Tendenze attuali e prospettive della produzione di carne ... so… · America ed Europa. • Almeno...
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Incontro tecnico
ASSEMBLEA GENERALE
ASPROCARNE
Mercoledì 24 giugno 2015
Fossano
Centro Ricerche Produzioni Animali – C.R.P.A. S.p.A.
Tendenze attuali e prospettive
della produzione di carne
bovina nel mondo e in Italia
Kees de Roest - Claudio Montanari
CRPA-Reggio Emilia
Tendenze della
produzione di carne
bovina
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Le tendenza a livello mondiale nell’ultimo
triennio
• Crescita contenuta della produzione mondiale principalmente per la contrazione in due importanti aree produttive: Nord America ed Europa.
• Almeno fino al 2014 Sud America, India ed Australia hanno compensato il calo di UE e USA.
• A fronte di un’offerta stagnante, crescono i consumi nei Paesi Asiatici
• Minori disponibilità sui mercati interni e aumento dei flussi di esportazione hanno mantenuto tensione sui prezzi a livelli mai raggiunti in precedenza
• Tutte le previsioni prospettano il medesimo scenario nel breve-medio termine (USDA, DG AGRI, EBLEX)
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Produzione di carne bovine dei principali
paesi
Nel 2015 il forte calo della produzione in Australia e la mancata ripresa negli USA determinerà una contrazione (-1%) della produzione mondiale = diminuzione delle disponibilità da parte di due principali
player del mercato mondiale
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Gli scambi commerciali a livello mondiale
• Aumento delle importazioni da Cina/Hong Kong, Corea, stabili in Giappone (principalmente servite da Australia, NZ, Brasile e USA) e ancora a livelli record negli USA (Austr, NZ)
• Sarebbe tuttavia ancora il Sud America ad aumentare l’export per:
1) Calo delle disponibilità negli USA e Australia, con conseguente forte contrazione delle esportazioni
2) embargo Russia a cui Brasile/Uruguay/Argentina forniscono già il 70% delle export
• Per l’UE embargo della Russia non avrà complessivamente effetti disastrosi sull’export per: maggiori opportunità su destinazioni alternative, svalutazione €, riapertura mercato USA (IRL). Maggiormente penalizzati Polonia, Germania e Paesi Baltici
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La tendenza delle esportazioni di carni
bovine
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La tendenza delle importazioni
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Nel triennio 2011/2013 un calo di oltre del 9% dovuto a: • Contrazione del patrimonio di vacche nutrici (-480.000 capi nel
triennio) • Aumento dei capi da rimonta e diminuzione delle macellazioni di
vacche dagli allevamenti da latte (rimozione quote, prezzo latte). • Calo dei consumi • Impatto sui costi di produzione dell’aumento dei prezzi delle
materie prime
Le produzioni di carne bovina nella UE-28
2014 debole ripresa (+2%) che dovrebbe confermarsi 2015/2016 (+1,3%): stabilizzazione del patrimonio di nutrici e soprattutto maggiore disponibilità di vitelli maschi da allevamenti da latte
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Le produzioni di carne bovina nella UE-28
nel 2014
La ripresa del 2014 (+2%) è dovuta a:
- Francia (+0,9%) normalizzazione del tasso di riforma latte
- Irlanda, Regno Unito e Germania per maggiore disponibilità di capi maschi (specialmente incroci da allevamenti da latte).
- Polonia (+14%!): maggiori macellazioni di vacche da latte (per crollo del prezzo del latte e per limitare lo splafonamento quote) oltre che crescita dell’ingrasso di capi prima destinati all’export.
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Evoluzione del patrimonio di vacche
nell’UE
- Nel 2014 lieve ripresa del patrimonio di vacche nutrici (+0,8% in Francia)
insufficiente però a recuperare il calo del triennio precedente.
- In crescita il patrimonio di vacche latte (rimozione delle quote).
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Consumi pro capite di carni bovine nell’UE
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Consumi pro capite di carni nell’UE
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Il bilancio del commercio di carni bovine
con Paesi Terzi.
Export:
- tra il 2011 e il 2013 calo di oltre il 30% per chiusura mercato turco e riduzione delle esportazioni in Russia. Ritorno a situazione di deficit.
- Nel 2014 in ripresa del +23%: embargo russo compensato da export verso Balcani, Hong kong, Filippine. Per embargo russo disponibili maggiori volumi di carni da Polonia da destinare ai mercati comunitari.
Import:
- Si prevede stabilizzazione per lieve aumento di produzione e consumi comunitari. Brasile ancora primo fornitore dell’UE ma più focalizzato sul mercato russo (per embargo
all’Ue)
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Prezzi UE (vitelloni R3).
Il calo delle disponibilità ha determinato forte crescita dei prezzi all’origine in tutta l’UE a partire dal 2011. Parziale assestamento nel 2014 (-3%).
Polonia: prezzi inferiori del 20% rispetto alla media UE (fino a -30% rispetto all’Italia)
Italia: prezzi tra il 5 e il 10% sopra la media UE
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Italia: la contrazione delle macellazioni (-
11%) dell’ultimo triennio
Fonte: BDN
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Un declino che riflette la contrazione
dell’importazione di capi da ristallo
Fonte: BDN
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Il calo delle importazioni di bovini vivi
Fonte: BDN
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Stabile il patrimonio di vacche iscritte ai
libri genealogici razze da carne
Fonte: ANABIC, ANABORAPI, ANACLI
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Il bilancio di approvvigionamento
Fonte: Eurostat, ISTAT
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La crisi ha determinato una redistribuzione
dei consumi di carne
Fonte: UNITALIA, ASSICA, CRPA
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Aumenta la quota dei consumi di carni
bovine estere
Calano i consumi ma aumentano gli acquisti di carni estere. L’import di carni aumenta soprattutto da paesi in grado di fornire prodotti a basso costo (Polonia)
Calo dei consumi apparenti del 13% dal 2008 al 2013
Aumenti dei consumi di carni estere del10%
Calo dei consumi di carni nazionali del 20%
Fonte: ISMEA
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Aumenta la quota di importazioni di carni
da Polonia (e Brasile)
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Prezzi vitelloni Charolaise e Limousine
Il calo delle disponibilità di capi il forte crescita dei prezzi al macello a partire dal 2011. Inversione nel 2014 per stagnazione dei consumi e ripresa dell’import di carni. Nuovi aumenti
nel primo trimestre 2015 in linea con l’andamento dei mercati internazionali
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I punti di debolezza della filiera carne
bovine in Italia
• Dipendenza da un unico mercato di approvvigionamento di ristalli (Francia) e insufficiente diponibilità interna di capi selezionati da carne
• Patrimonio vacche nutrici con scarse possibilità di sviluppo e non ancora del tutto valorizzato tramite selezione genetica
• Inesistente sinergia tra settore ingrasso e allevamenti da latte per la diversificazione dell’offerta di incroci da carne: necessaria un coordinamento tra i due settori (fornitura di seme, pianificazione delle inseminazione)
• Mancanza di un organismo interprofessionale efficace per pianificazione in tempi rapidi di strategie condivise
• Declino dei consumi, competitività delle carni di importazione (prezzo) e difficoltà di differenziare le carni di origine nazionale, ad eccezione delle razze autoctone destinate tuttavia ad un mercato di nicchia.
• Redditività dell’allevamento fortemente dipendente dai pagamenti diretti
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Redditività allevamenti da ingrasso di MEDIA
dimensione: caratteristiche delle partite analizzate
Posti stalla allevamenti 420
Razza Charolaise
N° partite analizzate 35
Totale capi partite 1.220
Peso di acquisto (kg) 414
Peso alla vendita (/kg) 723
Durata ciclo di ingrasso (giorni) 224
Incr. medio giornaliero (kg/capo/g) 1,38
Tasso di mortalità 0,5%
Tasso morbilità 0,5%
Fonte: ISMEA-CRPA
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Redditività partite Charolaise allevamenti di
MEDIA dimensione (trimestri 2014)
Fonte: ISMEA-CRPA
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Profitto e perdita al netto dei pagamenti diretti
Fonte: ISMEA-CRPA
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Il ruolo di pagamenti diretti per la stabilizzazione
dei redditi degli allevamenti
Fonte: ISMEA-CRPA
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La riforma del sistema dei pagamenti
diretti in ITALIA (PAC 2015-2020)
1. Italia come regione unica.
2. Modello di convergenza parziale per il pagamento di base, che eviterà un pagamento uguale per tutti gli agricoltori attivi. Perdità massima del 30% sul valore iniziale per i titoli più elevati.
3. Pagamento verde calcolato a livello individuale, in proporziona al pagamento base (51%).
4. Pagamento giovani agricoltori finanziato con l’1% del massimale.
5. Pagamenti accoppiati finanziati con l’11% del massimale (latte, carne bovina, ovicaprini, olio oliva, proteiche, zucchero, riso, grano, pomodoro).
6. Nessuna altra componente attivata.
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I massimali attribuiti alle diverse
componenti dei pagamenti disaccoppiati
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Il calcolo del pagamento base secondo il
modello di convergenza parziale
• I pagamenti ricevuti nel 2014 costituiscono il riferimento per il calcolo del valore iniziale dei titoli di base erogato dal 2015.
• Il valore iniziale dei pagamento base è calcolata come quota dei pagamenti 2014. Il coefficiente è data da :
Massimale pagamento base 2015/Totale dei pagamenti diretti 2014
=
2.263 mln €/ 3.953 mln € = 57%
• I titoli di base superiore alla media nazionale (aprox. 180 €/ha) non subiranno al 2019 una riduzione superiore al 30% del valore iniziale
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Come cambiano i pagamenti disaccoppiati
dal 2015 (per ettaro)
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Come cambiano i pagamenti disaccoppiati
dal 2015 (per capo)
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I pagamenti accoppiati (art. 52 Reg CE 1307/13): i
settori interessati
Rispetto agli anni precedenti nel 2015 le risorse per bovini da carne salgono da 52,5 a 107 mln €:
- Il premio per vacca nutrice
dovrebbe aumentare del 60% passando da 125 a 200 €
- Il premio per bovini macellato (12-
24mesi) dovrebbe passare da 41 a 59 €/capo (in media).
+ 30% per etichettatura/SQN + 50% per IGP.
* stima MIPAAF
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Come cambiano i pagamenti accoppiati per i
bovini da carne settori interessati
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Considerazioni
• Dal 2015 forte riduzione del sostegno disaccoppiato per la zootecnia da carne, anche se mitigata dal modello convergenza parziale e dal greening calcolato in %.
• Gli allevamenti di ingrasso manterranno importi sopra la media ma subiranno un taglio progressivo dell’ordine del 40% rispetto al pagamento unico del 2014.
• I pagamenti accoppiati (compresi tra 36 e 80 €/capo) compenseranno solo in parte la perdita per la zootecnia da carne, per l’eccessiva frammentazione delle risorse dell art. 52 e la poca selettività degli interventi.
• Il rischio è che la riduzione del sostegno al reddito acceleri fenomeni di abbandono o riconversione data l’incidenza sui ricavi aziendale dei pagamenti PAC, e la forte volatilità dei prezzi.
• Necessario per mantenere redditività è l’incremento dell’efficienza tecnica dell’allevamento e aumento della qualità della carne bovina