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Mensile di Approfondimento della Valdinievole e di Pistoia a Diffusione GratuitaAnno 2 - Numero 24 - Novembre/Dicembre 2011
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LO SFOGO DI FEDERICO LIBERATI, NOSTRO INVIATO DISABILE, CHE RACCONTA LA SUA STORIA“La Patrimoniale e l’Ici sulla prima casa colpiranno anche le persone come me
Perché Mario Monti penalizza chi ha fatto sacrifici per avere una dignità?”
NATALE “IL GIULLARE” CONSIGLIA IL TUO REGALOUNA GUIDA AI MIGLIORI NEGOZI PER FARE SHOPPING
PISTOIA VERSO IL VOTO: PARLA ROBERTO BARTOLI
TarTASSAti
GRATUITA
DIRETTORE RESPONSABILEAndrea Spadoni - [email protected] REDATTOREDiletta Severi - [email protected] GrazziniJacqueline Monica MagiLorenzo BenedettiSimeone ClamoriAntonio PileggiFederico LiberatiHANNO COLLABORATOMaurizio CarraraRocky RossiniAntonella GramignaElena MaltagliatiFOTOGRAFIACristiano Bianchi - [email protected]
GRAFICA E IMPAGINAZIONEEva Bugiani - [email protected] Arti Grafiche - Signa (Firenze)SOCIETÀ EDITRICEIl Giullare Editore srl
Iscrizione Tribunale di Pistoia n°9/2009 del 14 maggio 2009Redazione de “Il Giullare”Via Franchetti 11 - 51100 Pistoiaemail: [email protected]
“Il Giullare” è visibile e scaricabile onlineall’indirizzo www.ilgiullare.comCerca “Il Giullare” su Facebook
Vuoi fare pubblicità su Il Giullare?Chiamaci al 334 .2251974
Il desiderio di Musica, che non si attenua nemmeno in Inverno, continua al Ristorante Villa Garzoni di Collodi con gli appuntamenti del “Garzoni n’ Jazz”, dove il cibo si sposa con dell’ottima musica Jazz dal vivo.
21 dicembre: STEFANO BARTOLI (Tromba) 11 gennaio: UGO BONGIANNI (Piano) 25 gennaio: ALESSIO BIANCHI (tromba e filicorno)Gli appuntamenti continuano ogni secondo e quarto mercoledì del mese.
Inoltre, il Ristorante Villa Garzoni organizza il “Garzoni n’ Taste” ovvero per-corsi nel Gusto alla scoperta dei 5 sensi. Per ogni appuntamento lo Chef ha creato con cura e attenzione un menù per esaltare i Vini presentati da un esperto sommelier.
22 dicembre: BOLLICINEGLI CHAMPAGNE E LO SPUMANTE ITALIANO
05 gennaio: LA FRANCIA IN TOSCANALE UVE FRANCESI IN COMBINAZIONE CON IL SANGIOVESE TOSCANO
25 gennaio: GRAND CRU COSTA DEGLI ETRUSCHIA CONFRONTO TRE GRAND CRU DELLA COSTA TOSCANA, LA TRADIZIONE DELLE UVE FRANCESI TRAPIANTATE IN MAREMMA
02 febbraio: CIOCCOLATO & RHUM IL PRINCIPE DI CUBA CON L’ORO NERO TOSCANO
16 febbraio: UNA PASSEGGIATA NELLE COLLINE LUCCHESICON I SUOI ROSSI D’ECCELLENZA
01 marzo: SERATA IN ROSAIL SOMMELIER PRESENTA I VINI ROSATI DELLA TOSCANA E LIGURIA
Il Ristorante Villa Garzoni propone piatti di carne, caccia-gione e pesce fresco, che rappresentano il giusto incontro tra i sapori della tradizione toscana e l’innovazione della cucina contemporanea, all’interno di una location sugge-stiva e rilassante. Il menù è raffinato ed originale, risultato di un’attenta cura nella scelta delle materie prime e nella presentazione. Altrettanto ricercata è la carta dei vini, che vanta un’ampia selezione sia di provenienza italiana che francese. Ristrutturato recentemente, lo spazio può ac-cogliere fino ad ottanta coperti distribuiti in due sale, una più ampia con travi a soffitto, l’altra più intima e riservata, con uno stupendo affaccio sul Giardino Garzoni. Al pia-no terra potete trovare un bar caffetteria e qualche tavolo all’aperto, dove gustare colazioni e pranzi veloci. Il Risto-rante Villa Garzoni vi aspetta a Collodi, un delizioso borgo medievale, a fianco di una delle più belle Ville d’Italia. Non solo un ristorante, dunque, ma un luogo capace di offrire proposte per tutti i diversi momenti della giornata e per le più svariate occasioni in un “lusso accessibile” a tutti. Per maggiori informazioni e per conoscere gli eventi, seguiteci sulla nostra pagina di Facebook, oppure consultate il no-stro sito www.ristorantevillagarzoni.it.
Piazza della Vittoria, 1 - Collodi (PT) - Tel. 0572.428545
Dedico questo ultimo editoriale del 2011 a “Quello che
non c’è”, o meglio, a chi non c’è più. Il mio vuole essere
un breve saluto a due amici e colleghi che, quest’anno, ci
hanno lasciato. Il primo nome è quello di Silvia Innocenti
Caramelli, valorosa addetta stampa della Provincia di Pi-
stoia. La sua scomparsa mi ha frastornato, lasciato sen-
za parole. Silvia era preziosa, gentile e professionale. Una
rarità nel nostro ambiente. Il secondo è quello di Sergio
Silvestrini. Giornalista de “La Nazione”, legato da sempre
alla sua amata Pescia, di cui era un’istituzione. Sergio,
prima di tutti noi, aveva dato vita anche al primo maga-
zine locale: “Il Cittadino”. Esperienza di successo che ha
fatto da battistrada a tutti noi che crediamo ancora nel
fascino della carta stampata. Entrambi sono figure inso-
stuibili, ma il loro insegnamento ci aiuterà a fare sempre
meglio il nostro lavoro. Ciao amici.
IL DIRETTOREAndrea Spadoni
verso il voto: l’intervista6
verso il voto: gossipstonaturesindaco per un giornol’inchiestadialoghi
pilloletagliati per il successooltre: la denunciala guida de il giullarespeciale christmashoppingeventisalutepiatto riccosportveterani montecatiniagenda
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1921222629414344495051
in questo numero novembre/dicembre 2011
Quello che(non) c’è...
Piazza della Vittoria, 1 - Collodi (PT) - Tel. 0572.428545
la storia18
Quel che prometto, mantengo
a sua fama lo precede: ormai in pochi non
conoscono il suo nome ed in tanti lo con-
siderano il volto nuovo della politica locale,
il “Renzi di Pistoia” come lo hanno definito (“Io però
preferirei andare a cena a Palazzo Chigi, non ad Ar-
core”). Un po’ per la sua giovane età, e un po’, forse,
perché piace a tutti, sia a destra che a sinistra. Fatto
sta, che quando l’ho incontrato in una gremita Piaz-
za Duomo per il sabato di mercato (“Non vediamo-
ci in ufficio, mi piace stare a contatto con la gente”)
di Roberto Bartoli (nella foto) sapevo già molto. Ad
esempio, che è uno stimatissimo professore di Diritto
Penale alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Ateneo di
Firenze, nonché direttore del Dipartimento di Diritto
Comparato Penale; che è autore, fino ad oggi, di
una sessantina di pubblicazioni e consigliere comu-
nale da ormai 5 anni. E che, soprattutto, ha deciso di
candidarsi – tra le fila del PD – alle prossime ammini-
strative. Tutto questo, ad appena 38 anni.
La giovane età può essere un limite? Da una parte è senz’altro un vantaggio: l’entusiasmo
e le energie fisiche di girare il territorio e di incontrare
persone sono proprie dei giovani. Il limite può essere
solo la mancanza di esperienza e, quindi, occorre an-
che circondarsi di persone d’esperienza.
Procediamo con ordine, partendo dall’inizio. Che formazione politica ha e perché ha deciso di candidarsi?Non appartengo alle vecchie realtà del PC e della
DC: sono, piuttosto, un nativo, un esponente del
Partito Democratico puro. La mia candidatura nasce
dalle numerose richieste da parte di iscritti al PD e da
Parola di Roberto Bartoli
Diletta Severi
foto di Cristiano Bianchi
L
tanti cittadini che, invece, non hanno rapporti diret-ti col partito e che necessitano, urgentemente, di un cambiamento. Ho conquistato sul campo – in questi cinque anni da consigliere – la giusta credi-bilità, promuovendo proposte concrete di riforma, non ultima quella di valorizzare trasparenza e com-petenze all’interno delle nomine delle partecipate: non si può essere nominati in una partecipata solo perché si ha una tessera di partito.Ha già un suo slogan e ha già cominciato una sorta di campagna elettorale tra i cittadini. Sì. Amo e sostengo il rapporto diretto col cittadino. La politica, sia nazionale che locale, si è pericolo-samente allontanata dalle persone e da tutti quei settori che sono la forza motrice di una città. Io voglio, invece, andare a casa delle persone, non limitarmi a stringere mani. “Scegliamo Pistoia. Qui, Ora” oltre che ad essere lo slogan della mia candi-datura è l’obiettivo che voglio raggiungere: quello, cioè, di valorizzare il nostro territorio attraverso una scelta, consapevole e matura, andando oltre i luo-ghi comuni che stanno rallentando la crescita e la presa di coscienza delle potenzialità della città. Pi-stoia non ha il coraggio di affrontare il cambiamen-to. Guardi, ad esempio, il caso della Breda. Non possiamo dire “no alla vendita” e basta: quello da tenere veramente di conto è che l’offerta occupa-zionale sia di qualità e di quantità: se, poi, questa viene garantita da un pubblico, o da un privato, ci possiamo ragionare sopra. Questo vorrebbe dire essere dalla parte del lavoratore, non contro. Oltre a Pistoia, poi, dobbiamo scegliere anche tutte le altre realtà locali, borghi, paesi, che spesso, pur-
troppo, sono intese come appendici. E devono, invece, essere valorizzate. Che Pistoia lascia il sindaco uscente (Berti, ndr)?Questi dieci anni sono stati decisivi per il cambia-mento infrastrutturale di Pistoia, che sicuramente è diventata più bella e più attrattiva. Occorre, tut-tavia, fare molto di più rispetto al mandato Berti. La necessità di una svolta, di una politica nuova è data dai fatti: la struttura comunale va riformata, è necessario ridurre i tempi della burocrazia, entrare nell’ordine di idee che la macchina amministrativa deve stare al fianco del cittadino e delle imprese, non essere considerata un nemico che ostacola. Bisogna avere il coraggio di dire che per gestire i servizi scolastici e socio-sanitari ci deve esse-re maggiore cooperazione tra pubblico e privato: meno comune e più comunità, quindi più società. Diventa sindaco. Cosa cambia a Pistoia?Tre atti immediati: rinuncia, da par-te mia e della giunta, del 20% degli emolumenti; riduzione della giunta da 8 a 5 membri e la metà del totale dovrà essere composta tra giovani e donne; il Presidente del Consiglio tornerà all’opposizione, nel nome di quel dialogo che deve esserci tra maggioranza ed opposizione. Pagherà, secondo lei, la sua scelta di caval-care quest’ondata di antipolitica proponen-dosi come candidato “alternativo”?Non sono antipolitico, anzi, penso di essere auten-ticamente politico, perché fuori dai giochi e dagli schemi. Penso di essere moderno, più che alter-nativo. Sinistra e destra oggi devono modernizzar-si e cominciare a guardare alla società in maniera globale. Basta divisioni, sì alla comunione di intenti. Voglio pormi come il sindaco di tutti. Più semplice-mente, dico che il mio obiettivo sarà quello di occu-parmi di noi, dei nostri figli, del posto dove viviamo, dove lavoriamo, dove esprimiamo la nostra perso-na nella relazione con gli altri. E lo farò per davvero. Vada sul mio blog (www.robertobartoli.com, ndr): lì trova tutto me, costantemente aggiornato. Non è uno strumento di pubblicità o di propaganda. E’ uno strumento di dialogo, di proposte, ma anche di controllo e verifica. Perché come ci insegnano i latini, “verba volant, scripta manent”.
// CHI ÈSposato con Annalisa Lucarelli, av-vocato, ha due bambini, Alice di 6 anni e Alessandro di 4. Amante della montagna e dei boschi, abile cerca-tore di funghi, appassionato scrittore di poesie e affascinato, da sempre, dalle discipline filosofiche; suona la batteria ma non segue lo sport. “Non frequento palazzetti o stadi. Ma se divento sindaco, andrò senz’altro a sostenere le squadre della mia città.”
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Prendi nota
La vita politica a Pistoia è, ovviamente, in pieno fermento. Chi
spara più cartucce, come si suol dire, è, per ora, il PD che si sta
preparando per le primarie e il clima che si respira nelle sedi del
partito, dalle prime notizie che ci giungono, non sembra alquan-
to disteso. Due possibili candidati “Il Giullare” li ha già presentati:
si tratta di Alberto Niccolai e Roberto Bartoli. Il terzo dovrebbe
essere certamente Samuele Bertinelli (appoggiato dal gruppo
Bini, Fratoni, Fragai, Belliti). I rumors ci dicono anche che, ad
oggi, un quarto candidato è riconducibile, al momento, all’avvo-
cato Cecilia Turco (appoggiato da Scarpetti e Chiti). Quello che
ci incuriosisce è che la stessa Turco, alle precedenti primarie per
la Provincia, era stata promossa da Bertinelli e Belliti (oggi contro
di lei) mentre il gruppo Chiti, Scarpetti, Bini e Fragai appoggiava-
no Federica Fratoni. Determinante, oggi come oggi, è anche la
posizione del terzo polo che sembra orientato a presentarsi con
una lista civica che raggrupperebbe tutte le varie correnti di parti-
to: Udc, Fli, Api con il candidato Alessio Bartolomei. Il presidente
regionale dell’Udc, Marco Baldassarri, ammette: “siamo aperti al
dialogo” e sostiene che “a Pistoia, dopo 60 anni di ammistrazioni
della stessa linea politica, è necessario un cambiamento. In poli-
tica la discontinuità è un valore importante”. Per il centro destra,
invece, è ancora in pole position la candidature della dottoressa
Anna Maria Celesti, ma ci potrebbero essere ancora sviluppi.
“Fratelli coltelli” nel PdIl gossip sulle elezioni
Costruzione di 14 villette e 20 appartamenti di varie metrature in Pistoia Via S. AlessioTutti gli edifici sono realizzati in “Classe energetica A”
Il percorso per certificare la classe A inizia in fase progettuale proseguendo con un’accurata scelta dei materiali e delle tecniche costruttive per concludersi con l’attestazione del documento sull’ACE che per legge deve accompagnare gli atti di vendita
Alle passate elezioni amministrative del 2007, il suo risultato fu un record. Per la prima volta, a Pistoia, è stato necessario il secondo turno per decidere chi si sarebbe seduto sulla poltrona di sindaco. Renzo Berti che, cinque anni prima, aveva superato il 60 per cento, si era fermato al 48,16%. Mentre Alessandro Capecchi, giovane e determinato candidato del centrodestra, ave-va raggiunto il 36,12%. Una percentuale altissi-ma che ha tenuto in bilico fino all’ultimo le sorti del nostro capoluogo di provincia. Oggi, il mo-mento politico è diverso, ma dato che tra pochi mesi i pistoiesi dovranno tornare alle urne, ab-biamo chiesto proprio a Capecchi (capogrup-po del Pdl in consiglio comunale) qual è la sua ricetta per battere il centrosinistra a Pistoia: “Ci vogliono - spiega - coraggio e fortuna. Corag-gio vuol dire correre tanto, proporre formule in-novative e chiamare associazioni, enti, cittadini e imprese ad abbandonare vecchi schemi e sperimentare nuove soluzioni per infrastrutture, credito, personale, servizi alla persona, pianifi-
cazione urbanistica. Ognuno deve recuperare il
suo ruolo e liberare energie che ogni sistema
di potere consolidato, tende a controllare, indi-
rizzare, sfinire. La fortuna, invece, sta nell’avere
un vento favorevole a livello nazionale, sperando
che nel ventre molle del consenso di apparato,
gonfino le scorie delle primarie. Fu quello che
mancò per un soffio a Ettore Severi alle scorse
elezioni provinciali e che invece riuscii a intercet-
tare io costringendo Berti prima al ballottaggio e
poi a un testa a testa clamoroso. È certo che se
il centrodestra si presenterà al voto diviso, po-
trebbe pesare la sensazione della mancanza di
una vera alternativa e il rischio sarebbe quello di
puntare tutti sullo stesso bacino elettorale, anzi-
ché andare a evidenziare i gravi limiti della città,
create da dieci anni di governo della Giunta Ber-
ti. Se, però, i contendenti faranno un campagna
elettorale intelligente, potremmo anche racco-
gliere più voti e avere una nuova possibilità per
mettere finalmente il PD e soci all’opposizione”.
“Centrodestra unito, volontà e coraggio Questa la ricetta per battere la sinistra”
Capecchi, l’uomo dei record alle elezioni del 2007
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Di certo, il governo Monti ha il merito di avere re-stituito un po’ di normalità e sobrietà alla nostra politica. Negli ultimi venti anni, con l’affermarsi della televisione, la politica si è guardata l’ombelico, rite-nendo che la visibilità mediatica fosse il fine e non il mezzo, convincendosi che la popolarità fosse data dalla capacità di riprodurre vizi e vezzi del popolo. La classe politica, quindi, non come esempio, ma come semplice specchio del paese. Con l’avven-to di Berlusconi, quell’attitudine al compiacimen-to mediatico ha toccato vette inaccettabili, con la volgarità ed i vizi diventati ormai pregi o, quanto meno, peccati veniali, sempre perdonabili, per-ché, in fondo, anche il “capo” è un uomo. Meno volgari sicuramente, ma inserite nello stesso modo di intendere il rapporto politica-cittadini, sono state le comparsate televisive dei vari leader e leaderini di ogni colore, che si davano al “popolo”, raccon-tando come si fà il risotto o le piccoli passioni per le scarpe firmate o per i maglioni di lana pregia-ta, salvo poi non essere in grado di rispondere a domande ben più popolari come il prezzo di un chilo di pane o di un litro di latte. Trasmissioni come “Le iene” hanno fatto la loro fortuna nel denudare l’inconsistenza o l’incompetenza di politici e par-lamentari, tanto loquaci nei vari salotti televisivi a discorrere sul nulla, quanto muti o balbettanti di fronte a domande sulle questioni che riguardavano la loro attività di governo del paese. Con Monti ed i suoi professori, quindi, stiamo respirando l’aria, anche un po’ noiosa, della normalità, di cittadini casualmente prestati alla politica, ma – come do-vrebbe essere di norma - che hanno una loro storia professionale, un loro mondo di relazioni, che stan-no fuori dai palazzi, che non appartengono al solito circolo dei professionisti della politica. Quasi certa-mente, una volta finita la loro missione, quei profes-sori li ritroveremo nelle loro università, nei convegni per iniziati o nei consigli di amministrazione. Non succederà, salvo qualche eccezione, quanto in-vece avviene ormai da decenni nella nostra scena
politica; cioè che al cambiare dei governi e delle maggioranze cambiano le cariche, ma rimangono immobili gli incaricati. Il ritorno ad un paese nor-male – invocato da tanti- però deve significare, usando una bella frase di Enzo Biagi, che “buon giorno, vuol dire buon giorno”. Cioè le parole, tan-to più in politica, devono essere usate per quello che significano, assumendone anche il suono, più o meno gradevole che sia. Proviamo allora a dirle quelle parole. Il governo Monti è sostenuto da una maggioranza che comprende PDL, PD, UDC, IDV e altri partiti minori. Questo significa – anime candi-de, sopportatene il suono!- che PDL e PD gover-nano insieme il paese. Non serve raccontare che al governo ci sono tecnici e non politici. In una repub-blica parlamentare il governo viene anche definito “esecutivo”, cioè l’organo che esegue gli indirizzi della maggioranza che lo ha votato. Gran parte delle forze politiche di opposizione e di maggio-ranza hanno convenuto che, per affrontare la crisi del paese, ci sono scelte che devono essere fatte insieme e, quindi, compatibili con i loro programmi ed obiettivi. Naturalmente è lecito chiedersi perché, nel pieno di una così grave emergenza economica e sociale, centro destra e centro sinistra debbano avere le stesse ricette; è lecito pensare che quella sia una scelta sbagliata. Meno comprensibile è il tentativo di molti esponenti di PD e PDL di nega-re l’evidenza della comune esperienza di governo, nascondendosi dietro distinguo e formule imba-razzate. Mi ricordano un po’ un mio amico che, alla domanda se davvero fosse fidanzato con una ragazza un po’ bruttina, rispondeva “non del tutto”.Di sicuro nell’interesse del paese, tuttavia, in que-sto momento, l’Italia è governata da un’ampia maggioranza di partiti, come avviene in Grecia e non come è avvenuto in Spagna. Piaccia o non piaccia, questa è la realtà. “Buon giorno, vuol dire buon giorno”. Tutto qui.
Stona tureUn MONTI
di normalità
Simone Belvedere28 anni
Titolo di studioQualifica di Operatore dei servizi
della ristorazione settore cucina
ProfessioneProssimo Commerciante
PassioniCucina, Volontariato
Film preferito“Il Padrino” di Francis Ford Coppola
Non rinunceresti mai
Alle ragazze. Spero che loro
non rinuncino mai a me!
Piatto preferitoCinghiale in umido
Libro“Saltatempo” di Stefano Benni
Un aggettivo sul tuo sindacoTemerario
Il mio progettoper Larciano
P12/sindaco per un giorno
Lorenzo Benedetti
foto di Cristiano Bianchi
Sindaco PER UN GIORNO
arciano è un paese che ha un elevato potenziale turistico ed econo-mico. Ha molto da offrire come testimonia l’eccellente qualità dei suoi prodotti tipici come olio e vino, ed è rimasto uno dei pochi posti nel
quale si vive ancora bene. Non ha eccessivamente subito il progresso ed ha mantenuto nel corso degli anni i propri tratti caratteristici”.
Simone Belvedere
“LNel centro di Larciano sono situati fondi, utili per attività commerciali, vuoti da diverso tempo. La cosa non è affatto positiva in quanto il centro storico di un paese come il nostro, per quanto piccolo possa essere, dovrebbe fungere da polo di attrazione turistica. Negli ultimi anni due esercizi hanno letteralmente “chiuso bottega” e altri investitori hanno pensato bene di trasferirsi verso nuove zone commerciali che, a loro parere, hanno un potenziale più elevato. Per dare una svolta a questa situazione mi sto attivando personalmente, aprendo nel centro di Larciano una mia attività. Il numero di fondi inutilizzati, però, è vera-mente elevato e di questo passo rischiamo di ritrovarci in una Piazza deserta.
RIPORTARE IL COMMERCIO NEL CENTRO STORICO
“La sfida? Apro una attività dove altri hanno chiuso”
Via Francesco Ferrucci è una delle zone principali di Larciano. È una strada molto trafficata nella quale si è riusciti parzialmente a risolvere il problema dell’alta velocità con l’installazione di autovelox. Ma la vera problematica, e causa dei gravi incidenti che ne hanno caratterizzato la storia, è il fatto che la pubblica illuminazione è pressoché assente e l’Amministrazione Comu-nale non è ancora riuscita a risanare questa mancanza. Il motivo principale è quello dei numerosi tagli ai budget che l’amministrazione ha subito, ma è fondamentale correre ai ripari il prima possibile per dare maggior sicurezza a tutti i cittadini. Nel frattempo non possiamo che sperare che non ci siano nuovi incidenti in questo tratto di Larciano.
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“In questa strada sono morte troppe persone”
Un altro problema che riguarda il nostro comune è quello della gestione dei giar-dini pubblici. Questi infatti abbondano di alberi piuttosto datati, che necessitano di una periodica cura per permettere a tutte le persone che lo frequentano abi-tualmente, soprattutto i bambini, di non rischiare di farsi male. Inoltre a destare la mia preoccupazione sono le siepi mal tenute e l’erba troppo alta, che non rende giustizia alla bellezza del nostro spazio verde. Specialmente nei mesi esti-vi, il parco si riempie di larcianesi che qui passano le loro giornate in tranquillità e che meritano la messa in sicurezza di un’area che è un bene prezioso per tutti noi. Non voglio dare responsabilità a qualcuno, probabilmente anche questa situazione rientra nei problemi del budget diminuito dell’amministrazione, ma dare nuovo lustro a questa zona aiuterebbe a rilanciare l’intero paese.
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“L’area necessita di una messa in sicurezza”
“Sindaco per un giorno” è lo spazio dedicato a tutti i nostri lettori.Sarete voi, infatti, per 24 ore, il primocittadino del vostro paesee potrete far valere le vostre idee sulle nostre pagine.
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Antonio Pappalardo - Sindaco di Larciano
P13/sindaco per un giorno
di Elena MaltagliatiConsigliere Comune
di Massa e Cozzile
Diletta Severi
Premetto che le amministrazioni
comunali altro non fanno che ap-
plicare le norme, aldilà dei colori
politici delle giunte. Le liberalizza-
zioni sono figlie del decreto Ber-
sani risalente al 2006, provvedi-
mento concepito dal governo di
centro-sinistra come panacea di
tutti i mali per combattere la crisi.
Anche se poi, non è stato certo
così. Credo, tuttavia, non sia una
buona risposta quella di aprire
pubblici esercizi “a pioggia”: at-
teggiamento che conduce alla
svalutazione delle licenze già in
essere, che non fa guadagnare la
concorrenza (il cappuccino costa
sempre 1.20 euro). In più credo
che in una congiuntura econo-
mica come quella in cui siamo
immersi, la fetta di clientela da
spartirsi sia ben poca. Tendo, tut-
tavia, a precisare che non voglio
sembrare una paladina dell’anti-
liberalizzazione: anzi, per cultura
politica sono sempre stata favo-
revole, ma sono ben altri i settori
in cui auspico presto una liberaliz-
zazione in senso sostanziale (ca-
tegoria che in diritto significa una
completa dismissione da parte
degli enti) per ammodernare real-
mente il sistema Italia.
“Fu Bersani a istituire il decreto”
P15/l’inchiesta
Passeggiando per Mas-sa e Cozzile è difficile non accorgersi del curioso pro-liferare di attività commer-ciali equivalenti fra loro: una giungla di bar, ristoranti, panifici, pasticcerie, punti di ristoro. Dati alla mano (fonte SUAP,
Sportello Unico Attività Produttive), nel
2011 le licenze date (e/o rinnovate) di
tipo “commerciale”, quelle cioè adat-
te per avviare un bar o un ristorante
sono state 79. Poiché da queste, c’è
da scorporare le licenze proprie dei
negozi o di chi presta servizi partico-
lari, abbiamo fatto un conteggio più
spicciolo, ma ugualmente efficace:
uno ad uno abbiamo individuato do-
dici attività dislocate nei mille metri cir-
ca di Via Primo Maggio (un tratto della
strada principale, per intendersi, che
collega Montecatini Terme a Borgo a
Buggiano): un panificio che fa anche
pasticceria e colazioni, una pizzeria da
asporto, una rosticceria etnica, quat-
tro bar con colazioni e pranzi veloci,
due ristoranti, una gastronomia con
angolo pizza e ristoro. Spostandoci in
località Traversagna, quattro ristoranti
intorno ad una rotonda e in Via Bruce-
to altre tre attività, l’una a pochi metri
dall’altra, che offrono più o meno i so-
liti servizi. Eppure, nonostante qualche
commerciante lamenti questa si-
tuazione, è tutto estremamen-
te in regola, in virtù del decreto
Bersani del 2006, della Diretti-
va UE Bolkestain che ha trova-
to attuazione in Italia nel 2010 e
per finire della Legge 148 del 2011,
che hanno dato il via libera alle cosid-
dette liberalizzazioni. “In un anno – ci
spiega Anna Fornaro, titolare del Bar
Campus – hanno aperto un risto-
rante ed un bar, entrambi a trecento
metri da me. Mi sono tappata occhi
ed orecchie e ho deciso di prosegui-
re tranquilla per la mia strada, confi-
dando nel fatto che la mia è un’attività
polifunzionale (ormai dal 1999, ndr):
faccio ristorazione veloce, aperitivi,
colazioni e ho i campi da calcio. An-
che se il mio lavoro, fortunatamente,
non ne ha risentito, credo che la con-
centrazione degli stessi esercizi com-
merciali a così breve distanza, denoti
mancanza di buon senso da parte di
chi apre e di chi glielo permette”. Nel
2010, l’Assessore alle Attività Produt-
tive del Comune di Massa e Cozzile
propose un piano per regolamentare
e razionalizzare il commercio, definen-
do parametri base per l’apertura delle
attività; piano a cui, però,
fu posto il veto perché
andava a delegittima-
re l’indirizzo legislativo
nazionale. E adesso,
lo stesso piano sarebbe
in attesa di un parere da
parte della Regione Toscana. “Quan-
do abbiamo aperto nel 2008 – testi-
moniano Claudia e Monica, titolari del
MiBar – con le nostre licenze poteva-
mo fare tutto, dalle colazioni al dopo
cena. Scegliemmo di differenziare l’of-
ferta, perché intorno a noi c’era già un
american bar ed una pasticceria, e ci
sembrò assurdo farsi vicendevolmen-
te concorrenza. Riflessione che oggi
non viene più fatta: quindi, poiché i
piccoli imprenditori che aprono non
capiscono che si rischia una guerra
tra poveri, dovrebbero essere i pia-
ni alti a optare per una scelta di buon senso”.
Pane, bar e ristorantiinvadono Massa e CozzilePreoccupazione per le “licenze pazze”
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Contosoloio e Nonvorreidisturbare erano due sorelle di-versissime nel carattere e nell’impostazione della loro vita.La prima, estremamente egoista, accumulava qualsiasi cosa potesse, stipando tutto nella sua casa, che aveva fatto costruire, pagando gli operai extracomunitari al nero, proprio nel letto del fiume, abusivamente, sfruttando la vi-cinanza del terreno dei genitori all’alveo. La casa era quasi un castello fortezza, con complicatissimi sistemi di allarme e pochi erano i “fortunati” ammessi a varcarne la soglia, nelle rare cene che Contosoloio organizzava. Del resto queste rare cene erano uno stress perché Contosoloio era ossessionata dai furti, dalla sparizione delle sue cose, qualunque esse fossero. Aveva infatti elenchi scrupolosi di ogni suo oggetto, catalogava tutto ed era in grado di ve-dere se qualcosa mancava o era stato spostato con una precisione estrema. Le cantine, grandi quanto la casa, erano piene di ogni genere di cose, compreso tutti gli og-getti, gli abiti e quanto aveva usato nella sua vita, poiché Contosloio non aveva buttato via nulla, aveva tenuto ogni
abito usato, ogni paio di calze bucato e catalogato e im-magazzinato tutto, fiera della sua enorme mole di oggetti.Nonvorreidisturbare era il suo opposto. Viveva nel vecchio fienile della casa dei suoi, a monte della casa della sorella, una linda casetta semplice e pulita, ricca dei quadri dipin-ti da Nonvorreidisturbare e dai suoi amici che potevano recarsi da lei quando volevano sia per chiacchierare, per chiedere consigli, per dipingere, tanto le porte della casa erano sempre aperte. Da Nonvorreidisturbare non c’era niente da rubare, diceva lei, eccetto lei stessa…Nonvorrei-disturbare viveva pensando alle sue creazioni pittoriche e letterarie, ai suoi amici e non aveva né tempo né voglia di preoccuparsi di oggetti, abiti, gioielli e varie. Se qualcuno aveva bisogno di qualcosa e lei lo aveva lo donava, con-vinta che tutto ciò che rimane di noi è quanto si è donato.
A CHRISTMAS
CAROL
UN GIORNO D’INVERNO PARTICOLARMENTE PIOVOSO LE ACQUE DEL FIUME SUL QUALE VIVEVA CONTOSOLOIO SI GONFIARONO OLTRE OGNI MISURA, MA ALL’ALTEZ-ZA DELLA CASA DI CONTOSOLOIO TROVARONO LA SUA CASA AD OSTACOLARNE IL DEFLUSSO E QUESTO NE PROVOCò UNA VIOLENTA TRACIMAZIONE CHE TRAVOLSE LA CASA DI CONTOSOLOIO, PORTANDOSI VIA OGNI COSA, MOBILI, ABITI, GIOIELLI, OG-GETTI VARI COMPRESE VECCHIE MUTANDE. CONTOSOLOIO SI SALVò PER MIRACO-LO, SOLO PERCHé SUA SORELLA NONVORREIDISTURBARE ERA CORSA AD AIUTARLA TRASCINANDOLA VIA MENTRE LEI SI AGGRAPPAVA ALLE LAMPADE E ALL’ARGENTERIA NEL VANO TENTATIVO DI PORTARSELI DIETRO. PURTROPPO LA FURIA DELLE ACQUE, SCATENATA DALL’OSTACOLO TROVATO NELLA CASA DI CONTOSOLOIO, AVEVA POR-TATO VIA ANCHE LA LINDA CASETTA DI NONVORREIDISTURBARE, CHE SOLO PER MI-RACOLO ERA RIUSCITA A FUGGIRE SALVANDOSI E SALVANDO SUA SORELLA.Le due sorelle si trovarono così sole, al freddo, senza un tetto e nulla più dei vestiti indosso. Contosoloio piange-va disperata, fuori di sé, enumerando tutti i suoi oggetti perduti. Fu accompagnata in un centro di accoglienza ed accudita insieme ad altre persone che, per colpa della sua cupidigia, avevano perso la casa nella tracimazione del fiume. Contosoloio non aveva amici a cui chiedere aiuto, quindi si affidò alla comunità. Nonvorreidisturbare invece iniziò a darsi da fare per dare aiuto nella disperata situazione in cui si trovava la vallata. Stava aiutando nel recupero delle poche cose rimaste agli alluvionati quando vide arrivare alcuni amici. Ben presto gli amici erano tanti e le avevano portato abiti, coperte, cibo, lampade, con cui Nonvorreidisturbare aiutò tutta la valle. Fu ospitata da uno dei suoi amici e nei giorni seguenti ci fu una vera gara a portarle abiti, libri, ogni genere di oggetti. Ben presto
Nonvorreidisturbare aveva ricostruito la sua linda casetta, arredata con tutti gli oggetti regalatigli dagli amici, piena di calore e colori come sempre. Dalla finestra però era mu-tato il panorama. Al posto della villa-castello di sua sorella c’era il letto del fiume su cui si intravedevano ogni tanto delle rovine della casa che vi era stata. Gli oggetti che vi erano stati accumulati erano stati trasportati chissà dove dai flutti e Contosoloio viveva ancora nel centro di acco-glienza lamentandosi delle sue sventure, sola e persa nella sua disperazione degli oggetti perduti.In una dimensione diversa, in una delle linee di energia sot-tile in cui vivevano, Iezalel e Nanael guardavano le vicende delle due sorelle, ben consapevoli che quella era la volontà superiore. In alto la spada di Michele scintillava.
Dopo la tragica alluvioneOra dobbiamo ricostruire
Alessandro Barili, ristoratore a Vernazza
danni”. Barili, quel giorno, il 25 ottobre, non era a Vernaz-za. “A mezzogiorno mi hanno telefonato dal ristorante e mi hanno detto che in strada c’erano 20 centimetri di acqua – racconta – due ore dopo, il cellulare ha squillato di nuovo e ho percepito terrore e disperazione. Mi dicevano che stava accadendo qualcosa di incredibile, come uno tsunami che distruggeva tutto. All’interno del Gambero Rosso i danni sono stati molti, sia in sala, sia in cucina. Ma c’è gente, esercenti e cittadini, che hanno perso tutto”. Oggi Vernazza è un paese fantasma, isolato dal mondo e senza le fonti primarie (acqua, fognatu-re, gas e luce). Nonostante questo c’è voglia di ripartire. “In un mese è stato fatto un lavoro gigantesco. Il comune e il governo hanno organizzato un intervento in tempi record – spiega Barili - gli uomini dei vigili del fuoco, della protezione civile, dell’esercito, i volontari, sono stati giorno e notte a to-gliere fango ovunque. E oggi le strade sono incredibilmente pulite. Da ora in poi deve ricominciare la ricostruzione per essere pronti per la prossima stagione turistica. Se ci im-pegnamo tutti insieme, aiutati dalle istituzioni, per Pasqua avremo ricostruito il 60/70 per cento del paese”. Proprio in questi giorni che precedono le fesitività natalizie, però, Ver-nazza è ancora deserta. “Per far rivivere il paese, devono ripartire le attività commerciali e turistiche, ma è necessario che anche i cittadini tornino a vivere a casa loro, quando saranno ricostruite. C’è bisogno di tutti in questo momen-to. E ho visto nella gente, prima incredulità, poi rabbia e disperazione. Ma ora tutti hanno voglia di far tornare la perla delle Cinque Terre nel suo massimo splendore. Ce la faremo”.
Andrea Spadoni
Era considerata la perla delle Cinque Terre. Un magico e antico bor-go di poco meno di mille abitanti a picco sul mare, meta di turisti di tutto il mondo. Stiamo parlando di Vernazza, un pae-se colpito al cuore dalla tremenda alluvione che, il 25 ottobre scorso, ha travolto il ter-ritorio di La Spezia e della Lungiana. Qua, dove sorgevano incantevoli palazzi storici, dove si camminava su stradine in pietra e dove, da molti anni, le attività commercia-li erano il polmone pulsante dell’economia del paese, oggi non c’è rimasto niente. Solo fango e terra. Molti hanno visto sparire, spazzato via dalla for-za dell’acqua, l’impegno di una vita. Le speranze. La casa o la propria attività. Uno degli imprendi-tori di Vernazza si chiama Alessandro Barili (nella foto), ristoratore di successo, pratese di origine, ma che ormai vive da molti anni a Montecatini con la propria fa-miglia. E’ titolare del ristorante “Il Gambero Rosso” nel centro e del “Belforte”, il locale più suggestivo e romantico del paese, co-struito sulla torre di avvistamento. “Ho avuto fortuna perché il Belforte è in alto e non è stato interessato dall’alluvione, ma l’altro ri-storante, Il Gambero Rosso, ha subito molti
P18/la storia
Nella foto alcune immagini della tragedia
Nel suggestivo chiostro del Convento di Santa Maria
in Selva si è svolto domenica 27 novembre il Concer-
to degli Allievi del “Progetto Musica per banda” che il
Complesso “G. Puccini” e Gruppo Majorettes ha at-
tivato per il sesto anno consecutivo in collaborazio-
ne con l’Istituto Comprensivo “Salutati/Cavalcanti”
e il Comune di Buggiano. I ragazzi vengono accolti
nel mondo nella musica con attività individuali e pro-
ve di musica d’insieme, basando l’apprendimento
sul metodo innovativo “Standard of Excellence” di
Bruce Pearson. Il concerto si è svolto dopo la Santa
Messa celebrata da Padre Giuseppe, proseguen-
do con la consegna degli strumenti e degli attrezzi
ai nuovi allievi iscritti al Progetto e alle Majorettes.
Erano presenti, oltre a Padre Giuseppe, il Consiglio
Direttivo del Complesso Filarmonico “G. Puccini” e
Majorettes, il Sindaco Daniele Bettarini, il vice sinda-
co Andrea Taddei e la Dott.ssa Cristina Pantera della
Fondazione Caripit. La giornata si è conclusa con
un pranzo presso il ristorante “Mago Bago” di Bug-
giano. Fanno parte della Banda “G. Puccini” giovani
Successo per il concerto dei ragazzi“Progetto Musica per Banda”
Si trova nelle migliori librerie “Scacchi at-trazione immortale “, opera del giornalista Anania Casale (Aliberti editorie). Grazie alle interviste dell’autore, nelle parole di Roberto Vecchioni, Piero Angela, Neri Marcorè, Daniele Luttazzi, Piergiorgio Odifreddi e tanti altri vip dello spettacolo, della letteratura e della scienza, l’amore per un gioco si rivela essere molto più di un passatempo. Un gioco imprescindibile dalle regole, le stesse che garantiscono la bellezza del risultato: come la metrica per la poesia, la prospettiva in pittura o la rigidità delle note nella musica. Un com-
battimento vorticoso che trasmette e diffonde valori come l’importanza di combattere per un obiettivo (ma non di competere) e della collaborazione. Un gioco di ruoli in cui il pezzo più forte sembra essere di genere femminile: la Donna, pilastro della scac-chiera come della vita quotidiana e bada al Re inetto e pigro come tanti mariti.
I vip e gli scacchi “attrazione immortale”
P19/pillole
Gli amici chiesinesisi ritrovano a cena“Gli amici del ‘61”: una bella occasione, al ristorante “da Beppe”, per gli amici che hanno vissuto gli anni ’70 e ’90 a Chiesina Uzzanese. Ricordi, amicizie, aneddo-ti divertenti e amori si sono raccontati a tavola in una cena amarcord nel quale sono emerse iniziative anche geniali del passato. Al termine della serata in tutti è rimasta la voglia di rivedersi e di estendere l’iniziativa anche a coloro che purtroppo per vaire necessità non hanno potuto partecipare. Tali eventi “folcloristici” ed iniziative paesane che animano la nostra Valdinievo-le possono essere spunto per una rinascita dei paesi come Chiesina Uzzanese.
di ogni età (dai 9 anni fino ai “meno” giovani di oltre
50 anni). Alcuni ragazzi, hanno dato le loro impressioni.
Soraya, 12 anni: “L’esperienza nel gruppi Giovani Note
è carina, divertente e molto positiva”. Irene, 14 anni,
Majorettes, aggiunge: “E un’attività molto bella, che ha
aiutato ad aprirmi e a fare nuove conoscenze”, mentre
Andrea, 15 anni, sottolinea: “Chi vuol vivere bene l’ado-
lescenza, nella Banda trova il posto giusto che lascia bei
ricordi nel futuro”.
difficile scucirgli qualche dettaglio sulla
sua vita privata, tanto è concentrato sul
proprio lavoro. Un accenno alla pas-
sione per i viaggi, per il buon cibo e per il tennis;
giusto il tempo di precisare che non segue né il
calcio né il basket poi, di nuovo, intento a parlarmi
dell’attività che occupa gran parte della sua gior-
nata. D’altronde, a soli trentanove anni, Paolo Mariani (nella foto) è a capo della MAF (Mariani Alfredo & Figli), azienda le-ader a livello nazionale nel settore della costruzione di veicoli speciali (ambulanze, mezzi della protezione civile, traspor-
to disabili). “Amo il mio lavoro, mi gratifica - ci con-
fessa Paolo - ed è grazie ad esso se sono diventa-
to uomo. E’ successo tutto molto repentinamente
e all’inizio la paura di non farcela è stata forte. Poi,
però, si è trasformata in stimolo e, grazie anche a
validi collaboratori che mi hanno portato ad acqui-
sire sicurezza in me stesso, oggi posso ritenermi
soddisfatto. Anche se ho ancora molta strada da
fare per migliorare”. Grande forza di vo-lontà, idee chiare e desiderio di non accontentarsi mai sembrano essere
Imprenditori di successoHo raggiunto traguardicon le mie ambulanze
Diletta Severi
le sue chiavi per il successo. A buona ragione,
oltretutto, considerato che l’azienda (a conduzione familiare,
nata negli anni ‘70) non risente delle crisi di mercato e attesta il
suo fatturato sempre su livelli altissimi. Paolo segue personal-
mente anche i legami con i mercati esteri (in particolar modo
Grecia, Russia, Emirati Arabi), viaggiando molto per lavoro,
senza mai, però, dimenticare di curare il rapporto con i propri
dipendenti. “Ho scelto di avere con loro un buon dialogo. Par-
lare - ci spiega - aiuta a capire che, insieme, stiamo viaggian-
do sulla stessa lunghezza d’onda”. Quasi superfluo chiedergli
dei suoi progetti futuri. “Ho scelto autonomamente di prose-
guire la tradizione di famiglia, ed intendo farlo al meglio delle
mie possibilità. Voglio far crescere l’azienda, aumentandone
la produttività e portarle su strade che fino ad oggi non sono
state prese in considerazione. Per ottenere questo, stiamo
già lavorando su nuovi allestimenti per ambulanze. Cerco sempre di guardare avanti”. E i risultati, gli danno
senz’altro ragione.
foto di Cristiano Bianchi
È
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Paolo Mariani
Caro “Il Giullare”,questa volta non vado in giro per la mia rubrica “Oltre”, ma ho deciso di scriverti per raccontare la mia storia. Inizio così, formalmente, come se non mi conosceste, solo per esser più chiaro. Mi chiamo Federico, ho 33 anni e sono disabile al 100%. Sono nato in ospedale a Livorno, perché mia madre preferì partorire vicino alla sua famiglia. La mia nascita però non andò bene e mi ha riservato un brutto destino. A causa di un ritardo del personale, ho sofferto e ho subito un’asfissia neonatale, che ha scaturito il mio handicap. Una tetraparesi che mi ha inchiodato tutta la vita su una sedia a rotelle. Poteva essere un incubo, ma la mia fortuna è stato conoscere l’Aias (oggi Apr) dove ho trovato sostegno fisico e mo-rale. I miei genitori, per farmi crescere, hanno dovuto af-frontare (e affrontano tuttora) grandi difficoltà, sia morali, sia economiche. Hanno fatto e fanno sacrifici per per-mettermi un domani migliore, quando non ci saranno più. Lo stato mi ha concesso una pensioncina di inva-lidità di circa 300 euro al mese, oltre all’accompagna-mento che i miei genitori stanno tenendo da parte come risparmio. Mia madre è anziana e non lavora. Diciamo che avrebbe potuto farlo, ma per dedicarsi a me e alle mie cure, ha deciso di rinunciare a tutto. Mio padre è in pensione dopo aver lavorato 40 anni e con il compenso mensile che riceve dallo Stato, andiamo avanti mode-stamente anche se a me pare di essere un benestante da quando sono riusciti a costruirmi una casa priva di barriere architettoniche. Sì, caro “Il Giullare”, quelle bar-riere che ogni mese combattiamo insieme. Parte della mia vita la passo al centro di riabilitazione dell’Arp (ex
Aias), la sera torno a casa e, grazie al computer che mi
hanno regalato mamma e papa, mi chiudo in camera e
riesco a comunicare con qualcuno attraverso le chat e
i social network. Molti, in particolare mio padre, critica
questo mio modo di avere contatti con gli altri. Dice che
è come parlare con una scatola. Però, in verità, solo in
questo modo, ho incontrato tante persone. Cosa dovrei
fare altrimenti? I miei amici di scuola non si fanno piu’
sentire nemmeno con una telefonata. Non sono una
persona normale, non posso avere una vita come loro.
Però sono capace di comunicare, divertirmi, emozionar-
mi. Pochi giorni fa, proprio su Facebook, parlavo con
una ragazza del nuovo governo Monti. Mi chiese cosa
ne pensassi e quale era la mia idea su Berlusconi. Devo
essere sincero? Sono molto preoccupato: Monti vuole
reintrodurre l’Ici sulla prima casa? Dovremo pagare an-
che la tassa patrimoniale? Il pensiero l’ho rivolto subito
ai miei genitori. Ricordo bene i sacrifici che hanno fatto
per mettere in piedi una casa per me. In più ho saputo
che in un comune fiorentino a un disabile è stata negata
una agevolazione in quanto possessore di pay perché
considerato benestante: pura follìa. Noi disabili abbiamo
bisogno di tutto: pay tv, sky, mediaset premium. Per noi
è vita. Possibilità di conoscere il mondo. Noi disabili non
possiamo muoverci, stiamo chiusi in casa. La tv non
puo’ essere considerato un privilegio. Ma è un bene
necessario. Speriamo Mario Monti ci ascolti, perché mi
sembra che, per ora, ci voglia solo riempire di tasse.
Federico Liberati
Storie di disabili “Il governo Monti tassa tutti i nostri sacrifici”
P22/oltre: la denuncia
Nella foto Federico con i genitori e la Presidente della Provincia Fratoni
Storie di disabili
«Voglio mostrare a tutti quanto valgo, far capire che non sono stupido o ignorante, ma ho soltan-to una difficoltà dovuta alla mia disabilità. Cerco il riscatto, per me, per la mia famiglia e per tutti i disabili». Sono queste le motivazioni che han-no spinto Marcello Crisafulli (nella foto), 23 anni, originario di Catania, ma che vive da molti anni a
Monsummano e affetto da ritardo neuromotorio
da asfissia neonatale, con problemi motori e di
linguaggio ma autonomo, a candidarsi su Inter-
net per entrare a fare parte del Grande fratello 12
di Canale 5. Come lui stesso riferisce nel video
pubblicato nel casting online del Gf12, il giovane
ha «un passato di sofferenza, solitudine e ango-
scia, dovuto non soltanto alla sua disabilità, ma
anche a problemi familiari». Marcello, tra l’altro, è
figlio di Pietro e nipote di Salvatore Crisafulli, l’uo-
mo in coma vegetativo dal 2003 di cui ci siamo
occupati più volte. «Anche le cose più semplici
per me sono una conquista - afferma Marcello nel
video sul web - sono comunque un ragazzo alle-
gro come gli altri, ma molto sensibile e per que-
sto, nella casa di Cinecittà, vorrei mostrare limiti,
fragilità, ma anche l’intelligenza e la creatività di
chi ha problemi come i miei». Sono oltre 33 mila
partecipanti da tutta Italia al casting del Gf 12 su
Internet. Marcello Crisafulli attualmente è in sesta
posizione e per lui si sono formati anche dei grup-
pi di amici toscani e siciliano che, su Facebook,
lo stanno sostenendo. Ce la farà Marcel-lo? Ci sarà posto per un disabile al Grande fratello?
“Sono uno dei cadidati per il Grande Fratello”
Marcello Crisafulliora ha un sogno
La Guida de il giullare
Giovanni Michelotti, 30 anni fa, ha iniziato il viaggio
per imparare tecniche orafe tramandate da generazioni, per poi dare forma con sua manua-
lità particolare a metalli preziosi realizzando gioielli personalizzati.
Dall’idea di due giovani imprenditori – Christian e Gian-
luca – lo storico Caffè Centrale di Pieve a Nievole si
propone al pubblico in una veste nuova. Una crois-santerie elegante ed accogliente per co-
minciare bene la giornata, tra ottimi caffè e piccola ma
gustosa pasticceria di produzione propria.
La sera, poi, il Caffè Centrale offre il tradizionale mo-
mento dell’Happy Hours, con un ricercato buffet e una selezione di vini particolari. Christian e Gianluca vi aspettano tutti i giorni, dal lune-
dì al sabato, dalle 6.30 alle 21.30.
Dopo il successo ottenuto con “Pensieri e Poesie”, edito nel 2010, Giovanna Mossi, scrittrice di Pieve a Nievole, sposata, con una grande passione per la poesia, con-tinua la sua melodia di parole con un altro libro ricco di sentimento ed ottimismo. “Una melodia di sen-timenti” è una nuova raccolta di poesie inedite, fonte di ispirazione per chi vuole regalare parole d’amore a chi ama. E’, an-che, un’ottima idea regalo per il prossimo Natale, acqui-stabile all’Edicola “Boutique delle Idee” o alla Panetteria del Gallo - entrambe in Via del Gallo a Montecatini Ter-me. Per stupire sotto l’albero.Per info: 3205737548
Nel centro di Lamporecchio ha aperto un
nuovo spazio dedicato ai bambini, alla loro formazione e al loro divertimento.
“Anche i libri parlano”, infatti, non è solo una li-breria specializzata nella letteratura per i più piccoli, ma un luogo in cui organiz-zare feste di compleanno, incontri con autori ed illustratori. O, ancora, uno spazio da
condividere per laboratori, letture animate e tante altre iniziative che possono coinvolgere
anche le scuole. Cinzia ed Ilaria, le due giovani donne
che hanno dato vita a “Anche i libri parlano”, vi aspet-
tano tutti i giorni (eccetto il lunedì mattina) dalle 09.00
alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.30. Telefono 0573 80176
Corso Indipendenza 112 - Borgo a Buggiano (PT)Telefono 0572 318311
Via Matteotti 78 - Pieve a Nievole (PT)Telefono 0572 954995
Dal 30 ottobre, a Pe-scia, c’è un nuovo
negozio dove soddi-
sfare le proprie esi-
genze di shopping.
“Privilegio Moda” è,
infatti, la risposta per chi cerca qualità a buon prezzo. Molte e
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Giuseppe, chef del San FranciscoÈ “Artusiano ad Honorem”Importante e prestigioso rico-noscimento per Giuseppe Da Prato, cuoco del Ristorante San Francisco di Montecatini Terme. La “Venerabile Compa-gnia dei Quochi” di Firenze, in collaborazione con Artusi Firen-ze, lo ha premiato con il titolo di “Artusiano ad Honorem”, ri-conoscimento internazionale di grande prestigio, ed ambito da ogni cuoco. Con un voto all’unanimità gli è stato, altre-sì, conferito il diritto di far parte della Compagnia stessa. La redazione de Il Giullare si congratula sentitamente per questo importante traguardo personale e professionale.
La “Favola mia” ha 11 anniEvento ormai tradizionale il 23 dicembre al ristorante “La Favola Mia” di Chiesina Uzzanese. Il locale, tra i più ap-prezzati della Valdinievole, festeggia undici anni di attività. Nel corso della serata, i titolari Leonello e Carla offriranno ai loro clienti il dolce del compleanno e un drink per il brindisi. Per le feste natalizie “La Favola Mia” a Natale e Capodan-no è propone menù alla carta con le migliori specialità.
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Prodotti di qualitàtra moda e tecnicaOggi il volto deve indossare una montatura decisa ed importante.
Allo stesso tempo, però, è fondamentale che essa sia un bell’og-
getto, un oggetto da usare per anni.
La missione di Ottica Ginanni è quella di far sì che le persone con
difetti visivi vedano bene, senza dover rinunciare all’estetica.
Ottica Ginanni utilizza, da sempre, prodotti di altissimo livello.
Questo da solo, però, non basta: servono anche quelle capacità
che si acquisiscono giorno dopo giorno, attraverso lo studio di
ogni singola esigenza del Cliente. Per arrivare a realizzare il mix
ideale tra giusta montatura, lenti oftalmiche di alta qualità, soddi-
sfazione nostra e della Clientela.
Ogni occhiale finito porta il mio DNA: tutte le volte che inizio un la-
voro mi chiedo, prima di tutto, come lo farei se fossi io la persona
che deve indossarlo. E, alla fine, facendo incontrare la moda (sce-
gliendo la griffe), la scienza (selezionando la giusta lente oftalmica)
e la tecnica di costruzione realizzo il mio occhiale completo. Unico
come il Cliente per cui l’ho studiato e preparato.
al servizio del Cliente
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Un Natale all’insegnaDiletta Severi
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pagnato da tisane rilassanti che potrete gustare per un momento di
relax totale. La prima, Alterna, è da sempre considerata un pionie-
re nella realizzazione di formule esclusive e rivoluzionarie per l’haircare
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foto di Cristiano Bianchi
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Un Natale all’insegna
Il 26 Novembre è
stato inaugurato MC
TERME 2011 (CON)
TEMPORARY ART
GALLERY, il primo
spazio di arte urbana
di Montecatini Terme,
in Via E. Toti 24-26. A
questa prima rassegna partecipano tredici ragazzi
della Valdinievole, dotati di una tecnica personale
acquisita con lo studio e la pratica, spinti da una
grande passione per quello che fanno. Accanto a
loro, un gruppo di artisti, per lo più under 35, alcuni
dei quali sono già della star di fama mondiale. L’i-
naugurazione fa da apripista ad un altro progetto
ambizioso, quello della Galleria Civica che nel 2012
aprirà al piano terra del Palazzo Comunale.
Inaugurato MCTERMEun nuovo spazioper giovani artisti
Al Trofeo della Befanatanti talenti del KarateIl Trofeo della Befana – manifestazione di karate intera-
mente dedicata ai bambini e al loro divertimento nata
nel 2008 dall’idea dei maestri Alberto Bacchi e Massi-
miliano Ferri - si terrà l’8 gennaio prossimo al Palazzet-
to dello Sport di Pistoia, con ingresso libero, dalle ore
8,30 alle ore 13,00. Sarà organizzato dall’associazione
Accademia Shirai Karate Pistoia. La sede di Via della
Quiete accoglie bambini, ragazzi e adulti, che trovano
nella pratica del karate un ottimo strumento per mi-
gliorare la propria forma fisica e mentale, perché è una
disciplina che allena la determinazione, la concentra-
zione, la forza di spirito e mette al primo posto il rispet-
to di se stessi, degli altri e delle regole. L’accademia ha
recentemente istituito un sito web dove trovare tutte le
informazioni www.karatepistoia.it
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natale feste capodanno festiv-ità stress spese impegni ecces-sivi regali cene allegria compag-nia alimentazione sana benessere
La famiglia ‘artificiale’ prevale su quella di tutti i giorni, perché e’ una consuetudine affettiva applicata a un modello sociale che non è più quello di un tempo: la famiglia riunita intorno al focolare con il capofamiglia in testa. Il risultato? Un pesante stress relazionale, che ci fa attendere l’arrivo del nuovo anno come una sorta di liberazione, non dall’anno vecchio, ma dalle feste. Ci sono stati studi di questo fenomeno: gli autori Kasser e Sheldon (2002) hanno somministrato a 117 persone (di età compresa tra 18 e 80 anni) questionari riguardanti la soddisfazione, lo stress, gli stati emotivi, le esperienze, l’uso del denaro e i comportamenti di consumo durante il periodo natalizio. I risultati hanno mostrato che livelli più alti di felicità comparivano quando erano particolarmen-te forti il senso della famiglia e le esperienze religiose. Mi-nori livelli di benessere, invece, si sono registrati quando predominava l’importanza data allo spender soldi e al ricevere regali. Poi c’è il cibo! A Natale ci lasciamo tutti un po’ andare e molti di noi già sanno che fra pranzi e
cene c’è poi da fare i conti con qualche chilo in più. È anche vero, però, che con qualche piccola attenzione e un po’ di astuzia, ci si potrà concedere dei peccati di gola così come basterà recuperare le sane abitudini alimentari con l’inizio del nuovo anno.La grande quantità di zuccheri che mangiamo sotto le feste può diventare, in alcuni casi, quasi una droga per il cervello tanto che, dopo un abuso dei prodotti a base di zucchero, si trova molta difficoltà a farne a meno. Si chiama “craving ali-mentare”, sensazione di non poter fare a meno di man-giare zuccheri, accompagnata da pensieri fissi sui cibi che li contengono. Se, però, una persona è abituata a fare attività fisica, può non avere bisogno di un’ulteriore aggiunta di glucidi per tornare ad uno stato di benessere in quanto una parte della serotonina viene prodotta dal movimento e sarà, quindi, più capace di fermarsi dopo una modica quantità di dolci. Un’ astuzia da adottare durante le feste è quella di continuare a mangiare le fibre contenute nelle verdure, nei legumi e nella frutta in quan-to rallentano l’assorbimento degli zuccheri e modulano la produzione di insulina, serotonina e beta- endorfine.E dopo le feste...per eliminare quei “chiletti”, l’importante è ritornare, quanto prima, a uno stile di vita con un basso livello di zuccheri semplici, alcool e, soprattutto, a cerca-re di ritagliarsi uno spazio quotidiano per l’attività fisica.Che fare, quindi? Mangiare meno? Mangiare “light”? Non mangiare affatto? La soluzione proposta dagli scienziati non è il digiuno, mai farlo! Meglio allora una camminata veloce della durata di almeno 10 minuti. Or-ganizzate la passeggiata dopo aver pranzato, suggeri-sce Basen-Engquist. “Per far diventare la camminata un vero esercizio, si dovrebbe sentire il respiro farsi un po’ più corto e il cuore un po’ più veloce. Si dovrebbe essere in grado di parlare con frasi brevi, ma non cantare can-zoni da vacanza”. In definitiva, godiamoci pure le festività e i pranzi, ma non dimentichiamoci di volerci anche bene ed essere sereni. Buon Natale.
Antonella Gramigna
Il benesseredurante le feste
//Eccoci….ci siamo quasi, i pre-parativi già fervono, le luci sono montate ormai in molte città e si “respira” quell’aria così magica che è il Natale. Le festività nata-lizie sono pensate per essere un momento di festa e di vacanza, eppure talvolta si trasformano in un periodo di stress, spese e impegni eccessivi. Scadenze in-combenti, corse ai regali, in una società dove tutto è ormai a por-tata di mano. E sotto l’albero, an-che infelicità, soprattutto per chi soffre di solitudine. Il malessere provocato da questa sindrome ha effetti, non solo a livello psico-logico, ma anche fisico.
Dottoressa Antonella GramignaSpecializzata in Comunicazione, orientamento e promozione della salutee-mail: [email protected]
foto di Cristiano Bianchi
Ricco
P
iatto
P44/piatto ricco
ENTRECOTE DI MANZO SU CREMA DI PECORINO TOSCANO
E CIPOLLATA CON VINSANTO
C’è tutto il sapore della terra Toscana in questo squisito
secondo proposto da Alessandro Pace, titolare e chef del
Ristorante Dal Pucci di Pescia. Per stupire i vostri ospiti
anche a Natale, questo piatto è davvero l’ideale: la qua-
lità della carne, rigorosamente italiana, si sposa perfetta-
mente con il sapore dolce e delicato della cipolla e con
il contrasto del gusto deciso e saporito del pecorino. Un
trionfo di sapori e di ingredienti attentamente selezionati,
che ben si accompagnano ad un Vino Nobile di Monte-
pulciano o ad una birra triplo malto. Il piatto è stato pre-
sentato con successo anche su Italia7, nel contenitore
quotidiano dedicato alla cucina, “Aspettando il TG”.
DA SAPERE: A dicembre il Ristorante Dal Pucci sarà sempre aperto. Alessandro e Fulvio vi aspettano per il vostro pranzo di Natale o per il Cenone di San Silvestro (Menù Fisso – Gradita la prenotazione).
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ORECCHIETTE CON SALSICCIADI NORCIA E CAVOLO NERO
Il Piatto proposto dal Ristorantino di Monteoliveto è una
rivisitazione di un piatto pugliese letto in chiave Toscana
con un pizzico di Umbria.
Il Ristorante di Monteoliveto è aperto tutte le sere dal
Giovedi alla Domenica e nel periodo delle feste propone
promozioni speciali per le cene di auguri aziendali e non.
Tra le altre novità anche lo Special ovvero un Menu Degu-
stazione settimanale con tre piatti al prezzo di due sulla
falsariga del famoso “Plat du jour” dei Bistrot francesi.
DA SAPERE: Monteoliveto è sempre più
“Social” infatti pur essendo aperto da
poco più di 6 mesi sui principali social
network come facebook e tripadvisor
sono tante le opinioni e le recensioni dei
clienti sui piatti e sui menu proposti dallo
Chef Giuseppe Russo.
RISTORANTE MONTEOLIVETOParco di Monteoliveto - PistoiaTelefono 0573 23763 - www.monteoliveto.org
P45/piatto ricco
TAGLIERE DELL’IMPICCATOE PINZIMONIO
Tra tradizione e novità, lo storico ristorante Montaccolle pro-
pone per il tuo menù delle feste due piatti tipici della cucina
Toscana: il Pinzimonio, da oltre 40 anni biglietto da visita del
ristorante, e il Tagliere dell’impiccato, la grande novità. Il pri-
mo, altro non è che un trionfo di verdure (finocchi, sedano,
carote, peperoni, ravanelli, insalata belga, cipolla, cetrioli,
radicchio rosso, carciofi) accompagnate con l’olio nuovo,
ottimo come antipasto e come contorno. Il secondo, in-
vece, è un arrosto misto (pollo, coniglio, piccione, agnello,
rosticciana, salsiccia, bistecca) servito appeso ad un ferro,
riscaldato in forno, che mantiene a lungo la temperatura della
carne. Ottimo abbinato ad un rosso delle Serre Nuove Tenu-
ta dell’Ornellaia.”
DA SAPERE: Ristorante Montaccolle vi aspetta per il pranzo di Natale a menù fis-so (€ 45,00) e per il vostro veglione di Ca-podanno (menù alla carta, con musica dal vivo). Il locale chiuderà per lavori di ristrutturazione
(affidati all’Architetto Carla Cadario con studio a Firenze) il
09.01.2012 con riapertura 11.02.2012.
RISTORANTE MONTACCOLEVia Marlianese - Montecatini TermeTelefono 0572.72480
CREM CARAMELTORTA DI MELE
CREMA DI MASCARPONE CON FRAGOLECREMA DI YOGURT CON FRUTTI
DI BOSCO CARAMELLATIPer chi vuol concludere un bel pranzo o una bella cena
senza seguire la tradizione dolciaria delle feste, Moni-
ca e Claudia del MiBar propongono un poker di dolci
irresistibili. Puntando sulla naturalità degli ingredienti e
su una preparazione rigorosamente artigianale, in questi
piatti è possibile ritrovare e riscoprire gli antichi sapori
delle tipiche torte fatte in casa dalla nonna. Il tutto da
accompagnare o con un buon Passito di Pantelleria, o
con classico Moscato (ottimi anche col Vinsanto).
DA SAPERE: Chi lo ha detto che il caffè
al ristorante non è buono? Il MiBar sta
attento anche a quello, e ti propone una
miscela speciale. Provare per credere.
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I regali di Natale di Ma.Mi.Scegli la qualità
Il Pastificio Ma.Mi. ha pensato alle vostre idee regalo per il prossimo Natale. Sono ben tre le proposte per stupire parenti e amici.
Diletta Severi
foto di Cristiano Bianchi
Una bella e pratica borsa shopping in panno che contiene: quattro confezioni in vari formati di pasta al peperoncino, al cioccolato,
alle castegne e tradizionale all’uovo con i condimenti neces-sari per gustare al meglio questa particolare pasta (alle ver-dure e al ragù di cacciagione). E ancora, riso Vercelli già pronto da cuocere e vari condimenti per sfiziose bruschette.
1
Cestini in alcantara in varie misurazioni e colore (panna o grigio) da riutilizzare come porta oggetti o porta documenti che contengono: confezioni di pasta, condimento al tartufo bianco, farina di casta-gna e un preparato aglio, olio e peperoncino.
3Piatto da usare poi come elegante porta panettone o svuota tasche confezionato con: confezioni di pasta al farro, al mais e al camut con relativi condimenti per esaltarne al massimo il sapore particolare. E, ancora, confezione di Riso Vene-re nero, polenta gialla e dell’ottimo olio al tartufo.
Inoltre, il Pastificio Ma.Mi. confeziona aceti balsamici pregiati di vari travasi e, su ordinazione, cesti personalizzati.
L’idea in più: utilizza le pratiche e simpatiche scatole trasparenti e riempile come vuoi. Adatte per regali aziendali.
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Sede Via Borgo della Vittoria, 26 – Pesciamartedi – sabato 8,30-13,00 – 16-19,30domenica – 8,30-13,00 – chiuso il lunedi
2
Se cerchi carne buona“Il Cicciaio” ti aspetta
“E il cicciaio disse: mangia la ciccia, mangiane tanta e starai bene di mente e di pancia”. E’ rac-
chiusa in queste poche parole tutta la filosofia di Giacomo Moschini, giovane imprenditore che da qualche anno ha de-
ciso di chiudere in un cassetto i suoi studi in giurisprudenza per
dedicarsi, anima e cuore, alla sua passione: la carne. E’
dal 2009, infatti, che gestisce con il sorriso sempre pronto que-
sta piccola ma fornitissima macelleria in Via Pistoiese a Borgo a
Buggiano. “Il contatto con il pubblico – ci spiega Giacomo – crea
stimoli sempre nuovi ed allontana la monotonia”. Ecco il segreto
del suo continuo buon umore e del suo essere sempre pronto alla
battuta. Ma oltre alla simpatica cordialità, da “Il Cicciaio” si trova
carne di primissima qualità, ovviamente nostra-le: insaccati, polli, conigli, piccioni, carne ovina, bovina, suina. E, ancora, piccolo alimentari e formaggi.
//
Diletta Severi
foto di Cristiano Bianchi
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emo profeta in patria” è una frase che si trova, riportata in maniera diversa, in tutti e quattro i Vangeli. Il significa-to è abbastanza chiaro anche per
chi non conosce il latino: “nessuno è profeta nel-la propria patria”. A quei tempi il gioco del calcio non esisteva. Ma venendo al pallone di casa no-stra, troviamo, ad esempio, storie come quella del tecnico Riccardo Agostiniani (nella foto di destra) che sembra perfettamente in tema. “Ago” era, per la prima volta nella sua gloriosa carriera, alla guida della sua adorata Pistoiese. La sua per-manenza la possiamo raccontare con un celebre successo dei Queen: “Too much love will kill you”, cioè “il troppo amore ti ucciderà”. Gli arancioni iniziano quest’ultima stagione con due pareggi e una sconfitta in serie D. Così lui decide di mettersi da parte. “Non mi ero mai dimesso in ventun’anni di carriera. Però un tecnico realmente attaccato alla maglia, capisce quando il clima non è quello giusto. L’ho scritto pure in una lettera aperta sul sito della Pistoiese. C’erano 35 gare da disputare e 105 punti da conquistare - spiega a mente fred-da - il tempo e i modi non sarebbero mancati al mio successore per cambiare la situazione, men-tre il mio percorso era finito. Vivevo lo spogliatoio, la partita e relativi annessi, dalle sette di mattina alle dieci la sera – racconta – non staccavo mai la spina. Mi sono reso conto che chi vuole allenare in una piazza come Pistoia, sia pure a livello di serie D, deve fare solo quello come lavoro. Così ora mi chiederete: perché accettai quell’in-carico? Semplice: dopo tanti anni di panchina e undici trofei alzati, tra coppe e campionati, in giro per la Toscana, allenare per la prima volta in serie D e, oltretutto, la squadra della tua città, per me era il massimo. Un’offerta impossibile da rifiutare”. Quindi di questa avventura cosa resta? “Tanti
bei ricordi, due campionati vinti , 140 punti in due stagioni e soprattutto gli innumerovoli attestati d’a-fetto e di stima dei tifosi e degli amici nei momenti difficili. Vi sembra poco?”.Un’altra storia che vi vogliamo raccontare acca-de al di là del Serravalle, a Montecatini. Parliamo di Massimo Cardelli (nella foto di sinistra), ex enfant prodige del calcio biancoleste (a soli 15 anni era il pilastro della Berretti, poco prima di pas-sare all’Empoli e quindi alla Fiorentina). Bagnaiolo doc, da allenatore è un alternarsi tra prima e se-conda categoria. La scorsa estate arriva la proposta che non puo’ rifiutare: il Montecatini. Come per Agostiniani, si avverà il sogno di una vita. Fra alti e bassi, l’avventura dell’ex pupillo di Arrigo Sacchi ha breve durata. Di comune accordo con la socie-tà, lascia la guida dei biancocelesti. Cardelli evita polemiche e ringrazia il gruppo: “La squadra ha sempre lavorato con la massima serietà e gliene rendo atto – dice - ma non sempre le ciambelle riescono col buco . E’ stata una breve quanto in-tensa esperienza che comunque arricchisce il mio bagaglio personale. Al Montecatni posso solo au-gurare le migliori fortune”.Di esonero vero e proprio invece si deve parlare per Federico Barni, altro allenatore indigeno, costretto ad abbandonare la panchina della Ver-gine dei Pini, tuttora in cattive acque, nonostante il cambio. Grande amarezza per il giovane e pas-sionale tecnico monsummanese che avrà modo e tempo di metabolizzare e rimettersi in gioco. A chiusura del cerchio mettiamo un’altra storia simile di qualche mesi indietro: l’addio forzato di Bicchieri dalla Larcianese. Per gli amanti delle statistiche invece aggiungiamo che in Valdinievo-le resiste per ora Massimo Chesi, pievarino alla guida del Via Nova. E’ l’unico sopravvissuto. Gli scongiuri sono d’obbligo.
“N
Le storie di Agostiniani e CardelliQuando si dice: “Nemo profeta in patria”
foto di Cristiano Bianchi
VETERANI MONTECATINI
È il miracolo del calcio della Valdinievole. Comin-ciato, come accadeva ai vecchi tempi, dalla vera passione per il pallone. Ed è cosi che un gruppo di amici, cinque anni fa, ha formato una squadra che oggi non è più una sorpresa, ma una real-tà. Stiamo parlando dei “Veterani Montecatini”, anche quest’anno partiti per raggiungere l’obiet-tivo salvezza in Seconda Categoria. La filosofia è quella giusta: si scende in campo per i colo-ri, per la maglia. E nelle intenzioni iniziali anche per Montecatini. La rosa dei “Veterani” infatti è composta per intero da giocatori che abitano in Valdinievole; lo stesso vale per lo staff tecnico e il
gruppo dei dirigenti, formato da vecchi protago-
nisti dei nostri campi sportivi. Gente che cono-
sce questo sport alla perfezione, che ha sofferto,
sudato e gioito e che oggi è d’esempio ai più
giovani. Tutti, insieme al presidente Fabio Rafa-
nelli, hanno creduto in questo miracolo sin dagli
inizi in Terza categoria. E oggi la loro avventura
continua con successo, anche grazie al nutrito
gruppo di tifosi che li segue ogni domenica, ai
quali squadra e società rivolgono gli auguri di
Natale. Peccato, però, vedere questa squadra di
Montecatini “esiliata” a Margine Coperta.
Il miracolo continua...in Seconda
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Ancora pochissimi giorni per vedere
la “Maddalena Addolorata” di Cara-
vaggio (esposta per la prima volta in
Italia) e per ammirare i lavori di altri
artisti che si muovono nell’universo
del naturalismo caravaggesco. Sta
per volgere alla fine, infatti, la mostra
“Nella luce di Caravaggio” (fino all’11
dicembre) organizzata, con enorme
successo, a Villa Castello Smilea
(Montale). L’evento è stato realizzato
dal Comune di Montale, dalla Libera
Accademia di Studi Caravaggeschi e
dall’Associazione ONLUS “Un Cuo-
re, Un Mondo”, con il sostegno della
Regione Toscana e della Provincia di
Pistoia. L’intero ricavato sarà devolu-
to in favore dell’”Ospedale del cuo-
re”, dove si curano bambini nati con
problemi cardiaci.
Successo per la seconda edizione “A tutta randa show”, il talent de-gli artisti emergenti. Il conduttore della serata è stato il nostro direttore Andrea Spadoni e anche quest’anno è stato seguito da un nutrito pubblico. L’evento è stato fatto al Dancing Full Stop e organizzato dall’ideatrice e produttrice Roberta Mucci, insieme a Eleonora Fran-chi. Alla serata hanno partecipato importanti ospiti, presenti in giuria, tra i quali alcuni rappresentanti di Radio Bruno e l’attore Enio Dro-vandi, comico di innumerevoli film: Sapore di Mare, Ferragosto Ok, Amici Miei atto II, I ragazzi della 3°C. Ospiti anche i vincitori della pas-sata edizione: Valentina Borchi, che ha presentato l suo primo LP e i ballerini Sofia Cherubini e Pier Luigi Grandini. Il livello dei partecipanti è stato altissimo e per qusto di alcuni di loro sentiremo sicuramente parlare ancora in futuro. Ecco i nomi dei vincitori: sezione canto, che
si è aggiudicata anche la vittoria di Primo assoluto, la cantante livornese, Irene Di Brino, di appena 16 anni. Sezione Cabaret sono Grace e Roby di Mon-tecatini Terme.’evento è stato organizzato da Eleo-nora Franchi Presidente di Buonalaprima e da Ro-berta Mucci della Mucci Production Tv. Info : www.buonalaprima.org e www.mucciproduction.it
Mostra dedicataal Caravaggio
“A tutta randa show” Giovani talenti in gara
A Villa Castello Smileala “Maddalena Addolorata” per aiutare i bambini