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Dipartimento di Scienze Economiche Aziendali Corso di Economia e Legislazione d’ Impresa Teoria del controllo TERREMOTI E TSUNAMI Jessica Borra Francesca Mastro Maria Grazia Ramuglia 2016/2017 1

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Dipartimento di Scienze Economiche Aziendali

Corso di Economia e Legislazione d’ Impresa

Teoria del controllo

TERREMOTI E TSUNAMI

Jessica BorraFrancesca Mastro

Maria Grazia Ramuglia

2016/2017

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PREMESSA : CAUSA DEL MOVIMENTO DELLE PLACCHE TERRESTRI

● La litosfera è suddivisa in placche.

● Una placca è una parte di litosfera caratterizzata da un suo moto indipendente

rispetto alla litosfera adiacente.

● Le placche principali sono N-America, S-America, Europa, Africa, Arabia, India, Australia,

Antartide, Pacifico, Nazca, più altre di minori dimensioni come per esempio Cocos, Juan de

Fuca e Filippine.

Le placche sono perciò caratterizzate da un proprio movimento.

Secondo una teoria che incontra il favore di molti scienziati, ma che è soggetta a talune

riserve, il movimento delle placche litosferiche sarebbe provocato dai:

moti convettivi del magma nel mantello.

Si verifica il riscaldamento del magma che avviene per contatto con il nucleo , in cui si

raggiungono temperature elevate, ed esso riscaldatosi, risale verso la litosfera generando

tensioni che ne provocano la rottura in placche e la formazione di spaccature (dorsali

oceaniche e rift continentali), da cui il magma stesso fuoriesce.

Prima di incominciare la sua discesa di nuovo verso il nucleo, il magma si sposta

orizzontalmente e provoca lo spostamento delle placche che galleggiano su di esso e

possono così allontanarsi (in corrispondenza di correnti ascendenti del magma), o

scontrarsi (in corrispondenza di correnti discendenti del magma).

I moti convettivi che avvengono nel mantello spiegano gran parte dei fenomeni che si

osservano sulla superficie terrestre. 2

MOVIMENTI DELLE PLACCHE TERRESTRI TIPOLOGIE

Come abbiamo visto la crosta terrestre è formata da una ventina di placche in movimento

reciproco, ma cosa succede nei punti di contatto tra le varie placche?

Questi punti di contatto, chiamati margini, possono essere di tre tipi principali :

convergenti, in cui le placche si sovrappongono; divergenti, in cui si separano; e

trasformi, in cui scorrono l’una di fianco all’altra.

● Nei margini convergenti si hanno due placcheche convergono, cioè che si scontrano. Nel

punto in cui le placche sottostanti a massecontinentali collidono, la crosta si accartoccia esi deforma creando catene montuose.

I margini convergenti si creano anche quando unaplacca oceanica si immerge, in un processo notocome subduzione, al di sotto di una massa

continentale.Quando la placca sovrastante si solleva, formaanch’essa catene montuose. Inoltre, la placcasubdotta si fonde e spesso viene espulsa in eruzioni

vulcaniche .Nelle convergenze oceano-oceano, una placca siimmerge solitamente sotto l’altra formando grandi

fosse. Questo tipo di collisioni può anche generarevulcani sottomarini che finiscono per formare archiinsulari come il Giappone. 3

● Nei margini divergenti si hanno due placcheche si stanno allontanando l'una dall'altra e

lasciano uno spazio vuoto che naturalmenteviene riempito dal magma del mantello.

Nei margini divergenti degli oceani, il magma saledalle profondità del mantello terrestre verso lasuperficie e provoca la separazione di due o più

placche. Montagne e vulcani sorgono lungo la linea disutura. Questo processo provoca il mutamento delfondale oceanico e l’allargamento di bacini giganti.

Sulla terraferma, fosse giganti come la Great RiftValley in Africa vanno a formarsi nei punti in cui leplacche si separano.

● Margini trasformi . La faglia diSant’Andrea in California è un esempio

di margine trasforme, in cui dueplacche sfregano l’una control’altra lungo quelle che sono

chiamate faglie trascorrenti.

●Questi margini non producono

configurazioni spettacolari comemontagne o oceani, ma il moto diarresto spesso innesca potentiterremoti, come quello che nel 1906

devastò San Francisco.

MOVIMENTI DELLE PLACCHE TERRESTRI TIPOLOGIE

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APPROFONDIMENTO : VULCANI

Come abbiamo detto quindi il movimento delle placche, di tipo divergente e convergente,

dovuto ai moti convettivi che avvengono nel mantello è una delle cause principali della

formazione di vulcani.

La maggior parte dei vulcani si trova su bordi di tali placche, anche se, tuttavia, alcuni

vulcani invece, come quelli delle Hawaii, sorgono sopra punti caldi presenti sotto la crosta

terrestre. Un punto caldo è un'area della placca in cui la roccia sottostante del mantello

ribolle.

● I vulcani sono fratture della crosta

terrestre, dalle quali fuoriesce il

magma, una massa di materiale

fuso ed incandescente presente al

di sotto della crosta terrestre.

● Il magma, una volta all’esterno

viene chiamato lava.

● Noi vediamo solo la parte esterna

del vulcano detta cono vulcanico.

● Al di sotto della superficieterrestre si trova la camera

magmatica o bacino magmatico. Il

magma risale poi in superficie

attraverso uno o più condotti

chiamati camini ed esce attraverso

aperture dette crateri. 5

MONITORAGGIO E SORVEGLIANZA VULCANICA

● L'INGV svolge ricerche vulcanologiche che abbracciano tematiche molto ampie. Queste

ricerche vanno dagli studi sulla struttura profonda dei vulcani e sulla genesi dei magmi, alla

ricostruzione della loro storia eruttiva, allo studio delle dinamiche di risalita ed eruzione.

● Studi geologici e vulcanologici sono essenziali alla comprensione dei sistemi

vulcanici, al riconoscimento delle attività tipiche di ciascun vulcano, ed alla

stima della probabilità di ricorrenza nel tempo di un certo tipo di attività

vulcanica.

● L’elevata frequenza delle eruzioni effusive nel nostro paese ha contribuito enormemente

alla creazione della base di conoscenze necessarie alla previsione delle eruzioni, ed alla

organizzazione di un adeguato ed innovativo sistema di monitoraggio multiparametrico e

multidisciplinare.

Le recenti eruzioni laterali dell'Etna e dello Stromboli hanno fornito l’opportunità di testare

direttamente i diversi metodi di sorveglianza per questo tipo di eventi.

Sul territorio italiano esistono almeno dieci vulcani attivi. Anche se di questi solo due sono in

attività persistente (Stromboli ed Etna), tutti possono produrre eruzioni in tempi brevi o

medi.

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MONITORAGGIO E SORVEGLIANZA VULCANICA

● Parallelamente, le attività di sorveglianza vulcanica permettono di rilevare le più piccole

perturbazioni dei parametri geofisici e geochimici e le variazioni nell'attività eruttiva, con

l'obiettivo di prevedere possibili futuri eventi eruttivi e l'evoluzione dei fenomeni

eruttivi.

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TERREMOTI : DEFINIZIONE E CAUSE

● Viene definita attività sismica il movimento più o meno forte di un settore della

superficie del pianeta in conseguenza della liberazione improvvisa di energia da

un punto all'interno della Terra, chiamato ipocentro.

Il luogo della superficie terrestre posto sulla verticale dell'ipocentro, si chiama

epicentro è generalmente quello più interessato dal fenomeno.

● I terremoti avvengono lungo le faglie dei margini delle placche, in particolare nei margini

convergenti e trasformi, laddove appunto si accumula lo stress meccanico indotto dai

movimenti tettonici.

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TERREMOTI : DEFINIZIONE E CAUSE

I confini tra placche tettoniche non sono definiti da una semplice rottura o

discontinuità, ma questa spesso si manifesta attraverso un sistema di più

fratture, che possono essere indipendenti tra loro ed anche parallele per alcuni

tratti, che rappresentano appunto le faglie.

Esistono diversi tipi di faglie suddivise a seconda del movimento relativo delle porzioni

tettoniche adiacenti alla frattura stessa e dell'angolo del piano di faglia. Il processo di

formazione e sviluppo della faglia, nonché dei terremoti stessi, è noto come fagliazione e

può essere studiato attraverso tecniche di analisi proprie della meccanica della frattura.

Lungo la faglia le rocce restano bloccate, incastrate l’una nell’altra. Si accumula

così un’energia sempre più grande, che deforma ma non muove i materiali, che

mette sempre più in tensione, come se si caricasse una molla, la faglia. Quando

le tensioni superano la resistenza delle rocce, queste, in pochi secondi,

scivolano di colpo le une sulle altre: ecco il terremoto.

L'intensità di un sisma dipende dalla quantità di energia accumulata nel punto di

rottura che dipende a sua volta, in generale, dal tipo di rocce coinvolte nel processo di

accumulo, cioè dal loro carico di rottura, dal tipo di sollecitazione o stress interno e dal

tipo di faglia.

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TIPOLOGIE DI TERREMOTI

● La maggior parte dei terremoti quindi come abbiamo visto, ha origine tettonica, menoimportanti sono i terremoti di origine vulcanica o da crollo. I terremoti di originevulcanica sono infatti una quantità minima rispetto a quelli tettonici, e quelli causati dacrollo ne rappresentano addirittura una frazione trascurabile.

● I terremoti tendono ad avvenire in corrispondenza di faglie già messe in movimentoda eventi precedenti. A seconda dell'inclinazione del piano di faglia rispetto alpiano orizzontale e della direzione del movimento di dislocazione sul piano di fagliastesso, i terremoti sono schematicamente classificati come terremoti ameccanismo normale, inverso e trascorrente.

I primi si collegano a fratture che avvengono come risposta a una deformazionedi tipo estensionale orizzontale, i secondi sono causati da deformazioni di tipocompressivo orizzontale, quelli a meccanismo trascorrente da una deformazioneorizzontale di taglio. I meccanismi dei terremoti raramente sono ascrivibiliesattamente a uno soltanto di questi tipi, ma più comunemente rappresentano casiintermedi fra uno dei primi due e il terzo.

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COME SI MISURANO I TERREMOTI?

I terremoti si misurano con Magnitudo e Intensità.

● L'intensità rappresenta una misura dagli effetti prodotti sulle persone, sui manufatti esul terreno presenti nell'area colpita dal sisma.● La magnitudo è una misura fisica che dipende soltanto dall'energia sprigionata dal

terremoto nel punto in cui si è generato, l'ipocentro.

La magnitudo (frequentemente misurata attraverso la scala Richter(Charles Francis Richter

26/4/1900 - 30/9/1985)) e l'intensità macrosismica (misurata tramite la scala Mercalli CancaniSieberg (Giuseppe Mercalli 21/5/1850 - 19/3/1914)) sono quindi le due misure principali della

"forza" di un terremoto.

SCALA RICHTER

La scala richeter fornisce una

valutazione obiettiva della quantità di

energia liberata da un sisma che è

associata ad un indice, detto

magnitudo, che si ottiene rapportando

il logaritmo decimale dell'ampiezza

massima di una scossa e il logaritmo di

una scossa campione. Lo zero della

scala equivale ad una energia liberata

pari a 105 Joule. Il massimo valore

registrato, è stato di magnitudo 8.6

equivalente all'energia di 1018 J.

SCALA MERCALLI

Tale scala fornisce un grado degli effetti

prodotti dal sisma sull'ambiente colpito.

Nel 1902 Mercalli propose la prima scala

composta da 10 gradi, in seguito gli

americani H.O. Wood e F. Neumann la

modificarono aggiungendo 2 gradi al

fine di adattarla alle consuetudini

costruttive vigenti in California. Con il

medesimo intento in Europa occidentale

è in uso la scala MCS (Mercalli, Cancani,

Sieberg), mentre in Europa orientale si

utilizza la scala MKS (Medvedv, Karnik,

Sponheuer).11

SCALA RICHTER

TSUNAMI DEFINIZIONE

● Un altro scenario si ha quando il punto di rottura dell’equilibrio si verifica al disotto del mare e degli oceani: in questo caso, se l’energia sprigionata è di grossaintensità, quello che si verifica è ciò che comunemente chiamiamo Tsunami o, in

Italia, maremoto.

● Lo Tsunami è un’onda anomala causata dalle onde sismiche che, finendola sua corsa sulle coste, può travolgere qualsiasi cosa trovi sul suo

cammino avendo, conseguentemente, degli effetti realmente devastanti.

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CAUSE DELLO TSUNAMI

● Ma cosa causa quest’onda anomala? La causa principale come abbiamo visto rimane

anche in questo caso il movimento delle placche terrestri.

● Lo spostamento di masse rocciose negli ambienti sottomarini ha il potere di

spostare una grande massa di acqua che, in oceano aperto, provoca un

sollevamento dell’acqua che si propaga poi in tutte le direzioni fino alla costa.

Ed è proprio qui che lo Tsunami diventa pericoloso: avvicinandosi alla costa,

infatti, la profondità del mare diminuisce andando così a innalzare l’altezza

dell’acqua che, abbattendosi sulla terraferma, ha un effetto devastante.

● Queste onde sono quindi normalmente causate da grossi terremoti sottomarini che

avvengono tra i confini delle placche tettoniche: quando il fondale oceanico si innalza o

sprofonda in queste zone, l'acqua sovrastante viene spostata e si creano delle onderotanti che generano lo tsunami.

Gli tsunami possono essere provocati anche da frane sottomarine o da eruzioni

vulcaniche.

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MOVIMENTO DEGLI TSUNAMI

- Nelle profondità oceaniche, gli tsunami possono sembrare alti solo circa trenta

centimetri, ma a mano a mano che si avvicinano alla costa e ad acque meno profonde,

rallentano e cominciano ad accumulare sempre più energia e altezza, poiché la cima

delle onde si muove più velocemente della base, causando così un rapido e continuo

innalzamento

- Il ventre dello tsunami, vale a dire il punto inferiore sotto la cresta dell'onda, spesso

raggiunge la costa per primo e produce un effetto di "risucchio", in cui le acque costiere

si ritirano, esponendo il porto e il fondale. Questo ritiro è un importante e vitale

avvertimento che avvisa dell'arrivo della cresta dell'onda e del suo enorme volume

d'acqua all'incirca entro cinque minuti.

- Lo tsunami è di solito formato da una serie di onde chiamata “treno d'onda”, la cuiforza distruttiva è composta da ondate successive. Chi assiste a questo fenomeno deve

ricordarsi che il pericolo può non essere passato dopo la prima onda e aspettare che i

comunicati ufficiali garantiscano l'agibilità delle zone precedentemente a rischio.

CONSEGUENTE DI TERREMOTI E TSUNAMI

I terremoti possono causare gravi distruzioni e alte perdite di vite umane attraverso unaserie di agenti distruttivi:

• il principale è il movimento violento del terreno con conseguente sollecitazione dellestrutture edilizie (edifici, ponti ecc.);

• inondazioni (ad esempio cedimento di dighe);• cedimenti del terreno (frane, smottamenti o liquefazione);• incendi o fuoriuscite di materiali pericolosi;

• danni di vario tipo alle popolazioni coinvolte. 15

SISTEMI DI CONTROLLO DELL'ATTIVITA SISMICA ... E OLTRE

Attualmente il principale istituto che si occupa di monitoraggio, sorveglianza, controllo ed

altri interventi in merito all'attività sismica, ma non solo, nel territorio nazionale è l' Istituto

Nazionale di Geofisica e Vulcanologia che ha l'obiettivo di raccogliere in un unico

polo le principali realtà scientifiche nazionali nei settori della geofisica e della

vulcanologia.

ATTIVITÀ : LA STRUTTURA DI RICERCA TERREMOTI

L' INGV ha organizzato per gestire le attività la :Missione della Struttura Terremoti.

La Struttura di Ricerca Terremoti si articola in sei Linee di Attività:

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ATTIVITÀ LA STRUTTURA DI RICERCA TERREMOTI

● GEODINAMICA E INTERNO DELLA TERRA

Obiettivo generale di questa LDA è condurre e promuovere studi mirati alla comprensione

della struttura, dinamica ed evoluzione della Terra solida, nell’ampia gamma di scale spaziali

(da microscopiche in laboratorio fino alla scala dell’intero pianeta) e temporali (da milioni di

anni per la convezione a quasi istantanea negli studi dei terremoti) che la caratterizzano. Si

ambisce all’avanzamento delle conoscenze nella comprensione dei processi geodinamici dallacrosta, al mantello, al nucleo terrestre, legando i processi fisici che operano in profondità agli

osservabili che ne sono l’espressione in superficie.

● TETTONICA ATTIVA

Obiettivo generale di questa LDA è fornire informazioni sulle caratteristiche dell’attività

tettonica in corso – soprattutto del territorio nazionale – utilizzando dati di base

provenienti da diversi ambiti disciplinari. Tra gli obiettivi ad esempio :

- Mappa delle faglie attive- Mappa dello stress del territorio italiano

- Mappa della deformazione crostale del territorio italiano

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ATTIVITÀ LA STRUTTURA DI RICERCA TERREMOTI

● PERICOLOSITÀ SISMICA E CONTRIBUTO ALLA DEFINIZIONE DEL RISCHIOIl contributo della scienza nella riduzione dei rischi naturali consiste principalmente nel produrre

stime di pericolosità sempre più accurate. Attività in linea con il Centro di Pericolosità Sismica(CPS). Tra gli obiettivi generali spicca : La Mappa nazionale di pericolosità da tsunami generati da terremoti. Questo prodotto innovativo

rappresenta la prima mappa di pericolosità da tsunami che fornisca curve di pericolosità per le coste italiane, superando la visione passata di pericolosità da tsunami basata su singoli scenari. Ciò rappresenta un importante passo avanti per l'omogeneizzazione della definizione di

pericolosità per eventi di natura diversa come i terremoti e gli tsunami.

● FISICA DEI TERREMOTI E SCENARI COSISMICIPilastro dell’ attività della struttura è lo studio della fisica dei terremoti, ovvero di quel complesso

di processi (meccanici e chimici), in mutua interazione e potenzialmente in competizione, checaratterizzano una struttura sismogenetica.Nonostante i notevoli progressi compiuti, la descrizionedeterministica della meccanica delle faglie non è ancora completa.

Avanzamenti nella disciplina avvengono mediante studi spettrali broadband della sorgente sismica,modellazione numerica ad alta frequenza del processo radiativo e della propagazione di onde(sismiche e di tsunami) in volumi complessi, creazione di scenari di scuotimento e deformazione

sempre più realistici.

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ATTIVITÀ LA STRUTTURA DI RICERCA TERREMOTI

●SORVEGLIANZA SISMICA E OPERATIVITÀ POST-TERREMOTOQuesta Linea di Attività comprende gli sviluppi scientifici di due tematiche molto importanti per l’Ingv: quella della sorveglianza sismica e dell’emergenza.

Gli obiettivi scientifici su cui si focalizzeranno le attività sono quattro, nell’ottica di migliorarecostantemente la comprensione in tempi rapidi del fenomeno sismico, sia durante l’ordinaria attivitàche in caso di emergenze.

Obiettivo 1 - Gruppi operativi INGV in emergenza sismica: definizione delle procedure di intervento in caso di terremoto; Esercitazione per l'emergenza sismica

Dopo un terremoto di particolare rilevanza (generalmente per magnitudo uguale o superiore a 5) o in caso di sequenze sismiche prolungate, l’INGV si è sempre attivato mettendo in campo squadre di

persone e mezzi che da un lato hanno acquisito dati utili per arricchire le conoscenze sui processisismogenetici, dall’altro hanno fornito un supporto, anche in loco, alle attività di informazione alla popolazione.

In collaborazione con il personale già coinvolto, verrà elaborata una prima stesura di protocollo di ente di intervento per la gestione delle emergenze sismiche. Questo avrà diverse finalità, tra cuiquella di: a) migliorare la capacità di risposta logistica dell’Istituto durante l’emergenza; b) avereuna migliore conoscenza del fenomeno in corso; c) realizzare una più chiara ed efficace

comunicazione verso gli organi di Protezione civile, i media e il pubblico.

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Obiettivo 2 - Monitoraggio degli tsunami a scala globale e sorveglianza nel Mediterraneo -il Centro Allerta Tsunami (CAT)

Le attività di monitoraggio globale degli tsunami sono state coordinate dall’IOC (Intergovernmental Oceanographic Commission) dell’Unesco, che ha spinto verso la creazione del NEAMTWS (North-East Atlantic and Mediterranean Tsunami Warning System). Nel 2013, il DPC e la delegazione italiana

all’UNESCO hanno attribuito all’INGV la responsabilità del Centro di Allerta Tsunami nazionale (CAT-INGV) e dello Tsunami Service Provider (TSP) per il Mediterraneo. Dall’1 ottobre 2014 l’INGVeffettua, in modalità pre-operativa, il monitoraggio sismico del Mediterraneo con l’obiettivo di

identificare in tempo reale la potenziale insorgenza di tsunami causati da terremoti. L’attività di sorveglianza prevede il monitoraggio H24 dei terremoti di M>5.5 a scala globale, per i quali vengonodeterminati in pochi minuti i parametri ipocentrali e la magnitudo.

ATTIVITÀ LA STRUTTURA DI RICERCA TERREMOTI

Obiettivo 3 - Definizione rapida dei parametri e dell'impatto dei forti terremotiVerranno sviluppati nuovi strumenti finalizzati a una migliore e più rapida definizione del processo

sismogenetico. Tra queste, alcune tecniche semi-automatiche di calcolo dei parametri di sorgente, soprattutto per terremoti di magnitudo elevata (M>6) per l’intera area mediterranea

Obiettivo 4 - Early Warning sismico. Fattibilità a scala nazionale e localeLa mitigazione del rischio è sempre di più basata su prodotti e servizi che consentano di avere nel

minor tempo possibile il maggior numero di informazioni utili. In ambito sismologico dotarsi di unsistema di Early Warning (EWS) in grado di sfruttare un lead-time - differenza tra tempo di arrivodelle onde sismiche S e tempo a cui viene lanciato l’allarme - di pochi secondi è importante in

ambiti potenzialmente critici (es. impianti industriali, linee ferroviarie, gasdotti, impianti di stoccaggio, scuole, interventi chirurgici, ecc.). I software utilizzano moderni algoritmi per la localizzazione e il calcolo della magnitudo sfruttando i

primi secondi di fase P, tramite la lettura di parametri desunti da streaming di dati acquisiti in tempo reale.

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IL MONITORAGGIO SISMICO

I terremoti catastrofici avvenuti in Italia e nel mondo ci hannoinsegnato che un’informazione rapida e precisa èindispensabile affinché la Protezione Civile possa organizzare iprimi soccorsi nelle zone colpite. Per questo l’IstitutoNazionale di Geofisica e Vulcanologia ha installato egestisce circa 350 stazioni sismiche su tutto il territorionazionale. Sono postazioni fisse, dotate di strumentiche rilevano ogni minimo movimento del suolo.

Insieme formano la Rete Sismica Nazionale, il cui fulcroè la Sala Operativa di monitoraggio sismico di Roma.

Altre Sale Operative dell’INGV a Napoli e Catania sorveglianole zone vulcaniche in attività: quella del Vesuvio e CampiFlegrei, quella dell’Etna e i vulcani delle Isole Eolie. Per 365giorni l’anno, 24 ore su 24, le tre sale operativecontrollano l’attività sismica e vulcanica del territorionazionale e del bacino mediterraneo. Questo lavoro disorveglianza viene svolto da tecnici specializzati, sismologi evulcanologi, che studiano ed elaborano i dati trasmessi intempo reale dalle stazioni della Rete Sismica Nazionale.

In caso di terremoto si può quindi avere un’analisiaccurata del fenomeno e trasmettere in pochi minuti alDipartimento di Protezione Civile la posizionedell’ipocentro, la magnitudo Richter ML, la lista dellelocalità più vicine all’epicentro. Tali informazioni sonofondamentali per ottenere una stima preliminare dei possibilieffetti al fine di valutare le risorse necessarie da mettere incampo per gestire le eventuali emergenze.

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COS‘ È LA PERICOLOSITÀ SISMICA

La pericolosità sismica, intesa in senso probabilistico, è lo scuotimento del

suolo atteso in un dato sito con una certa probabilità di eccedenza in un dato

intervallo di tempo, ovvero la probabilità che un certo valore di scuotimento

si verifichi in un dato intervallo di tempo.

Questo tipo di stima si basa sulla definizione di una serie di elementi di input (quali

catalogo dei terremoti, zone sorgente, relazione di attenuazione del moto del suolo,

ecc.) e dei parametri di riferimento (per esempio: scuotimento in accelerazione o

spostamento, tipo di suolo, finestra temporale, ecc.). Durante le emergenze sismiche

il personale dell’INGV, organizzato in varie squadre, svolge sia attività sul campo che

elaborazioni di dati in sede allo scopo di approfondire la comprensione del fenomenoin atto e fornire supporto agli interventi di Protezione Civile.

L’INGV è fornito di una struttura di Pronto

Intervento che in occasione di eventi

sismici rilevanti interviene in area

epicentrale con l’obiettivo di installare

stazioni sismiche temporanee che

permettono, in tempi relativamente brevi,

un sostanziale miglioramento del

monitoraggio di dettaglio colpita dal

terremoto.

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FONDI PER RILEVARE E PREVEDERE

DANNI E VITTIME

ALLERTA POLITA E SOCIALE

FONDI PER PREVENIRE

TERREMOTI

MOVIMENTO PLACCHE

TENSIONE ENERGIA POTENZIALE

VIBRAZIONI

RILASCIO ENERGIA CINETICA

AMMONTARE

PREVENZIONE

SS

SSO

B

S

S

S

O

B

S

S

O

B

BIBLIOGRAFIA E SITI

- ingv.it- http://www.nationalgeographic.it- wikipedia.it- sapere.it- digilands.it

GRAZIE PER L'ATTENZIONE !

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