Tartarughe Ninja Michelangelo · bravo di tutti noi nella lotta ninja e quando duello con lui,...
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Sono una tartaruga.
Lo so cosa stai pensando... le tartarughe
non parlano. Le tartarughe sono animaletti
piccoli e verdi che vivono negli acquari.
Se ne stanno sotto piccole palme di
plastica e si muovono poco o niente.
In efetti un tempo la mia vita era
quella e... ah, che sbadato! Non mi sono
ancora presentato: mi chiamo Michelangelo
1capitolo
e voglio raccontarti la storia di come io e i
miei fratelli, Rafaello, Leonardo e Donatello,
da innocui animaletti domestici siamo stati
trasformati in una squadra di guerrieri ninja,
una macchina da guerra perfetta e scattante!
Un giorno eravamo tutti e quattro nella
sala degli allenamenti del rifugio sotterraneo e
Maestro Splinter – il nostro sensei ninja e ciò
che di più simile a un padre abbiamo mai avuto
– ci fssava in silenzio. Ogni volta che fa così,
capisco che sta per dirci qualcosa d’importante.
«Michelangelo, ora combatterai contro
Leonardo!» ordinò Splinter. «Cominciate!»
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Che forte! Mi è sempre piaciuto
combattere contro mio fratello Leo. È il più
bravo di tutti noi nella lotta ninja e quando
duello con lui, imparo sempre un sacco di
cose! Qualche volta riesco persino a batterlo.
Mi misi dunque davanti a Leonardo.
Entrambi ci salutammo con un inchino e
impugnammo forte le nostre armi, pronti a
iniziare: Leo con le sue spade katana, io con i
miei fdi nunchaku.
Cominciammo.
Mio fratello è un ninja di prima classe.
Per batterlo, avrei dovuto essere furbo e
veloce. Schivai il suo primo afondo facendo
un passo indietro e rotolando a terra. Poi
balzai in piedi e partii all’attacco.
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Per ogni mossa che facevo, Leo era subito
pronto con una contromossa difensiva. Allora
pensai che forse, provocandolo con le parole,
sarei riuscito a fargli abbassare la guardia.
Questa è senza dubbio la mia specialità!
Facendo roteare i miei nunchaku proprio
davanti alla sua faccia, cominciai a vantarmi:
«Michelangelo è in movimento! Non sai cosa
fare! Non sai come fermarmi!».
Poi, da perfetto ninja, rotolai rapidamente
in avanti fno ai piedi del mio avversario.
«Sono qui!» annunciai.
Quindi spiccai un salto mortale
all’indietro e, sempre roteando i nunchaku,
esclamai: «Sono là! Posso essere ovunque!
Come fermi quello che non vedi?».
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Stava funzionando: Leo era confuso.
Aveva abbassato la spada e mi guardava come
se non fossi più una minaccia. Era giunto il
momento di colpire! Mi lanciai in un’altra
agilissima capriola, ma prima che potessi
rialzarmi... Argh!
Leonardo mi colpì al centro del petto con
il manico della katana, come se avesse previsto
la mia mossa fn dall’inizio. E probabilmente,
ora che ci penso, era proprio così.
Rimasi a terra, senza fato, incapace di
parlare. Miki, il super ninja, aveva bisogno di
un attimo per riprendersi!
«Ecco come fermo quello che non vedo,
per rispondere alla tua domanda!» disse
freddamente Leonardo. «E, tra parentesi, ti
vedo benissimo, Miki!»
«Bella risposta, Leo!» ansimai, facendomi
da parte. «Credo che mi siederò qui per un
momento a guardare Raf e Donni!»
Anche Leonardo lasciò il centro della sala
e si afancò a Splinter.
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Ora era il turno di Donatello e Rafaello.
Si misero in posizione e iniziarono a studiarsi,
muovendosi lentamente in circolo. Donatello
fece ruotare il suo lungo bastone e con agilità
iniziò a passarlo da una mano all’altra.
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Intanto Rafaello faceva roteare a sua volta
le sua coppia di spade sai a tre punte.
Per anni, noi quattro fratelli ci siamo
allenati combattendo tra noi. Contro
chi altri avremmo potuto
farlo? ll Maestro Splinter
non ci permetteva di
lasciare il nostro rifugio
sotterraneo! Perciò conosciamo bene
i nostri rispettivi punti forti e punti
deboli. Ma per essere un vero
ninja bisogna saper sorprendere
l’avversario. E avere anche una
corazza bella tosta, ovviamente!
«Sta’ a sentire, Donni. Metti giù quel
bastone e... nessuno si farà male!» esclamò
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