Taggia Arte in Villa - Natalie Silva...2013/11/14 · la prima a scommettere, con grande serietà...
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Arte in VillaVilla Boselli
Arma di Taggia Comune di Taggia
16 giugno - 19 agosto 2012
Dreamers by Natalie Silva
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Dreamers by Natalie Silva
Arma di Taggia, Villa Museo Bosellidal 16 giugno al 19 Agosto
Assessore alla CulturaRoberto Orengo
OrganizzazioneGiancarlo Manco
Ufficio Stampa e CommunicazioneFabrizio Ruggiero
Testo critico del catalogoFulvio Cervinidocente all’Universita degli studi di Firenze in storia dell’Arte e dello Spettacolo
FotografieSaverio ChiappaloneClaudio Gavioli
Stampa del catalogoGraficolor, Arma di Taggia
Tutte le opere esposte sonodi proprietà dell’artista
Natalie Silva www.nataliesilva.com [email protected]
galleria: Miami Dotfiftyonegalleria: Milano Affiche
L’artista ringrazia:Roberto Orengo, Paolo e Laura DevotoFabrizio Ruggiero, Giancarlo MancoKeith Mascarenhas, Francesco Riccio eMaria Cristina Casella, Stefania RiboldiRoberta Bagnasco, Raffaele IzzoClaudia Claudiano
in copertina dettaglio di “In your hands”
Dreamers by Natalie
SilvaDedicated to Paris Elisabeth Silva
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Nel porgere il benvenuto a Natalie Silva, desidero sottolineare l’importanza e il valore di “Arte in Villa” che rappresenta un’opportunità per dare inizio a nuove e più qualificate forme di incontro con l’arte e le per-sone che ne hanno fatto la loro passione di vita.
Tali eventi culturali donano alla nostra città un importante occasione per ammirare, scoprire, apprezzare la pittura e la grafica creando atmosfere magiche ed emozioni nuove che ben si integrano con la bellezza di Villa Boselli.
Ringrazio di cuore gli artisti, il Consigliere Delegato alla Cultura Roberto Orengo e tutti coloro che han-no contribuito alla realizzazione di questa iniziativa e auguro ai cittadini e ai turisti che la apprezzeranno un incontro con l’arte davvero speciale. Il Sindaco Dr. Vincenzo Genduso
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Non capita spesso di entrare in una mostra ed essere accolti da una folla di volti dipinti. Tanto bel-li quanto comuni, ci guardano invitandoci a seguirli nel mondo che essi popolano: uno spazio mentale in cui si chiede a noi di guardare dentro di noi, attraver-so un processo di coinvolgimento e partecipazione paragonabile a quello attivato dai celebri specchi di Michelangelo Pistoletto. Ciascuno di quei volti, infat-ti, può essere il nostro. Solo che stavolta l’interazione è ottenuta ricorrendo alla tecnica più tradizionale che si possa concepire, e a un linguaggio che punta a catturare l’occhio con la franchezza di un’immagine sempre riconoscibile: ma in verità costruita con sa-pienza nei riferimenti plurimi ai suoi modelli, vicini o lontani che siano, e rivela più sfaccettature di quanto la normalità riproduttiva delle apparenze lasci inten-dere. Più che in un gioco di specchi, insomma, siamo attratti in un gioco di rifrazioni: vediamo noi stessi attraverso una nostra immagine grafica, virata su un colore dominante. E ci vediamo come da qualche
parte abbiamo già visto qualcuno. Siamo noi ma potremmo essere altri, e insieme a questi altri parteci-piamo di una comunità artistica virtuale.
La sfida dell’interferenza prosegue quando il visitatore vero, dopo essersi mescolato alla calca dei visitatori simulati, si imbatte in una sorta di mostra nella mostra che par fatta di soli disegni infantili: ma anche in questo caso egli si trova a misurarsi con un’illusione, perché solo alcuni di quei disegni sono opera di veri bambini, mentre altri si devono alla dissimulata mano dell’artista. Potremmo qui rammen-tare la famosa battuta di Picasso che diceva di aver impiegato molto più tempo a imparare a dipingere come i bambini che come Raffaello; e quindi riflettere ancora su quanto la spontaneità epidermica sia in realtà presupposta da un lungo studio, e quindi da una lotta con se stessi. Scoprire la propria dimen-sione significa anche saper mettere da parte quel che si è imparato, sicché sapersi fare bambini non è un primo passo, è una conquista. Ma ancora una volta la pittura ci invita a giocare stando al gioco, e al tempo stesso a non fermarci alla sensazione ludica, ma anzi a smontarne il meccanismo. Poiché la pit-tura, come la vita, è un sistema di false realtà e false certezze.
Attrazioni circensi d’altri tempi, nani e acrobati dai costumi improbabili, conigli magici e pupazzetti appesi - quasi silhouettes ritagliate sul tessuto, ma impastate di colore festoso - amplificano quindi il di-scorso sull’illusionismo con la forza dei grandi formati e dei forti stacchi luminosi: si prendono lo spazio della mostra definendo di fatto un altro mondo, dove tutto è insieme naturale e straniante, e nel quale non possiamo non dirci coinvolti. Perché non possiamo evitare il confronto con i nostri interlocutori
untitled - mixed media on canvas 50 x 50
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dipinti, grandi come e più di noi. Ovvero con noi stessi in versione bidimensionale e un po’ meno grigia di come ci rappresentiamo e il nostro mondo ci rappresenta. Naturalmente dobbiamo essere pronti a entrare come ad uscire, consapevoli che ogni mostra di Natalie allestisce un universo parallelo e alter-nativo. Ma piaccia o no, ci siamo dentro e dobbiamo scommettere, come direbbe Pascal. Anche perché la prima a scommettere, con grande serietà come in tutti i giochi, è l’artista.
Natalie Silva ci ha invitato negli ultimi anni a ritrovare confidenza con figure intere di intonazione naturalistica, staccate con nettezza da fondi compatti e vivaci, che danno l’idea di essere appena entra-te nel quadro, o siano in procinto di uscirne per fendere lo spazio reale. La loro presenza sulla tela e poi sul muro è quasi transitoria. Anche quando stanno ferme e guardano in macchina, sembrano piuttosto frammenti di un’azione. La confidenza chiede che il visitatore completi quell’azione, entrando in sinto-nia con il loro mondo e sentendosene rispecchiato. Un mondo che vive però esclusivamente all’interno della pittura – come confermano pesci e crostacei proposti sul nero con assoluto splendore cromatico, in un’altra serie memorabile di Natalie – e dunque si configura in tutti i sensi come realtà alternativa. Lo abitano persone comuni, addirittura anonime, colte nella semplicità di gesti quotidiani (come nell’altra serie delle “pantere grigie”, dall’aria tutt’altro che ferina), particolari solo perché sono dipinte. E perché, come ogni altro elemento di questa realtà, vivono come in sospensione nel vuoto di uno spazio che sta a noi riempire, mentre la loro fisicità è sempre rimessa in discussione da sfumature, sgocciolamenti, dilavamenti di colore; ovvero da una sintesi grafica che recupera frammenti di scrittura e decorativismi di sapore primitivistico.
Non c’è colpo di pennello che non tenda una trama di rimandi inesausti e inesauribili a un orizzonte che avvolge Warhol e Kitaj, pubblicità e fumetto, glamour e pop, Hockney e Schifano: ma a suo modo alza un argine contro la deriva estetica del consumo delle immagini, riconducendo l’immagine di con-sumo alla dignità dell’esistenza pittorica : ogni figura è una e irriproducibile perché dipinta, e dunque ogni essere è uno. Di primo acchito, certo, ci facciamo prendere dal soggetto, come quando guardiamo una fotografia soltanto in funzione del suo contenuto. Ma poi siamo portati a riconoscere, proprio gra-zie alla qualità del segno di una pittura purissima, fatta solo con tela, pennello e colori senza manipola-zioni di materiali eterogenei, che il vero contenuto è il modo in cui esso è dipinto, e dunque la perfetta coincidenza di contenuto e contenitore. In questo sistema, un uomo qualunque non è mai un uomo qualunque perché possiede la stessa potenzialità evocativa – ora onirica ora affettiva ora surreale – di un illusionista, di un animale fantastico, di una qualsivoglia immagine archetipica.
Una delle cifre creative più forti di Natalie consiste proprio in questo gigantesco – in ogni senso – pro-cesso di attualizzazione e personalizzazione della cultura pop, in cui la tendenza a creare icone e a farne le pedine di un gioco combinatorio è temperata da una vena di introspezione e di intimismo che restituisce cen-tralità all’uomo. In tal senso essa si inserisce nel vivo di una ricerca internazionale che ha ormai trasceso la stessa postmodernità. Trovo rilevante – per una volta non si sprecherà la parola evento – che questa ricerca si affacci ora da un lembo di Riviera ligure, terra che reca segni indelebili delle contraddizioni della modernità: per ripensarla criticamente, e progettarne il futuro, c’è ora bisogno anche di avere negli occhi spazi pittorici come quelli sognati e costruiti da Natalie.
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daddy long legsmixed media on linen
180 x 100
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even or oddmixed media on linen 120 x 100
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l’hypnotisseurmixed media on linen
90 x 70
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in your handsmixed media on linen 120 x 160
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no exclamation marksmixed media on linen
ovale 180 x 190
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ozio sublime oziomixed media on linenovale 180 x 190
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don’t explainmixed media on linen
160 x 120
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show me your lovemixed media on linen100 x 100
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agreementmixed media on linen
150 x 150
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bunny bunnymixed media on canvas90 x 70
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Annuzzi DavideAstorina PatrickBagnato Evelin
Bianchi LorenzoBolla Rebecca
Camplese AlbertoCanavese EdoardoChiantore Lucrezia
Di Gregorio Nicola AlessandroDi Nero Eugenia
Esposito LuisaFiorentino Filippo
Grisi AliceGuardone Marco Paolo
Lanteri MatteoLanza Mattia
LLapo SamueleLotti Simon
Lupano GretaMagnaghi Lorenzo
Magnani GiorgioMagnani Pietro
Manetta LeonardoMerogno Margherita
Micolucci SaraMoroni TizianoNdrecaj ArmelaNdrecaj Klarisa
Petrullà DamianoRebella BeatriceRevello ChiaraRiccardi Elisa
Risa Francesco GiuseppeRoggero Cecilia
Russo Raffaele GiancarloSacchi Federica
Serafini SaraTognettaz Fabio
Tufo SamueleVivaldi Pietro
Le Maestre: Anna Maria Lanteri e Carla Miraglia
Gli Alunni:
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human behavior - mixed media on linen 170 x 160
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NATALIE SILVA
Nata a Landstuhl, Germania, il 17 maggio 1967, da madre italiana e padre americano, militare d’aviazione.Il percorso scolastico, fino al raggiungimento del diploma superiore, si svolge seguendo la famiglia, tra le scuole americane in Europa e in California e le scuole italiane. Nel 1982 inizia l’Università del Maryland a Monaco di Baviera per poi procedere in Economia e Commercio all’Università Luigi Bocconi di Milano, nel 1988.
Dal 1989 parallelamente agli inizi dell’attività più propriamente artistico pittorica, progetta e gestisce quattro dei locali più innovativi della città: il café india, l’elephante, il milch, e il beige, a bordighera il cinquesei nei quali da voce all’architettura e al design più innovativo, ad artisti di cui espone le opere nelle sale, alla musica d’avanguardia. Nel 2000 le viene conferito il merito per eccellenza dal European Design Annual per miglior logo e design.
Risiede a Milano fino al 2005 e poi si trasferisce a Bordighera, città natale materna, per dedicarsi interamente alla pittura. Nel 2001 inizia a esporre il suo lavoro pittorico. Dalla fine del 2011 risiede a Roma, pur continuando a viaggiare molto sia in Europa che negli Stati Uniti.
MOSTRE SINGOLE
2011 - Milano settembre St Art Galleria Studio’ 2009 - Milano ottobre “Ordinary People” Galleria
Studio’ - Curatore: M. Simonetta - Brochure- Miami settembre “GWG girls with guns”
Dotfiftyone Galleria - Curatore: Vanessa Garcia
2007 - Dallas giugno “Corporate Culture” Galleria
Canvas Curatrice Lauren Christensen - Londra febbraio “Backstreetboys” by
Arrangement of the Royal Academy of Arts Curatore Julian Lonergan - Catalogo
- Miami febbraio “Backstreetboys” Galleria Dotfiftyone - Curatori: Alfredo Guzman e Isaac Perelman - Catalogo
2005 - Ventimiglia novembre “Pantere Grigie”
Museo Archeologico G. Rossi e Biblioteca Museo Bicknel - Curatore: Edoardo Testori Catalogo e Filmato Rai di Maria Teresa De Vito
2002 - Locarno “Merci” Galleria NU- Curatore: Marco
Tagliafierro - Catalogo: Film di Nina di Majo2001 - Milano “Il Narcisismo dell’ Artista“ Galleria
Davide di Maggio - Curatore: Marco Tagliafierro - Catalogo
MOSTRE COLLETTIVE
2012 - Monaco Open des Artistes finale premio
pittura per Telecom Monaco e Private Banking Monaco gallerie L’Entrepot
2011 - Miami march “Wynwood Art Walk” Galleria
Dotfiftyone - Curatore: Isaac Perelman2010 - Imperia maggio Civica Pinacoteca D’arte di
Imperia ‘La Nuova Figurazione” - Curatrice: Giovanna Arancio
- Vallebona luglio Bon”Art Curatrice Simona Alborno e l’Accademia d’Arte di Bordighera
- Apricale giugno Castello della Lucertola “Arte x Arte” Organizzato dal FAI Comitato della Liguria - Curatrice: Roberta Croce
- Roma maggio “Sguardo sulla Realta’ e Oltre “ Complesso di Sant’Andrea del Quirinale Teatro dei Dioscuri - Curatrice: Elisa Govi
2009 - Miami maggio “Art Does Design” DCOTA
Design Center of America Galleria Dotfiftyone - Curatore: Isaac Perelman
2007 - Roma dicembre “15 finalisti” per Premio Celeste
Pittura all’ ISA - Curatore Gianuca Marziani - Catalogo
- Miami novembre mostra artisti “EU ART” Palazzo del Consolato Italiano e Francese Curatrice Anna Piva Catalogo
- Firenze ottobre “Arte e Omosessualita da Von Gloeden a Pierres e Gilles” Palazzina Reale Curatori Vittorio Sgarbi ed Eugenio Viola Catalogo
- Milano luglio “Arte ed Omosessualita’ da Von Gloeden a Pierres e Gilles “ Palazzo della Ragione Curatori Vittorio Sgarbi ed Eugenio Viola
2006 - Miami giugno “It Happened One Summer “
Galleria Dotfityone Curatore Isaac Perelman2004 - Miami dicembre “ID international” Galleria
Dotfityone Curatrice Tzili Charney - Catalogo- Venezia maggio “No Vitrines, No Museums, No
Artists, Just a Lot of People” Domus Academy Workshop con Rikrit Tiravanija, P. Huygee e A.Perrone
- Brescia aprile “Premio Loverini ” GAMeC Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Curatore Giacinto di Pietroantonio Cataloghino
- Milano gennaio “Latest Paintings” Galleria Lia Rumma Curatore Davide Gallo
2003 - Napoli ottobre “merci “ film di Nina di Majo
Settima Edizione di Film Internazionali su Artisti Curatrice Laura Trisorio Catalogo
2002 - Napoli maggio “100 artisti per un museo”
Casoria Contemporary Art Museum Curatore Antonio Manfredi Catalogo
2001 - Ravenna Museo del Design “Party del Corpo “
Curatore Marco Tagliafierro
Arte in VillaVilla BoselliPer informazioni:Villa Boselli, Via Paolo Boselli, 1 - Arma di TaggiaCentralino Comune di Taggia 018 44 76 222Ufficio informazioni turistiche 018 44 37 33
Arte è comunicazione. Il sentimento, la sensibilità e l’immaginazione trovano il loro cammino più naturale
per giungere agli altri nella rappresentazione artistica.
L’arte diviene così il veicolo prediletto per parlare a tutti noi, per comunicare al mondo.
Ma affinchè tutto questo avvenga, vi è bisogno di un elemento importante: il palcoscenico.
E quale luogo poteva ricalcare al meglio questa esigenza se non Villa Boselli.
La sua storia, la sua bellezza, la sua rappresentatività indicano l’arte come l’elemento più idoneo e
adeguato per esaltarla e renderla unica.
Ecco il motivo della mia grande soddisfazione nel riproporre oggi “Arte in Villa”,
con la speranza che tale appuntamento culturale possa continuare con entusiasmo e successo nel tempo.
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