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DIAGNOSTICA SPIRE T E S T INTEST FLORA + ANALISI FUNGHI MUFFE E LIEVITI + INDACANO E SCATOLO REATTIVITÀ IMMUNOMEDIATA VERSO FRAZIONI MICROBICHE E DISBIOSI INTESTINALE SCHEDA TECNICA TEST INTEST FLORA + Introduzione Patogenesi La Disbiosi Intesnale Clinica Diagnosi Strategie Bibliografia

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INTEST FLORA +ANALISI FUNGHI MUFFE E LIEVITI + INDACANO E SCATOLO

REATTIVITÀ IMMUNOMEDIATAVERSO FRAZIONI MICROBICHE E DISBIOSI INTESTINALE

SCHEDA TECNICA TEST INTEST FLORA +

IntroduzionePatogenesi

La Disbiosi IntestinaleClinica

DiagnosiStrategie

Bibliografia

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REATTIVITÀ IMMUNOMEDIATAVERSO FRAZIONI MICROBICHE E DISBIOSI INTESTINALE

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FUNGHI, LIEVITI E MUFFE

Il nostro organismo viene quotidianamente in contatto con un’ampia gamma di microrganismi, diffusi nell’ambiente o veicolati attraverso l’alimentazione. A parte le tipologie di miceti comunemente impiegati nel settore alimentare, esistono molte specie di funghi o muffe che hanno effetti nocivi sulla nostra salute, deteriorando la “salubrità” dei cibi o producendo tossine la cui i ingestione rappresenta un rischio.

Quando la funzionalità di barriera del nostro intestino risulta deficitaria, frammenti antigenici di miceti introdotti dall’esterno con la dieta o normalmente residenti, possono acquisire la capacità di stimolare il nostro sistema immunitario.

MICROBIOTA INTESTINALE

Rappresentato da una popolazione batterica estremamente varia, il microbiota intestinale è a stretto contatto con la mucosa intestinale e rappresenta un elemento essenziale nella formazione della cosiddetta barriera mucosale, importante sistema di difesa dell’organismo. Oltre alla funzione protettiva, la flora microbica intestinale svolge numerose altre funzioni, fra cui, ad esempio, la digestione di sostanze complesse, la decomposizione di sostanze tossiche, il controllo del pH intestinale o l’intervento nella sintesi di alcuni complessi vitaminici.

Il mantenimento dell’ecosistema intestinale è basato sull’integrità e sulla collaborazione stabile tra microflora, sistema immunitario e barriera costituita dalla mucosa intestinale: qualsiasi evento che intervenga ad alterare queste componenti crea uno squilibrio che va prontamente recuperato.

Diete scorrette, consumo eccessivo di cibi raffinati, uso massiccio di farmaci, infezioni intestinali, diarrea, ma anche stati protratti di ansia e inquinamento sono alcune delle cause che minano lo stato di equilibrio della flora microbica intestinale.

INTRODUZIONE

A livello dell’apparato gastrointestinale convive una popolazione composta da diversi miliardi di microrganismi, soprattutto batteri, ma anche funghi e lieviti. Per dimensioni e pluralità di funzioni, la microflora intestinale si può considerare alla stregua di un vero e proprio organo metabolicamente attivo. La flora intestinale fisiologica, infatti, convive in simbiosi con l’organismo che la ospita, instaurando una condizione di eubiosi, ovvero uno stato di equilibrio fondamentale per garantire il buon funzionamento di tutto l’organismo. I problemi insorgono quando questo equilibrio si altera: tale squilibrio, definito “disbiosi”, ha infatti profonde ripercussioni a livello sistemico.

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PATOGENESI

Il punto focale di questa risposta

immunomediata verso antigeni micotici va

ricercato a livello dell’apparato digerente. Oltre

alla basilare funzione digestiva, l’apparato

digerente svolge una funzione di barriera

fondamentale. L’intestino funziona come

una porta d’ingresso per una vasta gamma

di antigeni estranei assunti dall’individuo

dall’ambiente esterno, soprattutto tramite la

dieta. Il sistema immunitario, da una parte deve

impedire una risposta forte contro gli antigeni

tipici dei microrganismi naturalmente presenti

all’interno dell’organismo, e dall’altra deve

riconoscere ed eliminare i patogeni in grado di

entrare attraverso l’intestino. L’equilibrio di tutti

i fattori che entrano in gioco in questo effetto

barriera è di vitale importanza.

In determinate condizioni l’effetto barriera

viene a mancare e gli antigeni caratteristici

delle superfici cellulari di tali microrganismi,

normalmente percepiti come innocui

dall’organismo, permeano fino ai capillari dei

villi intestinali e, una volta in circolo, attivano

una risposta infiammatoria, sia locale che

generalizzata. L’accumulo progressivo di

immunoglobuline di classe G specifiche verso

determinati antigeni porta gradualmente allo

sviluppo della sintomatologia.

L’insorgenza dei sintomi necessita di un tempo di

latenza che corrisponde all’accumulo in circolo

degli immunocomplessi antigene micotico-

anticorpo specifico (IgG), fino al superamento

del livello soglia, esattamente come fosse una

sorta di intossicazione.

D’altro canto occorre prendere in considerazione

l’altro grande effetto causato dalla presenza

e dalla proliferazione di questa popolazione

micotica, ovvero l’alterazione dell’equilibrio

inizialmente posseduto dalla flora microbica

intestinale, in grado di portare l’individuo ad

uno stato di disbiosi.

LA DISBIOSI INTESTINALE

Parlando di disbiosi intestinale è bene soffermarsi sulla definizione delle caratteristiche delle due principali forme di disbiosi alle quali può andare incontro il nostro organismo: la disbiosi “fermentativa” e la disbiosi “putrefattiva”.

È opportuno definire il termine “disbiosi” come uno squilibrio qualitativo/quantitativo di microrganismi che sovvertono il normale equilibrio della flora intestinale. Questo equilibrio può alterarsi, con la produzione di metaboliti attraverso processi di fermentazione o di putrefazione,provocando disturbi quali stipsi, diarrea, malassorbimento dei nutrienti, meteorismo, dolori addominali, infezioni delle vie urinarie, prostatiti, cefalee, foruncolosi, dermatiti, vertigini e capogiri, colon irritabile, ecc.

Se i microrganismi che sostengono questa disbiosi sono “saccarolitici” (cosa che si può manifestare quando la dieta è ricca di dolciumi o in generale di carboidrati complessi) si presenterà una “disbiosi fermentativa”, con proliferazione di microrganismi soprattutto a livello dell’intestino tenue, e problemi di meteorismo addominale, flatulenza, feci a carattere acido, ecc.

Al contrario, se la dieta è prevalentemente a base di carne o di grassi animali, e scarsa di fibre, si potrebbe presentare una “disbiosi putrefattiva”, con un pH fecale più basico di quello fisiologico e con una ricca popolazione di batteri disbiotici situati nel tratto dell’intestino crasso, in grado di portare problemi quali foruncolosi, alitosi, cefalea, malessere, stanchezza cronica, insonnia, cardiopatie e stipsi.

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ANALISI FUNGHI MUFFE E LIEVITI + INDACANO E SCATOLO

APPARATO NEUROLOGICOCefalea, emicrania, sbalzi d’umore,insonnia, astenia, attacchi di panico,...

CUTEDermatite, orticaria, eczemi, acne,pruriti,...

APPARATO GASTROENTERICODolori addominali, nausea, pirosi gastrica,stipsi o diarrea, meteorismo, alitosi,colite,...

CLINICA

Le condizioni sintomatologiche correlate alla reattività immunomediata verso frazioni

microbiche coinvolgono primariamente l’apparato gastroenterico. Considerando, tuttavia,

le modalità d’insorgenza e, soprattutto, la lunga fase di latenza, in cui l’accumulo degli

immunocomplessi predispone ad uno stato infiammatorio, è plausibile che possano essere

colpiti anche altri distretti dell’organismo.

Molti pazienti lamentano sintomi che non sono in grado di risolvere completamente

per via farmacologica o, in certi casi, insorgono disturbi refrattari alle terapie.

Sicuramente i disturbi gastroenterici sono frequenti: ad esempio colon irritabile,

meteorismo, costipazione, diarrea, nausea, vomito. Molti sintomi sono spesso

“mascherati”, cioè risultano comuni, ad esempio cefalea, nevralgie, astenia

cronica, labilità d’umore, insonnia, ma anche dermatite, acne o psoriasi. La

difficoltà di rintracciare la causa di questi sintomi è ulteriormente aggravata dal

fatto che la risposta immunomediata è soggettiva, non tutti i soggetti reagiscono

allo stesso modo.

Considerando le numerose funzioni della flora microbica intestinale, una carenza

quantitativa o uno squilibrio qualitativo dei microrganismi enterici hanno profonde

ripercussioni sull’organismo: il paziente, ad esempio, può non riuscire a digerire

correttamente, tende ad ammalarsi facilmente a causa di un indebolimento del sistema

immunitario e può incorrere in infezioni ricorrenti.

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DIAGNOSI

Il test INTEST FLORA + si divide in due principali finestre di analisi: la prima consente di individuare l’eventuale presenza di immunoglobuline di classe G nel siero del paziente specifiche per determinate frazioni microbiche (immunoglobuline generate dalla reazione leucocitaria avvenuta a livello della barriera intestinale verso antigeni di natura microbica); la seconda permette di determinare in un campione di urina i livelli di indacano e scatolo che derivano dai processi batterici di trasformazione del triptofano, permettendo l’identificazione della natura dell’eventuale disbiosi in atto.

La diagnosi di risposta IgG-mediata verso microrganismi consiste nel dosaggio dei livelli anticorpali mediante metodica E.L.I.S.A. (Enzyme-Linked ImmuniSorbent Assay) su supporti su cui sono stati fatti adsorbire precedentemente estratti antigenici di specifici ceppi fungini. Questa tecnica si basa sull’utilizzo di anticorpi secondari marcati con un enzima: il riconoscimento dell’antigene da parte dell’eventuale anticorpo presente nel siero del paziente forma un complesso stabile, complesso che a sua volta viene riconosciuto dall’anticorpo secondario marcato. Attraverso l’aggiunta di un opportuno substrato in grado di reagire con l’enzima si ottiene una colorazione facilmente quantificabile. La metodica E.L.I.S.A. rappresenta al giorno d’oggi la soluzione qualitativamente più valida, con la garanzia di ottenere ottimi risultati in termini di sensibilità e ripetibilità. Per avere un buono spettro di analisi vengono testati gli antigeni di 12 microrganismi:

1. Aspergillus niger2. Aspergillus fumigatus3. Penicillium notatum4. Penicillium mix5. Mucor racemosus6. Mucor mix7. Rhizopus nigricans8. Lievito naturale9. Saccharomyces cerevisiae10. Saccharomyces pastorianus11. Candida albicans12. Botrytis cinerea

Il dosaggio urinario dei 2 markers, indacano e scatolo, è effettuato tramite analisi cromatografica mediante HPLC con rivelatore a fluorescenza, indagine che permette la quantificazione di concentrazioni anche molto ridotte dei due metaboliti in modo efficiente e selettivo.

STRATEGIE

Le strategie da attuare in caso di positività al test sono varie e possono essere attuate in sinergia, senza necessariamente escludersi vicendevolmente.

• È sicuramente importante porre attenzione alle norme igieniche di pulizia degli alimenti e degli spazi in cui vengono conservati, ricordarsi di richiudere correttamente i contenitori o le confezioni degli alimenti e non conservarli in ambienti eccessivamente umidi.

• La possibilità di distinguere fra disbiosi fermentativa o putrefattiva permette di rendere più mirata la strategia nutrizionale. L’eventuale presenza di immunoglobuline di classe G nel siero del paziente specifiche verso antigeni di natura fungina, permette di affinare ulteriormente la strategia adottata. A seconda delle positività riscontrate nel test, infatti, è possibile preparare piani alimentari specifici, più o meno stringenti, creati appositamente per ripristinare le normali funzionalità della flora microbica.

• L’integrazione rappresenta un’ulteriore strategia che, nello specifico, mira a ripristinare la funzionalità dell’intestino. Nel caso di disbiosi fermentativa si preferisce far riferimento all’utilizzo di lattobacilli, più adatti a svolgere la loro attività metabolica all’interno dell’intestino tenue. Per quanto concerne, invece, la disbiosi putrefattiva, si consiglia di orientarsi in genere all’utilizzo di bifidobatteri, un particolare ceppo di batteri probiotici in grado di svilupparsi e lavorare specificamente a livello dell’intestino crasso.

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