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~ 1 ~ ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE “VINCENZO DANDOLO” SEDE COORDINATA DI LONATO DEL GARDA - BRESCIA Anno Scolastico 2013-2014 Alunno: Perilli Davide Classe 5°L TAPPETI ERBOSI DEI CAMPI DA CALCIO

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ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE “VINCENZO DANDOLO”

SEDE COORDINATA DI LONATO DEL GARDA - BRESCIA

Anno Scolastico 2013-2014

Alunno: Perilli Davide

Classe 5°L

TAPPETI ERBOSI DEI CAMPI DA CALCIO

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INDICE INTRODUZIONE ........................................................................................................................... 3

REGOLAMENTI GENERALI FIFA-FIGC .......................................................................................... 4

LAVORI DI PROGETTAZIONE .................................................................................................. 8-14

I. ANALISI TERRENO

II. L’ACQUA: DRENAGGIO E PROGETTAZIONE IMPIANTO E SYRINGING

III. SEMENTI: SPECIE ADATTE E CONSIGLI PER LA SCELTA

PREPARAZIONE DEL TERRENO ............................................................................................. 15-16

I. LAVORI PREPARATORI

II. SEMINA E LA PROPAGAZIONE VEGETATIVA

III. METODO TEXAS-USGA

IV. COSTI

MANUTENZIONE .................................................................................................................. 17-18

I. TAGLIO

II. CONCIMAZIONE

III. IRRIGAZIONE

IV. DISERBO

V. ARIEGGIATURA

VI. RIPARAZIONE DEL TAPPETO ERBOSO

VII. COSTI

DIFESA (MALATTIE E RIMEDI) ................................................................................................... 19

VANTAGGI E SVANTAGGI MANTO ERBOSO E VANTAGGI AMBIENTALI ................................... 20

ALTERNATIVE AI TAPPETI ERBOSI ........................................................................................ 21-23

I. TAPPETO SINTETICO

II. TERRA BATTUTA/SABBIA

MANTO ERBOSO RINFORZATO ................................................................................................. 24

INFORTUNI NEL CALCIO ....................................................................................................... 25-26

CITAZIONI (BIBLIOGRAFIA, SITOGRAFIA, FOTOGRAFIA) ........................................................... 27

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INTRODUZIONE Tra i vari impieghi del tappeto erboso, l‟uso sportivo è

senz‟altro da considerare il più importante, sia perché più

diffuso sia perché spesso rappresenta un investimento di

capitali.

Ragioni di sicurezza e di estetica impongono che il gioco

del calcio venga effettuato su un tappeto erboso.

Naturalmente, le funzioni atletiche sono più importanti di

quelle estetiche , anche se non va dimenticato che anche

queste hanno il loro valore nel determinare nel pubblico e

negli atleti un certo stato di relax così necessario durante

gli incontri.

Dal punto di vista atletico, è noto infatti che il rendimento è in stretta relazione con le condizioni del terreno.

Fondamentale è anche la maggiore sicurezza offerta da un tappeto erboso dotato di buona densità e buona

resistenza al logorio, documentata da un numero minore di incidenti di gioco, anche in termini di gravità, nei

confronti di campi mal tenuti.

Quando il cattivo stato del tappeto erboso interferisce con la pratica sportiva (ad esempio rimbalzi irregolari,

cambi di direzione della palla, distorsioni) si assiste a risentire reazioni da parte sia degli atleti che degli

spettatori.

Troppo spesso in Italia è possibile vedere impianti sportivi dove il tappeto erboso è rimasto solo un pallido

ricordo ai margini di un terreno fangoso o polveroso.

Andranno quindi inizialmente valutati, in fase di costruzione, il drenaggio ed il tipo di suolo. Numerose

tecniche manutentive saranno poi di aiuto nel conservare anche nel tempo le caratteristiche del tappeto.

Non bisogna, inoltre, sottovalutare il livello di utilizzo.

Un buon tappeto erboso deve consentire un frequente utilizzo senza eccessivo deterioramento, deve essere

praticabile anche dopo le precipitazioni piovose e deve esaltare le prestazioni degli atleti riducendo il rischio

di infortunio.

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REGOLAMENTI DEL DIRITTO SPORTIVO

IL TERRENO DI GIUOCO “FIFA”

1) Dimensioni Il terreno di giuoco deve essere un rettangolo della lunghezza massima di m. 120 e minima di m. 90; della

larghezza massima di m. 90 e minima di m. 45. Per le gare internazionali le misure devono essere: lunghezza

massima m. 110, minima m. 100; larghezza massima m. 75, minima m. 64. In ogni caso la lunghezza deve

essere maggiore della larghezza. 2) Segnatura Il terreno di giuoco, in conformità della pianta riprodotta nella pagina precedente, deve essere segnato con

linee chiaramente visibili, e non da solchi a forma di "V" la cui larghezza non deve superare cm. 12. I lati

maggiori del rettangolo sono denominati linee laterali, quelli minori linee di porta. In ogni angolo del terreno

deve essere fissata una bandierina su di un'asta di altezza non inferiore a m. 1,50, la cui estremità superiore

non deve essere appuntita. Una bandierina analoga potrà essere fissata sui due lati maggiori del terreno, a

non meno di un metro di distanza dalla linea laterale, all'altezza della linea mediana. Attraverso il terreno,

per tutta la sua larghezza, deve essere tracciata la linea mediana. Il centro del terreno di giuoco deve essere

visibilmente segnato con un apposito punto, intorno al quale deve essere segnata una circonferenza avente il

raggio di m. 9,15. 3) Area di porta Alle due estremità del terreno di giuoco, a distanza di m. 5,50 da ciascun palo della porta, verso l'interno,

devono essere tracciate due linee perpendicolari alla linea di porta, lunghe m. 5,50. Esse devono essere

congiunte da una linea parallela alla linea di porta. Entrambe le aree delimitate da dette linee e dalla linea dl

porta sono denominate "area di porta". 4) Area di rigore Alle due estremità del terreno di giuoco, a distanza di m. 16,50 da ciascun palo della porta, verso l'interno,

devono essere tracciate due linee perpendicolari alla linea di porta, lunghe m. 16,50. Esse devono essere

congiunte da una linea parallela alla linea di porta. Entrambe le aree delimitate da dette linee e dalla linea di

porta sono denominate "area di rigore". Entro ciascuna area di rigore, alla distanza di m. 11 dal centro della

linea di porta, lungo una linea immaginaria perpendicolare ad essa, deve essere segnato in modo ben visibile

un punto denominato "punto del calcio di rigore". Da ciascun punto del calcio di rigore deve essere tracciato,

all'esterno dell'area di rigore, un arco di circonferenza avente il raggio di m. 9,15. 5) Bandierine In ogni angolo del terreno dovranno essere piantate le bandierine su aste non appuntite. Altezza minima dal suolo m. 1,50 Bandierine simili possono ugualmente essere infisse a ciascuna estremità della linea mediana ad almeno m. 1

dalla linea laterale, all‟esterno del terreno di giuoco. 6) Area d'angolo Da ciascuno dei vertici del terreno, in cui sono infisse le bandierine d'angolo, all'interno del terreno, deve

essere tracciato un quarto di circonferenza avente il raggio di m. 1. 7) Le porte Al centro di ciascuna linea di porta devono essere collocate le porte, costituite da due pali verticali,

equidistanti dalle bandierine d'angolo e distanti fra loro m. 7,32 (misura interna) e riuniti alle loro estremità

superiore da una sbarra trasversale il cui bordo inferiore deve risultare a m. 2,44 dal livello del terreno. Per

motivi di sicurezza le porte, incluse quelle portatili, dovranno essere ancorate solidamente al terreno. La

larghezza e lo spessore dei pali e della sbarra trasversale non dovranno essere superiori a 12 cm. i pali della

porta e la sbarra trasversale dovranno avere la stessa larghezza. Dietro le porte debbono essere fissate, ai pali,

alle sbarre trasversali ed al terreno, delle reti opportunamente tese e sistemate in modo da non disturbare il

portiere. I pali delle porte e la sbarra trasversale devono essere di colore bianco.

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Nota esplicativa: Reti delle porte: le reti, in canapa, juta o nylon, sono ammesse a condizione che i fili della rete in nylon non

siano più sottili di quelli in canapa o juta.

DECISIONI F.l.G.C. Disposizioni di carattere generale sui campi di giuoco

1) I campi di giuoco per essere omologati debbono essere conformi alle prescrizioni delle

"Regole del Giuoco" e "Decisioni Ufficiali" ed ai requisiti indicati dalle norme

sull'ordinamento interno delle Leghe e del Settore per l'Attività Giovanile e Scolastica. 2) I terreni di giuoco debbono essere piani, rigorosamente rettangolari ed orizzontali (tollerandosi una

pendenza massima dello 0,5 per cento nella direzione degli assi) e possibilmente erbosi. 3) Le società ospitanti, responsabili del regolare allestimento del campo di giuoco, sono tenute a mettere a

disposizione dell'arbitro idonei strumenti di misura per l'eventuale controllo della regolarità del terreno. 4) I terreni di giuoco devono essere protetti dal pubblico mediante separatori verticali dell'altezza minima di

m. 2,20 o altro sistema riconosciuto idoneo dall'Organo Federale competente. Le protezioni devono essere

poste ad una distanza minima di m. 1,50 dalle linee laterali e dalle linee di porta. Per la Lega Nazionale

Professionisti sono prescritte distanze minime di m. 2,50 dalle linee laterali e di m. 3,50 dalle linee di porta. 5) Il campo di giuoco deve essere munito di spogliatoi con opportuni servizi igienici, gli uni e gli altri

separati per i calciatori delle due squadre e per l'arbitro. 6) Nelle gare organizzate dalle Leghe Professionisti e dalla Lega Nazionale Dilettanti, limitatamente ai

Campionati Nazionali, Eccellenza e Promozione Regionali, il passaggio riservato all'arbitro ed ai calciatori,

sia verso il terreno di giuoco, sia verso l'esterno, deve essere separato da quello del pubblico. Per i rimanenti

Campionati della Lega Nazionale Dilettanti e del Settore per l'Attività Giovanile e Scolastica non vige

l'obbligo del passaggio separato verso l'esterno. 7) Gli spogliatoi devono essere ubicati all'interno del campo di giuoco e in comunicazione diretta e protetta

con il recinto di giuoco. Tale obbligo non sussiste per le gare della Lega Dilettanti di 2a e 3a categoria e del

Settore per l'Attività Giovanile e Scolastica. 8) Il recinto di giuoco per le gare del Settore per l'Attività Giovanile e Scolastica, se non con rete metallica,

deve essere, quanto meno, recintato da opportune transenne o da altro mezzo idoneo a separare il campo per

destinazione dal pubblico. 9) Le società delle Leghe Professionisti e della Lega Dilettanti devono installare sul proprio recinto di

giuoco, ad una distanza non inferiore a metri 1,50 dalle linee laterali, due panchine sulle quali sono tenute a

prendere posto le persone ammesse nel recinto di giuoco. Qualora le prescrizioni suddette in ordine alle

panchine non siano state osservate, l'arbitro darà ugualmente inizio alla gara, facendo menzione nel proprio

referto della constatata inadempienza. 10) Nelle gare di Serie A, B, C1 e C2 è prescritto che le panchine siano protette verso il pubblico in modo

idoneo. 11) Nelle gare di società di Serie A, B, C1 e C2 deve essere disponibile, per eventuali incidenti, una barella.

Dimensioni dei terreni di giuoco

1) I terreni di giuoco per la Lega Nazionale Professionisti devono avere le dimensioni obbligatorie di m. 105

x 68. E' tollerata, per il lato corto, la dimensione minima di m. 65 nei soli casi di comprovate difficoltà

tecniche dell'impianto.

2) I terreni di giuoco per le altre Leghe e per il Settore per l'Attività Giovanile e Scolastica devono avere le

seguenti misure minime: Lega Professionisti Serie "C": m. 100 x 60. Lega Nazionale Dilettanti: - Campionato Nazionale Dilettanti e Campionato di Eccellenza e Promozione: m.100 x 60; - Campionato di 1a e 2a Categoria: m.100 x 50; - Campionato di 3a Categoria: m. 90 x 45; - Settore per l'Attività Giovanile e Scolastica: m. 90 x 45.

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3) È ammessa una tolleranza non superiore al 4% tanto per la larghezza quanto per la lunghezza delle misure

minime regolamentari per i terreni di giuoco delle società dilettanti di 3a Categoria, Giovanile e del Settore

per l'Attività Giovanile e Scolastica. 4) Per i tornei dell'attività "Pulcini" le misure possono essere proporzionalmente ridotte entro i seguenti

limiti: Misure dei terreni: - per squadre di 6 calciatori: m. 50 x 30; - per squadre di 7 calciatori: m. 60 x 40; - per squadre di 9 calciatori: m. 65-70 x 40. Misure delle porte: Le porte possono essere opportunamente ridotte fino alla misura minima di metri 4 x 2. Misure dell'area di rigore: - m. 11 da ciascun palo x m.11 verso l'interno del terreno di giuoco. Punto del calcio di rigore: - m. 8 dalla linea di porta. Le manifestazioni dell'attività ricreativa possono essere regolate da norme che deroghino da quelle relative

alle misure dei terreni di giuoco.

“Campo” per destinazione

1) Tra le linee perimetrali del terreno di giuoco ed il pubblico od un ostacolo qualunque (muro, rete, fossato,

alberi od altro) vi deve essere una striscia di terreno piana e al medesimo livello del terreno di giuoco, della

larghezza minima di metri 1,50, denominata "campo per destinazione". 2) Sia tale spazio sia quello delimitato dalle reti delle porte, devono intendersi "campo" esclusivamente nel

senso che possono essere utilizzati dai calciatori in stretta relazione a fatti di giuoco.

Segnature e caratteristiche del terreno di giuoco 1) Le linee devono essere bianche, tracciate con gesso o con altro materiale idoneo e non nocivo alle persone

e devono avere la larghezza massima di 12 cm. e minima di 10 cm. 2) In caso di neve, il terreno può essere segnato con polvere di carbone o con altro materiale visibile, idoneo

e non nocivo; in caso di pioggia, se necessario, con segatura. 3) Gli eventuali reclami per irregolarità sulle misure del terreno, delle porte, del pallone e per tutto quanto ha

attinenza con il terreno di giuoco non saranno presi in considerazione se la squadra reclamante non avrà

presentato riserva scritta all'arbitro prima dell'inizio della gara. 4) Qualora una squadra intendesse, per irregolarità sopravvenuta, avanzare riserva durante la gara, potrà farlo

verbalmente: l'arbitro dovrà prenderne atto alla presenza del capitano della squadra avversaria, facendone

immediata annotazione sul cartoncino di gara e riportandone tutti i particolari nel referto. Porte 1) I pali della porta e la sbarra trasversale devono essere di colore bianco. La struttura della porta e gli

ancoraggi al suolo devono essere tali da non arrecare danno alle persone. 2) Le porte dei terreni di giuoco delle società appartenenti alle Leghe Professionistiche, per le gare ufficiali

organizzate dalle Leghe stesse, salvo specifica deroga prevista dal Regolamento delle singole manifestazioni,

devono essere munite di pali a sezione ellittica il cui asse maggiore, che non può superare i cm. 12, deve

essere disposto nel senso della lunghezza del terreno. L'asse minore non potrà essere inferiore a cm. 10. 3) Le porte dei terreni sui quali si svolgono gare organizzate dalle società appartenenti alla Lega Nazionale

Dilettanti ed al Settore per l'Attività Giovanile e Scolastica devono essere munite di pali che siano conformi

alla Decisione I.F.A.B. n. 10, il cui spessore, larghezza, diametro o assi dovranno risultare di misura non

superiore a cm. 12 e non inferiore a cm. 10. 4) Nelle gare ufficiali, dietro alle porte, devono essere appese le reti, le quali devono essere di canapa, juta o

nylon; non sono consentite reti di filo di ferro. Le reti devono essere applicate in modo che siano distanti,

nella parte superiore, almeno 50 cm. dalla sbarra trasversale e, nella parte inferiore, almeno m. 1,50 dalla

linea di porta. Devono inoltre essere appese ai sostegni e non sovrapposte agli stessi. 5) Per le misure delle porte, nelle gare di qualsiasi Categoria, è tollerata una differenza di cm. 2 in eccesso

e/o in difetto.

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6) L'arbitro deve ammonire qualsiasi calciatore che sposti intenzionalmente un palo della porta o la sbarra

trasversale e, se recidivo, lo deve espellere. Se il giuoco è stato interrotto per tale motivo, sarà ripreso con un

calcio di punizione indiretto. 7) Se l'infrazione è commessa da un calciatore nell'area di porta avversaria il calcio di punizione sarà battuto

da un punto qualsiasi dell'area stessa ove l'infrazione si è verificata. 8) Se invece l'infrazione è commessa da un calciatore nella propria area di porta, il calcio di punizione dovrà

essere battuto dalla linea dell'area di porta parallela alla linea di porta, nel punto più vicino a quello dove il

fallo è stato commesso.

Bandierine d’angolo 1) Le bandierine d'angolo devono essere di colore giallo. 2) L'arbitro deve ammonire qualsiasi calciatore che sposti intenzionalmente una bandierina e, se recidivo, lo

deve espellere. Se il giuoco dovesse essere interrotto per tale motivo, sarà ripreso con un calcio di punizione

indiretto.

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LAVORI DI PROGETTAZIONE

I. ANALISI TERRENO

Si consiglia, in ogni caso, prima di intraprendere qualsiasi operazione preparatoria, l'effettuazione di analisi

preliminari del suolo destinato ad accogliere il tappeto erboso, al fine di identificare ed adottare, caso per

caso, gli interventi agronomici meglio idonei.

I parametri da considerare in un‟analisi sono raggruppati in: caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche.

Le caratteristiche FISICHE sono:

_Tessitura: la conoscenza della tessitura è importante perché fornisce indicazioni riguardanti l‟aerazione, il

drenaggio, la ritenzione idrica e la fertilità di un terreno.

E‟ il rapporto percentuale delle diverse particelle solide che compongono il terreno, esse si distinguono in:

scheletro: comprende particelle di diametro superiore a 2 mm, conferisce al terreno che ne è provvisto in

dosi troppo elevate incoerenza e scarsa capacità idrica; se i materiali di cui è costituito sono troppo

grossolani, lo scheletro rappresenta un ostacolo per la buona esecuzione dell‟impianto e dello sviluppo e

crescita del tappeto erboso.

sabbia: comprende particelle di diametro tra 0,2 mm e 2 mm se si tratta di sabbia grossa, 0,02 e 0,2 se si

tratta di sabbia fine.

Impartisce al terreno scioltezza e permeabilità favorendo quindi la penetrazione di acqua ed aria.

Le particelle di sabbia hanno minore attività chimica e bassa ritenzione idrica rispetto alle particelle di limo

ed argilla.

limo: comprende particelle di diametro da 0,002 a 0,02 mm.

Si avvicina come composizione alla frazione argillosa ma è privo delle proprietà colloidali che caratterizzano

quest‟ultima.

Ha un‟attività chimica minima mentre la capacità di ritenzione idrica è abbastanza alta.

argilla: comprende particelle di diametro inferiore a 0.002 millimetri.

E‟ chimicamente molto attiva soprattutto per quanto riguarda le capacità di scambio cationico.

Ha una buona ritenzione idrica, anche se molta di quest‟acqua non è disponibile per il tappeto erboso poiché

le radici non riescono ad assorbirla in quanto fortemente trattenuta.

L‟argilla ha una limitata aerazione, infiltrazione e percolazione, ancor di più se ha subito compattamento,

fenomeno cui è particolarmente predisposta.

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Eseguite le analisi chimiche, un terreno viene definito attraverso il triangolo della tessitura dei terreni, che lo

classifica in base alla percentuale relativa delle frazioni minerali che lo compongono.

Uno schema interessante per determinare la granulometria ottimale è il seguente:

La granulometria ottimale risulta compresa nell'area verde Curva granulometrica raccomandata dall'U.S.G.A. (United States Golf Association) per la realizzazione di superfici in erba destinate al gioco. La granulometria ottimale risulta compresa nell'area verde chiara del grafico.

_Struttura: è il modo in cui si aggregano tra loro le particelle che costituiscono il terreno ed è di

fondamentale importanza per la fertilità del suolo.

La condizione migliore si verifica quando le particelle fini (limo e argilla) si aggregano tra loro grazie alla

presenza di sostanze colloidali organiche (humus) oppure minerali (argilla) per costituire dei grumi, o

glomeruli. In tal modo si raggiunge l‟equilibrio fra micropori e macropori.

Una buona struttura del suolo è il fattore che, nel lungo periodo, dà garanzie sulla durata del tappeto erboso.

Nel nostro caso, bisogna migliorare la struttura del terreno perché nel corso dell‟anno il tappeto erboso verrà

sottoposto a numerose sollecitazioni: nel caso di terreni eccessivamente compatti si ricorrerà alla sabbia; nel

caso opposto, quando i terreni siano molto sciolti o sabbiosi, con scarsità di particelle sottili, si ricorrerà

all‟argilla, alla torba, alla sostanza organica.

Si fissano sui rispettivi lati i risultati

percentuali dell‟analisi

granulometrica. Si tracciano le 3 linee

che si incontreranno in un punto che

indicherà la tessitura da attribuire al

terreno.

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_Porosità: si intende il volume complessivo degli spazi vuoti, non occupati da particelle solide di un

terreno, in valore percentuale sul volume totale.

Ci sono due tipi di porosità:

microporosità, detta anche “porosità capillare”, è il volume totale dei pori di dimensione inferiore a 8-10

micron, è occupata generalmente da acqua ed è la sua percentuale a determinare la ritenzione idrica di un

terreno. Le dimensioni dei pori sono così piccole da riuscir a trattenere l‟acqua.

macroporosità, è occupata dall‟aria, ha pori di dimensioni superiori.

L‟equilibrio fra questi due valori è ideale: il terreno ha buona capacità di trattenere l‟acqua, ma presenta

anche un sufficiente arieggiamento, quindi sufficientemente idoneo per lo sviluppo delle radici.

Un‟elevata macroporosità porta un buon arieggiamento, hanno potere drenante ma scarsa capacità di

trattenere acqua. Quindi il suolo necessita frequenti irrigazioni e concimazioni.

L‟elevata microporosità è dannosa, poiché il terreno trattiene molta acqua occupando anche i pori destinati

all‟aria, compromettendo la possibilità di buon sviluppo alle radici.

Le caratteristiche CHIMICHE sono:

_Reazione o ph: indica il grado di acidità di un terreno. La conoscenza dei valori di acidità di un terreno è

fondamentale poiché da essa dipende la disponibilità di sali minerali per la nutrizione di piante.

I terreni possono presentare una reazione acida (ph inferiore a 7), basica (ph superiore a 7) e neutra (ph a 7).

Normalmente il ph sui terreni si aggira tra 5,5 e 7,5.

È possibile correggere il ph di un terreno con sostanze correttive rappresentate da concimi a reazione acida o

alcalina.

_Capacità di scambio: misura la capacità di un terreno di trattenere sostanze nutritive: le particelle più

attive nello svolgere questa funzione sono quelle di dimensioni più piccole.

_Salinità: rappresenta la quantità di Sali disciolti presenti nei liquidi circolanti. È legata alla dotazione

naturale di sostanze nutritive del terreno stesso, sia ai successivi interventi con concimazioni, sia alle

caratteristiche dell‟impianto del tappeto erboso, sia infine agli interventi di manutenzione.

Nel tappeto erboso ci sono anche organismi viventi rappresentati da batteri, funghi, attinomiceti, protozoi,

alghe, virus, nematodi e animali come: topi, arvicole, talpe, rettili, insetti, aracnidi, lombrichi, ecc.

Tali organismi possono portare benefici o danni.

II. L’ACQUA

Un elemento di notevole importanza da tenere presente nel progettare e costruire un prato è l‟acqua.

Essa deve integrarsi con il suolo e con le piante perché si crei un sistema interdipendente e funzionale.

DRENAGGIO: l‟acqua contenuta in eccesso nel terreno ristagna e provoca fenomeni di asfissia con

maggiore predisposizione del terreno al compattamento.

Quindi lo smaltimento delle acque in eccesso ha due finalità: consentire la fruibilità del prato e garantire

all‟erba le migliori condizioni di sviluppo.

Ci sono due tipi di drenaggio: superficiale e sotterraneo.

_superficiale: deve essere previsto nella fase di costruzione del tappeto erboso, allo scopo di evitare

successivi e costosi rimodellamenti delle superfici stesse.

Nei campi da calcio, i contorni regolari rendono semplice la realizzazione di baulature che permettono il

deflusso dell‟acqua per scorrimento superficiale. La pendenza superficiale minima richiesta per un buon scorrimento dell‟acqua è dell‟1% (il dislivello

ottimale dalla linea dorsale di metà campo fino alla linea esterna è di 30-35 cm).

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_sotterraneo: è indispensabile ogni qual volta le capacità di infiltrazione (penetrazione dell‟acqua nel

terreno) e percolazione (discesa dell‟acqua nel suolo oltre il profilo agrario) del terreno non garantiscono un

sufficiente drenaggio naturale.

Per il campo sportivo è adatto il drenaggio con “linee sotterranee”, dove la sua disposizione adatta è a

griglia.

Il tubo, in polietilene di tipo microfessurato e preferibilmente con superficie interna liscia e con diametro

generalmente da 10 a 30 cm, deve essere disposto con pendenza non inferiore allo 0,5%.

Utile evitare il contatto del tubo con il terreno disponendo della ghiaia intorno al tubo stesso.

Per rimuovere intasamenti è possibile usare un getto d‟acqua ad elevata pressione.

Nel punto di scarico del dreno deve essere installata una griglia allo scopo di impedire l‟entrata di animali.

Ci sarebbe anche il drenaggio a “trincea”, è efficiente su terreni poco drenanti con tessitura fine e basso tasso

di infiltrazione.

Le trincee hanno generalmente larghezze che vanno da 5 a 20 cm e profondità variabili che possono arrivare

a 150-180 cm.

PROGETTAZIONE IMPIANTO DI IRRIGAZIONE: è opportuno un progetto approfondito e

meticoloso che riesca a garantire un‟elevata efficienza.

I criteri che devono essere presi in considerazione nella progettazione di un sistema d‟irrigazione sono:

a) massimo consumo idrico previsto dal tappeto erboso durante i mesi più siccitosi;

b) portata di acqua disponibile;

c) numero di ore al giorno disponibili per l‟irrigazione;

d) disponibilità idrica per ogni intervento irriguo;

e) frequenza degli interventi irrigui;

f) velocità d‟infiltrazione del terreno;

g) topografia dell‟area;

h) direzione e intensità dei venti localmente prevalenti durante i mesi estivi;

i) scelta del sistema di controllo da utilizzare per la messa in funzione degli irrigatori.

Il sistema di irrigazione più indicato è quello a pioggia, con acqua fortemente nebulizzata dagli irrigatori con

notevole risparmio di acqua e manodopera rispetto ai sistemi tradizionali di irrigazione.

Per motivi di praticità e per gli ottimi risultati forniti, si stanno diffondendo moltissimo gli impianti di

irrigazione automatica composti da: programmatore centrale, satelliti (se previsti dal tipo di comando

prescelto), valvole elettriche o idrauliche, cavi elettrici o tubi di alimentazione idraulici, sensori (umidità,

pioggia, ecc.). È inevitabile che ci sia lavoro manuale per i controlli e correzioni sui tempi irrigui.

Al fine di poter provvedere ad una presa idrica è necessario disporre punti di presa ad intervalli di 25-50

metri.

Esempio di drenaggio

superficiale

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Un particolare uso dell‟irrigazione è il SYRINGING che consiste nella somministrazione di modeste

quantità d‟acqua allo scopo di ridurre la temperatura a livello del tappeto erboso per diminuire la perdita

d‟acqua per traspirazione e prevenire l‟appassimento.

Il syringing viene eseguito tramite una breve attivazione, in genere da 1 a 5 minuti, degli irrigatori.

È importante che la somministrazione venga effettuata proprio in corrispondenza delle ore più calde della

giornata, quindi un paio d‟ore prima il realizzarsi delle massime temperature giornaliere.

Se lo stress è severo può essere ripetuto anche due volte nell‟arco della giornata.

Il syringing non può essere inteso come una pratica di routine da effettuare giornalmente, ma va applicato

solamente in caso di necessità.

Un‟altra funzione di questa pratica è legata alla rimozione di brina, rugiada o essudati fogliari con aste di

bambù o fibra di vetro che spazzano la superficie del tappeto erboso.

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III. LE SEMENTI

Il successo o il fallimento del tappeto verde dipendono molto spesso dalla scelta delle specie più adatte alle

condizioni di clima, di terreno e di impiego.

La scelta del seme per gli impianti sportivi è in genere più curata ma dipende, comunque, dall‟importanza del

campo di gioco: le grandi squadre di calcio di solito desiderano avere un tappeto erboso di buona qualità che

dia prestigio alla società.

La scelta si basa principalmente sulla capacità di resistere ai danni diretti, cioè quelli prodotti direttamente

dal calpestamento sulla vegetazione e ai danni indiretti, ossia quelli derivanti dal compattamento del

substrato, senza comunque trascurare l‟adattabilità alle condizioni ambientali e la qualità estetica.

Le specie di sementi sono divise in due gruppi: microterme e macroterme, esse vengono utilizzate nella

realizzazione dei tappeti erbosi sportivi, soprattutto le microterme.

Le MICROTERME sono specie di sementi graminacee tradizionalmente molto note ed impiegate in Italia

poiché prediligono climi fresco-umidi. Le temperature ottimali per lo sviluppo della parte aerea (foglie e

fusti) è di circa 15-24°C, mentre l‟apparato radicale predilige temperature del terreno comprese tra i 10 ed i

18°C. Ne consegue che durante i periodi primaverili ed autunnali si avrà il picco massimo della crescita, per

poi notare una certa riduzione durante i periodi più caldi (oltre i 30°C) durante i quali necessitano di alcune

attenzioni ed irrigazioni in più. Normalmente i periodi invernali vengono ben superati dalle specie

microterme considerate per eccellenza “sempreverdi” ovvero in grado di mantenere una buona colorazione

anche con temperature inferiori agli 0°C.

Le specie microterme utilizzate per i campi sportivi sono del genere festuca, lolium e poa.

Festuca: rappresentano un gruppo di piante robuste e resistenti al calpestamento e ai tagli.

o Festuca arundinacea: è una specie che forma un prato di tessitura media, manifesta una buona

resistenza alle alte temperature e alla siccità. Soffre le basse temperature. È molto resistente al

calpestamento e il potenziale di recupero è scarso a causa del suo portamento cespitoso. Si adatta a

molti tipi di terreno. Mal sopporta i tagli bassi. Viene usata in miscugli con i generi poa e lolium.

o Festuca rubra: è una specie a rapida crescita, tollera la siccità e il freddo. È consigliata per la sua

fittezza e resistenza allo sfruttamento. Sopporta tagli inferiori ai 3 cm.

Lolium: i “loietti” sono specie a rapido accrescimento, non molto longeve, con tessitura media ed hanno

un‟elevata velocità di insediamento che consente loro di colonizzare rapidamente il terreno nudo.

La specie utilizzata del genere è il lolium perenne che ha una buona resistenza al logorio, è adatta ai climi

temperato-freschi, non sopporta gli estremi termici (alte e basse temperature).

È componente di consociazioni con festuca e poa. Nel miscuglio può arrivare fino a valori del 60%.

Sopporta tagli frequenti, ma non troppo bassi, fino a 3 cm, in quanto tende a diradarsi.

Richiede abbondanti concimazioni e irrigazioni.

Poa: questo genere è composto da specie che hanno apparato radicale profondo, buona resistenza al

calpestamento e buon adattamento a molti tipi di terreno. Sopporta tagli molto bassi.

La specie più adatta nel nostro settore è la poa pratensis che mostra un buon potenziale di recupero ed una

buona resistenza al logorio. Buona la ritenzione invernale del colore e la resistenza alle basse temperature,

mal sopporta la siccità.

A causa dei cambiamenti climatici che stanno determinando l‟innalzamento delle temperature e la riduzione

della piovosità, si stanno sviluppando pian piano sui campi le specie MACROTERME che provengono da

regioni a clima caldo, preferiscono temperature comprese tra i 26°C e i 35°C.

Rispetto alle microterme, le macroterme presentano:

minore resistenza alle basse temperature (si ha una perdita di colore verde)

maggiore tolleranza alle alte temperature

maggiore sensibilità agli attacchi d‟insetti

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migliore approfondimento dell‟apparato radicale

maggiore tolleranza agli stress idrici e al logorio

propagazione vegetativa migliore

maggiore tendenza alla coltura in purezza

Le specie che fanno al caso nostro sono:

o Zoysia: Possiede un'eccezionale resistenza all'usura. È la più resistente al freddo fra tutte le

macroterme. Ha una buona resistenza ai caldi estivi, la ripresa vegetativa primaverile è lenta, ha

un‟ottima durata vegetativa nel periodo estivo. Ha un‟alta resistenza agli stress idrici. Può causare

problemi al taglio a causa della consistenza e rigidità delle foglie.

o Paspalum vaginatum: ha una rapida velocità d„insediamento e una buona ritenzione di colore

durante il periodo invernale. Buono il potenziale di recupero.

La scelta del miscuglio è un momento decisivo in cui si richiede competenza professionale e devono essere

tenuti in conto tutti i parametri funzionali e ambientali.

Si può scegliere il miscuglio in base alle novità di mercato, le prove sperimentali, con la visita di campi o

realizzazioni.

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PREPARAZIONE DEL TERRENO

I. LAVORI DI PREPARAZIONE

Realizzare prati sportivi è un lavoro complicato che richiede una particolare accuratezza nella esecuzione dei

lavori.

Quando si decide di destinare una superficie a prato sportivo, in genere, non è mai sgombra e libera, quindi si

eseguono le seguenti lavorazioni:

Rimozione della vegetazione esistente, pulizia e asportazione pietrisco. Si tratta di lavorazioni

che hanno lo scopo di eliminare materiali che possono pregiudicare il successo di ogni lavoro

successivo perché creano delle difformità negative. Questi materiali alterano i processi di drenaggio

e l‟umidità del suolo. Quindi si procederà alla rimozione di alberi, cespugli e pietre

Lavorazione profonda: si effettua solo se è necessario, per terreni che non hanno mai subito

lavorazioni o hanno storie particolari. Si procede ad un‟aratura profonda 50 cm..

Si procede alla realizzazione di un sistema di drenaggio adatto e del sistema d‟irrigazione.

Si effettua la sistemazione del terreno tramite livellamento con laser, garantendo una pendenza

dell‟1-2% per il deflusso delle acque superficiali.

Durante la preparazione del letto di semina bisogna eseguire la concimazione di fondo con concimi

fosfatici, potassici e con un misto organico. Assieme alla concimazione si fa l‟erpicatura. Ed è

possibile procedere alla correzione del substrato per avere un ph nel terreno ottimale che è tra 6,5-

7,5.

II. LA SEMINA E LA PROPAGAZIONE VEGETATIVA

Dopo aver scelto il miscuglio idoneo, si procede alla semina. Il periodo ottimale, tenendo conto del clima

italiano, è verso fine estate-inizio autunno per quanto riguarda le specie microterme, verso l‟inizio primavera

per quelle macroterme.

La semina viene effettuata con trattorino e seminatrice meccanica portata o con girello a mano per i campi di

dimensione minore.

La propagazione vegetativa è un‟alternativa alla semina in quanto

consiste alla messa a dimora di zolle (tecnica sviluppata in Italia

dopo il 1990), che è una pratica più costosa della semina ma

permette generalmente un sicuro e rapido insediamento del tappeto

erboso. Le cure di pre impianto sono le stesse a quelle previste per la

semina.

La zolla viene generalmente prodotta da un vivaio, quindi bisogna

fare attenzione che sia compatibile con il terreno presente in sito.

Sono sempre da preferire zolle non molto spesse con tappeto erboso

già ben insediato.

Al momento della messa a dimora, si ottiene un più rapido

attecchimento con terreno umido.

Dopo la distribuzione bisogna procedere ad una leggera copertura del seme con una erpicatura oppure con un

topdressing (distribuzione sul terreno di un leggero strato di materiale fine) per evitare danni provocati da

uccelli e dalle formiche.

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È bene fare anche una leggera rullatura che avrà lo scopo di accostare il terreno al seme e di favorire la

risalita dell‟umidità.

III. IL METODO TEXAS-USGA È una procedura molto costosa dove si procede alla sostituzione totale del substrato di un terreno ex novo.

Al suolo originario si sostituisce completamente un sottofondo artificiale costituito da sabbia e ghiaia e

sostanza organica. Lo strato di suolo superficiale, che in questo caso è di 30 cm, offre le migliori prestazioni

come resistenza al calpestamento e ottimi indici di crescita vegetativa del prato e di drenaggio idrico.

Lo strato superficiale, che come si è detto è di 30 cm, è composto da una miscela di sabbia silicea inerte e da

torba (o sostanza organica). Il volume totale è composto da percentuali variabili dall‟80 al 90% di sabbia e

dal 10 al 20% di torba.

Lo strato sottostante, di altezza compresa tra i 5 e i 7,5 cm, è composto da sabbia grossa. Il diametro della

sabbia è strettamente collegato alle dimensioni del ghiaietto dello strato sottostante; la sabbia dev‟essere

compresa tra 1:7 e 1:5 delle dimensioni del ghiaietto.

Quest‟ultimo strato di ghiaietto deve essere alto almeno 10-15 cm, con profondità maggiori, fino a 30 cm,

nei solchi di posa dei dreni.

I solchi che alloggiano i tubi di drenaggio sono a sezione quadrata di 20x20 cm oppure trapezoidale, con

base di 20 cm e altezza di 30 cm.

I dreni non devono mai risultare a contatto diretto con il suolo, ma con una base di ghiaietto. Per i tubi di

drenaggio si deve prevedere un diametro minimo di 10 cm e una posa con pendenza minima dello 0,5% fino

a un massimo del 45%.

Il piano di fondo deve essere compattato al fine di prevenire eventuali assestamenti successivi.

IV. COSTI I costi totali di costruzione variano di campo in campo e dipende dalla qualità della costruzione, in genere si

parte da almeno 120 mila euro che verranno ammortizzati con il passare degli anni.

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MANUTENZIONE I. TAGLIO Il taglio dell‟erba di un campo da calcio viene effettuato almeno una volta

alla settimana, in molti casi anche due o tre volte, mantenendo un altezza di

taglio di 30-40 mm. Nei mesi estivi e invernali le altezze di taglio devono

essere più alte quando l‟erba non è in grado di vegetare.

Deve essere una pratica costante dove è richiesta la presenza di personale

specializzato.

Viene utilizzata, solitamente, la macchina tagliaerba a lame elicoidali che

consente il taglio netto e lineare dell‟erba. L‟erba tagliata deve essere

asportata per evitare la formazione di uno strato spesso di feltro vegetale che andrebbe eliminato con una

specifica operazione di scarificatura (raschiamento del suolo).

II. CONCIMAZIONE La primavera (marzo – maggio) è il periodo più importante per lo sviluppo del tappeto verde, soggetto ad un

intenso logorio durante il periodo invernale. E‟ il momento in cui si manifesta il massimo fabbisogno

nutritivo che deve essere coperto con concimi che favoriscano la partenza vegetativa e il proseguimento

della crescita.

Anche ad agosto-inizio settembre è utile concimare in modo che il prato possa accumulare delle riserve

nutritive.

A metà di novembre, quando la temperatura del suolo è scesa stabilmente sotto i 10°C, si effettua l‟ultimo

intervento di concimazione, ponendo le giuste premesse per la ripresa primaverile.

Il fabbisogno annuo in sostanze nutritive in relazione al tipo di prato si suddivide in:

_alte esigenze: N=32-40, P=10, K=16, MG=4; (Kg/1000m2)

_medie esigenze: N=24-32, P=8, K=12, MG=3; (Kg/1000m2)

_basse esigenze: N=18-24, P=6, K=10, MG=2. (Kg/1000m2)

Le epoche di concimazione variano in base all‟intensità di utilizzo del tappeto erboso. Ad esempio per alte

esigenze si concima ogni mese da marzo a maggio e da agosto a ottobre. Se le esigenze sono inferiori si

diminuiranno in proporzione il numero degli interventi.

III. IRRIGAZIONE Durante il periodo vegetativo, per compensare le scarsità di precipitazioni, si devono eseguire frequenti

irrigazioni, necessarie per sostenere lo sviluppo del tappeto erboso.

Questo, in modo particolare, nel caso di tappeti erbosi costruiti su materiale sabbioso. Nel periodo caldo è

necessario irrigare prima che compaiono sintomi di appassimento dell‟erba. Una forte irradiazione solare ed

il vento diminuiscono l‟efficacia dell‟irrigazione in seguito a perdite per evaporazione e per deriva; per

questo, oltre che per evitare al prato pericolosi sbalzi termici, è preferibile irrigare nelle ore più fresche della

giornata ed in assenza di vento.

Con un unico intervento di irrigazione, si deve inumidire l‟orizzonte esplorato dalle radici, ma non si deve

eccedere per evitare inutili perdite d‟acqua. A seconda del tipo di terreno, risulta utile somministrare, per

ogni intervento, una quantità d‟acqua compresa tra 10 e 20 l/mq, effettuando l‟irrigazione ogni 3-5 giorni.

Dosi frequenti e ridotte favoriscono la proliferazione d‟infestanti e selezionano apparati radicali superficiali,

riducendo la resistenza del tappeto erboso.

Salvo annate anomale, in primavera non sono necessarie irrigazioni, se non sporadicamente.

Il sistema di irrigazione più indicato è quello a pioggia e per motivi di praticità è meglio utilizzare impianti di

irrigazione automatica.

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IV. DISERBO Le piante infestanti pregiudicano l‟uniformità dell‟aspetto estetico e le funzionalità del tappeto erboso.

La causa principale della loro presenza è imputabile alla non perfetta esecuzione dei lavori di impianto,

soprattutto per quanto riguarda la scelta del periodo di semina, e all‟assenza di manutenzione regolare.

Le infestanti si possono contenere con le ordinarie operazioni di taglio, concimazione, irrigazione e

arieggiamento eseguiti nei tempi e modi corretti.

La rimozione manuale delle infestanti è efficace solo per infestanti annuali e se ripetuta può avere successo

anche contro infestanti perenni che tendono ad esaurire le riserve nutritive. Gli svantaggi di questo sistema

sono il tempo e la manodopera necessari.

Una pratica in taluni casi indispensabile è il diserbo chimico anche se sconsigliato per i tappeti erbosi

giovani, perché potrebbero non sopportare alcuni principi attivi. Questa pratica è efficace alla lotta contro le

infestanti e consente grandi risparmi economici ma il diserbo è da gestire con prudenza in quanto si usano

sostanze tossiche inquinanti.

Per le infestanti dicotiledoni (foglia larga) si effettua il diserbo nell‟epoca di pre-emergenza e di post-

emergenza con principi attivi selettivi.

Per le graminacee si interviene in post-emergenza (in estate – a giugno) e talvolta in pre-emergenza in

primavera.

V. ARIEGGIATURA E RIGENERAZIONE Per evitare la compattazione si effettuano operazioni di aerazione o carotatura.

Si utilizzano macchine arieggiatrici che ripristinano nel terreno una maggiore percentuale di macropori.

Il periodo più adatto per compiere questa operazione è l‟inizio della ripresa vegetativa, a fine marzo-inizio

aprile, e in autunno a settembre-ottobre.

Per rigenerare un campo a fine campionato dopo mesi di utilizzo la prima operazione da eseguire è la

foratura o bucatura che consiste nel creare dei fori nel terreno, con l‟ausilio di apposite macchine, avente lo

scopo di diminuire gli effetti nefasti del compattamento. L‟intervento che segue la bucatura è la sabbiatura, che consiste nella distribuzione di sabbia sull‟intera

superficie del campo al fine di colmatare i fori creatisi con la bucatura e di contrastare la formazione del

feltro. Si effettuerà utilizzando sabbia a norme U.S.G.A. che fornisce le migliori garanzie di possedere una

granulometria consona all‟utilizzo come ammendante o substrato per tappeti erbosi, ed a dosi variabili in

funzione del numero e dimensione dei fori praticati.

È preferibile effettuare la trasemina sull‟intera superficie del campo in modo da contrastare la nascita delle

infestanti negli interspazi lasciati liberi dalle operazioni di bucatura nonché a migliorare l‟aspetto estetico

generale che potrebbe essere influenzato negativamente dalla differente colorazione e densità di una

particolare zona sottoposta a trasemina. Si dovranno preferire specie erbacee a rapido sviluppo.

VI. RIPARAZIONE DEL TAPPETO ERBOSO Può capitare che il manto erboso si laceri per usura, bruschi impatti oppure per danni provocati da insetti o

malattie. E‟ possibile sostituire le parti danneggiate con delle “pezze” procedendo con le seguenti operazioni:

Tagliare in modo netto e verticale la parte danneggiata.

Tagliare orizzontalmente le radici della zolla e sollevarla delicatamente,

Inserire nell‟area ricavata una zolla di uguali dimensioni,

Annaffiare e rullare la zolla per far aderire bene le radici nel terreno, tagliare a filo del prato l‟erba in

eccesso.

VII. COSTI DI MANUTENZIONE I costi annuali per una manutenzione ordinaria si aggirano sui 10mila euro e per quella straordinaria 15mila

euro.

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DIFESA

Nei campi da calcio ci sono avversità come le infestanti, i funghi e gli insetti.

Per le infestanti sono sufficienti i diserbi come scritto nella pagina precedente.

I funghi sono le avversità più insidiose in quanto sono difficilmente eliminabili perché bisogna fare

operazioni onerose e molto delicate.

Le principali malattie fungine sono:

Filo rosso: la malattia non è delle più preoccupanti, si manifesta spesso per una

carenza nutrizionale soprattutto di Azoto e periodi prolungati di bagnatura.

Provoca zone necrotiche di varie dimensioni e attacca il tappeto nei periodi di

sfalcio dell'erba.

sclerotinia: altra patologia tipica dei periodi caldi che si presenta in condizioni

di elevata umidità, eccessivi tempi di bagnatura fogliare (rugiada) e carenze di azoto.

Una buona tecnica per evitarne la comparsa è quella di effettuare le irrigazioni alla

mattina presto, utilizzare concimi azotati a lenta cessione ed evitare nei periodi più

siccitosi elevati stress idrici.

pithyum: si presenta nei periodi che vanno da maggio a settembre specialmente

quando le temperature notturne sono elevate, c'è parecchia umidità (rugiada), ci

sono eccessi di feltro (scarsa aereazione) ed azoto.

ruggine: questa patologia si presenta principalmente tra la fine dell'estate e

l'inizio dell'autunno ma sono anche possibili attacchi primaverili ed è essenzialmente

causata da carenze di azoto ed eccessiva umidità del terreno; una tempestiva

concimazione azotata dovrebbe già essere sufficiente per evitare il propagarsi della

malattia.

Per evitare l‟insorgere delle malattie fungine è bene fare prevenzione:

Scegliere varietà resistenti;

Evitare ristagni idrici;

Effettuare una concimazione equilibrata;

Irrigare al mattino presto.

Per curare le malattie fungine è utile fare la lotta chimica in quanto permette di ottenere risultati rapidi con

fungicidi di contatto e fungicidi sistemici.

L‟applicazione deve essere effettuata nelle ore più fresche della giornata per evitare il rischio di fitotossicità.

Gli insetti vengono combattuti con la lotta integrata prevedendo delle “soglie d‟intervento” (numero

massimo di insetti dannosi tollerato dal tappeto erboso ed oltre il quale è necessario intervenire

chimicamente) attraverso il monitoraggio.

La migliore lotta resta comunque la prevenzione come la scelta delle specie resistenti, la gestione delle

concimazioni, dell‟irrigazione, degli interventi di arieggiatura e rigenerazione.

Le tipologie di insetti che attaccano i tappeti erbosi sono: ortotteri, lepidotteri, coleotteri, ditteri e imenotteri.

(danni causati da una specie di insetti coleotteri che attacca le radici dell‟erba)

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TAPPETO ERBOSO NATURALE E SINTETICO

I pregi del manto naturale sono:

Qualità e durata: con gestione e manutenzione ottimali il campo in erba risulta “eterno” rispetto a

quello sintetico che dura mediamente 8-10 anni.

Qualità del gioco: rispetto al sintetico, quello in erba è preferito per la tradizione sportiva, perché è

giudicato più morbido in caso di caduta, il “tackle scivolato” è ritenuto meno doloroso e più

“naturale”. Risulta più facile alzare la palla da fermi (corner, rigori, punizioni).

Salute e sicurezza degli atleti: il prato naturale apporta benefici dal punto di vista psicologico per

gli atleti. Si ha la percezione di giocare su una superficie “viva” a stretto contatto con la natura.

Gli svantaggi sono:

Problematiche economiche, tecniche e gestionali: il costo di manutenzione è di circa il doppio

rispetto a quello artificiale. Le superfici naturali non possono essere utilizzate in modo intenso (12-

25 ore settimanali rispetto alle 70 ore del sintetico) per evitare di incorrere in problemi di

sollevamento, usura e danni alle zolle.

Sicurezza degli atleti: i pericoli principali derivano dal sollevamento delle zolle, dall‟irregolarità

della superficie e dalla formazione delle buche, che possono provocare infortuni.

VANTAGGI AMBIENTALI L‟erba naturale può apportare benefici all‟ambiente come:

Filtraggio e depurazione: il tappeto erboso rappresenta un sistema biologicamente attivo che unisce

un‟azione filtrante a un‟azione depurante, la cui sinergia può contribuire alla degradazione delle

sostanze inquinanti (metalli pesanti).

Dissipazione del calore e regolazione della temperatura: il tappeto erboso assorbe il calore con

l‟evapotraspirazione, raffreddando la superficie e l‟aria circostante. L‟effetto climatizzante può

consentire migliori condizioni microclimatiche estive a vantaggio degli atleti e del pubblico.

Modifica dell’atmosfera: attraverso la fotosintesi, il tappeto erboso produce ossigeno e fissa

l‟anidride carbonica contribuendo alla diminuzione dell‟effetto serra.

Abbattimento dei rumori e riduzione del riverbero: il tappeto erboso assorbe suoni in modo

significativamente superiore rispetto alle superfici dure. Anche la riflessione multidirezionale della

luce (riverbero), è ridotta dalla presenza delle superfici a prato.

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ALTERNATIVE AI TAPPETI ERBOSI I. TAPPETO SINTETICO Le avanzate tecnologie odierne e gli approfonditi studi di settore hanno permesso al mondo dell'industria di

“farsi avanti”, introducendo nello sport un'alternativa solida e concreta ai campi di erba naturale: l'erba

sintetica.

La FIFA e la UEFA già da anni si cimentano in questo progetto trovando sintonia sul versante di un

regolamento entrato in vigore nel marzo 2006.

Un'innovazione tecnica per superare i disagi atmosferici tipici dei periodi invernali, per limitare i costi di

manutenzione e per evitare lunghi periodi di inattività dei campi; e che sta aiutando molto il calcio

dilettantistico, giovanile ed amatoriale.

Uno dei vantaggi attribuiti ai campi di erba artificiale è la maggior tenuta delle caratteristiche anche in

condizioni climatiche estreme.

In inverno, ad esempio, quando le temperature ambientali sono vicine o inferiori a 0° C, i campi di erba

naturale tendono a diventare estremamente duri, mentre i sintetici mantengono pressoché inalterate le loro

caratteristiche prestazionali.

Il sottofondo di un campo in erba sintetica può essere realizzato secondo tecniche diverse, ed è senz'altro

l'elemento che fa la differenza tra un campo ed un altro.

La superficie che sostiene i teli di erba infatti, deve essere livellata alla perfezione, avere adeguate

caratteristiche drenanti, e possedere le giuste pendenze per il defluvio dell'acqua, secondo quanto previsto

dalle specifiche degli organi sportivi competenti (FIFA, UEFA, LND).

Dopo aver completato le opere di drenaggio ed aver realizzato i vari strati del sottofondo rispettando le

opportune pendenze, si procederà alla posa del manto erboso artificiale.

Alcune ore prima della posa i teli devono essere “acclimatati”, srotolandoli e adagiandoli liberamente per

consentire la diminuzione delle tensioni dovute all'imballo.

A stesura completa si procede all'incollaggio delle giunzioni mediante l'impiego di una specifica banda di

giunzione, ULTRABOND TURF TAPE 100, di larghezza 40 cm sulla quale si stendono, con l'aiuto di

spatola dentata o specifiche attrezzature, adesivi epossi-poliuretanici bicomponenti (ULTRABOND TURF

MANTO ERBOSO ARTIFICIALE

monofilamento e pre-fibrillato

altezza da 4,5 a 6,0 cm

INTASO DI GRANULI DI

GOMMA

+ SABBIA SILICEA pez.

0,5/2,5 mm

STRATO FINALE sabbia di frantoio

sp. 3 cm - pez 0,2/0,8 mm

STRATI INTERMEDI

A GRANULOMETRIA DECRESCENTE:

pietrisco sp 7 cm - pez 2,8/3,2 cm

graniglia sp 4 cm - pez 1,2/1,8 cm

MASSICCIATA sp 30 cm

su sottofondo ex novo

pez. 4,0/7,0 cm

TERRENO NATURALE

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EP 2K) o poliuretanici monocomponenti e bicomponenti (ULTRABOND TURF PU 1K o ULTRABOND

TURF PU 2K).

È indispensabile applicare il corretto quantitativo di adesivo per assicurare la completa bagnatura del retro

del tappeto di erba sintetica ed evitare eventuali distacchi.

Dopo l'esecuzione dell'incollaggio delle cimosse e la presa dell'adesivo si procede alla tracciatura delle linee;

questa viene effettuata mediante inserimento, sul manto erboso artificiale, dei rotoli delle linee bianche, di

dimensioni regolamentari, aventi le stesse caratteristiche del manto.

Il sistema usato per il loro fissaggio è lo stesso previsto per la giunzione delle cimosse dei rotoli, ossia

incollaggio mediante l'utilizzo di ULTRABOND TURF TAPE 100 e degli appositi adesivi a scelta tra

ULTRABOND TURF EP 2K, ULTRABOND TURF PU 1K o ULTRABOND TURF PU 2K.

Successivamente si procede all'operazione d'intasamento del

campo con l'utilizzo di sabbia silicea e l'introduzione di un

granulato di gomma organico per stabilizzare il manto d'erba e

favorire il drenaggio dell'acqua, secondo quanto previsto dagli

organi sportivi competenti (FIFA; UEFA; LND).

Questi campi devono soddisfare temperature estremamente

variabili a seconda della loro collocazione come ad esempio a

bassissime temperature in Nord Est Europa, dove possono

essere raggiunti valori inferiori a

-20° C in esercizio, o in Medio Oriente dove le temperature

possono superare +40° C.

CARATTERISTICHE DEI PRODOTTI INDICATI:

• ULTRABOND TURF TAPE 100: Banda di giunzione per il fissaggio dei teli di erba sintetica e fissaggio

delle righe per le varie discipline sportive.

Ha una gamma completa di adesivi, da scegliere in funzione allecondizioni di posa:

• ULTRABOND TURF EP 2K: Adesivo epossi-poliuretanico a 2 componenti per l'incollaggio di manti in

erba sintetica.

• ULTRABOND TURF PU 2K: Adesivo poliuretanico a due componenti, esente da acqua e da solventi, per

l'incollaggio di manti in erba sintetica a bassissima emissione di sostanze organiche volatili. Particolarmente

indicato a basse temperature e per utilizzatori che manifestano fenomeni allergici con l'impiego di prodotti

epossidici o epossi-poliuretanici.

• ULTRABOND TURF PU 1K: Adesivo poliuretanico monocomponente per l'incollaggio di manti in erba

sintetica a bassissima emissione di sostanze organiche volatili.

Per quanto riguarda la MANUTENZIONE ORDINARIA del campo è consigliabile spazzolare regolarmente

il terreno di gioco. La manutenzione ordinaria deve essere eseguita due o tre volte al mese nei periodi di

utilizzo intensivo e una volta al mese nei periodi di scarso utilizzo. È comunque consigliabile effettuare una

manutenzione ogni 30 ore di gioco. Per la spazzolatura del campo si utilizza di una spazzola con setole di

fibra sintetica.

Oltre alle operazioni di manutenzione ordinaria, spesso si rendono necessarie attività di MANUTENZIONE

STRAORDINARIA. Queste, in base all‟intensità di utilizzo del campo, debbono essere eseguite da 1 a 2

volte l‟anno. Durante uno di questi interventi è necessario provvedere a verificare la quantità di intaso

prestazionale presente nel manto sintetico e valutare di volta in volta il relativo apporto, nelle giuste quantità

per riportare il filo libero dell‟erba a massimo 1,5 cm di altezza; oltre questa altezza, l‟erba sintetica può

andare incontro ad una precoce usura.

I campi che non vengono regolarmente integrati di granulo in gomma subiscono un consumo dei filamenti e

con il passare del tempo l‟intaso residuo (sabbia e gomma) può risultare addirittura eccedente, con la

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necessità di doverlo asportare per poter spazzolare correttamente il campo. Le operazioni che normalmente si

eseguono durante le manutenzioni straordinarie, sono: l‟arieggiatura dell‟erba con un‟apposita macchina; la

verifica della tenuta dell‟incollatura; il re-incollaggio delle parti eventualmente distaccate, con apposito

collante, la stracciatura di tutta la superficie con apposita rete metallica; l‟operazione di reintegro granulo in

gomma nei punti e nelle quantità che si riterranno necessarie al fine di ristabilire parametri qualitativi e

prestazionali ottimali; la spazzolatura del campo.

Grazie al progredire della tecnologia gli svantaggi del campo sintetico sono pressoché nulli, se non l‟alto

prezzo di realizzazione compensato, però, dal risparmio sulla manutenzione.

II. TAPPETO IN TERRA BATTUTA Nella realizzazione dei campi sportivi con terreni in terra

battuta si rendono necessari i seguenti interventi:

-Bonifica del piano di riferimento.

-Diserbo ad azione totale contro le erbe infestanti.

-Preparazione del piano quotato.

-Livellamento con livellatrice a sistema laser in grado di

formare pendenze e planaria a norme FIFA.

-Scavo a sezione per la posa dei tubi drenanti, effettuato in

senso trasversale all'asse principale del campo.

-Scavo a sezione per la posa dei drenaggi inclinati, di

diametro variabile tra il condotto primario di raccolta e i condotti secondari, distribuiti sul terreno di giuoco a

distanza costante. La raccolta delle acque avviene nei pozzetti d‟ispezione necessari al controllo e al

raccordo con il condotto di smaltimento primario posto all'esterno sui lati del campo.

-Realizzazione di un impianto d‟irrigazione, adeguato alle esigenze del campo, con gli irrigatori (sia a

cannoncino e sia a scomparsa nel terreno) posizionati all‟interno del campo. L‟irrigazione del campo serve

principalmente al mantenimento di una costante umidità del terreno per ottenere una più compatta superficie

in situazioni di clima asciutto e secco.

-Formazione del piano in top soil con possibilità di distribuzione e livellamento di sabbie specifiche in

funzione delle esigenze.

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IL MANTO ERBOSO RINFORZATO E‟ un sistema misto composto da uno strato in erba naturale integrato, secondo le modalità differenti, da uno

strato in erba artificiale. Questo permette di sfruttare in modo complementare le potenzialità di entrambi i

sistemi, tralasciando al tempo stesso i loro punti deboli.

Le fibre artificiali vengono inserite all‟interno del tappeto erboso naturale, allo scopo di migliorare la

stabilità e la resistenza della superficie e aumentare l‟intensità di utilizzo.

Le fasi di installazione del tappeto erboso sono le seguenti (fonte Desso):

Fase 1: progettazione

Mettere insieme un team di installazione (specialista erba ibrida, esperto di erba

locale, consulenti esterni, proprietario del club, ecc).

Definire i requisiti (clima, architettura, intensità di utilizzo, applicazioni, ecc).

Fase 2: preparazione del substrato

Installare il sistema di drenaggio.

Adagiare lo strato superiore della sabbia (arricchito con compost).

Fase 3: semina dell'erba naturale

Selezionare le varietà di graminacee e le sementi in consultazione con gli esperti

locali. Se necessario, utilizzare le zolle (anziché semi di erba) per accelerare il

processo di installazione.

Fase 4: inserimento delle fibre sintetiche

Con una macchina speciale ( Desso) vengono iniettate le fibre in erba artificiale a 20 centimetri in profondità

nel terreno di gioco. La distanza tra le fibre inserite è di 2 cm e l‟altezza massima dal suolo è di 2 cm.

Fase 5: simbiosi tra erba naturale e erba artificiale

Le radici dell'erba naturale si intrecciano con le fibre sintetiche e crescono più in profondità creando un

campo di gioco stabile.

Un campo di erba naturale rinforzata ha una capacità di gioco di circa 300 ore a stagione quindi tre volte

superiore rispetto ad un campo naturale. Inoltre, il manto erboso viene anche molto meno danneggiato

durante il gioco, persino in caso di utilizzo intensivo. Malgrado una frequenza di gioco più elevata, l‟erba

naturale rinforzata non richiede alcuna manutenzione supplementare rispetto ad un campo standard in erba

naturale.

Diventano addirittura inutili operazioni quali la sabbiatura, la foratura o la rizollatura (la più esosa in termini

economici.

Infine, l‟acqua piovana in eccesso viene smaltita più rapidamente grazie alle fibre sintetiche impiantate nel

manto erboso. Grazie all‟iniezione di erba artificiale, la ripresa vegetativa dell‟erba è molto più veloce. Ciò

significa più attività, e quindi maggiore redditività.

Gli svantaggi possono essere:

bisogna dare all'erba il tempo necessario ad attaccarsi alle fibre

sintetiche iniettate;

Per una buona crescita dell'erba, la giusta scelta di sementi di

erba o di zolle è cruciale.

Il costo di realizzazione stimato è di 700-800 mila euro, al quale si

aggiungono circa 60 mila euro per la manutenzione annuale (fonte:

stadio San Siro - sostituzione del tappeto erboso naturale con quello

rinforzato).

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INFORTUNI NEL CALCIO Il calcio ha in ambito sportivo un grosso impatto in termini di percentuale di infortuni.

In Europa, infatti, oltre il 50% dei traumi sportivi è attribuibile al calcio. Gli infortuni più frequenti nei

giocatori riguardano gli arti inferiori (la coscia, il ginocchio, la caviglia, il piede) e la schiena.

Al contrario, per il portiere i traumi più frequenti riguardano l'arto superiore. Gli infortuni possono essere

causati da traumi da gioco per aria o per impatto contro il suolo, per scontro fisico, o per movimenti eseguiti

con eccessiva sollecitazione.

In età adulta le patologie più frequenti di chi pratica il calcio sono le lesioni muscolari, le tendinopatie

inserzionali (pubalgia, tendinopatia rotulea) e le distorsioni al ginocchio e alla caviglia.

Le lesioni muscolari possono essere acute (contrattura, elongazione, distrazione) o da sovraccarico, come i

crampi. L'atleta che si procura una contrattura riesce solitamente a terminare la gara senza troppi fastidi. Il

dolore compare dopo l'attività o il giorno seguente.

Non c'è una vera e propria lesione muscolare, ma una alterazione del tono come reazione ad uno stimolo

troppo intenso e prolungato. Nell'elongazione (stiramento), come nella contrattura, non c'è una lesione vera e

propria delle fibre muscolari, ma un'alterazione marcata e localizzata del tono muscolare; in questo caso,

all'interno del muscolo si può apprezzare un ben definito "cordone" doloroso.

La distrazione (strappo) è un trauma diretto che determina la lesione delle fibre muscolari. Ci può essere

rottura parziale dove i sintomi sono dolore locale e modesto alla tensione passiva e alla contrazione attiva del

muscolo e disabilità moderata, oppure una rottura completa delle fibre muscolari dove i sintomi sono forte

dolore e disabilità .

Gli infortuni più frequenti del ginocchio sono le lesioni meniscali e coinvolgono in particolare il menisco

mediale e si presentano con dolore, blocchi articolari, versamento, sensazione di un corpo mobile e di

cedimenti.

Questi possono essere dovuti ad eccessive sollecitazioni rotatorie del ginocchio, passaggi bruschi da

flessione a posizione eretta, cadute sul ginocchio flesso.

Le lesioni con maggior riscontro sono i traumi distorsivi e in particolare le lesioni del legamento crociato

anteriore (LCA), lesione collaterale mediale (LCM), le lesioni meniscali e condrali.

Le lesioni di LCA avvengono prevalentemente per meccanismo indiretto, mentre LCM spesso avvengono

per contrasto con avversario. Le prime hanno trattamento chirurgico le

seconde conservativo.

Frequenti sono, inoltre le fratture osteocondrali (rottura della cartilagine

sopra la rotula), le lesione dei legamenti e le tendinopatie.

I legamenti crociati (anteriore e posteriore) sono determinanti per la

stabilità del ginocchio.

La loro lesione può essere dovuta a traumi diretti sul ginocchio con piede

fisso al suolo e si manifesta con dolore, instabilità e versamento.

Gli infortuni al piede e alla caviglia comprendono le distorsioni di vari gradi associati o meno a fratture e

l'infiammazione del tendine d'Achille o del muscolo tibiale posteriore (tendinopatie).

Questi infortuni possono essere causati da flessioni continue o esagerate della caviglia (es. pallone calciato

che viene bloccato dall'avversario). Si manifestano con dolore alla pressione e alla flessione plantare; nelle

tendinopatie con dolore dopo l'allenamento.

Oltre il 90% delle lesioni alla caviglia sono distorsioni spesso sottovalutate in fase di diagnosi e di

rieducazione, probabilmente anche perché essendo un'articolazione facilmente stabilizzabile con un

bendaggio funzionale si riesce spesso ad avere facilmente un reingresso in campo abbastanza repentino se

pur sopportando fastidi e dolori

Il gioco del calcio, inoltre, a causa delle finte, degli scatti, delle scivolate, delle cadute, mette a dura prova la

colonna vertebrale, in particolare si può verificare la sindrome della cerniera dorso lombare causata dalle

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continue rotazioni ed estensioni del tronco. Essa si manifesta con dolore alla parte bassa della schiena, dolore

al basso addome e pelvico.

In generale, un calciatore può andare incontro a dolore in tutti i distretti della schiena (lombare, dorsale,

cervicale). Più la muscolatura sarà preparata ed allenata in senso completo, senza esclusioni di alcun

distretto, maggiore sarà la possibilità di assorbimento e di attenuazioni di urti.

I giocatori di calcio possono subire anche una commozione cerebrale e questo è molto comune. Una

commozione cerebrale è un cambiamento nello stato mentale a causa di un impatto traumatico. Non tutti

coloro che subiscono una commozione cerebrale perderanno coscienza. A volte una commozione cerebrale si

presenta solo con mal di testa, vertigini, nausea, perdita di equilibrio, sonnolenza, intorpidimento /

formicolio, difficoltà di concentrazione e visione sfocata. In questi casi l'atleta dovrebbe tornare a giocare

solo quando la guarigione è garantita da un medico dopo aver visitato accuratamente il giocatore.

Anche la patologia cosiddetta 'da sovraccarico' rientra nelle malattie tipiche degli atleti; si tratta, in realtà, di

una serie di microtraumi ripetuti che, a lungo andare, si accumulano e danno luogo a lesioni, risultato

essenzialmente di un allenamento condotto in maniera non ideale e che crea uno squilibrio tra le possibilità

effettive dell'atleta e ciò che egli richiede al proprio corpo.

Per prevenire alcuni infortuni, quindi, i calciatori dovranno allenarsi per uno sviluppo muscolare armonico.

La riabilitazione ha il compito di far riprendere all'atleta l'attività sportiva il più rapidamente possibile ed in

condizioni di sicurezza.

L'obiettivo finale è il ripristino della funzionalità precedente alla lesione. Il principio della precoce ripresa

dell'attività agonistica o comunque sportiva non deve però essere anteposto all'ottenimento della completa

guarigione e alla prevenzione delle recidive.

Ogni patologia ha dei protocolli diversi. Solitamente, però, in fase acuta i primi provvedimenti sono riassunti

nell'acronimo americano RICE (Riposo, Ice (ghiaccio), Elevazione, Compressione). L'immobilizzazione

deve essere, per quanto possibile, limitata.

Nei pazienti che non richiedono immobilizzazione, già dopo pochi giorni si può passare ad esercizi di

mobilizzazione attiva assistita (con l'aiuto del terapista) con il recupero dell'escursione articolare. Nei

soggetti con immobilizzazione possono essere effettuati precocemente esercizi isometrici anche se si porta

un tutore.

Successivamente le tappe riabilitative sono il recupero della forza muscolare (esercizi di potenziamento

anche con eventuale ausilio di macchine), recupero della condizione aerobica, adattamento della

riabilitazione all'allenamento specifico, ritorno graduale all'attività sportiva, ritorno alla competizione.

La riabilitazione serve anche nell'immediato a curare il sintomo del dolore e per questo ci si può avvalere di

terapie fisiche come la tecar, il laser, gli ultrasuoni. In alcuni casi come la rottura del legamento crociato

anteriore la riabilitazione avviene in seguito all'intervento chirurgico.

La fisioterapia ha, però, un altro ruolo molto importante, spesso sottovalutato, che è quello della prevenzione

e "Prevenire è meglio che curare" soprattutto in ambito sportivo.

Per prevenire gli infortuni è necessario inoltre:

•Fare allenamenti correttamente pre-stagione agonistica ed eseguire le giuste visite mediche di idoneità

sportiva.

•Eseguire i corretti esercizi di riscaldamento e di raffreddamento.

•Eseguire esercizi di potenziamento muscolare e stretching.

•Idratare adeguatamente il corpo per mantenere la salute generale e ridurre al minimo i crampi.

•Rimanere attivi durante la pausa estiva per prepararsi al ritorno allo sport in autunno.

•Giocare sempre con la testa alta.

•Parlare con un medico sportivo e con l'allenatore se avete preoccupazioni circa i traumi dovuti al gioco del

calcio e fatevi spiegare i gesti tecnici per prevenire queste lesioni.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Tappeti erbosi di A. Panella (Calderini Edagricole);

Progetto, impianto e cura del prato di Angelo e Daniela Vavassori;

Sito ufficiale della FIFA;

Sito ufficiale della FIGC;

Documento Pdf tesi di N.Campedelli (sito ufficiale del settore tecnico Coverciano);

Documento Pdf “l’erba naturalmente”, estratto da Acer;

Sito ufficiale “Desso”;

Sito ufficiale di “Mapei”.

la foto di copertina è stata scattata personalmente, le altre foto sono state tratte da internet.