Temi e dilemmi della democrazia contemporanea

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Temi e dilemmi della Democrazia contemporanea «Ora abbiamo una socraclasse globale che prende tutte le principali decisioni economiche, e le rende del tutto indipendenti dai legislatori e, a fortiori, dalla volontà degli elettori di un dato paese » – RICHARD RORTY DINO BERTOCCO - TIME TO NET 1

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Temi e dilemmi della Democrazia contemporanea«Ora abbiamo una socraclasse globale che prende tutte le principali decisioni economiche, e le rende del tutto

indipendenti dai legislatori e, a fortiori, dalla volontà degli elettori di un dato paese» – RICHARD RORTY

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Indice Presentazione Postdemocrazia Crisi della democrazia? Le democrazie contemporanee E-democracy (1, 2) L’onda di Civil Life Il Progetto Demotopia Dalla teoria alla pratica Postpartito Variazioni sul tema Circoli (dal vizioso al virtuoso) Modelli di partecipazione Competenza e Rappresentanza Efficienza vs democrazia? Esigenza di un nuovo umanesimo ..e la rappresentanza esprime i campioni Le democrazie contemporanee Comunicazione politica La comunicazione politica tra strumenti e significati Due concetti contrapposti di comunicazione L’innovazione renziana Alla ricerca della buona politica L’Italia com’è (1, 2) #ilvenetochevogliamo (per capire) #ilvenetochevogliamo (per cambiare) #ilvenetochevogliamo (per orientarci) Un contributo personale

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Presentazione

Nel «Futuro della democrazia» Norberto Bobbio ci ha dato uno schema intepretativo basico per affrontare l’analisi dei processi di «trasformazione» della democrazia; l’utilizzo del termine in luogo di «crisi» non è casuale perché, egli precisa, «per un regime democratico il suo essere in trasformazione è il suo stato naturale: la democrazia è dinamica, il dispotismo è statico e sempre uguale a se stesso». E’ a partire da questo assunto che proponiamo una rassegna aggiornata di «temi e dilemmi della democrazia contemporanea» sui quali abbiamo raccolto la bibliografia essenziale ed alcuni articoli-documenti che consentono di affrontare la riflessione ed il confronto supportati dalla forza del pensiero dei classici, ma anche arricchiti e resi più curiosi dalle analisi di autori e contributi vari nei quali emerge sia una lucida capacità di valutazione scientifica, che un’osservazione professionale derivante dalla lettura dei processi reali e dalla sperimentazione di percorsi di rinnovamento: nel policy making, nell’uso di procedure e linguaggi innovativi, nelle pratiche di cittadinanza attiva, nella testimonianza di valori e virtù che irrobustiscono i fondamenti sociali della democrazia

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Postdemocrazia Oggi la forza più evidente in campo è la

globalizzazionne economica.le grandi multinazionali hanno spesso superato la capcità di amministrazione dei singoli Stati…

Semplicemente la democrazia non ha tenuto il passo con la corsa del capitalismo alla globalizzazione….l’Unione Europea è un goffo pigmeo a paragone con gli agili giganti delle multinazionali

Il declino dei mestieri di origine delle organizzazioni del lavoro che guidarono l’ascesa di richieste politiche di massa ci ha lasciato con una popolazione frammentata e politicamente passiva, che non ha creato organizzazioni per dare voce alle sue esigenze

Questo è particolarmente rilevante per i partiti di sinistra ora respinti ai margini dellinteresse politico…

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Crisi della democrazia? Esiste una crisi della democrazia? Josef L. Fischer, in un testo degli anni trenta, la considera la sua condizione normale. Oggi se ne parla come se questo concetto avesse percorso una parabola, al cui apice si trovava una condizione otimale di libertà, per poi decadere progressivamente. In realtà non c’è mai stata un’età dell’oro in democrazia: le aspirazioni, i grandi sistemi teorici e le migliori intenzioni non si sono mai tradotte esattamente nella pratica. L’idea stessa di democrazia è un’idea fluttuante, vaga, talvolta indefinibile nella sia complessità (Carlo Bordoni – Democazia in crisi)

Tra gli effetti caratterizzanti della postdemocrazia si possono indicare: La deregulation la minore partecipazione dei cittaddini alla vita politica ed alle consultazioni eletttorali Il ritorno del liberalismo economico La diminuzione dl welfare La prevalenza dellelobby La spettacolarizzazionne della politica La riduzione degli investimenti pubblici Il mantenimento degliaspetti «formali» della democraia

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Il «rendimento» delle democrazie contemporanee

Il testo di Lijphart parte dall’idea di democrazia, a cui sono stati attribuiti significati molto diversi, per correlare le definizioni ideali alle realizzazioni storiche con gli strumenti dell’accertamento empirico offerti dalla scienza politica.Egli individua una tipologia bipolare – modello maggioritario e modello consensuale – a cui riconduceregolarità e variazioni riscontrabili nei diversi paesi, offrendo un contributo insostituibile al dibattito sul loro «rendimento», un tema che è centrale in un paese come il nostro incapace di scegliere tra l’uno e l’altro modello democratico (ora, però, chiamato a deciderlo con il Referendum sulle Riforma Costituzionale!)

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E-democracy (1)• Quando si parla di e-Democracy si focalizza il complesso sistema di strumenti applicativi diretti a

migliorare il rapporto fra istituzioni e cittadini, rendendolo più trasparente e bidirezionale grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione per favorire una maggiore partecipazione degli utenti/cittadini alla vita delle istituzioni democratiche

• Trasparenza dell’azione politico-amministrativa, partecipazione attiva dei cittadini e responsabilizzazione di questi ultimi nelle scelte decisionali costituiscono i principi cardine del concetto di e-Democracy.

• Peraltro, è possibile predisporre una classificazione che individua le tecnologie di riferimento in tre aree distinte: tecnologie per l’informazione, tecnologie per il dialogo, tecnologie per la consultazione.

• Per quanto riguarda le tecnologia per l’informazione, si tratta naturalmente di un primo elementare e indispensabile step attuativo della democrazia elettronica. Occorre che le informazioni trasmesse possiedano i requisiti dell’esclusività, della pertinenza, e della operatività. Inoltre, è necessario che i flussi informativi siano gestiti da meccanismi di tipo top-down (dalla pubblica amministrazione al cittadino) e di tipo botton-up (dal cittadino alla pubblica amministrazione) in maniera tale da valorizzare il processo di circolazione del patrimonio informativo che riguarda interessi collettivi della comunità, mediante un sistema bidirezionale di comunicazione che valorizza il dialogo interattivo degli utenti, favorendo la partecipazione effettiva dei cittadini alla vita delle istituzioni

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E-democracy (2)Per quanto riguarda le tecnologie per il dialogo, è evidente che l’insieme di strumenti tecnologici che facilitano il dialogo fra le istituzioni e cittadini assume un’importanza decisiva dal punto di vista di una compiuta ed efficace strategia di e-Democracy.

L’obiettivo è quello di garantire la bidirezionalità dei flussi comunicativi e l’interattività del dialogo per favorire la predisposizione di un ruolo attivo dei cittadini chiamati ad intervenire per integrare e supportare le decisioni degli organi istituzionali rappresentativi, in una dimensione più dinamica e responsabile che renda concreto il processo di coinvolgimento degli utenti nell’adozione delle principali decisioni.

Al riguardo, le tecnologie che consentono e facilitano queste relazioni sono molteplici oltre che duttili e presuppongono la volontarietà partecipativa degli interessi al processo di interazione per un’efficace realizzazione della e-Democracy.

Per quanto riguarda le tecnologie per la consultazione, particolare rilevanza deve essere attribuita sia al fenomeno del voto consultivo sia a quello elettorale, entrambi attuati grazie agli strumenti offerti dalle nuove tecnologie.

Negli ultimi anni si è realizzata un’ulteriore evoluzione delle tecnologie digitali sulla base di importanti iniziative sperimentali che hanno un impatto particolarmente rilevante sulla diffusione dei processi di e-Democracy e sul superamento del divario digitale, migliorando il livello e la qualità di democrazia attualmente esistente.

Alla luce di quanto emerso è possibile senz’altro affermare che l’e-Democracy si trova oggi in un’importante fase di evoluzione allo scopo di migliorare i punti di forza dell’utilizzo delle nuove tecnologie nell’ambito della partecipazione a processi democratici per garantire una maggiore rapidità e facilità nella trasmissione e nello scambio dell’informazione attraverso nuove forme di comunicazione interattiva per assicurare una maggiore trasparenza dell’attività amministrativa e predisporre processi di formazione civica e politica dei cittadini per una partecipazione sociale più attiva e continua.

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L’onda di Civil Lifehttp://www.marsilioeditori.it/ebook/libro/3170843-londa-di-civil-life

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Il progetto Demotopiahttp://

www.marsilioeditori.it/libri/scheda-libro/3170625/l-evoluzione-dei-modelli-e-delle-tecnologie-per-la-partecipazione

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Dalla teoria alla pratica

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Postpartito

Senza voler entrare nel merito delle forme di democrazia e di come attivare e favorire i processi di partecipazione dei cittadini alla vita politica, è opportuno focalizzare l’attenzione sul sistema dei partiti e sul ruolo che i partiti possono svolgere nella vita democratica.Riprendo a questo proposito un riassunto fatto da Francesco Raniolo dello schema di Anthony King del 1969, secondo cui le funzioni dei partiti politici sono:

L’integrazione e la mobilitazione dei cittadini La strutturazione del voto L’aggregazione degli interessi Il reclutamento dei leader e del personale politico L’organizzazione del potere di governo L’influenza delle politiche pubbliche

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Variazioni sul tema

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Circoli (dal vizioso al virtuoso)

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Modelli di partecipazione

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Competenza e Rappresentanza

I cambiamenti a cui abbiamo assistito negli ultimi decenni sono andati stati accompagnati dai processi di professionalizzazione della politica. Nel senso, non più weberiano della comparsa di chi vive di e per la politica, ma della crescita dell’importanza delle competenze specialistiche e delle expertise. Cioè delle risorse immateriali di conoscenza che i partiti acquistano all’esterno, al di fuori dei tradizionali circuiti della militanza. Quanto più questo bisogno di competenze cresce tanto più il rapporto tra specialisti (professionisti) e militanti ordinari si ribalta. Esperti e consulenti si sono formati al di fuori dell’organizzazione, sono stati assunti in base ad una verifica iniziale delle loro competenze e operano con vasti margini di discrezionalità e di iniziativa personale. Ciò che li lega all’organizzazione partitica è sempre di più la fedeltà ad un leader. Più in generale, il declino dei finanziamenti autonomi, l’impatto dei nuovi media elettronici e la domanda di professionalità esterne favoriscono le spinte alla centralizzazione e l’affermazione di una stabile leadership. Siamo così ricondotti ad uno dei più classici dilemmi della vita interna di un partito quello tra logica dell’efficienza e della democrazia. Anche se la debolezza del momento associativo lo rende meno stringente

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Efficienza vs democrazia?…(con) il processo di iinovazione che si impone con la modernità contro il predominio della tradizione …solo una parte delle competenze decisionali che strutturano la società è legata assieme nel sistema politico e sottoposta ai principi della democrazia parlamentare.

Un’altra parte è sottratta alle regole dei controlli e della giustificazione pubblici e delegata alla libertà di investimento delle imprese e alla libertà di ricerrca della scienza.

In tale contesto, in conformità con gli assetti istituzionnali, i cambiamenti sociali sono rimossi come effetti colaterali latenti delle decisioni, dei vincoli e dei calcoli scientifici e tecnico-scientifici (pag. 257)

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Esigenza di un nuovo umanesimoIl progresso ha imposto la centralità dei professionisti sempre più specializzati, anche nell’ambito dei processi decisionali nell’ambito amministrativo-istituzionaleLa crisi ha però fatto emergere i limiti e le contraddizioni delle expertise esercitate con logiche astratte ed autoreferenziali che impattano con effetti devastanti sugli equilibri sociali ed assetti democratici: eccessiva finanziarizzazione dell’economia, insostenibilità ambientale delle scelte tecnologiche, omologazione culturale indotta dai media digitali…Da Empoli racconta l’ascesa di una generazione di scienziati, di imprenditori e di artisti che sta facendo saltare le frontiere tra le diverse discipline per adottare un approccio più complesso alle sfide del tempo presente

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..e la rappresentanza esprime i campioni

Con il declino di questo tipo di partiti si va formando un sistema di rappresentanza che è di natura e significato nettamente diversi da quelli originari che potremmo chiamare sistema rappresentativo per campioni…il principio di competenza continua a restare subordinato a quello di maggioranza…Ocore immaginare che l’arte del rappresentante consista nell’esprimere i valori che l’elettore vorrebbe fossero i suoi propri, ma che non è in grado di manifestarenella vita di tutti i giorni…L’elettore trova cioè nel candidato il riflesso di un sé immaginario, ed eleggendolo realizza una specie di riscatto per delega di proprie ambizioni deluse…All’illusione escatologica delle grandi ideologie subentra allora niente più che una loro insepressa contraffazione di nicchia (pag.25)

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Comunicazione politica L’era dei grandi partiti è stata caratterizzata dal modello che potremmo chiamare della

segmentazione, in cui la comunicazione politica tende a riprodurre e rinforzare le relazioni di appartenenza tra elettori e partiti.

Per contro, le tendenze più recenti sono caratterizzate dal modello dell’influenza, centrato sugli effetti non trascurabili dei media (Barisone 2001). Come avvertono Farrell e Webb (2002) i partiti sono diventati delle campaign organizations, non devono più mobilitare un gruppo predefinito di aderenti ― gli elettori di appartenenza che non scelgono ma testimoniano ― ma difendere delle immagini, per lo più, dei leader o proporre delle issues che abbiano un alto grado di attrazione per gli elettori. Tenendo conto, però, e questo è il punto cruciale che differenzia i partiti elettorali dal più tradizionale partito pigliatutto, degli interessi e delle preferenze specifiche dei diversi gruppi di elettori.

Si afferma, quindi, un modello di rappresentanza che è stato chiamato democrazia del pubblico, o, forse, sarebbe meglio dire dei pubblici. In questo passaggio d’epoca si intravedono grandi opportunità per la partecipazione dal basso e la democrazia ― mai come ora il tema della «democrazia elettronica» sembra a portata di mano ― eppure non mancano i rischi. A partire, dell’affermazione di un dilemma cruciale per la stessa classe politica e i partiti: «[la] modernizzazione della comunicazione offre ai protagonisti della politica numerose opportunità ma, al tempo stesso, essa li vincola rendendoli schiavi, o quanto meno prigionieri, della logica dei media» (Sani 2001, 13).

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La comunicazione politica tra strumenti e significati(Brani tratti dalla recensione uscita sulla rivista Comunicazione politica del Mulino)

Mario Rodriguez è una figura eclettica ed eccentrica nel panorama italiano degli studi sulla comunicazione politica: laureato in architettura, svolge attività di giornalista, è consulente di comunicazione in ambito politico e pubblico, è stato docente a contratto in diversi atenei italiani e lo è tuttora all’Università di Milano, è autore infine di numerosi articoli e ha curato diversi volumi. ConSenso. La comunicazione politica tra strumenti e significati è la sua prima monografia, che ha il pregio di combinare capacità di sintesi e agilità di scrittura che sono tipiche dello stile giornalistico, a un’evidente ampiezza di competenze personali, che spaziano dal marketing alle scienze cognitive, dai classici della sociologia alle ricerche politologiche e massmediologiche più recenti.

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Due concetti contrapposti di comunicazione

La tesi di fondo del libro è che oggi in Italia si fronteggino due concetti contrapposti di comunicazione: uno «uno di tipo trasmissivo e strumentale, l’altro antropologico culturale» (p. 17), il primo fondato su un «paradigma dominante di ispirazione elettromeccanica: emittente, canale, ricevente, feedback» (p. 105), il secondo centrato sull’idea che la comunicazione sia una «negoziazione di significato, in cui il ricevente è attivo, non è solo il punto di arrivo di un impulso: è lui che produce il senso che viene attribuito alle cose» (p. 105). Un’idea di comunicazione, quest’ultima, che è molto consonante con la prospettiva disciplinare da cui io stessa, come semiologa e studiosa di linguaggio, sono arrivata a occuparmi di comunicazione politica, una prospettiva che ha nella filosofia del secondo Wittgenstein e nella semiotica di Umberto Eco, citati dallo stesso Rodriguez (p. 104), i punti di riferimento teorici fondamentali.È qui che nasce l’idea di comunicazione politica che Rodriguez battezza conSenso: chiunque voglia comunicare qualcosa a qualcuno in modo efficace, in politica come in qualunque altro ambito, non deve mai dimenticare che il senso di ciò che si comunica si costruisce assieme ai destinatari, si costruisce appunto con loro (con-senso), il che vuol dire che i destinatari non sono mai un puro e semplice bersaglio, o target: anche il marketing più accorto lo riconosce da anni, offrendo una visione più collaborativa e partecipata del rapporto fra imprese e clienti, una visione non più centrata sul mercato, ma sulle persone che compongono il mercato e sulla comprensione delle loro scelte e azioni, invece che sulla presunzione, che era tipica degli anni Ottanta, di poter prevedere e controllare le loro scelte e azioni. È una visione che mette al centro l’individuo, e lo rispetta come soggetto consapevole e libero, pur riconoscendo che tutto, nella comunicazione, «ha a che fare con le emozioni e i sentimenti, che l’uomo non è un meccanismo puramente razionale capace di svolgere analisi costi/benefici su ogni decisione della propria vita. Anzi, proprio le scelte che contano di più – quelle fatte ragionando – hanno a che fare non solo con le emozioni, effimere e passeggere, ma con i sentimenti, stratificati e duraturi» (p. 20).

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L’innovazione renziana

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Alla ricerca della buona politica

Bibliografia essenziale

Edmondo Berselli – SINISTRATI. Storia sentimentale di una catastrofe politica Salvatore Vassallo – LIBERIAMO LA POLITICA. Prima che sia troppo tardi Claudio Cerasa – LE CATENE DELLA SINISTRA. Non solo Renzi. Lobby, interessi, azionisti occulti

di un potere immobile Stefano Allievi – CHI HA UCCISO IL PD (Ecosa si può fare per salvare quel che resta) Paolo Giaretta – CON I SE E CON I MA. Fare politica ai tempi dell’antipoolitica Massino D’Alema – CONTRO CORRENTE. Intervista sulla sinistra al tempo dell’antipolitica Valter Veltroni – E SE NOI DOMANI. L’Italia e la sinistra che vorrei Matteo Renzi – FUORI! «Adesso tocca a noi ridare slancio all’Italia» Giuliano Ferrara – IL ROYAL BABY. Matteo Renzi e l’Italia che vorrà Giuliano Da Empoli – LA PROVA DEL POTERE. Una nuova generrazione alla guida di un

vecchissimo Paese

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L’Italia com’è (1)

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L’Italia com’è (2)

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#ilvenetochevogliamo(per capire)

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#ilvenetochevogliamo(per cambiare)

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#ilvenetochevogliamo(per orientarci)

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Un contributo personale Metastasi del linguaggio politico per il giornalismo alla Alvaro Vitalihttp://www.dinobertocco.it/metastasi-del-linguaggio-politico-per-il-giornalismo-alla-alvaro-vitali/ Datemi una ruspa e vi sFascio tutto: che ci azzecca il Gabibbo lepenista con la Lega?http://www.dinobertocco.it/datemi-una-ruspa-e-vi-sfascio-tutto-che-ci-azzecca-il-gabibbo-lepenista-con-la-lega/ Salviamo il soldato Roger (e rigeneriamo il PD veneto)http://www.dinobertocco.it/salviamo-il-soldato-roger-e-rigeneriamo-il-pd-veneto/ Il sentiment democratico dei venetihttp://www.dinobertocco.it/il-sentiment-democratico-dei-veneti/ La pancia e la testa del leonewww.facebook.com/dinobertocco La versione di Andreawww.storiaecultura.ning.com #ilvenetochevogliamohttp://www.slideshare.net/dinobertocco1/ilvenetochevogliamob