Tempo Ordinario matrimonio è il simbolo più usato per raccontare … · 2019-01-19 ·...

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www.sanpiodecimoloano.it Parrocchia San Pio X Loano Ed.13 n°1339 ≈ Parrocchia San Pio X Loano ≈ Domenica 20 Gennaio 2019 “FATE QUELLO CHE EGLI VI DIRÀ” All’inizio del Tempo Ordinario la liturgia ci propone il racconto delle nozze di Cana, sia perché è il primo miracolo di Gesù, nel Vangelo di Giovanni, sia perché in tutta la Bibbia, il matrimonio è il simbolo più usato per raccontare l’amore di Dio per il suo popolo. Dio è uno sposo innamorato, e desidera che il suo popolo, la Chiesa, si senta sposa amata da lui. In particolare da Cristo-Sposo che sulla croce darà la vita per la Sua sposa. San Paolo, nella lettera ai Corinzi, ci dice che non siamo tutti uguali, ognuno ha i suoi doni, le sue qualità, per il bene comune. Ma in tutti questi doni è all’opera lo stesso Spirito, che costituisce il fondamento dell’unità. Il Vangelo delle nozze di Cana ha tanti spunti che ci illuminano su chi è Gesù. Ma per conoscerlo bene, è necessario seguire l’insegnamento della madre, Maria, la quale invita lui a riconoscere i problemi di uno sposalizio: “Non hanno più vino”. Il vino, in una festa di matrimonio, e in tutta la cultura biblica, rappresenta la gioia. Che festa è un matrimonio senza gioia, e senza vino? Sempre Maria, invita i servi: “Fate quello che egli vi dirà”. È un invito semplice, ma che coinvolge ogni situazione, aldilà del matrimonio di Cana. Fare quello che dice Gesù può rappresentare per ogni uomo il fine stesso della sua vita, soprattutto per un Cristiano! Gesù dice una cosa che non ha senso, collegata con la richiesta di Maria: “Non hanno più vino, riempite d’acqua le giare”. Tuttavia il risultato finale supera ogni attesa: “Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora”. Gesù è la fonte della gioia, e la madre sia qui che sotto la croce, ci aiuta a comprendere i due eventi: le nozze di Cristo con la Chiesa. Oggi inizia il “tempo ordinario – durante l’anno”. Segno di questo tempo è il colore verde. Il contenuto è tutto l’annuncio del vangelo che Gesù ha fatto, in circa tre anni, con l’insegnamento, la Parola, e le opere, opere di bontà e guarigioni. Possiamo dire che se il Natale e la Pasqua sono i due avvenimenti fondamentali che aprono e chiudono la vita di Gesù, il tempo ordinario rappresenta il quotidiano, sia per Gesù che per la Chiesa. Buona Domenica Don Luciano

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www.sanpiodecimoloano.it Parrocchia San Pio X Loano

Ed.13 n°1339 ≈ Parrocchia San Pio X ≈ Loano ≈ Domenica 20 Gennaio 2019

“FATE QUELLO CHE EGLI VI DIRÀ”

All’inizio del Tempo Ordinario la liturgia ci propone il racconto delle nozze di Cana, sia perché è il primo miracolo di Gesù, nel Vangelo di Giovanni, sia perché in tutta la Bibbia, il matrimonio è il simbolo più usato per raccontare l’amore di Dio per il suo popolo. Dio è uno sposo innamorato, e desidera che il suo popolo, la Chiesa, si senta sposa amata da lui. In particolare da Cristo-Sposo che sulla croce darà la vita per la Sua sposa. San Paolo, nella lettera ai

Corinzi, ci dice che non siamo tutti uguali, ognuno ha i suoi doni, le sue qualità, per il bene comune. Ma in tutti questi doni è all’opera lo stesso Spirito, che costituisce il fondamento dell’unità. Il Vangelo delle nozze di Cana ha tanti spunti che ci illuminano su chi è Gesù. Ma per conoscerlo bene, è necessario seguire l’insegnamento della madre, Maria, la quale invita lui a riconoscere i problemi di uno sposalizio: “Non hanno più vino”. Il vino, in una festa di matrimonio, e in tutta la cultura biblica, rappresenta la gioia. Che festa è un matrimonio senza gioia, e senza vino? Sempre Maria, invita i servi: “Fate quello che egli vi dirà”. È un invito semplice, ma che coinvolge ogni situazione, aldilà del matrimonio di Cana. Fare quello che dice Gesù può rappresentare per ogni uomo il fine stesso della sua vita, soprattutto per un Cristiano! Gesù dice una cosa che non ha senso, collegata con la richiesta di Maria: “Non hanno più vino, riempite d’acqua le giare”. Tuttavia il risultato finale supera ogni attesa: “Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora”. Gesù è la fonte della gioia, e la madre sia qui che sotto la croce, ci aiuta a comprendere i due eventi: le nozze di Cristo con la Chiesa.

Oggi inizia il “tempo ordinario – durante l’anno”. Segno di questo tempo è il colore verde. Il contenuto è tutto l’annuncio del vangelo che Gesù ha fatto, in circa tre anni, con l’insegnamento, la Parola, e le opere, opere di bontà e guarigioni. Possiamo dire che se il Natale e la Pasqua sono i due avvenimenti fondamentali che aprono e chiudono la vita di Gesù, il tempo ordinario rappresenta il quotidiano, sia per Gesù che per la Chiesa.

Buona Domenica Don Luciano

La settimana che abbiamo appena terminato, e quella che inizia, sono a cavallo dell’Ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani: 18-25 gennaio,

che culmina con la Conversione di San Paolo. Mercoledì 23 gennaio: ore 16.30 incontro degli adulti in Sacrestia ore 21.00 gruppo biblico sul Vangelo di Luca Venerdì 25 gennaio: festa della Conversione di San Paolo: conclusione della settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani ore 20.00: cena solidale per l’Isola dei Bambini organizzata da Claudio Rubatti ore 20.45: in Sacrestia, incontro dei fidanzati Sabato 26 gennaio: ore 11.00 Festa della Pace, per tutti i ragazzi della Diocesi presso i locali della Parrocchia S. Pio X Invitiamo i nostri ragazzi ed educatori ad accogliere i ragazzi delle altre Parrocchie (la Festa della Pace sostituisce il Catechismo) Domenica 27 gennaio: 3ª domenica del tempo ordinario

Continua l’iniziativa del Natale di Carità: Doniamo la nostra offerta per la Diocesi di Carabayllo – Perù (nelle 2 cassette, in fondo alla chiesa, vicino all’acqua benedetta)

Don Antonello con il Vicariato di Loano organizza un pellegrinaggio a Lourdes dal 9 al 12 febbraio (occasione particolare dei 175 anni dalla nascita di Bernadette Soubirou)

Da martedì 29 gennaio: inizio Benedizioni delle famiglie

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Perché si dice “BLASONATO”

La parola blasonato significa oggi nobile e che ha prestigio, deriva dal l francese blason scudo su cui solitamente campeggiavano su questi stemmi con il motto ispiratore. Secondo altri linguisti dall’antico tedesco blasen, ovvero soffiare, perché durante i tornei medievali, per annunciare l’arrivo di un cavaliere, l’araldo suonava il corno e poi descriveva lo stemma del cavaliere. Oppure anche dall’antico tedesco blasse, bolla, per la forma rotonda dello scudo o anche sempre dall’antico tedesco blas, con il significato di biancheggiare, da li blasse macchia bianca, per significare le strisce che percorrevano lo scudo gentilizio. Come si vede il blasone è lo stemma gentilizio, nobiliare, e il motto ispiratore che spesso lo accompagna. Evidentemente, quindi, è

blasonato chi si fregi del blasone, cioè chi appartenga a un lignaggio di sangue blu. Oggi, al crepuscolo delle casate nobiliari, questo attributo sopravvive con dei significati figurati: la qualità fondamentale del blasonato resta il prestigio, declinato nei campi più disparati - anche nel senso di successo. Si può parlare della blasonata squadra sportiva, che vanta innumerevoli vittorie; dell'industria blasonata che produce beni di straordinario pregio, riccamente premiati, celebrati in tutto il mondo; del blasonato gruppo cinematografico, che sbanca i botteghini e lascia i critici in deliquio. Una parola bella, forte, che si aggancia a un immaginario antico e radicato per significare un nuovo tipo di nobiltà, basata sul merito, sulla tempra e sull’inventiva, lontana dagli automatismi del sangue. ___________________________________________________________________________

Chi volesse ricevere tutte le settimane sulla propria email il Toto a colori,

mandi l’indirizzo di posta elettronica a: [email protected]

Ciao a tutti! Come sempre abbiamo iniziato con i canti per la Domenica. Dopo i canti ci siamo

divisi in gruppi per il catechismo e dopo ci siamo riuniti in salone dove abbiamo fatto un gioco

a tappe. I bambini erano divisi in tre squadre, che hanno giocato a giro in 3 tappe, al termine

delle quali hanno ricevevano una lettera per comporre la parola “pace”, come ultima “tappa”

abbiamo provato tutti insieme il balletto per la festa della pace di sabato prossimo, il cui

tema di quest’anno è la cucina. Dopo la merenda parte dei bambini è tornata a casa e una

parte è rimasta a giocare, mentre noi giovanissimi stavamo scrivendo proprio queste righe. In

seguito ci siamo riuniti per fare gruppo e dedicarci ad alcuni lavoretti per Batista. Dopo

abbiamo mangiato insieme la pizza a casa di Don Luciano.

Vi aspettiamo sabato prossimo alla festa della Pace dalle 11.00 alle 16.30.

A presto!!!

I giovanissimi

__________________________________________________________________________ I santi: SAN VINCENZO Diacono e Martire (22 gennaio) Protettore dei Vignaioli

San Vincenzo, diacono di Saragozza e martire, che dopo aver patito nella persecuzione dell’imperatore Diocleziano il carcere, la fame, il cavalletto e le lame incandescenti, a Valencia in Spagna volò invitto in cielo al premio per il suo martirio. Nacque a Saragozza in Spagna. Sotto la disciplina di Valerio, vescovo di quella città, fu istruito nelle scienze e nella pietà. In breve fece tali progressi che meritò di essere consacrato diacono con l'incarico (nonostante fosse ancora assai giovane) di predicare la parola divina. Incrudeliva allora la persecuzione contro i Cristiani, mossa dagli imperatori Diocleziano e Massimiano nell'anno 303 d.C. Tra i persecutori si distinse Daciano, governatore della Spagna, il quale ordinò che tutti i cristiani fossero arrestati e rinchiusi in orride prigioni. Fra questi furono arrestati Vincenzo ed il vescovo Valerio. Tradotti davanti al giudice, Vincenzo, cui Valerio aveva ceduto la parola, disse: "Noi siamo cristiani, disposti a soffrire qualunque pena per il culto del vero Dio". Secondo una tradizione Daciano si contentò di mandare Valerio in esilio, rivolgendo tutto il suo furore contro il giovane Vincenzo che fu condannato ai flagelli. Dopo tanta violenza il giudice si raddolcì un po'; ma vedendo che Vincenzo era desideroso di soffrire maggiormente, lo condannò al supplizio del fuoco, che è senza dubbio la più crudele di tutte le pene. Vincenzo, intrepido in mezzo a quei nuovi tormenti diceva ai carnefici: "Tagliate e mangiate, da questo lato sono già cotto". Il governatore, disperato di non poter vincere questo campione della fede, lo rimandò in carcere, con l'ordine di infliggergli ulteriori supplizi fino a quando fu martirizzato. Dove i cristiani raccolsero il suo santo corpo fu poi fabbricata una grande chiesa in suo onore.

Pace e gioia. Accolito Lucio Telese __________________________________________________________________________