Teoria musicale: intervalli

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GLI INTERVALLI E LA SCALA CROMATICA

breve prontuario pratico di Piero Lauria

Un intervallo è la distanza che intercorre fra due suoni diversi fra loro. Questi due suoni possono essere

consecutivi, ovvero uno dopo l'altro, allora si avrà un intervallo melodico, oppure simultanei, ovvero due

suoni insieme, allora si avrà un intervallo armonico. Si dicono anche intervalli semplici quelli all'interno di

una singola ottava (ovvero inclusi da un do ad un altro, per esempio), intervalli composti quelli che superanol'amito dell'ottava.

!a prima cosa da fare per individuare un intervallo è semplicemente contare le note che intercorrono fra i

due suoni, includendo quello di partenza e quello di arrivo  "ediamoli tutti di seguito# per comodità

 partiremo sempre dalla nota $%, ma un intervallo pu& partire ed arrivare su qualsiasi nota della scala, anche

alterate come vedremo.

$% intervallo di seconda (contando da $% a , includendo sempre la nota di partenza, si vede

che ci sono due note di distanza)

$% *+ intervallo di terza (contando $%*+, tre note)

$% - intervallo di quarta

$% S%! intervallo di quinta

$% ! intervallo di sesta

$% S+ intervallo di settima

$% $%/ intervallo di ottava (con $%/ si intende il do sopra a quello di partenza, altrimenti saree

un unisono, ovvero lo stesso suono).

Quindi si vede che l'intervallo viene dato semplicemente dal no!e delle note c"e lo co!pon#ono $ue%to%ar& i!portante quando vedre!o i vari %ottotipi di intervalli poco pi' avanti( e ne capire!o il !otivo

) La %cala cro!atica

0rima di affrontare meglio lo studio degli intervalli, focalizziamo alcune cose. 0artiamo dalla scala

cromatica. !a scala cromatica è una scala composta esclusivamente da semitoni. +l semitono è la distanza pi1

 piccola che pu& esistere fra un suono e un altro# è impossiile, tranne casi che qui non ci competono, trovare

una distanza inferiore al semitono (a meno che non si aia un unisono, ma sono due suoni uguali quindi non

c'è distanza), mentre allontanandoci aumenta la distanza in semitoni, che poi verranno sommati# ad esempio,

due semitoni fanno un tono (mezzo 2 mezzo3 uno intero), tre semitoni fanno un tono e mezzo

(mezzo2mezzo3 uno, pi1 un altro mezzo3 un tono e mezzo) e cos4 via. Questo sistema è in realtà unasemplificazione teorica che si chiama sistema temperato equabile. Grazie a questo, si è potuto dividere

l'ottava in dodici semitoni uguali facendo sì che le note reali, quindi, non siano 7 ma 12. 5anto per capirsi,

se si osservano su un pianoforte i tasti di una scala che parte da un $% e arriva al S+ successivo, aggiungendo

i tasti neri, si vedrà che in tutto sono /6 tasti fra ianchi e neri. Spostandosi da un tasto ianco a uno nero

"+7+8%, si avrà sempre un semitono. Si ha un semitono anche fra i due tasti ianchi dove nel mezzo manca

il nero (se si guarda, li troviamo fra *+ - e fra S+ $%). Su una chitarra avremo sempre un semitono

ogni volta che ci spostiamo da un tasto ad uno vicino, sia verso l'alto che verso il asso.

*a come si ottengono le note alterate9 Utilizzando appunto le alterazioni# il $+S+S (:) alza la nota su cui è

 posto di mezzo tono (quindi mezzo tono in avanti), il ;*%!! (b) aassa invece la nota di mezzo tono

(quindi mezzo tono indietro). cco dunque come appare sulla tastiera di un pianoforte un'ottava divisa in

dodici parti uguali secondo il sistema temperato equaile#

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Questa suddivisione dà vita proprio alla cosiddetta SCALA CROMATICA( ovvero una %cala co!po%ta

tutta da %e!itoni 7ome si pu& vedere dalla figura, un altro effetto del nostro sistema musicale è il fatto che

le note alterate (quelle sui tasti neri) possono essere scritte almeno in due modi diversi# il $%: è uguale al

b, come il : è uguale al *+b e cos4 via. Sono detti suoni %*%-%8+, cioè che producono lo stesso

suono pur essendo scritti in maniera diversa. "edremo pi1 avanti i reali motivi per i quali alcune volte è

necessario scriverli in un modo piuttosto che in un altro. icapitolando# c'è sempre un semitono fra un tasto

 ianco e uno nero vicino o viceversa (si adi ene# a patto che siano vicini, cioè uno accanto all'altro<), c'è

sempre un tono fra un tasto ianco e uno vicino tranne fra *+ e - e fra S+ e $%, dove c'è solo mezzo tono.

sistono tre tipi di semitoni#

+! S*+5%8% 7%*5+7%# è composto da due note, distanti fra loro mezzo tono, 7= =88% !%

S5SS% 8%* (esempio# dodo:, rere:, mimib, solsolb, tutti semitoni

costituiti da note con lo stesso nome)

+! S*+5%8% $+5%8+7%# è composto da due note, distanti fra loro mezzo tono, 7= =88% 8%*

$+"S% (ad esempio# doreb, solbfa, lasib, tutti semitoni costituiti da

note con nome diverso)

+! S*+5%8% 85U!# ne esistono due# *+- e S+$%, i famosi tasti ianchi senza il nero nel

mezzo. Si chiamano cos4 perch> non hanno isogno di alcun artificio per

essere creati, sono già pronti.

*a uno potree chiedersi# dove sta la differenza fra un semitono cromatico, ad esempio, dodo: e unodiatonico doreb, visto che sono gli stessi suoni9 ;ella domanda. ?razie proprio al nostro caro sistema

temperato equaile, all'atto pratico non c'è differenza essendo suoni assolutamente uguali, ma nell'amito

della fisica acustica vi è un'impercettiile differenza di frequenze, che qui non tratteremo per non addentrarsi

in campi non di nostra competenza. ?li unici che in parte si pongono il prolema di questa piccola differenza

sono gli strumentisti ad arco (e chi studia uno strumento fra violino, viola, violoncello e contraasso prima

o poi se ne renderà conto) che, come sapete, lavorano con una tastiera tipo quella della chitarra ma senza

suddivisione in tasti (senza le righe, tanto per capirsi). 0er un violinista, un do: è un do portato avanti di

mezzo tono, mentre un reb è un re portato indietro di mezzo tono. !a differenza c'è ma è impercettiile.

5ornando a noi, visualizziamo la scala cromatica su un pentagramma#

  / 6 @ A B C D E F /G // /6

7ome si vede, i suoni sono in tutto /6, con l'archetto sono indicati i suoni cosiddetti %*%-%8+, ovvero gli

stessi suoni anche se scritti in maniera diversa. La di%tanza *ra un %uono e il %uo i!!ediato vicino( %iaver%o de%tra +ver%o l,acuto- o ver%o %ini%tra +ver%o il #rave-( . %e!pre di un %e!itono +!ezzo tono(

appunto-

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/ Tipi di intervalli

cquisite queste conoscenze, è ora il caso di esaminare pi1 a fondo gli intervalli. iamo visto che esistono

intervalli di seconda, terza, quarta ecc..., ma a loro volta questi stessi intervalli hanno delle sotto

suddivisioni. "ediamo quali.

egola generale# un intervallo pu& essere

*??+% % *+8% nel caso di# una seconda, una terza, una sesta, una settima(esempio# seconda minore, seconda maggiore, terza minore e cos4 via)H

?+US5% (o anche perfetto) nel caso di# una quarta, una quinta, un'ottava

(esempio# quarta giusta, quinta giusta, ottava giusta)

U*855+ % $+*+8U+5+ valido per tutti gli intervalli

(esempio# seconda aumentata, quarta aumentata, quinta diminuita ecc...)

7ome capire se un intervallo è maggiore, minore, aumentato ecc...9 Semplice# contando non %olo il tipo di

intervallo( !a anc"e la di%tanza e**ettiva in toni e %e!itoni c"e c,. *ra i due %uoni e c"e ora( cono%cendo

la %cala cro!atica( %ia!o in #rado di *are

L,intervallo di %econda

!'intervallo di seconda pu& essere *??+%, *+8% % U*855%. sisteree anche diminuito

ma dato lo scarso uso non lo consideriamo.

S7%8$ *??+% U8 5%8%

S7%8$ *+8% *II% 5%8%

S7%8$ U*855 U8 5%8% *II%

+n pratica, ogni volta che troviamo un intervallo di seconda e la distanza fra i due suoni è un tono, allora laseconda sarà maggiore. Se la distanza è mezzo tono, la seconda sarà minore. Se infine la distanza è un tono e

mezzo, ci troviamo di fronte ad una seconda aumentata.

sempi# $% seconda maggiore, perch> fra do e re ci sono due note (quindi seconda) e la distanza è di un

tono (vedere la scala cromatica eJo la figura della tastiera), mifa seconda minore, perch> fra mi e fa c'è

mezzo tono, sollab seconda minore perch> da sol a la emolle c'è mezzo tono, e cos4 via. !a seconda

aumentata, intervallo aastanza diffuso, si ottiene aggiungendo mezzo tono alla seconda maggiore, e cos4 da

un tono seconda maggiore arriveremo a un tono e mezzo, appunto seconda aumentata (esempio# aiamo

visto che $% è una seconda maggiore, se io aggiungo un : al e lo trasformo in $%: e ottengo

appunto una seconda aumentata, intervallo di un tono e mezzo). Nota0 qualora il %econdo %uono

dell,intervallo di %econda !a##iore *o%%e #i& alterato( il die%i% c"e a##iun#o per tra%*or!arlo in

%econda au!entata %i va a %o!!are all,alterazione #i& e%i%tente "ediamo come# se io ho una seconda

maggiore eb-*+b, un tono, come aiamo detto, per trasformarla in seconda aumentata e portarla a un tonoe mezzo devo allontanare i due suoni di un semitono, quindi aggiungere un : alla seconda nota. *a, essendo

la seconda nota già alterata (il mi emolle), se aggiungo il diesis ottengo emolle2diesis3suono naturale.

Quindi la mia seconda aumentata sarà eb-*+ naturale, un tono e mezzo. Se invece avessi una seconda

maggiore -:S%!:, stesso procedimento, la voglio trasformare in una seconda aumentata aggiungendo

mezzo tono, quindi un diesis, alla seconda nota. *a questa è una nota già alterata, il S%!:, quindi otterr&

diesis2diesis3 doppio diesis, che esiste. +l doppio diesis si indica o con due diesis appiccicati ::, oppure con

il simolo , una specie di K. Quindi, in questo caso la mia seconda aumentata sarà -:S%!::.

5eoricamente esiste anche la seconda diminuita, ma è talmente poco usato da non averne quasi traccia

alcuna.

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L,intervallo di terza

7ome quello di seconda, anche l'intervallo di terza pu& essere *??+% % *+8%. sistereero

anche terze aumentate o diminuite, ma non le trattiamo dato il loro scarsissimo uso.

5I *??+% $U 5%8+

5I *+8% U8 5%8% *II%

-acciamo qualche esempio# $%*+, se si guarda la tastiera o la scala cromatica, ha una distanza di due toni,

quindi è una terza maggiore. nche -!, due toni, terza maggiore. *a ad esempio, !$% è un tono e

mezzo, quindi terza minore, ma anche *+S%! un tono e mezzo, terza minore. 0er trasformare una terza

maggiore in una minore, asta aassare con un emolle la seconda nota, oppure togliere il : qualora la

seconda nota porti appunto un :, o anche aggiungere un ulteriore emolle se la seconda nota sia già alterata

da un emolle, dando vita cos4 al doppio emolle bb. sempio# $%*+, due toni, è una terza maggiore, ma

se metto un emolle a mi, da due toni la distanza si riduce a un tono e mezzo e quindi avr& la mia terza

minore $%*+b. Se avessi invece la terza *+S%!:, questa è una terza maggiore in quanto ha due toni di

distanza, e per trasformarla in minore devo aassare la seconda nota riducendo la distanza. ssendo per& la

seconda nota già alterata, aassandola di mezzo tono da S%!: ottengo S%! naturale, e quindi la mia terza

minore sarà *+S%!. 7on una terza maggiore S%! b- Sib, due toni, per tramutarla in terza minore dovr&mettere un secondo emolle al S+ , e avr& dunque S%!bS+bb, un tono e mezzo. l contrario, per trasformare

una terza minore in una maggiore, asta alzare di un semitono con un diesis la seconda nota, oppure togliere

il emolle qualora la seconda nota porti appunto un emolle. *a anche aggiungere un secondo : qualora

sempre la seconda nota porti già un :. 5ipo questo esempio# :-: è una terza minore, perch> la distanza

è un tono e mezzo, ma dovendo allontanare di un ulteriore semitono per ottenere una terza maggiore, ho

 isogno di aggiungere un : alla seconda nota che già ne ha uno. cco quindi che la mia terza maggiore sarà

:-::. $oiamo avere un occhio di riguardo per la terza perch>, sia come grado di una scala (il +++,

appunto) che come nota centrale di un accordo (la terza, appunto), ci dice se la scala o l'accordo è maggiore o

minore, a seconda che appunto la terza sia maggiore o minore.

E%ercizi0 co%truite intervalli di %econda !a##iore( %econda !inore( %econda au!entata( terza !inore e

terza !a##iore partendo da tutte le note della %cala cro!atica( quindi %ia note naturali c"e alterate

Piccolo inter!ezzo0 attenzione a co!e %i c"ia!ano le note1

Se osserviamo le distanze fin qui prese in considerazione, ci accorgiamo che la distanza di un tono e mezzo

compare due volte# sia come seconda aumentata, sia come terza minore. -acciamo un esempio# $%: un

tono e mezzo, quindi seconda aumentata, $%*+b sempre un tono e mezzo, ma terza minore. 7ome è

 possiile9 8on sono gli stessi suoni9 S4, certo< *a è la natura dell'intervallo che è diversa# $%: è una

seconda, $%*+b è una terza, e non è una differenza da poco. Se io chiedessi a voi di costruirmi un

intervallo di terza minore a partire da do, la vostra risposta, calcolando un tono e mezzo dal $%, $"

SS *ib 8%8 :, perchè l'intervallo $% è una seconda, invece $%*+ è una terza, astacontare le note per rendersene conto. Quindi, attenzione a quando chiamare una nota alterata in un modo,

quando in un altro. ' molto importante< Questo è un altro dei simpatici giochetti possiili grazie al nostro

caro sistema temperato equaile.

Intervallo di quarta

!e quarte che prendiamo in considerazione sono# ! QU5 ?+US5 ! QU5 U*855

QU5 ?+US5 $U 5%8+ *II%

QU5 U*855 5 5%8+

partire dall'intervallo di quarta, che inizia ad essere un intervallo piuttosto largo, diventa pi1 difficile tenereil conto di toni e semitoni, perci& meglio iniziare a mettere a memoria qualcosa. 5uttavia, per il calcolo, da

ora in poi doiamo immaginare tutte le note che stanno nel mezzo ai due suoni presi in considerazione.

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"ediamo come# prendiamo una quarta qualsiasi, facciamo $%-. 7ome calcolare rapidamente quanti toni

sono9 "aè, sopra ve l'ho detto io, due toni e mezzo, ma verifichiamo. "ediamo le distanze fra tutte le note

intermedie fra do e fa# quali sono9 $a do a fa ovviamente troveremo in mezzo il re e il mi. ;ene, iniziamo il

conto# da do a re, / tono, da re a mi, / tono, da mi a fa, mezzo tono. 5otalone# due toni e mezzo. Se alziamo

di mezzo tono la seconda nota (con il : o togliendo il emolle se la seconda nota porta già un emolle),

otteniamo la quarta aumentata $%-:, tre toni. "ediamo# da do a re, / tono, da re a mi, / tono, da mi a fa:

/ tono. 5otalone tre toni. ;asta riuscire a tenere ene il conto.

Intervallo di quinta

?li intervalli di quinta sono ?+US5+, U*855+ % $+*+8U+5+

QU+85 ?+US5 5 5%8+ *II%

QU+85 U*855 QU55% 5%8+

QU+85 $+*+8U+5 5 5%8+

+ntanto, osserviamo che c'è una distanza già trovata, ovvero tre toni# infatti la quinta diminuita e la quarta

aumentata hanno la stessa distanza, ma verificare quanto detto nella premessa su come chiamare le note<

$%-: è una quarta aumentata, tre toni, $%S%!b ha sempre tre toni, ma è una quinta diminuita. "alesempre il nome delle note# dofa (con o senza :) è pur sempre una quarta, mentre dosol (con o senza

 emolle) rimane sempre una quinta. Quindi attenzione ai nomi< *entre voi da soli vi fate i conti per 

verificare la distanza in toni e semitoni delle quinte (mettendo tutte le note in mezzo come tappe intermedie,

vedi i conti fatti per le quarte), vi spiego un trucco per capire suito di che quinte si tratta. U8 QU+85

?+US5 ' 7%S5+5U+5 $ $U 8%5, ovviamente a distanza di quinta, 7= =88% ! S5SS

!5I+%8 % 8%8 !5I+%8. 7he vuol dire9 $%S%! quinta giusta, tutte e due note non

alterate, *+S+ quinta giusta, tutte due note non alterate, $%:S%!: quinta giusta, tutte due note alterate

(allo stesso modo ovviamente), eb-!b quinta giusta, tutte due note alterate nel medesimo modo. +n

 pratica# prendete una nota qualsiasi, ci calcolate la quinta, se la prima nota non ha alterazioni non mettete

nulla sulla seconda, viceversa mettete la stessa alterazione della prima nota. QUS5 ?%! = $U

S%! 77I+%8+# SU!! 8%5 S+ ! QU+85 ?+US5 ' -: (quindi prima nota non alterata,

seconda s4) SU!! 8%5 Sib ! QU+85 ?+US5 ' - 85U!. ' intuiile che, dalla quintagiusta, alzando di mezzo tono la seconda nota si ottiene la quinta aumentata, aassandola la quinta

diminuita. sempio# $%S%! quinta giusta, $%S%!: quinta aumentata, $%S%!b quinta diminuita.

sercitatevi da voi a trovare quinte giuste, aumentate e diminuite da tutte le note della scala cromatica.

Intervallo di %e%ta

?li intervalli di sesta sono *??+%+ *+8%+, non contempliamo eventuali aumentati o diminuiti. Se

 proseguirete gli studi musicali in maniera pi1 approfondita, vi troverete spesso a che fare con la sesta

eccedente (una sesta aumentata), ma qui la lasciamo perdere.

SS5 *??+% QU55% 5%8+ *II%SS5 *+8% QU55% 5%8+

Suito un sistema rapido, piuttosto che fare inutili calcoli. 7ome capire suito se una sesta è minore o

maggiore9 Semplice#

/)  prendiamo una sesta, ad esempio $%!

6) rialtiamo l'intervallo, portando la prima nota ($%) dopo la seconda (!), ovvero invertendo in

 pratica le note# troveremo un novo intervallo, ! $%, ovvero una terza

@) verificare, stavolta in maniera molto pi1 semplice, se la terza è maggiore o minore. !$% è una

terza minore, perch> la distanza è di un tono e mezzo, ci& significa che la sesta ' *??+%.

A) l contrario, se dopo il rialtamento dell'intervallo otteniamo una terza maggiore, allora ! SS5

S' *+8%.

*olto semplice. ltro esempio# prendiamo un'altra sesta, ad esempio -:. ialtando l'accordo,

invertendo l'ordine delle due note, avremo -:. Questa è una terza, ed è maggiore perch> ha una

distanza di due toni. 7i& vuol dire che ! SS5 ' *+8%. icapitolando# se trovate una terza maggiore

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allora la sesta è minore, se trovate una terza minore allora la sesta è maggiore. Questo piccolo trucco ci fa

giungere ad una conclusione, che cioè !'+85"!!% $+ SS5 ' +! %"S7+% $!!'+85"!!%

$+ 5I.

Intervallo di %etti!a

?li intervalli di settima sono *??+%+, *+8%+ $+*+8U+5+. 8on consideriamo la settima aumentata.

S55+* *??+% 7+8QU 5%8+ *II%

S55+* *+8% 7+8QU 5%8+

S55+* $+*+8U+5 QU55% 5%8+ *II%

Utilizziamo lo stesso trucco delle seste e vediamo cosa succede.

sempio /# prendiamo una settima, per esempio $%S+. ialtiamo allo stesso modo di prima l'intervallo

invertendo le note, otteniamo S+$%, che è un intervallo di seconda minore (vedi sopra) perch> la distanza è

di solo mezzo tono. ;8, S ! S7%8$ 7= %558+*% ' *+8%, !!% ! S55+*

' *??+% . +nfatti, $%S+ settima maggiore.

sempio 6# prendiamo un'altra settima, per esempio $%. ialtiamo l'intervallo invertendolo, otteniamo

$%. Questo è un intervallo di seconda maggiore, perch> la distanza è di un tono. ;8, S !

S7%8$ 7= %558+*% ' *??+%, !!% ! S55+* ' *+8%. +nfatti $%

settima minore.

sempio @# prendiamo un'ultima settima, ad esempio S%!:-. ialtiamo l'intervallo invertendolo,

otteniamo -S%!:, che è un intervallo di seconda aumentata perch> la distanza è di un tono e mezzo.

;8, S ! S7%8$ 7= %558+*% ' U*855, ! S55+* ' $+*+8U+5

+n circa trent'anni che ho a che fare con la musica non mi è mai capitato di trovare una settima aumentata,

sappiate per& che in caso nel rialtamento ottenete una seconda diminuita, allora la settima sarà aumentata.

Se la trovate fatemi sapere. !a conclusione a cui giungiamo è che !'+85"!!% $+ S55+* ' +!

%"S7+% $!!'+85"!!% $+ S7%8$.

N20 noi abbia!o %e!pre *atto e%e!pi con intervalli a%cendenti( ovvero quando il pri!o %uono . pi'

ba%%o del %econdo( !a #li intervalli po%%ono e%%ere anc"e di%cendenti( ovvero il pri!o %uono . pi' alto

del %econdo Sappiate ai *ini dei calcoli vari( c"e non ca!bia nulla( %olo attenzione c"e dovete !uovervi

in %cala all,indietro anzic"3 in avanti

ESERCI4I0

allenatevi a pronunciare delle %cale c"e partano non %olo da do e arrivino a do( !a anc"e da tutte le

altre note +da re a re( da !i a !i e co%5 via-( SIA IN AVANTI C6E ALL,IN7IETRO E%e!pio0 %cala di

re0 re !i *a %ol la %i do re All,indietro0 re do %i la %ol *a !i re $ue%to vi aiuta nel calcolo de#li intervalli

a%cendenti e di%cendenti

co%truire intervalli vari %econdo tutte le !odalit& e tipi c"e abbia!o analizzato in que%te pa#ine