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    APPUNTI DI ESEGESI

    0. Premessa

    Questi appunti sono preparati per le lezioni in aula ma non si sostituiscono ad esse. Alcuni

    passaggi, sviluppati durante le lezioni sono semplicemente accennati negli appunti. Si prega di fare

    attenzione alla metodologia seguita che integra osservazioni relative al piano testuale (sincronia) ad

    osservazioni che derivano dallo studio storico-critico (diacronia). In particolare per lo studio

    sincronico si utilizzer il metodo dello studio narrativo. Trattandosi di appunti per le lezioni,

    molti passaggi e osservazioni specifiche sul testo sono talvolta solo accennati.

    Struttura di Genesi

    Tra le tante proposte di struttura del testo, la pi seguita quella che si fonda

    sullosservazione del sintagma tAdl.At hL,ae (queste le generazioni.) che caratterizza la narrazione di Genesi con levidente scopo di unire tra loro le diverse parti che lo compongono.

    1. il sintagma tAdl.At hL,ae 10 volte (oltre Gn solo in Nm 3,1 e Rt 4,18). 2. la successione delle storie con diversi personaggi

    I sezione

    EZIOLOGIA METASTORICA (Gn 1,1 - 11,26)

    tAdl.At hL,ae in 2,4; 5,1; 6,9; 10,1; 11,10.

    II sezione

    LA PROMESSA AI PADRI (Gn 11,27 - 50,26)

    tAdl.At hL,ae in 11, 27; 25,19; 36, 1.9; 37,2;

    1) Il ciclo di Abramo (Gn 11,27 - 25,18)

    2) Il ciclo di Giacobbe (Gn 25,19 - 37,1)

    3) La storia di Giuseppe (37,2 - 50,26)

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    I sezione EZIOLOGIA METASTORICA (Gn 1,1 - 11,26)

    Gn 1,1-2,4a

    1. Introduzione: Si preferisce passare dalle osservazioni sul testo alle questioni pi generali di struttura di Gn

    1-11 e allindividuazione delle caratteristiche della fonte sacerdotale distinguibile da altre fonti o

    tradizioni di Genesi.

    1.1. Nel mondo antico esistono diversi tipi di racconti di creazione descritti attraverso nascite,

    battaglie cosmiche, azioni concrete o fabbricazione; nota pure la creazione attraverso la parola.1

    1.2. Per comprendere il racconto di Genesi bisogna tenere presente l'immagine del mondo

    secondo la Bibbia e il Medio Oriente Antico (cfr. Gb 38,1-38; Sl 104).

    2. Elementi importanti per individuare la struttura del testo2:

    Le osservazioni che seguono negli schemi formulati per strutturare il testo sono solo una

    proposta da verificare attraverso lapplicazione personale dello studente: il criterio seguito quello

    di evidenziare, attraverso le linee laterali, chi il soggetto delle affermazioni che si susseguono:

    1 Cfr. C.WESTERMANN, Creazione, Queriniana, Brescia 1974, pp.72ss.; RAVASI G.(a cura di), L'Antico Testamento e le culture del tempo. Testi scelti, Borla, Roma 1990. 2 Questo genere di osservazioni previe, sul testo, vanno comunque fatte, sia che si operi con l'ausilio di metodi sincronici che di metodi diacronici. Per il caso specifico cfr. tra gli altri J. BLENKINSOPP, The Pentateuch, An Introduction to the first five books of the Bible, Anchor Bible, Doubleday, 1992; Per considerazioni di tipo semiotico cfr. E. VAN WOLDE, Racconti dellinizio. Genesi 1-11 e altri racconti di creazione, Queriniana, Brescia 1999.

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    NARRATORE [1.1] In principio Dio cre il cielo e la terra. [1.2] Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano labisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.

    [1.3] DIO disse: Sia la luce!.

    E la luce fu.

    [1.4] Dio vide che la luce era cosa buona e separ la luce dalle tenebre [1.5] e chiam la luce giorno e le tenebre notte.

    E FU SERA E FU SERA E FU MATTINA: PRIMO GIORNO.

    [1.6] Dio disse: Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque. [1.7] Dio fece il firmamento e separ le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento. E cos avvenne. [1.8] Dio chiam il firmamento cielo.

    E FU SERA E FU MATTINA: SECONDO GIORNO.

    [1.9] Dio disse: Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia lasciutto. E cos avvenne. [1.10] Dio chiam lasciutto terra e la massa delle acque mare.

    E Dio vide che era cosa buona.

    [1.11] E Dio disse: La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie.

    E cos avvenne: [1.12] la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie.

    Dio vide che era cosa buona. [1.13] E FU SERA E FU MATTINA: TERZO GIORNO.

    [1.14] Dio disse: Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni [1.15] e servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare la terra.

    E cos avvenne: [1.16] Dio fece le due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte, e le stelle. [1.17] Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra [1.18] e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre.

    E Dio vide che era cosa buona. [1.19] E FU SERA E FU MATTINA: QUARTO GIORNO.

    [1.20] Dio disse: Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo. [1.21] Dio cre i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati secondo la loro specie.

    E Dio vide che era cosa buona.

    [1.22] Dio li benedisse: Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra.

    [1.23] E FU SERA E FU MATTINA: QUINTO GIORNO.

    [1.24] Dio disse: La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie.

    E cos avvenne: [1.25] Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie.

    E Dio vide che era cosa buona.

    [1.26] E Dio disse: Facciamo luomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra.

    [1.27] Dio cre luomo a sua immagine; a immagine di Dio lo cre; maschio e femmina li cre.

    [1.28] Dio li benedisse e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra.

    [1.29] Poi Dio disse: Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che su tutta la terra e ogni albero in cui il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. [1.30] A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali alito di vita, io do in cibo ogni erba verde.

    E cos avvenne.

    [1.31] Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E FU SERA E FU MATTINA: SESTO GIORNO.

    [2.1] Cos furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere.

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    [2.2] Allora Dio, NEL SETTIMO GIORNO port a termine il lavoro che aveva fatto e cess NEL SETTIMO GIORNO da ogni suo lavoro.

    [2.3] Dio benedisse IL SETTIMO GIORNO e lo consacr, perch in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto.

    [2.4a] Queste le origini del cielo e della terra, quando vennero creati.

    2.1. La narrazione

    Nel testo si alternano la parola del narratore con la parola di Dio. Dio non solo un

    personaggio del racconto, ma il personaggio. Attraverso la citazione diretta della voce di Dio il

    narratore trascende il confine tra finzione e realt. Dio non appare, come personaggio, rinchiuso nel

    mondo del testo; piuttosto la parola del narratore appare come commento alla parola principale di

    Dio. Lautorit viene dalla voce di Dio, commentata poi dal narratore (Sia la luce - e la luce fu!);

    gli enunciati di Dio sono costitutivi per quelli del narratore. Le parole del narratore rinviano alle

    parole di Dio, le cui parole rinviano continuamente al di l del testo. Qui la prospettiva,

    contrariamente alla nostra sensibilit contemporanea, non quella del narratore, ma quella di Dio,

    come in tutta la Bibbia. Liniziativa del parlare, del fare storia, del creare, di Dio, non delluomo.

    Dal testo emerge un altro dato importante, osservato in modo diverso da sempre. Si ripete per

    dieci volte che le creature sono create secondo la loro specie e producono seme secondo la loro

    specie. Dalla creazione in poi il futuro di questi esseri sta nella futura esistenza della loro specie. Le

    cose cambiano quando, nel sesto giorno si parla delluomo. Qui invece della loro specie si dice a

    nostra immagine. I pronomi possessivi si riferiscono a Dio. Gli esseri umani, a differenza delle

    altre creature, non hanno in se stessi e nella specie il punto di riferimento per cos dire identitario,

    (Gen 1:12 WTT)ma in Dio. La specie umana rinvia non ad un uomo originario, ma a Dio

    stesso. Sempre osservando il testo dal punto di vista grammaticale, si nota ancora che Dio crea

    parlando alla terza persona tranne che nel caso delluomo in cui usa la prima persona plurale, cos

    come si usa la terza persona plurale in riferimento alluomo che ha creato. Dio parla dal suo punto

    di vista e crea luomo innanzitutto come essere in relazione con s. Il significato fondamentale del

    termi