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S tar MEGLI O S tar MEGLI O Poste Italiane, spedizione in abbonamento postale 70% Aut. DRT/DCB-Bo ANNO VII numero 57 Grasso e leggero? Non tutti i grassi alimentari vengono per nuocere. Impariamo a conoscerli meglio Grasso e leggero? Non tutti i grassi alimentari vengono per nuocere. Impariamo a conoscerli meglio

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ANNO VII numero 57

Grasso e leggero?Non tutti i grassi alimentari vengono per nuocere.Impariamo a conoscerli meglio

Grasso e leggero?Non tutti i grassi alimentari vengono per nuocere.Impariamo a conoscerli meglio

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MEDICINA NON CONVENZIONALE:LO STATO DELL’ARTE E LEPROSPETTIVE DI INTEGRAZIONE

Marco Biocca Medico di sanità pubblica. Dirigeil Sistema Comunicazione, docu-mentazione e formazione dell'A-genzia sanitaria regionale dell'E-milia- Romagna. Coordina l'Os-servatorio regionale sulle medi-cine non convenzionali. Ha pubblicato, tra l'altro: Citta-dini competenti costruisconoazioni per la salute (FrancoAngeli, 2006); La comunica-zione sul rischio per la salute(CSE, 2002); Communicatingabout risks to environmentand health in Europe (Kluwer,2002); Promozione della salutee sanità pubblica (Franco Angeli,1997).

CONTRO LA ZANZARA TIGREFACCIAMOCI IN 4

Fausto FranciaMedico igienista, direttore delDipartimento di Sanità Pubblicadell'Azienda Usl di Bologna.

Guido Laffi Medico specialista in Medicinadel Lavoro, dirige il Dipartimentodi Sanità Pubblica dell'Ausl diImola.

TUTTO QUELLO CHE AVRESTESEMPRE VOLUTO SAPERE SUIGRASSI…

Roberto BarbaniResponsabile Unità OperativaIgiene Alimenti di Origine Anima-le – area SUD - dell’Azienda Usldi Bologna. Medico veterinario,specializzato in biochimica mari-na e referente del Progetto dieducazione alla salute “La salutevien mangiando”.Emilia GubertiMedico specialista in Igiene eMedicina Preventiva Direttore diIgiene Alimenti e Nutrizione deldipartimento di Sanità Pubblica –Azienda USL di Bologna. È autri-

Gli espert i d i questo numero

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4 ce di numerose pubblicazioni ine-renti i temi di sanità pubblica edin materia di sicurezza alimenta-re e nutrizionale. È componentedel sottocomitato Obesità delCentro per il Controllo delle

Malattie (CCM) del Ministe-ro della Salute. È com-

ponente del Gruppodi Lavoro Nazionaledella Società Italia-

na d’Igiene (SiTI)“Igiene degli Ali-menti e della

Nutrizione”.Maria SpanoLaureata in Die-tistica, lavorapresso l'AziendaUSL di Bologna

nell'area Igienedegli Alimenti e

nutrizione.

ALLA BASE DI TUTTO:GLI ACIDI GRASSI

EROINA E COCAINA,AUMENTANO I CASI

Raimondo Pavarin Responsabile dell’Osservatorioepidemiologico metropolitanodipendenze patologiche

QUANDO LO ZAINO PESA TROPPO

Maria Pia FantiniScuola Superiore di Politiche perla Salute, Dipartimento di Medici-na e Sanità Pubblica.

MAL DI SCHIENA? NON SOLO COLPA DELLOZAINETTO

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Autorizzazione del Tribunale di Bolognan.7097 del 19.2.2001

Rivista mensile N. 57 anno 7, novembre 2007a cura delle Aziende USL di Bologna e di Imola

Direzione e RedazioneServizio Comunicazione e Relazioni con il Cittadino,Azienda Unità Sanitaria Locale di Bologna,via Castiglione 29, 40124 Bologna. Tel 051 6584971 fax 051 6584822, e-mail: [email protected]

ProprietàAzienda Unità Sanitaria Locale di Bologna

Direttore ResponsabileMauro Eufrosini

CaporedattoreFrancesco Bianchi

Comitato tecnico scientifico Rosalia Antonica, Patrizia Beltrami, Maria Benedettini, LauraBiagetti, Alberto Gerosa (coordinatore), Giorgio Ghedini, EmiliaGuberti, Serena Lanzarini, Massimo Palmieri, Paolo Pandolfi,Piero Serra

RedazioneAlice Bonoli, Marcello Giusti, Marco Grana, Vito Patrono,Orietta Venturi

Hanno collaboratoDaniela Belfatto, Roberta Pasotti, Luca Ribani, SilviaSaronne

Segreteria di redazioneOrietta Venturi

Progetto graficoMarco Neri

Illustrazioni originaliBruno Pegoretti

FotoMeridiana Immagini

StampaCantelli Rotoweb S.r.L.

Si ringrazia ZANHOTEL per il contributo alla stampadella rivista.Si ringraziano per la collaborazioneAFM, Federfarma.

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ZANZARA TIGRE

AZIENDA UNITA SANITARIA LOCALE DI BOLOGNA

Promozione della Salute

AZIENDA UNITA SANITARIA LOCALE DI IMOLA

Sportello per la Prevenzione

TELEFONO

051 6224330

TELEFONO

0542 604950

RAPPORTO TOSSICODIPENDENZE

AZIENDA UNITA SANITARIA LOCALE DI BOLOGNA

Osservatorio metropolitano sulle tossicodipendenze

AZIENDA UNITA SANITARIA LOCALE DI IMOLA

UO Dipendenze Patologiche

TELEFONO

051 2960473

TELEFONO

0542 604035

MEDICINE NON CONVENZIONALI

AZIENDA UNITA SANITARIA LOCALE DI BOLOGNA

Promozione della Salute

AZIENDA UNITA SANITARIA LOCALE DI IMOLA

Sportello per la Prevenzione

TELEFONO

051 6224330

TELEFONO

0542 604950

Se desiderate ricevere StarMEGLIO a casa gratuitamente, telefonate in Redazione, dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 17.00

tel. 051.6584847 - La rivista è anche online: www.ausl.bologna.it - www.ausl.imola.bo.it

PER APPROFONDIRE GLI ARGOMENTI

DI QUESTO NUMERO

GRASSI

AZIENDA UNITA SANITARIA LOCALE DI BOLOGNA

Igiene della Nutrizione

Servizio Veterinario area territoriale Nordarea territoriale Bolognaarea territoriale Sud

AZIENDA UNITA SANITARIA LOCALE DI IMOLA

Sportello per la Prevenzione

TELEFONO

051 6079698

051 6644854051 6079889051 596050

TELEFONO

0542 604950

MAL DI SCHIENA

AZIENDA UNITA SANITARIA LOCALE DI BOLOGNA

Cure primarie

Scuola Superiore di Politiche per la SaluteDipartimento di Medicina e Sanità Pubblica(per la ricerca)

AZIENDA UNITA SANITARIA LOCALE DI IMOLA

URP

TELEFONO

051 6224303

051 2094836

TELEFONO

0542 604121

INIZIATA LA CAMPAGNA DI VACCINAZIONEINIZIATA LA CAMPAGNA DI VACCINAZIONECONTRO L'INFLUENZACONTRO L'INFLUENZA

La vaccinazione antinfluenzale è garantita gratuitamente alle personesopra i 65 anni, agli adulti e ai bambini con patologie croniche, agli opera-tori sanitari e assistenziali, agli addetti ai servizi di pubblica utilità e agliaddetti agli allevamenti. "Con il vaccino l’influenza si allontana” è lo slogan della campagna regio-nale per la vaccinazione antinfluenzale avviata in tutta l’Emilia-Romagna. La vaccinazione, efficace e sicura, è considerata necessaria ed è quindigratuita per le persone a rischio di complicazioni (anziani a partire dai 65anni, adulti e bambini con patologie croniche) e per le persone che, per laloro attività professionale, devono essere protette dal rischio di contrarrel’influenza (operatori sanitari e di assistenza, addetti ai servizi di pubblicautilità, addetti agli allevamenti e ai macelli).Dal 5 novembre, medici di famiglia, pediatri di fiducia, Servizi vaccinalidelle Aziende Usl sono pronti per vaccinare le persone interessate.Il periodo indicato per la vaccinazione èinfatti tra l’inizio di novembre e dicem-bre inoltrato, dal momento che i virusdell’influenza raggiungono l’apice delladiffusione dalla fine di dicembre finoalla fine di febbraio, e che la protezio-ne, che si sviluppa due settimane dopola vaccinazione, è efficace per almenosei mesi.

Per informazioni sulla campagna anti-influenzale e sulle modalità di vaccina-zione è possibile chiamare il numeroverde gratuito del Servizio sanitarioregionale 800 033 033, nei giorni feria-li dalle 8.30 alle 17.30, il sabato dalle8.30 alle 13.30.

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he negli ultimi anni le medi-cine non convenzionali (MNC)abbiano raggiunto un rilevan-

te livello di diffusione è confermato daalcune ricerche: in Italia, ad esempio,risulta che nel 2005 circa 7 milioni 900mila persone hanno dichiarato di averutilizzato metodi di cura non conven-zionali nei tre anni precedenti l’inter-vista, vale a dire il 13,6% della popola-zione residente, mentre in Emilia-Romagna lo ha dichiarato il 18,9%(Fonte: Le terapie non convenzionaliin Italia. Anno 2005, Istat ).

“In un qualche modo le medicine nonconvenzionali – sostiene Marco Biocca,Agenzia sanitaria regionale e Osserva-torio regionale per le medicine nonconvenzionali - stanno rappresentandonon solo una novità, perché sono cosediverse, ma perché per metà rappre-sentano un richiamo a qualcosa chequalunque medicina dovrebbe avere, ilfatto di considerare l’individuo in ter-mini più globali, avendo con lui unrapporto dialettico”.

Proprio questa diffusione ed il crescen-te interesse nei confronti della MNC hacomportato che, a livello nazionale eterritoriale, si avviasse un processo dianalisi del fenomeno e di individuazio-ne di strumenti e strategie di integra-zione delle medicine non convenziona-li nel sistema sanitario nazionale eregionale, di professionalizzazione delsettore della MNC e di corretta infor-

mazione ai cittadini, nell’ottica delconsenso informato. In assenza di unalegge quadro a livello nazionale, tutto-ra in discussione, tali strategie sonostate adottate più che altro in ambitoterritoriale, su iniziativa di alcune sin-gole regioni e del loro sistema sanita-rio. Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, questo processo di analisi emonitoraggio del fenomeno, nonché diadozione di iniziative concrete, trova isuoi momenti principali nella creazio-ne, presso l’Agenzia sanitaria regiona-le, di un Osservatorio regionale per lemedicine non convenzionali e conl’approvazione del Programma speri-mentale 2006-2007 (delibera 779/06).

Il Programma consiste in una serie diattività di formazione (attraverso corsie seminari), di ricerca e di sperimen-tazione di percorsi di integrazione dialcune pratiche di medicina non con-venzionale (omeopatia, fitoterapia eagopuntura) all’interno del sistema

di Daniela Belfatto

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Medicina non Medicina non convenzionale:convenzionale:

lo stato dell’arte e lelo stato dell’arte e leprospettive prospettive

di integrazionedi integrazioneMedicina alternativa, tradizionale, complementare, natura-le, non convenzionale: la confusione di termini e l’abbon-

danza di aggettivi indicano sempre la difficoltà di circoscri-vere con esattezza un universo, come quello di pratiche

quali l’omeopatia, l’agopuntura, la fitoterapia, le tecnichemanuali (osteopatia, chiropratica etc.), le quali negli ultimi

due decenni si sono diffuse anche da noi, diventandooggetto di un dibattito, tuttora in corso, sull’efficacia tera-

peutica e sulle possibilità di integrazione rispetto allamedicina convenzionale.

NON CONVENZIONALE…NON CONVENZIONALE…PERCHE?PERCHE?

Prendendo come riferimento la defi-nizione adottata dal Parlamentoeuropeo e dal Consiglio d’Europa,parlare di medicina non convenzio-nale comporta prendere in conside-razione un insieme di pratiche altrerispetto a quelle ascrivibili alla bio-medicina, accusata, da parte di chisi occupa di MNC di aver preferito unorientamento alla patogenesi – stu-dio delle cause delle malattie -piuttosto che alla salutogenesi –quindi non interessato alla genesidelle malattie, ma alla salute eall’insieme delle condizioni fisiche,psichiche, relazionali e ambientaliche la determinano.

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sanitario regionale. Si è partiti da queste tre prati-che per un motivo sostanzialmente pragmatico, per-ché più conosciute e per le quali erano già a disposi-zione degli operatori professionalmente preparati.

Il Programma ha carattere biennale e contiene com-plessivamente 29 progetti che affrontano molti temispecifici, tra cui la terapia del dolore, i problemidelle donne in menopausa, etc. Questi progetti, pre-sentati da ricercatori, avallati dalle aziende sanitariee approvati dai Comitati Etici - organismi indipen-denti, composti da medici e non medici con il com-pito di fornire pareri sugli aspetti etici dell'assistenzasanitaria e della ricerca biomedica – e dall’Osserva-torio, usufruiscono di un consistente finanziamentoda parte della Regione. “Una apertura logica, ma con rigore”, sostieneMarco Biocca, che porti a possibili percorsi di inte-grazione di queste pratiche, ma anche ad un monito-raggio continuo e ad una corretta informazione aicittadini, nell’ottica del consenso informato e dellapossibilità di scelta. Ed è per questo che il Program-ma regionale non si limita alla sola sperimentazione,ma prevede anche uno studio sul livello di informa-zione dei cittadini sui progetti avviati in regione euno sull’atteggiamento dei medici nei confronti dellaMNC, nonché azioni di formazione degli operatori perrafforzare le capacità di fare ricerca in questocampo e un programma di sorveglianza sugli even-tuali effetti avversi di queste pratiche. Il Programma sperimentale regionale è in via di con-clusione e i risultati verranno presentati all’inizio delprossimo anno con le proposte dell’Osservatorio peril proseguimento delle iniziative ..Per ulteriori informazioniOsservatorio regionale per le medicine non conven-zionalihttp://www.regione.emilia-romagna.it/

agenziasan/mnc/index.htmlAgenzia sanitaria regionalehttp://asr.regione.emilia-roma-gna.it/

AGOPUNTURAAGOPUNTURA

L’agopuntura è uno dei metodi terapeutici dell’antica medicinacinese. Consiste nella stimolazione di specifici punti del corpo,

generalmente attraverso aghi sottili. La scelta dei punti da stimola-re dipende dalla formazione del terapista. La teoria tradizionaleconsidera la malattia come un eccesso, o una mancanza di vari fat-tori esogeni ed endogeni, e il trattamento mira a ristabilirel’equilibrio nell’individuo. Gli aghi vengono inseriti in particolaripunti sotto la pelle che corrispondono a canali invisibili. Questicanali conducono energia e sono chiamati «meridiani. L’agopuntu-ra in occidente viene spesso usata da medici con una formazioneconvenzionale secondo approcci diagnostici di tipo occidentale. L’a-gopuntura viene spesso utilizzata per: dolorecronico; trattamento delle cefalee, della dis-menorrea, della nausea e del vomito dopointerventi chirurgici e trattamenti chemiote-rapici, e del dolore che consegue a interventichirurgici; trattamento del dolore al collo oalla faccia e in generale di dolori cronicimuscoloscheletrici e nevralgici; smettere difumare.Anche se non è possibile affermare con cer-tezza che l’agopuntura sia davvero efficace,ciò non vuol dire che non abbia portato a risul-tati positivi in diversi casi.

FITOTERAPIAFITOTERAPIA

E’ una pratica terapeutica che usa prevalentemente medicamen-ti di origine vegetale. L’uso di questo genere di medicamenti per

il trattamento di malattie e di sintomi è diffuso fin dall’antichità inmolte parti del mondo. E’ presente anche nella tradizione dellamedicina occidentale, per l’opera di trascrizione di testi antichieffettuata da monaci del medioevo e da medici naturalisti. La far-macologia ha studiato i principi attivi delle piante, talvolta utiliz-zandoli singolarmente e in altri casi in combinazione o miscugli. Laprescrizione fitoterapia deve essere fatta non solo sulla base deisintomi, ma anche in base alle teorie e alla diagnosi del sistemamedico tradizionale come la medicina cinese o quella indiana. Gliestratti di piante sono commercializzati come compresse (estrattisecchi), tinture idro-alcoliche, estratti glicerici, olii, tisane. Molticomposti contengono più elementi nella loro formulazione. E’necessario che siano utilizzate dosi appropriate e che ci si sotto-ponga ad adeguati periodi di trattamento. Le applicazioni dellafitoterapia sono talmente vaste e ne è difficile una sintesi. Bisognaperò ricordare che i preparati fitoterapici hanno indicazioni e con-

troindicazioni, dosi appropriate e precauzioni daconsiderare. I pazienti dovrebbero seguire le indi-cazioni citate o consultare operatori competenti.È comunque sempre necessario comunicare al pro-prio medico curante o nel caso si acceda al prontosoccorso, che si fa uso di fitoterapici, perchè alcu-ni possono interagire con altri principi attivi.

OMEOPATIAOMEOPATIA

L’omeopatia è un sistema diagnostico e tera-peutico sviluppato nel XIX secolo nell’Europa

centrale. Utilizza preparati in dosi infinitesimaliselezionati in base al principio secondo cui unasostanza che provoca i sintomi di una malattiapossa anche curarla (similia similibus curantur).Si ritiene, infatti, che i sintomi siano il modo incui l’organismo combatte la malattia. La medici-na, quindi, dovrebbe assecondare l’organismo

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artecipiamo alla lotta con-tro la zanzara tigre”, “evi-tiamo i ristagni d’acqua”,

“usiamo prodotti larvicidi”, “infor-miamoci”. Sono i quattro puntidella campagna informativa regio-nale che si propone di sensibilizza-re i cittadini perché il contrastoalla diffusione di questo insettodiventi concretamente un impegnodi tutti: oltre che delle istituzioni,anche dei singoli cittadini. L’obiet-tivo della campagna, che ha perslogan “Contro la zanzara tigre fac-ciamoci in 4”, è tenere alta l’at-tenzione su questo tema. La cam-pagna sarà rilanciata anche in pri-mavera quando la zanzara riprende-rà il suo ciclo vitale. Poche, sem-plici indicazioni da seguire per evi-tare il proliferare dell’insetto,attraverso cui si è sviluppato lascorsa estate un focolaio di Chikun-gunya, malattia virale dal decorsobenigno che provoca febbre alta edolori articolari. Proprio questiultimi danno il nome al virus: “Chi-kungunya”, infatti, in lingua swahilisignifica "ciò che curva" o "contor-ce". Una malattia che arriva da lon-tano, la prima epidemia nota èdatata 1952 in Tanzania, altre se ne

sono verificate, sempre negli anni’50, nelle zone tropicali dell’Asia,(India, Malaysia, La Reunion, Mada-gascar, Indonesia, Mauritius, Mayot-te, Seychelles, Comore).

Abbiamo chiesto ai direttori deiDipartimenti di Sanità Pubblica diBologna e di Imola, Fausto Franciae Guido Laffi di approfondire que-sto tema che nel corso della secon-da metà dell’estate ha preoccupatomolti di noi.

“La febbre da virus Chikungunya èuna malattia virale trasmessa dallapuntura di zanzare infette, delgenere Aedes, meglio note comezanzare tigre. La sua trasmissione,infatti, può avvenire solo attraver-so il sangue e non per contattodiretto tra uomini” – hanno spiega-to. “La novità rilevante, di impattosulla salute pubblica, è che seprima questa zanzara era solo unfastidioso disturbo, oggi dobbiamoguardarla come un potenziale vet-tore di patologia. Fortunatamenteil virus Chikungunya provoca unamalattia moderata che può causarenon pochi fastidi. Oltre alla febbrealta, infatti, si manifesta con brivi-

Contro laContro lazanzara zanzara

tigre tigre facciamocifacciamoci

in 4in 4

nella sua battaglia piuttosto cheagire direttamente sulla malattia.Piante, minerali e sostanze di origi-ne animale selezionati vengonotrattati con particolari procedimen-ti chimici per ottenere una soluzio-ne idro-alcolica chiamata «tinturamadre». Questa viene progressiva-mente diluita e resa più potenteattraverso energiche scosse impres-se al contenitore (dinamizzazione).Alla diluizione finale, che avrà unaconcentrazione molto bassa dellasostanza ma un livello di energiaelevato, viene aggiunto lattosio perla preparazione dei granuli omeopa-tici. Il consulto dal medico omeo-pata si compone di una parte medi-ca generale seguita da una partespecifica omeopatica che mira avalutare i diversi sintomi presenticercandone il nodo centrale. Esisto-no diversi approcci terapeutici chesi avvalgono della prescrizione dimedicinali prodotti alla manieraomeopatica, di cui esiste una far-macopea: approccio «unicista» cheusa un solo rimedio; l’approccio«pluralista» che si avvale dell’uso dipiù rimedi; e quello «complessista»che utilizza più rimedi miscelatiassieme. Nel vasto campo dell’o-meopatia sono incluse anche lamedicina antroposofica e la omotos-sicologia. L’omeopatia è utilizzata per tratta-re un’ampia casistica di disturbi fisi-ci ed emotivi, acuti e cronici (aller-gie, patologie dell’apparato vasco-lare, della coagulazione, dell’appa-rato gastrointestinale, sindromiinfluenzali, etc.). Vengono segnalatirisultati in generale quando: la dia-gnosi è sconosciuta e gli esamihanno dato esiti negativi, ma ilpaziente si sente male; i trattamen-ti con medicinali sono mal tolleratio hanno controindicazioni; ilpaziente soffre di episodi acuti ripe-tuti di disturbi funzionali. Non cisono, tuttavia, prove sufficienti chedimostrino l’efficacia dell’omeopa-tia in qualche specifica condizione,né dati che ne sconsiglino l’uso. Lecondizioni in cui l’omeopatia sem-bra più utile sono, comunque, quel-le che presentano una componenteallergica, come l’asma, la rinite sta-gionale, l’urticaria.

Fonte: Medicine non convenzionali, opuscolo acura dell’ Agenzia sanitaria regionale dell’Emi-lia-Romagna, in collaborazione con l’Organiz-zazione mondiale della sanità, 1-2003.

di Alice Bonoli e Vito Patrono

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di, cefalea, nausea, vomito eimportanti dolori articolari, tali dalimitare molto i movimenti deipazienti che quindi tendono a rima-nere assolutamente immobili e adassumere posizioni che consentanodi non sentire il dolore. In alcunicasi, si può sviluppare anche unaeruzione cutanea pruriginosa. Iltutto però si risolve spontaneamen-te. In persone anziane, o conimportanti patologie concomitanti,possono essere possibili gravi com-plicanze, come avviene per altremalattie virali quali l’influenza”.

Non essendo attualmente disponibi-le un vaccino contro la malattia, èfondamentale ridurre al massimo lepossibilità di contrarla, mettendo inatto ogni misura possibile per con-trollare l’infestazione da ZanzaraTigre e, al tempo stesso, utilizzan-do adeguatamente repellenti emisure di protezione individualequali le zanzariere.

Il focolaio epidemico dove si è veri-ficato è stato favorito dalla conco-mitanza di più fattori: l’alta densi-tà della popolazione di ZanzaraTigre, le caratteristiche climaticheed ambientali, la presenza di perso-ne che avevano contratto l’infezio-

ne in Paesi dovela malattia è pre-sente. La rispostatempestiva edefficace delSistema SanitarioRegionale è statain grado di circo-scrivere l’epide-mia nel tempo enello spazio siaattraverso l’atti-vazione di un’al-lerta sanitariaper individuareprontamente inuovi casi dimalattia, sia conprovvedimenti didisinfestazionedelle aree inte-ressate. “Inoltresu tutto il nostroterritorio – conti-nuano Francia eLaffi - i Comuni,supportati dallaRegione Emilia-Romagna, hanno

avviato un piano straordinario dilotta e di disinfestazione: tratta-menti antilarvali nelle aree pubbli-che e private, interventi contro gliinsetti adulti nelle zone particolar-mente sensibili, come le scuole, gliospedali, le strutture per anziani.

Ma senza l'aiuto dei cittadini ognisforzo è vano. I siti a rischio diinfestazione da Zanzara Tigre nellearee pubbliche sono infatti solo il20-30% del totale. Il rimanente 70-80% delle zone a rischio è di pro-prietà privata. È quindi necessarioche i cittadini mettano in attomisure di prevenzione e di tratta-mento nelle aree di loro competen-za. Solo un intervento collettivo,da parte di tutta la cittadinanza,può portare a risultati concreti”.

CONTRO LA TIGRE• trattare regolarmente (ogni 15

giorni circa) i tombini e le zonedi scolo e ristagno con prodottilarvicidi

• eliminare i sottovasi e, ove nonsia possibile, evitare il ristagno diacqua al loro interno

• verificare che le grondaie sianopulite e non ostruite

• coprire le cisterne e tutti i conte-nitori dove si raccoglie l’acquapiovana con coperchi ermetici,teli o zanzariere ben tese

• tenere pulite fontane e vascheornamentali, eventualmenteintroducendo pesci rossi che sonopredatori dellelarve diZanzaraTigre..

ZZ AA NN ZZ AA RR AA TT II GG RR EEAppartenente all’ordine dei ditteri, genereAedes e specie albopictus, la Zanzara Tigre,arrivata in Italia più di un decennio fa dalSudest asiatico, è ormai ben adattata ai nostriambienti. E’ quindi a tutti gli effetti una zanza-ra italianizzata. I primi avvistamenti in Italia,associati a depositi di pneumatici usati importati escaricati al porto di Genova, ha consentito la creazio-ne di “aree primarie di colonizzazione” dalle quali è inizia-to l’insediamento del territorio circostante. Grazie al trasporto passivoofferto da aerei, navi, treni, macchine e camion, gli adulti possono diffon-dersi anche a distanze ben superiori al chilometro e colonizzare aree moltolontane da quella di origine. In Emilia-Romagna, è bastato poco più di un decennio perché la ZanzaraTigre infestasse tutte le città capoluogo e la maggior parte dei comuni dipianura e bassa collina di ogni provincia. Attualmente la diffusione innuove località avviene in gran parte per trasferimento passivo tramite iltraffico veicolare.Gli adulti di Zanzara Tigre generalmente preferiscono spazi aperti, al ripa-ro negli ambienti freschi e ombreggiati e trovano quindi rifugio soprattuttotra l’erba alta, le siepi e gli arbusti. Tuttavia, negli ultimi anni sono statisegnalati abbondantemente anche in zone assolate come i parcheggi deisupermercati o nelle aree industriali, dove ci sono pochi alberi.

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Cover-story

Saturi, insaturi, polinsaturi e trans. Vegetali e animali.Idrogenati. Margarine, burro, strutto, olio di oliva e disemi. E ancora colesterolo buono, colesterolo cattivo etrigliceridi. Sui grassi se ne sentono di tutti i colori. Qualiscegliere? Come prepararli? Quali assolutamente evitare?

Tutto Tutto quelloquelloche avresteche avreste

sempre volutosempre volutosapere sapere

sui grassi…sui grassi…

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grassi, oltre a conferire sapore e gradevole consistenza aicibi, sono costituenti essenziali delle cellule, indispensabiliper l’assorbimento di alcune vitamine (A, D, E, K) e forni-

scono energia all’organismo. Inoltre contengono gli acidi grassiessenziali, che il nostro corpo non è in grado di produrre autonoma-mente, ma che deve introdurre attraverso l’alimentazione. Fra gliacidi grassi essenziali, quelli polinsaturi omega-tre svolgono un ruolofondamentale in alcuni importantissimi processi fisiologici (coagula-zione del sangue, infiammazione, dolore): si comportano come anti-coagulanti ed antinfiammatori, aiutando così a prevenire le malattiecardiovascolari ed infiammatorie. Dunque perché l’organismo sia inbuona salute occorre introdurre ogni giorno con gli alimenti la quotaminima di acidi grassi essenziali.

In pratica, come è possibile avere un apporto equilibrato di grassi?Le quantità di grassi che assicurano un buono stato di salutevariano da persona a persona, a seconda del sesso, dell'età edello stile di vita: una quantità indicativa per l'adulto è quellache apporta dal 20-25% delle calorie complessive della dieta

(per i sedentari) fino ad un massimo del 35% (per chi famolta attività fisica). Così, ad esempio, in una dieta da2100 calorie quelle da grassi possono variare da 420 a700, corrispondenti a 46-78 grammi. Per i bambini di età inferiore ai 3 anni, invece, la quotadi grassi alimentari nella dieta può essere più elevata.Limitiamo l’assunzione di grassi saturi evitando un con-sumo eccessivo di grassi animali (burro, strutto, lardo etutto ciò che li contiene) e di alcuni grassi vegetali saturi

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come l’olio di palma e di cocco: questi ultimi si trova-no nella maggioranza dei prodotti da forno (merendi-ne, snack, biscotti, crackers), patate fritte, nellecreme di cioccolata e nocciola e nei cibi da fast food,camuffati sotto dizioni generiche come oli vegetali,grassi vegetali, margarine vegetali o, ancora peggio,grassi vegetali idrogenati.Aumentiamo l’assunzione di grassi monoinsaturi:occorre far sì che la quota lipidica dell’alimentazionesia costituita per la maggior parte da olio d’olivaextravergine di ottima qualità, per friggere invece l’o-lio migliore (in un’ottica nutrizionale) è quello di oliva“normale”.Consumiamo più alimenti che contengono Omega-3,mangiando pesce almeno due/tre volte la settimana,privilegiando i pesci più grassi: alici, sarde, sgombri,tonni (anche quello in scatola), pesci spada e cefali.Per quanto riguarda le carni, la selvaggina non alle-vata è molto ricca di Omega-3 e in generale lo sonotutte le carni provenienti da animali non allevati inmaniera intensiva.Fondamentale è il metodo di cottura, che è tantomigliore quanto meno fa uso di grassi aggiuntivi:privilegiamo allora la cottura al forno, a vapore,al microonde rispetto alla frittura. Dunque non èsolo una questione di quantità (che non deveessere né troppa né poca, ma quella giusta ecioè circa il 30% delle calorie giornaliere), ma èsoprattutto una questione di qualità, sotto tutti

i profili, sia sotto il profilo nutrizionale (preferi-re i grassi mono e poliinsaturi e limitare i grassi

saturi a meno di un terzo del totale, dando la giu-sta importanza agli acidi grassi essenziali e ai loro

derivati omega 3) sia sotto il profilo della certifica-zione di qualità, ad esempio per i prodotti che lo pre-vedono, il certificato DOP è una garanzia..

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LEGGIAMO CON MOLTA ATTENZIONELEGGIAMO CON MOLTA ATTENZIONELE ETICHETTE:LE ETICHETTE:

Quando il produttore non specifica la natura deigrassi vegetali utilizzati, molto probabilmente sitratta di olio di palma e di cocco (olii c.d. “tropica-li”), estremamente insalubri in quanto più saturianche dei tanto vituperati grassi animali, ma moltopiù economici

Controlliamo la provenienza dell’olio d’oliva, unolio prodotto con olive italiane (invece che, adesempio, con generiche olive del mediterraneo) cigarantisce di più dal punto di vista della sicurezzaalimentare e della nutrizione

Non è sempre vero che i grassi vegetali siano piùleggeri di quelli animali. L’olio di cocco (cheviene usato per friggere nella maggior parte deifast food) ha una percentuale di saturazione dop-pia rispetto allo strutto, considerato alimentograsso per eccellenza

GRASSI: SCEGLI LA QUALITGRASSI: SCEGLI LA QUALITÀÀE LIMITA LA QUANTITE LIMITA LA QUANTITÀÀ

Modera la quantità di grassi da condimento, inparticolare di quelli di origine animale (burro,lardo, pancetta, panna) preferendo quelli diorigine vegetale, non di palma e di cocco, main particolare l'olio extravergine d'oliva e disemi da utilizzare, preferibilmente, a crudo.Mangia pesce almeno 2-3 volte la settimana;Tra le carni, preferisci quelle magre ed elimina ilgrasso visibile.Non superare le 4 uova a settimana, distribuitenei vari giorni.Se consumi tanto latte, scegli preferibilmentequello scremato o parzialmente scremato, chemantiene il suo contenuto in calcio.Tutti i formaggi contengono quantità elevatedi grassi: scegli comunque quelli meno grassi,oppure consumane porzioni più piccole.Leggi le etichette per controllare quali equanti grassi sono contenuti nei cibi cheacquisti.

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Oli e Grassi

Olio di oliva

Saturi

16%

Monoinsaturi

75%

Polinsaturi

9%

Olio di mais

Olio di girasole

15%

11%

31%

33%

50%

50%

Olio di arachide

Olio di soia

19%

14%

53%

23%

28%

59%

Olio di cocco

Olio di palma

87%

48%

6%

44%

2%

9%

Burro

Strutto

49%

43%

24%

43%

3%

12%

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Cover-story

Gli acidi grassi sono i componenti comuni e fondamentali dei lipidi e posso-no essere, a seconda della loro conformazione molecolare, saturi, monoin-saturi e polinsaturi, i famosi omega-3 e omega-6. Se idrogenati gli acidigrassi diventano trans. Gli acidi grassi negli alimenti sono sempre sottofor-ma di trigliceridi. Gli acidi grassi saturi hanno un punto di fusione elevato. Gli acidi grassimono e polinsaturi, invece, hanno un punto di fusione più basso(maggioreè il grado di in saturazione più velocemente fondono). Questa caratteristi-ca consente di distinguere facilmente i diversi tipi: i saturi sono solidi atemperatura ambiente (pensiamo al burro o al grasso della carne), imonoinsaturi e i polinsaturi sono liquidi (olio di oliva e di semi). Gli acidi grassi saturi hanno due caratteristiche negative: si depositano conpiù facilità sulle pareti delle arterie e innalzano il livello di colesterolo nelsangue.Gli acidi grassi polinsaturi se ben conservati, invece tendono ad abbassareil livello di colesterolo nel sangue nonchè a fluidificare il sangue stesso. La stabilità degli acidi grassi, ovvero la loro tendenza a subire alterazionichimiche come l’ossidazione, varia di molto a seconda del grado di satura-zione. Un acido grasso è tanto più stabile quanto più è saturo. Questa carat-teristica, in pratica, ha due implicazioni: sulla conservazione: maggiore è la percentuale di grassi insaturi di un ali-mento, più delicata è la sua conservazione. Tutti gli oli, di oliva o di semi,andrebbero conservati al riparo dalla luce e dal calore, ben chiusi per evi-tare il contatto con l'aria. A tal proposito, l'olio di semi andrebbe conserva-to anche in frigorifero; l’utilizzo in cucina: un alimento contenente acidi grassi polinsaturi nonandrebbe utilizzato ad alte temperature (oltre i 100 gradi). Per questomotivo, da un punto di vista nutrizionale non bisognerebbe friggere con oliodi semi, ma sarebbe meglio utilizzare l'olio di oliva ..

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Alla base di tutto:Alla base di tutto:gli gli acidi grassiacidi grassi

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ATTENZIONE ALLA DICITURA ATTENZIONE ALLA DICITURA “GRASSI VEGETALI”“GRASSI VEGETALI”

I grassi saturi presenti in natura sono semplici da individuare, si trovano generalmente nei gras-si solidi come strutto, burro, parte grassa delle carni e nei formaggi. Attenzione però perchéanche i grassi e gli oli vegetali che quasi sempre vengono aggiunti ai prodotti industriali con-tengono molti grassi saturi, poiché sono quasi sempre composti da olio di palma o di cocco, checostano poco ma contengono una grossa quantità di grassi saturi che garantiscono stabilità alprodotto.La pericolosità di questi grassi risiede nel fatto che la loro origine vegetale fa credere che nonsi tratti di grassi saturi, questo problema è aggravato dal fatto che la legge non impone di spe-cificare sull'etichetta (nemmeno su quella nutrizionale) l'origine di queste sostanze.

COLESTEROLO BUONO E CATTIVO: LE LIPOPROTEINECOLESTEROLO BUONO E CATTIVO: LE LIPOPROTEINE

Colesterolo buono e cattivo? In realtà il colesterolo è uno solo, quello che cambia è chi lo tra-sporta nel sangue e il fatto che lo depositi o meno sulle pareti delle arterie.I trigliceridi che assumiamo con l'alimentazione vengono inglobati all'interno di molecole chia-mate lipoproteine.Le lipoproteine che trasportano il colesterolo sono prevalentemente le LDL e le HDL. Le LDL hanno il compito di trasportare il colesterolo dal fegato ai tessuti, dove viene utilizza-to, mentre le HDL hanno la funzione opposta, in quanto prelevano il colesterolo dai tessuti, inun certo senso liberandoli, e lo riportano al fegato. Le LDL sono quindi pericolose in quanto tendono a depositare il colesterolo sulla parete dellearterie. Al contrario, le HDL tendono a rimuovere il colesterolo ostacolando la formazione delleplacche.Il colesterolo cattivo, quindi, è quello trasportato dalle LDL, mentre quello buono è quello tra-sportato dalle HDL. Il livello di colesterolo totale nel sangue è la somma di quello presente nelle lipoproteine LDLe nelle HDL, e quindi non è un dato che determina in modo assoluto il rischio cardiovascolare,quello che conta è il rapporto tra colesterolo totale e HDL, che deve essere inferiore a 5 perl'uomo e a 4.5 per la donna.Una persona con colesterolo totale a 250 e colesterolo HDL (buono) a 80 ha un indice di rischiopari a 3.1 (assolutamente normale), mentre un soggetto con colesterolo totale a 250 e HDL a40 ha un indice pari a 5 (a rischio).

IDROGENATI E TRANS: I PEGGIORI PER LA NOSTRA SALUTEIDROGENATI E TRANS: I PEGGIORI PER LA NOSTRA SALUTE

In nessuna etichetta nutrizionale compaiono gli acidi grassi trans. Eppure si tratta dei grassi piùdannosi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di consumare più grassi insaturirispetto ai saturi, ma soprattutto di eliminare i grassi trans dalla dieta poiché rappresentanouno dei principali fattori di rischio nello sviluppo di malattie dell’apparato cardiovascolare.

Gli acidi grassi trans si formano quando si aggiunge idrogeno ad un olio vegetale (grasso idro-genato) con l’obiettivo di renderlo solido e quindi più adatto alla lavorazione industria-

le: anche se l’olio d’origine è insaturo, con la parziale idrogenazione il grasso si tra-sforma e muta le sue caratteristiche nutrizionali. Nella sua forma “trans” non

solo fa aumentare il livello delle lipoproteine LDL, il cosiddetto "colesterolocattivo”, come accade anche con i saturi, ma in più fa diminuire quello"buono", l’HDL che protegge l’apparato cardiovascolare aiutando il corpo adeliminare il colesterolo.I grassi trans esistono anche in natura nelle carni dei ruminanti ed in alcuni pro-dotti caseari, ma in percentuali bassissime, infinitamente più basse rispetto aiprodotti industriali.Poiché le aziende non sono obbligate ad indicare in etichetta il contenu-to di grassi trans, per evitarli non resta che prestare attenzione alla paro-

la idrogenato, ma anche a margarina perché una delle tecniche con cuiviene prodotta è appunto l’idrogenazione degli oli vegetali. Si tratta diingredienti diffusissimi, presenti nella maggior parte dei prodotti in vendi-

ta nei supermercati, nelle pasticcerie e nei forni, anche in cibi insospettabilicome caramelle e gelati.

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onsumo critico di sostan-ze stupefacenti, aumentonel numero di tossicodi-

pendenti ristretti in carcere e deidecessi per overdose, ma ancheaumento nel numero di personein carico ai SERT e all’Unità Mobi-le. Il monitoraggio, quindi, qualeattività fondamentale per indiriz-zare adeguatamente le politichedi intervento e di prevenzionenell’ambito delle dipendenze.

Questi alcuni dei risultati e delleindicazioni più significative emer-se dal rapporto 2006 sulle dipen-denze in aera metropolitana,curato dall’Osservatorio epide-miologico metropolitano dipen-denze patologiche.Stando ad alcuni dei dati presentinel rapporto si è verificato, negliultimi anni, un aumento dei con-sumatori di eroina, cocaina e deipoliassuntori, nonché l’emergeredi nuove tendenze di consumo.Nella sola città di Bologna èaumentata la quantità di cocainasequestrata dalle forze dell’ordi-ne. Si stima un numero oscuro diconsumatori problematici disostanze “pesanti” di 5800 perso-ne, dato in aumento rispetto aglianni precedenti, con una preva-lenza di almeno 7 su 1000 resi-denti di età compresa tra 15 e 45anni. Il numero di stranieri è inaumento soprattutto nel sommer-so. Le persone monitorate conproblemi dovuti all’uso di sostan-ze pesanti sono complessivamente3524, età media 35 anni, 18%femmine, 16% stranieri, uno sutre residente fuori area metropo-litana, un terzo è un nuovo con-tatto. Un dato che risulta preoc-cupante è l’aumento del numerodei decessi e degli interventi peroverdose, a fronte di una diminu-zione complessiva di mortalità tragli eroinomani e i cocainomani.Riguardo alle persone con proble-mi alcol correlati, nel corso del

2006 sono stati contattati 2463soggetti, età media 49 anni, 72%maschi, 12% stranieri. Il 43% erain cura presso un SERT, il 42% eraresidente nella città di Bologna, il43% in altri paesi della provincia,il 3% nella regione, il 9% fuoriregione. Si stimano 7032 personecon problemi alcol correlati,rispetto agli anni precedenti lastima è in aumento per i residentie gli stranieri e in calo per i nonresidenti. Per quanto riguarda il rapportocon i servizi, è stato riscontratoun aumento del numero di sog-getti in carico ai SERT (struttureche, all’interno del Dipartimentodi Salute Mentale, si occupano di

prevenzione, cura e riabilitazionedi soggetti con disturbi da uso disostanze) e all’Unità Mobile. Nel2006, ad esempio, è stata rag-giunta la soglia di 3383 utenti tos-sicodipendenti seguiti da questestrutture, i quali molto spessoarrivano ai SERT non tanto peruna loro richiesta diretta di curae assistenza, quanto inviati lìdopo essere incorsi in problemigiudiziari, o dopo essersi rivoltiall’Unità Mobile per ragioni socio-anagrafiche (senza documenti osenza fissa dimora). I soggetti incarico da due anni hanno un altaprobabilità di non abbandonare itrattamenti ed un rischio didecesso notevolmente ridotto ..

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EroinaEroinae e cocainacocaina,,aumentanoaumentano

i casii casiI risultati del rapporto 2006 sulle dipendenze in aerametropolitana

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PilloleCon questo sloganriprende la campagnaregionale per promuo-vere le donazioni disangue realizzata dallaRegione Emilia-Rroma-gna insieme alle Azien-de sanitarie e alle asso-ciazioni di volontariatoAvis e Fidas/Advs.In Emilia-Romagna, nel2006, i donatori sono stati 163.535 e le unità di sangue inte-ro raccolte 248.764, con un incremento dello 0,6% rispettoall’anno precedente. Anche nel 2006 l’Emilia-Romagna hacontribuito al fabbisogno nazionale: 15.115 sono state leunità di sangue trasferite alle Regioni carenti, così come sta-biliscono il Piano sangue regionale e nazionale. Un impegnodi solidarietà che l’Emilia-Romagna vuole continuare ad ono-rare. Per il 2007, il fabbisogno dell’Emilia-Romagna è statostimato in 230.187 unità di sangue. Per soddisfare le esigen-ze del Servizio sanitario regionale e per continuare a contri-

buire al fabbisogno nazionale,occorre che altre persone entrinoa far parte della grande comunitàdei donatori.Per donare sangue bisogna averealmeno 18 anni. Si può donare san-gue intero fino all’età di 65 anni,mentre per le donazioni di plasmae piastrine il limite è di 60 anni. Ènecessario pesare almeno 50 Kg,essere in buone condizioni di salu-te e condurre uno stile di vitasenza comportamenti a rischio.

Per avere informazioni sulla dona-zione e sul centro o punto di rac-colta della propria città:- si può chiamare il numero verde

gratuito del Servizio sanitarioregionale 800 033 033(tutti i giorni feriali dalle ore8,30 alle ore 17,30 e il sabatodalle ore 8,30 alle ore 13,30)

- consultare il sito internetwww.donaresangue.it e-mail:[email protected]

- contattare la Associazione didonatori di sangue della propriacittà, consultando l’elenco tele-fonico

- consultare i siti internet delleAssociazioni:AVIS

www.avis.it/emilia-romagnaFIDAS/ADVS

www.fidas-emiliaromagna.it

Secondo l’indagine PASSI(studio sugli stili di vitapromosso da Istituto Supe-riore di Sanità e RegioneEmilia-Romagna), nel ter-ritorio dell’Azienda USL diBologna (50 comuni e818.738 residenti pari al20% della popolazione dell’Emilia Romagna) il 44% della popola-zione sopra i 18 anni è in sovrappeso inoltre il 42% non fa abba-stanza attività fisica mentre il 10% non ne fa proprio, vivendouna vita del tutto sedentaria.Il fenomeno non risparmia le giovani generazioni tanto che,secondo recenti indagini di sor-veglianza nutrizionale (SoNIA) inprovincia di Bologna un terzo deiragazzi di 6 - 9 anni sono insovrappeso con una prevalenzadi obesità intorno al 6%.Obesità e sovrappeso, lo scarsoconsumo di frutta e verdura, lasedentarietà oltre al fumo ditabacco e all’abuso di alcoolsono responsabili - da soli - del60% della perdita di anni di vitain buona salute in Europa e inItalia. Negli ultimi decenni in Italiastiamo assistendo ad una epide-mia di obesità. In coerenza conle strategie proposte dall'OMS leAziende Usl di Bologna si pro-pongono di favorire la diffusionedi corretti stili di vita con parti-colare riferimento all’alimenta-zione e alla promozione dell’at-tività fisica al fine di prevenireobesità e patologie correlate(cardiovascolari, diabete,osteoarticolari, alcuni tipi ditumore). Molti progetti sono giàattivi e si rivolgono a diversecategorie di cittadini: famiglie,educatori, bambini, anziani.

Per le informazioni sui progetti:Azienda Usl di Imola: Sportello per la Prevenzionetel. 0542 604950Azienda Usl di Bologna: Promozione della Salute tel. 051 6224330

EPIDEMIA DI OBESITEPIDEMIA DI OBESITÀ

“UN PICCOLO GESTO PUO FARE GRANDE LA VITA.“UN PICCOLO GESTO PUO FARE GRANDE LA VITA.DONARE SANGUE: SEMPLICEMENTE IMPORTANTE”DONARE SANGUE: SEMPLICEMENTE IMPORTANTE”

Stile Marginale è il primo CDnato nell’ambito del Proget-to AttraverArte, progettofinalizzato a favorire l’ac-cesso ad opportunità cultu-rali per ragazzi e ragazze che

frequentano i Centri Giovanili,i gruppi socioeducativi e gli

interventi educativi di strada, inun’ottica di prevenzione del disagio e promozione dellasalute. “La musica mi ha cambiato la vita”. Quante volte abbia-mo sentito questa frase? A volte usata in maniera appro-priata, a volte meno. Viene declamata sempre conun’enfasi che comunica passione, impegno, fatica eorgoglio di appartenere ad un “movimento culturale”che con la sua forza espressiva, coinvolge e a volte, tra-volge in maniera positiva la nostra vita. Così è successo anche questa volta. I 40 ragazzi e ragaz-ze (in gran parte non ancora maggiorenni) che hannopartecipato al progetto, hanno “travolto” l’équipe edu-cativa che li ha seguiti e coordinati dall’elaborazione delprogetto, alle registrazioni, alla realizzazione del CDnelle sue diverse fasi : creazione dei testi, della musica,della grafica.Stile Marginale, realizzato grazie al contributo della Fon-dazione del Monte, nasce da una storia di diversi anni dilaboratori musicali, sale prove e musica nell’ambitodegli interventi educativi promossi e gestiti dall’AziendaUSL di Bologna, dai 9 comuni del distretto sanitario diCasalecchio di Reno, Cooperative Sociali. Gli Educatorihanno messo a disposizione le loro competenze in labo-ratori di Dj, chitarra, batteria, canto, vedendo nellamusica un importante strumento educativo.

STILE MARGINALE: PRIMO CD DEL PROGETTO STILE MARGINALE: PRIMO CD DEL PROGETTO ATTRAVERARTEATTRAVERARTE

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ndare a scuola, impararesempre cose nuove, anchein vista delle amicizie che

vi si coltivano e delle occasioniricreative, dovrebbe essere un pia-cere, oltre che un dovere. Tuttavia,se si arriva all’appuntamento mat-tutino già con il mal di schiena,forse dovuto anche al trasportocostante di zaini stracolmi, la gior-nata non parte proprio al meglio. I dolori lombari, secondo una ricer-ca dei Dipartimenti di Medicina eSanità Pubblica e Scienze Neurolo-giche e del Corso di Laurea di Fisio-terapia dell’Alma Mater Studiorumdi Bologna, condotta in collabora-zione con l’Ufficio Scolastico pro-vinciale, colpiscono il 37% degli stu-denti delle scuole medie. La ricerca, denominata studioS.A.M. (Salute, Attività motoria, Maldi Schiena) si prefigge di valutare lafrequenza del mal di schiena neiragazzi della provincia di Bologna edi studiarne i possibili determinanti.Si è conclusa la prima fase dellostudio che prevederà un follow upcon frequenza annuale nei prossimi

tre anni.Nella sua prima fase lo studio SAMha coinvolto un campione di 389bambini e adolescenti, di cui 207maschi e 182 femmine, di 3 diversescuole (la Media Gandino, l’IstitutoComprensivo 4 del Navile e quellodi S. Giovanni in Persiceto) nelperiodo Ottobre 2006-Gennaio2007. Varie possono essere le cause delmal di schiena, almeno stando aidati della letteratura scientifica (ilgenere, i fattori antropometrici,l’attività fisica e sportiva, i fattoripsicologici e sociali, l’abitudine alfumo e il carico meccanico) e la suaintercettazione precoce può essereimportante, non solo per far starmeglio gli adolescenti, ma ancheper agire preventivamente su unproblema, la lombalgia dell’adulto,che è una patologia in aumento conricadute importanti anche di tipoeconomico (fra le prime cause diassenza dal lavoro). Agli studenti sono stati sommini-strati questionari. Inoltre, per unasettimana, sono stati pesati ogni

mattina gli zaini scolastici: si èpotuto così stabilire che il pesomedio trasportato è di 7,6 kilo-grammi, partendo da un minimo di4,2 fino ad un massimo di 23,5 kilo-grammi. Circa il 90% dei ragazzitrasporta uno zaino con peso mediosettimanale che è superiore al 10 %del suo peso corporeo, in particola-re per il 50% dei ragazzi eccede il15% e per il 14% di loro è superioreal 20%.È emerso poi che le femmine sonomaggiormente soggette al mal dischiena rispetto ai maschi, cosìcome gli adolescenti (maschi e fem-mine) in sovrappeso e coloro chenon praticano attività sportiva (dif-ferenze statisticamente significati-ve. La regione più colpita risultaessere quella lombare (58,2%),seguita da quella dorsale (36,6%) edalle spalle (30,5%). Attualmente non si possono trarreconclusioni in particolare per quan-to riguarda il mal di schiena e ilruolo dello zaino scolastico. E’indubbio però che i ragazzi traspor-tino sulle spalle carichi che sono

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pesapesatroppotroppo

di Francesco Bianchi

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I risultati di una ricerca cheha voluto approfondire ilrischio del “mal di schiena”anche in relazione al caricogiornaliero di libri per igiovani.

Quando lo zainoQuando lo zaino

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mediamente eccessivi e che supe-rano i pesi sostenibili per i lavora-tori secondo quanto previsto dallalegge a tutela della sicurezza neiluoghi di lavoro (Dlgs 626/1994).Non sono previsti da alcuna nor-mativa limiti di carico per i ragaz-zi, ma linee guida americane indi-

cano che il peso dello zaino nondovrebbe superare il 10-15% delpeso corporeo (American Academyof Pediatrics, American Occupatio-nal Therapy Association, 2002). Quello che possiamo però affer-mare, sulla base dei risultati otte-nuti che sono in accordo con

quanto già dimostrato nei paesianglosassoni è che i ragazzi chepraticano abitualmente attivitàsportiva e che non sono sovrap-peso hanno meno probabilità diavere mal di schiena e questoforse li aiuterà anche a non sof-frirne da adulti ..

Esiste un rapporto tra mal di schiena degli scolari ezainetti over-size, o, comunque, il peso del caricodi libri quaderni e diari può essere una delle causedei dolori lombari? Quanto influiscono gli altri fat-tori di rischio, come obesità o soprappeso?Lo abbiamo chiesto a Luciana Nicoli, medico dellaPediatria di Comunità dell’Azienda USL di Bologna.

Quale ruolo gioca lo zaino scolastico pesante neldeterminare problemi di salute nei ragazzi?Come giustamente sottolineato nel lavoro dellaprofessoressa Fantini, numerosi studi, compresoquesto, suggeriscono che il peso eccessivo dellozaino scolastico può contribuire, insieme ad altrifattori, a causare mal di schiena. Si tratta infattidi una patologia alla cui base stanno numerosecause come fattori costituzionali, obesità, vitasedentaria. Ma anche una attività sportiva eccessi-va, come super allenamenti ad inizio stagione o inoccasione di gare può causare danni da “eccessivautilizzazione” dell’apparato muscolo-scheletrico.

Come spesso succede, esistono poi opinioni discor-danti anche sulla possibilità che lo zaino pesantepossa causare mal di schiena: in uno studio pubbli-cato su Pediatrics nel 2003 sono stati seguiti per unanno ragazzi che inizialmente non avevano mal dischiena e poi lo hanno presentato. I fattori corre-lati a tale mal di schiena erano cause psico-socialie la presenza di altri sintomi somatici, mentrec’era bassa correlazione con il peso degli zaini.Ci sono bambini che invece possono subire undanno se portano zaini pesanti: sono quelli chehanno alterazioni delle vertebre lombari che por-tano ad incompleta saldatura delle ossa. In questicasi lo zaino pesante è il fattore scatenante di unproblema ancora nascosto.Non c’è dimostrazione invece che il peso dellozaino provochi scoliosi.

Quanti kg andrebbero trasportati al massimo?Per non influire sulla postura, sullo sforzo muscola-re, sull’equilibrio e sulla capacità di camminare, ilpeso dello zaino non dovrebbe essere superiore al10-15% del peso corporeo.

Quale è la soluzione migliore?La Camera dei Deputati ha approvato un disegno dilegge che prevede di creare un comitato scientifi-co per individuare il peso massimo tollerabile e ladimensione degli zainetti. Ben venga, allarmiamocipure per gli zainetti, ma merita attenzione anchelo stile di vita dei bambini e ragazzi di oggi, alme-no nelle città come la nostra: tra casa e scuola, ilpiù delle volte i nostri ragazzi vengono trasportatiin auto dai genitori e appena si può in motorino,perdendo una buona possibilità di fare attività fisi-ca spostandosi a piedi o n bicicletta. Anche glispazi e il tempo per giocare all’aperto sono sem-pre meno, però poi si corre in palestra e in piscina,magari per prepararsi in tutta fretta e senza ledovute cautele alla gara di fine anno. Per non par-lare del problema del soprappeso e dell’obesità,sicuramente fattori di rischio per il mal di schienae non solo. Intervenire dunque solo sullo zainetto,sarebbe in un certo senso riduttivo.

Mal di schiena, non soloMal di schiena, non solocolpa dello zainettocolpa dello zainetto

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Ricorda di fare sempre i trattamenti contro la zanzare tigre.

Se non vengono eseguiti correttamente, i trattamenti nonhanno effetto e la zanzara torna a far festa.

NON FINIRE NEL SUO PIATTO, DIPENDE ANCHE DA TE.

LA ZANZARA TIGREHA SEMPRE FAME.

Bru

no

Pe

go

rett

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