lasua “passione pela-gica”, a immortalareil concetto, quellodouble face dell’im-migrazione/emigra-zione non solo fisicama dell’anima. Lostesso scoglio vistocome l’approdo per chi viene dal maree fugge dalla povertà edalla violenza dei Paesi ineterna via di sviluppo e,all’opposto, come “carce-re domestico” da chi lì,dove nulla cambia e tuttoè fermo, è nato e cresciu-to e non vede altra solu-zione se non la fuga altro-ve.La seconda, dopo Lam-pedusa, dell’arcipelagodelle Pelagie, Linosa,situata al centro delMediterraneo, è equidi-stante tra Europa e Africa,160 chilometri a sud della Sicilia e 160a est della Tunisia. A differenza dellasorella Lampedusa, non ha mai vissutoil turismo di massa, scontando quegliulteriori 42 chilometri di distanza dall’i-sola maggiore dell’arcipelago e quellapredisposizione naturale a non svende-re il proprio ecosistema votato più all’a-gricoltura che al mare. L’isola, di origi-ne vulcanica, presenta caratteristichegeologiche e architettoniche antiteticherispetto all’“africana” Lampedusa. Lacosta, alterna spiagge di sabbia vulca-nica a costoni di roccia assai suggesti-vi. Cala Pozzolana di Ponente, è unabellissima spiaggia, meta spesso delletartarughe Caretta Caretta e delle Bertecon il loro “canto” struggente. Punta

II primo pianoTerritori

La vendemmia del vitigno, nato pocopiù di un secolo facome incrocio tracatarratto e zibibboper migliorare il Marsala, è calatadel 15% ma è superiore in qualità E in piena crisi diimmagine del Nerod’Avola, i produttoriora puntano su quello che gli americani considerano il “pinotgrigio con il caratteredei siciliani”

a fine estate con LinosArt, festival diteatro e arti performative, cominciato loscorso 3 settembre e che finirà sabatoprossimo che si svolge all’Anfiteatroallo Scalo vecchio. Stasera doppioappuntamento con lo spettacolo teatra-le Per la grazia con Giorgia Palombi emusiche e improvvisazione del duoMarlì, seguito poi dal concerto del can-tautore lampedusano Giacomo Sfer-lazzo. Domani sarà la giornata del nuovo circocon il francese Fikri Tahllih e il suoCirqu’en Liberté, teatro e clown dellascuola circense francese. Sabato sichiude con E ancora di FedericapaolaCapecchi, spettacolo della compagniaitalo-francese Opificiotrame PhysicalDance Theatre. Per la settimana del festival sono state

allestite lemostre dellesculture del-l’artista Pie-tro Zambutovisitabiletutti i giornidalle 17 alle18.30 e diSheradza-de, la bam-bina chedisegna laguerra visi-tabile dalle17 alle 21.Sono previ-

ste attività di meditazione e di trainingautogeno. E si può partecipare alcasting di Forse è solo il mare, film lecui riprese inizieranno nel mese di apri-le a Linosa.

di Mariella Caruso

Arte

Nella foto di Marcello Bocchieri l’artista tedesco SatOne all’opera nel primogiorno di FestiWall

In alto, nella foto di Mariella Caruso, unvigneto di Grillo di Mothia, l’isoletta che siaffaccia sullo Stagnone di Marsala. A fiancoun momento della vendemmia di uve Grillo.Il territorio principe del Grillo è il Marsalesema si estende fino all’Agrigentino

Per il secondo anno consecutivo LinosArt porta a fine estate sull’isola nel cuore del Mediterraneouna piccola rassegna di teatro e arti performative

E Ragusa prende COLORE...E Ragusa prende COLORE...

vivere

termini quantitativi») che, comespiega Giacomo Ansaldi, enologodel Vivaio governativo Paulsenche si occupa della valorizzazionedei vitigni autoctoni siciliani, «è ilpiù particolare tra questi».Un vitigno nato per il MarsalaIl Grillo, al contrario di quanto sipossa pensare, non è un vitignoantico, si tratta infatti di un viti-gno moderno se così può classifi-carsi uno nato nel 1874. «Il Grilloè stato citato per la prima volta inun manuale di viticoltura daAntonino Alagna-Spanò», spiegaAnsaldi. Ma la sua origine si deveall’ampelografo favarese Antoni-no Mendola che lo creò attraverso

GRILLO

Nascerà a Palermo, nel cuore del suo centro storico, un monumento percelebrare Franco Franchi e Ciccio Ingrassia una delle coppie di comicipiù amate dagli italiani, protagonisti della scena cinematografica italia-

na Anni 60-70, che purtroppo la città che gli ha dato i natali non ha mai sapu-to degnamente celebrare e ricordare. Ecco che il Laboratorio Saccardi - larealtà artistica palermitana condotta da Vincenzo Profeta e Marco LeoneBarone - intende realizzare a Palermo, in piazza Sant’Anna, al Capo, un monu-mento all’indimenticabile duo comico, un modo anche per riqualificare un quartiere a rischio attraverso la comicità e l’arte. Con

questo obiettivo sono stati accolti nella grande famiglia di Laboriusa (sul web www,labo-riusa.it), la piattaforma siciliana di crowdfunding nata per sostenere “dal basso” iniziativeculturali, sociali, etiche e solidali. L’opera, per la realizzazione della quale è necessarioraccogliere 5.000 euro, si proporrà come un arredo urbano contemporaneo e si ispireràalle clip iniziali dei film e agli sketch più divertenti della coppia palermitana, sempre vivanei ricordi d’infanzia di diverse generazioni. «L’idea di un monumento a Franco Franchi eCiccio Ingrassia, conosciuti dal grande pubblico semplicemente come Franco e Ciccio -dicono Profeta e Barone - era nell’aria: bastava catturarla, volava e vibrava tra gli atomi

d’ossigeno della città di Palermo, e noi del Laborato-rio Saccardi la respiriamo da anni».

Nasce dalla collaborazione tra due iblei, la produttrice cinematografica poz-zallese Roberta Trovato (tra i suoi film Italo e Arà), alla guida di Mowe, e ilregista modicano Ivano Fachin, il nuovo spot del Ministero dei Beni e delle

Attività Culturali che sarà utilizzato per una campagna di sensibilizzazione sull’in-tegrazione multietnica, partendo dalla consapevolezza che una società che saunire le diversità, è una società più ricca di valori. Uno. Un’unica squadra è il tito-lo dello spot che è stato presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Vene-zia direttamente dal ministro Dario Franceschini che insieme alla referente ministeriale Chiara Fortuna ha seguito il progetto.L’idea dello spot del regista ibleo, presentata da Mowe, è stata scelta tra circa 600 domande giunte da tutta Italia in adesione alla primaedizione del bando MigrArti che ha permesso di finanziarne la realizzazione per la successiva diffusione. Il regista Ivano Fachin, graziealla fondamentale collaborazione del Coni nazionale, ha scelto come location un luogo simbolo: l’antico “Stadio dei Marmi” a Roma,dove sono rappresentate le discipline sportive più importanti fin dall’antichità. Il testo, doppiato da Mario Cordova (voce italiana di Richard Gere), accompagna le immagini dirette da Fachin spiegando che non èimportante da dove si arrivi e quali paure si portano dietro, ma è importante il futuro che si può costruire soltanto avendo il coraggio digiocare insieme. Ed è la metafora della squadra di calcio, e dunque di un unico gioco di squadra, quella scelta dal regista per lanciarecon semplicità ma al tempo stesso con forte impatto, l’importante messaggio. «Il messaggio dell’integrazione è stato in questo modoraccontato con semplicità ed immediatezza – spiega la produttrice Roberta Trovato –. Abbiamo cercato di racchiudere in pochi secon-di l’importanza dalla diversità multietnica in una società che cresce e guarda al futuro attraverso nuove sfide globali. Già in fase dicasting abbiamo scelto il maggior numero di migranti provenienti da diverse nazioni proprio per sottolineare la ricchezza della diversi-tà». «Sono stato fin da subito entusiasta quando la Trovato mi ha chiesto di collaborare al progetto – spiega il regista Fachin – perchéè uno spot che contribuisce a favorire il dialogo e la comunicazione sul tema dell’integrazione, argomento complesso e per certi versiancora difficile in Italia». Lo spot sarà presto diffuso dalle emittenti televisive nazionali, a partire dai canali Rai, e sui social.

Il progetto del monumento a Franco e Ciccio

Ciccio Ingrassia e Franco Franchi

mariellacaruso

Week end

LINOSA L’artetocca la piccoladelle Pelagie

Beppe Tuccio è un piccolo pro-montorio su una piccola laguna.Ancora, Grotta del Greco, sul ver-sante orientale dell’isola mentre laspiaggia di Cala Pozzolana diLevante e Punta Calcarella si tro-vano sul versante meridionale dell’iso-lotto il cui unico punto “alto” è MonteVulcano, 195 metri facilmente raggiun-gibili attraverso un sentiero. L’arte ha solo sfiorato Linosa. Per ilsecondo anno consecutivo, l’arte torna

Sopra il cuore di Linosa. Sotto le caratteristiche casette colorate e a destra

l’artista circense Fikri Tahllih

Una scena di “Terraferama” di Emanuele Crialese

girata sulla spiaggia di CalaPozzolana di Ponente

Roberta Trovato e Ivano Fachin

La Sicilia del vino ha il suo nuovo brand

Gli Almamegretta

L’EVENTO

sabato a santa maria di licodiaRIGENERA IL FESTIVAL CHE UNISCEROCK E COSCIENZA AMBIENTALE

Buona musica, cul-tura e condivisio-ne sono alla basedel festival Rige-nera che quest'an-no celebra la setti-

ma edizione nell'inedita locationdella fattoria sociale “L'Agorà”,in contrada Schettino, territoriodi Santa Maria di Licodia. L'e-vento, ideato da Salvo Dub deiBabil On Suite, è in programmasabato sera (apertura cancellialle ore 18.30) ed è organizzatoin collaborazione con l'associa-zione culturale “La Locomotiva”e il “Music Club Ai Pini”. Tra gli ospiti musicali, tuttilegati dal filo rosso dell'impe-gno sociale, ci saranno unaband storica della scena alterna-tiva italiana come gli Almame-gretta, il duo brasiliano NU(Naked Universe) formato dallacantautrice Ligiana Costa e dalcompositore Edson Secco, iMusic for Eleven Instrumentsdi Salvatore Sultano, i Babil OnSuite affiancanti dai percussio-nisti della Scuola Popolare Sam-bazita, l'omaggio al dadaismo diBrex & Lapsus, l'electronicdisco di Polosid, progetto chemescola suoni a 8 bit e synthd’epoca con una “pancia” disuono tutta contemporanea. Gliartisti di strada Ursino Buskerscoloreranno l'intera serata conil loro talento.Anche quest'anno Rigenerapone l'accento sullo sviluppoeco sostenibile. «L'idea di Rige-nera – spiega l'organizzatoredel festival, Salvo Dub – mi èvenuta dopo aver partecipato,anni fa a Nicolosi, ad una mani-festazione che univa musica enatura. Credo sia importanteaggiungere all'aspetto artisticoanche un messaggio di sensibi-lizzazione verso tematicheambientali. Il tema di quest'an-no, per esempio, sarà la coscien-za alimentare, un connubio tracibo e consumo critico che possotrasformarsi in volano di svi-luppo e innovazione».Cibo, quindi, legato al territorioche lo produce e all'interno diuna cornice che esalta il proces-so di “rigenerazione” della Valledel Simeto. Si parte dalla riccatradizione del luogo, che

racconta storie sulla societa ̀ esulla cultura, fino a far riviverele identita ̀ collettive locali, nel-l’ottica di una maggiore consa-pevolezza sociale ed economica.Pratiche di democrazia parteci-pativa, tutela proattiva del terri-torio, rigenerazione rurale,urbana e culturale sono gliobiettivi delle associazioni valli-ve riunite dal Presidio parteci-pativo del Patto di Fiume Sime-to, che patrocina l'evento disabato assieme al Bio DistrettoValle del Simeto e al Parco del-l'Etna.(Gianluca Santisi)

Naked Universe

La violinista estone

Maarja Nuut

WORLD MUSIC

a catania e ragusaMAARJA NUUT VIOLINO CONDIVISOTRA ALKANTARA FEST E IBLA FOLK

Due festival, dueterritori, unamore comunequello per lemusiche di radi-ce popolare. I

destini di Alkantara Fest, festi-val etneo di folk e world musicdiretto da Mario Gulisano, e IblaFolk, rassegna ragusana creatadallo stesso Gulisano con ilcompositore e musicista ibleoSaro Tribastone e giunta allaquarta edizione, si incrocianosul nome di Maarja Nuut, violi-nista e cantante estone chesabato sarà al Castello Ursino diCatania per Alkantara Fest edomenica sarà all’AuditoriumFerreri a Ragusa per Ibla Folk.Sia Alkantara Fest sia Ibla Folksono ideati e organizzati dall’as-sociazione Darshan. Ibla Folkcomincia domani nello scenariobarocco di Ragusa Ibla, una tregiorni di concerti, seminari eincontri di musica mediterra-nea. Il paesaggio sonoro attra-versato dal folk e dalla worldmusic incontra la ricerca e latradizione musicale siciliana.Ibla Folk viene inauguratodomani, alle 18, sulla salita diVia Scale Duca, dal seminario“Tradidanze”, un incontro sullatradizione delle danze siciliane,curato da Santino Merrino eMarilena Fede. Alle 22, in Piaz-za della Repubblica, si tiene ilmomento conclusivo del semi-nario, che si traduce in un coin-volgente ballo collettivo. Sabato, alle 21, sulla scalinatadei Giardini Iblei, è la volta delconcerto dei ragusani Talèh,sulle note di “Mistera”.Doppio concerto domenica perI)bla Folk. Intanto alle 20, sulpalco dell’Auditorium San Vin-cenzo Ferreri, Maarja Nuut pre-senterà dal vivo la sua “UneMeeles”, l’ultimo disco uscito agiugno. La sue sonorità unisco-no melodie tradizionali da ballocon l’elettronica, creando unospazio in cui il minimalismosubisce la contaminazione dellamusica sperimentale.Alle 22, in piazza Duomo, chiu-de il musicista ennese DavideCampisi, sperimentatore dinuove tecniche espressive suitamburi a cornice, che il suo cd“Badr”. (Manlio Vucotich)

di Manlio Vucotich

Gerardinavola

ancora

L’estate 2016 è stata quella del suo ritorno live. GerardinaTrovato è tornata a far parlare di sé per le canzoni, ilgrande seguito dei fans e nuovi progetti artistici chearrivano dopo anni molto difficili. Ed è la “sua” Siciliaad aver sancito questa riscossa. Da Portopalo di CapoPassero a Marzamemi, da Pozzallo a Trecastagni e San

Giovanni la Punta. In piazza o in un lido balneare, il nuovo singoloEnergia diretta ha fatto subito presa sul pubblico che non ha persotempo ad abbracciarla e ad inondare il suo profilo social di messaggi econgratulazioni. Alessandro Casadei, suo compagno e agente, parla di«vero e proprio miracolo, qualcosa di clamoroso messo in atto da unasiciliana mai dimenticata, molto discussa ma straordinariamente e sin-ceramente artista». Da quel gennaio 2015, quando i dottori dell’ospedale di Verona ipotiz-zarono per Gerardina l’impossibilità che riprendesse l’uso delle gambe,è passato poco più di un anno e mezzo. Resa non autosufficiente dauna depressione pesantemente somatizzata, la voce che nei primi anniNovanta divenne protagonista a Sanremo con l’indimenticabile Ma nonho più la mia città, ha lottato nel silenzio più totale e nel più completoisolamento per lungo tempo. «Alla fine ho vinto io, mi sono rimessa inpiedi, ho sceso le scale dove abitavo e sono andata a cantare. Passo perpasso, ho superato tutte le difficoltà, combattendo per un anno interocontro tutto e tutti. Fino all’incisione del nuovo singolo con una nuovaproduzione». E ai tanti produttori che gli consigliavano prudenza, Gerardina harisposto cercando il pubblico. «Il 3 luglio scorso, mi sono recata al San-tuario di Oropa e lì mi sono esibita nuovamente tra la gente». La sala,in piedi, le ha tributato una vera e propria ovazione, quasi un ritornoalla vita. L’esibizione colpisce tutti per la sua forza unita ad una dolcez-za disarmante. «E’ stato così anche a Pozzo della Chiana, per omaggia-re Valentina Giovagnini, portata via alla vita troppo presto e, di fatto,abbandonata ben prima dal sistema spettacolo». La conferma della rinascita anche da un punto di vista musicale è arri-vata lo scorso agosto con il suo arrivo in Sicilia. «Ho deciso di tornarenella mia terra senza riferimenti se non un amico, Cristiano Vaselli,un dj che ha sempre creduto nella mia musica. Abbiamo presentato ilmio nuovo singolo a Portopalo, ripartendo dalla località più a sud d’Ita-lia». Pochissimi amici accanto ma tanta voglia di risalire il fiume. AlFestival del Cinema di Frontiera di Marzamemi ha spiazzato tutti conla sua schiettezza e semplicità. «Non so cosa farò ma voglio stare insie-me alla gente, cantare per la gente, emozionare. Non m’importa nulladel business, sarò per le strade con le persone. Il mio obiettivo è rico-minciare a conoscere il mondo da persona libera». Fisico molto fragilema voce possente: la dicotomia di Gerardina sorprende e incanta,meravigliando tutti. A Portopalo c’è stato un bagno di folla in piazza. «Vederli in piedi a can-tare Sognare sognare, firmare autografi e foto, è stato molto emozio-nante». Dopo quella tappa è partito spontaneamente un tour di ventidate che ha toccato anche la Calabria e la Campania. A Portopalo anchel’incontro con il cantautore catanese Fabio Abate che l’ha chiamata consé per il suo spettacolo a Trecastagni. Da lì l’idea di fondere i duemondi musicali per uno show unico dove Gerardina possa contaresulla band di Abate. A cominciare dal Veneto, fose a ottobre.Dappertutto l’accoglienza per Gerardina Trovato è calorosissima, tutticantano con lei. A San Giovanni la Punta, per l’evento di Salvo Noè,alla fine è stata standing ovation. L’hanno insignita anche del “PremioInternazionale Capitani Coraggiosi”, istituito dal Comune di Riposto.«Ora sono così, non mi nascondo, canto tra le persone per le persone».Negli Stati Uniti sarebbe una vera artista “on the road”, una rocker atutti gli effetti come l’ha definita Frank Nemola, componente di spiccodello staff di Vasco Rossi. Un’umiltà disarmante ed un coraggio daleone sono le sue caratteristiche. Uno dei suoi pezzi più famosi, Vivere, è stato distribuito in milioni dicopie in tutto il mondo, interpretato anche da Andrea Bocelli. «Chi nonha paura di morire, muore una volta sola: l’ho scritto in una mia can-zone e l’ho dimostrato in questi anni». Gerardina, come un airone, ètornata a volare alto come solo chi è in grado di percepire il rumore delsilenzio può fare.

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Ha lottato contro la malattia Ha lottato contro la malattia che la perseguita da anni e che la perseguita da anni e

alla fine alla fine Gerardina TrovatoGerardina Trovato ce l’hace l’hafatta ed è tornata alla sua amatafatta ed è tornata alla sua amata

musica. Un nuovo singolo musica. Un nuovo singolo Energia direttaEnergia diretta e un tour e un tour

«Voglio «Voglio cantare per la gentecantare per la gente,,emozionarla»emozionarla»

Saranno fino al 17 settembre a Ragusa gli artisti di FestiWall eventodi street art al lavorosulle pareti del quartiere Selvaggio

In alto Gerardina TrovatoA sinistra conFabio Abate sul palco diTrecastagni lo scorso 21 agosto (foto CarmeloRocca)

di Sergio Taccone

Una vocalist e due attori per “raccontare” attraverso cunto,canto e narrazione il mare, il Giovinetto e la storia infinitadi Mothia. Salvo Piparo, Miriam Palma e Gaspare Balsa-

mo sono gli artisti ospiti del progetto, a cura di Teatri di pietra eMda, Il cunto del Giovinetto e del mare, che si terrà sulle Isoledello Stagnone, alle saline di Marsala, da oggi a sabato.Tre gli appuntamenti. Si apre oggi sull’Isola Grande con Lefavole del mare, di e con Salvo Piparo e Costanza Licata

(voce), Irene Maria Salerno al piano. Domani,sempre sull’Isola Grande, va in scena Sorgentisorgenti abbiam da ascoltare! invenzione di e con MiriamPalma accompagnata da GabrieleGiannotta alla chitarra classica.Sabato a Mothia conclude Cola-pesce da Don Chisciotte in Sici-lia di e con Gaspare Balsamocon Giuseppe Sanfilippo allafisarmonica. Gli imbarchi sonoalle 17.30, gli spettacoli alle

18.30. Il direttore artistico AurelioGatti: «Le Saline di Marsala e lo Stagnone sono la

sede e il tema di questo primo progetto “dedicato” ailuoghi, al pensiero, e alla storia. Si comincia con l'isoladi Mozia, la sua storia, il mare, il sale, il mistero del Giovinetto...e si è scelto di “farlo” attraverso l’espressività del Cunto, perché capace di renderetutta questa materia, sensibile e popolare. Il cunto restituisce “purezza” , travalicatempo, epoche, cose. E la bellezza e il mistero evocati diventano svelamento».

L’intervista

Babil On Suite

vivereLo spot per l’integrazioneè “Made in Iblei”

A Palermo un monumentoper Franco e Ciccio

Gaspare Balsamo

Salvo Piparo

Miriam Palma

Col Cunto del Giovinetto e delmare lo Stagnone si fa scena

Gnc1963

di Gianni Nicola Caracoglia