Templi e fortificazioni in Grecia e Magna Grecia

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Templi e fortificazioni in Grecia e in Magna Grecia, con un apparato fotografico realizzato dallo stesso Autore che non ha precedenti se non in poche altre pubblicazioni, si apre raccontando di come, tra IX e VII sec. a. C., prende il via la costruzione dei templi in legno prima, in pietra successivamente e di come, attorno ai primi secoli dell’era cristiana (IV-V), vengono forzosamente abbandonati, distrutti, pochissimi, fortunatamente, riutilizzati. Nella seconda parte del volume non meno suggestiva dell’architettura templare, si propone una descrizione della civiltà micenea, delle fortificazioni, delle città e delle necropoli realizzate tra XV e XIII sec. a. C., prima, cioè, che quella cultura, inspiegabilmente, scomparisse.

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Ai miei amici greci,padre Paolo Apostolopoulos di Atenee professor Kristos Tartaris di Corinto

Capone EditoreVia prov.le Lecce-Cavallino, Km 1,250 73100 LECCE

Tel. 0832.611877 (anche fax)Mail to: [email protected]

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Tutte le foto appartengono all’archivio della Casa Editrice tranne quelle che corredano la scheda

di Hattusas e la foto di pag 124 (a destra)

Gli acquerelli di Louis Ducros delle pagine 74 e 91 sono stati gentilmente forniti

da Pasquale Ieva, collezionista di Canosa

© Copyright 2009

ISBN 9788883491252

Stampa: Tiemme, Manduria, novembre 2009

Questo libro, come gli altri che ho scritto negli ultimi anni, non ha alcuna ambizione scientifica; sono tutti testi di fa-

cile divulgazione. Questo, d’altronde, è stato sempre il mio obiettivo, dato che, quel che manca, non è l’elevata qualità

delle pubblicazioni, quanto la capacità di molti scienziati di divulgare il loro sapere. A volte si ha l’impressione che abbiano

il piacere, quasi sadico, di rivolgersi alla sola ristretta comunità scientifica.

Ciò avviene anche nel campo dell’archeologia: infatti, tranne rari casi, e tra questi mi piace citare il grande Sabatino

Moscati, si trovano pubblicazioni che “non sono state scritte - come diceva C. W. Ceram nel suo famoso Civiltà sepolte- per essere lette”.

l. c.

Lorenzo Capone

Templi e fortificazioniin Grecia e Magna Grecia

Capone Editore

Agrigento, tempio della Concordia

I templiViaggio nei luoghi sacri agli dei

Come nasce l’architettura templare

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Segesta

Nella pagina precedente

Atene, il Partenone, fronte occidentale

È dibattito antico quello che ruota intornoall’origine del tempio anche se prevale l’ipo-tesi che esso nasca come luogo di culto dinon grandi dimensioni, di forma ovale o ret-tangolare con tetto di paglia a spiovente, avolte lievemente incurvato, strutture intera-mente in legno (pali di sostegno, trabeazioni,

travi della copertura), in mezzo ai boschidella Grecia insulare e continentale.

Era questo il primo luogo di culto che iGreci si diedero per pregare le divinità di unmondo che usciva nell’VIII sec. a. C. circa dallungo “medioevo ellenico”, quello dei “se-coli bui” (XII-IX sec. a. C.), come lo chiama

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A sinistra: Argo, modellino in terracotta del tempio di Hera (VIII sec. a. C.) - Museo Archeologico Nazio-nale di Atene

A destra: disegno di un ex voto in terracotta rinvenuto nel santuario di Hera a Perachora (800 - 750 a. C.)- Museo Archeologico Nazionale di Atene

Nella pagina successiva

Perachora, la piccola insenatura sul canale di Corinto a pochi chilometri dalla città. Già frequentato in etàmicenea, il sito, con resti di mura poligonali, ospitava un Heraion del quale si conservano numerose tracce.La grande cisterna di acqua e le canalizzazioni sono dimostrazione di una intensa attività portuale

Moses I. Finley, successivo alla fine improv-visa della civiltà micenea (XIII-XII sec. a.C.):davanti a quei piccoli edifici, infatti, essi an-davano a pregare e l’architettura templaremuoveva i primi passi.

Una seconda ipotesi riconduce, invece,alla struttura del megaron: un grande salone,spesso riccamente affrescato (Pilo, Tirinto ...),a base quadrata anticipato da un vestibolo eda un’antisala, con al centro un focolare sulquale si apriva un lucernario, delimitato daquattro colonne che sorreggevano l’aperturache, oltretutto, dava aria e luce (i resti del me-garon di Micene sono a questo proposito em-blematici: della sala restano le basi in pietradelle colonne e i segni del grande focolare

circolare del diametro di m 3,40). Era il cuoredella città micenea, verso il quale converge-vano tutti gli ambienti, segno del potere edella ricchezza, luogo di incontri e convegnidove il vanax (il re) veniva ossequiato e rive-rito.

Col passare dei secoli, l’architettura tem-plare fa costanti e lenti passi in avanti: purnon dimenticando il luogo d’origine che ri-portava alla natura e al bosco, si trasformavautilizzando materiali nuovi e diversi, nuoveimpostazioni progettuali di grande effettoscenico; il tempio, sede della divinità, do-veva essere imponente e sorprendente in-sieme. In esso, infatti, si specchiava laricchezza di una polis: tanto più grandioso e

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Tipologia del tempio greco

1) - tholos

2) - a oikos semplice3) - monostilo4) - distilo5) - anfidistilo in antis

6) - prostilo tetrastilo (quattro colonne sulla fronte)con adyton (il luogo più riservato della cella)

7) - anfiprostilo tetrastilo8) - periptero esastilo (sei colonne sui lati brevi) anfi-distilo9) - periptero ottastilo (otto colonne sui lati brevi) an-fiprostilo10) - diptero (doppio colonnato lungo i quattro lati)enneastilo (nove colonne su un lato breve)

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Agrigento, tempio di Giunone, particolare del colonnato sud

sfarzoso era il tempio tanto più florida do-veva essere l’economia del luogo.

Ci si rende conto che il legno, per quantolargamente utilizzato anche nell’architetturacivile, grazie alla ricchezza dei boschi di cuisi disponeva, poteva essere sostituito dallapietra che garantiva maggiore staticità e du-revolezza alla struttura; non solo, se maneg-

giata e lavorata da maestranze di grande in-ventiva, avrebbe dato anche inaspettati ri-sultati estetici.

Si passò così, tra l’VIII e il VII sec. a. C.,alla costruzione di edifici nei quali le sole pa-reti laterali avevano la base in pietra: uno,due, tre filari, e via con l’alzato in legno. Poi,visti e verificati i primi risultati, si passò alla

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Spaccato del tempio di Atena Aphaia sull’isola di Egina

1. rampa, 2. peristasi, 3. pronao, 4. cella, 5. stilobate, 6. fusto di colonna, 7. collarino (hypotrachelion), 8. ca-pitello, 9. armille, 10. echino, 11. abaco, 12. ortostati, 13. architrave (epistilion), 14. fregio (triglyphion), 15. re-gula e gocce, 16. listello (taenia), 17. triglifo, 18. metopa, 19 cornice (geison), 20. mutuli con gocce, 21. tetto, 22.tegole di gronda, 23. frontone, 24. sima frontonale, 25. geison orizzontale, 26. timpano, 27. geison obbliquo, 28.antefissa, 29. acroterio angolare, 30. acroterio terminale

costruzione delle pareti di sostegno del tettointeramente in pietra. La struttura si alzò, inmodo non certamente casuale, sul cosid-detto stilobate, il basamento costituito dal-l’ultimo dei tre, raramente quattro, altigradini del crepìdoma. La costruzione acqui-siva così slancio e imponenza: il tempio erala casa della divinità e come tale doveva es-sere non solo al centro di tutta l’area sacra,ma doveva anche dominarla!

Bisognava, però, richiamare il bosco e glialti alberi che circondavano con grande sug-gestione i più antichi luoghi di culto: bene! sielevò, attorno alla costruzione, una fila di co-lonne, la peristasi, sulla quale si poggiaronol’architrave e il tetto a spiovente.

Nacque in questo modo, lentamente, manel giro di alcuni secoli, il tempio in pietraorientato verso est, e non per caso: il sole,sorgente di vita, infatti, doveva illuminare la

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A lato: ricostruzione di un tempio dorico(da: AA. VV., La valle dei templi di Agrigento,

I luoghi dell’Arcadia, Agrigento, 2006)

Sotto: Egina, tempio di Atena Aphaia

statua della divinità alla quale era dedicato illuogo di culto. Posta nel naos, la parte in-terna dell’edificio, anticipata dal prònao,una sorta di spazio colonnato che divideva ilmondo umano da quello divino, la statua,alta e solenne, dominava l’interno del luogosacro il quale, a differenza delle chiese cri-stiane, non ospitava manifestazioni liturgi-che. Esse, infatti, si svolgevano davanti altempio non già all’interno.

Metope, triglifi, gocce, ricchi motivi orna-mentali che corrono al di sopra della trabea-zione reggente il grande timpano triangolare,ricordano tutti la primitiva struttura cultualein legno; ma sono soprattutto le colonnedella peristasi, secondo alcuni studiosi, enon a torto, a ricondurre al primigenio tem-pio in legno circondato dai boschi. Si pensiche l’Artemision di Efeso, una delle sette me-raviglie del mondo, era circondato da ben

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Delfi, il tesoro degli AteniesiÈ il più famoso ex voto presente a Delfi. Tempio in antis, con colonne doriche, metope e triglifi lungo il fre-

gio, in marmo pario, fu costruito non si sa se prima o dopo la battaglia di Maratona (490 a. C.). È stato re-staurato nei primi anni del secolo scorso con i fondi della città di Atene.

117 colonne.Il tempio, con l’altare immediatamente vi-

cino sul quale si sacrificavano gli animali inonore della divinità, le strutture per ban-chettare, le botteghe artigiane, i venditorivari (così come avviene nelle vicinanze deigrandi santuari cristiani o delle piccolechiese in occasione della festa del santo pa-trono o di alcune canoniche ricorrenze litur-giche), trovavano spazio nel recinto sacro

(temenos) ben delimitato. In esso trovavanoposto anche i thesauroi, luoghi nei quali ve-nivano conservati gli ex voto e i doni più di-versi che i pellegrini lasciavano alla divinità.Non di rado, i tesori fungevano anche dabanca. Sul piano architettonico somiglia-vano molto ad un tempio in miniatura:quello degli Ateniesi a Delfi è emblematicadimostrazione.

Atene, acropoli, l’Eretteo, portico settentrionale

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Il primo tempio in assoluto sorse,nell’VIII sec. a. C., a Samo, l’isola sotto lecoste dell’Asia Minore “su un insediamentodel III millennio e su un luogo di culto mi-ceneo”, afferma Gottfried Gruben, uno deipiù autorevoli studiosi dei templi greci. Sitrattava di una struttura in legno, con co-

pertura di canne e frasche e sorgeva lungole rive paludose di un fiumiciattolo. Era de-dicato a Hera, moglie e sorella di Zeus lìnata, secondo il mito, il cui simulacro inlegno era venerato dai fedeli nel tempietto abaldacchino.

Dall’VIII al VI a. C., il tempio subì, so-

Samo, piante del tempio di Hera:a) il tempio dell’VIII sec.: costruito in

legno, è molto allungato con un rapporto di1:5; al centro si notano i pali di sostegno delletravi del tetto

b) il tempio ricostruito nel VII sec.: si sonoeliminati i pali centrali e si è eretta una peri-stasi di 6 x 18 colonne in legno

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I più antichi templi greci

Corfù, ricostruzione della facciata ovest del tempiodi Artemide, pianta (da H. Schleif) e la Gorgone delfrontone

Piante del tempio di Apollo a EretriaPer avere idea di come si trasforma il tempio greco dal IX - VIII sec a. C. in poi, senza andare in epocheprecedenti come nel caso del santuario di Apollo a Termo in Etolia, è sufficiente vedere la ricostruzione

della pianta del tempio di Apollo di Eretria, in Eubea, operata, sulla base di quanto è emerso alla luce del-l’indagine archeologica, da P. Auberson e K. Schefold. Le trasformazioni legate alla spazialità, alla bellezza

e alla solidità avvengono grazie alle nuove tecniche di costruzione e ai nuovi materiali utilizzati che per-mettono di passare dal tempio in legno a quello totalmente in pietra.

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Templi e fortificazioni in Grecia e Magna Grecia

prattutto al tempo della tirannide di Poli-crate, una serie di trasformazioni: fu circon-dato da colonne in pietra, si rese piùspaziosa la cella dove doveva trovare postola statua della dea, più ampio divenne il pe-ristilio, i mattoni che delimitavano l’internofurono spostati e sostituiti con blocchi di pie-

tra. Della doppia peristasi e della tripla filadi colonne sulle fronti, e questo è di per sèsufficiente per avere idea delle dimensioni,rimane oggi in piedi una sola colonna. Iltempio (m 52 x 108 circa) era davvero unodei più grandi luoghi di culto dell’antichità.

In Magna Grecia, invece, dedicato ad

a) Daphnephorion (H) (IX-VIII sec. a. C.) , Hekatompedon (E) (fine dell’VIII sec. a. C.); altare (M); edificio poligo-

nale (C) (VIII sec. a. C); b) secondo tempio di Apollo, periptero con 6x19 (?) colonne (prima metà del VII sec. a. C.; c)terzo tempio di Apollo, periptero con 6x14 colonne (c. 500).

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Olimpia, tempio di Hera, prospetto orientale

Atena, “...il più antico edificio templare finoad oggi noto – lo afferma Emanuele Greco –, è quello che fu eretto a Francavilla (vicinoSibari), sul Timpone della Motta, di cuiavanza lo zoccolo in pietra, mentre l’elevatodoveva essere interamente ligneo...”.

Anche al periodo arcaico, perché elevato

intorno al 600 a. C., tra i più antichi edificireligiosi in pietra, dorico, appartiene il tem-pio di Artemide di Corfù, l’isola testa diponte tra Grecia e Italia meridionale: di essosi conserva la grande Gorgone tra due pan-tere, primo caso di decorazione scultoreanello spazio triangolare del frontone.

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Corinto, tempio di Apollo, angolo sud-ovestCome in tutti i templi dorici, salvo l’eccezione del Partenone e di pochi altri, quello di Corinto contava

6 colonne sul lato breve e 15 sul lungo, stando agli incavi rinvenuti sullo stilobate, sul quale si saliva conquattro gradini, dove alloggiavano le colonne, che erano di calcare locale e tutte monolitiche come nel tem-

pio C di Selinunte e alcune del tempio di Atena Aphaia ad Egina.

Al 606 a. C. risale il tempio di Hera adOlimpia che, visitato da Pausania nel 170 d.C., conservava ancora una colonna in legnodi quercia nell’opistodomo mentre tutte lealtre erano state sostituite negli anni prece-denti con la pietra conchillifera del luogo.Dell’edificio si conservano quattro colonne

della peristasi e parte del muro della cella.Al 560-540 a. C. risale, invece, il tempio di

Apollo eretto a Corinto del quale rimangonosette colonne doriche. Sorgeva su un più an-tico luogo di culto del 680-670 a. C. che do-veva essere periptero e, per le numerosetegole di argilla ritrovate, molto spazioso.

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Templi e fortificazioni in Grecia e Magna Grecia

I templiViaggio nei luoghi sacri agli dei

7 Come nasce l’architettura templare

16 I più antichi templi greci

20 Ordini architettonici: il dorico, lo ionico, il corinzio

30 I materiali, il trasporto, la messa in opera

38 Atene, l’acropoli, il Partenone

44 L’Eretteo, uno dei più grandi capolavori dello stile ionico, 46 I Propilei,

49 Il tempietto di Nike 50 L’agorà, tempio di Efesto 52 Olympieion

53 Quando i templi diventarono chiese

54 Delfi, il santuario di Apollo, 58 Olimpia, tempio di Hera e di Zeus, 63 Egina, tem-

pio di Apollo e di Aphaia, 67 Nemea, tempio di Zeus, 68 Capo Sounion, tempio di Po-

seidone, 70 Delos, tempio di Apollo

72 Crotone, Capo Colonna, tempio di Hera, 74 Taranto, 76 Metaponto, 78 Poseidonia /

Paestum, 86 Siracusa, 90 Agrigento, la valle dei templi, 96 Selinunte, 98 Segesta

Le fortificazioni

106 Micene, 114 Dendra, le tombe a tholos, 115 Tirinto, 117 Midea,

118 Egina, Capo Colonna, 120 Hattusas121 Mura poligonali in Italia: alcuni casi emblematici al di fuori della Magna Grecia:

Alatri, Ferentino e Arpino

126 Siracusa, il castello di Eurialo, 130 Poseidonia / Paestum, 132 Selinunte134 Mura in area messapica e peuceta: Manduria, Vaste, Muro Leccese, Mottola,

Monte Sannace, Egnazia

140 Glossario 142 Bibliografia

I n d i c e