Tendenze Dell'Italiano Neo-standard: l'elativo nel linguaggio giornalistico
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7/21/2019 Tendenze Dell'Italiano Neo-standard: l'elativo nel linguaggio giornalistico
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UNIVERSIT DEGLI STUDI DI TORINO
FACOLT DI LETTERE E FILOSOFIA
CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN SCIENZE LINGUISTICHE
Tesi di Laurea
Tendenze dellitaliano neo-standard:
lelativo nel linguaggio giornalistico
Relatore
Prof. Gaetano Berruto
Candidata
Chiara MuoioMatricola 256772
Anno accademico 2013-2014
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Indice
1. Introduzione ................................................................................................................. 3
2. Metodologia .................................................................................................................. 9
3. Analisi delle occorrenze del suffisso elativo -issimo................................................ 14
3.1 Etnici di nazionalit ....................................................................................... 16
3.2 Superlativi irregolari ...................................................................................... 18
3.2.1 Il tipo eccellentissimo.................................................................... 203.3 Lessicalizzazione del suffisso -issimo .......................................................... 22
3.4 Sostantivi in -issimo ....................................................................................... 26
3.5 Deantroponimici ............................................................................................ 34
3.6 Participio passato con -issimo ........................................................................ 35
4. Analisi delle occorrenze del suffisso accrescitivo -one........................................... 40
4.1 Aggettivi qualificativi .................................................................................... 414.2 Sostantivi ....................................................................................................... 43
4.2.1 Denominali ...................................................................................... 45
4.2.2 Deverbali e avverbi ......................................................................... 46
5. Reduplicazione espressiva ......................................................................................... 47
5.1 Reduplicazione aggettivale ............................................................................ 49
5.2 Reduplicazione avverbiale ............................................................................. 515.3 Reduplicazione nominale ............................................................................... 52
5.4 Diffusione ...................................................................................................... 53
6. Prefissazione: i prefissi valutativi ............................................................................. 56
6.1 Prefissi elativi........................................................................................... 63
6.1.1Arci- ................................................................................................ 63
6.1.2Iper- ................................................................................................. 68
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6.1.3 Stra- ................................................................................................. 74
6.1.4 Super- .............................................................................................. 80
6.1.5 Ultra- ............................................................................................... 83
6.2 Prefissi dimensionali ...................................................................................... 87
6.2.1 Maxi- e mini-................................................................................ 87
6.2.2 Macro- e micro- ............................................................................ 95
6.2.3 Mega-, giga- e nano- .................................................................... 99
7. Intensificazione avverbiale: estremamentee quanto mai..................................... 102
8. Alcuni casi di intensificazione locutiva .................................................................. 106
9. Conclusioni ............................................................................................................... 109
Appendice ...................................................................................................................... 121
Bibliografia .................................................................................................................... 151
Sitografia ....................................................................................................................... 154
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1. Introduzione
Il presente studio si occupa di analizzare approfonditamente il tratto
dellelativizzazione tipico dellitaliano tendente al neo-standard, a partire da un corpusdi dati ricavati dalla prosa giornalistica.
Intorno agli anni Sessanta circa, litaliano standard comincia un processo di
rinnovamento favorito essenzialmente dallassunzione di alcuni tratti caratteristici
dellitaliano colloquiale. Forme e costrutti precedentemente esclusi dal canone, poich
tipici del parlato, finiscono per perdere parte della marcatezza sociolinguistica che li
qualificava come appartenenti allitaliano substandard. La disponibilit ad accettare
modelli non propriamente codificati sicuramente dipesa dalle nuove esigenze sociali,
economiche e culturali, frutto del progresso e della globalizzazione e dalla conseguente
necessit di estendere lo spettro dazione dellitaliano standard, da sempre ristretto allo
scritto e ad ambiti accademici o letterari. Il processo di evoluzione interna dellitaliano
ha riguardato - e continua a riguardare visto che il rinnovamento un processo in essere
- tutti e quattro i livelli di analisi della lingua, rendendo necessaria una ristrutturazione,
se non del sistema, certamente almeno della norma (Berruto, 2012, 75). Tra i principali
tratti dellitaliano neo-standard ritroviamo lelativizzazione, termine sotto il quale
confluiscono tutti i fatti di intensificazione verso il grado superlativo.
Il fenomeno dellintensificazione strettamente correlato alla nozione di
graduabilit poich comporta lamplificazione semantica di quantit o qualit e/o
lamplificazione dellespressivit in termini di funzionalit pragmatica: quantit, qualit
ed espressivit sono tutti concetti graduabili ed per questo che le due nozioni non
posso prescindere luna dallaltra. Si noti che ho fatto riferimento allintensificazione
esclusivamente come ad una forma di amplificazione. Non andr perci confusa con la
nozione pragmatica di intensit che invece include sia il rafforzamento (reinforcement,
talvolta tradotto con letichetta intensificazione) sia lattenuazione (mitigation o
mitigazione), che si configurano come i due poli opposti del continuumintensit. Infatti,
lintensit corrisponde all insieme delle molteplici strategie utili per modificare la
forza illocutoria degli atti linguistici, nei diversi contesti di interazione possibili (Gili
Fivela & Bazzanella 2009, 14) mentre lintensificazione uno dei due principali
meccanismi di modulazione dellintensit stessa. Nel corso di questa ricerca, che
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basata su un corpus di dati ricavati dallo scritto, lintensificazione sar analizzata
tenendo unicamente conto dei meccanismi linguistici di cui si avvale e, in particolare, di
quelli morfologici e lessicali; non dovr, quindi, essere intesa come forma sinonimica di
rafforzamentopoich questultimo non pu prescindere dallinterazione faccia a faccia
n dai fattori extralinguistici e puramente pragmatici che lo riguardano e che invece non
sono coinvolti nel linguaggio scritto1: mi riferisco ai fattori prosodici, allintonazione,
alla gestualit tipiche della conversazione che hanno un ruolo decisivo nella
determinazione della forza illocutoria dellatto linguistico.
Una delle tendenze di ristandardizzazione che si manifesta con maggior visibilit
riguarda il lessico e, in particolare, la preferenza per espressioni sintetiche ed
economiche (Berruto, 2012)2: questa tendenza, combinandosi con lavvicinamento alla
lingua comune e al marcato aumento dellespressivit e dellenfasi, ha generato il
proliferare di fenomeni elativizzanti (per esempio la derivazione tramite luso dei
prefissi elativi, che hanno valore superlativo e funzione sintetizzante) soprattutto in un
terreno fertile come pu essere quello della comunicazione mediatica, attento com ai
cambiamenti della lingua; tanto vero che vuole essere una lingua veloce, compatta,
funzionale che sfrutta intensamente fenomeni e tendenze per raggiungere una pi
efficace comunicabilit (Dardano, Frenguelli 2008, 60). Proprio per questo si presta
bene allo studio sincronico del mutamento linguistico, favorendo lidentificazione di
innovazioni che potrebbero altrimenti sfuggire. Infatti
quello che difficile osservare il cambiamento nel breve periodo [] come se fossimo
afflitti collettivamente da una forma di presbiopia: vediamo chiaramente i mutamenti del
passato, stentiamo a vedere quelli del presente (Renzi 2012, 21-22)
La scelta del giornale come corpus di base per lanalisi delle tendenze elativizzanti
risulta particolarmente adatta soprattutto per valutare la produttivit di quei processi di
formazione della parola che caratterizzano in modo particolare litaliano neo-standard e
cio quelli attivati dai prefissi elativi. Sar capitato a tutti di riscontrare, principalmente
nel linguaggio dei media e in quello parlato, una recente proliferazione dei prefissi arci-
1Per lo stesso motivo, lo studio non approfondir la nozione di mitigazione, per la quale si rimanda aCaffi (2008).2
Per una rassegna dei caratteri principali dellitaliano neo-standard si vedano Berruto (1987 e 2012) eSabatini (1985).
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, extra-, giga-, iper-, macro-, maxi-, mega-, micro-, mini-, stra-, super-, ultra-, che
rispondono efficacemente alle esigenze interne dello stile giornalistico, catalizzando
lattenzione del lettore ed enfatizzando in modo economico i concetti focali. Questi
affissi non contribuiscono con regolarit alla formazione di neologismi stabili eppure la
loro frequenza indubbiamente cresciuta negli ultimi anni. La semplice consultazione
di un dizionario, che al suo interno include i neologismi oltre che al lessico base, non
sufficiente a verificare landamento della produttivit di tali affissi. La produttivit
corrisponde alla capacit di un procedimento morfologico di essere riutilizzato per la
formazione di parole nuove: queste ultime possono andare incontro a lessicalizzazione,
possono cio essere istituzionalizzate e formalizzate nel lessico della lingua e quindi
comparire sui dizionari sotto forma di neologismi (supercarcere); o profilarsi comeoccasionalismi o mode linguistiche e restare perci escluse dalla codificazione,
soprattutto se il loro significato interamente deducibile dalla scomposizione
morfologica e/o se non appartengono a linguaggi settoriali3 (superpremio ha
decisamente meno chancedi essere codificato rispetto a superalimentazione). La sorte
delle neoformazioni non ha alcun peso sullindice di produttivit dei meccanismi
morfologici poich una parola pu essere possibile, cio rientrare nella competenza
morfologica del parlante, ma non essere elaborata e quindi lessicalizzata: ci che conta eche sia possibile; tale possibilit che si riflette sulleffettiva produttivit di un processo
morfologico. Dressler (cfr. Dressler e Ladnyi 2000 e Dressler 2003) ha proposto una
concezione di produttivit che prescinde totalmente dal dominio della produzione e
delluso linguisticoe che rientra esclusivamente nel livello della competenza:
Secondo questo autore, un procedimento morfologico altamente produttivo se d origine
a un alto numero di parole grammaticalmente accettabili, cio a parole possibili; il fatto che
queste parole vengano effettivamente coniate e utilizzate dipende da fattori di tipopragmatico e sociale che non hanno a che fare con la produttivit in senso stretto. I types e i
tokens effettivamente realizzati in un corpus appartengono al dominio della produzione,
non della competenza, e sono solo una parte delle parole possibili di una lingua; calcolare la
probabilit che una forma complessa compaia nelluso linguistico non corrisponde a
3 I dizionari dedicano ampio spazio al lessico speciale includendo parole tecniche che appaiono incontesti significativi per la nostra vita sociale e culturale (De Mauro, 2007, XII).Dal momento che leparole di ambiti strettamente specialistici sono milioni e milioni (De Mauro, 2007, XIII), il lessicografo
tende ad inserirle con maggior predisposizione rispetto agli occasionalismi
che spesso hanno significatotrasparente e che probabilmente nessuno, neanche chi le ha usate, ripeter (De Mauro, 2007, VII).
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calcolare la produttivit del procedimento che lha generata, perch tale probabilit dipende
da condizioni che esulano dalla competenza grammaticale (Johnson 2007).
Alcuni morfemi, come per esempio i prefissi elativi, registrano unalta applicabilit e
sono perci molto attivi sul piano della formazione delle parole; allalta frequenza di
typescorrisponde, per, una bassa frequenza di tokens, che a sua volta indice di livelli
bassi di lessicalizzazione e alti di occasionalit. Ci significa che i dizionari
sottostimano la produttivit di tali prefissi e che questultima ha ragione di essere
misurata su corpora decisamente pi ampi e aggiornati. Per questi motivi, sar
decisamente pi adeguato un approccio basato su di un corpus giornalistico in virt
dellampia variet di testi, registri e soggetti che lo caratterizzano e per il fatto che, nel
complesso, si dimostra rappresentativo rispetto alla competenza linguistica di un
parlante mediamente acculturato oltre che in costante e continuo aggiornamento (Gaeta
& Ricca, 2003, 66). Volendo semplicemente osservare e confermare una tendenza, non
saranno necessari dati statisticamente precisi perch il computo dei types (le parole
effettivamente prodotte ma non tutte quelle possibili) sar solo una spia della
produttivit dei processi morfologici che interesseranno questo studio, mentre il
computo dei tokens valuter limpatto dei types, dando unidea della stabilit degli
stessi. Nel caso dei prefissi elativi in particolare, vedremo come linnovazione , entrocerti limiti, libera (Renzi 2012, 62) da quella che stata definita supernorma(Sabatini
1985, 178) dellitaliano standard e come essa stessa non sempre corrisponda a nuove
codificazioni lessicali.
Gli studi che segnalano il fenomeno dellelativo (Sabatini 1985; Serianni 2006;
Berruto 2012) sono concordi nel riunire sotto tale termine, o sotto quello di
intensificatori (Cimaglia 2011), tutte le procedure linguistiche che intensificano in
qualunque modo un concetto (Serianni 2006, 184). Anche nel corso di questa ricerca i
due termini saranno da considerarsi equivalenti nonostante esista tra i due fenomeni un
rapporto di subordinazione: lelativizzazione, infatti, corrisponde a uno dei possibili
gradi (quello massimo) dellintensificazione4. In italiano, lelativizzazione pu essere
ottenuta tramite alterazione suffissale (-one o -issimo), intensificazione prefissale
(stracolmo), locutiva o avverbiale (detto e stradetto o estremamente bello),
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Ad un livello inferiore si posizionano lintensificazione ottenuta tramite i suffissi accrescitivi e quellaottenuta tramite i gradi relativi del superlativo.
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reduplicazione nominale (vacanza vacanza), aggettivale (bello bello) e avverbiale (bene
bene). In tutti questi tratti, lintensificazione accompagnata da una dimensione di
soggettivit (Napoli, in corso di stampa) e gli intensificatori possono essere considerati
particular markers of subjectivity, the prime function of which is to index a speakers
perspective/viewpoint/attitude (Athanasiadou 2007, 554). Come gi accennato, una
propriet che viene comunemente considerata tipica dei moduli dellintensificazione
lapplicabilit a basi implicanti nozione di graduabilit (per cui tendenzialmente ad
aggettivi). Eppure, dallo studio condotto, si riscontra una frequente attribuzione del
valore elativo anche a basi non graduabili, come ad esempio i sostantivi. Potrebbe
sembrare opportuno, perci, rivedere la stessa nozione di graduabilit o richiamare la
distinzione che Wierzbicka propone tra nomi prototipici e nomi atipici (1986, 361).Secondo la studiosa, i primi hanno il compito di designare entit concrete e di evocarne
un insieme indefinito di caratteristiche: a questi, perci, non sarebbe possibile attribuire
graduazione, poich non sarebbe chiaro a quale particolare caratteristica ci si stia
riferendo (per esempio il sostantivo uomo); i nomi atipici, invece, si focalizzano su una
particolare caratteristica potendola perci pi facilmente misurare (per esempio il
sostantivo santo). In realt, vedremo come molti moduli formativi restringano la
selezione della base ai soli sostantivi, includendo nella scelta anche i prototipici, e comeperci la restrizione imposta dalla nozione di graduabilit sia stata superata dal processo
di rinnovamento linguistico che ha portato alla definizione dei pi moderni tratti neo-
standard dellitaliano.
La definizione delle principali caratteristiche dei tratti intensificanti non genera
particolari divergenze ma il dibattito si fa pi acceso quando si restringe il campo alla
categorizzazione dei prefissi elativi (arci-, super-, iper-, ecc) - che appartengono,
come vedremo successivamente, alla categoria dei valutativi - tant cheuna soluzione
condivisa - se considerarli primi elementi di composti o semiparole o affissi - sembra
ancora lontana. Tuttavia ritengo che per lintento di questo studio siano fondamentali i
contributi di Grandi e Montermini (2005) e di Iacobini (2004 e 2005), che finiscono per
identificare ununica categoria di affissi valutativi5, comprendente prefissi elativi e
5Cfr. Grandi & Montermini (2005, 277): Considereremo come valutative tutte le strategiemorfologiche utilizzate nelle lingue per esprimere valori semantici collocati lungo la doppia polarit
SMALL vs. BIG (quantitativa) e GOOD vs. BAD (qualitativa). Agli estremi di tali scale si trovano ivalori espressi dallelativo.
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suffissi alterativi, in virt delle comuni propriet semantico-sintattiche, bench i suffissi
si presentino come elementi pi prototipicamente affissali. Nei tipi linguistici con ordine
dei costituenti SVO, infatti, nessuna categoria semantico-funzionale di tipo
derivazionale pare realizzarsi sia prefissalmente che suffissalmente (Grandi,
Montermini 2005, 273), ad eccezione dei principali valori semantici valutativi.
I prefissi valutativi derivano da preposizioni o aggettivi delle lingue classiche, perci
potrebbero essere considerati primi elementi di composti o semiparole. Si tenga
presente, per, che gli elementi composizionali sono forme autonome che godono di
libert posizionale, mentre arci-, iper-estra-non compaiono mai isolati n in posizione
differente da quella iniziale. Le semiparole, invece, sono forme dallo statuto ambiguo
(Grandi & Montermini 2005, 275) che sommano propriet tipiche degli affissi (sonoforme legate) a propriet tipiche delle forme libere, come per esempio la possibilit di
combinarsi tra loro (anglofilo); non tutti i prefissi valutativi possono combinarsi con
altre semiparole (*minifono, *superfiloma macrodattilo) perci saranno esclusi anche
dallambito delle stesse e, nel seguente studio, trattati come prefissi, secondo la pi
comune classificazione basata su criteri semantici.
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2. Metodologia
Per la raccolta dei dati far riferimento principalmente a llarchivio on-line di
Repubblicae a quello storico diLa Stampa(dal 1857 al 2006). Larchivio storico diLa
Stampa comprende le edizioni cartacee a partire dalla sua fondazione. Si tratta di un
patrimonio di informazioni corrispondente a un totale di 1.761.000 pagine dalle quali ho
escluso, tramite gli appositi filtri, le edizioni di Stampa Sera, edita dal 1931 al 1992.
Alcuni articoli risalgono ai primi anni del Novecento perci si ammetta una percentuale
di errore dovuta alle condizioni di conservazione delle pagine originali che, attraverso il
delicato processo di riconoscimento ottico dei caratteri, sono state sottoposte ad una
serie di passaggi di riproduzione che ne hanno sicuramente alterato la leggibilit. Ilcorpusde La Repubblica, invece, comprende circa 380 milioni di parole, appartenenti
ad articoli editi a partire dal 1984 perci decisamente pi affidabile, considerato anche
il suo carattere pi moderno.
Tenendo presente che lo studio vuole dimostrare come il linguaggio della
comunicazione di massa, e in particolare quello della prosa giornalistica, abbia
incrementato, rispetto ai primi del Novecento e in particolare a partire dagli anni
Sessanta, lutilizzo dei moduli elativizzanti e come lincremento della frequenza dei
prefissi elativi sia fortemente caratteristico degli ultimi ventannicirca, sarebbe ideale
poter disporre di archivi strutturalmente identici e relativi allincirca agli ultimi cento,
centoventi anni. In assenza di tale possibilit e considerando che non tutti i fenomeni
analizzati presentano lo stesso grado di acclimatamento - la maggior parte ha concluso il
processo di affermazione; alcuni sono talmente recenti da non autorizzare ipotesi future;
mentre per altri si pu parlare di semplice tendenza del momento - per ogni tipo far
riferimento allarchivio pi adeguato a descriverne lo sviluppo nel tempo; perintenderci, per lanalisi dei prefissi elativipi recenti (come per esempio maxi-o mini-),
consideratone il carattere estremamente innovativo, sarebbe inutile consultare larchivio
storico deLa Stampain riferimento ai primi anni del Novecento. Meglio, invece, quello
deLa Repubblica, che maggiormente recettiva e disponibile ad accogliere e utilizzare
tratti tipicamente riferibili al parlato.
Per questo, nello studio dei fenomeni pi recenti, precisamente quelli sviluppatisi
negli ultimi ventanni circa, mi riferir principalmente allarchivio de La Repubblica,
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che decisamente intuitivo e di facile consultazione per un tipo di approccio sincronico.
Per losservazione in diacronia, invece, preferir larchivio deLa Stampa, anche a causa
di modifiche intervenute nel primo, che andrebbero a falsare i risultati della ricerca 6.
Esempi e citazioni, infine, saranno ripresi indifferentemente dalluno e dallaltro.
Nellidentificazione dei tratti elativi, ho ritenuto opportuno restringere lo studio del
superlativo con suffisso -issimo ai soli casi di eccezione alla norma, che consistono
nelleffettiva innovazione linguistica. Saranno perci analizzate le occorrenze del
superlativo con:
aggettivi di relazione: in particolare gli etnici di nazionalit, che non esprimono
qualit intensificabili (italianissimo, americanissimo,ecc) aggettivi che gi includono un valore elativo (eccellentissimo)
superlativi irregolari (celebrissimo, ottimissimo, minimissimo, ecc)
sostantivi (poltronissima, governissimo,ecc)
nomi propri (Massimissimo, Tottissimo,ecc)
deantroponimici (berlusconianissimo, prodianissimo,ecc)
alcuni tipi particolari di participio passato (mortissimo, rottissimo,ecc)
Tutti i casi di intensificazione tramite suffisso -issimosono sufficientemente acclimatati
e per tutti se ne registra un utilizzo da parte della prosa giornalistica gi negli anni
Cinquanta; per questo, nella rilevazione delle occorrenze, far riferimento
principalmente allarchivio de La Stampa. Altrettanto rilevanti saranno gli utilizzi del
suffisso isolato, soggetto a lessicalizzazione. In questo caso, la ricerca stata complicata
dal fatto cheIssimo anche la marca di una miscela di caff (Illy Issimo), il nome di un
ristorante, di una catena di supermercati, di unagenzia viaggi, di un festival e di unalcune manifestazioni sportive e, perci, molte volte, compare in articoli promozionali o
di cronaca locale; ragion per cui stata necessaria lesclusione di tali occorrenze e
lidentificazione dei soli casi significativi. La ricerca dellelativo dei nomi propri stata
ispirata dal tipo Federerissimo, incontrato casualmente durante lesame relativo al
6 La Repubblica, a partire dal Duemila, aggiunge allarchivio le sezioni regionali, incrementando
notevolmente il numero degli articoli consultabili rispetto agli anni precedenti e, di conseguenza, ilnumero delle occorrenze dei termini ricercati. Questo vale anche per parole il cui improvviso proliferare
non sarebbe giustificato dalle dinamiche di innovazione linguistica. Per esempio, per casa, nel 1999 siregistrano 9.872 occorrenze, mentre appena un anno dopo 42.422.
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suffisso isolato, ed stata condotta su entrambe le testate. Federerissimo ha
immediatamente richiamato alla mente, per analogia contestuale e funzionale,
laccrescitivo Pupone, che il soprannome con cui viene chiamato il calciatore
Francesco Totti. I suffissi -onedi Puponee -issimodi Federerissimo, condividendo il
valore elativo-esaltativo, hanno inevitabilmente sollecitato linterrogazione degli archivi
circa leventuale presenza dellelativo Tottissimo, poi confermata. La stessa ricerca
stata condotta dopo aver individuato alcuni nomi di personaggi pubblici che si sono
distinti nellambito della politica, del calcio o dello spettacolo. Non per tutti stato
trovato un equivalente in -issimo: dati ed eventuali approfondimenti saranno discussi nel
capitolo dedicato ai nomi propri. Si tenga presente che lanalisi, inizialmente esclusa
dallo studio per la difficolt di reperimento dei dati7, ha fornito risultati che rispecchianola tendenza allelativizzazionepur riguardando una ristretta percentuale del campione
(che coincide con linsieme dei nomi propri dellitaliano).
Nellanalisi dei fatti di alterazione per mezzo del suffisso accrescitivo -one, che
riguarderanno in particolare la derivazione aggettivale, la derivazione sostantivale e
quella verbale si far riferimento allarchivio de La Stampa. Bench laccrescitivo
conferisca alla base una denotazione fissa in termini dimensionali (Merlini Barbaresi2004, 264), spesso utilizzato sia in sostituzione del superlativo, soprattutto nel caso dei
sostantivi che non prevedono la formazione elativa in quanto prototipici, sia
sinonimicamente a questultima.
Passando ai metodi pi propriamente intensificatori, le reduplicazioni aggettivale
(bello bello), nominale (vacanza vacanza) e avverbiale (bene bene) saranno indagate su
entrambe le testate e precederanno la ricerca e lanalisi dettagliata dei prefissi ela tivi
(arci-, extra-, giga-, iper-, macro-, maxi-, mega-, micro-, mini-, nano- super-, stra-,
ultra- ). Per ogni prefisso, la funzione elativa andr naturalmente tenuta distinta da
quella prettamente etimologica, se differenti (per esempio, la funzione etimologica di
extra-in extraterritorialeandr tenuta distinta da quella elativa di extralusso). In questo
caso, per registrare il numero delle occorrenze, consulter larchivio storico de La
7Per ottenere unanalisi ottimale, avrei dovuto ricercare la forma elativa di tutti i nomi propri italiani ma
questo avrebbe comportato un considerevole dispendio di tempo in rapporto agli scarsi risultati che avreiottenuto.
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Stampa e confronter i dati ottenuti con quello de La Repubblica, al fine di descrivere
levoluzione nel tempo di ogni prefisso elativo, di dimostrarne i caratteri innovativi e la
recente comparsa sulle pagine dei giornali.
Non potranno mancare cenni sullintensificazione avverbiale (estremamente,
quanto mai) e su locuzioni elative, alcune suggerite da studi precedenti, altre riscontrate
personalmente (con la A maiuscola, detto ridetto stradetto).
Nei casi di prefissazione, la ricerca si concentrer su quelle neo-formazioni che
sono entrate a far parte del repertorio linguistico grazie alla prosa giornalistica
(ipermaggioritario piuttosto che iperalimentazione); chiaramente escluder i prefissi
che non esprimono un valore tipicamente elativo, come quelli iterativi (ri-) o confunzione moltiplicativa (multi-, poli-). Saranno esclusi anche i prefissi di grandezza e
quantit minore (sotto- e sub-). Il carattere elativo di questi prefissi non
etimologicamente giustificato (come accade invece per maxi- e mini-) n
immediatamente percepibile; i significati con i quali appaiono pi frequentemente,
infatti, sotto quello locativo (subalpino), quello appartenente alla terminologia
scientifica che indica somiglianza (subcilindrico), quello attenuativo (subcosciente o
subacuto) e quello subordinativo (subaffitto). Solo in un numero decisamente inferioredi casi esprimono inferiorit di grado, come ad esempio nel frequente tipo sottopagato.
Nellespressione dinferiorit, inoltre, implicito un valore indicativamente
quantificabile (sottopagato sta per pagato meno del dovuto, dove a dovuto si pu
attribuire un valore monetario approssimativo, per esempio un migliaio di euro) e
certamente ricavabile dal contesto, fatto che esclude questi prefissi dalla sfera semantica
dellelativizzazione.
Per non appesantire ulteriormente lanalisi, ho condotto lindagine servendomi
quasi esclusivamente del genere maschile; non mancheranno osservazioni e annotazioni
riguardanti le forme di genere femminile, ma riguarderanno esclusivamente
comportamenti peculiari o comunque differenti da quelli registrati per le forme
maschili.
Nella parte conclusiva dello studio, le occorrenze dei prefissi che identificher
come pi prototicamente elativi (e cio arci-, iper-, stra-, super- e ultra-) saranno
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suddivise tra types e tokens al fine di valutare approssimativamente il loro indice di
produttivit e confermare la teoria dalla quale ha preso spunto questo studio ovvero
quella relativa alla recente tendenza allelativizzazione dellitaliano neo-standard.
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3. Analisi delle occorrenze del suffisso -issimo
Il superlativo assoluto intensifica al grado massimo laggettivo o lavverbio cui si
applica. In italiano si pu formare sia sinteticamente che analiticamente: nel primo caso,tramite il suffisso -issimoo i prefissi elativi; nel secondo, per mezzo della modificazione
avverbiale o tramite reduplicazione espressiva o, ancora, grazie allutilizzo di alcune
locuzioni. Nei casi di estensione semantica, pu essere espresso anche per mezzo del
suffisso accrescitivo -one.
Come gi anticipato, ho ritenuto opportuno restringere lo studio del superlativo
con suffisso -issimoai soli casi di eccezione alla norma, che consistono nelleffettiva
innovazione linguistica, la cui analisi rispecchia lo scopo ultimo di questa ricerca.
Luso grammaticalmenteaccettato del suffisso prevede che questo si leghi a basi
aggettivali, a participi passati e a espressioni avverbiali purch esprimano valori
intrinsecamente graduabili. Del resto, se il superlativo assoluto corrisponde
allespressione del pi alto tra i gradi di una scala qualitativa, non pu prescindere dalla
graduabilit stessa; eppure in molte formazioni contemporanee compare anche con basi
non graduabili. Inoltre, mediante il confronto con la lingua letteraria dei secoli passati,
si registrano impieghi del superlativo che oggi sono considerati agrammaticali ma che
un tempo venivano comunemente accettati quando non addirittura consigliati. Per
esempio, non era inconsueto che lavverbio moltoprecedesse la forma superlativa di un
aggettivo, come in un pulcino di molto bianchissimo colore (Salvi & Renzi, 2010,
291) cos come molto frequente era il tipo eccellentissimo: nelle formule onorifiche
veniva preferita luscita in superlativo rispetto a quella non marcata, mentre alcune
Grammatiche contemporanee, considerando il valore elativo intrinseco ad eccellente,ne
hanno delegittimato la forma suffissata. Bench ne venga sconsigliato limpiego, il tipo
eccellentissimoprosegue con la sua diffusione e oggi si ritrova nel linguaggio parlato, in
quello scritto della comunicazione mediatica, anteposto a sostantivi di ogni genere e in
espressioni informali. In alcune occorrenze con il participio passato, poi, il suffisso -
issimo assume un significato particolare, implicando irrevocabilit di alcuni eventi
(Paolo guaritissimo) o pluralit di partecipanti (questa hit ballatissima) pi che
intensificazione di qualit in senso stretto. Nel caso in cui il suffisso evochi pluralit di
partecipanti anche possibile dare allenunciato una contemporanea interpretazione
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temporale in senso iterativo (Domenica colera, acqua e sapone sono state parole
usatissime8). Per analizzare le diverse sfumature semantiche del suffisso, sar necessario
approfondire il concetto di struttura scalare e introdurre quello di variazione scalare (cfr.
scalar changeNapoli, 2013). Un immediato riferimento invece opportuno rispetto al
concetto di subjectification9 secondo il quale luso reiterato di forme o costruzioni
esprimenti significati concreti e oggettivi (tra cui il morfema -issimo, che ha
originariamente un valore oggettivo poich denota quantit o qualit di grado massimo)
pu comportare un incremento delle funzioni astratte e pragmatiche delle stesse, un
passaggio da una dimensione reale [] ad una pi astratta, come quella legata alle
funzioni di valutazione e intensificazione (Napoli, in corso di stampa) che non sono
altro che strumenti di espressivit linguistica. La parziale ma continua riduzionedellintransigenza normativa dellitaliano standard ha favorito un incremento
dellespressivit linguistica - perci anche la diffusione di questi elativi dal
comportamento singolare, tra cui spiccano in particolar modo i prefissi elativi -
intaccando il linguaggio della comunicazione mediatica e caratterizzandolo in modo del
tutto peculiare.
8Lesempio suggerito da Napoli (2013, 109-110) e ripreso da un brano tratto daLa Repubblica.9
Per la nozione disubjectificationho fatto principalmente riferimento allarticolo di Maria Napoli (2013),che rimanda a sua volta a Traugott (2010).
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3.1 Etnici di nazionalit
Un interessante caso riguarda gli aggettivi di relazione, in particolare gli etnici di
nazionalit. Dal toponimo, tramite suffissazione, si ottiene laggettivo denominale (inquesto caso letnico) dal quale si ricava il superlativo: Italia italiano
italianissimo. Il fatto che letnico di nazionalit non implichi un valore possibilmente
graduabile e rientri perci nella classe dei nomi prototipici, non ha arrestato il processo
dintensificazione del concetto. Questo tipo di formazione si avvalso di
unintensificazione metaforica o contestuale (Merlini Barbaresi 2004, 448-449) che
ha permesso di quantificare tutti i tratti evocati dal sostantivo e di riassumerli sotto il
concetto di nazionalit, che sarebbe altrimenti inquantificabile. Consultando larchiviostorico deLa Stampasi registra un dilagare di occorrenze di italianissimonegli anni del
ventennio bellico, a cui segue un calo significativo, che precede, a sua volta, una
riproposizione delletnico in -issimotra la gli anni Ottanta e i primi anni del XXI secolo:
Sulla base di questi dati, si pu sostenere lacclimatamento del termine nonch un suo
pi recente riutilizzo. Questa forma ha funzionato da inputper lelativizzazione di altri
etnici di nazionalit, in particolare di alcuni tra i pi rilevanti per la prosa giornalistica
italiana (americano, francese e inglese). Tutti e tre i superlativi - americanissimo,
francesissimo, inglesissimo- registrano un maggior numero di occorrenze a partire dagli
3 722
219
3616 20 26
41
285
125138
0
50
100
150
200
250
300
1890 1920 1980 2000
italianissimo
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anni 80/90e riconfermano tale frequenza nel decennio successivo, come dimostrano i
grafici10:
10I valori degli assiydei grafici sono stati assegnati in base al numero massimo di occorrenze riscontrato
per italianissimo (circa 300) di modo che fosse visibile la differenza dimpiego rispetto alletnico pifrequente.
2 2 3 13 11 8 6 325 33
44 35
0
50
100
150
200
250300
1890 1920 1970 1990
americanissimo
0 1 0 0 1 0 0 0 2 224 30
0
50
100
150
200
250
300
1890 1930 1970 2000
francesissimo
0 0 1 0 5 1 0 3 5 627 21
0
50100
150
200
250
300
1890 1930 1970 1990
inglesissimo
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Comprensibilmente, italianissimo a registrare il maggior numero di occorrenze in
assoluto, comparendo per la prima volta su La Stampa nellagosto del 1873, in
riferimento a tal Antonio Bresciani, italianissimo di lingua (La Stampa, 11 agosto
1873, 1). Negli anni successivi si ritrova soprattutto nelle sezioni di Sport e Spettacolo,
mentre nellultimo decennioviene principalmente utilizzato come tratto distintivo dei
maggiori marchi di moda italiana, in segno di riscatto e di emancipazione dalle grandi
multinazionali americane e francesi. Del resto,
nel significato di italianit usato enfaticamente per indicare qualcosa di prettamente
italiano o un forte sentimento di identit nazionale (Cfr. Dizionario Treccani on-line).
proprio il sentimentodi italianit ad essere metaforicamente elativizzato, fatto che ancora pi eclatante nellunica espressione avverbiale riscontrata allitalianissima. Non
particolarmente rilevante il confronto con il sostantivo femminile che registra, per
tutto larco temporale, la met delle occorrenze.
3.2 Superlativi irregolari
Un caso altrettanto degno di nota riguarda i superlativi irregolari. Sebbene le
forme celebrissimo e miserissimo siano comunemente accettate, il loro impiego in
ambito giornalistico estremamente limitato, spesso virgolettato o quasi sempre
riferibile a citazioni o a interviste. Un duetto celebrissimo (La Repubblica, 6
dicembre 2007, 51); miserissimisono uno stipendio (La Repubblica, 2 dicembre 2011,
44), un balletto (La Repubblica, 6 ottobre 1987, 1), un materasso vecchissimo sudicio
(La Repubblica, 13 ottobre 2007, 1), uno stile di vita (La Stampa, 11 febbraio 1966, 13)
e un omaggio (La Stampa, 2 novembre 2002, 37).
Per la frequenza piuttosto rara di queste forme, lo stile adottato dai quotidiani si
dimostra molto pi conforme alla norma dello standard, pur accettando,
contemporaneamente, lulteriore elativizzazione in -issimodi ottimoe minimo. Infatti, si
ritrovano occorrenze di ottimissimo e minimissimo, soprattutto negli anni Cinquanta e
Sessanta, come evidente dai grafici:
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Ottimissimotrova spesso applicazione nelle pagine dedicate allo Sport - o perch
frutto di trascrizione di interviste o perch scelto appositamente dal commentatore - ma
pu apparire anche su rubriche di approfondimento culturale o su articoli di cronaca
locale:
Lunica nostra pecca stata il gol subito, poi abbiamo tenuto il campo e comunque
abbiamo fatto un ottimissimo primo tempo. Ottimissimo Novellino a mettere Zauli
dallinizio [] (La Repubblica, 19 settembre 2005, 14);
Ancelotti: beata Juve. Novellino euforico: primo tempo ottimissimo (La Stampa, 19
settembre 2005, 14);
Questanno ha messo insieme un buon attacco, anzi ottimissimo (La Repubblica, 15febbraio 2011, 68);
Lerner un giornalista ottimo, ottimissimo (La Stampa, 17 giugno 2000, 3);
[] il presidente della Provincia regionale Matera ha esclamato: A me questo cartello
sembra ottimissimo (La Stampa, 20 settembre 2002, 14).
Limprovviso aumento delle occorrenze di minimissimo in corrispondenza degli anniSessanta, invece, dipende dallinserimento su La Stampa dellinserto Annunci
economici, rimosso qualche anno dopo. naturale che il termine abbia riscosso
successo nellambito della compravendita: richiamando lidea del risparmio assoluto
(minimissimo rateo, minimissima spesa, ecc..), attira lattenzione del lettore in cerca
dellaffare. Dallarchivio de La Repubblicariscontro altre nove occorrenze, su articoli
sportivi, di cronaca e di politica. Ne cito due in particolare che si distinguono perch
situate ai poli opposti della dimensione dei sottocodici sullasse diafasico: da un lato, un
04 4 6
14 12
2835
30
17
3
0
10
20
30
40
1890 1930 1960 1990
ottimissimo
0 2 4 4 5 1 10
109
347 4 2
0
50
100
150
1890 1930 1960 1990
minimissimo
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passo tratto da un articolo redatto in sottocodice scientifico, che descrive il fascino della
metafisica delle particelle; dallaltro, poche righe riprese da un lungo commiato a
Franco Lucentini, tutto romanzato e aderente al massimo alla supernorma letteraria, non
fosse che per la quantit, in proporzione sorprendente ma comunque studiata, di
superlativi in -issimo:
Qualche volta si verifica la collisione di un elettrone e di un positrone; ed entrambi si
annichilano in un lampo incandescente di energia. Questo evento minimissimo nel
sottosuolo di Ginevra riproduce quello che accadde, un istante dopo il Big Bang [] (La
Repubblica, 28 settembre 2010, 59);
Sul suo tavolo Lucentini teneva due oggetti amatissimi: un cannocchiale da marina con
cui contemplare le stelle, e un microscopio ottocentesco con cui osservare i lombrichi, i
vermi, le amebe, le formiche, i coleotteri. Non gli piaceva che il lontanissimo e il
vicinissimo, il grandissimo e il minimissimo: detestava ci che sta in mezzo [] (La
Repubblica, 28 settembre 2006, 56).
Dal numero esiguo di occorrenze riscontrate, si pu affermare che la tendenza
allelativizzazione e lattitudine allamplificazione dei concetti proprie del linguaggio
giornalistico riguardano solo marginalmente le forme gi etimologicamente superlative.
Le sole tre occorrenze di massimissimo (tra Stampae Repubblica), infatti, avvaloranoquesta tesi, la cui unica eccezione data dal diverso comportamento di eccellente(vedi
paragrafo successivo). Pi comuni, invece, gli impieghi nella letteratura moderna, come
testimoniato dalla Lessicografia della Crusca on-line11e quelli nel linguaggio informale,
che trova ormai ampia applicazione sul web: da un forum cinematografico ricavo un
ottimo esempio nella frase Cordero ha davverissimo tratto il massimissimo dal
minimissimoche aveva a diposizione12.
3.2.1 Il tipo eccellentissimo
Un discorso a parte va affrontato nel caso di eccellente. La forma non marcata
possiede gi valore elativo perci luscita in -issimo sarebbe illegittima secondo il
canone dellitaliano standard. Eppure, eccellentissimo si diffonde nelle formule
11Cfr. voci ottimissimo e minimissimosulla Lessicografia della Crusca on-line.12Disponibile allindirizzohttp://www.i400calci.com/2013/07/europa-report-ho-visto-le-lucine,data di
consultazione 23 dicembre 2013.
http://www.i400calci.com/2013/07/europa-report-ho-visto-le-lucinehttp://www.i400calci.com/2013/07/europa-report-ho-visto-le-lucinehttp://www.i400calci.com/2013/07/europa-report-ho-visto-le-lucinehttp://www.i400calci.com/2013/07/europa-report-ho-visto-le-lucine -
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onorifiche e si sviluppa parallelamente a eccellentecreando una sorta di divario di grado
tra le due forme tant che oggi, la maggior parte dei dizionari13considera eccellente
come aggettivo qualificativo semplice e lo definisce come persona che superiore a
ogni altra del suo genere per meriti, qualit e simili (Hoepli); la definizione stessa
individua un divario di grado tra eccellenteed eccellentissimo, laddove suggerisce per il
primo una sorta di comparazione di maggioranza (la persona superiore ad ogni altra)
mentre il superlativo assoluto intensifica a un massimo grado ma senza riferimento
alcuno a termini di paragone (Gaeta, 2011, 1431-1432). La confusione cresce quando,
nelle stesse definizioni di eccellente (fatta eccezione per quella dello Zingarelli), si
ritrova suggerita la forma sinonimica ottimo, che innegabilmente superlativa. La
proposta di sinonimia con un superlativo contrasta con la decisione di considerarelaggettivo come un qualificativo semplice e trascura alcuni dei suoi pi moderni
impieghi che gli stessi dizionari ricavano dal linguaggio giornalistico contemporaneo,
ossia quelli relativi a persone particolarmente importanti coinvolte in fatti negativi e
criminosi (cfr. voce sul DISC). Il superlativo eccellentissimoviene cos considerato
come appartenente a variet marcata in diacronia e diafasia e relegato allimpiego nelle
antiche formule onorifiche; spesso ne viene affermato il declino14, ma il calcolo delle
occorrenze sin dai primi numeri de La Stampa registra ciclicamente cali piuttostocontenuti, quindi non autorizza tal supposizione:
13DISC 1997, Treccani, Hoepli 2011, Zingarelli 2010.14
Il DISC, per esempio, riporta eccellentissimo: appellativo onorifico che un tempo spettava a sovrani epersonaggi dotati di grande autorit; oggi usato raramente in segno di deferenza. sec XIV.
79
57 52
86
99
3547
57
25
36 40
0
20
40
60
80
100
120
1890 1930 1960 1990
eccellentissimo
-
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Negli ultimi anni (dal 2010 al 2013), le occorrenze di eccellentissimo si concentrano
nellambito dello sport (eccellentissimo tecnico) e dello spettacolo (eccellentissimo
quartetto). La cronaca, invece, in linea con quanto poco sopra affermato, utilizza il
termine esclusivamente nei casi di eccellentissimiarrestati o testimoni. Segnalo luogo di
potere eccellentissimo (La Repubblica, 8 agosto 1997, 4) come unica occorrenza
riscontrata insieme a un elemento di significato locativo: in tutti gli altri casi, infatti,
laggettivo mantiene loriginale riferimento a nomi di persona: anche nel caso di
eccellentissimo omicidio o del gi citato quartetto, il riferimento da intendersi,
metonimicamente, alla vittima e al gruppo di musicisti.
3.3 Lessicalizzazione del suffissoissimo
Lestrema produttivit del morfema -issimo ha autorizzato, seppur in casi
piuttosto rari, un primo avvioalla lessicalizzazione del suffisso stesso. Lo definisco
primo avvio poich litaliano contemporaneo non prevede la sua effettiva
codificazione nel lessico, che corrisponderebbe alla fase finale del processo diacronico
in questione. Il suo impiego in qualit di aggettivo isolato, per, potrebbe essereconsiderato come avvio del processo, nonostante sia impossibile ipotizzarne una sua
futura affermazione.
Le occorrenze del morfema sono distribuite in maniera omogenea dallinizio del
Novecento fino ai giorni nostri, ma non tutte testimoniano il suo impiego nello scritto
dei media. Infatti, come gi accennato, issimo anche il nome di una marca di caff
(Illy Issimo), di un ristorante, di una catena di supermercati, di unagenzia viaggi, di un
festival e di alcune manifestazioni sportive. Queste occorrenze non verrannoconsiderate; tuttavia, indicano che il processo che ha portato allautonomia del morfema
e alla sua integrazione nel lessico dei mediaha preso avvio da contesti pubblicitari e di
mercato. Del resto, la scelta del nome Issimofunziona come ottima reclame: sottolinea
leccezionalit di prodotti o servizi e li distingue rispetto agli altri, facendoli emergere.
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quasi certamente da questi usi che il fenomeno riceve lo spunto per affermarsi e
diventare pratica comune nella prosa giornalistica.
Laffermarsi della pratica nel sottocodice consente di delineare tre fasi
successive di lessicalizzazione, per ognuna delle quali fornir qualche esempio. La
prima fase consiste di espressioni metalinguistiche, nelle quali il morfema viene citatoin quanto suffisso:
-issimo il suffisso morandiano per eccellenza (La Stampa.it, 13 febbraio 2013);
Come accoglierebbe Levi la filastrocca dedicatagli da Emilio Jona se non rinnovando il
suo elogio del dialetto piemontese? Amo questo dialetto, che pure non contiene il verbo
amare [...] Prima che sia troppo tardi, vorrei dirne le lodi [...] Noi non abbiamo mai
accettato la desinenza barocca -issimo del superlativo latino e italiano. Non ne abbiamo
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bisogno [...] Non possiamo, e non vogliamo, dire che una ragazza bellissima, diciamo che
bella come un fiore. Esageroma nen... (La Stampa, 16 settembre 2007, 47);
Leffetto scenografico deve essere notevole se si pensa che il sindaco Franco Rocca non
lesina aggettivi superlativi, tanto da arrivare a parlare, dopo diversi -issimo, di spettacolo
unico al mondo. (La Stampa, 6 settembre 2001, 37);
un governo che sia -one o -issimoprobabilmente andrebbe benissimo: a nessuno salti il
ticchio di farlo -ino o -icchio (ma se una volta o laltra la fin-issimo?) (La Stampa, 21
gennaio 1996, 3).
Non sono rari i casi di reduplicazione del morfema, sempre considerato nella sua
funzione di suffisso: moltissimo issimo issimo (La Stampa, 17 giugno 1995, 4);
griffatissimo issimo issimo (La Stampa, 16 marzo 2004, 57); grandissimo -issimoa
livello mondiale (La Stampa, 30 agosto 2008, 40), qui con lulteriore apposizione
intensificativa della locuzione a livello mondiale15; incazzissimo (La Repubblica,
4 dicembre 2007, 8 e La Repubblica, 5 agosto 2007, 7). In questultimo caso,
lisolamento del suffisso ovvia conseguenza della censura apportata allintervista, ma
effettivamente loccorrenza rientra nel tipo comunissimo di superlativo assoluto
aggettivale.
Nella seconda fase, -issimoacquisisce autonomia semantica, accorpando su di s
un insieme indefinito di qualit implicite ma comunque intuibili dal contesto,
profilandosi come elemento prototipico della serie aggettivale che evoca.
Sono in quattro, studentesse quindicenni dellAndrea Doria, biondissime, piccolissime,
abbronzatissime. Escono di corsa dalla Berio, una loro amica di passaggio in Via XII
Ottobre ha segnalato la presenza di uno degli idoli del momento: palestratissimo,
lampadatissimo e bellissimo (fosse per loro gli issimo non finirebbero mai) (La
Repubblica,1 giugno 2005, 14);
Biondissimo, bellissimo (per il bravissimo ci sar tempo), un campionario di issimo (La
Repubblica, 20 luglio 2005, 14);
15
La locuzione, pur circoscrivendo uno spazio delimitato - anche se di significativa estensione - suppliscespesso a forme di superlativo assoluto.
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mentre Marzia sta studiando con il veterinario il sistema per passare alla omeopatia,
continuiamo a visualizzarlo in issimo: dolcissimo, affettuosissimo, allegrissimo e
golosissimo (La Repubblica, 27 maggio 2013, 13);
Nellultima fase il suffisso viene lessicalizzato, ma il frequente utilizzo della
virgolettatura rispecchia la cautela nel sancirne la lessicalizzazione. Chiaramente, il
fenomeno trova spazio nelle sezioni pi innovative dei quotidiani, in particolare nello
Sport, nello Spettacolo e nelle rubriche dapprofondimento ed piuttosto recente, anche
se la prima attestazione risale al 1988, dove le virgolette contrastano con la scelta di
proporre il nuovo impiego del suffisso nel titolo dellarticolo, in primissimo piano:
Lo spunto dipende certamente dal nome dello spettacolo, che non a caso Issimo, ma il
giornalista gioca con la doppia referenza del suffisso: da un lato, il nome dello
spettacolo, appunto; dallaltro il fatto di qualificarlo contemporaneamente come
superlativo. Qui di seguito, altri esempi di lessicalizzazione di issimo, in ordine di
occorrenza:
ecco pronto il Busi sbilanciatore, issimoper definizione (La Stampa, 2 luglio 1993, 4);
E tuttavia, almeno ieri, David Nalbandian si issato al livello di un Federerissimo menoissimodel solito (La Repubblica,14 maggio 2006, 60);
LAntartide non ha mezze misure, ha solo degli estremi solo issimo (La Repubblica,21
luglio 2000, 13).
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3.4 Sostantivi in -issimo
Campionissimo, finalissima, fedelissimosono i casi di intensificazione nominale
attualmente pi frequenti sulle pagine dei quotidiani. Il fenomeno dellelativizzazionesostantivale si riscontra sin dagli anni Venti del Novecento e la sua diffusione , ancora
oggi, in costante crescita:
Tra tutte le procedure elativizzanti, quella agente sui sostantivi si pu considerare la pi
naturale, considerata lestrema affinit che intercorre tra aggettivi e nomi e che consente
agli uni di sostantivarsi, agli altri di aggettivarsi. Tuttavia, secondo la norma
dellitaliano standard, un sostantivo prototipico (come poltrona) ha la funzione
semantica di indicare una determinata realt/entit ma non quella di qualificarla, che
propria dellaggettivo; un sostantivo prototipico non , perci, graduabile e come tale
non potrebbe elativizzarsi. Diverso il caso di fedelissimo o campionissimo che,derivando da un aggettivo, si possono considerare appartenenti alla classe degli atipici,
ai quali possibile applicare la nozione di graduabilit. Linnovazione in questo tipo di
procedura consiste nel superamento della restrizione normativa, che consente di affidare
al sostantivo prototipico una delle caratteristiche proprie dellaggettivo.
Il linguaggio giornalistico fa ampio uso dellelativizzazione nominale, tant che
alcuni sostantivi in -issimosono ufficialmente entrati a far parte del lessico della lingua
2.437
6.322
10.206
3.393
1890 1930 1950 1990
fedelissimo campionissimo finalissima
-
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italiana. I tre scelti - campionissimo, finalissima, fedelissimo(qui chiaramente nelluso
sostantivato) - ne sono un esempio lampante. Il fenomeno estremamente frequente,
soprattutto a partire dagli anni Novanta, e questo autorizza a parlarne in termini di
tendenza piuttosto affermata rispetto al secolo scorso, anche considerando che oggi non
prevede particolari restrizioni (troviamo governissimi, partitissime, poltronissime,
presidentissimie addirittura casi di nomi propri al superlativo) ma che in passato le sue
occorrenze erano limitate a pochissimi tipi. Luso sostantivato difedelissimo, per
esempio, si ritrova gi nelle formule onorifiche (cfr. Vocabolario Treccani on-line: del
superlativofedelissimosono da notare due usi particolari: storicamente, titolo onorifico
concesso dal papa Benedetto XIV a Giovanni V Re del Portogallo e ai suoi successori;
per antonomasia, la fedelissima, lArma dei Carabinieri) ma il suo impiego si dilataquando comincia ad occorrere in contesti ideologici, politici e culturali, ampliando il
suo spettro dazione soprattutto a partire dagli anni Novanta del Novecento, come
evidente dal grafico sopra riportato e dagli esempi sottostanti:
[] Craxi; che avrebbe per preferito, per il vertice della Rai, abbinare alla presidenza
socialista di un cattolico la vicepresidenza di un fedelissimo (La Repubblica, 2 novembre
1985, 7);
Il Padrino tenta lultima beffa. Tradito da un fedelissimo. Se avr lergastolo la mafia
morir con lui (La Stampa, 21 gennaio 1992, 1);
Assassinato unfedelissimodi Milosevic (La Stampa,26 aprile 2000, 9);
Unfedelissimodi Bush controller Wall Street (La Stampa, 3 giugno 2005, 19);
Roma:fedelissimodi Alemanno confermato dal governo (La Stampa, 1 agosto 2012, ?);
Il fedelissimo di Renzi incassa per il sostegno di molti esponenti politici (La
Repubblica, 13 dicembre 2013, 6).
Tramite unanalisi pi approfondita, ho rilevato che le occorrenze del superlativo con
valore nominale aumentano nel corso tempo rispetto a quelle con valore aggettivale (nel
1950 il rapporto di uno a sette, nel 1992 di uno a quattro e passa a uno a tre nel
2013), il che certifica il recente incremento del fenomeno dellelativizzazione
sostantivale e permette di ipotizzarne una sempre maggior frequenza a scapito di quella
aggettivale, almeno per quanto riguarda la formafedelissimo.
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Campionissimo e finalissima, a differenza di fedelissimo, si possono considerare
vere e proprie innovazioni del linguaggio giornalistico, in particolar modo della cronaca
sportiva. Per entrambi si pu considerare concluso il processo di lessicalizzazione, dal
momento che tutti i principali dizionari16li includono nel lessico della lingua italiana,
non omettendo le relative prime datazioni: 1931 per il superlativo di campione, 1939 per
quello difinale.
Negli anni Trenta, Fausto Coppi divenne il Campionissimoper eccellenza grazie
alle sue imprese ciclistiche; a ben guardare, per, il lemma andrebbe retrodatato.
Sullarchivio deLa Stampa, infatti, la prima attestazione risale al 191917in riferimento a
Costante Girardengo, ciclista di gran fama che in quellanno collezion una serie di
successi consecutivi e, insieme, il meritato appellativo che lo accompagn per tutta la
carriera. La divergenza tra le due date dipende probabilmente dal fatto che, nei primi
anni, il termine veniva utilizzato esclusivamente in riferimento a Girardengo; i successi
di Coppi a pochi anni di distanza gli consentirono di aggiudicarsi lo stesso appellativo,
che per cominci a diffondersi anche in altri contesti e in relazione ad altri atleti
eccellenti. Probabilmente, il processo di lessicalizzazione di campionissimofu innescato
solo negli anni di Coppi ed per questo che la datazione posteriore 18. Oggi il termine
prolifera tra gli articoli sportivi, ma non sono rare attestazioni in sezioni di politica
estera, di spettacolo e di affari e finanza:
la nuova guerra dei mondi: la guerra dei mondi hitech. Apple contro Google. Google
contro Amazon. Amazon contro Facebook. Tutti contro tutti nel grande conflitto globale
della tecnologia [] Pronti a sfidarsi nella corsa a quattro che ha gi lasciato indietro un
campionissimo. Gi: che fine ha fatto Microsoft? (La Repubblica, 27 dicembre 2012, 1);
[] Bill Bradley, e dopo di lui da un campionissimo della politica, Bill Clinton (La
Repubblica, 26 marzo 2012, 1);
[...] questo era quel simpaticone di Fiorello. Suo figlio Beppe ne orgoglioso.
Quarantadue anni, nove in meno del campionissimoRosario (La Repubblica, 27 novembre
2011, 10);
16Per le datazioni ho fatto riferimento al DISC, allo Zingarelli 2010 e al GRADIT.17 La notizia data dalla Gazzetta dello Sport che il campionissimo Girardengo ha deciso di non
partecipare al Giro di Francia stata appresa con rammarico da tutti gli appassionati di ciclismo (LaStampa, 22 giugno 1919, 2).18
A differenza dei dizionari citati, lEnciclopedia Treccani on-line dedica una pagina a CostanteGirardengo definendolo correttamente il Campionissimo.
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Canio reagisce alle rigidezze paterne divenendo una specie di buffone irredento, e un
campione della tv commerciale pi spensierata e culturalmente deplorevole. Un
campionissimo, anzi. (La Repubblica, 7 ottobre 2010, 7).
Le stesse considerazioni valgono per finalissima: la datazione risale al 1939, ma il
lemma attestato gi a partire dai primi anni del Novecento, come dimostra il titolo
sottostante estratto daLa Stampadel 2 giugno 1913:
Si tenga presente che il termine fu appositamente adottato nel 1912-1913 per indicareuna precisa fase del campionato di calcio italiano: gli incontri conclusivi fra i campioni
del Nord e quelli del Sud presero il nome di Girone Finalissimo, o semplicemente di
finalissima (cfr. vocefinalissimasu Wikipedia). Nel 1925 il governo fascista stabil la
riorganizzazione del campionato che contemplava labolizione della finalissima a
seguito della quale lespressione si generalizz. La considerevole diffusione del termine
potrebbe aver funzionato da incentivo per lespansionedel sinonimicopartitissima, che
datato 1964 ma di cui trovo una prima attestazione risalente al 194319. Limitati alla
cronaca sportiva fino alla fine degli anni Novanta - Partitissima anche il titolo di un
programma televisivo che and in onda nel 1967 - i loro impieghi cominciano ad
affiorare nel linguaggio metaforico scelto appositamente per la redazione di alcuni
articoli di politica interna e, pi precisamente, nei racconti o nei commenti alle vicende
elettorali, facilmente assimilabili a competizioni sportive:
19
Ventimila persone sugli spalti, il primato degli incassi battuto da lontano, unatmo sfera accesa, dapartitissima (La Stampa, 25 gennaio 1943, 2).
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Tra una settimana la finalissima della politica milanese. Pisapia come Mou: riuscir avincere il titulodi sindaco? (La Stampa, 21 maggio 2011, 34);
Le posizioni di partenza si erano irrigidite tra il centrosinistra che puntava a una sfida a seie il Pdl che lo ha subito escluso completamente. Gestire con equit la finalissima dicampagna elettorale non per nulla facile (La Repubblica, 31 gennaio 2013, 13);
Ora si apre una fase nuova, i renziani possono cantare vittoria e mettere allincasso lapresa del partito a Milano in vista della partitissima delle primarie nazionali (LaRepubblica, 5 novembre 2013, 6);
Con un editoriale pubblicato sul suo sito, Ichino esce cos allo scoperto, ricordando di nonessere il solo, tra i supporter del premier uscente, a praticare il voto utile in Lombardia: non
per la partitissima del Senato, dove peraltro lui candidato, ma in Regione (LaRepubblica, 19 febbraio 2013, 4);
Per passare dal calcio parlato a quello giocato bisogner aspettare la partitissima divenerd a Palazzo Chigi (La Stampa, 22 marzo 2004, 9).
Oltre ai sostantivi appena analizzati, doveroso citare se non altro i prototipici
governissimo (attestato dal 1989 e tipico del linguaggio politico), presidentissimo (la
prima occorrenza del 1938: resta vincolato alla cronaca sportiva fino alla seconda
met degli anni Novanta, poi si ritrova anche in articoli di politica interna o di
economia), occasionissima, offertissima (tipici del linguaggio pubblicitario) epoltronissimail cui impiego riservato ad articoli di Spettacolo dalla prima occorrenza,
che del 194220, fino alla fine degli anni Novanta, periodo dopo il quale si diffonde
anche in contesti politici (lapoltronissima del Ministero degli Esteri).
Chiaramente, ogni autore seleziona in base alle proprie esigenze i termini
semanticamente pi adatti allargomento che tratta. Scelto un termine (per esempio
governose la notizia riguarda la politica), decide di proporlo nella sua forma in -issimo
per esigenze comunicative. La prima fase di diffusione di governissimo vedrconcentrarsi il maggior numero di occorrenze su articoli di politica, ma la successiva
diffusione ad altri ambiti duso la vera testimonianza dellaccettazione dellinnovazione
20Le poltronissime riservate agli eroi combattenti che hanno versato il sangue per la Patria vengono,
come si sa, sottoscritte con una cospicua oblazione e poi trasmesse ai competenti comandi. Lasottoscrizione stata ieri aperta dalla Fiat che ha fissato la prima poltronissima, versando la somma didiecimila lire. Altre poltronissimesono state fissate dal direttore de La Stampa dott. Alfredo Signorelli
(La Stampa, 9 giugno 1942, 2).
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linguistica (ovviamente lo stesso ragionamento vale per tutti i sostantivi in -issimo). A
seguire, alcuni esempi, oltre ai gi citati di finalissima, partitissimaecampionissimo, di
sostantivi elativizzati in contesti differenti da quello dorigine:
Il Senato frena sulpresidentissimo. Non passato il decreto per l'elezione diretta del capo
dell'esecutivo regionale (La Stampa, 19 marzo 2000, 37);
Quanto allEni, gli interrogativi sulla formula della spa, gi un guaio di per s, servono
alle lotte intestine dei pretendenti alla poltrona delpresidentissimo (La Stampa, 22 giugno
1992, 13);
Stessa musica, stesse carinerie da Alfredo Biondi che lascia la legislatura da vice-
presidente della Camera e si infila nella nuova da candidato allapoltronissimadi presidente
dei deputati (La Stampa, 30 marzo 1994, 3);
Ma Bonifazi che fa? Perch non riesce a lasciare la doppia poltrona, perpetuando la
maledizione del gruppo Pd, dove ci sono altri precedenti simili (vedi Scino indagato) e anzi
ilpresidentissimoGiani (doppia poltrona in Regione e in Comune) finisce per far cadere i
suoi censori, la commissione di garanzia del Pd? (La Repubblica, 17 maggio 2013, 7).
Unulteriore considerazione va dedicata ai superlativi dei nomi propri. Non
questa la sede adatta ad approfondirne lo studio, se non altro perch, come gi spiegato
nel capitolo dedicato alla metodologia, la ricerca delle occorrenze stata condotta con
consapevole e personale limitatezza, seguendo le mode e i personaggi che hanno
popolato la scena sociale negli ultimi quindici anni; ma comunque interessante notare
che gi nel 1954LaStampatitolava una riflessione comparsa sulla rubrica Come stiamo
a lingua Wandissima e altri issimi ad opera del giornalista e stimato linguista Leo
Pestelli, il cui intento era quello di denunciare non luso, ma labuso del superlativo
nellitaliano scritto:
Questo anzi il punto in cui la lingua viva si presa nei secoli pi gioco della
Grammatica, aggiungendo lissimo, non solo all'aggettivo, ma a un avverbio, a un nome, a
un pronome e persino a una voce di verbo; e usandolo, nonostante il divieto di quella, in
compagnia ora di complementi (La natura umana perfettissima di tutte laltre nature di
qua gi > Dante), ora di avverbi di accrescimento (Un monte molto *altissimo > Cavalca).
Coloro che spiritano udendo poltronissima (la poltrona insatirita delle prime file negli
spettacoli di rivista); Wandissima; campionissimo e altre moderne forme coatte di
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superlativo, sappiano che ben altre capestrerie (o errori con ragione come li chiamava il
Tommaseo) si trovano presso i buoni scrittori (La Stampa, 9 gennaio 1954, 3)21.
Si nota, cos, che la tendenza - e non solo dellimpiego dei sostantivi elativi, ma anche
dellelativizzazione di nomi propri (Wandissima) - si gi manifestata negli anni
Cinquanta se non precedentemente; dellaffermazione e della riproposizione di
questultima, siamo testimoni ancora oggi:Berlusconissimo, Massimissimo, Paolissimo,
Tottissimo, Federerissimo sono solo alcuni degli esempi riscontrati, ai quali se ne
potrebbero sicuramente aggiungere altri. Nella tabella sottostante, ho riportato le
occorrenze ricavate dalla ricerca tramite archivio, con relative annate di prima
attestazione:
LA REPUBBLICA LA STAMPABerlusconissimo 4 (2005) 2 (1995)Federerissimo 57 (2006) 0Massimissimo 2 (2000) 0Paolissimo 1 (2006) 1 (1994)Tottissimo 1 (2009) 0Morandissimo 1 (2000) 1 (1969)
Dieghissimo 1 (2004) 1 (1986)
Visto il basso numero di occorrenze, evidente come il fenomeno non riveli una
frequenza paragonabile agli altri moduli formativi, ma comunque indicativo di una
tendenza che pare aver superato ogni tipo di restrizione normativa. In queste occorrenze,
il suffisso -issimoha la funzione di esaltare le qualit artistiche, sportive o intellettuali
che siano, del personaggio in questione. Sembra quasi che sostituisca, sinteticamente,
lespressione molto comune il superlativo X di cui riporto subito alcuni esempi:Ed ecco il superlativoMassimo (La Repubblica,27 marzo 2008, 18);
Da ieri va aggiunto il superlativoInler tra i pilastri(La Repubblica,3 dicembre 2012, 1);
il superlativoMertens(La Repubblica,28 ottobre 2013, 1);
21Larticolo completo disponibile in appendice.22Massimo Troisi e Massimo Dalema.23
Il calciatore Paolo Rossi.24Leditore Diego De Donatoe il calciatore Diego Armando Maradona.
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il superlativo Gabbiadini(La Repubblica,4 agosto 2013, 15).
Il casoBerlusconissimo particolarmente interessante perch, nelle occorrenze trovate,
tramite il suffisso non si sono volute elevare le qualit del personaggio; -issimo stato
invece impiegato come suffisso aggettivale denominale, probabilmente la forma
contratta dellantroponimico berlusconianissimo, che sar discusso nel paragrafo a
seguire:
Il berlusconissimoPaolo Romani (La Repubblica, 7 luglio 2011, 2);
Lonorevole berlusconissimoStracquadanio (La Repubblica, 16 settembre 2010, 1);
Sulla copertina del berlusconissimorotocalco Chi (La Repubblica, 20 maggio 2005, 7);
[] direttore del berlusconissimoTg5 (La Repubblica, 23 luglio 1993, 12);
[] direttore del berlusconissimo Tg di Italia Uno (La Stampa, 13 marzo 1995, 5);
[] in berlusconissimocompleto scuro (La Stampa, 10 dicembre 2002, 3).
Del resto, come gi notava Marcato (2009, 23), il
cognome assai produttivo, come mostra Internet che offre derivati in gran quantit []
Varie altre formazioni con suffissi, prefissi e composti: euroberlusconi,filoberlusconismo,teleberlusconi, ecc
Proprio su Internet ho riscontrato occorrenze del nome proprio elativizzato, come
dimostra il seguente esempio:
Berlusconissimoa Cagliari mostra cosa vuol dire essere un leader (Il Mattinale on-line,
disponibile alla pagina http://www.freenewsonline.it/?p=4217).
Anche nel caso di Federerissimo vale la pena spendere qualche parola in pi; lalto
numero di attestazioni potrebbe far pensare a una diffusione molto simile a quella del
gi citato Campionissimo, diffusosi negli anni Cinquanta tra i giornalisti di cronaca
sportiva e gli amanti del ciclismo, come identificativo di Fausto Coppi. In realt, il
superlativo Federerissimo diventato, negli ultimi anni, elemento stilistico
identificativo del giornalista a cui deve lorigine, pi che del tennista Federer: gli
articoli che contengono le occorrenze del superlativo, infatti, vedono apportata in calce
sempre e solo la firma del giornalista Gianni Clerici. Il caso analogo che analizzer
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subito di seguito, permette di introdurre lultima categoria di sostantivi elativizzati:
quella dei deantroponimici.
3.5 Deantroponimici
La categoria dei deantroponimici comprende tutte le forme derivate a partire da
nomi propri di persona (Marcato 2009, 65); tramite suffisso -ano/-iano, per esempio, un
individuo viene identificato come seguace, amante o esperto delleponimo25 di
derivazione (prodiano < Prodi); un oggetto viene identificato in base alla sua attinenza
o appartenenza (il pensiero leopardiano il pensiero di Leopardi) e cos via. Anchequesto tipo di derivato pu essere soggetto a elativizzazione nella prosa giornalistica. A
partire dal 2002 riscontro ben diciotto occorrenze diprodianissimosuLa Stampacontro
le cinque di berlusconianissimo e la sola di renzianissimo su La Repubblica.
Escludendo questultima, le cui occorrenze sono probabilmente in numero inferiore per
il fatto che il personaggio a cui si riferisce nuovo alla scena politica, rilevo un
impiego pi diffuso diprodianissimo:
LA REPUBBLICA LA STAMPAberlusconianissimo 5 (2002) 2renzianissimo 1 (2013) 0
prodianissimo 4 (1999) 18 (2002)
La maggior frequenza di questultimo dipende anche in questo caso da una scelta
stilistica identificativa della giornalista Antonella Rampino. A parte questa circostanza,
la tendenza allelativizzazione dei deantroponimici , seppur piuttosto rara comunque
significativa, come dimostrano le occorrenze degli altri tipi. Alle attestazioni diberlusconianissimo su La Stampa, bisogna poi aggiungere quelle menzionate del tipo
Berlusconissimo, delle quali si pu testimoniare un uso piuttosto anomalo; non chiaro
se il loro utilizzo sia frutto di errore o se si possa parlare di suppletismo rispetto alle due
forme.
25
I nomi propri a cui risalgono le continuazioni deonimiche sono generalmente detti eponimi
(Marcato,2009, 21).
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3.6 Participio passato con -issimo
Lanalisi dellimpiego del participio passato in funzione aggettivale e superlativa
conclude la rassegna dei suffissati in -issimoe dimostra come il suffisso possa acquisirevalori semantici differenti da quello originale e funzioni altrettanto inconsuete, come ad
esempio quella della pluralizzazione. Questa nuova prospettiva, che mi si aperta grazie
alle illuminanti osservazioni di Maria Napoli (rimando alle opere citate in bibliografia
per ulteriori approfondimenti), restituisce al suffisso una funzionalit espressivo-
stilistica che convive con quella originale che invece di carattere morfologico. Con
alcuni participi passati, infatti, -issimo funge contemporaneamente da dispositivo
grammaticale e stilistico, consentendo di aggiungere espressivit allatto linguistico,indipendentemente dalla natura dello stesso.
Il participio passato in italiano appartiene al paradigma verbale, ma possiede le
medesime propriet flessionali degli aggettivi (due generi e due numeri). Non avendo
un comportamento sintattico uniforme, difficile individuare i casi in cui un participio
passato impiegato in funzione verbale o aggettivale. Anche la nozione di graduabilit
(che abbiamo visto essere il criterio primario di identificazione degli aggettivi)
insufficiente al riconoscimento dei participi passati aggettivali in quanto possibileche il suffisso si leghi ad una base verbale e che le conferisca aspetto aggettivale senza
che questa presenti possibilit di gradazione. Come pi volte ricordato, il superlativo
una strategia dintensificazione la cui funzione quella di descrivere una propriet che
si presenta al massimo grado: tuttavia, quando occorre con il participio passato, pu
anche rappresentare eventi (e non necessariamente propriet), descriverne lo stato o
semplicemente aggiungere enfasi.
Quando occorre con verbi telici, e cio con verbi che descrivono azioni che
raggiungono un determinato stato finale (come morire, chiudere o partire), il
superlativo suggerisce una lettura soggettiva piuttosto che oggettiva. Infatti, bench non
sia possibile graduare il processo della morte, -issimo si lega al participio passato
assumendo laspetto di uno strumento di valutazione puramente enfatica:
Non morta, mortissima (La Repubblica, 15 novembre 2012, 12);
Morto?Mortissimo, altroch (La Repubblica, 30 dicembre 2008, 14);
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E la Bruges mortissima (La Repubblica, 3 febbraio 1998, 34-35);
Il cinema morto, mortissimo, lo vado ripetendo con accanimento inutile da anni, ormai
puro zombismo miliardario, zombismo televisivo, oppure documento (La Stampa, 1
novembre 1996, 8).
Con un verbo telico come morire,il superlativo may be an emphatic means to express
that the result state is reached and, as a consequence, it is irreversible (Napoli 2013,
102). proprio il concetto dellirreversibilit dellevento a caratterizzare il participio
passato dei verbi telici in -issimo, che acquisisce cos un nuovo valore. A conferma
riporto altri esempi ricavati dal verbo chiudere(1, 2) e ammalarsi (3):
1) Kak impossibile, mercato chiusissimo (La Repubblica, 27 agosto 2011, 59);
2) In bilico tra due scelte che gli fanno ugualmente venire i brividi: chiudere gli accessi
alla facolt, per il prossimo anno accademico, o imporre il numero chiuso, anzi,
chiusissimo (La Repubblica, 22 giugno 2010, 7);
3) La Francia sembra alla vigilia di un vastissimo movimento di rivendicazioni in ogni
campo di attivit, e non si vede come il governo possa soddisfare le richieste dei lavoratori
senza aggravare notevolmente la gi compromessa stabilit finanziaria e le condizioni
dellammalatissimofranco (La Stampa, 17 aprile 1957, 7).
Il modulo, anche in virt della somiglianza tra il participio passato e laggettivo,
presenta un buon livello di diffusione sulle testate giornalistiche e si rivela un utile
strumento dintensificazione espressiva, dal carattere affine a quello di un modificatore
di grado endpoint-oriented (Napoli 2013, 104) (vedi oltre). I verbi telici, infatti,
implicano che levento raggiunga un punto culminante, oltre il quale non si verificano
pi le condizioni di validit dellevento stesso (raggiunto il culmine della guarigione,
esplicato dal participioguaritissimoper esempio, si completamente sani e non ha pi
senso parlare di guarigione). Con questi verbi, -issimo funziona proprio come un
puntatore (cio un modificatore di grado endpoint-oriented): indica che levento
giunto ad uno stato irrevocabile, ad un polo specifico della struttura scalare evocata
dallevento stesso. Con il termine scalasi intende un insieme ordinato di valori di un
particolare attributo (vedi, tra gli altri, Rappaport 2008, 17). Applicando la nozione di
scala ad un verbo come morire, che non graduabile, si pu intendere levento come un
processo il cui punto culminante coincide con la morte stessa. In questo modo, il verbo
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assume il carattere graduabile di cui era originariamente privo e autorizza
lelativizzazione, che per viene percepita come enfatica pi che in senso oggettivo.
Sulla scala cos individuata, avviene un cambiamento scalare (scalar change, vedi
sempre Rappaport) cio un movimento verso una particolare direzione della stessa. La
direzione del movimento dipende dellevento e dal fatto che la scala sia mono o
bipolare, cio aperta o chiusa. Nel caso dei telici la scala chiusa e prevede un punto
apicale che corrisponde con la fine dellevento: -issimo indica proprio quel punto e
significa irreversibilit.
Nel caso dei verbi atelici (che non prevedono un completamento dellazione
come ad esempio invecchiare), il suffisso intensifica quello che Parsons (1990)
definisce target statee cio lo stato dellevento nel corso del suo svolgimento senza che
lintensificazione implichi irreversibilit o risoluzione. Dai verbi atelici si ottiene una
scala aperta, priva di polarit, quindi il processo descritto dallevento non prevede il
raggiungimento di uno stato ma semplicemente un incremento dello stesso26. Per questo
motivo, lintensificazione in questi casi molto pi simile a quella classica del
superlativo assoluto: un participio come invecchiatissimo facilmente parafrasabile con
lespressione molto invecchiato, mentre lavverbio non pu premettersi al telicoguarire
(*molto guarito). Per riassumere, il suffisso -issimoha valore intensivo anche con il
participio passato ma le diverse sfumature semantiche che assume dipendono dalla
struttura scalare del verbo: pi precisamente, quando il verbo implica una scala chiusa,
il suffisso indica il raggiungimento di uno stato e ricopre la stessa funzione di un
modificatore orientato verso un determinato punto della scala (ammette il quasi, come
in quasi guarito); quando invece implica una scala aperta, il suffisso descrive lo stato
temporaneo di un evento, collocandolo su un alto grado della medesima scala (non
necessariamente quello massimo) e ricopre la funzione di un generico modificatore
scalare di grado (ammette il molto, come in molto invecchiato). In entrambe i casi
lintensificazione risponde ad esigenze di natura espressiva perci pu considerarsi
soggettiva piuttosto che oggettiva.
26 Non c un limite da raggiungere affinch una persona possa definirsi vecchia perch
linvecchiamento un processo continuo. Diverso il caso del telico guarire: una persona puconsiderarsi completamente ristabilita solo se raggiunge la fase finale del processo di guarigione.
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Unaltraimportante osservazione riguarda i participi passati di quei verbi che in
costruzioni passive ammettono il complemento dagente: in queste occorrenze,-issimo
assume un effetto secondario di pluralizzazione e una lettura che pu definirsi
distributiva (cfr. distributive reading in Dressler 1968), cio relativa ad un evento
costituito da una pluralit di eventi minori (micro-events) ed eseguito da una pluralit di
agenti. Nel linguaggio giornalistico, espressioni di questo tipo sono estremamente
diffuse, soprattutto con verbi stativi di sentimento, come odiaree amare, o con verbi di
attivit, comeseguire, ascoltare, giocaree cos via. Vediamo subito qualche esempio:
Lui odiatissimo, ha commesso il peggior atto di terrorismo in patria dellintera storia
americana (La Repubblica, 11 giugno 2001, 14);
In Romania il teatro amatissimo e molto seguito, e questo ci fa ben sperare (La
Repubblica, 8 giugno 2013, 14);
Il fortunato telequiz lanciato nel 1964 ancoraseguitissimo (La Repubblica, 20 gennaio
2014, 12);
La battaglia apocalittica, risponde il venerabile Paul Krugman oggi ascoltatissimo e
citatissimo, fra due concezioni diverse e opposte della societ americana (La
Repubblica, 5 gennaio2013, 1);
Per la 145 volta il 34 sulla ruota di Napoli ha tradito i suoi inseguitori. Attesissimo, vicino
alla sortita, maturo, il numero centenario era stato giocatissimoa Napoli (La Repubblica,
18 agosto 1985, 11).
Nel caso dei verbi stativi amare e odiare, che sono graduabili, il suffisso ha doppia
valenza: intensifica di grado lazione espressa dal verbo e indica che lazione stessa
realizzata da una pluralit di agenti; invece, nel caso dei verbi di attivit che non sono
graduabili, il suffisso ha ununica valenza e intensifica lazione espressa dal verbo
esclusivamente in termini di quantit di agenti. Perci, con i participi passati dei verbi
che ammettono complemento dagente, -issimo pu essere sempre sostituito dalla
locuzione pluralizzante da molte persone: nel caso dei graduabili, il valore
pluralizzante si aggiunge a quello intensificativo classico, mentre nel caso dei non
graduabili il solo che possa essere desunto. Anche in questa circostanza la scelta del
superlativo assoluto risponde ad esigenze espressive ma il suffisso dimostra maggior
oggettivit rispetto al caso dei verbi telici, poich confortato dal rilevamento di
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opportuni dati numerici (solo a seguito di determinati studi statistici si pu