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Non è un giornale nuovo, al massimo è un giornale che cerca di rinnovarsi. Il cambiamento non è critica del passa- to: non a caso la copertina è dedicata al primo numero del 1979 e non a caso questa presentazione si ritaglia uno spa- zio a latere; si tratta piuttosto di tentare di riscoprire motivazioni per una più va- sta partecipazione, di individuare delle linee editoriali che garantiscano un ser- vizio più visibile e condiviso dalla comu- nità. Non mutano le finalità, ma occorre, con molta modestia, proporre strade diverse che vanno percorse assieme, magari per scoprire che la via intrapresa va abban- donata; rimane quella scelta del 1979 di offrire uno strumento di comunicazione ai cittadini: riferirsi costantemente ad essa è la vera novità, qualcosa di antico che si rinnova. Che fare allora? “Di tutto di più” recita uno slogan pub- blicitario della RAI, ma l’obiettivo, pe- raltro vanaglorioso, significherebbe una sorta di raccoglitore di collaborazioni sincere, apprezzabili, ma per forza di co- se disorganiche ed alla fine autoreferen- ziali. Lo slogan si trasformerebbe nel suo opposto “di tutto di meno” perché i tagli redazionali obbligati (spazi disponi- bili e scelte tematiche) sarebbero perce- piti, vissuti e forse gestiti, al di là delle intenzioni, come tagli censori. Non resta che fare riferimento all’atto di indirizzo con cui si è dato avvio a questa nuova avventura del giornale comunale: l’intento (ma saremo capaci di renderlo trasparente?) è quello di fornire uno strumento di informazione e partecipa- zione del cittadino. Abbiamo pertanto lavorato sulla struttu- ra del giornale, distinguendo l’informa- zione comunale (“Cronaca amministrati- va”) dalla vita e storia di Sesto (“Sesto dentro”), lasciando poi uno spazio appo- sito per dibattere il tema che di volta in volta sceglieranno gli stessi lettori. “Sesto forum” accoglierà i contributi di tutti e sarà interconnesso con la rubrica delle lettere al giornale, sia on-line attra- verso il sito del comune sia sulle pagine dello stesso periodico comunale. La redazione chiede pertanto la collabo- razione di tutti ed un’attenzione parteci- pe e tollerante per la nostra inesperien- za: per le novità introdotte la critica è sempre costruttiva, dato che nessuno può pretendere di avere la ricetta in ma- no, ma siate per favore critici severi e pazienti nello stesso tempo. Desideriamo verificare con i lettori un progetto che nasce da buona volontà, continuità con il passato, ma anche dal- la consapevolezza (che crediamo condi- visa da tutti) che occorra tentare strade nuove per l’informazione e la formazio- ne del cittadino, sapendo peraltro che non sono obiettivi perseguibili in manie- ra unidirezionale. È un percorso in comune, in cui chi scri- ve e chi legge può e potrà scambiarsi i ruoli, ma il fine non può che essere quel- lo del servizio “sul territorio” e “per il territorio”. Un territorio che non è solo geografico ed il cui nome è punto di partenza e di arrivo: Sesto Calende. Franco Bellingeri “Il terreno sul quale intendiamo muoverci è quello della battaglia per lo sviluppo della democrazia e della partecipazione… I cittadini sestesi dovranno trovare in SestoCalende Informazioni prima di tutto uno strumento di conoscenza e di appro- fondimento dei problemi e potranno portare il loro contributo di arricchi- mento con le lettere al giornale.” Così Luigi Besozzi, Sindaco di Sesto Calende, sul primo numero del mar- zo/aprile 1979. Concetti ribaditi da tutte le redazioni che in questi anni si sono succedute alla guida del giornale, ognuna portan- do contributo di novità e migliora- mento. Tra resoconti di giunte e consigli co- munali, dibattiti e piccole cronache, puntualmente SestoInformazioni ha registrato le tappe più importanti del- l’evoluzione del nostro paese a cavallo di due secoli. Fonte preziosa per gli storici locali di domani, insieme ai tanti libri pubblica- ti e all’altra, ancor più importante, scritta sulle pagine della trasformazio- ne urbanistica di questo territorio. Con compiaciuta malinconia per il tempo corso intenso e veloce, rivivo, nella rilettura di vecchi numeri, le dis- cussioni e le polemiche, gli sforzi degli uomini e le idealità che hanno percor- so 25 anni di storia sestese, la nostra Storia, dalla nascita della Biblioteca comunale con la visita del ministro Spadolini all’apertura della bretella autostradale, dalla lotta al terrorismo dei primi anni ’80 al dibattito sul P.R.G., dalla crisi della grande indu- stria a Malpensa 2000, dal recupero ai pedoni del centro storico al piano per l’area Avir… Poi le sperimentazioni per stimolare lettura e partecipazione: l’Antibradi- po, la ristampa della Gazzetta Sestese, Junior Report, il tentativo ambizioso (…ma non è il caso di riprovarci?) di un periodico intercomunale. Nuova Amministrazione, nel segno della continuità e del rinnovamento, nuova Redazione, nel segno della con- tinuità e del rinnovamento. Medesime le finalità: informazione, approfondi- mento delle tematiche di politica am- ministrativa, confronto di idee, parte- cipazione. Dal 1995 al 2000 ho avuto l’onore di di- rigere questo giornale, con una Reda- zione entusiasta, competente e moti- vata; un’esperienza bella e arricchente per tutti noi. Al nuovo Direttore e alla sua Redazio- ne l’augurio di stesse e maggiori sod- disfazioni! Stefano Daverio Sesto Forum Parliamo di Tasse …e Servizi Iniziamo “SESTO FORUM” pro- ponendo come tema di confron- to “tasse e servizi”… continua a pag. 9 Sesto Incontro Sesto 100 anni fa Rievochiamo, in modo sinteti- co, gli avvenimenti più impor- tanti accaduti a Sesto, Lentate, Lisanza e Oriano nel 1905… continua a pag. 11 Spazio aperto Sextum moralia Questa pagina sarà centrata sulla rubrica delle lettere al giornale; dato che in questo numero ovvia- mente non c’è stata la possibilità … continua a pag. 12 Sesto dentro Speciale Comitati di quartiere L’elezione dei Comitati di Quartiere è un momento impor- tante per la vita di un paese; il … continua a pag. 13 Sped. abb. post. 45 (art. 2, comma 20/b, legge 662/96) - Taxe Perçue - Aut. Fil. P.T. Varese febbraio 2005 Anno XXVI - N. 1 www.comune.sesto-calende.va.it Qualcosa di nuovo? Anzi di antico 25 anni di SestoInformazioni

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Non è un giornale nuovo, al massimo èun giornale che cerca di rinnovarsi.Il cambiamento non è critica del passa-to: non a caso la copertina è dedicata alprimo numero del 1979 e non a casoquesta presentazione si ritaglia uno spa-zio a latere; si tratta piuttosto di tentaredi riscoprire motivazioni per una più va-sta partecipazione, di individuare dellelinee editoriali che garantiscano un ser-vizio più visibile e condiviso dalla comu-nità.Non mutano le finalità, ma occorre, conmolta modestia, proporre strade diverseche vanno percorse assieme, magari perscoprire che la via intrapresa va abban-donata; rimane quella scelta del 1979 dioffrire uno strumento di comunicazioneai cittadini: riferirsi costantemente adessa è la vera novità, qualcosa di anticoche si rinnova.Che fare allora? “Di tutto di più” recita uno slogan pub-blicitario della RAI, ma l’obiettivo, pe-raltro vanaglorioso, significherebbe unasorta di raccoglitore di collaborazionisincere, apprezzabili, ma per forza di co-se disorganiche ed alla fine autoreferen-ziali. Lo slogan si trasformerebbe nelsuo opposto “di tutto di meno” perché itagli redazionali obbligati (spazi disponi-bili e scelte tematiche) sarebbero perce-piti, vissuti e forse gestiti, al di là delleintenzioni, come tagli censori.Non resta che fare riferimento all’atto diindirizzo con cui si è dato avvio a questanuova avventura del giornale comunale:l’intento (ma saremo capaci di renderlotrasparente?) è quello di fornire unostrumento di informazione e partecipa-zione del cittadino.Abbiamo pertanto lavorato sulla struttu-ra del giornale, distinguendo l’informa-zione comunale (“Cronaca amministrati-va”) dalla vita e storia di Sesto (“Sestodentro”), lasciando poi uno spazio appo-sito per dibattere il tema che di volta involta sceglieranno gli stessi lettori.“Sesto forum” accoglierà i contributi ditutti e sarà interconnesso con la rubricadelle lettere al giornale, sia on-line attra-verso il sito del comune sia sulle paginedello stesso periodico comunale.La redazione chiede pertanto la collabo-razione di tutti ed un’attenzione parteci-pe e tollerante per la nostra inesperien-za: per le novità introdotte la critica èsempre costruttiva, dato che nessunopuò pretendere di avere la ricetta in ma-no, ma siate per favore critici severi epazienti nello stesso tempo.Desideriamo verificare con i lettori unprogetto che nasce da buona volontà,

continuità con il passato, ma anche dal-la consapevolezza (che crediamo condi-visa da tutti) che occorra tentare stradenuove per l’informazione e la formazio-ne del cittadino, sapendo peraltro chenon sono obiettivi perseguibili in manie-ra unidirezionale.

È un percorso in comune, in cui chi scri-ve e chi legge può e potrà scambiarsi iruoli, ma il fine non può che essere quel-lo del servizio “sul territorio” e “per ilterritorio”.Un territorio che non è solo geograficoed il cui nome è punto di partenza e diarrivo: Sesto Calende.

Franco Bellingeri

“Il terreno sul quale intendiamomuoverci è quello della battaglia perlo sviluppo della democrazia e dellapartecipazione… I cittadini sestesidovranno trovare in SestoCalendeInformazioni prima di tutto unostrumento di conoscenza e di appro-

fondimento dei problemi e potrannoportare il loro contributo di arricchi-mento con le lettere al giornale.”

Così Luigi Besozzi, Sindaco di SestoCalende, sul primo numero del mar-zo/aprile 1979.Concetti ribaditi da tutte le redazioniche in questi anni si sono succedute

alla guida del giornale, ognuna portan-do contributo di novità e migliora-mento.Tra resoconti di giunte e consigli co-munali, dibattiti e piccole cronache,puntualmente SestoInformazioni haregistrato le tappe più importanti del-l’evoluzione del nostro paese a cavallodi due secoli.Fonte preziosa per gli storici locali didomani, insieme ai tanti libri pubblica-ti e all’altra, ancor più importante,scritta sulle pagine della trasformazio-ne urbanistica di questo territorio. Con compiaciuta malinconia per iltempo corso intenso e veloce, rivivo,nella rilettura di vecchi numeri, le dis-cussioni e le polemiche, gli sforzi degliuomini e le idealità che hanno percor-so 25 anni di storia sestese, la nostraStoria, dalla nascita della Bibliotecacomunale con la visita del ministroSpadolini all’apertura della bretellaautostradale, dalla lotta al terrorismodei primi anni ’80 al dibattito sulP.R.G., dalla crisi della grande indu-stria a Malpensa 2000, dal recupero aipedoni del centro storico al piano perl’area Avir…Poi le sperimentazioni per stimolarelettura e partecipazione: l’Antibradi-po, la ristampa della Gazzetta Sestese,Junior Report, il tentativo ambizioso(…ma non è il caso di riprovarci?) diun periodico intercomunale.Nuova Amministrazione, nel segnodella continuità e del rinnovamento,nuova Redazione, nel segno della con-tinuità e del rinnovamento. Medesimele finalità: informazione, approfondi-mento delle tematiche di politica am-ministrativa, confronto di idee, parte-cipazione.Dal 1995 al 2000 ho avuto l’onore di di-rigere questo giornale, con una Reda-zione entusiasta, competente e moti-vata; un’esperienza bella e arricchenteper tutti noi.Al nuovo Direttore e alla sua Redazio-ne l’augurio di stesse e maggiori sod-disfazioni!

Stefano Daverio

Sesto ForumParliamo di Tasse…e ServiziIniziamo “SESTO FORUM” pro-ponendo come tema di confron-to “tasse e servizi”…

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Sesto IncontroSesto 100 anni faRievochiamo, in modo sinteti-co, gli avvenimenti più impor-tanti accaduti a Sesto, Lentate,Lisanza e Oriano nel 1905…

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Spazio apertoSextum moraliaQuesta pagina sarà centrata sullarubrica delle lettere al giornale;dato che in questo numero ovvia-mente non c’è stata la possibilità …

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Cronaca Amministrativa

Cronaca politica dei “piccoli”… Ma non minore

Quasi tutti lo sanno, ma giova ripeterlo: a Sesto Calende c’è un altro consi-glio comunale, quello dei ragazzi. È un’esperienza che ha ormai cinque anni divita e che rappresenta qualcosa di più di una semplice esperienza didattica ededucativa.

Al Consiglio Comunale dei Ragazzi offriamo pertanto uno spazio apposito,grazie anche alla collaborazione degli alunni delle medie che si sono “inventati”giornalisti ed hanno partecipato alle sedute del consiglio, incontrando poi iragazzi delle elementari che sono i veri protagonisti dell’attività.

Come c’è una cronaca del Consiglio Comunale “adulto”, ci deve essere unacronaca del Consiglio Comunale dei ragazzi: gli alunni delle classi coinvolte nel-l’esperienza ne parleranno periodicamente sulle pagine di questo giornale; il pic-colo gruppo di ragazzi delle medie che incomincia con questo numero a colla-borare con il giornale sarà il loro tramite. Ma lasciamo la parola a loro…

Hanno incontrato i protagonistiMartedi’ 11-01-05, Riccardo Brivio, Marco Pizzamiglio e Patrick Panci,tre

studenti della classe III D della scuola media “Bassetti”, si sono recati in tutte leclassi quarte e quinte elementari di Sesto Calende, per saperne di più sul consi-glio comunale dei ragazzi e per conoscere le opinioni e le idee di bambini emaestre su questa esperienza.

Agli alunni delle elementari é stato chiesto come si svolge in classe l’attivitàpreparatoria e le loro opinioni personali; le maestre invece hanno fornito infor-mazioni storiche e organizzative.

In tutte le tre scuole, i bambini hanno avuto qualche difficoltà iniziale nel-l’esporre le loro considerazioni, perché un po’ imbarazzati, ma, una volta “rottoil ghiaccio”, sono riusciti a far capire cosa pensano e soprattutto che cosa fan-no insieme ai loro compagni e alle maestre. Prima di tutto in classe i bambinidiscutono su temi e argomenti riguardanti alcune realtà del nostro paese o del-la loro scuola, poi avanzano proposte di eventuali soluzioni; le più interessantivengono portate al consiglio comunale dei ragazzi. In questa riunione si scelgo-no due temi con le relative proposte, sulle quali gli alunni lavoreranno tutto l’an-no scolastico, con l’obbiettivo di portare a termine un risultato ottimale.

Le considerazioni dei bambini sono state comuni in tutte le scuole:essi si so-no dichiarati soddisfatti ed entusiasti del consiglio comunale dei ragazzi, per-chè si sentono protagonisti e coinvolti in alcune vicende del nostro comune.

Per questo, intendono far proseguire quest’interessante attività!Riccardo Brivio - Patrick Panci

Marco Pizzamiglio

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Aperto da martedì a sabatocon orario continuatodalle 09.00 alle 19.00

La seduta si apre con il discorso delSindaco Chierichetti che ricorda i 2500euro devoluti dalla Giunta a Medici senzafrontiere per l’emergenza tsunami, le ce-lebrazioni per la Giornata della memoriae il sacrificio del Maresciallo Simone Colaa Nassiriya. A nome della Giunta si com-plimenta inoltre con Agusta per il con-tratto di fornitura degli elicotteri allaMarina Americana, un affare da oltre 1,7miliardi di dollari. Il primo cittadino si ri-ferisce all’appalto vinto dal consorzio ita-liano Agusta-Westland (gruppo Finmec-canica) per la fornitura di 23 elicotteri“Marine One” US-10, destinati al trasportodel presidente degli Stati Uniti. Ma co-me… viva la pace, sì agli elicotteri…?Una strana coerenza notata anche dalconsigliere di maggioranza Daverio chenel complimentarsi precisa che sarebbestato più contento se si fosse trattato di“elicotteri di pace”.Di pace e solidarietà si è parlato molto.Dopo aver elencato le guerre dimenticate,l’assessore Pedretti propone la creazionedi una commissione per la memoria stori-ca, che si occupi di organizzare giornatecelebrative e di ricordare eventi, luoghi epersonaggi storici sestesi. Un’idea chemette d’accordo maggioranza e opposi-zione, con l’augurio che possa diventareun osservatorio anche per le tragedie pre-senti.Sul fronte tsunami, l’assessore Zaronesottolinea il ruolo determinante del vo-lontariato e comunica alcuni dati: 622 eu-ro è la cifra raggiunta nell’iniziativa delladomenica in piazza, 375 euro quella rac-colta nel concerto benefico. Questi e altrifondi saranno spesi per l’acquisto in locodi reti e barche da pesca, secondo il pro-getto intercomunale proposta da Vergia-te. Moroni, a nome della Lista Civica,esprime cordoglio per la tragedia asiaticae parla della necessità di creare in queiluoghi una rete di rapporti internazionaliche possano contribuire al loro futurosviluppo economico. Una posizione chepotrebbe rivelarsi di comodo? La chiosa èdel giovane Chinosi che invita a fare at-tenzione alla definizione di “importanzastrategica” riferita al sud est asiatico. Nonsarà un pretesto per imporre la solita ege-monia occidentale?Dall’Oceano indiano al Ticino, le questio-ni si spostano sulle liste per le prossimeelezioni dei rappresentanti di quartiere.

Le frazioni in cui si è raggiunto il numerominimo di candidati per il voto del 27febbraio sono: Mulini, Sesto centro,Abbazia, Lentate, Oriano-Oneda. Restanoescluse: S. Anna, L’oca, Lisanza, Incasalee Cocquo.Tra le delibere in votazione, la discussio-ne si è scatenata sulla gestione esterna dimulte e parcheggi. L’idea della Giunta èquella di appaltare all’esterno i controllisulle infrazioni relative ai parcheggi. Inpratica Sesto Calende dovrebbe dotarsidell’ausiliario del traffico, una figura ingrado di alleviare il lavoro dei Vigili che diconseguenza garantirebbero una maggio-re presenza e un servizio più incisivo sulterritorio. Con qualche nota polemica e lapromessa di studiare la creazione di par-cheggi super-rapidi per chi magari doves-se solo “scendere un attimo in Farmacia opassare in Comune per un certificato”,Gattico dixit, la delibera è comunque pas-sata.Riconducibile al tema è l’interrogazionesulla sicurezza dei cittadini presentata daRoberto Caielli. Questi i dati più significa-tivi riferiti dal Sindaco: nel corso del 2004si sono verificati 212 furti, 4 rapine, 50 ar-resti a piede libero, 2 arresti per droga. Adaumentare notevolmente sono state le de-nunce a piede libero per droga, solo 5 nel2003 e salite a 35 nel 2004. La situazione èstata definita, nel complesso piuttostotranquilla, fatta eccezioni degli apocalitti-ci scenari dipinti da Lega Nord e dell’invi-to di Boca a raccogliere dati che non si li-mitino all’ultimo biennio.Dal “Foglio” della Giunta riportiamo altredue interessanti notizie: la delibera sulatrasformazione dell’ex Materna di Orianoin un centro studi ornitologici e l’istitu-zione di un servizio di assistenza sui pro-blemi relativi a casa e affitti.L’ultima osservazione è dedicata al temadei “graffittari” molesti, sollevato daSilvano Moroni. Ricordando il bell’esem-pio del muro in via Tortorino, le parolechiave sono state “reprimere” e “preveni-re”, ma siamo proprio sicuri che il modogiusto fare questa “prevenzione” sia quel-lo illustrato da Varalli: incontri tra ragaz-zi, genitori, professori e Polizia? Altri mu-ri da colorare e un messaggio da writers awriters forse potrebbe essere una stradapiù diretta per spiegare ai ragazzi la diffe-renza tra arte e vandalismo.

Francesca Minchiotti

Ovvero che cosa è successo nell’ultimoconsiglio comunale, che cosa è stato decisoper Sesto Calende

Consiglio comunale del 31 gennaio 2005

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L’amministrazione

AAA... CERCASI giovani cinefiliper il Festival di Giffoni

L’Assessorato alle Politiche Giovanili offre l’opportunità a 3giovani tra i 14 e i 19 anni di partecipare in qualità di giurati delGiffoni Film Festival che si svolgerà dal 16 al 23 luglio 2005. I ra-gazzi avranno l’occasione unica di vivere un evento nato per loroche ha saputo conquistarsi la fama internazionale e che un regi-sta sensibile come Truffaut ha definito “il più necessario tra tuttii festival del mondo”.

Durante i giorni di manifestazione i ragazzi si impegnerannoin un programma molto intenso che prevede ogni giorno: proie-zioni, incontri con autori, giornalisti, scienziati, partecipazione aconcerti e a serate di gala.

Le spese di viaggio fino a Salerno saranno a carico dei ra-gazzi. Il festival si occuperà invece del trasporto dei giurati fino aGiffoni. I ragazzi saranno ospitati gratuitamente presso le fami-glie dei giurati provenienti da Giffoni e da altri Comuni limitrofi econsumeranno un pasto presso una struttura del festival e unopresso le famiglie.

Il Giffoni film festival rappresenta ogni anno per circa 1000ragazzi provenienti da tutto il mondo (dall’Argentina alla Cina,dal Mongolia al Sudafrica) un’esperienza indimenticabile per sco-prire se stessi in piena autonomia, per costruire nuove amicizie,per confrontarsi con culture diverse e mettersi alla prova.

Il gruppo del Comune di Sesto Calende sarà composto da 3ragazzi/e accompagnati da un referente adulto. La scheda di iscri-zione è disponibile presso la Biblioteca Comunale fino al 2 aprile2005. All’iniziativa possono prendere parte giovani con età com-presa tra i 14 anni (compiuti entro il 1° luglio 2005) e i 19 anni.

Per iscrizioni rivolgersi alla Biblioteca Comunale di SestoCalende oppure contattare Ufficio Servizi Sociali 0331-928180 oppu-re [email protected]

La Giunta comunale presentaun suo progetto: comunicazio-ne ed informazione

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Si è concluso in questigiorni la prima fase del-l’iter per la ricerca diun finanziatore privato(project financing) perla progettazione, co-struzione e gestione delcentro natatorio da co-struirsi in prossimitàdel centro sportivo co-munale.Passano ora al vagliodegli Uffici i due proget-ti presentati, dopo diche sarà l’Amministra-zione ad individuare ilprogetto migliore, an-che suggerendo even-tuali varianti.A questo punto verrà in-detta gara d’appalto allaquale potrà parteciparechiunque.Per legge è garantito undiritto di prelazione alprogettista del progettomesso in gara.

Da una prima analisi molto sommaria i progetti pre-sentati rispondono alle richieste fatte dall’Amministra-zione in fase di bando e cioè di avere un centro nata-torio polifunzionale, con piscine sia coperte che sco-perte, centro benessere, palestre e zone ristoro. Ma cisono altri punti importanti da verificare come il mo-dello di gestione e di convivenza o cogestione con ilcentro sportivo attuale.Tra breve, appena finito il primo iter di valutazione, po-tremo dare informazioni maggiori e rendere i due pro-getti valutabili anche per i futuri fruitori.Rimangono ancora aperte due questioni: la prima ri-

guarda l’area dove dovrebbe essere costruito il centronatatorio. Quest’area è di proprietà dell’OspedaleMaggiore: è quindi necessario raggiungere un accordotra le parti.La seconda questione è legata a nuovi vincoli previstidalla finanziaria 2005.Il Governo ha dimezzato la possibilità dei Comuni difornire agli Istituti di Credito fldejussioni destinate agaranzie di mutui concessi agli operatori privati per l’e-secuzione di opere in “finanza di progetto”.Si pone ora il problema di reperire in modo diverso leadeguate coperture.

La piscina sempre più una prossima realtà

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Servizi socialiIl Servizio Sociale Comunale da anni promuoveuna politica di “rete” collaborando con tutti iservizi e le risorse del terzo settore presenti sulterritorio ma attuando interventi in concertazio-ne anche con i servizi sovracomunali.Il Servizio Sociale opera, all’interno del Piano diZona, per il sistema integrato di interventi e ser-vizi (L. 328/2000). Grazie al Piano di Zona si èpotuto garantire in tutti i Comuni il livello mini-mo di assistenza (segretariato sociale).Si sono successivamente definiti ed avviati pro-getti (ad oggi in corso) che vedono coinvolti tut-ti i comuni del distretto al fine di omogeneizzar-ne gli interventi.Nei Servizi Sociali del Comune di Sesto Calendeoperano:– n. 2 Assistenti Sociali – n. 1 Animatore – n. 3Assistenti Socio Assistenziali.

ATTIVITÀ

– Segretariato Sociale: accoglienza, informa-zioni e orientamento ai cittadini riguardo aiservizi offerti dal Comune e dal territorio,presa in carico della persona in stato di biso-gno o invio ad altri servizi.

AREE DI INTERVENTO

1. ANZIANIIl Servizio di Assistenza Domiciliare garanti-sce la permanenza della persona anziana al pro-prio domicilio attraverso un aiuto nellacura/igiene della propria persona, della casa,nell’accompagnamento per il disbrigo di com-missioni varie nonché nella somministrazionedei farmaci.In casi particolare e per gli anziani soli è pre-visto il rapporto diretto con il Medico di Basenonché l’accompagnamento per esami e visitespecialistiche.Qualora l’anziano non fosse più in condizioni diautosufficienza e non fosse possibile prevedereun’assistenza adeguata al domicilio (es. badan-te) il servizio provvede a fornire indicazioni cir-ca le strutture residenziali a cui i familiari pos-sono inoltrare domanda.

Nel caso in cui l’anziano viva solo e non abbiaparenti è il servizio sociale che si attiva a repe-rire un’idonea struttura.Sono previste delle integrazioni alle rette di de-genza qualora l’anziano e i parenti tenuti agli ali-menti non siano in grado di coprirne l’intera co-sto.Il Servizio di Sollievo alle famiglie che si fan-no cura dei propri cari prevede un ricovero tem-poraneo dell’anziano presso una struttura resi-denziali convenzionata con il Piano di Zona.Al Servizio si accede previa domanda ed inseri-mento in apposita graduatoria.Il Servizio Pasti a Domicilio offre agli anzianila possibilità di consumare a casa propria unpasto caldo consegnato quotidianamente, festi-vi compresi da una ditta specializzata.Nel caso in cui la persona debba seguire unaparticolare dieta, il servizio verrà garantito se-guendo le indicazioni del medico.Servizio di iniezioni e misurazione della pres-sione arteriosa presso il Poliambulatorio riser-vato ai possessori della Carta 65.Il Servizio di trasporto è garantito dall’AutoAmica di cui il servizio sociale fornisce un reca-pito telefonico affinché la persona interessatapossa prendere direttamente accordi.Il Servizio offre pure un sostegno economico apersone in particolare stato di bisogno, attra-verso l’erogazione di contributi sottoforma dibuoni alimentari.

2. MINORIInterventi a favore di minore con provvedimen-to dell’Autorità Giudiziaria (Tribunale deiMinori e Procura per i Minorenni) in collabora-zione con le Cooperative L’AQUILONE e GUL-LIVER.Gli interventi suddetti prevedono percorsi di in-dagine psicosociale, rapporti col T.M. ed even-tualmente con altri servizi del territorio (Neuro-psichiatria Infantile o Consultorio Familiare),presa in carico, sostegno e accompagnamentonel progetto definito in équipe, decretato dalGiudice.Nel caso di minori extracomunitari è previsto ilmediatore culturale all’interno dell’équipe.Percorsi Educativi a favore del minore(Assistenza Domiciliare Minori) Il Servizio Sociale all’interno del lavoro che lo

vede partecipe nella progettazione del Piano diZona sta definendo un Protocollo d’Intesa conle Scuole presenti sul territorio distrettuale persuperare le evidenti difficoltà registrate, in que-sti anni, a segnalare situazioni di disagio e mi-nori a rischio.Accompagnamento alla famiglia ed invio del mi-nore ad altri Servizi specialistici (Neuropsi-chia-tria Infantile e Consultorio Familiare).Interventi finalizzati a favorire l’inserimento diminori stranieri in contesti socializzanti.

3. DISABILIA favore di soggetti portatori di disabilità ven-gono predisposti progetti di inserimenti inCentri Diurni, Centri Socio Educativi, Servizi diFormazione all’Autonomia, Centri di Riabilita-zione, Cooperative Sociali di Lavoro, Comunitàe Centri Residenziali (con eventuale integrazio-ne delle varie rette).In collaborazione anche con altri servizi del ter-ritorio vengono definiti: interventi Educativi asostegno del soggetto e della famiglia nonchépercorsi di inserimento lavorativo.Servizio di Assistenza Domiciliare.

4. NUCLEI FAMILIARIIl Servizio accoglie e prende in carico, a volte incollaborazione con altri servizi specialistici(UONPI - C.P.S. - Consultorio Familiare) fami-glie in difficoltà per un percorso rispondente aisuoi bisogni.

I PROGETTI DELL’UFFICIOSERVIZI SOCIALI

Una parte delle attività promosse dall’UfficioServizi Sociali riguardano progetti di animazio-ne, educazione, partecipazione rivolti a tutti icittadini.Da circa cinque anni è attivo il Consiglio Co-munale dei Ragazzi, un’attività che vede coin-volte tutte le scuole elementari di Sesto Calendee una rappresentanza di ragazzi che portano al-l’interno del Comune richieste e proposte perrendere la città più a misura di bambino.Sulla scia delle proposte avanzate dai bambinisono nate iniziative come “La giornata senza au-to”, “Il mercatino dei ragazzi”, l’adesione allamanifestazione “Bicincittà” (con la collabora-zione dell’Associazione Girovagando), l’allarga-mento del parco giochi sotto il ponte, il concor-so fotografico.L’organizzazione vede la partecipazione attiva emotivata di un gruppo di insegnanti di tutti iplessi scolastici e la preziosa collaborazione deirappresentanti delle associazioni del territorio.Per gli adolescenti è presente a Sesto Calende,Vergiate e Angera un progetto di educativa distrada. Una équipe di educatori professionalidelle Cooperative “L’Aquilone” e “Naturart” rag-giungono i ragazzi nei naturali luoghi di incon-tro, li accompagnano nella realizzazione di pic-coli progetti tesi a migliorare la qualità del tem-po libero, facilitano i rapporti tra giovani e isti-tuzioni.A Sesto Calende sono stati organizzati eventi le-gati alla pratica dello skate-board, visto e consi-derato il numeroso gruppo di ragazzi che congrande passione coltivano questa disciplinasportiva.Per i ragazzi più grandi è stato inoltre inaugura-to Zutti Arte Giovane, uno spazio dedicato allalibera espressione artistica ed è in fase d’avvioun coordinamento dei gruppi giovanili promos-so insieme ai gruppi “Korrente Alternata” e“L’Antro”.Affianca questi interventi il progetto “Genitori

insieme” condotto dalla Cooperativa LottaContro l’Emarginazione che si propone di co-struire una rete distrettuale di gruppi compostida genitori, fornisce supporto in iniziative di ti-po educativo condotte dai genitori e propone ci-cli di serate con esperti dedicate alle problema-tiche adolescenziali.Sempre in questo ambito l’Ufficio ha da tempoinstaurato una preziosa collaborazione con“Sara”, un gruppo di genitori di Sesto, Angera eIspra che ogni quindici giorni si ritrova alCentro Sociale di Angera per riflettere e discu-tere sulla relazione genitori-figli.Per i giovani tra i 14 e i 30 anni l’Ufficio ServiziSociali promuove la CartaVerde, una tesseragratuita riservata ai cittadini sestesi che offre –grazie alla convenzione con circa 40 negozi, stu-di, artigiani, ambulanti – riduzioni sui prezzi eservizi gratuiti. Questa nuova tessera va ad ag-giungersi alla Carta65 (per i cittadini sestesiover 65) giunta oramai al suo terzo anno di vita.L’Ufficio collabora con il Coordinamento delVolontariato puntando soprattutto su treaspetti:– promozione delle associazioni per il recluta-

mento di nuovi volontari;– diffusione di informazioni presso le associa-

zioni su bandi, leggi e finanziamenti;– aiuto nelle attività promosse dal Coordina-

mento del Volontariato.Con l’Associazione Pensionati Sestesi sonostati avviati numerosi progetti come il “Clubnonni e nipoti” che favorisce l’incontro interge-nerazionale, “Adotta una pigotta” costruzione dibambole per la raccolta di fondi per l’Unicef,“Puliamo il mondo” giornata di pulizia promos-sa con Legambiente, la Scuola Elementare e laScuola Media Bassetti, l’organizzazione dei sog-giorni marini per gli anziani.Per quanto riguarda gli stranieri l’Ufficio seguele seguenti attività:– Sportello immigrati di Sesto Calende, un ser-

vizio gestito dall’Associazione Cittadini delMondo che offre informazioni e supporto peril disbrigo di pratiche amministrative, prati-che di regolarizzazione, modalità di accessoai servizi territoriali e al mondo del lavoro.

– Progetto Solidarietà e diritto per l’acco-glienza e l’integrazione di rifugiati e richie-denti asilo - (Fondi europei e 8 per mille). Ilprogetto ha la finalità di accogliere personestraniere rientranti nella categoria di richie-denti asilo, rifugiati riconosciuti o persone al-le quali sia stato rilasciato un permesso diprotezione umanitaria. Le strutture d’acco-glienza sono predisposte per ospitare nucleifamiliari e sono da considerarsi temporanee.

– Progetti Oltre le porte in collaborazionecon la Cooperativa Lotta Contro l’emargina-zione e “...COLORI...!” con la CooperativaL’Aquilone, percorsi di integrazione rivolti inparticolare modo alle donne e ai bambini.

L’Ufficio attiva annualmente lo sportello tempo-raneo sulle opportunità offerte dalla legge re-gionale 215 a sostegno dell’imprenditoria fem-minile (in collaborazione con la Camera diCommercio).A livello sovra-comunale i Servizi Sociali colla-borano con l’Unicef provinciale nell’organizza-zioni di attività a favore dei diritti dell’infanzia(per esempio la manifestazione “Sindaci &Sindaci”) e con il Piano di Zona per il coordina-mento degli interventi finanziati con la Legge 45(Fondo Nazionale Lotta contro la Droga).

Per avere maggiori informazioni è possibilecontattare l’Ufficio Servizi Sociali al numero0331.928180 oppure via mail:[email protected]

I Servizi ComunaliPer conoscere i servizi, ma anche glioperatori: che cosa si fa, che cosa si puòfare, che cosa si deve fare

Open-Day all’Asilo Nido per il 25 anniversarioIl 1° maggio 2005 ricorre il 25° anniversario di apertura dell’Asilo Nido “IlPiccolo Principe” di Sesto Calende.Cogliamo l’occasione di questa ricorrenza per offrire ai cittadini la possibili-tà di visitarlo e di conoscerlo. A questo proposito le educatrici saranno pre-senti SABATO 30 APRILE DALLE 14,30 ALLE 18,00. Lo scopo è quello diriflettere e far riflettere sul servizio che svolge il nido sul territorio, attentoai bisogni dei bambino e delle famiglie.

Le educatrici

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Sesto dentro: i quartieri

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Luoghi e località, natura e storia, fatti e perso-naggi. In particolare questa volta si parla di…

Ricordo del Maestro Arcangelo ScartonUno dei lentatesi più noti e più significativi anche per la storia di Sesto Calende è stato il signorArcangelo Scarton, per più di venti anni maestro del corpo musicale “Giovanni Colombo”.Nato ad Arson, piccolo paese del bellunese vicino a Feltre, il giorno 08/08/1908 da Regina eGioacchino Scarton, penultimo di cinque fratelli, nel 1924 migrò a Lentate con tutta la sua fami-glia,come molti veneti dell’epoca. Negli anni precedenti lo scoppio della II Guerra Mondiale, tro-vò lavoro presso lo stabilimento SIAI Marchetti, iniziando la lunga e proficua collaborazione conl’allora banda “Dopolavoro Savoia Marchetti”. Nel 1938 sposò Agnese Colombo di Lentate, dal-la quale ebbe quattro figli, Alessandro, Ilario, Graziano e Mario.Dedicò tutta la vita alla cura degli affetti familiari e alla musica, una passione coltivata fin da ra-gazzo e che da autodidatta studiò sempre con grande impegno e dedizione, fino e a ricoprire ilruolo di “maestro della banda” non solo di Sesto Calende, ma anche di Castelletto Ticino eGolasecca nel biennio 1968-69, e, seppur per un breve lasso di tempo, di Villadosia. Si spense il24 giugno 1977, tre mesi dopo la scomparsa dell’amata moglie Agnese. Il 1 maggio 1953 diventò Maestro del Corpo Musicale “Giovanni Colombo”: sotto la sua direzio-ne e sotto la Presidenza del Cavalier Giuseppe Valentini, la banda cittadina riprese vita, dopo lalunga crisi interna del quadriennio 1949-53. Per cercare di conoscere meglio l’ “uomo” Arcangeloe quale ruolo abbia avuto il “maestro” Scarton nella storia del corpo musicale, abbiamo incon-trato l’attuale Maestro sig. Dario Benaglia, il Presidente Mauro Valentini e alcuni “veterani”, tut-ti musicanti che hanno suonato con Arcangelo durante la sua lunga direzione artistica; in parti-colare abbiamo avuto il piacere di parlare con i signori Besozzi, De Cesari, Gualtieri e Squellati.Ci hanno raccontato aneddoti e spaccati di vita preziosi per la ricostruzione del ritratto non so-lo di un singolo uomo, ma anche quello di un’intera generazione che, dopo le durezze e le pri-vazioni della guerra, aveva voglia di ricominciare tutto da capo, e che per questo si è rimbocca-ta le maniche con una tenacia e uno spirito di intraprendenza degni di ammirazione e rispetto.Dai loro ricordi e dalle loro parole cariche di emozione, ha preso forma l’immagine di un uomo,prima ancora di un maestro di banda, di grande carisma, che ha lasciato un segno profondo nel-la storia e nella vita di questo corpo musicale per il suo grande amore per la musica, e per l’en-tusiasmo e la voglia di suonare che trasmetteva ai suoi musicisti; “una persona della quale nonsi può dire altro che bene” come ha espressamente affermato il signor De Cesari. A giudizio del-l’attuale maestro, suo grande merito è stato quello di aver “plasmato” la banda cittadina e diaverla trasformata in un “gruppo amalgamato, ben strutturato, con un forte spirito di sodali-zio fra i componenti”, tanto che, dopo la morte di Arcangelo, il suo successore m°Bardelli “tro-vò un gruppo musicale già sistemato”. Afferma ancora il m° Benaglia: “Arcangelo è stata lapersona che ha buttato le basi solide per quello che il corpo musicale fa e rappresenta oggi. Èstato un precursore dei tempi e ha diretto la banda con grande elasticità mentale. Scarton eraun maestro – factotum: si preoccupava che tutto fosse perfetto. Ad esempio, poiché all’epocanon esistevano le fotocopiatrici, Arcangelo per ogni nuovo strumentista scriveva tutte le par-titure a china…aveva una bellissima calligrafia, molto nitida, tanto che ancora oggi usiamoalcune sue partiture”. Un’altra caratteristica di Arcangelo che ben rammentano tutti coloro chehanno lavorato e suonato con lui era la mitezza d’animo: come ha ricordato il signor Squellati“non si adirava mai con nessuno e non perdeva mai la calma. Sapeva trasmettere serenità achi gli stava vicino: ad esempio, quando provavamo un brano nuovo o più difficile degli al-tri, non appena capiva che eravamo un po’dubbiosi e titubanti ci diceva: ragazzi, non biso-gna mai avere paura perché il diavolo non è così brutto come lo si dipinge!”

Ilaria Scarton

Con questo primo numero del nuovo“Sestoinformazioni”, apriamo una piccolarubrica storica, nella quale tracceremosinteticamente la storia delle frazioni edei quartieri di Sesto. Abbiamo deciso diiniziare con Lentate perché, oltre a esserela più lontana geograficamente dal cen-tro, è anche la più giovane fra le frazionisestesi, in quanto fu unita al comune diSesto solo in epoca fascista. Inoltre, cre-do che nessuno dei miei compaesani dis-sentirà su quanto sto scrivere, fra noi re-sidenti esiste ancora un certo spirito di“sano campanilismo”, per cui a volte cisentiamo “altro” rispetto al resto delComune. Questo non significa che siamochiusi nei nostri cortili, solo che noi len-tatesi nutriamo tutti, chi più chi meno, unforte senso di appartenenza al nostro pae-sello, al quale siamo in fondo legati e af-fezionati, anche quando ci lamentiamoperché non c’è niente!Per ricostruire le vicende storiche diLentate, il testo più autorevole è il volumedi Elso Varalli San Materno da Lentà, dalquale sono tratte le informazioni qui riela-borate e le citazioni scritte in corsivo.L’origine del nome si perde nella notte deitempi: se la terminazione in –ate (comuneperaltro a molte località della zona) indu-ce a ipotizzare una genesi celtica, la pre-senza, lungo l’antica via che attraverso i boschi conduce a Comabbio, del cosiddetto Sasso della pe-dana (un masso sul quale furono incise sei coppelle dal significato votivo o di indicazione stradale)probabilmente testimonia la frequentazione di Lentate già in epoca romana. Tale tesi sembra suffra-gata anche dalle segnalazioni dell’esistenza di reperti lapidei rinvenuti nell’Ottocento.Anche il “castello” di Lentate è una grande incognita, perché, come scrive Varalli, “non si conosce néla sua l’epoca di costruzione né la committenza. Certamente prima di essere utilizzato nel XII se-colo come monastero dovette svolgere funzioni difensive, stante la sua struttura di casa forte, l’u-bicazione elevata e la poca distanza dai castelli di Angera, Arona, Somma Lombardo e da altri ca-stelli minori della zona. Unico dato certo è la presenza delle monache documentata da una perga-mena conservata presso l’Archivio di Stato di Milano.[…] Nel corso del XIV secolo, non se ne conoscono i motivi, ma certamente per iniziativa dellaCuria ambrosiana, le monache di Lentate sono incorporate nell’ordine delle Benedettine, congre-gazione cassinese di Santa Margherita, facente capo al monastero di San Pietro in Gessate, ove ri-siede la Monaca Superiore”. Le monache di santa Margherita abitarono in “castello” fino all’anno1873, anno in cui per effetto del Trattato di Tolleranza emanato dall’Imperatore Giuseppe II d’Austria,tutti i beni furono incamerati dallo Stato. Attorno al castello si sviluppò il borgo e si costruirono le abi-tazioni dei massari; nel 1844 furono venduti i primi appezzamenti,e dopo il 1925 con il frazionamentodel dominus il paese cominciò ad assumere l’attuale conformazione. Le vicende di Lentate sono state a lungo intrecciate con quelle del “feudo” di Angera e con quelle delComune di Taino, a cui fu annesso durante il periodo napoleonico, per la precisione nel 1807, quandouna legge del Regno d’Italia riorganizzò i comuni più piccoli. Quando la Storia si intreccia con le “gen-ti meccaniche”!Tale aggregazione fu confermata anche dopo la caduta dell’astro napoleonico, durante il periodo del-la Restaurazione, che vide il ritorno degli Austriaci in Lombardia. Nel 1822, però, il paese di Lentatefu unito a Osmate. Dopo la II Guerra di Indipendenza, in tutta la Lombardia ormai unificata al Regnodi Sardegna entrò in vigore una nuovo legge comunale che stabilì l’istituzione dei consigli comunali.La provincia di Como venne ripartita in 21 distretti, e il ventesimo, quello di Angera comprendeva 14Comuni, fra i quali Lentate con Osmate, il cui capoluogo era Lentate. Il 12 novembre 1862 il ConsiglioComunale di Lentate con Osmate deliberò all’unanimità di modificare il nome del capoluogo daLentate a Lentate Verbano, per evitare errori di omonimia con la cittadina sul Seveso. Il re VittorioEmanuele II firmò il decreto che autorizzava l’uso della nuova denominazione il giorno 8 agosto 1863.

(continua a pag. 13)

I sentieri neiboschi di LentateTra Lentate e Oriano, una passeggiata rilas-sante.Monte Pelada, Monte della Croce, Monte delPorto, Poggio d’Oriano, sono questi i nomidei principali rilievi che dominano le collinemoreniche messe in posto dalle masse gla-ciali decine di migliaia di anni fa. Si distri-buiscono da nord a sud in un calando di quo-te lungo la dorsale boscosa che unisceLentate Verbano ad Oriano, sulla spondaorientale del Torrente Lenza.

Chi, osservasse una carta topografica delluogo edita dall’Istituto Geografico Militaree rilevata negli anni a cavallo tra il XIX e XXsecolo, noterebbe un fitto intreccio di sen-tieri lungo i versanti, percorsi un tempo fre-quentati perché i boschi costituivano unadelle principali fonti di sostentamento perl’economia rurale: legname, castagne, sel-vaggina, funghi, ecc.Di quei percorsi oggi sopravvivono pochetracce, la maggior parte, abbandonata la ma-nutenzione dei boschi, si è degradata e di-viene via preferenziale di scorrimento delleacque durante le piogge.Una di queste vie ha trovato nuova vita gra-zie all’idea, partorita negli anni 70, di realiz-zare una rete di itinerari escursionistici eu-

ropei a grande percorrenza. Nel tratto di ter-ritorio da noi considerato transita infatti, ilSentiero Europeo E1, segnalato da cartellibianco rossi, è nato nel 1972 ed al momento,si sviluppa con continuità da Padborg, citta-dina danese, fino al Parco Nazionaledell’Abruzzo.Proveniente da Osmate, il sentiero direttoverso sud, lambisce l’abitato di Lentate pas-sando al confine tra coltivi e bosco, si portasulla carrozzabile in prossimità della localitàSanta Fè oltre la quale s’inoltra di nuovo nel-le colline sempre ben segnalato in direzionedi Oriano, ove sbuca in prossimità delCentro Parco “Oriano”, struttura legata alParco del Ticino che si occupa di educazio-ne ambientale, escursionismo, prossima se-

de di un centro di reintroduzione dellaCicogna Nera.L’itinerario (5 km circa) da Lentate fino aOriano, di facile percorrenza, si compie inun ora e permette di attraversare boschi dicastagno (governati sia a ceduo che ad altofusto), querce e pino silvestre, nei cui sotto-bosco occhieggiano numerosi massi erratici.Alle pendici del Poggio d’Oriano, s’incrociainoltre, il “Sentiero delle MeraviglieNascoste”, itinerario escursionistico am-bientale che da Oriano giunge fino a SanVincenzo, quest’ultima via purtroppo è anco-ra priva di segnaletica. Buona passeggiata.

Cristiano NericcioGeologo e Guida Escursionistica Ambientale

I TESTIMONI DI GEOVA DI SESTO CALENDERICORDANO LA MORTE DI GESÙ

SESTO CALENDE. I Testimoni di Geova di tutto il mondo commemorano la morte del nostro Signore Gesù Cristo giovedì 24 Marzo2005. Anche a Sesto Calende si raduneranno nel locale ubicato presso il “Parco Europa” (Località Sant’Anna - Sesto Calende).

Si tratta della più importante celebrazione di questa confessione cristiana, che trae origine dal comando che diede Gesù stes-so agli apostoli durante l’ultima cena: “Continuate a fare questo in memoria di me”.

Lo scorso anno, hanno assistito alla celebrazione in tutta Italia ben 433.242 persone, tra Testimoni di Geova e simpatizzan-ti nelle oltre 3.000 congregazioni. Come avviene in tutti gli incontri dei Testimoni, l’ingresso è libero e non si fanno collette.

Ogni anno la commemorazione della morte di Gesù, viene celebrata dai Testimoni di Geova nel giorno in cui morì il Figlio diDio, corrispondente al 14 Nisan del calendario ebraico.

La celebrazione avrà inizio con un canto e una breve preghiera. Dopodiché un ministro di culto pronuncerà un discorso perchiarire le ragioni per cui Geova Dio mandò Suo Figlio sulla terra a morire per tutta l’umanità.

Come fece Gesù durante l’ultima cena, saranno passati tra i presenti pane non lievitato e vino rosso, che la Parola di Dioidentifica come simboli rispettivamente per il corpo e il sangue del Figlio di Dio.

Infine, un altro canto e una preghiera concluderanno la cerimonia, che durerà complessivamente circa un’ora.I Testimoni di Geova di Sesto Calende invitano cordialmente tutti ad assistere alla Commemorazione della morte di

Gesù, che si terrà il 24 Marzo 2005 presso il locale sito nel “Parco Europa” (località Sant’Anna - Sesto Calende) alle ore 20.00

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Quattro passi nella storia di Lentate Verbano

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NOVANTACINQUE ANNI DEDICATI A SESTO

L’AssociazionePro Sesto CalendeEra il 30 gennaio 1910 quando si svolgeval’assemblea costitutiva della “Pro SestoCalende, società per il benessere pubblico,con scopi sociali atti a valorizzare, inco-raggiare e promuovere tutte le iniziativelocali che comportino vantaggi per il pae-se”; Presidente fu nominato il farmacistaGiovanni Giardini e con lui un consiglio di-rettivo di tutto rispetto; la quota associativaera di tre Lire.Da allora, la Pro Sesto Calende ha attraver-sato anni di eventi storici come la Guerra diLibia del 912, il periodo fascista e le due

Guerre Mondiali che ne rallentarono l’attività. Nel 1949, al rifiorire di nuove ini-ziative culturali, viene costituita la Società Cesare da Sesto, che affiancheràl’Associazione Pro Sesto Calende nell’interesse per l’archeologia, la pittura e lascultura.A tutt’oggi la Pro Sesto, chiamata spesso confidenzialmente “Pro-Loco”, ospitanelle sue sale di Viale Italia mostre di pittori di notevole prestigio, con un occhiodi riguardo per gli artisti della nostra zona, e conta un centinaio di associati.Il maggiore successo degli ultimi anni è senza dubbio la serata dello spettacolo pi-rotecnico che è divenuto un appuntamento ormai atteso da migliaia di persone, lestesse che affollano il lungo fiume e la spiaggia il quarto sabato di luglio. È unatradizione anche Sextum Mercatum, il mercatino dell’antiquariato e collezionismoche si svolge il terzo sabato di ogni mese.Le iniziative culturali e di intrattenimento rivolte alla valorizzazione di SestoCalende sono molteplici, specialmente nei mesi estivi. Si inizia alla fine di aprilecon Sesto Fiorita, esposizione di Azalee e Rododendri che trasforma il centro sto-rico in un bellissimo giardino che ospita centinaia di visitatori, per proseguire amaggio con il concorso di pittura, alla quinta edizione nel 2004 con 103 parteci-panti, fino ai concerti della Gioventù Musicale nella splendida scenografia del-l’antica chiesetta di San Vincenzo.Un evento inaugurato proprio la scorsa estate, e che nelle intenzioni dell’attualepresidente Romano Marafini vuole diventare un appuntamento fisso, è “Poesia eMusica” che ha divertito i sestesi con le poesie dialettali di Giovanni Bonfini eLuigi Crenna, accompagnati da musica che ha spaziato dalla grande tradizionelombarda al jazz.L’Associazione Pro Sesto Calende si occupa anche dell’allestimento della casettadi Babbo Natale che per tutto il mese di dicembre accoglie le letterine dei bambi-ni, alle quali dà anche risposta: questo Natale è stata raggiunta la cifra record di410 “missive” arrivate perfino da fuori provincia.Ben 300 hanno avuto risposta grazie alla disponibilità del consigliere PierluigiBesozzi!Tra le competenze dell’Associazione ci sono anche la gestione della spiaggia diLisanza, la pulizia di Viale Italia e la funzione di Ufficio Turistico e di Informazionesul territorio sestese.Interessante anche l’iniziativa editoriale di “Strettamente Sestese”, una collana de-dicata alla Storia della nostra cittadina e che dal 2000 esce con una nuova pubbli-cazione ogni anno: l’ultimo nato è infatti il volume “Sesto Calende - Cenni storicie Immagini di un tempo” uscito Io scorso mese di dicembre.Per il 2005 la nostra Pro Loco ha già presentato il calendario delle mostre di pit-tura che si terranno nelle sale di Viale Italia, mentre per gli eventi estivi si stannoraccogliendo ora le idee e le proposte.Ecco quali saranno gli artisti ospitati:

dal 25 febbraio al 9 marzo Giuliano Belmontedall’11 al 23 marzo Dietrich Bicklerdal 25 marzo al 6 aprile Bruno Ceselindall’8 al 20 aprile Mariangela Baidal 22 aprile al 4 maggio Giovanni Oteridal 6 al 18 maggio Paolo Umberto Pellizzaridal 20 maggio al 1 giugno Claudia Daveriodal 3 al 15 giugno Pier Luigi Parnisaridal 17 al 29 giugno Massimo Dal Tindal 1 al 13 luglio Giuliano Pisatidal 15 al 27 luglio Sonia Maccachedal 29 luglio al 10 agosto Ottavio di Noladal 12 al 24 agosto Mario Castellanidal 26 agosto al 7 settembre Roberto Soligodal 9 al 21 settembre Carlo Zaccaridal 23 settembre al 5 ottobre Carlo Ribecchi

L’Associazione Pro Sesto Calende raccoglie adesioni per il 2005, la tessera annua-le costa € 10,00. Il sito è www.prosestocalende.itInformazioni storiche tratte da “Quaderni sestesi n. 8” di Elso Varalli.

Rossana Girotto

Sesto dentro: Collaborazioni

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Collaborazioni regolari ed occasionali dicittadini di Sesto Calende: notizie su fatti edeventi, pareri ed opinioni, dibattiti proposti econclusioni condivise

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Gocce di NaturaCari lettori, come avrete già notato SestoInformazioni si è rinnovato, ma questa rubrica restae continuerà a farvi conoscere nuovi angoli e specieanimali o vegetali, nonché problematiche, del nostrobellissimo territorio. Ringrazio la nuova redazionedel periodico per questo desiderio di continuità e perla fiducia accordata; inoltre voglio ricordare con gra-titudine la redazione uscente per la collaborazione ela disponibilità mai venute meno in questi anni.Chi desiderasse informazioni può rivolgersi inBiblioteca o telefonare al n° 0331-920351

PRENDERE ESEMPIO DA LORO …Niente…Il vuoto assoluto! Sono quasi tre settima-ne che cerco un argomento per questo articolo e,nonostante sia già alla scadenza per la consegna, nonho ancora trovato nulla. Ci sono periodi in cui le ideeproprio non vengono, e anche ciò che solitamente cipiace risulta noioso, si è svogliati o disillusi…Poi mi è capitato di pensare a come gli altri animalidifficilmente si scoraggino, e non smettano mai dilottare. Espressioni per noi sinonimo di impossibilitào sforzo disperato sono spesso per loro “ordinariaamministrazione”. Giusto per fare un esempio: i tri-toni sono ottimi arrampicatori e, se una lastra di ve-tro, per noi apparentemente liscio e impossibile dascalare, si frapponesse fra loro e la libertà, essi inmen che non si dica avrebbero riconquistato que-st’ultima. Insomma, non farebbero altro che “arram-picarsi sugli specchi”. Anche la fantasia, che è da noi considerata una dotedi pochi, e che spesso si perde crescendo, è un aspet-to comune negli animali. Forse definirla fantasia nonè del tutto corretto, e rientra in quell’ampio spettro dicomportamenti animali che vengono da noi visti inmodo distorto, e che tendiamo ad umanizzare, sba-gliando. Si pensi, però, a come gli uccelli creino nidi di ogni ti-po, e in situazioni completamente differenti: sugli al-beri, all’interno degli alberi, scavando in piccoli mu-retti di terra, e ancora, servendosi di ambienti antro-pizzati, sotto tetti, all’interno di case diroccate o fie-nili, in buchi nei muri… Capita spesso di rinvenirepiccoli nidi di passeriformi che, per realizzarli, si so-no serviti, oltre che dei soliti rametti o pagliuzze, an-che di materie plastiche, pezzi di corda o di rete; in-fine, a rendere più morbido ed accogliente l’interno,è stato aggiunto uno strato di piume e piumini, maanche peli di altri animali: a quanto pare nel mio giar-dino i più graditi sono i lunghi peli morbidi che per-de il mio cane!È altresì interessante ricordare come molti insetti,ma anche certi piccoli vertebrati, quali gamberi, anfi-bi e rettili, possano variare leggermente la loro colo-razione per adattarsi all’ambiente in cui vivono. Nonsto parlando di strane specie che vivono a chilometridi distanza da noi, ma, per esempio, delle larve di sa-lamandra facilmente rinvenibili nelle pozze più tran-quille dei nostri ruscelli; se trasferite da una pozzacon fondo chiaro (sassi, ghiaia) ad una dal letto scu-ro (terra, foglie), in poche ore la loro pelle diventasensibilmente più bruna, per mimetizzarsi con mag-gior facilità. Per non parlar poi delle raganelle, chearrivano ad assumere toni bluastri se messe in unambiente con le pareti di questo colore.Tutti questi comportamenti bizzarri e, per noi, asso-lutamente impossibili, rientrano nel concetto genera-le di adattamento, che ogni animale deve sviluppare,e all’occorrenza mutare, per poter sopravvivere nelsuo habitat d’elezione o in uno differente (o, che poi

è la stessa cosa, nel suo ambiente naturale variato daagenti esterni, che, quasi sempre, si riducono all’ope-ra diretta o indiretta dell’uomo). Noi esseri umani, invece, siamo gli unici animali chehanno perso del tutto la loro capacità di adattamen-to, se non in possesso dei mezzi fornitici dalla (più omeno) moderna tecnologia. La maggior parte di noi,se privata di ogni utensile o vestito, e messa in unambiente estraneo, morirebbe. Ci scoraggiamo allasola idea di fare qualcosa che non ci piace, chissà seal momento del bisogno saremmo ancora capaci dirisvegliare il nostro spirito di sopravvivenza?

PROGETTO ROSPI LOMBARDIALentate 2005 Anche quest’anno, da metà febbraio a metà marzo,sarà attivo il Progetto Rospi Lombardia che, coinvol-gendo decine di comuni in tutta la regione, contri-buisce alla salvaguardia degli anfibi. In questo periodo, infatti, spostandosi dai luoghi disvernamento a quelli riproduttivi, si trovano spesso adover attraversare strade trafficate, sulle quali lamaggior parte muoiono, schiacciati dalle ruote deiveicoli in transito. Si assiste così a orrende stragi,con conseguente drastico calo del numero di indivi-dui (e molte specie sono già sull’orlo dell’estinzione);inoltre possono anche accadere incidenti, soprattut-to ai motociclisti che frequentemente, colpendo l’a-nimale, perdono il controllo del mezzo ed escono distrada.Proprio per cercare di ammortizzare, se non debella-re, i danni a cose e persone e le stragi di anfibi, è at-tivo anche a Sesto Calende, nella frazione di Lentate,un servizio di volontari che, grazie a delle barriere diplastica, catturano gli anfibi e li trasportano sull’altrolato della strada. Il gruppo di volontari, coordinatoda Francesco Miglierina, svolge il suo “compito” tut-te le sere, da quando cala il sole per circa due ore,permettendo così a circa cinquemila anfibi di potersisalvare e riprodurre.Chi fosse interessato a partecipare come volontario,o volesse solo delle informazioni, o poter assistere allavoro, ed avere così l’opportunità di vedere animalischivi ma affascinanti, può telefonare al numero0331-920351.

Lucio

Ritratto di Giovanni Giardini nel1919 a firma R. Testi

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La pagina delle scuole

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Uno sguardo sul mondo giovanileattraverso gli occhi e le penne deglistudenti delle scuole superiori sestesi

Una studentessa intervista un’artista sesteseLa nuova stagione teatrale alla Scala di Milano si è aperta il 7 dicembre 2004 dopo trentamesi di restauri che hanno ridato luce a questo famoso teatro. Lo scorso 15 gennaio è sta-ta inoltre riproposta una rappresentazione simbolica: l’opera di Salieri “Europa ricono-sciuta” che aveva nel 1778 inaugurato l’apertura di questo celebre tempio della lirica.La direzione di Riccardo Muti e la regia di Ronconi hanno portato in scena un’opera dalcarattere intenso e coinvolgente, all’interno della quale è doveroso e interessante, soprat-tutto per noi sestesi, soffermare l’attenzione sul personaggio di “Asterio”: importante fi-gura maschile interpretata dalla nostra concittadina Anna Chierichetti. La soprano pro-fessionista, collaborando con cantanti lirici come il tenore Giuseppe Sabbatini, la mezzosoprano Anna Hallemberg e Diana Damnrau nel ruolo di “Europa” protagonista, ha sapu-to cogliere questa importante opportunità che aggiunge valore alla sua carriera.Il nostro giornale le ha rivolto qualche domanda per saperne di più sul mondo della lirica:

Come e quando è nata la sua passione per il canto?Fin da bambina fui incoraggiata dai miei genitori a prendere lezioni di pianoforte: così nac-que il mio interesse per la musica ed il canto che divenne col tempo sempre più profondo.Fu poi per mia iniziativa che iniziai a cantare in un coro quando ero ancora piccola. La li-rica è sempre stata la mia vocazione infatti, a sedici anni decisi di seguire lezioni di cantoe successivamente mi iscrissi al conservatorio.

Che importanza ha il canto nella sua vita?Il canto è oggi la mia professione e coinvolge tutta la mia vita. Fare la cantante è qualco-sa che mi piace e che faccio con passione ed entusiasmo, anche se questo è un mestiereincerto perché non garantisce uno stipendio e degli orari fissi, spesso infatti sono co-stretta a lavorare anche durante le feste.

Ha dovuto affrontare particolari sacrifici o rinunce per realizzare il suo sogno?Io non parlerei di rinunce o sacrifici, certo, ho affrontato difficoltà legate ad esempio ainumerosi viaggi che ho fatto per lavoro e naturalmente agli studi che ho seguito al con-servatorio, ma queste cose penso facciano parte di questa professione e quindi le si af-fronta tranquillamente.

La Scala di Milano era il suo sogno nel cassetto?Sicuramente la Scala è una grande ambizione per qualunque cantante lirico in generale elo è stata anche per me. In particolare la mia ultima esibizione del 15 gennaio, ripropo-nendo l’opera inaugurativi del 1778, è stata un’occasione importante per la mia carriera.

Da quanto tempo canta alla scala di Milano?Ho iniziato a cantare alla Scala nel 1991 come corista e ho proseguito fino al 1997 quandomi sono licenziata per iniziare la carriera di solista. Nel 1995 ho partecipato al concorsoAS.LI.CO. che dà la possibilità a giovani cantanti lirici di debuttare e infatti in quell’annoho avuto la mia prima parte come cantante solista nell’opera ”Elisir d’amore” rappresen-tata al teatro di Novara.

Occorre una grande preparazione per esibirsi in un tempio lirico come la Scala diMilano?Si, indubbiamente alle capacità personali bisogna affiancare una buona preparazione tec-nica che si ottiene fondamentalmente con gli studi di canto al conservatorio e, successi-vamente, prima di un’esibizione, con un’attenta preparazione che generalmente dura unmese. Per ogni opera bisogna infatti studiare tutte le battute a memoria e allo stesso tem-po occorre analizzare il proprio personaggio per poter interpretarne al meglio il ruolo.

Quali sono i suoi progetti futuri?Certamente ho intenzione di proseguire nella mia carriera di cantante soprano che, fortu-natamente, sta vivendo un momento felice. Parteciperò alla rappresentazione di “Il ritor-no di Ulisse in Patria” di Monteverdi che si terrà in Spagna ad Oviedo il prossimo settem-bre.

UN IN BOCCA AL LUPO DA TUTTI I SESTESI!

Valentina Montanari

PRESENTAZIONE DELLA MOSTRA“DAL CUORE DELL’EUROPA ALLAVALLE DEL PO”Domenica 28 novembre 2004 alle ore 11.30 le portedel museo civico di Sesto Calende si sono aperte perospitare l’inaugurazione della mostra celtica che co-involge anche i musei di Varese e di Arsago Seprio.Una piccola folla di curiosi e di persone interessateall’evento, tra le quali noi, studenti di I liceo alMericianum di Sesto Calende, si è unita al gruppo de-gli organizzatori per entrare nel museo e iniziare unabreve visita prima che i discorsi d’inaugurazioneavessero inizio.All’entrata i primi oggetti esposti erano alcuni vasi euna lancia di provenienza locale come d’altronde losono tutti i reperti presenti nel museo.Più avanti, in un’apposita teca erano conservati i re-sti di un costume femminile: una collana, dei monili ealcune paia di orecchini assieme ad una cintura.Sulle pareti della stanza, tra i pannelli appesi, due inparticolare trattavano il tema delle due “tombe delguerriero” ritrovate in questa zona: la prima, scoper-ta nel marzo 1867 da un contadino mentre arava ilsuo campo a Castiona, è conservata nel museo ar-cheologico di Milano e conteneva oggetti di ceramicagolasecchiana, una spada con fodero, un elmo, unacalotta, un carro a due ruote e una lancia di ferro; ilreperto è datato VII sec. a.C. La seconda tomba, sco-perta nel 1928 durante i lavori per la costruzione diun asilo, conteneva al suo interno anche un carro; ciòdenota l’influenza etrusca sulla civiltà golasecchiana,e fa capire come esistesse un’aristocrazia delle armi.Poco dopo, gli organizzatori ci invitano a salire al pia-no di sopra dove gli interpellati iniziano i loro discor-si di presentazione.Il primo a parlare è il sindaco che descrive la civiltàgolasecchiana come una delle più importanti cultureceltiche d’Europa e racconta l’importanza del tempo-raneo ritorno della tomba del guerriero a Sesto; suc-cessivamente ringrazia la famiglia Bellini di SommaL. per aver donato al museo la sua collezione privatacomprendente ben 100 reperti tra vasi, e quant’altro,e ricorda l’impegno di una delle persone che si sonointeressate a tutto questo e che è scomparsa da poco:la dottoressa Maria Adelaide Binaghi.È il turno, poi, del sovrintendente regionale che sot-tolinea come questa mostra, che prima comprendevasolo la sede di Varese, sia stata estesa anche al museodi Sesto e di Arsago; aggiunge che bisogna rendersiconto che i celti non sono soltanto i Galli ma anchepopoli di altre provenienze europee.Infine è il momento dell’etruscologo, il dottorAlessandro Morandi che nel continuare i discorsi sul-le tribù celtiche racconta come lo scrittore Tito Liviodescrivesse queste popolazioni come quelle che han-no “sconvolto” il nord-Italia e hanno reso selvaggequelle preesistenti.L’esperto continua, poi, spiegando la sua ipotesi del-l’esistenza di una lingua celtica parlata in queste zonee come le popolazioni celtiche venissero consideratein un certo senso più barbare dalle altre.In realtà i celti residenti nella zona tra Castelletto,Sesto e Golasecca avevano una specie di predominiodei traffici di metalli e stagno perché situati vicino allago Maggiore e al fiume Ticino; questo favorì il lorosviluppo e l’inizio dell’uso della scrittura.Al termine dell’inaugurazione abbiamo avuto l’oppor-tunità di intervistare il dottor Morandi, docente del-l’università “La sapienza” e studioso di lingue antichepre-romane, porgendogli due domande:Dottor Morandi cosa pensa del museo civico diSesto Calende?Ritengo questo museo una testimonianza diretta diquesta civiltà perché contenente reperti del territoriosu cui è situato.Che importanza può avere per un etruscologo la ci-viltà celtica e i reperti contenuti nel museo?Una grande importanza se teniamo conto che le dueciviltà sono collegate tra di loro perché l’alfabeto, equindi la lingua celtica, deriva da quello etrusco.

I liceo Scientifico Mericianum

ACCORDO DI COLLABORAZIONE TRA ILCOMUNE E GLI ISTITUTI DI ISTRUZIONESUPERIORE DI SESTO CALENDE PER LAREDAZIONE DEL PERIODICO COMUNALEPremesso che il Comune di Sesto Calende pubblicaun periodico di informazione, cronaca e cultura diinteresse locale denominato “Sesto CalendeInformazioni”;tenuto conto che la cura di detta pubblicazione è af-fidata ad un apposito Comitato di Redazione e cheDirettore Responsabile ne è il Sindaco pro-tempore;considerato il ruolo che gli Istituti di IstruzioneSuperiore hanno nel tessuto sociale del comune diSesto Calende, tenuto anche conto dell’elevato nu-mero di iscritti;dato atto che il Comune di Sesto Calende auspiche-rebbe l’avvio di una stretta collaborazione tra EnteLocale ed istituzioni scolastiche finalizzata allaCostituzione di un gruppo di lavoro, composto da undocente di riferimento e da studenti di ciascun isti-tuto, che svolga un attivo ruolo di collaborazione asupporto dell’attività del Comitato di Redazione delperiodico comunale;tra il Comune di Sesto Calende, avente sede….....rappresentato da___________________ e gli Istitutidi Istruzione Superiore… aventi sede… a SestoCalende e rappresentati rispettivamente dalPreside_____ e dal Preside Prof ________________

si conviene e si stipula quanto segue:

Art 1) il Comune di Sesto Calende affianca alComitato di Redazione del periodico comunale“Sesto Calende Informazioni” un gruppo di collabo-ratori costituito da studenti degli Istituti diIstruzione Superiore presenti nel territorio comuna-le.Art. 2) ogni Istituto Superiore, all’inizio dell’annoscolastico ed in piena autonomia, invia al comunel’elenco degli studenti disposti alla collaborazionenella redazione, controllo, sviluppo dei testi e degliargomenti da pubblicare sul periodico comunale edil nominativo del docente di riferimento per ogniIstituto che manterrà il necessario collegamento traistituzione scolastica, ente locale, comitato di reda-zione e studenti collaboratori.Art. 3) la collaborazione da parte degli studenti nonsarà intesa esclusivamente come stesura di testi vol-ti a completare i singoli numeri del periodico comu-nale, ma si svilupperà con un rapporto che partendodalla definizione con il Comitato di redazione degliargomenti da trattare proseguita nel loro sviluppo si-no a giungere alla definitiva stesura ed ai successivicontrolli di correzione delle bozze e di impaginazio-ne.Art. 4) in considerazione del fatto che la GiuntaMunicipale procede, quindicinalmente, alla pubbli-cazione di un foglio informativo principalmente de-dicato a notizie di natura amministrativa, il periodi-co comunale, salvaguardata la condivisione della li-nea editoriale tra redazione ed amministrazione co-munale rappresentata dal Sindaco che ne assolve lafunzione di direttore responsabile, dovrà essere in-teso prevalentemente come strumento informativo edi stimolo che ponga particolare attenzione all’ap-profondimento delle questioni amministrative e del-la vita culturale-sociale-sportiva della comunità se-stese.Art. 5) la presente convenzione ha la durata dell’at-tuale mandato amministrativo e pertanto decorreràdalla data di sottoscrizione della stessa sino allo sca-dere della amministrazione comunale ora in carica,previsto per la primavera dell’anno 2009.Letto, confermato e sottoscritto…

La “Pagina delle scuole” si propone di dar vita ad una collaborazioneorganica tra le scuole ed il periodico comunale; singoli studenti fanno giàparte della redazione, ma si vorrebbe da un lato offrire uno spazio dicomunicazione e riflessione ai giovani che frequentano le scuole superiorisestesi e dall’altro lato affidare ai giovani ricerche-azioni sul territorio.L’obiettivo è un obiettivo di partecipazione che dovrebbe permettere unaconoscenza reciproca ed uno scambio tra le diverse generazioni.Per questo motivo è stata redatta un’ipotesi di convenzione tra il comune egli istituti di istruzione superiore per la redazione del periodo comunale; ilprotocollo di intesa ha richiesto tempi di studio e di approvazione: unlavoro che si spera fruttuoso fin dal prossimo numero.

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Via Sempione, 62/A21018 SESTO CALENDE (VA)Tel. 0331 92.46.70 - Fax 0331 91.34.54 www.barberiauto.itUSCITA AUTOSTRADA PER SESTO CALENDE 1° SEMAFORO A SINISTRA e-mail: [email protected]

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Libri e film: a Sesto e per Sesto

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Lettori e spettatori, proposteed occasioni per leggere librie vedere film

Arsenio De Boni:opere 1946-2004È stato presentato nel mese di ottobre illibro dedicato al pittore sestese ArsenioDe Boni, un volume che percorre la vitaartistica del Maestro edito da IkonosEditore e curato dalla giornalista PaolaTrinca Tornidor.Nelle 160 pagine si trovano le immaginidelle opere di Arsenio De Boni, accanto atestimonianze di artisti, critici, amici edestimatori, oltreché di gente comune cheda sempre segue ed ama questo pittore.Con la creazione del Laboratorio di ArtiFigurative nel 1979, ha contribuito allaformazione di nuovi artisti del nostro ter-ritorio, permettendo a molti sestesi (manon solo) di avvicinarsi alla pittura e adaltre forme d’arte. Questa sua “creatura”è indissolubilmente legata a SestoCalende, alla cittadinanza ed ha saputocoglierne, e spesso guidare, l’espressivitàe l’essenza artistica che la pervade, comeportata dalla foschia del fiume…Patrocinato dalla Provincia e dal Comunedi Varese, il volume si apre con le prefa-zioni di Francesco Ogliari che ben sotto-linea la componente poetica dell’opera diDe Boni, e di Fabrizia Buzio Negri che neripercorre con perfetta sintesi la carrieraartistica. I testi di Paola Trinca Tornidor ela sua raccolta di testimonianze comple-tano alla perfezione questa biografia inte-ressante.La curatrice ha felicemente concluso il li-bro con una “chicca”: i versi della poetes-sa Gina Bonenti Mira d’Ercole, che con“Natale 1993” accompagna il Presepe rea-lizzato dal Laboratorio di Arti Figurativeispirato alla tradizione pescatoria dellanostra Sesto Calende.Il volume è acquistabile presso le due li-brerie di Sesto Calende (Tarantola eL’Angolo delle Fole) al prezzo di 20,00euro.

ARSENIO DE BONI: OPERE 1946-2004di Paola Trinca TornidorIKONOS EDITOREFotografie di: Angelo Veronesi, MarcoGavinelli, Gianfranco Girardi, AlbertoCherubini.

Rossana Girotto

Consigliato da un alunno delle scuole elementari

R. PIUMINI “Un amore di libro”,Salani 1999Il libro racconta la storia di due amiche cheandavano in biblioteca tutti i giorni da sole,insieme al venerdì.Un giorno lessero lo stesso libro “Il mistero diMagodan”, ma uno lo trovò scherzoso e l’altralo trovò triste; poi capirono che al libro era af-fezionata la bibliotecaria che quel giorno eraammalata; allora lessero un libro intitolato “Ilsegnalibri di Augusto” che raccontava di unuomo di nome Augusto che leggeva libri di av-ventura.Un giorno Augusto lesse “Le avventure di KarlPacumbo” ed, invece, dei segnalibri usò i suoicapelli senza accorgersi che ne perdeva tantie che alla fine sparivano tutti. Quando rimasesenza capelli, fece un’orecchietta e continuòa leggere.Arrivò al punto in cui Karl Pacumbo era im-prigionato in una torre, ma con i capelli cheaveva preso da Augusto Karl fece una corda escappò.Ma poi la barba cominciò a crescere e decisedi non tagliarla più.Questo libro è un racconto divertente ed ori-ginale che si legge facilmente, anche se non ètanto avventuroso.

ANDREA CREMONA

Consigliato da uno studente delle scuole superiori

ABRAHAM B. YEHOSHUA “Il responsabiledelle risorse umane”, Feltrinelli 2004

Un attentato al mercatodi Gerusalemme, tra levittime una donna privadi documenti.Un giornalista, abile masenza scrupoli, riesce ascoprire che la morta la-vorava per un panificio,

che non si accorge della sua mancanza e perquesto viene accusato di “mancanza di uma-nità”.Tocca quindi al direttore dell’ufficio del per-sonale (“il responsabile delle risorse umane”)riabilitare agli occhi dell’opinione pubblica laditta diventando responsabile dell’intera fac-cenda.È forse proprio l’aggettivo “responsabile” laparola chiave della narrazione di Yehoshua;“responsabile” non vuole dire colpevole, ben-sì farsi carico di un imperativo morale.Così il protagonista intraprende un’avventurache lo occuperà sempre più fino a condurlo amolti chilometri da casa, ma soprattutto, par-tendo da una tragedia ormai frequente nei ter-

ritori israeliani, il protagonista compie unviaggio interiore che lo porta a ricominciare avivere superando la barriera di indifferenzaed il muro di apatia dietro cui si era nascosto;un viaggio che gli farà riscoprire la propriaumanità proprio grazie ad una semplice don-na delle pulizie, immigrata, classificata solocome un numero privo di significato nel regi-stro del personale, di cui il “responsabile del-le risorse umane” neanche si ricordava il vol-to, nonostante la sua bellezza.Sicuramente un bel libro con cui Yehoshua,grazie anche ad una scrittura lineare e paca-ta, riesce a trasmettere un grande insegna-mento morale.

VALERIO TODESCHINI

PARLIAMO DI LIBRI E DI FILM, ma a SESTO e per SESTO

A Sesto Calende c’è una biblioteca e ci sono ovviamente dei lettori, grandi e piccoli. Abbiamo chiesto ad alcu-ni di essi di recensire dei libri letti ultimamente; la possibilità è offerta a tutti, basta consegnare in biblio-teca la recensione specificando la fascia d’età.A Sesto Calende e nei dintorni c’è l’opportunità di vedere dei film di qualità; ne parliamo e ne possiamo par-lare con il contributo dei lettori: a titolo esemplificativo brevi commenti ai film in programmazione aCINEMAsesto fino a marzo o come recensione o come presentazione (in allegato il programma con le date).

SESTOcinemaLA SPOSA TURCA di Fatih AkinVincitore un po’ a sorpresa al Festival di Berlino2004, Fatih Akin, di origini turche, è il primo registatedesco a vincere dopo 19 anni l’Orso d’oro. Titolooriginale “ Contro il muro “, è un’opera che traducei conflitti culturali in una tragedia simbolica(Nepoti) in una Istambul affascinante e paurosa.

ROSENSTRASSE di Margarethe Von Trotta Un film ispirato ad un fatto realmente accaduto ; èun racconto di una storia di donne coraggiose edintraprendenti che sostarono giorno e notte davantial palazzo di Rosenstrasse dove erano imprigionatii mariti ebrei in attesa di essere deportati nei campidi sterminio. Passato e presente si intrecciano erimandano a vicenda in un film rigoroso di una regi-sta che appartiene già alla storia del cinema e che èautrice anche del soggetto e della sceneggiatura.

LA MALA EDUCACIÓN di Pedro Almodovar“Un film-matrioska” con cui Almodovar “chiude iconti con la propria infanzia, ma soprattutto parladella Spagna, della fine del franchismo e di quelbagno improvviso di libertà in cui molti si bruciaro-no le ali” (Ferzetti). Un Almodovar, più privato emeno sorprendente, presenta un mondo in cui ilregista più che cattivi vede esseri travolti dalla pas-sione.

EROS di Antonioni, Wong-Kar e SoderberghTre cortometraggi per un film in cui tre registi fil-mano tre variazioni sul tema dell’eros.Wong-Kar, il regista di “In the mood for love”, pro-pone “La mano”, storia di una fascinazione che resi-ste nel tempo; Antonioni, il grande maestro del cine-ma italiano, filma nella Toscana d’oggi una coppia incrisi che non riesce a rinsaldare i proprio rapporto(“Il filo pericoloso delle cose”); Soderbergh presen-ta “Equilibrium” sulle ossessioni incrociate deisogni di un pubblicitario e degli sguardi furtivi delsuo psicanalista.

I DIARI DELLA MOTOCICLETTA di Walter SallesIl viaggio di Che Guevara e del suo amico AlbertoGranado attraverso l’America del sud dei primi anni’50 raccontato dal regista di “Central do Brazil” sullabase delle memorie del Che film prodotto daRobert Redford con la supervisione di Gianni Minà,è anche la storia di una grande amicizia ed il ritrat-to di Ernesto Guevara prima che diventasse il Che.

SE MI LASCI TI CANCELLO di Michel GondryUn film sorprendente con un linguaggio nuovo cirivela un grande attore, Jim Carey, spesso sottova-lutato o mal impiegato. Il registro giovanile e leframmentazioni volute del racconto propongono unfilm divertente, ma più ricco e curato di quanto sem-bri, da parte di un regista, noto per il suo passato epresente di regista di video musicali (Bjork, RollingStones, Radiohead) e di spot pubblicitari (Levi’s). Ilregista che ha esordito con “Human nature” si avva-le di un famoso sceneggiatore, Charlie Kafman.

LA RAGAZZA DELLE BALENE di Niki CaroLa regista neozelandese racconta tra realtà e storiaetnica il conflitto tra la piccola protagonista ed ilnonno, strenuo difensore del diritto maschile alcomando, in un piccolo villaggio sulle coste neoze-landesi abitato dai Maori. Apologo, favola, natura eracconto di formazione si intrecciano in un messag-gio di grande valenza educativa.

MELINDA E MELINDA di Woody AllenAllen è più amato in Europa che negli Usa e conquesto film, che ritorna ai temi di “Io e Annie”, inda-ga con due storie parallele il lato comico e dram-matico delle vicende umane. A vivere le due versio-ni della stessa storia è l’enigmatica Melinda: “La vitaè una tragedia, non ci resta che ridere” (Allen).

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“L’Ultimo Brigante”a Sesto CalendeIncontro con Vincenzo Labanca - autoredi tre romanzi sul brigantaggio

Sabato 5 marzo alle ore 18.00, nella Salaconferenze del Comune di Sesto Calen-de, il prof. Vincenzo Labanca presenterà isuoi tre romanzi:“Un Brigante Chiamato Libero”“Le Memorie di una Brigantessa”“L’Ultimo Brigante”Frutto di una ricerca durata oltre trentaanni sul fenomeno del brigantaggio nelSud dell’Italia post-unificazione, questi li-bri hanno avuto un’ottima affermazionedi vendite e di critiche (si ricorda, tra letante, la recensione di BeniaminoPlacido sulle pagine di “Repubblica” delluglio 2004) e lo scorso dicembre sonostati presentati al Museo del Risorgimen-to, Palazzo Dugnani, a Milano.Quella di Sesto Calende è l’ultima in or-dine di tempo di una lunga serie di pre-sentazioni fatte nelle più importanti cittàitaliane, da Bologna, a Firenze, a Bari, aCosenza, a Roma, e precede un’altra se-rie di incontri che vedrà il prof. Labancaandare a parlare di Briganti ad Arezzo,Perugia, Genova, Siena per finire conTorino, il giorno 8 marzo 2005 (festa del-le donne) per parlare del libro “LeMemorie di una Brigantessa), nonché da-re il via alla lunghissima tournée dellaCompagnia Teatrale che porta in giro perl’Italia lo spettacolo tratto dal secondoromanzo.L’ingresso è libero.

Sabato 5 marzo 2005, ore 18,00 - Sala con-ferenze Comune di Sesto Calende

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Sesto Forum

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La sintesi è riduttiva anche perché la finanzia-ria è artatamente complessa; in alcuni casi si saquale fondo viene attivato, ma non quelli chevengono cassati, in molti casi è difficile per ilprofano districarsi in commi di diversa ampiez-za e rilevanza.Abbiamo fatto lo sforzo di leggerla comma percomma e di riassumere per “pillole” alcuni ar-gomenti. È un lavoro da profani ovvero da sem-plici cittadini che vogliono informare altri citta-dini: la lettura dei commi di quell’unico articoloci ha insegnato peraltro che i giornali ne hannodato, per forza di cose, un’interpretazione piùche una documentazione e che, come ha dettoil Presidente della Repubblica, le leggi dovreb-bero essere accessibili a tutti, a partire dal lin-guaggio.Anche da questa esperienza nasce un invito ailettori: chi ha la voglia di sobbarcarsi l’analisi diuna legge, magari perché si interessa o deve in-teressarsi di particolari problematiche, invii al-la redazione la sua sintesi critica; sicuramentesi otterrà un’informazione più diretta del citta-dino e per il cittadino.Questo è il significato della sintesi che propo-niamo, non per punti (operazione impossibilesia per ragioni di spazio sia per mancanza dicompetenze specifiche sia forse, con tutta lamodestia del caso, per la stessa articolazionedegli infiniti commi di un unico articolo), maper pillole che potrebbero essere medicine te-rapeutiche o caramelline propagandistiche obocconi amari o qualcosa d’altro che un lettoreattento dovrebbe intravedere, se c’è effettiva-mente).

AssunzioniRiduzione della pianta organica delle ammini-strazioni statali non inferiore al 5% (escluseForze Armate,Vigili del Fuoco, Diplomazia ePrefettura, Magistratura, Avvocatura delloStato, Comparto Scuola ed Università); divietoassunzione a tempo indeterminato da parte del-le amministrazioni dello stato (anni 2005/2007)e blocco del turn-over; nuove assunzioni perPolizia (+ 1324) e Carabinieri (+ 1400).

BancheArriva anche per i privati la possibilità di ces-sione di un quinto dello stipendio (come acca-de per i dipendenti pubblici) per prestiti da par-te di banche ed assicurazioni non superiori pe-rò ai 12/5 annui. Aumentano per le banche lepercentuali da versare allo Stato a cauzionedelle somme riscosse per conto dell’erario.

Beni culturaliI Beni culturali inutilizzati o da restaurare pos-sono essere concessi in uso a privati che pos-sono detrarre dal canone i costi del restauro.

BolliAumento di bolli, imposte di registro, tasse diconcessioni governative,marche per i passa-porti, bollo sui conti correnti, imposte ipoteca-rie e catastali.

Cooperazioni internazionali e… solidarietàÈ istituito il fondo per le adozioni internaziona-li; è attivato il Progetto Aeneas come assistenzafinanziaria e tecnica ai paesi terzi in materia dimigrazioni; sono stanziati fondi (per spese mili-tari) per le missioni internazionali di pace; difatto, in quanto non stanziati, sono tagliati 250milioni di euro alle cooperazioni (lotta all’AIDS,malaria, tubercolosi).

FiscoIl punto è trattato a parte.

Giochi e scommesseIl valore della posta di gioco minima scende da3 euro ad un euro, ma la giocata minima rima-ne di 3 euro. Sono introdotte una nuova scom-messa ippica ed il nuovo gioco dell’estratto de-

terminato (illustrato nella finanziaria).

Innovazione e tecnologiaÈ istituito un fondo speciale per i giovani sedi-cenni “PC ai giovani”; benefici per l’acquisto diPC portatili a docenti e dipendenti pubblici;contributi per l’acquisto di decoder digitali.

Limite della spesa pubblica(o secondo la legge incremento possibile)Il contenimento della crescita della spesa èspalmato su tutte le amministrazioni (regola diGordon Brown), l’incremento della spesa è li-mitato al 2% rispetto al livello delle spese del2004.Per gli enti locali verrà fissata la spesa mediaper categorie di comuni (secondo la popolazio-ne) da valutare nel triennio 2001/2003: i comu-ni, che hanno avuto in quegli anni una spesamedia pro-capite inferiore al parametro che sa-rà fissato, potranno incrementarlo annualmen-te dal 2003 del 2% ; gli altri comuni hanno il di-vieto di assunzione ed indebitamento (patto distabilità interno 0.

Microdisposizioni per esigenze disparate10 milioni di euro al Fondo bieticolo779 mila euro al Calcio femminile2 milioni di euro alla scuola Jean Monnet10 milioni di euro per la continuità territorialedi Trapani, Pantelleria e Lampedusa1 milione di euro per le celebrazioni diCristoforo Colombo2 milioni di euro per 15 anni per la statale 38della ValtellinaE altre …..

NormativaNo ad incrocio dati telefonici per lotta all’eva-sione.Cancellato obbligo di presentazione da partedel contribuente dell’elenco clienti-fornitoriI manifesti politici abusivi condonati con appe-na 100 euro per anno e provincia: il responsabi-le non sarà il committente (il partito) ma chimaterialmente attacca il manifesto.Slittamento del pagamento delle rate del con-dono edilizio.

Sanità Sono stanziati 2 miliardi per risanare il dis-avanzo delle Regioni del Servizio SanitarioNazionale (2001/2002/2003). Le Regioni che sfo-reranno dovranno aumentare le addizionaliIrap ed Irpef.Dal 1 giugno il medico invierà per via telemati-ca all’INPS il certificato di malattia del lavora-tore.Aumenta la tassazione del fumo con la possibi-lità di individuare un prezzo minimo per i pac-chetti di sigarette che saranno solo da 10 o da20.

Scuola Garantito come tetto massimo, ma bloccato(anche a fronte degli anticipi previsti dalla ri-forma e di incrementi di alunni) l’organico didiritto dell’anno precedente; limiti all’assunzio-ne di specialisti di inglese nella scuola primariacon il ricorso a docenti già titolari riconvertiticon corsi interni; taglio alle spese per supplen-ze in sostituzione del personale assente.

SocietàCongedi per mamme di figli con handicap (ri-pristino del fondo della finanziaria Amato); 300milioni di euro per cassa integrazione; l’asse-gno per il coniuge a carico, per i dipendenti abasso reddito, non sarà più nella busta-paga delmarito, ma dovrà essere versato direttamentealla moglie casalinga.

Tagli ai trasferimenti alle imprese pubblicheMeno 90 milioni di euro alle Poste; meno 40 mi-lioni di euro alle Ferrovie ed all’Anas.

LA FINANZIARIA IN PILLOLE (medicine o caramelline o...?)

CHE COSA È LA LEGGEFINANZIARIA DELLO STATOLa legge n. 468 del 5.8.1978 impone l’obbligo per ilgoverno di presentare al parlamento entro il 30 set-tembre la legge finanziaria che deve essere appro-vata prima della fine dell’anno ; qualora ciò non av-venga, mancando in parole povere il programma dibilancio per l’anno, si fa ricorso all’esercizio finan-ziario provvisorio che impedisce una reale pro-grammazione degli interventi di spesa e di investi-mento. La legge, approvata il 30 dicembre 2004,consta di un unico articolo composto da 572commi (incredibile, ma vero) ed, al di là di un lin-guaggio ipertecnicistico da iniziati, ha un’articola-zione complessa in quanto non suddivisa in parti edin quanto la successione dei commi non permettesempre l’identificazione di specifici argomenti.Secondo la legge del 1978 la finanziaria ha lo sco-po di adeguare le entrate e le uscite del bilanciodello stato, delle aziende autonome e degli entiche si ricollegano alla finanza statale ed agli obiet-tivi di politica economica del bilancio e in partico-lare deve indicare i mezzi per far fronte a nuoveuscite: riguarda pertanto anche le amministrazionipubbliche nei suoi vari comparti e gli enti locali.La legge finanziaria può introdurre modificazionied integrazioni di legge che hanno riflessi sul bi-lancio dello stato, delle aziende autonome e deglienti che si ricollegano alla finanza dello stato; nel-la stessa legge è indicato il livello massimo del ri-corso al mercato finanziario. In termini tecnici sidefinisce come “legge rafforzata” nel senso chepone limiti di natura politica (ma non costituzio-nale) al legislatore ordinario.In realtà, già dal suo primo utilizzo, la legge è sta-ta adoperata come un omnibus (insieme di tutto)comprensivo di tutti gli aggiustamenti e le innova-zioni alla legislazione vigente che per ogni eserci-zio finanziario erano ritenuti necessari, diventan-do non tanto il principale strumento di attuazionedella manovra finanziaria del governo, quanto ilmomento del più vivace dibattito parlamentare suquestioni settoriali, spesso in contrasto con gliobiettivi generali di politica economica. Per questimotivi la legge n. 362 del 23 agosto 1988 ha opera-to una riconsiderazione complessiva stabilendoche la legge finanziaria deve contenere esclusiva-mente le regolazioni quantitative strettamente ne-cessarie a realizzare la manovra di politica econo-mica ed a prefissare il livello massimo teorico del-l’indebitamento a medio e lungo termine, al finedella copertura di tutte le spese previste nel bilan-cio dello stato.

Parliamo di Tasse e… ServiziIniziamo “SESTO FORUM” proponendo come tema di confronto “tasse e servizi”.Ci rendiamo conto che altri argomenti avrebbero potuto rappresentare un’occasionedi dibattito più ricco ed articolato, ma dovendo scegliere (solo per questa volta) ab-biamo preferito sottolineare il carattere informativo di queste pagine.Si è voluto collegare il problema delle tasse, almeno nel titolo, a quello dei servizi, per-ché strettamente connessi e perché la legge finanziaria avrebbe come finalità prima-ria il miglior funzionamento del Servizio dello Stato per il cittadino.“Tra tasse e democrazia c’è un rapporto strettissimo. Lo Stato moderno nasce quandoviene meno lo Stato patrimoniale, cioè lo Stato come patrimonio personale del re… Alposto del Regno patrimonio della Corona, c’è ora la Repubblica che è patrimonio ditutti; le imposte, insieme alla terra, alle coste, alle risorse naturali, ai beni culturali eda tutto il resto, formano questa patrimonio. C’è un patto tra i cittadini e lo Stato. Questidicono: noi ti paghiamo le tasse, tu ci fornisci i servizi; e i servizi non sono solo la po-lizia e i carabinieri, ma anche le strade ed il fatto stesso di poter vivere in armonia, sen-za che nessuno sia privo dell’essenziale. Il patto fiscale tra Stato e cittadini può esse-re rotto in due modi: o perché i cittadini evadono le tasse, o perché lo Stato si prendele tasse, ma non offre i servizi e smette di essere lo Stato”. (Raniero La Valle).Si parte da questa lunga citazione non per fare della letteratura sull’argomento, ma perstimolare il dibattito richiamando i valori in gioco ed i termini della questione, senzaperdere di vista però le situazioni concrete di tutti i giorni: quelle della vita quotidianadi sestesi e non ovvero quelle che ci stanno più a cuore.

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ED ALLA FINE FU FISCO...Un grande quotidiano nazionale ha chiesto ailettori di confrontare la propria busta pagadel mese di gennaio del 2004 e quella dellostesso mese del 2005 per vedere se il cittadinoci guadagna davvero dalla riforma o riforminafiscale, noi vorremmo più modestamentechiedere al cittadino sestese che cosa ne pen-sa o in quale modo si orienta nell’informazio-ne ricevuta o ricercata.Le novità della legge finanziaria riguardano:• Una nuova tabella delle aliquote di impo-sta e degli scaglioni di redditoFino a 26.000 euro 23 per centoOltre 26.000 euro e fino a 35.000 euro 33per centoOltre 33.500 euro 39 per cento• La trasformazione delle detrazioni per ca-richi di famiglia in deduzioni per oneri fa-miliariLe detrazioni diventano deduzioni cheabbattono il reddito imponibile;la baseimponibile è costituita dal reddito com-plessivo del contribuente al netto deglioneri deducibili. Le nuove deduzioni pergli oneri di famiglia si calcolano conuna formula (family area).• L’eliminazione delle detrazioni già previ-ste per i redditi di lavoro dipendente, per iredditi di pensione e per i redditi di lavoroautonomo e di impresa minore.• È introdotto un contributo di solidarietà Pari al 4 per cento e viene applicato sul-la parte di reddito imponibile eccedentel’importo di 100.000 euro.• È inserita una clausola di salvaguardia infavore dei contribuenti che dovessero subireper effetto della riforma un peggioramentodel loro trattamento fiscale.In sede di dichiarazione dei redditi , peril solo anno 2005, potranno applicare ledisposizioni del TUIR in vigore al 31 di-cembre 2002, ovvero quelle in vigore al31 dicembre 2004, se più favorevoli.

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Sesto Forum

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Per SESTO FORUM offriamo due contributi critici di Massimo Piscetta e Andrea Colombo

1. Uno dei capisaldi della finanziaria 2005è la riforma fiscale con l’applicazione del“secondo modulo” dell’Ire (Imposta suiRedditi, che sostituirà la precedenteIrpef). Chi trarrà maggior vantaggio (echi svantaggio) da questa riforma?Perché?

Le novità introdotte dall’art. 1 commi dal 349al 353 della legge finanziaria si inseriscononel disegno delineato dall’ampio progetto diriforma del sistema tributario, tracciato dallaLegge 7 aprile 2003 n. 80, con il quale fu pre-vista una riforma del sistema fiscale statalebasata su cinque imposte ordinate in un unicocodice.In base agli obiettivi stabiliti dall’art. 3 dellaLegge n. 80/03, l’Ire (cioè l’imposta sui redditi,fino ad oggi nota con l’acronimo Irpef) do-vrebbe prevedere due sole aliquote di imposta.I commi citati della finanziaria 2005 tendonoad avvicinare il sistema attuale, a tale modello,che é ipotizzato come ideale dal legislatore, in-troducendo alcune modifiche che incidono siasulle aliquote di imposta, sia sulle modalità dideterminazione dell’imponibile (l’importo cioèsul quale le aliquote sono applicate).Benché generalmente, a seguito delle novità,si realizzino risparmi di imposta rispetto allasituazione normativa precedente, l’effettocombinato dei due ambiti di intervento, rendemolto difficile e complesso, tentare di effet-tuare un’analisi di tipo generale su chi “gua-dagna e chi perde e quanto”. È consigliabile,invece, procedere all’esame di singole casisti-che personalizzate, come del resto la stampa(anche quella specializzata) sta facendo inqueste settimane.La profonda modica del sistema della detra-zioni d’imposta, concesse in presenza di fami-gliari “a carico”, trasformate in “deduzioni”dal reddito imponibile, comporta inoltreun’attività di pianificazione fiscale famigliareda parte del contribuente (del tutto nuova nelpanorama italiano) al fine di, imputando conaccortezza le deduzione concesse, cogliere ilmeglio dei vantaggi perseguibili.

2. L’economia Italiana nel 2004 è cresciutapoco (+1,4% la variazione del PIL – Il sole24 ore 31 dicembre 2004), soprattutto perla “debolezza” della domanda interna; ilmaggior reddito disponibile generato dal-l’applicazione del “secondo modulo” dellariforma fiscale, permetterà agli italianidi spendere di più favorendo una ripresadei consumi e quindi del PIL?

È una domanda che andrebbe posta a deglieconomisti. Tentando di analizzare la mano-vra attuata, senza tuttavia alcuna pretesa vi-sto il campo d’indagine che richiederebbecompetenze specialistiche ben più vaste dellemie, sembra evidente però, che la politicaeconomica messa in atto dal governo (alme-no per ciò che riguarda gli interventi nell’am-bito delle imposte dirette) rappresenti unesempio di politica espansiva dei redditi rea-lizzata per il tramite della leva fiscale. In ge-nerale una politica economica sui redditi di ti-po espansivo conduce, anche secondo i piùsemplici modelli di simulazione, ad un’espan-sione del prodotto interno per il tramite di unaumento dei consumi, i quali a loro volta in-ducono ad un aumento degli investimenti del-le imprese e ad un aumento di domanda di la-voro, innescando di conseguenza un poten-ziale ciclo espansivo.Le dinamiche connesse a qualunque tipo dipolitica economica, sulle quali incide profon-damente anche il contesto internazionale, so-no però molto complesse e ciò rende conse-guentemente difficile formulare previsioni se-condo lo schema lineare illustrato sopra.I problemi del c.d. “sistema Italia” non sonoinoltre collegati, solo ad una carenza di con-sumi, ma anche (e forse in misura più deter-minante) a ritardi strutturali in alcuni strate-gici comparti produttivi, ad una minore inci-denza dell’attività di ricerca e sviluppo rispet-to a quella di altri concorrenti europei e mon-diali, e a nodi critici mai risolti concernenti al-cune grandi questioni macroeconomiche (frale quali ci citano il sistema pensionistico, lastruttura sanitaria, l’inefficienza, talora, dellapubblica amministrazione).

3. Il secondo modulo della riforma fiscaleprevede che la copertura finanziaria delminor gettito di imposta, sia ottenuta an-che tramite il blocco del turnover del pub-blico impiego ed anche tramite il conteni-mento dell’aumento della spesa correntedella pubblica amministrazione. Questaprocedura può essere interpretata come

una richiesta di maggiore efficienza daparte dell’amministrazione pubblica?Cosa ne pensa in merito?

I limiti imposti dalla Legge finanziaria 2005,che estendono sostanzialmente ad una più va-sta platea di enti quanto già previsto dalle leg-gi finanziarie degli anni precedenti, hanno di-chiaratamente quale scopo, quello di “assicu-rare il conseguimento degli obiettivi di fi-nanza pubblica stabiliti in sede di UnioneEuropea”. Le ragioni della norma sono positi-ve in quanto tendono ad indurre comporta-menti omogenei, da parte degli enti locali, mi-ranti all’ottenimento di maggiore efficienzaed efficacia dell’azione istituzionale. Il fine èquello di fare rispettare, a livello aggregato, iparametri finanziari ed economici impostidall’adesione all’Unione Europea, eliminan-do, al contempo, gli sprechi ed inducendo unarazionalizzazione delle risorse. Tuttavia leprofonde differenze esistenti fra i comuni ita-liani, comportano che alcune rigidità dellenorme, possano essere ingiustificate per alcu-ni enti che hanno sempre mantenuto compor-tamenti virtuosi.Dal punto di vista meramente tecnico, co-munque, i vincoli posti in materia di assun-zione di dipendenti, che sono particolarmen-te complessi ed articolati, differenziano fraenti che hanno rispettato il patto di stabilità(premiandone i risultati) ed enti che invecenon hanno raggiunto tale obiettivo (assogget-tandoli pienamente ai vincoli volti al bloccodelle nuove assunzioni).

4. La finanziaria 2005 prevede riduzioninei finanziamenti dello Stato agli enti lo-cali. Questo fatto cosa comporterà per ilComune di Sesto Calende? Per garantirelo stesso livello quantitativo e qualitativodei servizi offerti alla collettività, ilComune dovrà aumentare i tributi localioppure non adeguerà le tasse e di conse-guenza, ridurrà i servizi offerti alla col-lettività?

Non è superfluo sottolineare che la legge fi-nanziaria deve essere letta considerando tuttele previsioni in essa contenute, che pongononumerosi vincoli e restrizioni (in parte dettateda circostanze di natura internazionale), maintroducono anche interessanti possibilità.Le azioni che l’amministrazione pone in atto afronte delle norme vigenti non possono esse-re scollegate dalle motivazioni politiche con-cernenti ciò che è ritenuto prioritario. Alladomanda quindi, non possono che risponderegli amministratori comunali dopo avere con-siderato specificamente la concreta portatadegli effetti positivi e negativi, indotti dallenorme di finanza pubblica.

5. Il comma 300 della legge finanziaria2005 prevede esplicitamente un aumentodell’imposta di bollo, della imposta di re-gistro, della tassa di concessione governa-tiva, dell’imposta ipotecaria e catastale,delle tasse ipotecarie, ecc.., per tenere con-to dell’aumento dei prezzi al consumoquale risultante dagli indici Istat… inmisura tale da assicurare un maggioregettito annuo pari ad € 1.120 milioni.Queste disposizioni sono in contrasto conlo spirito guida del secondo modulo dellariforma? Inoltre, su quali categorie dicontribuenti incideranno maggiormente?

Gli aumenti previsti dal comma 300 dell’art. 1della Legge finanziaria 2005, riguardano gli“importi fissi” delle imposte e tasse citati enon genericamente le imposte in sé, le qualisono normalmente stabilite in misura percen-tuale, su basi imponibili differenziate.La ratio della norma risiede nell’adeguamen-to di tali importi, in alcuni casi invariati da nu-merosi anni, per tenere conto del tasso di in-flazione manifestatosi nel corso del tempo.Non esiste un correlazione diretta fra la ma-novra volta alla riduzione progressiva dellealiquote dell’imposta sul reddito e gli aumen-ti qui accennati, benché è evidente che glioneri generatisi, a parità di reddito prodotto,dalla riduzione delle aliquote dell’ire, possanoessere in parte finanziati dagli aumenti previ-sti in materia di imposte indirette.I soggetti passivi dell’Ire sono le persone fisi-che titolari di un reddito tassabile in base allenorme previste dal D.p.r. n. 917/86, differente-mente i soggetti passivi delle imposte e tasseinteressate dall’adeguamento di cui si tratta,sono rappresentati da una platea numerosa eeterogenea che comprende persone fisiche,enti ed imprese.

Intervista a Massimo PiscettaVolentieri rispondo ad alcune domande che mi so-no state poste ed aventi come argomento la leggefinanziaria per l’anno 2005.Le domande sono cinque. Nel loro complesso in-tendono ottenere un parere circa l’impatto che lariforma fiscale potrà avere su una possibile ripre-sa dell’economia del paese, a seguito del minorprelievo fiscale che, nell’intendimento delGoverno in carica, dovrebbe liberare risorse finan-ziarie per favorire i consumi e, come conseguenza,avviare un processo di ripresa economica.- La prima domanda che mi è stata posta è la se-guente: “uno dei capisaldi della finanziaria2005 è la riforma fiscale con l’applicazionesecondo modulo dell’IRE (imposta sui reddi-ti, che sostituirà la precedente IRPEF). Chitrarrà maggior vantaggio (e chi svantag-gio) da questa riforma? Perché?” Ovviamente, per rispondere soltanto a questa do-manda sarebbe necessario esercitarsi in un seriedi calcoli che, alla fine, risulterebbero incompren-sibili alla maggior parte dei lettori. Orbene, cer-cherò di concentrare l’attenzione su quanto risultaimmediatamente misurabile e che può costituire,come dato orientativo, la base di partenza per va-lutare gli effetti futuri.Ogni Cittadino, qualunque sia il suo reddito (am-messo che lo abbia), e posta la condizione che sialavoratore dipendente, al momento in cui scrivoha già ricevuto il salario per il mese di gennaio2005. Nei giorni passati a qualunque ora si accen-desse il televisore e su qualunque canale, si potevaassistere ad estenuanti dibattiti tra le parti avverse(Governo e Opposizione) dove si cercava di far ri-levare i vantaggi o gli svantaggi derivanti dalla en-trata in vigore delle nuove norme con effetto dalprimo gennaio 2005. Ebbene ora per ciascuno dinoi è più facile valutare il primo ed immediato ri-sultato della cosiddetta riforma fiscale. In primoluogo sarà sufficiente confrontare la busta pagadel mese di novembre 2004 con quella di gennaio2005 e se le condizioni generali non sono mutate,si potrà agevolmente concludere che il risparmio,per il singolo Cittadino, è cosa risibile. Le aspetta-tive sono dunque naufragate contro lo scoglio diuna reale impossibilità di operare un taglio fiscaledegno di essere definito tale. Qui non si tratta di“percezione”, ossia di sensazione collegata allasensibilità, bensì di dati che hanno la concretezzadel numero matematico. Qualcuno ha sostenutoche la “gente” non credeva alle rilevazioni ISTATpoiché “percepiva” una diversa realtà. Allo statoattuale sono confrontabili dati e cifre e la cosid-detta “percezione” viene confermata da un sempli-ce calcolo aritmetico, che non lascia spazio a “sen-sazioni” ma è costituito da dati tangibili. In termi-ni di macro economia la risposta è a senso unico.Attraverso la riforma fiscale l’Erario trae una mi-nore entrata, e non potendoselo permettere prov-vede a controbilanciare il risultato aumentando in-discriminatamente altre imposte, come ad esem-pio la tassa di registro, e altre tariffe che riguarda-no i servizi essenziali. Il risultato di tale operazio-ne, dunque, equivale a zero per il contribuente chesi trova ad avere nelle tasche una manciata di Euroche però dovrà utilizzare per far fronte ai maggio-ri oneri derivanti dagli aumenti tariffari. In questomodo si vanifica la possibilità di destinare il fintorisparmio verso i maggiori consumi che sortireb-bero l’effetto di rilanciare l’economia. Giova ricor-dare che l’economia non si muove con vettori au-tonomi, deve essere indotta, incoraggiata, finan-ziata e sorretta da un impianto di infrastruttureche, un paese moderno e democratico comel’Italia non ha. Non intendo banalizzare il discorso,tuttavia mi preme fare presente al lettore che il ter-mine “finanziaria” altro non vuol dire che “bilanciodello Stato”. Con tutte le necessarie cautele pernon banalizzare l’argomento è necessario spiegareche il bilancio dello Stato, sicuramente complessoed articolato, è molto simile al bilancio delle fami-glie italiane. In entrambi i casi le voci principali sisintetizzano in: entrate – uscite. La differenza tra ledue voci determina quello che per le aziende pri-vate si chiama utile e che per lo Stato e per le fa-miglie si chiama nel primo caso: avanzo primario enel secondo quota destinata al risparmio. Risultafacile comprendere che se contemporaneamenteriduco le entrate e non diminuisco le spese la si-tuazione porterà ad un deficit. Invero se mantengoinvariato il valore delle entrate e riduco le spese sigenererà una situazione di “avanzo”. Lo Stato deveprovvedere e prevedere ad incassare le somme ne-cessarie per poter erogare i servizi di cui i suoicomponenti (le persone) hanno necessità. La levapiù importante per lo Stato è proprio quella fisca-le, non a caso la Costituzione fissa un principiofondamentale che riguarda il prelievo fiscale: laprogressività. In altre parole che guadagna di piùdeve pagare di più. La ridistribuzione del prelievofiscale fa la differenza fra un Governo che mette alprimo posto la qualità della vita di tutti i cittadini eun altro che trasferisce maggiore ricchezza a chigià ne possiede a scapito di chi è più povero. Il se-condo modulo della riforma fiscale voluto dalla fi-nanziaria dell’anno 2005 comincia a sortire il se-condo effetto sopra descritto. In sintesi si riduco-no le imposte (dato obbiettivo ) ma solo per i tito-lari di reddito superiore ad almeno Euro 25.000,00(che tramutato in Lire significa 48.406.750). È ab-bastanza evidente che un reddito di tale entità nonsi riscontra facilmente in una elevata percentuale

di lavoratori subordinati. Se così fosse non avrem-mo sicuramente il problema della nuova povertàche incombe e pesa come un macigno su molte fa-miglie Italiane. Il risparmio fiscale derivante dallamanovra non interessa le fasce basse di redditoquindi esclude proprio coloro che avrebbero mag-giormente bisogno di essere aiutati. Se a ciò si ag-giunge il rincaro delle tariffe dei servizi e la gra-duale eliminazione delle provvidenze sociali (sani-tà, pensioni e servizi sociali) si dovrebbe conclu-dere che è in atto lo smantellamento di quel cheviene chiamato welfare society, ossia sta avvenen-do il contrario di quel che dovrebbe essere una ele-mentare norma di uno stato democratico: la soli-darietà. Il principale problema odierno non è sicu-ramente quello di far riconoscere formalmente lademocrazia quanto, piuttosto, quello di promuo-verne positivamente le condizioni per il consolida-mento e l’ampliamento. La permanente attenzionealle esigenze della verità, della libertà, della giusti-zia e della solidarietà operante postula la diffusio-ne della democrazia sostanziale. L’ideale di una de-mocrazia compiuta è la prospettiva di un welfarela cui direttrice è data da un benessere condiviso equalitativamente sorretto anche da valori etici.L’economista sa bene che non è possibile mante-nere gli impegni assunti se la programmazione nonsia stata il frutto di un calcolo realisticamente ap-plicabile ad una situazione congiunturale negativa.Troppo spesso la propaganda e la demagogia in-dossano l’abito della verità e riescono, per un cer-to periodo, a coprire la reale situazione. Allora, lareale situazione della nostra Nazione e dei suoiconti è quella ampiamente ed aspramente criticatada tutti gli organi di Governo Europei e da tutte leorganizzazioni preposte al controllo dei conti delPaese. Nella seconda domanda si dice che l’eco-nomia italiana è cresciuta poco (+ 1,4 la variazio-ne del PIL – fronte il Sole 24 Ore).Tale situazione,si dice nella domanda, è generata dalla “debolez-za” della domanda interna. Anche in questo caso larisposta è ovvia. In fase di recessione economica,da qualsiasi causa essa dipenda ne consegue unimpoverimento delle fasce più a rischio che, guar-da caso, sono quelle che in condizioni di normali-tà generano i maggiori consumi, specialmentequando il risparmio o non è possibile oppure nonha nessun motivo per essere posto in atto. Mi rife-risco al piccolo risparmiatore che, se non subiscetruffe che addirittura gli tolgono il capitale, lo ri-trova con una remunerazione risibile. Anche il ri-sparmio va favorito, anzi per molti anni nell’eco-nomia italiana ha rappresentato un punto di forza.Si produce per consumare, sarebbe un paradossoconsumare per produrre. Dunque il bilancio delloStato (finanziaria 2005) taglia le tasse rinunciandoad una somma ingente in entrata, a favore di sog-getti possessori di un reddito medio alto e con-temporaneamente provvede a pareggiare i contimediante tagli alla spesa pubblica e più in genera-le pone a carico degli enti locali l’onere di cercarela quadratura dei propri bilanci dovendo agire pro-prio sulla leva fiscale (I.C.I, Addizionale Regionalee Comunale).Evidentemente gli enti locali si troveranno co-stretti a ridimensionare i servizi offerti o ad au-mentare le tariffe. Complessivamente appare chia-ro che la legge finanziaria, per quanto oggetto del-le domande che mi sono state poste, costituisca unimpianto normativo (un articolo, 572 commi) noncontiene nessuna innovazione positiva rispetto alpassato, anzi penalizza fortemente settori vitali co-me la scuola, la ricerca, e l’intrapresa di nuove at-tività economicamente rilevanti. Essa prende co-me principale bersaglio il bene più rappresentati-vo della realizzazione del risparmio: la casa. Su diessa riversa una serie di aumenti fino a colpire iredditi degli affitti che, per presunzione, dovrannoessere pari almeno al 10% della rendita catastale.Concludo, non per avere esaurito gli argomenti,ma per ovvie ragioni di spazio e perché non è ma-terialmente possibile rispondere a tutte le doman-de se non in ben altro modo. Volutamente non hoindicato cifre poiché si deve anche tenere contoche le previsioni della finanziaria, fino a provacontraria tali rimangono e soltanto a consuntivosarà possibile confermare i dubbi che ho espressoo ricavare l’amara certezza di avere avuto ragione.L’economia italiana, rispetto agli altri paesi dell’u-nione monetaria, più delle altre risente della bat-tuta di arresto dovuta alla mancanza di una pro-grammazione strutturale, sostituita da provvedi-menti non ripetibili quali il condono fiscale, la dis-missione del patrimonio, e le privatizzazioni.Queste ultime potrebbero essere utili, ma solo nel-l’ottica di un arricchimento generale a favore del-l’utenza e non nei confronti solo di chi acquista emi riferisco al settore della sanità.In un paese privo di risorse naturali del sottosuoloe dipendente al 100% dal petrolio si deve pensareattivamente e costantemente ad una inversione dirotta, sfruttando al massimo le risorse umane chelo hanno reso grande nel mondo. Per recuperare iltempo perduto la finanziaria di cui stiamo discu-tendo è troppo lontana dalle reali esigenze del pae-se. Non si tratta di “percezione” è la dura realtà.Nella quotidianità, i cittadini fanno i conti dellaspesa e ogni giorno si accorgono e misurano chetutti i prezzi di tutti i generi tendono ad aumentarein modo inversamente proporzionale alla riduzio-ne fiscale. In questo scenario non si può certo pre-vedere una crescita.

Le risposte di Andrea Colombo

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Sesto Incontro

Sesto 100 anni faRievochiamo, in modo sintetico, gli avvenimenti piùimportanti accaduti a Sesto, Lentate, Lisanza eOriano nel 1905, l’anno nel quale si decide di co-struire la Vetreria e si posa la piema pietra della nuo-va chiesa di San Bernardino.

18 gennaio 1905 - Don Giovanni Rachelli acquista latenuta di Oriano e istituisce la Pia Opera Agraria Na-zionale Redenzione e Lavoro per i figli dei carcerati.5 febbraio - Comizio di protesta contro l’assunzionedi crumiri alla vetreria di Sant’Anna; parlano AlcesteDe Ambris, segretario della Federazione ItalianaBottigliai e Lorenzo Tortini, assessore socialista.11 febbraio - La sezione del P.S.I. organizza una ve-glia danzante.5 marzo - Ballo pubblico nella sede del Club Ciclistico.29 marzo - Santino Bassetti è condannato a quindicianni di reclusione per aver accoltellato a morte PaoloTamborini.10 maggio - Il brigadiere a piedi Luigi Perego, co-mandante della stazione dei Reali Carabinieri, si get-ta nel Ticino in piena e salva il bambino SilvioBarberis.28 maggio - Cesare Ricciardi, gerente della VetreriaOperaia Federale, tiene una conferenza nella quale il-lustra il progetto di costruire una vetreria a Sesto.18 giugno - L’assemblea straordinaria della VetreriaOperaia Federale, riunita presso la Camera delLavoro di Milano, approva all’unanimità la nuova ve-treria sestese.2 luglio - L’arcivescovo di Milano, Andrea CarloFerrari, posa e benedice la prima pietra della nuovachiesa di San Bernardino; segue discorso del dott.Alberto Giovanardi.30 luglio - Si vota per le elezioni comunali parziali: lalista socialista e radicale conquista sette seggi su nove.6 agosto - Il consiglio comunale riconferma sindacoil repubblicano Francesco Sironi.25 agosto - Si riunisce, a Sesto, il comitato centraledella Federazione Italiana Bottigliai per discuterel’andamento della lotta con gli industriali del vetro.Chiusi i lavori, Giuseppe Emanuele Modigliani, con-sulente legale della Federazione, in una pubblica con-ferenza incita alla solidarietà e alla resistenza.1° settembre - L’ing. Malachia Bogni, progettista del-la nuova vetreria, chiede al Sindaco l’autorizzazioneedilizia.29 settembre - La Società Operaia di MutuoSoccorso raccoglie indumenti e denaro per i terremo-tati calabresi.30 settembre - Assemblea, a Livorno, della VetreriaOperaia Federale e riunione del nuovo consigliod’amministrazione: Ambrogio Luigi Varalli è nomina-to segretario, Cesare Ricciardi direttore generale,Ernesto Varalli direttore di Sesto e Giuseppe Milanodirettore di Vietri sul Mare.

6 ottobre - Su proposta del prof. Giuseppe Bonini, ilconsiglio comunale stanzia L. 200 per istituire una bi-blioteca popolare. Natale Langè è eletto sindaco diOsmate-Lentate.

20 ottobre - In seguito alla falsa notizia dell’arrivo, aMilano, dei vetrai sestesi per cacciare i crumiri tede-schi, la questura occupa militarmente l’intera viaSavona.

9 novembre - La giunta municipale delibera la so-spensione dell’insegnamento religioso scolastico.

11 novembre - Contraddittorio sull’insegnamento re-ligioso tra Giovanni Bitelli segretario della Cameradel Lavoro di Gallarate, Filippo Meda cattolico eFrancesco Buffoni socialista.

12 novembre - L’avv. Francesco Buffoni parla, in unasala comunale, di “laicizzazione della scuola”. Il par-roco Leonida Mapelli e l’avv. Filippo Meda parlano,nella chiesa di San Giuseppe, “per la religione nellascuola”.

15 novembre - Il brigadiere Perego è insignito di me-daglia d’argento al valore civile.

2 dicembre - A Livorno, rinnovo del comitato cen-trale della Federazione Italiana Bottigliai: più votato èil maestro sestese Francesco Besozzi, eletto anche ilgrangarzone Guglielmo Zamperini.Il consiglio comunale di Lisanza accende un mutuo diL. 14.400 per la Cassa Depositi e Prestiti per costruirela scuola elementare.

3 dicembre - La maestra socialista Ines OddoneBitelli tiene una conferenza sull’“organizzazione fem-minile”.

24 dicembre - Conferenza di Giovanni Bitelli sul“momento politico attuale”.

29 dicembre - Assemblea sindacale con FrancescoCampolonghi, segretario della Federazione ItalianaBottigliai; la riunione si chiue con il grido unanime di“viva la cooperazione, viva la vera fratellanza!”.

Mario Varalli

Giuseppe Emanuele Modigliani

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PAROL INCRUSÀ’

La soluzione del cruciverba nel prossimo numero

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Spazio aperto

Sextum moraliaQuesta pagina sarà centrata sulla rubrica dellelettere al giornale; dato che in questo numeroovviamente non c’è stata la possibilità di darcorpo alla rubrica introduciamo un piccolo si-parietto critico per iniziare un dialogo e per of-frire spunti di analisi della attualità in cui siamoimmersi.Basta accendere la televisione per accorgerciche siamo diventati un paese di opinionisti; per-sonaggi più o meno famosi, persone comuniche ambiscono al successo, dopo soggiornispiati o sceneggiati in case, isole o ristoranti di-ventano maestri di vita o pensiero e vengonoconsultati sui temi più vari.In un paese che rischia di smarrire il senso eti-co, si moltiplicano i moralisti ovvero gli espertidel costume, che ergono a principio o valore ilproprio modo di vivere o di apparire; è la logicadel reality show: il mostrarsi che diventa realtàovvero la realtà che si trasforma in spettacolo.Adorno, filosofo e musicologo, da cui è statatratta ispirazione per il titolo della rubrica(“Minima moralia”), sosteneva che nella culturadi massa (e sarebbe oggi perfino troppo gratifi-cante il termine che il filosofo usava e cioè in-dustria culturale) il piacere individuale si perdenell’apparenza sociale del piacere ed i valori ingioco, anche quando si mascherano di indivi-dualità o di universalità, non sono altro che va-lori di scambio, cosificati e mercantilizzati.Il senso di un dibattito critico non può invecenon muoversi nella direzione dell’ethos civico;per questo motivo, con molta modestia, propo-niamo un testo famoso ripreso anche dalla co-stituzione europea: l’orazione di Pericle nel te-sto di Tucidide.Siamo all’inizio della guerra del Peloponneso –Atene è al massimo della sua potenza; alla finedel primo anno Pericle commemora i cadutidella città. Ecco alcuni passi dell’encomio diPericle (Tucidide “Storie II” 34-36):12 “Noi amiamo il bello, ma con misura; amia-mo la cultura dello spirito, ma senza mollezza.Usiamo la ricchezza più per le opportunità cheoffre all’azione che per sciocco vanto di parola.e non il riconoscere la povertà è vergognoso tranoi, ma più vergognoso non adoperarsi per fug-girla”.13 “Le medesime persone da noi si curano nellostesso tempo e dei loro interessi privati e dellequestioni pubbliche; gli altri che poi si dedicanoad attività particolari sono perfetti conoscitoridei problemi politici; poiché il cittadino che diessi assolutamente non si curi siamo i soli aconsiderarlo non già un uomo pacifico, ma ad-dirittura un inutile”.14 “Noi stessi o prendiamo decisioni o esami-niamo con cura gli eventi; convinti che non so-no le discussioni che danneggiano le azioni, mail non attingere le necessarie cognizioni permezzo della discussione prima di venire all’ese-cuzione di ciò che si deve fare”.15 “Abbiamo infatti anche questa nostra doteparticolare, di saper, cioè, osare quant’altri maie nello stesso tempo fare i dovuti calcoli di ciòche intendiamo intraprendere; agli altri, invece,l’ignoranza provoca baldanza, la riflessione ap-porta esitazione.Ma fortissimi d’animo, a buondiritto, vanno considerati coloro che, cono-scendo chiaramente le difficoltà della situazio-ne ed apprezzando le delizie della vita, tuttavia,proprio per questo, non si ritirano di fronte aipericoli”.Questo è quanto.P.S. La lettura dell’orazione di Pericle a“Domenica in” da parte dell’attore Paolo Rossiè stata censurata da Rai uno e non è mai anda-ta in onda.Per chi è interessato il passo intero delle Storiedi Tucidide, che utilizza l’encomio della città daparte di Pericle per far comprendere come gliAteniesi vivevano l’ethos della propria città, èconsultabile in biblioteca comunale.

Betafi

Spazio apertoQuesta pagina è volutamente spoglia… po-trebbe addirittura risultare bianca neiprossimi numeri perché è la pagina APER-TA all’esterno: a quelli che già collaborano,a quelli che vogliono collaborare, a quelliche hanno qualcosa da chiedere o qualco-sa da dire.È UNO SPAZIO che sarà occupato princi-palmente dai lettori o meglio ancora daicittadini.Attraverso questa pagina si vorrebbe faredialogare i sestesi e nel contempo svolge-re un ruolo informativo più preciso e di-retto.Non è però una palestra dei lettori autore-ferenziale in cui si scrive e “ci si legge”; lacomunicazione è un mettere in comune,anche le critiche, ma secondo i principidella dialettica che vuole cambiare in me-glio le cose.È pertanto uno spazio LIBERO, maSTRUTTURATO con le sue rubriche.Due di queste rubriche sono affidate algiornale comunale e cioè “CONFRONTOdi OPINIONI” e “LETTERE alla REDAZIO-NE”, mentre una, “DIALOGO CONTI-NUO”, sarà sempre aperta attraverso il si-to del Comune di Sesto Calende con un fo-rum on-line.

Le rubricheIl giornale comunale ha sempre pubblicatolettere di cittadini che volevano testimo-niare personali opinioni, segnalare proble-mi o chiedere chiarimenti. Spesso questelettere hanno costituito materia di con-fronto e talvolta la vis polemica è stata ter-reno di scontro acceso (con qualche “sfo-catura” in alcuni casi).Vorremmo dare un significato nuovo aquesto spazio, peraltro insostituibile, delgiornale: da un lato come confronto di opi-nioni, non certo a ruota libera, ma su un te-ma scelto di volta in volta dai lettori; dal-

l’altro come lettere alla redazione per farconoscere problemi, presentare domandeo offrire suggerimenti, anche attraversol’arma della critica.Ogni numero chiederà ai lettori sia di indi-care un tema di discussione sia di propor-re contributi di opinioni sul tema che saràoggetto di dibattito.Le note dei lettori costituiranno il nucleocentrale di quello spazio che un po’ pom-posamente abbiamo chiamato “SestoForum”.Ma il Forum è anche lo spazio per la posta:spazio in cui verranno scelte le lettere piùsignificative, per rilevanza e specificità delproblema segnalato.A tutte le lettere che chiedono spiegazionio coinvolgono agenzie ed enti, si cercheràdi dare risposta o attraverso l’apposito si-to on-line (per i frequentatori di internet) oper lettera o attraverso le pagine del gior-nale.Se la lettera pone domande rivolte a enti oistituzioni, si tenterà di far da tramite chie-dendo agli interessati una risposta; l’inten-to di ampliare il più possibile la partecipa-zione comporterà talvolta una sintesi dellalettera, rispettosa comunque del contenu-to e del registro espositivo: non si tratteràmai di tagli censori, ma piuttosto di foca-lizzazioni redazionali.La proposta sarà più chiara una volta chele lettere, come ci si augura, giungerannoalla redazione: è evidente che anche sullaproposta si può discutere, ma vi chiedia-mo un po’ di pazienza per poterla verifica-re con i lettori.Abbiamo, però, voluto chiarire la direzio-ne che si vorrebbe dare a questo SPAZIOAPERTO come sinonimo di REDAZIONEAPERTA.Grazie per l’attenzione e per la… collabo-razione.

Franco Bellingeri

Panormatica(Panoramica delle problematiche)

IL TRAFFICO VEICOLARE

Nel corso degli anni la diffusione del diritto-do-vere alla mobilità ha determinato la completametamorfosi del valore del viaggiare, da piacerea sofferenza, in conseguenza della sistematicacongestione del traffico.Il radicale cambiamento della percezione delviaggio è avvenuto durante ed in conseguenzadella transizione della mobilità da collettiva aprivata nel periodo storico recente in cui l’av-vento del televisore, dell’automobile e del com-puter, nell’arricchire le dotazioni personali, hainciso profondamente sui rapporti sociali, hacambiato gli stili di vita ed ha aperto discussio-ni che, spesso, vengono chiuse da un qualunqui-stico “si stava meglio quando si stava peggio”.Considerando l’uso del televisore e del compu-ter, ma anche del telefono cellulare e altro an-cora, come problemi della sfera privata o del-l’ambito famigliare, resta invece problema ditutta la società, quindi pubblico, l’uso dell’auto-mobile.Se un tempo con l’automobile si andava daSesto a Milano in mezz’ora, ormai questo non èpiù possibile ed è più facile fare una statisticadel tempo occorrente piuttosto che una previ-sione.Allo stesso modo si impiegavano cinque minutida Lisanza (o da Oneda) per raggiungere il cen-tro di Sesto e per parcheggiare mentre ora, rag-giunta la destinazione in un tempo dipendentedal traffico e dai semafori, sul tempo necessarioa trovare un posto auto è più facile fare una sta-tistica piuttosto che una previsione.Nel chiedersi se questa situazione sia migliora-bile, bisogna considerare che, fino ad oggi, latendenza è al peggioramento, non è una prero-gativa di Sesto ed è la conseguenza fisiologicadell’aumento continuo del numero di veicoli…per chilometro quadrato.Non potendo aumentare i kmq., diventa neces-sario inventare qualche soluzione per controlla-re l’unica variabile disponibile, le auto, la cui va-riazione è però in aumento.Come governare il numero di auto è un proble-ma amministrativo di non facile soluzione per-ché forza le libertà, cambia le abitudini, lede in-teressi, attira anatemi… ma sarà poi vero?La libera circolazione veicolare nei centri urba-ni è ormai un fatto anacronistico, determinatoda reali difficoltà attuative o da peculiarità am-ministrative.Al contrario la limitazione del traffico nei centriurbani è una misura di tipo razionale che vienedi solito adottata da quelle Amministrazioni co-munali non disattente ai problemi derivanti dal-la congestione veicolare ed aventi cura dellaqualità della vita dei cittadini.Lungi dal voler mettere “il carro davanti aibuoi”, cioè dal proporre soluzioni frettolose e ri-schiare di avviare un processo di divisione trachi è “pro” e chi è “contro”, pensiamo potrebbeessere interessante aprire un dibattito su questoproblema per il quale già esistono un’ampiagamma di soluzioni verificabili e confrontabili. Ci proponiamo quindi di sentire tutte le opinio-ni con l’obiettivo di approfondire l’esame delproblema e verificare quali soluzioni, utili a mi-gliorare la qualità della vita di Sesto e dei seste-si, potrebbero essere praticabili.

Beppe Balzarini

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12Spazio aperto CONFRONTO DI OPINIONISotto questo logo accoglieremo i vostri commenti; il tema è libero: indicate unargomento.

LETTERE ALLA REDAZIONELettere pervenute n. _________ di cui on-line n.__________.Lo spazio è per ora vuoto; riempitelo!

QUESTIONARIO

Mi piacerebbe che si parlasse di ......................................................................................

Ho ………….. anni Occupazione ................................................................................

Sesso …………………………………

Allego il mio contributo alla discussione SI NO

L’homepage del sito del Comune di Sesto Calende

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Sesto dentro: Informazioni

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(segue da pag. 5)

Bisogna premettere subito che la forzata unione deidue paesi non soddisfò mai nessuno, come si deduceda un dettagliato esposto inviato dai residenti alMinistero il 10 maggio 1863, e dai verbali del ConsiglioComunale tenutosi il giorno 16 novembre 1866 aOsmate, durante il quale i consiglieri comunali chiese-ro esplicitamente la separazione delle due località ad-ducendo le seguenti motivazioni:• “Distanza di oltre due miglia fra i due centri e

conseguente difficoltà per il servizio della giunta,della guardia nazionale, della convocazione delconsiglio;

• Nessun possedimento di questi cittadini nell’altrafrazione e viceversa;

• Separazione completa di interessi e quindi ingiu-sta partecipazione di Lentate al maggior patri-monio di Osmate e di questo al maggior estimo diquello;

• Danno evidente della comune amministrazionepoiché ogni frazione ha chiesa, cursore, fabbrice-ria, medico, levatrice e parroco proprio;

• Differenza di patrimonio e di interessi”.

La richiesta arrivò anche al Consiglio Provinciale diComo, ma nonostante nella seduta del 9 settembre1862 si fosse constatata la validità delle motivazioniportate a favore della separazione delle due frazioni,di fatto non cambiò nulla per molti anni. La questionefu risollevata nel 1883, quando gli abitanti di Osmatemandarono al Vice-prefetto di Varese una missiva nel-la quale chiedevano che la loro frazione diventasse co-mune autonomo, in virtù del fatto che “[…] l’ufficiocomunale, la sala del consiglio e l’albo pretorio sonoin Osmate perché Lentate è un semplice cascinaggioabitato da contadini […] e non esistono esercizi, in-dustrie e commerci mentre a Osmate vi sono ben 29possidenti, due esercizi, una rivendita di generi dimonopolio e la popolazione si industria nel minutocommercio; oltre a ciò Osmate ha un legato di tre do-ti annuali per le nubende povere”.

Anche in questo caso, però, nulla cambiò, perché ilfunzionario rispose che non si poteva dare ricorso al-la richiesta in quanto mancavano i requisiti previsti dauna legge comunale e provinciale del 1865.Nel 1892 ci fu un ulteriore cambiamento della deno-minazione del comune. In primis la richiesta fu solle-vata dai consiglieri di Osmate durante il consiglio del10 maggio 1891, i quali proposero l’adozione del nomedi Osmate-Lentate, perché Osmate era la frazione piùimportante dal punto di vista “agricolo, commercialee industriale”; inoltre era la sede del segretario, delmaestro, dell’archivio comunale e del consiglio comu-nale stesso. Immediata la risposta del consigliere diLentate Luigi Colombo, il quale asserì che • “Sotto il profilo agricolo Lentate ha maggiore im-

portanza di Osmate;• Lentate è sempre stato l’antico comune;• La tassa di ricchezza mobile applicata all’esercen-

te il molino è superiore a quella pagata dagli eser-centi di Osmate;

• La popolazione di Lentate è maggiore come indi-cato nell’ultimo censimento”.

La querelle si chiuse definitivamente durante il consi-glio del 19 novembre 1891, quando con 8 voti favore-voli, 4 contrari e 1astenuto, si deliberò l’adozione delnome Osmate-Lentate, definitivamente sancito dal de-

creto regio del 9 giugno 1892.Passano gli anni, e anche la frazione di Lentate pagò ilsuo tributo alla Grande Guerra: alla fine del conflittole vittime furono circa 10. il primo dopoguerra fudrammatico per tutta la società italiana e nel terrenoreso particolarmente fertile dalla profonda crisi eco-nomica e dalla “vittoria mutilata” mise le radici la dit-tatura fascista.Il 1929 fu un anno cruciale per l’economia mondiale edeterminante per la vita amministrativa sia di Osmateche di Lentate, che riuscirono ad avere la tanto ago-gnata separazione. Infatti, sulla Gazzetta Ufficiale delRegno n°125 del giorno 29 maggio 1929 fu pubblicatoil decreto n° 775 del 28 marzo 1928 che sancì l’aggre-gazione della frazione di Lentate al comune di SestoCalende.Come spiega Varalli, “uno fra i tanti motivi che con-vinsero i cittadini di Lentate a chiedere l’aggrega-zione a Sesto Calende può ricercarsi nel fatto cheOsmate da decenni fruiva del servizio pubblico di il-luminazione, mentre a Lentate si continuava conl’uso delle lampade a petrolio. Nel corso del 1931Lentate potè fruire di questo importante servizio an-che per i privati e dopo due anni le case dei lentate-si poterono godere anche dell’erogazione dell’acquapotabile”.Nel maggio 1930 fu fondato il “Ristoratorio OperaioAgricolo Verbanese”, comunemente noto come “IlCircolo”, una cooperativa senza fini di lucro che perdecenni è stata l’unica realtà di paese, nata per venireincontro alle esigenze più “elementari” degli abitantidella frazione (ad esempio acquistare il pane o due et-ti di prosciutto), alla quale sarebbe giusto dedicare piùspazio di questo rapido accenno.Gli effetti delle famigerate leggi razziali del 1938 “a fa-vore della razza italica” si sentirono anche in un ag-glomerato piccolo come Lentate: la famiglia del dot-tor Sauer, amministratore del caseggiato colonico edei terreni della cascina Piana, e gli altri cittadini di re-ligione ebraica lasciarono ben presto le loro abitazio-ni e si trasferirono in Paesi più sicuri.La II Guerra Mondiale costò pesanti sacrifici a tutti gliitaliani, compresi i Lentatesi. Ricordiamo due vicende:la tragica scomparsa in Russia di Ferdinando Chiea,originario della provincia di Belluno, giunto a Lentatenella II metà degli anni Venti, e l’esperienza, per fortu-na con esito migliore, di Costantino Brusa, che si tro-vava a bordo dell’incrociatore Trento quando fu silu-rato da un aereo inglese a circa 250 miglia da Messina.A proposito del periodo bellico scrive Varalli:“Lentate, malgrado l’infuriare della guerra è una lo-calità tranquilla, non vi sono rischi connessi a bom-bardamenti e mitragliamenti aerei per assolutamancanza di obiettivi militari e poi, essendo zonaagricola, è più facile trovare farina e altre derratealimentari. Questi motivi consigliano lo sfollamentoa diverse famiglie di Sesto Calende, che trovanoospitalità nel castello o in altre abitazioni di amici”.Il resto è storia recente….Una precisazione: questo non è, né ha la pretesa disembrarlo, un articolo esaustivo sulla storia diLentate. Per questioni di spazio e di tempo sono stati,infatti, tralasciati molti particolari significativi e degnidi una attenta riflessione, quale, ad esempio, l’operatodei parroci che nel corso degli anni si sono succedutinella Parrocchia di S. Materno, o cosa è stato fatto ne-gli ultimi lustri. Speriamo che in futuro ci sia la possi-bilità di continuare quanto iniziato ora!

Quattro passi nella storia di Lentate Verbano

Speciale Comitatidi quartiereL’elezione dei Comitati di Quartiere è un momentoimportante per la vita di un paese; il Comitato diQuartiere è uno strumento ed una strategia di par-tecipazione diretta. Ne parliamo con alcuni breviappunti: a) i quartieri di Sesto Calende;b) il regolamento dei comitati di quartiere;c) i nuovi elettori;d) curiosità.

I QUARTIERI DI SESTO CALENDE Sono quartieri storici di SESTO CALENDE:

a) ABBAZIAb) CENTROc) COCQUOd) LENTATE e) LISANZAf) MULINIg) ORIANO/ONEDAh) S.GIORGIOi) S.ANNA/LOCA/INCASALE

L’ordine è strettamente alfabetico e le lettere nonrappresentano una scala di importanza.

IL REGOLAMENTOIl precedente regolamento risale al 28.3.2000, ilnuovo è stato adottato nell’ottobre scorso.Sinteticamente riguarda:a) finalità statutarie – artt. 1,2;b) nomina ed elezioni – artt. 3-6 ;c) funzionamento – art. 7;d) convocazione – art. 8:e) rapporti con l’Amministrazione comunale e gliuffici dell’ente locale – artt. 9-11.Ricordiamo che i Comitati di Quartiere sono:a) organismi di aggregazione e partecipazione di

coloro che, indipendentemente dalla proprianazionalità, risiedono nelle diverse località delterritorio comunale;

b) promuovono la partecipazione alla vita ammini-strativa attraverso la rappresentanza delle istan-ze della popolazione e la diffusione dell’infor-mazione;

c) partecipano eventualmente direttamente allagestione di spazi e strutture comunali, ove ri-chiesto, secondo accordi o convenzioni definitiseparatamente;

d) sono consultati per tutti i provvedimenti di ca-rattere urbanistico di competenza del ConsiglioComunale, per la realizzazione di opere pubbli-

che previste nel piano triennale, per la program-mazione di campagne e/o rilievi di carattere am-bientale, per interventi di modifica della viabili-tà che interessino il territorio del Quartiere.

I NUOVI ELETTORIIl Regolamento adottato dal Consiglio Comunalecon delibera n. 69 del 25 ottobre 2004 amplia laplatea degli aventi diritto.Sono elettori attivi e passivi del Comitato tutti i re-sidenti nel Quartiere che hanno compiuto i 16 an-ni alla data della votazione; viene ribadito così ilprincipio che hanno diritto di voto tutti coloro che,indipendentemente dalla propria nazionalità, risie-dono nelle diverse località del territorio comunale.Il diritto esteso agli extra-comunitari è un’occasio-ne di dialogo e confronto interculturale, ma anchel’apertura al voto dei sedicenni rappresenta l’op-portunità di un incontro tra generazioni spesso piùlontane di quanto indichino le differenze di età.

QUARTIERE (CURIOSITÀ)Per quartiere si intende un nucleo più o meno au-tonomo all’interno di un agglomerato urbano; laparola viene dal latino medioevale “quarterius”con cui si indicava il complesso di fabbricati adi-bito all’alloggio di truppe ; il termine quarterius ri-prende a sua volta il latino “quartarium” da quar-tus ovvero una delle quattro parti in cui era divisauna città (cfr. anche la parola sestiere).Il termine poteva anche indicare la parte posterio-re della calzatura che copre il calcagno ed il collodel piede.Sono modi di dire:– senza quartiere come lotta condotta senza

esclusione di colpi;– quartierino come piccolo appartamento;– chiedere quartiere, dare quartiere come possi-

bilità di ritirarsi o arrendersi per il nemico o diavere una pausa per i rivali;

– quartiere generale come termine militare;– trovare tavola e quartiere ovvero vitto ed allog-

gio;– in marina è una delle tre parti in cui si divi-

de longitudinalmente la nave e la sua velatura(quartiere prodiero, centrale e poppiero);

– nel biliardo è la parte del tavolo di gioco da cuisi inizia la partita.

La parola “comitato” indica, invece, indica uno ri-stretto gruppo di persone organizzato per la tuteladi determinati interessi; viene dall’inglese “com-mittee” che come il francese “comité” risale al la-tino “commettere” ovvero affidare. La voce si è dif-fusa soprattutto durante la Rivoluzione francese.Se il significato di comitato di quartiere diventaquello etimologico, un progetto politico diviene unprogramma civico: talvolta il senso delle cose èscritto nelle parole o almeno lo si spera.

La comunicazione dell’attualità; è ilmomento dei comitati di quartiere

L’anagrafe (aggiornata al 18-2-05)

NatiPRUTTI FEDERICA nata il 01.12.2004MENDOLA MARZIA nata il 21.11.2004BRENA ALESSANDRO PIETRO MARIA nato il 02.12.2004RAMASCO SARA nata il 04.12.2004BULGARINI EMMA nata il 30.11.2004D’AMATO ALESSANDRO nato il 02.12.2004FLAMM SAMUEL THOMAS nato il 01.12.2004CARDINALI MARCO RAFAEL nato il 16.12.2004VARALLI ALESSIO nato il 17.12.2004LEONTINI EMMA MARIA nata il 18.12.2004 VIGILANTE SOFIA nata il 20.12.2004LIN ERICA nata il 29.12.2004CURCIO LYAN nato il 05.01.2005 FALCONI LORENZO nato il 31.12.2004BULLANI FELIPE CARLO nato il 05.01.2005 VERGA GIANLUCA nato il 05.01.2005DICIANNOVE CAMILLA nata il 10.01.2005VELASQUEZ CARPIO DAVIDE NOE nato il 09.01.2005SERENITA’ MARCO nato il 14.01.2005BALZARINI DIANA nata il 19.01.2005CAPORALE AURORA nata il 25.12.2004GIULIANO CAROLA nata il 28.01.2005 BOMBEN SOFIA nata il 27.01.2005MEZZANOTTE AMBRA nata il 09.02.2005

MatrimoniZUIN GIOVANNI – OSCULATI FRANCESCA coniugati il 06.12.2004FALCETTA DANIELE SERAFINO – ZGJANA ANILA coniugati il 18.12.2004THIAM CHERIF – GUEYE SEYNABOU coniugati il 22.12.2004VENTURINI RICCARDO – DESILVESTRI LARA coniugati il 11.12.2004DE BASTIANI ADRIANO – CHELE RODRIGUEZ ADINA ABIGAIL coniugati il 18.12.2004NEIRA QUEIROLO EDUARDO ALFREDO – ESSENWANGER RUIZ KRYSCIALORENA coniugati il 21.01.2005 NIANG PAPA MALICK NIANDE – VADILONGA MARIA LAURA coniugati il 29.01.2005 BRUNO MARCO – SERRA LETIZIA coniugati il 05.02.2005

DecedutiBERTOLDO CARLO nato il 28.09.1962 deceduto il 15.11.2004 CRENNA RITA ROSARIA nata il 04.10.1942 deceduta il 04.12.2004 MARZETTA LUIGI nato il 09.12.1920 deceduto il 06.12.2004 MENDOZZA ALCIDE nato il 05.07.1915 deceduto il 26.11.2004 BOZZETTI ANNA MARIA nata il 25.08.1936 deceduta il 18.11.2004 ZARONE PIETRO nato il 25.09.1916 deceduto il 18.11.2004 D’ONOFRIO VINCENZO PASQUALE nato il 29.04.1927 deceduto il 22.11.2004 FATICHENTI AMERINA nata il 21.04.1927 deceduta il 03.12.2004 COCCETTI ALDO nato il 06.10.1916 deceduto il 02.12.2004 MORONI GIOVANNI nato il 29.10.1929 deceduto il 07.12.2004 ROGNONI ANNETTA nata il 17.01.1910 deceduta il 08.12.2004 VALENTE GIOVANNI TOMMASO nato il 17.04.1920 deceduto il 28.12.2004 LAMOGLIE FRANCESCO nato il 18.10.1929 deceduto il 02.01.2005 CRIVELLARI GIAMPIERO nato il 23.09.1964 deceduto il 20.12.2004

GOMARASCA VIRGINIA nata il 24.04.1911 deceduta il 16.01.2005 PECORA GIANCARLO AMETO nato il 03.11.1931 deceduto il 18.12.2005LANZI EUGENIO nato il 18.01.1929 deceduto il 21.12.2004 CIANO GIUSEPPE nato il 03.01.1953 deceduto il 30.12.2004GERVASONI ROSA ANGELA nata il 28.08.1938 deceduta il 05.01.2005 SPINATO MARIA nata il 05.01.1926 deceduta il 08.01.2005LAINO’ GIUSEPPA nata il 03.08.1937 deceduta il 21.01.2005 FRIGERIO MARIA nata il 10.07.1914 deceduta il 16.01.2005MORONI GUGLIELMINA nata il 10.12.1913 deceduta il 25.01.2005 COLOMBO CATERINA nata il 11.12.1908 deceduta il 26.01.2005MILITELLO PIETRO nato il 10.04.1936 deceduto il 25.01.2005 MARIUZZO LORENZO nato il 13.05.1972 deceduto il 29.01.2005BARGELLINI MARIA nata il 15.06.1919 deceduta il 18.01.2005 D’AGOSTINI VERGILIO nato il 06.04.1914 deceduto il 26.01.2005

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IMMIGRATI DAL 01.12.2004 AL 31.01.2005 41 27 68

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TOTALE ABITANTI AL 31.01.2005 4970 5312 10282

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Luoghi di Sesto

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C’era una volta la vetreria(storia di un vetraio)Raccontare la storia della vetreria di Sesto, al-meno nel periodo della mia vita lavorativa, è perme abbastanza facile perché è anche la storia dimolti sestesi.Fui assunto in vetreria il 3 agosto 1953 come ri-sulta dal mio libretto di lavoro; non avevo anco-ra compiuto quindici anni: per me il tempo digiocare alla Ca Nova era finito.Il primo impatto entrando in fabbrica, per un ra-gazzo, era quello di entrare in un luogo austero,impegnativo e forse un po’ pericoloso, ma poi atutto si fa l’abitudine.“Vetreria Lombarda”, così si chiamava la vetre-ria, in quegli anni ed in quei mesi estivi per uncospicuo turn-over fu un bel successo per l’oc-cupazione giovanile del nostro paese.Le macchine semiautomatiche, installate nel1937/38, avevano sostituito i maestri bottigliaiche fabbricavano a mano e a fiato bottiglie, bot-tiglioni e damigiane da 50 e 25 litri.Leggo sul mio libretto di lavoro che fui assuntocon la qualifica di “picurista”; la mansione eraquella di raccogliere con una pinza la bottigliache scendeva incandescente dalla macchina, in-filarla in un bussolotto di ghisa sul cui fondo erasituata la “ picura “, cioè la parte che formava ilfondo della bottiglia e ne determinava la conte-nenza dopo di che la bottiglia veniva posta su unnastro e avviata al forno di tempera.Le macchine erano poste su una piattaformacircolare, “la rotonda”; erano messe a raggieradavanti al forno di fusione; ve ne erano dodici,ogni macchinista ne accudiva tre.La produzione, a ciclo continuo, era organizzatain turni di sei ore che coinvolgevano quattromacchinisti, dodici picuristi, due addetti allamessa in tempera, un addetto alle pause, un fon-ditore o infornatore, quattro “sceglitori” per ilcontrollo qualità, un capoturno e due addetti al-la composizione del materiale per produrre ilvetro (soda e sabbia ecc.).Tutto il lavoro complementare alla produzioneveniva eseguito a mano : robusti giovanotti sca-ricavano a spalla sacchi di soda da un quintaleciascuno e ciò accadeva più volte al mese.Le bottiglie prodotte erano quelle classiche: la“Bordolese” cilindrica dal collo sottile per im-bottigliare i famosi vini della Medoc, la“Champagnotta” pesante e robusta per resisterealla pressione delle bollicine degli spumanti; la“Renana”, alta e slanciata per i celebri vini dellaRenania e della Mosella. Si producevano anchebottiglie per acqua minerale, birra, liquore oltreai bottiglioni da 175 cl. e 200 cl.

La macchina ripeteva il lavoro del mastro botti-gliaio ciclicamente.Pochi mesi da picurista e poi fui chiamato a la-vorare nell’attrezzatissima officina meccanicache era in grado di costruire in proprio tutti glistampi necessari alla fabbricazione delle botti-glie, ma anche di provvedere alla manutenzionedelle macchine ed ai cambi di lavorazione; fucosì che il quindicenne cominciava il suo lavorodi meccanico da vetreria. La vetreria negli annicinquanta aveva due forni ed una macchina ro-tativa a sei stampi rendeva la produzione piùmoderna e veloce dell’anteguerra.

Nel 1961 la Vetreria Lombarda da società perazioni a livello locale (molti dipendenti eranoanche azionisti) diventò società per azioni a li-vello nazionale e molti sestesi cedettero il pro-prio pacchetto azionario.Nacque così l’AVIR (Azienda Vetraria ItalianaRicciardi) che con ventun vetrerie in Italia de-terrà per molti anni il monopolio della fabbricadi bottiglie in Italia.Abbandonai la vetreria per alcuni anni, facendoesperienza sempre come meccanico in altri set-tori, ma vi rientrai nel 1979.Trovai un ambiente molto cambiato; non tantonelle persone sempre operose e solidali (avevomolti amici che mi aiutarono a reinserirmi nelciclo produttivo), quanto nell’ambiente di lavo-ro: durissimo l’impatto con il rumore, il caloreimpressionante, il ritmo vertiginoso delle nuovemacchine moderne. Rimasi sconvolto, ma poicon qualche buon consiglio di amici e compagnicapii cose che non conoscevo.Le macchine nuove che mi avevano scioccato, ilnuovo cervello elettronico, vedranno poi l’in-stallazione di macchinari ancor più moderni, ca-paci di sfornare migliaia di bottiglie all’ora, ditutti i tipi, in un mix produttivo che avrebbe ri-chiesto numerosissimi interventi di manuten-zione e frequenti cambi di lavorazione.I turni nel corso degli anni sono intanto cambia-ti; la produzione sempre a ciclo continuo è divi-sa in tre turni di otto ore con quattro squadreturnanti in modo tale che ogni turnista ha unturno di lavoro ogni ventiquattro ore; rimane unimpegno molto stressante e faticoso dato il tipodi lavoro esposto al rumore, ai fumi di vario ge-nere, al caldo e se non fosse per i rapporti soli-dali e amichevoli che da sempre esistono tra ivetrai sarebbe difficile sopportare il lavoro.È la storia di una fabbrica vista con gli occhi diun protagonista, storia di un lavoro che non c’èpiù, storia di lotte sindacali, di battaglie politi-che, di amicizie fraterne che si mantengono neltempo, di sane litigate ricomposte in una nor-male dialettica tra compagni di lavoro.Così nel 1994 arrivò anche per me il tempo di la-sciare dopo 40 anni di lavoro e 20 passati in ve-treria. Andai in pensione…In quell’anno l’AVIR passò di proprietà; una so-cietà americana rilevò tutto il gruppo e dopodue anni chiuse la vetreria di SestoOggi che si parla di progetti di sistemazione ditutta l’area della vetreria, oggi che si pensa perSesto ad un destino post-industriale tutto da de-finire, spero che almeno rimanga la struttura delvecchio forno e la ciminiera, simboli di un pas-sato di lavoro dignitoso e rispettato.

Daniele Facelli

Sesto che scompare:la cascina della Cà NovaCos’è la Cà Nova?Un tempo erano numerosi i cascinali, in maggioran-za di proprietà dell’Ospedale Maggiore di Milano,abitati dalle famiglie di agricoltori. La trasformazio-ne del tessuto sociale, a partire dagli anni ’60, hacausato la progressiva scomparsa di questi edifici.In maggioranza sono stati demoliti, solo alcuni re-cuperati, ricavando abitazioni moderne pur mante-nendo lo stile originario.Tra queste cascine c’è an-che il complesso rurale di via Casa Nuova, cedutodall’Ospedale Maggiore di Milano a un’azienda con-finante. Questo cascinale è costituito da un lungoedificio affacciato su una vasta corte con stalle, fie-nili, pollai e altri fabbricati. Il tutto si presenta incondizioni alquanto degradate. Il terreno di perti-nenza, oggetto della vendita, è di alcuni ettari.

Cosa dice il PRG? Abbiamo parlato conl’Architetto Aldo VecchiIl piano regolatore lo definisce come fabbricato condestinazione agricola, inquadramento I: area conpermanenze agricole interessata da edificazionesparsa. In questo caso il fabbricato agricolo, se instato di abbandono, diventa oggetto di un possibileP.I.I. (Piano Integrato di Intervento). Non esistonocriteri volumetrici definiti (possibilità di usare la vo-lumetria esistente o indice applicabile), il riferimen-to è la L.R. 23/97 che, in pratica, lascia margini ditrattativa. L’indirizzo del Comune è quello di conte-nere ulteriori consumi di suolo per l’edificazione,salvaguardare e valorizzare l’attività agricola e lecaratteristiche ambientali del verde privato e, perle edificazioni, preferire una destinazione di tipo so-ciale. Evitare consumi di suolo in zona Ca Nova po-trebbe non precludere eventuali futuri sviluppi fer-roviari, ad esempio una nuova stazione con fermatadei T.A.F. (Treno ad Alta Frequentazione, da e perMilano ogni mezz’ora) ed ampio parcheggio. Sognoo realtà? Per ora, forse, … è un’idea!

Cosa dice il proprietario? Abbiamo parlatocon la Varesina StampiAlla Varesina Stampi, circa 400 dipendenti in varistabilimenti sparsi in sei comuni, abbiamo parlatocon il Signor Vittorio Pozzi. All’azienda interessausare circa 6.000 mq. per ampliamento industriale.Rimarrebbe poi la disponibilità di un’edificazioneresidenziale al posto della vetusta cascina ma, dicePozzi, abbiamo tempo. I Pozzi potrebbero anche ri-vendere la relativa parte: gli interessati non manca-no, segno che a Sesto Calende, se non si attua unaregia “contenitiva”, l’edilizia non conosce limiti.

Nel racconto di chi ci è vissutoNel 1912 alla Ca’ Nova abitavano quattro famiglie,ognuna con la sua stalla e gli animali, raccontaGiuseppe Varalli, classe 1918, alla Cà Nova fino al1937. La luce elettrica è arrivata nel 1947 e nel 1918erano gli “slovac”, i prigionieri della grande guerra,a curare i bambini delle cascine in cambio di pane eformaggio. Lui lo teneva in braccio il Venceslao, unoche stava nella cascina della Caccia con un gruppodi altri detenuti. Avevano scavato le latrine nel bo-sco di fronte e le tracce dei fossi si possono ancoraindovinare nelle gobbe del terreno. Quando sono ri-partiti, i contadini e le donne li salutavano dal bor-do dei binari e piangevano, piangevano tutti, le don-ne, i contadini e i prigionieri. Più o meno era il 1920.Nel cortile c’erano un pozzo e il forno del pane.Appena il fumo si alzava dal camino del forno, tuttii ragazzi della zona arrivavano nel cortile con uncartoccio di zucchero, fichi, uva o burro. Era il ritodella “brusela”, la focaccia di pane cotta e tenuta daparte per i più piccoli. Ci si divertiva un mondo inquell’aia, continua il nonno, era grande, pulita, e datutte le cascine vicine i ragazzi venivano a giocare alippa e nascondino. C’erano le piante di fico, mortenella gelata del ’29, e un grande noce da dove ogniprimavera cantava l’usignolo... finché un giorno, sel’è mangiato il gatto! A quei tempi non c’era ancorail ponte sopra la ferrovia, ma un sentiero che attra-versava i binari. Era la strada da percorrere ognimattina per andare a scuola, in Municipio. Le classierano dove oggi c’è la biblioteca e d’inverno facevacosì freddo che si raccoglieva un sasso dalla mas-

sicciata della ferrovia e lo si metteva nel fuoco perscaldarsi le mani nel percorso a piedi dalla campa-gna... alla città. Prima del 1938 nell’aia il grano sitrebbiava a mano col “tresc”, poi è arrivata la treb-biatrice, presa in affitto dalla cooperativa “Il Sole”,formata da tutti i contadini delle cascine dell’Ospe-dale. Avete mai notato l’immagine della colombabianca dipinta sui muri di tanti nostri vecchi edifici?Era lo stemma delle case di proprietà dell’OspedaleMaggiore di Milano. Simboli, come i tre cerchidell’Avir, che forse seguiranno il destino dell’usi-gnolo in bocca al gatto.

Vecchio mattone docetIl peccato, non è quello di abbattere vecchi edificiper costruirne di nuovi, ma il modo in cui questaoperazione viene condotta: dimenticando la storia.Dimenticare la storia ci impedisce di leggere il pre-sente in modo corretto. E’ un atteggiamento menta-le pericoloso, evidente a partire dalle piccole cose,come l’intervenire su intere aree urbane senza in-terrogarsi sul valore di quello che si sta cancellan-do. I luoghi con i loro insediamenti, muri, insegne,sono labbra che tramandano storie. Dal ponte diferro fino oltre Dormelletto, la storia è quella dei co-loni americani che hanno costruito Las Vegas, noncerto quella dei pesci che un tempo guizzavano neltorrente davanti al mega cinema. Esiste un sistemadi trasformare in modo da non perdere completa-mente il contatto con ciò che è stato? Forse sareb-be un po’ più costoso, come il caffè del commercioequo, e quindi ci viene da pensare che la volontà difarlo non ci sia. L’unità di misura è il soldo, i valoriesistono solo in quanto monetizzabili. Ristruttura-zioni rispettose, integrazioni tra passato e presente,costruzioni non dimentiche delle tradizioni, sonooperazioni difficili e improduttive. Si fa meno faticaa “palazzinizzare” o “centrocommercializzare” gliultimi scorci caratteristici di Sesto Calende, tanto cisono sempre le Maldive per rilassarsi tra capanne dibambù e spiagge incontaminate

Psicopatologia della non-appartenenza ediliziaMa non basta parlare di involucro esterno. I luoghisi determinano anche rispetto al loro utilizzo: sce-gliere di destinare uno spazio all’ennesima banca, auna boutique di alta moda, a un club di golf, a unamacelleria, a una libreria, carica quelle quattro mu-ra di valori simbolici. Spesso, senza complicate in-dagini sociologiche, basta gettare uno sguardo allamappa delle destinazioni urbanistiche per leggere ladirezione in cui una comunità ha scelto di muover-si. Facciamo un esempio, un esempio a caso, nondal punto di vista economico, ma da quello fobico.A Sesto Calende, nel 2005, una moschea non si puòcostruire. Ah, già...che stupidi...oggi c’è lo scontrodi civiltà! Altro che vecchie cascine o centri com-merciali. Lo scontro di civiltà è una cosa seria! E’ losforzo di far accadere qualcosa che potrebbe essereevitato al fine di giustificare lo sfruttamento econo-mico e politico dell’occidente. Ecco, i soliti comuni-sti di m! E il fondamentalismo? Dove lo mettete, ocomunisti di m, il fondamentalismo? Le radici delfondamentalismo stanno nell’importazione acriticadi modelli che non appartengono ad una determina-ta civiltà, sovrapposizioni non negoziate che, nel no-me del progresso, non hanno tenuto conto delle ca-ratteristiche culturali e sociali di un popolo. E cosìsuccede che tutto va a rotoli e la gente si incazza.Sarebbe veramente bello dimostrare che siamo an-cora capaci di pensare senza tanti bellicosi messag-gi subliminali nella testa e che il modo per vivere in-sieme pacificamente, con reciproche e costruttivetrasformazioni, esiste davvero… a partire da SestoCalende!

Beppe Balzarini e Francesca Minchiotti

Per conoscere, scoprire o magari riscoprire

Il concetto di luogo è più ampio della sua sola determinazione geografica; luogo è un ambien-te dove si intrecciano o si sono intrecciati vissuti, tanto che nel ricordo o nell’immaginazionepuò assumere valenze affettive, personali e collettive.Il luogo esiste nella parola e nel cuore degli uomini: è una visione nel senso più ricco del ter-mine che appartiene ad alcuni che la possono mettere in comune con altri. Luoghi tra testi-monianza e insegnamento per conoscere, scoprire o rivedere.Dopo aver pensato a questa pagina, ne abbiamo trovato l’esemplificazione più bella in un testogiunto alla redazione che potrebbe anche intitolarsi “Il tempo di giocare alla Cà Nova era fini-to…”, riprendendo una efficace espressione di questo testo che ha il sapore di un racconto.

Gli articoli per il prossimo numero devono essere

consegnati in redazionealla sede della

Biblioteca comunaleENTRO IL 31 marzo 2005

Questo periodicoè associatoall’Unione StampaPeriodica Italiana

Sesto Calendeinformazioni

Direttore responsabile:ELIGIO CHIERICHETTI sindaco

Direttore di Redazione:FRANCO BELLINGERI

Comitato di Redazione:GIUSEPPE BALZARINI

LUCIO BALZARINI - LAURA BRIVIORAFFAELE CARLETTINI

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VALENTINA MONTANARI - ILARIA SCARTONVALERIO TODESCHINI - MATTEO ZANON

Grafica: DANIELE GAZZISegreteria: UFFICIO BIBLIOTECA

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n. 3/79 dell’11-5-1979

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Le istituzioni: la Biblioteca

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Raccontare la storia della biblioteca comunaleci farà attraversare il burrascoso mare delleleggi e dei decreti italiani; una navigazione bur-rascosa che è tuttavia possibile affrontare conanimo sereno, purché si scelgano pochi portisicuri e al riparo dai venti in cui sostare. Primadi cominciare il nostro viaggio, bisogna preci-sare ai lettori che in Italia esiste un appositadivisione presso il ministero per i beni cultura-li, che si occupa esclusivamente di materialelibrario, l’Ufficio centrale per i beni librari e gliistituti culturali: l’istituzione è l’organo centraledi controllo, gestione e coordinamento di tuttele biblioteche sparse sul territorio italiano,siano esse pubbliche o private, e tutte le colle-zioni di libri appartenenti a enti private associa-zioni culturali. Ogni Biblioteca non è sola, unicoavamposto di cultura e diffusione del sapere:dall’alto qualcuno veglia su tutti libri che circo-lano in Italia prendendosene cura ed impeden-do che anche la più piccola parola contenuta inessi, sia pure la più comune congiunzione o ilpiù comune avverbio, vadano disperse.Il primo grande cambiamento della strutturadelle biblioteche comunali risale agli anni ’70,quando viene approvato il D.P.R. n. 3: sottoquesta sigla kafkiana si nasconde la storicalegge con cui vennero trasferita alle regionitutte le funzioni amministrative degli organicentrali. In pratica i fondi, i progetti culturali,l’organizzazione e la manutenzione non solodelle biblioteche, ma anche dei musei, vengonogestiti direttamente dalle regioni: ergo – peressere chiari – la biblioteca e il museo di Sesto,devono rivolgersi alla regione Lombardia. Puressendo questo un ottimo traguardo, negli anni’90, la promozione e la valorizzazione dei beniculturali diventa competenza delle province: lefunzioni che prima spettavano alle regionidiventano pertinenza ora dell’amministrazioneprovinciale. Ciò significa che la biblioteca diSesto e il museo devono ora rivolgersi alla piùvicina provincia di Varese e possono evitareche le loro richieste vaghino, senza meta, tra gliinfiniti uffici del Pirellone.

La Biblioteca di Sesto fa parte del SistemaBibliotecario dei Laghi, che ha accorpato i treex sistemi di Laveno, Luino e di Sesto C.: la pro-vincia, una volta assunti i pieni poteri, ha deci-so in autonomia come organizzare e collegare levarie biblioteche presenti sul proprio territorio.Ha ridisegnato i sistemi bibliotecari, delle mi-crounità, formate da un certo numero di biblio-teche, per snellire e velocizzare il comune lavo-ro di gestione del materiale librario e tutte leiniziative culturali: ogni sistema è quindi legatoalla sede centrale, ma agisce indipendentemen-te, così come ogni biblioteca è legata al sistemaa cui appartiene, ma agisce in piena autonomia.In piena autonomia significa, tanto per fare unesempio, che la Biblioteca decide quali libricomprare e quali iniziative promuovere: se poitra le scelte compiute, alcune possono portarebeneficio al sistema, allora divengono subitocomuni. Possiamo immaginare il tutto come leassemblee degli eroi omerici, dove alcuni eroierano più importanti di altri, ma le decisioni ve-nivano prese senza che nessuno prevalesse, dicomune accordo. Non si è ancora registrato ilcaso di una biblioteca che si sia comportata co-me Achille, lasciando infuriata l’assemblea!

La Biblioteca oggiLa Biblioteca di Sesto possiede oggi circa50.000 volumi, suddivisi in due grandi categorie:libri per ragazzi e libri per adulti. Ovviamente èuna divisione arbitraria che corrisponde peròalla effettiva disposizione dei locali: un grandeambiente con un ampio soppalco su cui trovanoposto oltre 20000 volumi di narrativa e un pianoterra in cui sono stipati circa 20000 volumi disaggistica varia. È bene ricordare che la suddi-visione di quest’ultimi non è frutto di una deci-sione della Biblioteca di Sesto, ma segue la nor-ma internazionale di classificazione messa a

punto da un americano, Dewey: da oggi, dun-que,ogni qual volta un lettore si trova di frontea spaventose serie numeriche come 740. 098senza capirci molto, sa a chi rivolgere i suoi in-sulti, fermo restando che prendersela con ciòche, da anni, è stato riconosciuto valido da tut-ti, può essere molto rischioso.La biblioteca possiede poi un’altra ala, suddivi-sa in due stanze. La prima ospita tutti i libri perragazzi, anche se il termine ragazzi non rendebene l’idea: purtroppo non c’ è una parola ita-liana che indica il lungo periodo compreso traprima infanzia, infanzia e adolescenza, cioè ilperiodo a cui tutti i libri del reparto sono rivol-ti: ne conieremo una, servendoci di un piccoloespediente, molto snob ma funzionale: repartodi «libri-per-tutti-coloro-che-hanno-un-età-compresa-tra-2-e-15-anni». Si trovano infatti li-bri gioco per i più piccoli, fiabe illustrate perchi inizia ad avventurarsi nel mondo della let-tura, grandi classici per l’infanzia e un interoreparto di saggistica, utile per le prime ricer-che, quelle fatte negli ultimi anni delle elemen-tari o durante il periodo alla scuola media.La lunga parete alla quale si appoggiano i pe-santi scaffali della saggistica ragazzi divide laBiblioteca da un’altra sala: il nome ufficiale èsala lettura, in realtà una sala studio molto fre-quentata, immersa in un severo silenzio che so-lo le pareti nascoste da polverosi volumi ri-escono a creare, quasi raccogliesserero i rumo-ri, trasformandoli in parole da aggiungere inqualche angolo delle loro fitte pagine. Questasala contiene solo opere di consultazione. Laclassica enciclopedia italiana, meglio nota colnome di ”Treccani” - tra supplementi e aggiun-te sta ormai marciando verso i cinquanta volu-mi; l’enciclopedia dell’arte antica, la collezionedi storia della Cambridge, la storia della lette-ratura italiana, sia quella curata da Sapegno,sia la nuovissima edizione dell’Einaudi; l’enci-clopedia giuridica a cura dell’istituto enciclo-pedico italiano; e una serie di altre importanticollane che coprono ogni campo del sapere.È forse un reparto poco noto, ma ricco di teso-ri nascosti: senza fare un elenco completo sipossono nominar ancora i tre volumi di Storiadella lingua italiana di Rholf - uno dei “libri sa-cri” della linguistica italiana, l’enciclopedia deldesign e l’enciclopedia dantesca. Per evitare difar sembrare il tutto un tedioso inventario di fi-ne anno ci fermiamo qui, invitando però i letto-ri a fare una visita: facciano solo attenzione anon disturbare gli studenti.

La Biblioteca di Sesto: un po’ di storia

Un uomo colto:Remo MoroniCominciando l’avventura di questo giornale, miviene doveroso (ma aggiungerei anche l’agget-tivo “simpatico”) ricordare un incontro per meimportante appena arrivato a Sesto Calende,trent’anni fa: l’incontro con il Presidente dellaBiblioteca, Remo Moroni.Ero un giovane laureato che, sposando una se-stese, entrava (dapprima defilato) nella vita diun paese e di una regione che per quanto viciniapparivano ancora lontani e per certi versi po-co conosciuti.Erano i primi anni ’70; anni in cui si attaccava(anche a ragione ) una cultura borghese ed eli-taria, ma tutto sommato dal di dentro, con unlinguaggio da iniziati o iniziandi, ed in cui siipotizzava una cultura popolare e per il popolo.C’era molta buona volontà e tanto narcisismo(ahimé giovanile), ma l’unica idea di uomo col-to era quella che pappagallescamente si recu-perava da slogan o da manuali universitari diantropologia o sociologia.Si distingueva tra cultura ed erudizione e siaprivano nuovi campi del sapere, riscoprendomondi sconosciuti, culture diverse e spazi al-ternativi.Una lunga premessa per definire il quadro “cul-turale” (le virgolette sono d’obbligo) di queglianni.Mi interessavo di cinema e, forse, proprio perquesto fui chiamato dalla Biblioteca ComunalePopolare e Divulgativa per l’organizzazione diun cineforum.Presidente era allora Remo Moroni; il fatto chenon fosse il solito professore o esperto cultura-le mi aveva sorpreso: la sorpresa non era stu-pore, era la scoperta di quel significato di cul-tura che si andava ricercando fuori dagli sche-mi soliti.

Ma la sorpresa più vera era l’incontro con unuomo che rappresentava quel valore di culturache non riuscivamo a definire con le parole : unuomo colto che non dava istruzioni, neanche infunzione dell’incarico che rivestiva; un uomoche chiedeva spiegazioni agli altri, ma che inogni momento rivelava la sua storia e la sua let-tura della storia.La sua espressione (sguardi attenti ed interro-ganti) non significava “si dovrebbe fare cosi!”,bensì “che cosa consigliate di fare?”; non lo co-noscevo, né ho avuto la fortuna di frequentarloin seguito; in quegli incontri ed in un qualchescambio di saluti dopo, l’ho ammirato (se pos-so azzardare un’immagine lessicale “l’ho impa-rato”).Si scorgeva in lui una grande volontà di ap-prendere che ti spronava e ti metteva in crisi(un salutare imbarazzo che ti interrogava sulletue sicurezze); si imparava dai suoi silenzi, dal-le sue domande che ti facevano capire che noneri stato chiaro, che la tua presunta cultura nonera popolare né tanto meno divulgativa.La sua parola era ricca, non in quanto raffinatao ricercata, ma perché precisa, meditata, suda-ta e pur tuttavia avanzata con pudore.A scuola si era studiato che la vera sapienza èla confessione socratica di non conoscere, male confessioni di Moroni non erano mai osten-tazioni, erano esempi vivi di una cultura storicae sociale. Fu così che scoprii che a Sesto laBiblioteca poteva uscire dal locale di viadell’Olmo e diventare un’istituzione: era nei ge-ni di un paese, era nella storia di uomini comeil suo presidente di allora.Che cosa significasse essere colti non riuscivoancora a definirlo, né penso che si debba tenta-re di farlo; l’immagine la vedo ( l’anacoluto èvoluto ) in una persona e la testimonio in unapersona.Da allora “il professore” o “il dottore” con cuispesso altri accompagnano il mio cognome miè sembrato improprio ed “indigesto”.La cultura, difatti, è persona, non cose o parole.

Franco Bellingeri

Passato e presente delle istituzioni sestesi

Incontriamo il NovecentoA partire da quest’anno, l’Istituto d’istruzione superiore “Carlo Alberto Dalla Chiesa” e il Comune diSesto Calende organizzano un ciclo di conferenze dal titolo Incontriamo il Novecento.Approfondimenti culturali. Gli incontri, che si terranno annualmente tra la fine dell’inverno e l’ini-zio della primavera, sono stati pensati all’origine per gli studenti che si preparano all’esame di sta-to, ma sono naturalmente aperti a chiunque desideri partecipare: anzi, gli organizzatori si auguranovivamente che essi possano via via costituire un sempre più importante appuntamento culturale perSesto e non solo per Sesto.Come dichiara il titolo, i cicli di conferenze (affidati a docenti universitari o comunque a studiosi epersonaggi di chiara fama) verteranno su temi e questioni del secolo che si è appena concluso: unsecolo straordinariamente complesso, ricco e contraddittorio, ma troppo spesso ingiustamente pe-nalizzato – vuoi appunto per la complessità e prossimità, vuoi per l’impegno e il tempo che, nelle di-verse discipline, richiedono effettivamente i secoli precedenti e già “consacrati” da una lunga tradi-zione – dai programmi delle classi quinte. Ciascun ciclo, poi, potrà avere carattere monografico omiscellaneo, disciplinare o interdisciplinare: nel caso di un ciclo monografico e interdisciplinare,per esempio, il medesimo tema potrebbe essere affrontato dal punto di vista della filosofia, della let-teratura, delle scienze, della storia dell’arte…Il ciclo inaugurale sarà incentrato, quest’anno, sulla Letteratura italiana (una materia “spendibile”per tutti nella prima prova e nell’orale dell’esame di stato) e sarà realizzato con il contributo scien-tifico del Centro di ricerca “Letteratura e cultura dell’Italia unita” dell’Università Cattolica di Milano.Tre docenti di Letteratura italiana moderna e contemporanea della Facoltà di Lettere e Filosofia (se-di di Milano e Brescia) terranno una conferenza ciascuno: venerdì 8 aprile il prof. GiuseppeLangella, direttore del Centro di ricerca e docente presso la sede di Milano, parlerà sul tema Le ce-neri dell’eroe. Il personaggio nella letteratura del Novecento: seguirà, mercoledì 13, la conferenzadel prof. Enrico Elli, anch’egli docente a Milano, sul tema Dal “folle volo” al “silenzio delle Sirene”.Ulisse nella poesia del Novecento; mentre Il poeta e la fabbrica dagli anni Trenta agli anniSessanta sarà l’argomento dell’incontro conclusivo, mercoledì 20 aprile, con Giuseppe Lupo, do-cente a Brescia (e, aggiungiamo tra parentesi, uno dei più importanti giovani narratori italiani: conL’americano di Celenne – Marsilio, Venezia 2000 – ha vinto nel 2001 il Premio Giuseppe Berto e ilPremio Mondello opera prima, nel 2002 il Festival du premier roman; con Ballo ad Agropinto – ivi2004 –, il Premio Speciale Basilicata 2004). Tutti e tre gli incontri si terranno, alle ore 21, presso laSala consiliare del Comune.

Paolo Zoboli

Il metodo DeweyDewey, questo volenteroso bibliotecario delMassachusetts, mise a punto un sistema adespansione illimitata, che permetteva cioè diinserire continuamente nuovi volumi senzadover cambiare il metodo di schedatura. Eglipreparò nove classi generali, corrispondenti anove aree culturali, attribuendo ad ognuna unnumero di tre cifre: la prima cifra indica l’areagenerale di appartenenza, le altre le varie sot-toclassi. Ad esempio la cifra 5 indica che il li-bro appartiene alla classe Scienze naturali ematematica, e se aggiungiamo un’altra cifra, 1ad esempio, specifichiamo che l’argomentotrattato nel volume è la matematica; aggiun-gendo di volta in volta un numero – per con-venzione si utilizzano serie di tre numeri, uti-lizzando lo zero per indicare una sottodivisio-ne generale – possiamo ottenere ogni voltauna nuova sottoclasse ed introdurre tutti inuovi libri senza dover minimamente cambia-re la classificazione degli altri già schedati.

DOMENICA 20 MARZO 2005

BIBLIOTECA IN FESTAdalle 10.00 alle 18.00

“SE NE DICONOE SE NE FANNODI TUTTI I COLORI”

ore 10,00 le porte si aprono suGRADINI FIORITI un percorso tra biblioteca emuseo con i ragazzi di Sesto e Miròa cura di Paola Zarini e Gabriela Pagliari

ore 10.30 14.00 16.00biblioteca…DA MIRO’ PER GIOCARE UN PO’ laboratori

colorati per bambini e ragazzi con Paola Zarini,Gabriela Pagliari e i “vice” del C.C. dei Ragazzi

lungofiume e dintorniSTORIE CHE CAMMINANOTRA FANTASTICI ALBERIa cura di Tiziana Salina

ore 11.00 15.00 17.00ORIENTE A OVEST: PICCOLE FAVOLEATTORNO A UN BICCHIERE DI TEa cura di Maria Rabozzi

ore 11.30TRAPASSATO E… REMOTOun tuffo nel tempo con Paola Grimaldi una scrittri-ce esordiente

ore 12.00Raccontare la scienza:FOCUS JUNIOR e i suoi segreti

ore 13.00PIC NIC in collaborazione con BENNET eAssociazione Pensionati Sestesi

ore 14.00 UN OGGETTO PER RACCONTARE:FACCIAMO I BURATTINI - laboratorio diceramica con Giovanni Chinosi

dalle 11,00 alle 18,00una MARATONA DI LETTURA a curadell’Università della Terza Età

dalle ore 14.00 alle ore 18.00TANTE BELLISSIME STORIE PER TUTTI(Serena Nardi, Rossana Girotto, TizianaSalina, Fata Morgana…tanti spettacolidi narrazione per rilassarsi e divertirsi)

e per tutto il giorno i CICERONI IN ERBA raccon-tano il Museo ai visitatori

G. L.

Page 16: t Qualcosa di nuovo? 25 anni di Anzi di antico ... · Speciale Comitati di quartiere ... glio comunale, quello dei ragazzi. È un’esperienza che ha ormai cinque anni di vita e che

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