Tannhauser-il peccato imperdonabile

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TANNHÄUSER – IL PECCATO IMPERDONABILE Durante il torneo i Trovadori esaltano i sublimi ideali dell’amore animico. Dopo Wolframo fu la volta di Tannhäuser il quale, con vivaci e appassionati accenti difese invece l’amore profano. Vivamente contrariato per la palese indifferenza dimostrata dai presenti per ciò che egli ritiene una necessità sentimentale, dice con veemenza : “Recatevi da Venere, essa vi insegnerà l’amore !” Con le suddette parole egli ha rivelato la sua colpa segreta, che i presenti giudicano peccato grave; ha rivelato cioè di essersi alleato materialmente ad un’entità eterica. Ritenendolo perciò caduto nella degradazione più infima, sguainate le spade gli si lanciano contro. Lo avrebbero certamente ucciso se Elisabetta non si fosse prontamente interposta chiedendo che gli fosse risparmiata la vita per consentirgli di pentirsi. Si ode lontano un coro di pellegrini, i Trovadori accondiscendono alla proposta di Elisabetta, a condizione però che Tannhäuser si rechi a chiedere perdono presso la Santa Sede. Avendo chiesto clemenza per Tannhäuser, Elisabetta ha messo a nudo la propria sofferenza; egli si rende allora conto della gravità del proprio peccato e ne prova acuto rimorso. Accetta quindi ansiosamente la proposta fattagli e si unisce al gruppo di pellegrini che si avviano alla volta di Roma. Egli è un’anima forte ed è perciò deciso nelle proprie azioni. Il suo pentimento è tanto sincero quanto grave fu il peccato; con tutto il suo essere anela rigenerarsi per meritare il nobile amore risvegliato nel suo cuore da Elisabetta. I pellegrini procedono lentamente verso Roma e levando inni di esultanza a Dio, ma egli li segue in disparte mormorando sommessamente: “Abbi misericordia di me, Dio mio, perché sono peccatore”. Se i suoi compagni si riposano o dormono in letti confortevoli egli si corica sulla neve; se scelgono un sentiero facile egli si avvia su quello più impervio e, giunto in Italia, si benda gli occhi per privarsi della letizia che procurano le bellezze naturali del Paese; in tal guisa prosegue verso la città eterna. Giunto finalmente il giorno di presentarsi al cospetto del Santo Padre, la speranza gli rinasce in cuore, per tutta la giornata rimane in piedi osservando pazientemente sfilare la folla di pellegrini i quali, dopo aver ricevuto l’anelato perdono, ritornano esultanti e felici , pronti a riprendere la lotta per la vita. Viene infine il suo turno. Inginocchiato davanti all’Augusta Presenza del Santo Padre, attende la sperata benedizione e delle parole incoraggianti. Ma con suo grande stupore si sente rimproverare: “ Se ti sei alleato col demonio non otterrai perdono né in cielo né in terra. È più facile che rinverdisca questo bastone che i tuoi peccati vengano perdonati.” Svanita nel cuore ogni speranza, profondamente ferito, Tannhäuser rialza fieramente il capo. Il suo pentimento si è rapidamente cambiato in odio e, fremente di collera, maledice il cielo e la terra giurando che se non potrà essere partecipe del vero amore farà ritorno da Venere. Staccatosi dal resto dei pellegrini si avvia da solo per far ritorno al proprio paese. Nel frattempo Elisabetta, la vergine pura e casta, pregava chiedendo perdono per il peccatore. Essa attese ansiosamente il ritorno dei pellegrini e non scorgendovi Tannhäuser, disperata, ritenendo non vi fosse per lui altra

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Descrizione del cammino di penitenza di Tannhauser e del relativo significato esoterico.

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TANNHÄUSER – IL PECCATO IMPERDONABILE

Durante il torneo i Trovadori esaltano i sublimi ideali dell’amore animico. DopoWolframo fu la volta di Tannhäuser il quale, con vivaci e appassionati accentidifese invece l’amore profano. Vivamente contrariato per la palese indifferenzadimostrata dai presenti per ciò che egli ritiene una necessità sentimentale, dicecon veemenza : “Recatevi da Venere, essa vi insegnerà l’amore !”Con le suddette parole egli ha rivelato la sua colpa segreta, che i presentigiudicano peccato grave; ha rivelato cioè di essersi alleato materialmente adun’entità eterica. Ritenendolo perciò caduto nella degradazione più infima,sguainate le spade gli si lanciano contro. Lo avrebbero certamente ucciso seElisabetta non si fosse prontamente interposta chiedendo che gli fosserisparmiata la vita per consentirgli di pentirsi.Si ode lontano un coro di pellegrini, i Trovadori accondiscendono alla propostadi Elisabetta, a condizione però che Tannhäuser si rechi a chiedere perdonopresso la Santa Sede.Avendo chiesto clemenza per Tannhäuser, Elisabetta ha messo a nudo lapropria sofferenza; egli si rende allora conto della gravità del proprio peccato ene prova acuto rimorso. Accetta quindi ansiosamente la proposta fattagli e siunisce al gruppo di pellegrini che si avviano alla volta di Roma. Egli è un’animaforte ed è perciò deciso nelle proprie azioni. Il suo pentimento è tanto sinceroquanto grave fu il peccato; con tutto il suo essere anela rigenerarsi permeritare il nobile amore risvegliato nel suo cuore da Elisabetta.I pellegrini procedono lentamente verso Roma e levando inni di esultanza aDio, ma egli li segue in disparte mormorando sommessamente: “Abbimisericordia di me, Dio mio, perché sono peccatore”. Se i suoi compagni siriposano o dormono in letti confortevoli egli si corica sulla neve; se scelgono unsentiero facile egli si avvia su quello più impervio e, giunto in Italia, si bendagli occhi per privarsi della letizia che procurano le bellezze naturali del Paese;in tal guisa prosegue verso la città eterna.Giunto finalmente il giorno di presentarsi al cospetto del Santo Padre, lasperanza gli rinasce in cuore, per tutta la giornata rimane in piedi osservandopazientemente sfilare la folla di pellegrini i quali, dopo aver ricevuto l’anelatoperdono, ritornano esultanti e felici , pronti a riprendere la lotta per la vita.Viene infine il suo turno. Inginocchiato davanti all’Augusta Presenza del SantoPadre, attende la sperata benedizione e delle parole incoraggianti. Ma con suogrande stupore si sente rimproverare: “ Se ti sei alleato col demonio nonotterrai perdono né in cielo né in terra. È più facile che rinverdisca questobastone che i tuoi peccati vengano perdonati.”Svanita nel cuore ogni speranza, profondamente ferito, Tannhäuser rialzafieramente il capo. Il suo pentimento si è rapidamente cambiato in odio e,fremente di collera, maledice il cielo e la terra giurando che se non potràessere partecipe del vero amore farà ritorno da Venere. Staccatosi dal resto deipellegrini si avvia da solo per far ritorno al proprio paese.Nel frattempo Elisabetta, la vergine pura e casta, pregava chiedendo perdonoper il peccatore. Essa attese ansiosamente il ritorno dei pellegrini e nonscorgendovi Tannhäuser, disperata, ritenendo non vi fosse per lui altra

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possibilità di salvezza, abbandonò la sua fase vitale per andare a imploraregrazia davanti al Trono del Padre nostro che sta nei cieli.Tannhäuser giunge proprio mentre passa il corteo funebre; a tale vista provauna sofferenza indescrivibile.Subito dopo giunge un altro gruppo di pellegrini recanti la notizia di un grandemiracolo avvenuto a Roma: il bastone del Papa era rinverdito; significando conciò che al peccatore al quale era stato sulla terra negato il perdono, era statoconcesso perdono in cielo.La leggenda è improntata sull’insegnamento religioso medievale, tuttavia nonsi deve supporre sia possibile ottenere quaggiù la facoltà di assolvere ocondannare : in sé contiene delle verità spirituali che si fanno via via semprepiù evidenti. Essa riguarda il peccato mortale, l’unico peccato, cioè, che nonpuò essere perdonato e che dev’essere spiato.Sappiamo che Jehovah è il più grande iniziato del Periodo Lunare, ilgovernatore degli Angeli, che nel presente Giorno di Manifestazione è fattoreprincipale della gestazione : dà la prole agli uomini e agli animali avvalendosidei raggi lunari quali veicoli di lavoro nei momenti propizi alla generazione.Prima della sua caduta l’umanità non conosceva né il bene né il male; gliuomini erano guidati ed eseguivano solo quanto era loro imposto. Più tardi,entrati in contatto diretto con i propri problemi e per effetto delle sofferenzefisiche e morali conseguenti alle trasgressioni, a poco a poco si resero contodella differenza esistente fra il bene e il male e impararono ad agire da solitraendone delle prerogative. È questo un grande privilegio che offre compensosuperiore alla sofferenza e ai dolori derivanti dalla violazione delle leggi vitali.Violazione che avviene quando si effettua la funzione creatrice sotto influenzeastrali non propizie; da ciò ebbe origine il parto doloroso e altre conseguenzecui è ora soggetta l’umanità. Vi è una relazione mistica fra l’Angelo con laspada fiammeggiante sulla soglia del Giardino dell’Eden e l’Angelo col fioresulla porta del Tempio di Salomone;fra la lancia e il calice del Graal, fra la Verga di Aronne che rinverdì e la mortedella casta e pura Elisabetta che si offrì in sacrificio per purificare l’anima diTannhäuser.Chi non ha conosciuto l’assillante tormento della tentazione non puòcomprendere lo stato morale di che ha peccato.Il Cristo provò nel corpo fisicodi Gesù tutte le passioni e le tentazioni alle quali siamo soggetti e si dice checosì doveva essere perché, nella sua veste di Grande Sacerdote, potesse averemisericordia.Il fatto che Egli sia stato tentato non vuol significare che la tentazionecostituisca peccato : È IL SOCCOMBERVI CHE COSTITUISCE PECCATO.Egli era, quindi, senza peccato. Chi oppone resistenza alla tentazione ècertamente assai evoluto; dobbiamo tuttavia ricordare che fra la nostraumanità nessuno è finora giunto a tale grado di evoluzione; noi saremo perciòuomini e donne migliori se dopo aver peccato, e conseguentemente sofferto,avremo imparato l’importantissima norma che il cammino del trasgressore èirto di dolori: entreremo allora nel sentiero della virtù dove potremoraggiungere la pace interiore. Siffatti uomini e donne hanno raggiunto unlivello spirituale assai più avanzato di coloro che si sono mantenuti puri soloperché avvantaggiati da posizioni privilegiate. Il Cristo lo affermò quando disseche vi è più allegria per un peccatore pentito che per i rimanenti novantanove

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che non hanno mai peccato.Vi è una differenza sostanziale fra innocenza e virtù; a tale proposito si rendeindispensabile mettere in risalto la duplice contrastante valutazione morale danoi applicata, secondo la quale riconosciamo piena libertà d’azione all’uomo,mentre invece condanniamo per tutta la vita una donna che abbia commessoun solo passo sbagliato. Quando l’esistenza di una donna è stata offuscata daun errore che l’ha fatta soffrire, essa ha conosciuto la sofferenza dalla qualericaverà comprensione ed indulgenza, arrìcchendosi così di qualità morali chene faranno una delle migliori compagne, rendendola preferibile ad un’altrainnocente che si trovi sulla soglia della vita e che pertanto può esseresuscettibile di cadere alla prima tentazione che le si presenti.