System Integrator Magazine #01

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S YSTEM I NTEGRATOR PRODOTTI Datasat: i nuovi processori e amplificatori per l'home cinema TECNOLOGIA La gamma Digital Media per il 4k di Crestron VIDEOPROIEZIONE In anteprima la nuova gamma business di Barco RISPARMIO ENERGETICO Due impianti fotovoltaici realizzati con moduli Suntech per SCIC ATTUALITÀ NEC Arrivano i vpr laser per il cinema digitale certificati DCI TELEVIC CONFERENCE I sistemi per conferenze adottati al Parlamento Europeo ADEO GROUP A tavola con... Control4: i segreti di un'installazione in un noto centro gastronomico di Parma LIFESIZE Lifesize presenta Cloud, il nuovo modo facile facile per fare videoconferenze SAMSUNG Le soluzioni per il video digitale: a colloquio con Sergio Ceresa di Samsung Electronics Italia WYRESTORM Una grande sala d'albergo diventa un centro multimediale grazie alla tecnologia Wyrestorm MAGAZINE Home&Building Automation - Audio&Video Solutions - Digital Signage - Energy Saver - Educational Giugno 2014 01 PARTNER DI ® LIVE SHOW Bowers&Wilkins Sound System, per un suono da riferimento! I NUOVI MONITOR FULL HD A LED PER L'OUTDOOR DI PANASONIC DIGITAL SIGNAGE

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In questo numero: ATTUALITÀ - Novità dalle aziende; Training/Formazione: I corsi dei prossimi mesi; Aziende: A colloquio con Joseph Kramer | PRODOTTI Videoproiezione: La nuova gamma business di Barco | TECNOLOGIA Digital Video: La gamma Digital Media per il 4k di Crestron

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SYSTEM INTEGRATOR

PRODOTTIDatasat: i nuovi processorie amplificatori per l'home cinema

TECNOLOGIALa gamma Digital Mediaper il 4k di Crestron

VIDEOPROIEZIONEIn anteprima la nuova gamma business di Barco

RISPARMIO ENERGETICODue impianti fotovoltaici realizzati con moduli Suntech per SCIC

ATTUALITÀNEC Arrivano i vpr laser per il cinema digitale certificati DCI

TELEVIC CONFERENCE I sistemi per conferenze adottatial Parlamento Europeo

ADEO GROUP A tavola con... Control4:i segreti di un'installazionein un noto centro gastronomicodi Parma

LIFESIZELifesize presenta Cloud, il nuovo modo facile facile per fare videoconferenze

SAMSUNG Le soluzioni per il video digitale:a colloquio con Sergio Ceresadi Samsung Electronics Italia

WYRESTORM Una grande sala d'albergo diventa un centro multimediale grazie alla tecnologia Wyrestorm

Giugno 2014

M A G A Z I N E

Home&Building Automation - Audio&Video Solutions - Digital Signage - Energy Saver - Educational Giugno 2014

01PARTNER DI

®

LIVE SHOWBowers&Wilkins Sound System, per un suono da riferimento!

I NUOVI MONITOR FULL HD A LED PER L'OUTDOOR DI PANASONIC

DIGITAL SIGNAGE

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1995

1999

2001

2007

2014

La nuova Serie 600.19 anni di innovazione.

Col tempo, tutto cambia. Questo è progresso.La nuova Serie 600 porta con se 19 anni di evo-luzioni ingegneristiche, compreso il nuovo twee-ter a doppia cupola in alluminio per alti eccezio-nalmente precisi. Ma una cosa non è cambiata: lanuova Serie 600 offre, incredibilmente, lo stessoprezzo di quando fu lanciata la prima serie nel 1995.

www.audiogamma.it

133_bw_serie_600_pgp_hcm.qxp:- 9-06-2014 12:12 Pagina 1

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/ 03 INTEGRATORSYSTEM M A G A Z I N E

Luxury Media Solutions s.r.l.

Sede legale: Via Piave, 2 - 53042Chianciano Terme (SI)

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Segreteria di Redazione MARINA NICOLUCCI [email protected]

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Web designLUISA FERRARI - [email protected]

Collaborano con System Integrator Magazine NICOLA DE BELLO, MARCO GALLONI,SARA POLETTO, ROBERTO PULITO, PAOLO RADICE, CARLO VINCENZI

PubblicitàPAOLO DE PETRIS - 335.8089.552 [email protected] GALEOTTI - 389.6469.895 [email protected] PERINO - 329.2174.323 [email protected]

Traffico mezziMARINA NICOLUCCI - 06.97.841.178 [email protected]

Marketing e ComunicazioneSABRINA [email protected]

Stampa, allestimento e confezioneARTI GRAFICHE AGOSTINI, Via Decollatura, 64 - 00118 Morena

Testata in corso di registrazione pressoil Tribunale di Roma Spedizione in abbonamento postale Finito di stampare nel mese di giugno 2014

La Luxury Media Solutions srlè iscritta al ROC con il n. 23846

Finalmente, dopo un periodo di progettazione durato qualche mese, ha preso il via la fase produttiva di questa nuova pubblicazione, dedicata ai system integrator e alle aziende ope-ranti nel settore dell'integrazione universalmente intesa. Chi mi conosce più da vicino, sa che l'idea e la volontà di pubblicare qualcosa che potesse svolgere un ruolo importante e di riferimento nel settore professionale si trovava già da qualche anno nel mio cassetto e il passaggio della proprietà di HC, avvenuto esattamente un anno fa, ha dato il via anche a questo progetto correlato. Qualche mese quindi dedicato alla progettazione della nuova testata (o meglio, dell'intero sistema di comunicazione che ruota intorno alla pubblicazione) ed ecco che questo primo numero si è materializzato sulla vostra scrivania. System Integrator Magazine è, come di-cevo, il fulcro di un sistema di comunicazione globale che ruota intorno alla pubblicazione, per creare informazione nell'ambito dell'integrazione professionale. Osservando il somma-rio di questo primo numero, è facile capire quali siano i settori di competenza di questo magazine e del sito ad esso complementare: dalla building automation al digital signage, dalla distribuzione audio/video alla videoproiezione in ambito professionale fino al cinema digitale e molto, molto ancora. Una rivista a 360° quindi, dedicata in primis ai professionisti dell'integrazione, ma anche a tutti gli operatori del settore che potranno trovare approfondi-menti tecnici, notizie, informazioni utili per muoversi con sempre maggiore facilità e sicurez-za in un settore che diventa di giorno in giorno più complesso.Abbiamo voluto dividere la pubblicazione in tre sezioni distinte, dedicate all'attualità, ai pro-dotti e alla tecnologia. Nella prima parte, potrete trovare tutte le notizie relative alle aziende, protagoniste indiscusse del settore, gli appuntamenti con le manifestazioni internazionali dei prossimi mesi e, importantissimo, le date dei corsi di aggiornamento e training profes-sionale definite dalle varie aziende di distribuzione. La parte dedicata ai prodotti compren-de tante informazioni utili, ad approfondimento diversificato, relative alle novità, ai prodotti più interessanti, con tanti esempi di utilizzo sul campo degli stessi (case study). A chiudere la rivista, la pubblicazione di una serie di articoli di approfondimento sulle tecnologie più diffuse nel settore dell'integrazione professionale: tecnologie complicate, ma spiegate sem-plicemente su queste pagine.Non mi resta che augurarVi buona lettura, non prima di aver inviato un sentito grazie a tutti quelli che hanno collaborato alla stesura di questo primo numero di System Integrator Magazine. L'appuntamento con il secondo numero della pubblicazione è per settembre, nel frattempo conti-nuate a seguirci on-line e, soprattutto, consentitemi una citazione: "stay hungry, stay foolish..."[email protected]

ATTUALITÀ04 NewsNovità dalle aziende

06 Training/FormazioneI corsi dei prossimi mesi

08 ExpoLe manifestazioni del settore

10 AziendeA colloquio con Joseph Kramer

12 AziendeLa formula di Panasonic

PRODOTTI16 NewsLe novità dal mercato

19 RecordingMedia recorder p.Corder

20 Audio/Video DistributionLa soluzione Wyrestorm

21 VideoproiezioneLa nuova gamma businessdi Barco

22 Videoproiezione Immagini 24/7 in altarisoluzione WUXGA coni vpr Panasonic

24 Sistemi per conferenze La tecnologia affidabiledi Televic Conference

26 Sistemi per conferenze Lifesize Icon+Cloud

28 Sistemi per conferenze Sennheiser TeamConnect

30 Sistemi per conferenze Live Streaming e registrazione "all-in-one"con Bee8 di Reach

31 Digital Audio Gammalta distribuisce Datasat

32 Digital SignageLe soluzioni Samsung per il video digitale

36 Distribuzione A/V Un impianto gestitoda Control4

38 Live showBowers & WilkinsSound System

39 Diffusori in-wall La nuova serieprofessionale di Waterfall

TECNOLOGIA40 Networking I collegamenti HD-BaseT

44 Digital Audio Il Dolby Atmosarriva a Roma

48 Digital Video La gamma Digital Mediaper il 4k di Crestron

52 Distribuzione A/V HDMI via Cat-5:le soluzioni

56 Distribuzione A/V I cavi per i segnali digitali

60 Risparmio energetico Soluzioni e tecnologie

Dedicata A TUTTI VOI!

Editoriale In questo numero...SYSTEM INTEGRATOR

PRODOTTIDatasat: i nuovi processorie amplificatori per le sale cinema

TECNOLOGIALa gamma Digital Mediadi Crestron per il 4kVIDEOPROIEZIONEIn anteprima la nuova gamma business di Barco

RISPARMIO ENERGETICODue impianti fotovoltaici realizzati con moduli Suntech per SCIC

ATTUALITÀNEC Arrivano i vpr laser per il cinema digitale certificati DCI

TELEVIC CONFERENCE I sistemi per conferenze adottatial Parlamento Europeo

ADEO GROUP A tavola con... Control4:i segreti di un'installazionein un noto centro gastronomicodi Parma

LIFESIZELifesize presenta Cloud, il nuovo modo facile facile per fare videoconferenze

SAMSUNG Le soluzioni per il video digitale:a colloquio con Sergio Ceresadi Samsung Electronics Italia WYRESTORM Una grande sala d'albergo diventa un centro multimediale grazie alla tecnologia Wyrestorm

Giugno 2014

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Home&Building Automation - Audio&Video Solutions - Digital Signage - Energy Saver - Educational Giugno 2014

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LIVE SHOWBowers&Wilkins Sound System, per un suono da riferimento!

I NUOVI MONITOR FULL HD A LED PER L'OUTDOOR DI PANASONIC

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Attualità News - Novità dalle aziende

A BTicino il Compasso D’Oro ADI

La strategia aziendale, volta a privilegiare le tecnologie proprietarie Epson (di stampa, di videoproiezione e QMEMS), ha dimostrato di essere vincente: le vendite nette sono aumentate del 17,9%, superando la soglia dei 1.000 miliardi di yen per la prima volta dall'anno fiscale 2008; l'utile operativo è quadruplicato (+299.8%). I tassi di cambio hanno avuto un impatto positivo, ma l'aumento di vendite e fatturato supera questo fattore. L'azienda ha riallineato strategicamente il mix di prodotti, con l'adozione di nuovi modelli di business in segmenti di business esistenti: il comparto di mercato legato ai prodotti IT ha registrato un forte incremento di vendite e fattu-rato rispetto all'anno precedente; la profittabilità sulle stampanti è migliorata, grazie ad un migliore mix di modelli e a un prezzo medio di vendita più alto e le vendite di consumabili tendono al rialzo; una netta crescita delle unità consegnate si è realizza-ta nei mercati emergenti attraverso l'espansione e l'aggiornamento della gamma di stampanti con serbatoi ad alta capacità. L’area dei videoproiettori ha prodotto ele-vate performance, con vendite e utile operativo in crescita grazie al maggiori volumi registrati in tutte le aree geografiche. Epson Europe B.V., con sede ad Amsterdam, è il quartier generale regionale del Gruppo per Europa, Medio Oriente, Russia e Africa. Con una forza lavoro di 1.655 dipendenti, le vendite di Epson Europa, per l'anno fiscale 2012, hanno raggiunto i 1.540 milioni di euro. Con capogruppo Seiko Epson Corporation che ha sede in Giappone, il Gruppo Epson conta oltre 73.000 dipendenti in 94 società nel mondo. www.epson.it

Adeo Group amplia la sua offerta con l’acquisizione del brand NETIO per offrire ancora più supporto e prodotti alla sua rete di professionisti. I prodotti Netio sono pensati, principalmente, per l’uso con i sistemi domotici, ad esempio Control4, a completamento degli impianti Home e professionali. Si tratta di moduli di alimentazione a 230V controllabili da sistema di controllo in diverse modalità: LAN, RS232, WiFi e BlueTooth. I dispositivi sono dotati di 4 uscite di potenza a 230V –8 amp. Inoltre, è possibile controllare i moduli tramite App Netio Mobile (disponibile su Google Play e AppStore), web browser o comandi diretti via LAN/RS232. La funzione WATCHDOG consente il controllo dei dispositivi locali e remoti eseguendo accensioni e spegnimenti automatici o manuali con la conseguente riduzione dei costi del personale specializzato per interventi tecnici in siti remoti. Ogni singola presa protegge i preziosi dispositivi da sovratensioni, picchi di corrente o altre anomalie elettriche per garantire il massimo della funzionalità degli apparati collegati. I prodotti Netio possono essere utilizzati in differenti situa-zioni per il videocontrollo, per il controllo di luci o cancelli automatici oppure semplicemente per i propri hobby ( acquari, serre ecc.). www.adeogroup.it

Epson: i risultatifinanziari al 31 marzo

Nuova distribuzione per Netio

Il Premio, organizzato da ADI, Associazione Disegno Industriale, istituito nel 1954 e giunto quest’anno alla XXIII edizione, è il più autorevole riconoscimento nel mondo del design. Al Compasso d’Oro, assegnato ogni tre anni da una Giuria Internazionale indipendente, concorrono i progetti (oggetti ma anche eventi, pubblicazioni, servizi) segnalati dall'Osservatorio Permanente del Design e pubblicati nelle edizioni dell’ADI Design Index del triennio precedente. Il progetto dell’installazione Slim & White Axolute Code, selezionato nel volume ADI Design Index 2011 nella categoria “Exhibition Design”, ha ricevuto uno dei 20 Premi Com-passo d’Oro attribuiti dalla Giuria della XXIII edizione. L’installazione di un solo giorno, progettata da Migliore + Servetto Architetti Associati, e allestita a Milano il 15 giugno 2010, in occasione della presentazione di due varianti della linea Axolute, invitava il visitatore alla scoperta immersiva dei nuovi concept di prodotto: il monocromatismo del bianco e il sottile. I progettisti hanno creato un percorso percettivo e ambientale, nel quale i prodotti si svelavano attraverso le loro specificità. In questa edizione, BTicino riceve un ulteriore riconoscimento con la Menzione d’Onore nella categoria “Packaging”, attribuita all’Astuccio per placche singole Livinglight, selezionato per l’ADI Design Index 2012, design Ufficio Progettazione imballi BTicino e Cartotecnica Prealpi. Già insignita del Compasso d’Oro ADI, per la serie Living (1989) e il sistema integrato MyHome (2001), BTicino si conferma ancora una volta un’azien-da in grado di offrire soluzioni tecnologiche e funzionali senza dimenticare l’importanza attibuita da sempre alla capacità di esprimere il contemporaneo e, appunto, al design.www.bticino.it

BTicino si è aggiudicata per la terza volta il prestigioso premio Compasso d’Oro ADI, la prima nella categoria “Exhibition Design”, per l’installazione“Slim and White Axolute Code”, progetto Migliore+Servetto Architetti Associati

BTICINO

EPSON ADEO

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DATASAT RS20i

The ultimate luxuryhome cinema experienceProfessional audio for the home”Il processore audio per home cinema più avanzato e performante al mondo.

“The RS20i sets the benchmark by which all other domestic audio processors will be judged and as such there can be only one conclusion: Referece Status!”

Steve WithersAV ForumsAugust 2013

Distribuito da: Gammalta S.r.l.Via Santa Maria, 19/21 - 56126 Pisa - Italy - Ph: +39 0502201042 - Fax: +39 [email protected] - www.gammalta.it - facebook.com/Gammalta - twitter.com/gammaltachannel

DATASAT RS20i

Progettato dallo stesso team responsabile dei processori audio professionali per le sale cinema.

Con 16 canali audio digitali il Datasat RS20i supporta tutti i formati audio incluse

le configurazioni 2 canali, 5.1, 7.1, 9.1, 11.1, 12.4, 14.2 e i formati audio 3D

di nuova generazione. Include innumerevoli funzioni mai viste nei processori audio

home high end incluso Dirac Live® il sistema di correzione dell’audio ambientale!

DATASAT LS10 processore audio 13.1

DATASAT RA2400 amplificatore 2 x 400 watts

DATASAT RA7300 amplificatore 7 x 300 watts

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06 / INTEGRATORSYSTEM M A G A Z I N E

Investire sulle nuove ge-nerazioni con un progetto dedicato agli studenti degli istituti superiori per diffondere la cultura dell’automazione e della domotica e gettare le basi per creare la rete degli installatori di domani. Questo è l’obiettivo di Came Campus, il progetto lanciato da Came, fra le aziende leader in Italia e nel mondo nel settore della Home & Building Automation. La con-sapevolezza che il mondo della casa sta cambiando e che la domotica giocherà un ruolo di primo piano nella gestione degli impianti elettrici per le abitazioni di domani, ha spinto

Came lancia nelle scuole “Came Campus”per formare gli installatori di domani.

Attualità Training - corsi del periodo estivo

l’azienda trevigiana a lanciare questa iniziativa dedicata ai giovani. Came ha, infatti, de-ciso di partire dalla scuola per gettare le basi della casa del futuro, formando una nuova generazione di installatori capaci di essere innovatori, di proporre soluzioni e progetti domotici per diventare im-prenditori di se stessi. L’iniziativa, ideata da Elisa Menuzzo, Vice President di Came Group, e da Roberto Fabbian, referente domotica, manager con una consolidata esperienza nel mondo della scuola, si propone di far cono-scere ai giovani la professione

dell’installatore attraverso un percorso formativo costituito da 20 ore in aula e uno stage di 15 giorni presso un’impresa di installazione presente sul territorio.Came Campus, partito come progetto pilota in Veneto e Friuli Venezia Giulia, presso l’Istituto di istruzione superio-re Città della Vittoria di Vittorio Veneto e l’I.T.S. J.F. Kennedy di Pordenone, si propone di diventare nei prossimi 5 anni un progetto di respiro nazionale. Came entra, quindi, in aula per spiegare i sistemi integrati di domotica, durante l’orario curricolare.

Insieme ai professori delle scuole coinvolte dall’iniziativa l’azienda trevigiana presenta ai ragazzi il mondo dei sistemi di Home Automation, con cenni di marketing e di gestione di un business plan. I migliori allievi di ciascun istituto, selezionati con l’aiuto dei docenti, avranno anche la possibilità di effettuare un approfondimento nelle sedi Came di Dosson di Casier e Bpt di Sesto al Reghena, terminando l’esperienza con uno stage presso la rete di in-stallatori autorizzati del Gruppo trevigiano.www.came.it

PANASONIC AIR CONDITIONING: SEMINARI GRATUITI DI FORMAZIONE PER STUDENTI E PROFESSIONISTI DEL SETTOREUno dei fattori principali in grado di distinguere un’azienda dalle altre consi-ste nell’attenzione per la formazione dei propri clienti, oltre alla garanzia di una costante proposta di prodotti di alta qualità. Soprattutto oggi, in Italia, non è mai stato così importante per chi opera nell’ambito della climatizza-zione o ambisce a farlo il possedere un costante aggiornamento nel settore. Questo assioma è parte integrante della natura di Panasonic, ed è per questo che la sede italiana ha deciso di organizzare seminari e corsi di aggiornamen-to gratuiti rivolti a chi si affaccia al mercato del lavoro e chi opera già al suo interno.

CORSO DI AGGIORNAMENTO SULLE POMPE DI CALORE PER PROFES-SIONISTI DEL SETTORE ISCRITTI AGLI ORDINI DI CATEGORIA Ogni anno ai professionisti del settore edile (ingegneri, architetti, geometri) viene richiesto di acquisire crediti formativi per poter continuare ad esercitare la propria professione. Il modo per ottenerli è partecipare a corsi di formazione che, dopo essere stati autorizzati dal rispettivo Ordine di apparte-nenza, permettano di incrementare le proprie conoscenze e restare aggiornati sulle nuove tecnologie che si affacciano sul mercato. Dimostrandosi vicina non solo al cliente finale ma anche ai professionisti del settore, Panasonic offre la possibilità di acquisire gratuitamente parte dei crediti richiesti organizzando, in collaborazione con la società di progettazione e consulenza Idroform, una serie di corsi dedicati al mondo delle pompe di calore e riservati ai professionisti iscritti all’Ordine. I corsi sono tenuti da un ingegnere termotecnico e finalizzati a fornire ai partecipanti sia aggiornamento che formazione tecnica. Nello specifico, i seminari si focalizzano sull’approfondimento delle normative vigenti per gli impianti con pompe di calore, sulle detrazioni e il conto termico, per poi illustrare le tipologie di pompe di calore, la loro integrazione con l’impianto fotovol-taico e concludere con l’analisi delle peculiarità della gamma Aquarea Panasonic e il dibattito tra i presenti. Ogni seminario consente ai partecipan-ti di ricevere, oltre a un aggiornamento di alta qualità, un attestato di partecipazione valido per maturare crediti formativi. Lo scorso 5 maggio il corso che si è svolto a Verona ha contato 60 partecipanti. I prossimi incontri sono previsti nei giorni martedì 24 giugno a Modena e giovedì 26 giugno a Firenze. Gli incontri si terranno presso le sedi dell’Ordine degli Ingegneri, l’invito alla partecipazione verrà inviato a tutti gli iscritti.

CORSO DI FORMAZIONE SUI SISTEMI DI CLIMATIZZAZIONE PANASONIC PER STUDENTI E PROFESSIONISTI DEL SETTORE (CAIRO MONTENOTTE - SV) Panasonic investe nei giovani, organizzando seminari tenuti da tecnici dell’azienda altamente qualificati che consentano di migliorare la preparazio-ne tecnica degli studenti prossimi al lavoro attraverso una formazione non solo teorica ma anche pratica. Lo scopo è quello consentire ai giovani di restare costantemente al passo con l’evoluzione tecnologica e facilitare gli istituti coinvolti a disporre di strutture e laboratori appropriati per una corretta e completa formazione. I seminari in questione sono tenuti dall’ingegner Gaetano Nigro di Panasonic presso l’istituto secondario superiore IPSIA di Cairo Montenotte, in provincia di Savona. Si tratta in totale di due corsi, uno focalizzato sui sistemi di climatizzazione VRF e l’altro sui sistemi residenziali aria – acqua. L’iscrizione è gratuita e riservata agli studenti dell’ultimo anno dell’istituto e a professionisti del settore (progettisti e installatori). Il programma della giornata prevede una sessione iniziale teorica con la presentazione dei principi di funzionamento del sistema di climatizzazione in questione, per poi passare a vere e proprie prove pratiche in laboratorio sull’impianto funzionante. Il seminario termina con test, dibattito e con-segna di un attestato di partecipazione rilasciato da Panasonic. I prossimi corsi relativi al mese di giugno si terranno presso l’Istituto Secondario Superiore IPSIA di Cairo Montenotte nei giorni 19 e 20 giugno Per ottenere maggiori informazioni sui corsi e ottenere il modulo di partecipazione contattare il numero 010 3625471 o l’indirizzo [email protected]

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/ 07 INTEGRATORSYSTEM M A G A Z I N E

CPD CEDIA PROGETTARE ABITAZIONI INTEGRATE PRONTE PER IL FUTURO

DATE: 16th July, 2014 LOCATION: Sansepolcro, Italy RELATORI: Matt Dodd, direttore formazione CEDIA

Il corso CPD CEDIA “Progettare Abitazioni Integrate Pronte per il Futuro” costituisce un sistema molto efficace per promuovere l’attività di integrazione domotica presso gli studi di architettura, ed è nello stesso tempo un utile strumento per dare impulso alla propria attività e ottenere una considerevole quantità di contatti commerciali.

PROGRAMMA DELLA GIORNATA:09:30 Benvenuto, Introduzione ai corsi CPD e linee guida10.15 Come proporre la nostra attività agli Architetti11.30 Sessione dedicata all’acquisizione delle competenze13.00 Pranzo13.30 Introduzione al corso CEDIA CPD da parte del docente14:20 Preparazione individuale15.00 Esercitazioni pratiche dei partecipanti16.30 Fine

Insieme al Corso CPD, CEDIA, organizza il seminario COI (CEDIA Outreach Instructor), per offrire ai propri membri l’opportunità di ottenere gratuitamente una certificazione che abilita a tenere corsi di formazione a profes-sionisti e Architetti. Questo seminario gratuito della durata di un giorno è disponibile a tutti i membri CEDIA e insegna le competenze di base necessarie per essere in grado di creare una presentazione efficace, dando in più la possibilità di ottenere una comprensione più chiara del corso stesso.Per informazioni: http://cedia.co.uk

I CORSI DEL PERIODO ESTIVO

www.comm-tec.it26-27 Giugno24-25 Luglio.25-26 Settembre

www.crestron.eu14-15 Luglio Livello 116 Luglio DMCD (DigitalMedia "Designer”)17 Luglio FRV (Fusion RoomView)10-11-12 Settembre - Livello 215-16 Settembre - Livello 322-23 Settembre - Livello 124 Settembre - DMCD (DigitalMedia "Designer”)25-26 Settembre - DMCE (DigitalMedia “Engineer”)

www.intermark.it18 Giugno AMX Programmer 219 Giugno AMX Programmer 220 Giugno Certificazione AMX Programmer 28 Luglio Philips Dynalite9 Luglio Intermark Day

www.pixelengineering.itRicordiamo che l’azienda pixel Engineering, distribu-tore tra gli altri dei marchi wyrestorm, elan, xantech, niles, organizza corsi e training su prodotti in funzione delle necessità dei propri rivenditori. I responsabili tecnici e commerciali dell’azienda sono disponibili per seguire personalmente i propri rivenditori prestando supporto e informazioni.Per informazioni: tel.: 0331/781872

www.vantageitalia.it14-18 Luglio (Corso di certificazione, 1 giornata hardware, 3 gior-nate software, 1 giornata formazione commerciale)15-19 Settembre (Corso di certificazione, 1 giornata hardware, 3 gior-nate software, 1 giornata formazione commerciale)

www.vimar.comFrequentare i corsi di formazione proposti da Vimar Group consente di affacciarsi con sicurezza alle tecnologie dei sistemi integrati. Pensati per offrire la possibilità di ampliare le proprie conoscenze, arricchendole con le competenze tipiche dei moderni sistemi di home&building automation, videocitofonia e TVCC i corsi sono strutturati in modo da fornire nozioni teoriche, esercitazioni pratiche e competenze precise su questi sistemi e sul loro funzionamento. Corso avanzato By-me automa-zione e antintrusione

Corso avanzato By-me automazione e antintrusione - Marostica (VI): 8-9 Luglio

Corso Easytool Professional - Marostica (VI):24-25 Giugno 22-23 Luglio23-24 Settembre

Corso avanzato Videocitofonia:Campodarsego (PD)23 Settembre

Corso avanzato TVCC Campodarsego (PD):27 Giugno25 Settembre

HI.TRAINING: CORSI DI CERTIFICAZIONE HI.TEAMNello showroom Hi di Firenze si terrà per i nuovi tecnici Hi.Team la presentazione generale della piattaforma domotica Hi System con focus sul nuovo prodotto HG-BOX-LIGHT, il mini integratore domotico per la soluzione domotica “Hi.Pro.Light” Corso tecnico di domotica base: Vicenza 26 giugno Sono le date per il corso di domotica base che rilascia la certificazione Hi.Team.Basic. Il corso si rivolge a system integrator e installatori abilitati alla progettazione di impianti tecnologici ed insegna la corretta progettazione e configurazione di impianti domotici con tecnologia bus e pratica per il cablaggio e configurazione di tutti i prodotti domotici a marchio Hi System. Corso avanzato di domotica integrata:Vicenza 1 luglioIl corso avanzato rilascia la certificazione Hi.Team.Adavanced. Il corso avanzato di domotica si rivolge a system integrator in possesso di attestato Hi.Team.Basic e consente l’acquisizione di competenze per la realizzazione e la cantierizzazione di impianti domotici integrati ad alto contenuto tecnologico. Per iscriversi è necessario registrasi, link www.hiteam.itCorso in Hi.Account, sono aperte le iscrizioni e le candidature per il corso di formazione e certificazione in Hi.Team. Gli Hi.Account sono figure formate sulla domotica e sempre aggiornate sulle iniziative aziendali e di network rappresentando l'estensione commerciale di Hi.Team sul territorio nazionale.I corsi di certificazione Hi.Team sono erogati e coordinati da Home Innovation (www.homeinnovation.it), azienda italiana produttrice di sistemi di controllo e tecnologie. Tutti i corsi danno diritto ai partecipanti di entrare a far parte della squadra Hi.Team, il network di professionisti che fanno della domotica il proprio mestiere. I programmi dei corsi e le iscrizioni sono disponibili sul sito www.hiteam.it.

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08 / INTEGRATORSYSTEM M A G A Z I N E

La (indiscutibilmente) più grande e conosciuta fiera legata all’audio/video professionale - e riservata ai protagonisti del set-tore - sta per iniziare, cogliendo quest’anno l’occasione per fe-steggiare i suoi 75 anni di attività. Si terrà dunque al Convention Center di Las Vegas (USA) dal 14 al 20 giugno la 75ª edizione dell’annuale kermesse gestita da InfoComm – Information Communications Marketplace – che raduna le più grandi aziende produttrici di sistemi legati alla videoproiezione, audio/video & signal distribution, lighting&sta-ging, digital signage, conferen-cing e networking. Le conferenze e i seminari, da sempre elemento portante di ogni appuntamento InfoComm, saranno distribuite lungo tutto l’arco della durata

INFOCOMM 2014, 75 CANDELINE ALLO SHOW

IL SETTOREIN MOSTRA Gli appuntamenti

del 2014 da non perdere

GIUGNO 201411ABTT Theatre ShowLondra - UKwww.abttheatreshow.co.uk

10-12EIS - Electronics Inc. Amsterdam, Olanda ww.ise.org

16/19CineEuropeBarcellona - Spagnawww.cinemaexpo.com

17/19IFSEC Birmingham - UKwww.ifsec.co.uk

18-20InfoComm 2014 Las Vegas - USAwww.infocommshow.org

LUGLIO 201416/18Enersolar S.Paolo - Brasileenersolarbrasil.com

Attualità Expo - Le manifestazioni del settore

AGOSTO 201420/22InfoComm Mexico 2014 Mexico City Messicowww.infocomm.org

26/28Integrate Expo 2014Sydney - Australiawww.cedia.com.au

SETTEMBRE 20145/10 IFA Berlino - Germaniahttp://b2c.ifa-berlin.de/

OTTOBRE 201413/16InfoComm MEA 2014Dubai Emiratiinfocomm-mea.com/

22/23Infocomm Trade ShowPhiladelphia - USA

28/29Home & Building Verona - Italiawww.expohb.eu.it

29/31Trade Show ISEMosca - Russia

NOVEMBRE 201404/08Energy Show Shangai - Cina

12/14Fiera SicurezzaMilano - Italia www.sicurezza.it

22/23Elettroexpo Verona - Italiawww.elettroexpo.it

della mostra, mentre i giorni di esposizione vera e propria sono il 18, 19 e 20. InfoComm è il nome della fiera in sé, ma InfoComm International è l’af-fermazione di un’Associazione Corporativa che sin dalla nascita (era il 1939), con grande investi-mento di risorse ed energie, ha portato avanti in tutto il mondo un intenso piano di formazione, attualmente basato su corsi owwnline, o direttamente in una delle varie sedi locali sparse sui vari continenti, tavole rotonde, così come appuntamenti nel corso delle fiere stesse. Rappre-sentata da oltre 5 mila membri, InfoComm International è oggi costituita per il 26% da system integrator, dal 21% di aziende produttrici, 20% di distributori e rivenditori, seguiti per le quote

restanti da stampa specializzata, manager e provider di servizi. Come organizzazione accre-ditata per la creazione di nuovi standard (ASD, Accredited Stan-dards Developer) dall’ente ame-ricano ANSI, InfoComm sviluppa standard industriali così come stabilisce i fondamenti base per la qualità dei sistemi a/v. Inoltre, offre il programma proprietario CTS® (Certified Technology Spe-cialist™) per il rilascio dell’unica certificazione aderente allo stan-dard ISO/IEC 17024.Tra le novità rilevanti, infine, quest’anno c’è da sottolineare l’importante par-tecipazione - per la prima volta in assoluto - di Microsoft in veste di "platinum sponsor", che sarà presente con un grande stand ricco di sorprese.www.infocomm.org

SUCCESSO IN FIERAPER EXPOCOMFORT 2014MCE – MOSTRA CONVEGNO EXPOCOMFORT 2014, che si è svolta a Milano, dal 18 al 21 marzo, si conferma come un punto di riferimento nell’impiantistica civile e industriale, nella climatizzazione e nelle energie rinno-vabili. Oltre 2.000 espositori, per il 43% esteri, da 59 paesi hanno accolto con un’ampia panoramica di novità i 155.987 operatori professionali che hanno affollato i pa-diglioni di Fiera Milano alla ricerca di nuove opportunità per il loro business. In crescita, +3% rispetto al 2012, la presenza di operatori stranieri, pari a 36.311, da 146 Paesi. Entrando nel dettaglio, sono aumentate le presen-ze dai paesi dell’area asiatica, quali Cina, Turchia, Isra-ele, Corea del Sud, dall’Africa, in primo piano l’Algeria, con il segno più anche le partecipazioni dagli Stati Uniti, dall’Argentina e dall’Europa dell’Est, con un rafforzamen-to della presenza polacca. Significativi anche i dati sui visitatori dall’Europa Occidentale, pubblico di rifermento della manifestazione, dove si registra, in particolare, un aumento di Francia, Spagna e Svizzera. Gli operatori italiani sono stati 119.676, in linea con l’edizione 2012, con un leggero incremento delle presenze dal Nord Est, 33.734 (28%) e dal Sud e dalle Isole 11.516 (10%). Un pubblico internazionale e specia-lizzato di professionisti rappresentanti tutta l’ampia rosa di attività legate alla realizzazione di edifici efficienti ed autonomi da un punto di vista energetico grazie a nuove tecnologie, nuove funzioni, nuove integrazioni dedicati a migliorare il comfort dell’abitare.www.expocomfort.it

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ABB SACEUna divisione di ABB S.p.A.Serie civili, Home&Building AutomationTel.: 02 9034 1Fax: 02 9034 7609

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Scommessa vincenteNata quasi per scommessa del suo fondatore contro se stesso, Kramer Electronics è guidata ancora oggi dal Dottor Joseph Kramer con lo spirito di sempre di Paolo Radice

S iamo a Parma ed è in corso un Meeting riservato ai professionisti, il primo organizzato da Kramer Electronics

Italia in occasione del decimo anniversario dalla sua nascita. Già dieci anni per gli uffici italiani, ma più di 30 dalla fondazione in Israele della casa madre - Kramer Electronics LTD - guidata ancora oggi dal fondatore Dottor Joseph Kramer, che qui ha preso la parola ed ha effettuato un lungo intervento, argomentato non soltanto con la storia e il profilo della sua “creatura”, ma anche elencando quali possibili strade per il settore dell’audio/video distribution si dispiegano di fronte a noi, al giorno d’oggi. Ci è parsa dunque una ghiotta occasione quella di intervistarlo per conoscerlo da vicino e capire meglio qual è lo spirito che in tutti questi anni ha fatto sì che nel mondo dell’AVC numerose innovazioni venissero proprio dalla sua azienda.

Quattro chiacchiere con il Dottor Joseph Kramer - fondatore e Chairman di Kramer Electronics Ltd: la sua storia, le sue passioni (famiglia e fotografia), il suo smart sense of humour e le idee che lo hanno portato ad avere successo in un settore che non era quello per cui aveva studiato tanto.

System Integrator Magazine – Dottor Kramer, lei ha degli studi accademici che

Il Dr. Joseph Kramer durante il suo intervento al Customer Meeting di Parma che si è tenutolo scorso mese di marzo

abbracciano ben altre sfere rispetto all’engineering A/V. Come è arrivato a fondare la sua azienda?Dr. Joseph Kramer – Me lo chiedono tutti… Avevo appena finito gli studi universitari in Israele e per continuare sulla stessa strada (Farmacologia Endocrina, ndr) dovevo lasciare il mio paese; mi venne addirittura offerto un posto negli Stati Uniti in una famosa Università. Per me, però, era indispensabile rimanere a casa, così rifiutai e mi misi a cercare altro. Fu una

insegnato ad essere metodico. In realtà io ero un appassionato di elettronica – oltre che di foto – e dopo alcuni corsi iniziai a costruirmi da solo amplificatori e altoparlanti. A distanza di 35 anni c’è gente che ancora me li chiede…

SIM – Lei è una vera miniera di sorprese. Ma ancora non vedo il nesso.JK – Il video. Il video era un settore che doveva essere sviluppato e in cui c’era spazio per crescere. A quei tempi, in cui tutto era analogico, nel copiare un nastro VHS si perdevano molte informazioni e sulla copia si generava molto rumore video. La cosa mi faceva dannare, così presi un tavolino, quattro sedie e un oscilloscopio, per costruire un dispositivo che attenuasse questa perdita di informazioni. A

una fiera in Europa riuscii a venderlo e, successivamente, l’acquirente (dal Belgio) mi chiese di costruirne degli altri.

SIM – Così decise di mettersi in proprio?JK – Sì, ma mi mancavano i soldi. Le banche mi negarono il prestito nonostante un contratto di vendita per 30mila dollari. Poi riuscii a trovarli, chiedendoli a dei conoscenti che ancora oggi sono in società con me. Successivamente spuntarono clienti dalla Germania, dalla Gran Bretagna e persino dagli Stati Uniti.

SIM – Detto da lei sembra tutto così semplice. E alla fine arriva Kramer…JK – In realtà c’è molta applicazione dietro. Le ho detto che sono metodico.

scelta difficile, anche perché avevo già due figli, ma devo ringraziare soprattutto mia moglie se in quel periodo ebbi la forza di guardare da un’altra parte: lei infatti capì la situazione e mi sostenne saldamente. Comunque fui fortunato e di lì a poco venni assunto come Head of R&D in un’azienda che produceva sistemi audio.

SIM – Ed è lì che ha acquisito le conoscenze di cui oggi si occupa?JK – No, quell’esperienza mi ha

Attualità Aziende - A colloquio con Joseph Kramer

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SIM – Dunque da che cosa ritiene derivi il grande successo commerciale della sua azienda?JK – Sicuramente è merito della nostra Tecnologia “Rabbit Survival”.

SIM – Cielo, mi spieghi meglio…JK – Un coniglio è una facile preda, ma si riproduce anche velocemente. Per questo il mondo è pieno di conigli. Allo stesso modo Kramer è sempre stata un passo avanti agli altri competitor (e non voglio fare nomi): quando qualcuno copia il prodotto che facciamo, noi siamo già a quello successivo. È impossibile raggiungerci (ride, ndr).

SIM – Immagino, ma passiamo ad altro: c’è un prodotto (o più di uno) che

TRENT’ANNI DI INNOVAZIONICreata nel 1981 dal Dottor Joseph Kramer (il cui titolo accademico è dovuto alla laurea scientifica in Farmacologia), Kramer Electronics LTD è una realtà industriale che oggi conta più di 7mila dipendenti diretti e un indotto di circa altri 10mila. Sin dagli albori, la mission voluta dal fondatore stesso è sempre stata quella di portare nel settore dell’audio/video prodotti innovativi che assolvessero le esigenze dell’utente finale. Così oggi nel catalogo del produttore israeliano si posizionano più di 1000 differenti articoli dedicati alla distribuzione audio/video e al processamento delle immagini, destinati ai settori residenziale ma soprattutto corporate, educational, medicale e militare, sviluppati con un’intensa attività R&D e ben supportati da una distribuzione capillare e un’efficiente rete di servizio after-market. Il quartier generale è rimasto a Gerusalemme, dove tutto è iniziato, ma ci sono filiali e sedi commerciali in tutti i principali Paesi industrializzati, sparsi in tutti i continenti. La produzione, infine, è sempre in Israele, a garanzia di un’etica aziendale che non ha mai messo in secondo piano la qualità dell’intero ciclo produttivo.

Il Dottor Joseph Kramer ha presieduto il Customer Meeting di Parma con un lungo intervento, ricco di slide e riferimenti storici nell'AV. A destra, vista anteriore e posteriore della matrice modulare VS-3232DN, uno degli ultimi prodotti entrati in catalogo. Pagina a fianco, foto di gruppo allo stand Kramer, ISE 2014.

diede una svolta alla sua azienda, commercialmente?JK – Sono tanti, ma gliene cito uno su tutti: il VS-11. Era il 1993 e quel processore video permetteva cose che nessun altro era in grado di fare, come lo splitscreen e la regolazione degli incarnati.

SIM – E quello che gli altri non si aspettavano?JK – Ah, senza ombra di dubbio il processore S-video PAL del 1988. Avevo scommesso con il reparto R&D di Hama che sarei riuscito a costruirlo. Quando lo videro a Photokina quell’anno non volevano crederci.

SIM – Attualmente, invece, quali sono i prodotti più richiesti dai vostri partner? E su quali nello specifico si

concentra il maggiore investimento del vostro team R&D?JK – Ad oggi sicuramente vanno per la maggiore i prodotti compatibili 4K e HDBaseT. Ma tenga presente che è difficile indicare chi gode della priorità…ne escono di media 3 nuovi alla settimana.

SIM – So che ne avete più di mille in catalogo. Ma in quali paesi siete veramente forti?JK – Le vendite sono distribuite un po’ dappertutto; gli USA sono il mercato leader per noi, ma Europa e le americhe costituiscono insieme i due terzi del nostro fatturato. E poi nuovi protagonisti asiatici stanno emergendo.

SIM – E che cosa pensa del mercato italiano?JK – L’Italia è sicuramente

uno dei paesi trainanti in Europa e se l’andamento delle vendite non sta salendo come vorremmo è soltanto colpa del periodo finanziario in cui ci troviamo. I nostri responsabili italiani sono professionisti seri e hanno messo su un network commerciale non indifferente.

SIM – Com’è il rapporto con i suoi dipendenti?JK – Siamo tutti una grande famiglia e lo spirito che ci guida è questo: non ci deve essere competizione al nostro interno, ma soltanto scambio di idee. E se da noi darai il meglio di te, riceverai anche il meglio.

SIM – Mi raccontava poco fa della sua passione per la fotografia.JK – Il mio vero sfogo creativo. Ho anche un sito tutto mio e ho scritto

centinaia di articoli che riguardano test o reportage. Sono io che faccio le foto ai prodotti, lo sa?

SIM – Stavo quasi per scommetterci sopra. E qual è la cosa di cui va più fiero?JK – La mia famiglia e i miei quattro figli, che sono cresciuti con un grande rispetto per la vita e per le persone. Ma adesso le posso dire una cosa io?

SIM – Certamente.JK – Dovrebbe cambiare l’obiettivo della sua fotocamera con questo che uso anche io. Ha un dettaglio maggiore e una messa a fuoco sicuramente più rapida. Lo tenga presente, è un consiglio da esperto e mi ringrazierà!

SIM – Glielo saprò dire al nostro prossimo incontro, non ne dubiti.

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Vi diamola soluzione

Con prodotti che abbracciano praticamente tutte le sfere dei sistemi visual professional (broadcast compreso), Panasonic rappresenta per molte aziende- e installatori - un punto di riferimento quando si cerca il “pacchetto completo”

di Paolo Radice

Con una storia quasi centenaria (la fondazione risale al 1918), Panasonic è un colosso industriale che abbraccia sia il mercato consumer che quello professionale. Dell’azienda

giapponese non si possono non citare le acquisizioni di qualche anno fa dei brevetti Pioneer per la tecnologia al plasma (che ha portato Panasonic ad essere per qualche anno il riferimento del settore) e la rilevazione del maggior pacchetto azionario di Sanyo, operazioni finanziarie che hanno contribuito – naturalmente insieme ad altre numerose mosse vincenti, legate anche alle innovative eco-solutions - a far rimanere il gigante nipponico in cima alla classifica dei grandi poli industriali di livello mondiale. Nel settore deall’AVC professionale, poi, Panasonic occupa una posizione di privilegio, anche per merito della presenza su più fronti: videoproiettori, large format display, videocamere e – sempre più - sistemi di videosorveglianza rappresentano a tutti gli effetti una realtà commerciale all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, che è doveroso tenere sotto osservazione. Così abbiamo pensato di fare un salto negli uffici della sede italiana di Milano, in viale dell’Innovazione, per sapere come si sta muovendo l’azienda e quali tecnologie equipaggeranno i nuovi prodotti. Abbiamo incontrato Salvatore Palillo e alcuni dei suoi più stretti collaboratori del ramo Visual System Professional, scoprendo inoltre la filosofia aziendale, i riscontri professionali, le installazioni più importanti e… le notti tranquille.

System Integrator Magazine – Parlando di Visual Solutions, qual è il ramo di (vostri) prodotti che sta riscuotendo maggiore successo commerciale?Salvatore Palillo - Iniziamo con una premessa e cioè che, innanzitutto, il 2013 così come l’anno precedente sono stati entrambi difficili e la sostanziale immobilità del mercato non ci ha permesso di sviluppare quanto avevamo previsto. Nonostante tutto, però, il ramo Visual System si è difeso bene, migliorando il budget raggiunto nel 2012. Parallelamente a questo, poi, dobbiamo considerare che la dismissione dei pannelli al plasma ci ha tolto una potenziale rete di clienti, ai quali però presenteremo una line-up di monitor a LED in arrivo proprio in queste settimane.

SIM – Dunque per i display anche Panasonic investirà d’ora in avanti esclusivamente su LED/LCD?SP – Sì e già per il 2014 sono in arrivo ben 12 modelli Full LED solo nel professionale. A ottobre arriveranno anche i modelli 4K, ma soprattutto vedranno la luce display specifici per ambienti esterni (certificati IP55) e dotati di interattività Wi-Fi e Miracast con supporto per Android e Windows 8, anche di dimensioni importanti.

SIM – A questo punto infilo una domanda in sordina: parlando di schermi, qual è il taglio generalmente più richiesto?SP – Beh, il mercato sta cambiando e se fino a poco tempo fa i modelli più venduti erano intorno ai 40”, ora

A colloquio con... Salvatore Palillo,

Country Manager PSCEU -Panasonic

System Communication Company Europe

dobbiamo decisamente far fronte a una richiesta “normale” che è per i modelli da 50”-55”.

SIM – E il pannello più grande che avete in produzione?SP – Adesso l’80”, interattivo e multitouch, ma arriverà presto un display decisamente più grande.

SIM – Sono un fan dei maxischermi, mi fa molto piacere. Dunque oggi qual è il mercato in cui state andando forte (tra educational, medicale, retail, corporate)?SP – Ecco, se da una parte abbiamo riscontrato un calo di vendite, dall’altra – come quello dei videoproiettori DLP destinati al rental – ci stiamo confermando invece leader di mercato. Per noi, poi, i mercati Corporate e

Attualità Aziende - La formula di Panasonic per il professionale

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retail (vedi i trasporti, o le banche) sono di fondamentale importanza - grazie alla continua domanda di apparati performanti e affidabili per i grandi ambienti – in particolar modo da quando abbiamo cambiato il nostro approccio alla vendita, proponendo soluzioni a valore aggiunto anziché prodotti stand-alone. Da qualche anno, infatti, abbiamo deciso di cercare di essere un punto di riferimento per le aziende e di fornire sistemi completi, che semplifichino le attività richieste. Ma soprattutto non abbiamo accettato la nuova logica della corsa al ribasso e del “primo prezzo”, che sostanzialmente vediamo come una corsa al massacro.

SIM – Dunque vi sentite controcorrente?SP – Assolutamente sì. Tenga presente che Panasonic è sempre stato riconosciuto come brand top quality e per noi era difficile – anche perché in contrasto con la politica aziendale – seguire quel tipo di business e soddisfare quelle richieste, che altri protagonisti ora si sono presi in carico. Le dirò di più: per quanto riguarda la videosorveglianza (settore in cui stiamo investendo molto per ampliare il nostro market-share) abbiamo deciso da subito di non svendere la nostra tecnologia per riservarla a un target più esigente.

NETWORK CAMERA SERIE 6 E TECNOLOGIA RAIN-WASH COATINGLe telecamere dome a infrarossi Serie 6 sono il top della gamma IP e racchiudono il massimo della tecnologia Panasonic per il 2014. La nuova famiglia è in grado di catturare immagini Full HD (con risoluzione addirittura fino a 2408x1536 pixel) e 60fps, per cogliere ogni dettaglio in qualsiasi condizione di luce. Destinata principalmente a casinò, aeroporti e stadi, è la prima serie prodotta da Panasonic dotata di due slot per schede SD (per registrare senza interruzioni: quando una si estrae, l’altra continua a memorizzare) ed è compatibile con le app di monitoraggio e controllo

remoto di Panasonic. Lo Smart LED wide angle a infrarossi integrato assicura che l’intera zona coperta dal monitoraggio sia ben illuminata e che la ripresa si adatti a qualsiasi condizione di luce, riducendo al contempo il consumo di energia. La capacità di riconoscimento facciale, inoltre, riduce la saturazione sul viso, garantendo immagini più nitide in cui i volti non risultino mai sovraesposti. Specifico per aree esterne, invece, l’esclusivo rivestimento “Rain-Wash coating”, studiato dall’azienda giapponese per proteggere la telecamera dome evitando che polvere o gocce d’acqua

si attacchino alla superficie, garantendo quindi immagini sempre nitide senza necessità di prevedere alti costi per pulizia e interventi manuali. In questo caso una speciale calotta in policarbonato fa in modo che acqua e sporco scivolino via, non richiedendo manutenzione: per pulire la camera basta uno spruzzino o un getto di acqua dolce, senza il bisogno di asciugare manualmente la calotta.

SIM – Perciò dobbiamo aspettarci delle novità anche nel settore delle CCTV?SP – Certamente, essenzialmente per quel che riguarda i modelli IP, però (il 70% della nostra produzione). È il caso, per esempio, della serie con sensori di rilevazione incendio introdotta di recente e prodotta con nostra componentistica proveniente dal Giappone e dalla Svezia. Ma ci stiamo muovendo anche per integrare funzionalità per il controllo accessi, di cui molte aziende oggi hanno bisogno anche per scopi statistici e/o di marketing. Quindi, riallacciandomi al discorso di poco fa, offriamo una soluzione intelligente e veramente completa, che evita al cliente il ricorso ad aziende di servizi esterne.

SIM – Ma nelle trattative commerciali agite direttamente o vi affidate a dei distributori? E come è gestito il training dei vostri prodotti?SP – Ci capita di fare entrambe le cose, dipende dalle situazioni (e dal cliente). Abbiamo comunque un’ottima rete costituita da alcuni distributori, nostri partner da molti anni. Per le network camera, inoltre, abbiamo creato il PSDN, Panasonic System Dealer Network, composto da 5 aziende che hanno la via prioritaria sugli altri,

seguito da altre cinque “secondarie”. In più stiamo lavorando per ampliare questo bacino e rivolgerci ai system integrator, fornendo loro assistenza diretta. Per quanto riguarda la formazione tecnica, invece, i nostri distributori hanno la possibilità di accedere ai corsi (che chiamiamo Partner Program) sia presso la nostra sede che in loco.

SIM – Cambiando argomento e tornando ai discorsi statistici: in termini di fatturato complessivo dei sistemi professionali AVC Panasonic, a che livello si posiziona il mercato italiano nella classifica dei Paesi UE?SP – Con grande soddisfazione le posso rivelare che abbiamo chiuso l’anno fiscale 2013 al terzo posto in Europa, dietro Germania e Gran Bretagna, superando la Francia che è un paese molto più grande del nostro.

SIM – E che feedback avete da questo nuovo anno?SP – I primi dati del nuovo anno fiscale (aprile, ndr) ci danno dei segnali positivi, con cifre superiori all’anno precedente e al business plan. In parte, forse, è merito dell’Expo 2015, che – nonostante Panasonic non sia sponsor ufficiale – attira le aziende del cosiddetto “indotto”, permettendoci di stipulare contratti importanti in particolar modo per il rental. Seguiremo con attenzione l’Expo…

SIM – È il vostro prossimo task?SP – Sì, senza dubbio. Per questo motivo abbiamo designato appositamente una persona, incaricata di seguire progetti e richieste inerenti all’esposizione. Anche perché sappiamo che si tratta di una manifestazione che richiamerà persone e aziende da tutto il mondo, più grande ancora di Shanghai 2010, con più padiglioni e più tecnologia necessaria.

SIM – Sappiamo bene dei videoproiettori Panasonic, ma se dovesse mettere in risalto un prodotto (o una famiglia di prodotti), quale citerebbe pescando tra LFD, Network camera e videoproiettori?SP – Non saprei, perché ogni famiglia di prodotti viene concepita per essere il top sul mercato. Nel mercato dei flat display con il plasma eravamo sicuramente un passo avanti alla concorrenza; con la loro dismissione, invece, siamo noi a dover rincorrere gli altri, ma faremo di tutto per tornare ad essere leader nel settore, lo vogliamo veramente.

SIM – Perciò in che cosa vi sentite particolarmente bravi, oggi?SP – Ma come faccio a risponderle? Le posso dire semplicemente “in tutto”. Per onestà intellettuale, però, posso aggiungere che laddove siamo indietro rispetto a dove vorremmo

essere, la casa madre ha programmato forti investimenti che mireranno ad aumentare la nostra presenza sul mercato, anche in termini di bilanci. Le cito un dato: Panasonic Europe ha pianificato come obiettivo, per le CCTV, un fatturato di 200 milioni di euro nel 2018; ed è ovvio che dietro a queste cifre se ne nascondono ben altre per raggiungerle. E se riusciremo a vendere un sistema di videosorveglianza, va da sé che potremo fornire al cliente anche display, videoproiettori e telecamere.

SIM – Come darle torto. Parlando ora della rete commerciale, chi sono i vostri migliori partner?SP – Abbiamo professionisti distribuiti su tutti i fronti: c’è chi è specializzato nel rental, chi nell’educational, chi nel corporate, quindi faccio fatica ad indicarne uno o due…

SIM – È molto diplomatico, ma volendo rivolgere un encomio a qualcuno tra gli installatori che hanno scelto Panasonic, a chi lo dedicherebbe?SP – Così su due piedi mi viene da pensare a Acuson, azienda che ha installato i nostri prodotti nel Museo dell’Automobile Fiat di Torino: ci sono circa 60 videoproiettori DLP Panasonic, lo sapeva? E poi ha installato le nostre macchine nel nuovo Museo della Scienza di Trento, il MUSE.

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Dal 28 novembre 2013 al 12 gennaio 2014 Palazzo Marino ha ospitato la rinomata mostra “Raffaello a Milano. La Madonna di Foligno” promossa e organizzata da ENI, con la collaborazione dei Musei Vaticani e del Comune di Milano. La preziosa opera (che, lo ricordiamo, rappresenta la Vergine Maria con Gesù Bambino in gloria tra i Santi Giovanni Battista, Francesco d’Assisi e Girolamo che accompagna al cospetto della Madonna il committente Sigismondo de’ Conti) è stata collocata al centro della Sala Alessi e alle sue spalle è stata realizzata una parete curva - alta 5 metri e lunga 16 - su cui è stato proiettato in maniera continuativa e reale uno sfondo di nuvole in movimento su un cielo azzurro, chiaro riferimento all’iconografia dell’opera esposta. La dotazione tecnica, creata e

selezionata da TouchWindow, si è affidata a 5 videoproiettori Panasonic PT-DZ680EL da 6.000 ANSI lumen, insieme ad un sistema “leggio” interattivo con monitor Multi-Touch da 32” e software “Touchviewer” per la gestione dei contenuti. I proiettori Panasonic con risoluzione WUXGA, tecnologia specializzata RGB Booster, alta luminosità ed eccellente riproduzione del colore, hanno garantito la proiezione di immagini di superba qualità. La postazione multimediale, invece, ha consentito alle guide turistiche di approfondire tematiche interessanti della mostra, richiamando i contenuti per visualizzarli sulla grande parete.Successivamente alla vista del dipinto, la superficie curva diventava inoltre una seconda sezione da osservare per i visitatori: una straordinaria parete didattica, al centro della

SIM – Complimenti. Ed è questa l’installazione che usate come fiore all’occhiello per descrivere il vostro potenziale, o ne avete di ancor più prestigiose in Italia?SP – (Sorride, ndr) In realtà è un’altra. Siamo infatti onorati di servire da quindici anni il Vaticano, che dal 1999 si avvale della nostra tecnologia per la videosorveglianza; inizialmente era solo su Piazza San Pietro e all’interno della Basilica (all’epoca i lavori vennero richiesti in vista del Giubileo 2000), ma negli anni il sistema si è ampliato e aggiornato e attualmente copre tutta l’area dello Stato Città del Vaticano, rivelandosi compatibile con le apparecchiature precedentemente installate. Portiamo come esempio l’impianto dello Stato Pontificio anche a dimostrazione del fatto che possiamo integrare la nostra tecnologia su diversi apparati. Tenga presente che lì ci sono telecamere anche del 2000… E poi ci sono ben quattro pannelli al plasma da 103” 3D, che vengono usati per presentazioni e conferenze.

SIM – Può parlarmi di un altro case study che invece non vi aspettavate di riuscire a concludere? Ovvero: l’installazione è stata fatta ma non ci speravate veramente...SP – Forse quello della nuova sede dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma, dove abbiamo installato il sistema di videocamere IP: una trattativa che sembrava non dovesse finire mai…

SIM – Come sono, invece, i rapporti tra la vostra azienda e gli installatori? Avete un servizio di assistenza per i professionisti cui rivolgersi per risolvere i problemi che nascono on-the-run?SP – Noi vendiamo al distributore, però il rapporto con l’installatore è diretto nel momento in cui ci interpella. Semmai, ci dispiace di non essere al corrente esattamente di dove vadano a finire tutti i nostri prodotti, perché non veniamo sempre informati. Comunque per il servizio di assistenza abbiamo una persona che si occupa solo di questo, fornendo un supporto sia telefonico che sul posto, previo accordo.

un’azienda e lei volesse convincermi, per quale motivo (o motivi) dovrei affidarmi a Panasonic?SP – Per me è semplice risponderle. L’affidabilità dei nostri prodotti è riconosciuta da chiunque e, inoltre, abbiamo un servizio di assistenza rapido ed efficace. Pensi che sulle videocamere broadcast diamo 5 anni di garanzia senza costi aggiuntivi per l’utente. Comunque, sono circa quindici anni che lavoro in Panasonic e ho avuto modo di maturare nel tempo una considerazione che le dirò in poche parole: con noi il cliente può dormire tranquillo!

Mostra “Raffaello a Milano

La Madonna di Foligno”

SIM – Qual è stato in passato un errore da cui avete imparato?SP – Pensandoci su, non trovo dei veri errori; casomai, a titolo personale, vorrei esprimere un rammarico: che l’azienda per cui lavoro non abbia investito prima le proprie risorse sulla tecnologia a LED, continuando il suo cammino con i plasma. Per un po’ si è rivelata una scelta vincente, ma ora siamo qui a rincorrere i competitor. Un’altra situazione che ha condizionato il nostro fatturato, poi, è stata la scelta di proporre le soluzioni sempre più avanzate, che normalmente sono anche le più costose. Con alcuni clienti ha funzionato, ma molte trattative non sono andate in porto proprio per i costi elevati. Quindi oggi cerchiamo di ottimizzare la nostra proposta in funzione delle richieste del committente, con un occhio al budget.

SIM – Mi racconta qualcosa sulla filosofia/slogan aziendale?SP – Io vengo da un’altra multinazionale impegnata nella produzione di sistemi

a/v consumer e professionali e ricordo che all’inizio rimasi piuttosto stupito sui cosiddetti “principi guida” che ti vengono subito impartiti appena metti piede qui dentro. Pensai “Questi sono pazzi…”. Mi sbagliavo perché, dopo qualche tempo, iniziai ad assimilare il tutto e a ragionare nello stesso modo; e devo dire che i feedback commerciali e professionali ce ne sono stati sempre in abbondanza.

SIM – Secondo lei, c’è la giusta informazione in Italia riguardo i prodotti professionali? E i media che ne parlano, lo fanno con competenza?SP – Realtà editoriali (che siano cartacee od online) che parlano del mercato AVC in Italia sono troppo poche, quindi ben venga una rivista specifica in più che affronta proprio questi temi. Ma al suo interno, più che ai prodotti in sé, darei spazio alle soluzioni che compongono il sistema, per far capire meglio all’utente quali sono le vere potenzialità della tecnologia installata.

SIM – Le faccio un’ultima domanda: se io fossi

All’intervista hanno partecipato,

inoltre:Danilo Contini

(Senior Business Manager Pro

Camera Solutions PSCEU)

Gianluca De Alberti (Sales

Manager Visual System Solutions

PSCEU)

CASE STUDY

Attualità Aziende

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Il museo delle scienze di Trento sceglie Panasonic

I dispositivi visual di Panasonic sono protagonisti assoluti della nuova sede del MUSE, il Museo delle Scienze di Trento progettato da Renzo Piano, struttura unica nel suo genere che crea un connubio tra natura, ambiente e tecnologia rappresentando un’eccellenza a livello internazionale. Il MUSE incarna alla perfezione il concetto di museo moderno, rispondendo a una chiara esigenza contemporanea secondo la quale oggi i musei non devono essere pensati soltanto come luoghi espositivi ma, come ricorda Lavinia Del Longo - Coordinatrice del progetto MUSE - “rappresentano anche spazi vivaci, interattivi e fortemente comunicativi”. Sono dunque i dispositivi Panasonic qui impiegati a renderne unici gli spazi: oltre a 4 monitor da 80’’, i più grandi tra quelli utilizzati nella progettazione dell’impianto, quasi tutti i videoproiettori scelti sono firmati Panasonic. Si contano 10 videoproiettori laser DLP, 3 videoproiettori DLP, 3 videoproiettori LCD PT-EZ570 e 8 videoproiettori LCD PT-VX500EJ. Inoltre sono stati utilizzati 10 schermi olografici 16:9, 121 Player Video, 76 PC, 8 processori e 60 diffusori acustici. Con i suoi 12.600 mq distribuiti su 7 piani, il nuovo Museo delle Scienze dispone di un impianto formato da più di 500 dispositivi, articolati in una progettazione complessa, strutturata e derivata da un lavoro di grande coordinazione. “La realizzazione di un progetto così ampio è stata possibile solo grazie alla collaborazione di tutte le forze messe in campo per la riuscita di quella che può essere chiamata una vera e propria impresa” ha sottolineato Angelo Nicolosi, Direttore Tecnico e supervisore dello svolgimento di tutte le operazioni del progetto multimediale. “Un lavoro coordinato, dunque, portato a termine secondo i dettami di un’installazione moderna e realizzato rispettando tutti i principi di design e

architettonici, comprese le norme che governano l’ambiente”. “Sono state coinvolte diverse società italiane, software house e società di produzione, per la realizzazione di tutti contenuti multimediali” ha spiegato Gabriele Magagna, Product Manager di Acuson, la società che ha fornito i dispositivi multimediali Panasonic. “Non è stata un’installazione classica, ma ha visto coinvolte diverse figure professionali ed è stata necessaria una cura particolare per la realizzazione del tutto. Ogni singola progettazione, inoltre, è stata approvata dal committente e dal gruppo del Comitato Scientifico”. La scelta di dispositivi di ultima generazione, progettati con un sistema di cablaggio non invasivo di oltre 40 km, trova la sua espressione in tutte le isole presenti all’interno delle aree espositive, dotate di un impianto pensato e progettato per fornire un determinato effetto emozionale al visitatore. “Abbiamo subito pensato a delle installazioni immersive - commenta Lavinia Del Longo - con l’uso di videoproiezioni di grandi dimensioni, possibili anche grazie alla scelta di alcuni tra i modelli proposti da Panasonic, che potessero in modo del tutto innovativo coinvolgere in modo globale il visitatore nel suo percorso esplorativo all’interno del museo”.“Dal giorno dell’inaugurazione a oggi sono passati oltre sei mesi e, attualmente, la risposta dell’impianto è stata ottima. Se pensiamo che i dispositivi lavorano in media 12 ore al giorno, a distanza di molti mesi possiamo immaginare lo stress al quale vanno incontro queste macchine. Eppure, non è stata annotata alcuna critica” ha spiegato Angelo Nicolosi. I riscontri ottenuti dal funzionamento dell’impianto non costituiscono l’unica nota positiva; dal giorno dell’apertura il museo ha, infatti, registrato un’ottima accoglienza. Conclude Lavinia Del Longo, Coordinatrice del progetto MUSE: “Abbiamo registrato più di 200 mila visitatori in meno di sei mesi, una cosa impensabile prima d’ora per una città di 100 mila abitanti come Trento. Solo nel mese di dicembre dello scorso anno abbiamo registrato quasi 46.000 visitatori, con giornate di affluenza massima di oltre 6 mila persone. Come si può immaginare il museo ha riscosso un notevole consenso sia in ambito nazionale, sia internazionale”.

quale venivano proiettati ad altissima definizione programmi multimediali scelti dalle curatrici della mostra e gestiti direttamente dalle guide, tramite l’uso del leggio interattivo Multi-Touch. I contenuti proposti al pubblico erano differenziati in tre tipologie: indagini scientifiche eseguite durante il restauro dell’opera (provenienti dai Musei Vaticani); particolari, brevi animazioni e dettagli della Madonna di Foligno; altri quadri e affreschi di Raffaello, utili al visitatore per un confronto tra i vari momenti artistici del pittore stesso.Tre dei proiettori Panasonic PT-DZ680EL sono stati impiegati per riprodurre i contenuti multimediali, mentre altri due - con specifiche ottiche - proiettavano sulle pareti altre sequenze di nuvole, che salendo verso l’alto

davano un effetto di continuità ottica. Il sistema di proiezione simultaneo dei contenuti (delle nuvole sulla parete e delle nuvole nella sala) si incastonava perfettamente con la scenografica bellezza del dipinto, rappresentante appunto un cielo con nuvole a circondare la Madonna. Infine, la capacità del display touch-screen di regolare tramite il software i tempi di esposizione di ogni immagine ha permesso alle guide di selezionare ed approfondire oggetti didattici di volta in volta ritenuti di interesse per il visitatore, in un linguaggio visivo facilmente comprensibile a tutti. La vastità dei contenuti richiamati dal software, nonché la tecnologia integrata nei proiettori scelti per il progetto, è stata così perfettamente in grado di assicurare qualità e continuità dell’immagine.

CASE STUDY

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Prodotti News - Le novità dal mercato

Cinema digitale certificato

Helvar, azienda leader nella produzione di componenti energeticamente efficienti e in soluzioni per l'illuminazione e il controllo della luce, ha annunciato ufficialmente l'in-gresso nel mercato dei moduli LED. La società finlandese ha stretto una collaborazione con Samsung così da poter offrire ai propri clienti una gamma di soluzioni sempre più complete nell’ambito delle tecnologie per il lighting. Il gruppo Samsung, che nell'ultimo decennio ha visto un ritmo di crescita senza precedenti, metterà a disposizione di Helvar il meglio delle sue tecnologie applicate ai moduli LED. In questo modo Helvar, che negli ultimi anni ha sviluppato una gamma di altissima qualità di driver e dispositivi di controllo della luce per i LED, potrà mettere a disposizione dei propri clienti soluzioni complete tra le più efficienti, compatibili e affidabili sul mercato. Helvar ha presentato le prime 3 famiglie di moduli LED durante il Light + Building ottenendo un notevole riscontro da parte dei propri clienti. I primi moduli lanciati sul mercato sono le famiglie COB (Chip On Board), Linear e Multiplex, destinate rispettivamente alle tre principali categorie di apparecchi: downlight, apparecchi lineari e quadrati. I prodotti saranno in commercio a breve.www.helvar.com

Flessibilità all-in-one Helvar e Samsunginsieme per il lighting

II nuovi NC1100L e NC1040L sono i primi proiettori al laser per cinema digitale ad ottenere la Certificazione DCI (Digital Cinema Initiatives). Questa certificazione dimostra la capacità da parte di NEC di innovare, mantendo allo stesso tempo gli standard di qualità, interoperabilità, sicurezza e compatibilità richieste dall’industria del cinema digitale con il lancio sul mercato di ben due proiettori al laser. "Lo standard DCI (Digital Cinema Initiative) stabilisce i requisiti per i proiettori per cinema digitale mentre la tecnologia al laser garantisce grande affidabilità, bassissimi costi di gestione e lunga operatività, assieme ad un ricco gamut colore, elevata risoluzione e livelli di performance: il mix qualità e prestazioni che ci si aspetta da un moderno cinema digitale” ha spiegato Antonio Zulianello, General Manager Italy & Southeast Mediterranean. L’NC1100L è anche il primo proiettore compatto per cinema digitale ad usare una sorgente di luce al laser blu e la soluzione per cinema digitale 2K, ideale sia per schermi fino a 11 m che per piccole cabine di proiezione, in grado di combinare massima qualità ad un prezzo estremamente competitivo. Dall’altro lato, il modello NC1040L offre risoluzione 4K con il più ampio gamut colore del mondo, che garantisce immagini con qualità senza pari. È progettato per schermi fino a 10 m. Utilizzando una sorgente luce estremamente stabile, entrambi i modelli

garantiscono 20.000 ore di vita, con una necessità di pulizia del filtro sporadica e con dei costi di gestione molto contenuti. Entrambi i modelli sono conformi, unici al mondo, agli standard internazionali per il mercato del cinema digitale Laser Class 3R on IEC60825-1 Edition2. I test sono stati condotti dal Research Institute for Digital Media and Content presso l’Università di Keio (DMC) in Giappone, che è uno dei tre istituti al mondo a detenere la licenza da parte del Digital Cinema Iniziatives, LLC per effettuare il test Compliance Test Plan (DCI CTP).www.nec-display-solutions.it

MMD, licenziataria del marchio Philips Monitors, mira ad ottimizzare i processi in-formatici nelle organizzazioni di tutto il mondo con la semplicità all-in-one di Philips Cloud Monitor Base. Gli utenti dovranno semplicemente connettere il loro monitor Philips al supporto e collegarlo direttamente all’ambiente Virtual Desktop Infra-structure (VDI) dell’azienda per accedere in modo sicuro alle applicazioni IT cen-tralizzate, e ai dati archiviati nel server. Philips Cloud Monitor Base rende semplice la virtualizzazione del desktop perchè offre alle imprese il vantaggio di lasciare che dati e software risiedano sul server, liberandole dalla necessità di doversi dotare di PC desktop con capacità elaborativa. Disponibile in due versioni - la SB4B1927VB per VMware infrastrutture e la SB4B1927CB per Citrix - Philips Cloud Monitor Base è formato da un supporto ergonomico intelligente al quale gli utenti possono collegare qualsiasi monitor Philips delle linee S, P o B di dimensione compresa tra i 19 e i 29 pollici, connettendo istantaneamente il proprio desktop.www.mmd-p.com

NEC

HELVAR MMD

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La matrice 6x2 Toolbox di Gefen è appositamente pensata per installazioni in cui sorgenti multiple vengono indirizzate ad un monitor e ad un videoproiettore. Fa parte della serie di splitter Toolbox installabili a parete, capaci di offrire una distribuzione 1:2, 1:4 e 1:8. Questo significa che una singola sorgente 4K può essere distribuita a 2, 4 o 8 display. Ogni splitter offre la gestione avanzata e automatica del profilo EDID per una migliore integrazione degli apparati. Il selettore 4x1 per UltraHD offre un modo semplice per integrare 4 sorgenti con un solo display 4K, mentre la matrice 4x2 indirizza 4 sorgenti a 2 monitor indipendenti. Ogni sorgente può essere indirizzata ad uno o più display contemporaneamente. Tutti i prodotti sono controllabili via ethernet (telnet e web), RS232, pulsanti e infrarosso.www.comm.tec.it

Potenza reale

AOC, azienda specializzata nel mercato dei display, presenta i suoi due primi monitor da 28’’ (71,1 cm). I modelli m2870Vhe e m2870Vq sono equipaggiati con pannello MVA extra-large con formato 16:9 e risolu-zione full HD, ampi angoli di visione e alta luminosità. Colori intensi, un alto contrasto e tempi di risposta rapidi rendono questi due display un'effi-cace soluzione per chi ha esigenze

professionali, ma anche per chi vuole semplicemente divertirsi con videogiochi e film. Entrambi i modelli sono dotati di una vasta gamma di opzioni di connettività, come, per l'm2870Vq, il connettore supplementare DisplayPort e altoparlanti stereo.www.aoc-europe.com

Il TH-47LFX60 a elevata luminosità è pensato per i ristoranti fast food e per una vasta gamma di contesti retail e tempo libero, che richiedono dispositivi per digital signage resistenti alle mutevoli condizioni meteorologiche. Dotato di retroilluminazione Direct-LED da 2.000 cd/m2, questo modello assicura un'ottimale leggibilità anche in presenza di luce solare diretta, mentre l’ampio angolo di visione garantisce immagini di forte impatto. Il TH-47LFX60 integra un sistema di raffreddamento ad aria in grado di prevenire automaticamente gli sbalzi di temperatura nel pannello a LED causati dall'esposizione diretta alla luce solare, evitando così possibili black-out e garantendo una visualizzazione costante dei contenuti. Il display è inoltre compatibile con la tecnologia Digital Link di Panasonic, che consente di trasmettere segnali video full HD, audio e di controllo fino a 100 metri di distanza. Grazie al Digital Link di Panasonic è sufficiente un singolo cavo CAT5e o superiore, questo garantisce alle infra-strutture AV e di digital signage un’estrema semplicità d’uso e di cablaggio. Dotato di certificazione IP55 che identifica il livello di protezione dalla polvere e dall’acqua in un ambiente operativo -20°/+50°, il TH-47LFX60 inoltre è compatibile con il software Early Warning di Panasonic, basato sul cloud, che consente di monitorare il funzionamento dei display, avvertendo i responsabili dei sistemi audio video in caso di anomalia rilevata o prevista. http://business.panasonic.it/sistemi-visuali/

I monitor extralarge

Per sorgenti multiple

Full HD a LED per l’outdoor

Legrand ha lanciato nel 1993 il primo UPS modulare; da allora il continuo svi-luppo firmware e la costante attività di ricerca, nell’ambito della componentistica hardware di potenza e di controllo hanno consentito un miglioramento continuo dell’affidabilità e della qualità dei sistemi. Grazie al power factor unitario i nuovi UPS modulari delle serie Archimod HE e Trimod HE garantiscono il massimo della potenza reale; 11% in più rispetto a UPS con fattore di potenza 0,9 e ben 25% in più rispetto a UPS con fattore di potenza 0,8. Gli alti valori di efficienza garantiti dagli UPS Archimod HE e Trimod HE sono certificati secondo il SIQ. Tra i più alti valori del mercato che garantiscono fino al 4% in più di efficienza rispetto ai valori minimi richiesti dal European Code of Conduct. Archimod HE è l’UPS ad architet-tura modulare ed espandibile con potenze da 20 a 120kVA, in armadio rack 19 pollici. È costituito da un insieme di componenti standard e pre-assemblati che permettono di semplificare e velocizzare il processo di progettazione e realizza-zione delle infrastrutture. L’innovativo concetto di modularità trifase, composta da singoli moduli monofase che contraddistingue tutta la gamma Archimod HE, con-sente di ottimizzare la disponibilità di potenza, aumentare la flessibilità del sistema

e di ridurre il costo totale di gestione (TCO). Trimod HE è invece una gamma di UPS trifase modulari a doppia conversione VFI da 10 a 60 kVA. La struttura standardizzata, composta da moduli con dimensioni e pesi ridotti, facilita il trasporto e l’installazione. Tutti i componenti sono autoconfigurabili e integrano un sistema di connessione plug&play. Trimod HE, oltre alle strutture standard, offre cabinet con altezza maggiorata che consentono di aumentare l’autonomia e le configurazioni standard. Gli UPS sono stati sviluppati in modo da garantire al 100% la compatibilità con la versione prece-dente, permettendo così una semplificazione nella gestione del service di tutti gli UPS installati.www.legrand.it

LEGRAND

AOC PANASONIC

GEFEN

www.simmagazine.it

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Prodotti News

Il cablaggio di un comune componente elettrico richiede, media-mente, circa un minuto. Un tempo apparentemente limitato ma che, moltiplicato per il numero di elementi presenti in qualunque installazione, comporta un costo economico significativo. Il tutto aggravato dal fatto che, spesso, le situazioni di lavoro non sono ideali, a causa della posizione in cui si realizza l'installazione o di condizioni atmosferiche avverse, soprattutto nelle fredde gior-nate invernali. Un'alternativa interessante è offerta dai morsetti automatici che BTicino propone di serie, e allo stesso prezzo dei componenti tradizionali, sulle famiglie Axolute e LivingLight. Grazie a questa innovazione, per realizzare la connessione è

sufficiente spelare di 12 mm il cavo è inserirlo nello specifico foro che, grazie alle generose dimensioni, è in grado di ospitare cavi rigidi o flessibili di differente diametro, compresi quelli dedicati ai Led. I morsetti auto-matici BTicino garantiscono affidabilità e sicurezza con una tenu-ta costante garantita nel tempo, superiore rispetto ai tradizionali morsetti vite/piastrina anche nelle situazioni più estreme (come installazioni in treni, navi, bordo macchina...). I morsetti automatici BTicino hanno superato tutti i test conformità con valori superiori a quanto prescrive la norma (CEI EN 60669-11).www.professionisti.bticino.it/nuovi-morsetti-automatici/

Da Crestron, una soluzione semplice ed eco-nomica per facilitare la gestione dei cablaggi nei tavoli ed attivare le proprie presentazioni con un semplice click. Crestron Connect It si installa facendo un foro circolare nel tavolo. Una volta fissato, i blocchi ferma cavi semplificano la gestione dei cablaggi del sistema di presentazione. L'unità dispone di 2 pulsanti con indicazione di stato a led colorati, a disposizione degli utenti per l'accensione di display o videoproiettori oppure per la commuta-zione delle sorgenti. Connect It è disponibile in due versioni per il mercato europeo: TT-110 (senza cavi) e TT-111 (con cavi a corredo). Sempre da Crestron, il nuovo supporto iPanel offre la possibilità di utilizzare il proprio Ipad Air per il controllo della propria abitazione o sala riunioni. Crestron iPanel IDOC-PAD-LCA-DSC è un elegante supporto da tavolo che permette l'alloggiamento e la ricarica dei tablet Ipad Air senza limitare l'uso dei pulsanti, dell'audio e della videocamera. Grazie alla Crestron App, scaricabile da Apple Itunes, è possibile utilizzare il proprio tablet di ultima generazione come se fosse un touchpanel da tavolo. La connettività rimane esclusivamente WiFi.www.crestron.eu

Interessanti novità da CYP, azienda distribuita in Italia dalla Audioclub di Roma. Tra i nuovi arrivi segnaliamo le unità PU-1H3HBTL e PU-1H7HBTL, che consentono la distribuzione di un singolo segnale HDMI in ingresso verso, rispettivamente, 3 o 7 uscite HDBaseT. Queste uscite consentono una di-stribuzione dei segnali HDMI non compressa, nonché dei segnali IR, su singolo cavo CAT5e/6/7 ad una distanza massima di 60m.Sempre da CYO, la nuova matrice modulare PU-8H16HBT offre agli integratori di sistema uno straordinario

NEC Display Solutions presenta il primo esponente di una nuova gamma di monitor UHD. Il MultiSync EA244UHD si fregia di essere in assoluto il primo monitor 4K prodotto da NEC. Le specifiche dell’EA244 parlano chiaro: con un display retroilluminato LED da 24” dalla risoluzione di 3.840x2.160 e una profondità di colore di 14bit per pixel, ci troviamo di fronte ad un prodotto high-end. Il formato wide-screen dell’EA244 offre uno spazio di lavoro molto ampio e si presta ad un utilizzo intensivo nel settore business enterprise. D’altronde, l’Ultra High Defintion è stata indicato dagli analisti di mercato come uno dei settori più importanti per il 2014, che permetterà un grande salto qualitativo a tutti quei professionisti e acquirenti proiettati verso il semi-professionale che desiderano il massimo della fedeltà d’immagi-ne. L’EA244 offre una vasta gamma di opzioni di connessione grazie al supporto agli standard DVI ed HDMI, ma è l’ingresso DisplayPort (standard di interfaccia video digitale promosso dalla Video Electroni-cs Standards Association) che garantisce le funzioni più innovative ed interessanti, come la possibilità di sfruttare facilmente configurazioni multiscreen. Nell’ottica di un utilizzo, ad esempio, nel settore dell’avia-zione, dove la ricchezza dei dettagli ed il tempo di reazione fanno la differenza nella gestione del traffico aereo, questo monitor 4K proget-tato da NEC si distingue per la funzione ControlSync, che armonizza luminosità e temperatura colore del bianco fra un massimo di 6 pannelli interconnessi. Sul fronte della connettività, invece, l’EA244 dispone di connessioni USB, ma soprattutto supporta l’ultima release del protocollo MHL (acronimo di Mobile High-Definition Link). Grazie ad esso è possibile il collegamento e il caricamento di immagini da smartphone direttamente sul display. Ricordiamo che lo schermo NEC è indicato per sistemi di infografica, design, control-room, siste-mi di sorveglianza, broadcasting e postproduzione video. www.nec-display-solutions.it

Connect It

Soluzioni per la distribuzione

L’alfiere del 4K

CRESTRON

BTICINO

NEC

CYP

Qualità econvenienza con i morsetti

automatici

livello di flessibilità e presta-zioni nella realizzazione di sistemi AV multi-zona. Con l'impiego della più recente tecnologia HDBaseT, questo dispositivo consente la commutazione e la distribu-zione di 8 sorgenti HDMI, IR bi-direzionale, RS-232 e PoE (Power over Ethernet) fino ad una distanza massima di 100 metri utilizzando cablaggi

CAT5e/6/7.Infine, il Kit PU-515PL consente la trasmissione di segnali HDMI non compressi su singolo cavo CAT5e/6/7. Questa soluzione aggiunge le possibilità di trasferimento su un singolo cavo di segnali RS-232, IR bi-direzionali e funzionalità Power over Ethernet (PoE).www.audioclub.it

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di Roberto Pulito

Encodingin libertà

COSTRUTTORE Pixel2MediaGermania

DISTRIBUTOREComm-tec,Via Proventa, 90 48018 Faenza (RA) tel. 0546 622 080 www.commtec.it

S tiamo parlando del p.Corder, un potente strumento di

encoding in formato H.264/AAC in tempo reale, che garantisce virtualmente a chiunque la possibilità di registrare una presentazione o una conferenza senza avere conoscenze specifiche e, soprattutto, senza la necessità di passare per un dispendioso processo di postproduzione. Pixel2media ha sempre avuto come obiettivo primario la realizzazione di prodotti hardware di qualità per l’acquisizione video in Alta Definizione, capaci di compressione, encoding, recording e streaming. Quasi tutte queste doti sono racchiuse nel p.Corder, probabilmente la più semplice soluzione integrata attualmente sul mercato per la registrazione di eventi in mobilità. Le sue caratteristiche hardware ne definiscono un quadro di eccellenza unica nel suo genere, in quanto capace di registrare

contemporaneamente da due sorgenti e di missare il tutto su un’immagine di background (canvas) definita dall’utente, senza vincoli di grandezza e posizione delle due finestre. E quando scriviamo “senza vincoli” intendiamo l’elaborazione di qualsiasi aspect ratio, col valore aggiunto della possibilità di effettuare scaling e cropping su qualsiasi flusso video. Per quanto riguarda l’elaborazione audio, il p.Corder offre un mixer audio a 6 canali e si distingue per il delay programmabile, funzione che garantisce una perfetta sincronia labiale in qualsiasi situazione. Utile in tal senso il supporto all’alimentazione “phantom power”, ovvero attraverso gli stessi cavi di trasmissione del segnale audio, per due microfoni professionali (balanced 6.3mm TRS) e la possibilità di gestire fino a quattro microfoni wireless digitali (che lavorano sui 2.4GHz).A così tante funzioni di

primaria importanza, se ne affiancano altrettante decisamente sfiziose, come ad esempio il controllo remoto tramite telecomando IR, i VM meter frontali per monitorare le impostazioni audio, o ancora la gestione di logo, grafica e testi in sovrimpressione, ma soprattutto l’esportazione diretta su periferiche di memorizzazione USB. Appare evidente che con uno strumento del genere un risultato professionale, nelle mani giuste, sia più che assicurato. Con una sana

dose di intraprendenza, il p.Corder può perfino fungere da capture front-end per qualsiasi Streaming Encoder gli si voglia affiancare. Sono supportate tutte le risoluzioni SD e HD fino alla 1920x1080, sia interlacciata che progressiva, e le risoluzioni PC. In ingresso troverete 2 porte Composite e 2 HDMI. Sempre HDMI con embedded audio e VGA (per i videoproiettori) sono gli output supportati. Il profilo di codifica h.264 è capace di garantire bitrate fino a 15Mbit/s, mentre per

l’audio in AAC si toccano i 256KBit/s, con la possibilità di registrare metadati temporali e screenshot in formato JPG. Tanta grazia è contenuta in una scocca dagli ingombri limitati, 266x138x27mm, che può essere all’occorrenza incastonata in un adattatore per rack. Il p.Corder dimostra, insomma, di essere una soluzione professionale a 360°, perfettamente a suo agio nel contesto di piccole e gradi conferenze, sessioni di corporate marketing e training o, più in generale, contesti didattici.

La tedesca Pixel2media specializzata in sviluppo, vendita e supporto di soluzioni innovative per l’elaborazione audio/video digitale, propone un media recorder flessibile e compatto, pensato per rivoluzionare la registrazione e lo streaming “on-the-fly” di qualsiasi tipo di evento

Prodotti Recording - Media recorder p.Corder

Con i body pack PDW-BP è possibile associare 1 o 2 microfoni ad un laptop, passando da un dongle USB. Un connettore mini XLR assicura la compatibilità con microfoni Condenser Levalier.

Essenziale ed elegante nel design, il p.Corder 130 integra un ricevitore audio a quattro canali e, sul pannello frontale a sinistra, altrettanti VU meter per leggere in modo semplice e intuitivo i livelli audio di tutti i microfoni collegati.

Utilizzando un trasmettitore e un ricevitore si può gestire audio di alta qualità (parlato o ambientale) che arriva dalla DSLR o da una videocamera. Il p.corder offre un mixer audio a 6 canali e dispone di delay programmabile.

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di Paolo Radice

Armandosi di semplici switcher, splitter ed extender, anche una grande sala d’albergo diventa un centro multimediale. Con le soluzioni Wyrestorm, tutto è stato facile

Convergeree intrattenere

Se tra i progetti che avete in ballo ce ne dovesse essere

qualcuno inerente al settore hospitality (alberghi con grandi sale ristorante, ville per ricevimenti, tanto per capirci) potrebbe essere utile leggere le caratteristiche di questa installazione effettuata effettuata nell'albergo di una famosa località termale veneta. Con pochi semplici elementi (switcher, splitter ed extender), infatti, i system integrator hanno trasformato una grande sala ricevimento in un centro d’intrattenimento audio/video al quale sono collegati videoproiettori e grandi display, che visualizzano segnali in alta definizione a 1080p per il piacere dei presenti. Lo schema distributivo è molto semplice: le varie sorgenti sono collegate allo switcher SW1102 (capace anche di fare l’upscaling a 1080p); a questo è collegato uno splitter con 4

output HDMI da cui dipartono, successivamente, tre extender che mettono in funzione a loro volta un proiettore – elemento centrale della sala e altri due punti mobili per degli schermi al plasma da usare nelle grandi occasioni.

LO SWITCHER SW1102 Il Wyrestorm SW1102 è uno switcher/scaler multifunzione che permette di convertire fino a 11 segnali differenti in ingresso alla risoluzione 1080p e audio HD sulle due uscite HDMI; contestualmente, consente l’upscaling di segnali in Standard Definition a 720p o 1080p. Dotato delle connessioni più diffuse in ambito a/v (tra cui Component e DVI-I), tra i formati video che è in grado di supportare vi sono i tradizionali 640x480, 800x600, 1024x768, 1280x1024, 1600x1200 e 1920x1200; a questi si aggiungono quelli DTV/HDTV come il 480i/p,

576i/p, 720p e 1080i/p. Sul fronte audio, invece, via libera per le risoluzioni lossless come dts-HD master Audio e Dolby TrueHD. Le uscite HDMI sono nella versione 1.2 e dispongono di uscite audio analogiche in affiancamento.

LO SPLITTER SALVASPAZIOCon i suoi circa 11 cm di profondità e poco meno di 18 di larghezza, ecco uno splitter evoluto e compatibile con i segnali 3D. L’SP0104 è dotato di 1 ingresso e 4 uscite HDMI (tutte uguali tra loro) nella versione 1.3b e soddisfa dunque le specifiche HDCP 1.0/1.1; dispone di LED che indicano sia il funzionamento che la porta in uso e sul piano dei formati video, poi, supporta le stesse risoluzioni già elencate a proposito dello switcher. Il Wyrestorm SP0104, che fa parte di una famiglia di modelli che arrivano fino a 2in/12out, non necessita di alcun tipo di configurazione ed

Ecco il centro della sala in cui sono stati installati i prodotti Wyrestorm.

COSTRUTTORE Wyrestorm Technologies LLC(Stati Uniti)

DISTRIBUTOREPixel Engineering,via San Francesco, 421013 Gallarate (VA)tel. 0331.781872www.pixelengineering.it

INSTALLAZIONE ESEGUITA DA:AuditecSilea (TV)www.auditec.it

Prodotti Audio/Video Distribution - La soluzione Wyrestorm

SW1102Versione HDMI: 1.2Formati video: 640x480; 800x600; 1024x768, 1280x1024; 1600x1200; 1920x1200; 576i/p; 720p; 1080i/p Formati audio: dts-HD Master Audio; Dolby TrueHD; multichannel 5.1, 7.1, stereo Distanza di trasmissione max: 15 mt

SP0104Versione HDMI: 1.3aFormati video: 640x480; 800x600; 1024x768, 1280x1024; 1600x1200; 1920x1200; 576i/p; 720p; 1080i/p Formati audio: dts-HD Master Audio; Dolby TrueHD; multichannel 5.1, 7.1, stereo Distanza di trasmissione max: 15 mt

EX-1UTP-IR40Versione HDMI: 1.3bFormati video: 640x480; 800x600; 1024x768, 1280x1024; 1600x1200; 1920x1200; 576i/p; 720p; 1080i/p Formati audio: dts-HD Master Audio; Dolby TrueHD; multichannel 5.1, 7.1, stereo Distanza di trasmissione max: 40 mt

CARATTERISTICHE DICHIARATE

è utilizzabile anche a cascata, funzione a volte indispensabile nelle installazioni retail nei punti vendita delle grandi catene della GDO. A supporto degli apparecchi sopra citati, i tecnici di Auditec hanno poi aggiunto 3 EX-1UTP-IR-40, la cui sigla complessa sta ad indicare set di extender IR che ricevono i segnali su HDMI (trasmettitori) e li inviano tramite cavi Cat5e/6/7 in alta

definizione (ai ricevitori) fino a una distanza di 40 mt. Tra le caratteristiche più interessanti di questi extender troviamo la possibilità di alimentarli tramite cavi adattatori USB a 5V di Wyrestorm stessa, su una delle porte presenti nella sorgente o nel display collegato: questa soluzione risolve non soltanto il problema dell’alimentazione, ma consente anche un risparmio energetico (accendendo i dispositivi solamente quando il sistema è veramente messo in funzione).

Il retro dello switcher SW1102, dotato di ingressi sia audio che video e 2 uscite HDMI

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di Paolo Radice

La line-up 2014 di Barco per il mondo business si presenta forte di tante soluzioni capaci di garantire prestazioni al top anche per installazioni particolarmente impegnative

Al proiettoreci pensiamo noi

S in dai tempi dei proiettori a tubo catodico, i prodotti

Barco si sono affermati sul mercato globale come punti di riferimento ed è così che anche per il 2014 le tre grandi famiglie di videoproiettori DLP destinati ai settori business ed educational si mettono dunque in luce in un mercato di per sé affollato, ma mai saturo abbastanza di buone idee e tutt’ora famelico di soluzioni che possano soddisfare le esigenze più difficili.

UNA SERIEBEN ARTICOLATACon i suoi nove modelli, la serie Present-P (P come “presentare”) è quella più numerosa di tutta la famiglia business-oriented. Questi videoproiettori sono basati tutti sulla stessa tecnologia a singolo chip con ottica sigillata e offrono risoluzioni differenti - dalla più contenuta XGA (1024x768), alla WUXGA (1920x1200) – così come livelli di luminosità variabili (tra i 5.000 e i 10.000 Lumen). Sono l’ideale per le training room, e alcuni di loro garantiscono un’autonomia di vita della lampada fino a 4000 ore (in modalità Eco).

COLLABORAREE IMPRESSIONAREPer ottenere il meglio in quegli ambienti in cui è necessario confrontarsi, invece, la serie Present-C (C come “collaborare”) è ancora più indicata. Condividere, infatti, dati da applicazioni multiwindow è semplice e dinamico, così come inserire sullo schermo, per esempio, una presentazione su slide e una chiamata in videoconferenza. I tre modelli della serie C sono single-chip, ma arrivano a risoluzioni WQXGA (ben 2560x1080) e hanno luminosità comprese

tra 5.000 e 6.000 Lumen.A completare l’intera famiglia c’è poi l’MSWU-81E che da solo compone la serie M (“Impressionare”): grazie alla tecnologia a tre chip DLP, questo vpr offre prestazioni da primo della classe, come la luminosità di 8.300 ANSI Lumen, la doppia lampada da 350W e il rapporto di contrasto di 1.800:1. Tra le altre caratteristiche, la risoluzione di 1920x1200 pixel e lo spostamento verticale dell’ottica del 100%. Grazie al suo design, l’MSWU non passerà inosservato agli occhi dei presenti.

In alto, i modelli intermedi della serie Present (visibili a destra in foto), la cui sigla termina con 61B, condividono lo stesso case dalle forme smussate e indubbiamente morbide. Compatibili con il Click Share, sono tutti single-chip DLP. Qui sopra, L’MSWU-81E, unico modello a presenziare la serie “Impress”, ha una risoluzione di 1920x1200 pixel e una luminosità di 8.300 ANSI Lumen.

ell’era delle trasmissioni wireless e di fronte all’impazzare dei dispositivi mobile (che praticamente ci obbligano

alla reperibilità in qualsiasi momento), è diventato sempre più essenziale – negli ambienti lavorativi - riuscire a comunicare tra colleghi o partner commerciali in maniera rapida, efficace, stabile e ovunque si sia in quel determinato frangente. Ecco perché un sistema di videocomunicazione che abbia solide basi strutturali e comprovata affidabilità oggi può giocare il suo ruolo da protagonista. Noi di System Integrator Magazine - a caccia di soluzioni in tale ambito - in una presentazione riservata alla stampa e avvenuta a fine maggio, abbiamo così assistito alla live-demo del nuovo Lifesize Cloud, con lo speech effettuato direttamente da Enrico Leopardi, Director of Sales Southern EMEA di LifeSize. Già all’ISE avevamo assistito ad alcune dimostrazioni dei prodotti Lifesize, che ci facevano intuire quali fossero le potenzialità dei prodotti del brand, basati soprattutto sull’ “ease of fuse” che attualmente sembra diventato indispensabile, nonché su un sistema ampliabile a piacere con prestazioni di assoluto livello (risoluzione full HD e soluzione aperta). Ma con l’arrivo del nuovo Cloud, oggi, il circolo sembra chiudersi e offrire finalmente quello di cui un’azienda (con pochi o tanti utenti da mettere in collegamento tra loro) abbia bisogno.

Creare una connessione con decine di contatti per interagire con loro è veramente semplice: Lifesize Icon si rivela di una versatilità impressionante. Basta, infatti, accettare la chiamata in entrata o cliccare su un utente presente nella directory dei nomi per aggiungerlo alla conferenza. Le presentazioni, poi, non solo possono essere viste in streaming HD da qualsiasi user connesso, ma possono essere anche registrate premendo un semplice tasto; inoltre, il calendario dei meeting è sempre visibile nella home page e un pop-up di richiamo avvisa quando sta per iniziare una riunione. Il sistema è composto da un’unità centrale, Icon 600, al quale si possono aggiungere la videocamera PTZ con zoom ottico 10x e risoluzione 1080p (a 60Hz), il microfono Digital MicPod e il sistema telefonico

COSTRUTTORE Barco NV(Belgio)

DISTRIBUTOREComm-Tec,Via Proventa, 9048018 Faenza (RA)www.comm-tec.it

Prodotti Videoproiezione - La nuova gamma "business" di Barco

PFWX-51BTipo: single-chip DLP da 0,65”Risoluzione/Luminosità: 1280x800 (WXGA)/ 4.750 ANSI LumenShift: verticale -30/+110% - orizzontale ±10%Ingressi: DVI, HDMI, BNC (RGBHV), Component, DisplayPort, 2 VGA, audio RCA, audio in, RJ45, S-video, video composito, RS-232CRumorosità: 42dB (mod. luminosa); 37dB (mod. Eco)

PHWU-81BTipo: single-chip DLP da 0,67”Risoluzione/Luminosità: 1920x1200 (WUXGA)/7.500 ANSI LumenRapporto di contrasto: 2.800:1Shift: verticale -0/+134% - orizzontale ±19%Ingressi: DVI-D (HDCP), HDMI, BNC (RGBHV e Component), VGA, S-video, SDI, RJ45, RS232CRumorosità: 44 dB (mod. Bright); 39 dB (mod. Eco)

CNWU-61BTipo: single-chip DLP Risoluzione/Luminosità: 1920x1200 (WUXGA)/6.000 ANSI LumenRapporto di contrasto: 6.500:1Shift: verticale ±134% - orizzontale ±68%Ingressi: DVI-D, HDMI 1.3a, BNC (RGBHV), Component, VGA, S-video, video composito, RJ45, RS-232CRumorosità: 42dB

CRWQ-62BTipo: single-chip DLP Risoluzione/Luminosità: 2560x1600 (WQXGA)/5.500 ANSI LumenRapporto di contrasto: 6.500:1Shift: verticale ±144% - orizzontale ±70%Ingressi: 2 DVI-I, 2 HDMI 1.3a, 2 VGA, Component, S-video, RJ45, RS-232CRumorosità: 41dB

MSWU-81ETipo: 3chip DLP da 0,67”Risoluzione/Luminosità: 1920x1200 (WUXGA)/8.300 ANSI LumenRapporto di contrasto: 1.800:1Shift: verticale ±100% - orizzontale ±30%Ingressi: 2 HDMI, BNC (RGBHV), VGA, RJ45, RS-232CRumorosità: 43dB (mod. Bright); 38dB (mod. Eco)

CARATTERISTICHE DICHIARATE

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di Roberto Pulito

Dopo essere stato in tour con Roger Waters e aver prestato servizio alle scorse olimpiadi, il proiettore di punta PanasonicPT-DZ21KE conquista anche La Scala di Milano

Il re del palcoscenico

DISTRIBUTOREPanasonic Italia, Branch Office of Panasonic Marketing Europe GmbHtel. 02/30464814http://business.panasonic.it

INSTALLAZIONE ESEGUITA DA:Meeting Projectvia Donato Frisia, 2 23807Merate (LC)www.meetingproject.it

Prodotti Videoproiezione - Immagini 24/7 in alta risoluzione WUXGA

P restazioni, affidabilità e facilità di

manutenzione sono caratteristiche che devono andare necessariamente di pari passo, quando si parla di proiettori professionali dedicati alle grandi strutture. E il modello PT-DZ21KE, uscito sul mercato nel corso del 2012, ha tutte le carte in regola per soddisfare il mercato dello staging e degli eventi. La proposta di punta Panasonic lavora infatti con tre chip DLP (Digital Light Processing) che permettono di proiettare la luce regolando con precisione la tonalità e garantendo valori elevati di luminosità (ben 20.000 lumen) e contrasto (10.000:1). Oltretutto, il giocattolo della casa di Osaka arriva alla proiezione in formato 24/7 con alta risoluzione WUXGA (1920x1200) e può contare su una modalità a quattro, tre, due o una lampada: feature che assicura una continuità di funzionamento anche per periodi prolungati. Tanti gli “optional”

La proposta di punta Panasonic lavora con tre chip DLP (Digital Light Processing) che permettono di proiettare la luce regolando con precisione la tonalità e garantendo valori elevati di luminosità (ben 20.000 lumen) e contrasto (10.000:1).

La durata stimata per la sostituzione di una lampada è di 2000 ore. Ovviamente, condizioni di utilizzo e ambiente di’installazione possono variare questo valore.

L’obiettivo di proiezione è venduto separatamente e la possibilità di spaziare tra vari tagli consente una più flessibile impostazione del proiettore.

Il manuale in italiano include una tabella per calcolare la distanza di proiezione per l’obiettivo in uso, in base alla dimensione dello schermo che vogliamo ottenere

pensati per soddisfare le esigenze dei professionisti esperti. Caratteristiche extra che spaziano dalla compatibilità con il 3D, alla correzione geometrica avanzata, alla funzione Picture-In-Picture. Raffreddato a liquido, il PT-DZ21KE assicura stabilità di funzionamento anche per periodi prolungati ed è equipaggiato con un gruppo ottico sigillato che non teme le intemperie. Sul fronte delle connessioni

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troviamo due SDI (3G e HD) DVI-D e ingressi HDMI. Altro aspetto da non sottovalutare riguarda le dimensioni, che risultano compatte (620 x 291 x 800 mm) in relazione alla luminosità. I consumi dichiarati si collocano poco sotto i 2.500 Watt, mentre la durata delle lampade (AC 465W UHM) si aggira intorno alle 2.000 Ore.Per questi, e altri validi motivi, alla fine di aprile il super-proiettore

Panasonic è stato scelto dalla società Meeting Project come supporto nella scenografia audiovisiva di "Le Troyens", opera messa in scena al Teatro alla Scala. Prima di arrivare a teatro, la macchina aveva già ‘illuminato’ le cerimonie di apertura e chiusura dei Giochi Olimpici di Londra 2012, oltre a contribuire alla realizzazione del famoso “muro” nell’ultimo tour di Roger Waters, ‘The Wall Live’.

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Con l’applicazione alla Scala, il modello PT-DZ21KE ha dimostrato ancora una volta di poter soddisfare le richieste di registi e scenografi. “Il proiettore si trovava già fisicamente presso il teatro di Milano, avendolo già utilizzato perLa Sposa dello Zar ed aveva dato ottimi risultati a livello scenico, soprattutto in termini di luminosità e di silenziosità – fondamentale in contesto teatrale” spiega Fabio Fraomene, Multimedia and Video Specialist di Meeting Project. “La macchina è stata posizionata sopra il tetto del palco reale collegato in fibra ottica. Sulla fibra viaggiava il segnale video DVI e la rete per poterlo remotare via ethernet”, continua Fraomene. Altra feature importante del proiettore, infatti, rivelatasi fondamentale a detta della produzione, è lo “shutter temporizzato”: la possibilità di temporizzare apertura e chiusura dell’obiettivo per gestire il buio vero e totale, richiesto da una scenografia teatrale. La funzione Warping ha consentito poi di adattare la proiezione su una superficie irregolare (nel caso del Teatro alla Scala di Milano un muro storto con presenza di rientranze) grazie ad una sofisticata mappatura della geometria.

La sceltadi Meeting Project

CASE

STUDY

simplify your life at the touch of a button

TM

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di Sara Poletto

Da Televic, una gamma completa di hardware, software e accessori per sedi istituzionali, universitarie e corporate, i cui prodotti sono tutti integrabili con i sistemi di controllo audio/video AMX

Avanguardie da sala conferenza

PRODUTTORETelevic ConferenceBelgiowww.televc-conference.com

DISTRIBUTOREIntermark SistemiVia A. Litta Modignani, 3700144 Romatel. 06/5205835www.intermark.it

Prodotti Sistemi per conferenze - Tecnologia flessibile e affidabile

Il multimedia conference system Unicos con il tochscreen da 7", il microfono e tutte le sue funzionalità racchiuse.

Microfono della serie Confidea, disponibile sia wireless che wired, in tanti modelli con caratteristiche e prestazioni differenti.

S istemi innovativi e di design

per conferenze, traduzione simultanea

e votazione elettronica; l’azienda belga

Televic Conference ha conquistato un’ampia fetta

di mercato europeo grazie soprattutto alla qualità dei

prodotti, diventando fornitore delle principali Istituzioni del Vecchio Continente, tra le quali il Parlamento Europeo, con oltre cinquemila postazioni delegato nelle sedi di Bruxelles e Strasburgo. Oggi i prodotti Televic sono distribuiti sull’intero territorio

italiano da Intermark Sistemi

in seguito ad un accordo, siglato di recente tra le

due realtà, che pone al centro

la flessibilità e le interessanti possibilità di integrazione di questi prodotti. Le tecnologie audio e video presenti nelle sale conferenze hanno, infatti, raggiunto un alto livello di sofisticazione; e se, dunque, vengono integrate con i sistemi di controllo AMX assicurano all’utente semplicità e chiarezza sullo stato dei dispositivi, offrendo inoltre la regolazione delle luci e il controllo da remoto degli impianti. "I prodotti Televic Conference giocheranno un ruolo significativo nel catalogo Intermark: la sinergia tra i diversi brand è un valore strategico e Televic si integra facilmente in qualsiasi sistema", ha dichiarato Giampaolo Britti, Pro A/V & Congress Sales Manager di Intermark Sistemi. E anche in Italia l’azienda vanta già alcune installazioni di pregio

presso la Marina Militare, la sede FAO a Roma e il Telecom Italia Future Centre di Venezia.Il range di prodotti Televic Conference è interamente in tecnologia digitale, dal sistema entry-level D-Cerno al multimediale uniCOS. La serie Confidea è disponibile sia in formato cablato che wireless e vanta su quest'ultimo una tecnologia giunta alla terza generazione, sicura e priva di interferenze. Varia e completa la serie di modelli da incasso, in formato tutto-in-uno e modulari, disponibili in diverse finiture. Completano la gamma i potenti software di configurazione e di gestione live delle conferenze. Fiore all'occhiello è il sistema multimediale uniCOS che assicura agli utenti audio di alta qualità, video HD e documenti con

un'esperienza d'uso pari a quella di un tablet. Sullo schermo multi touch da 7" è disponibile ogni genere di informazione: agenda, delegati, votazioni, messaggi e video, gestibili dalle singole postazioni o centralmente dal presidente. L'architettura del sistema è della massima semplicità: tutto su rete IP e su un unico cavo Cat5e. L'azienda (che ha stabilimenti di produzione propri) ha reso possibile la personalizzazione di ogni elemento nonché la produzione di serie speciali per rispondere a particolari esigenze di installazione e di design, con finiture in materiali diversi, layout innovativi e soluzioni costum flessibili.

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Tra le più significative e complesse installazioni dei sistemi Televic Conference ci sono certamente quelle realizzate per il Parlamento Europeo e, infatti, tra le sedi di Bruxelles e Strasburgo si contano:- 22 sale conferenza;- 5.068 postazioni delegato;- 1.283 postazioni interprete;- gestione centralizzata;- possibilità di conferenze multi-sala.Per queste installazioni è stato utilizzato il sistema TCS5500 in versione Modulare, costituito da moduli ad incasso che possono combinarsi tra loro per offrire le funzioni desiderate: microfono e pulsanti per discussione, altoparlante, lettore card di riconoscimento, votazione, traduzione simultanea. Questo viene, infatti, considerato il sistema più flessibile di Televic Conference perché permette di gestire liberamente l'accoppiamento delle sale, assicurando la gestione locale e remota di tutte le funzionalità, nonché potendo gestire fino a 58 lingue diverse per la traduzione simultanea.Il sistema TCS5500 può essere facilmente personalizzato per soddisfare le richieste specifiche di ogni installazione. In particolare, in questo caso il sistema consente l'accoppiamento di più sale conferenza con controllo centralizzato delle funzioni e traduzione simultanea fino a oltre 23 lingue.

Televic dà voceai deputati europei

have complete control wherever you go

W i t h E q u i n o x , y o u r s y s t e m i s n e v e r o u t o f r e a c h . E n h a n c e y o u r e x p e r i e n c e a t t h e t o u c h o f a b u t t o n .

TM

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di Paolo Radice

Il poteredel Cloud

COSTRUTTORE Lifesize(a division of Logitech)

(USA)www.lifesize.com/it

DISTRIBUTOREAllnet Italia,Casalecchio di Reno (BO)tel: 051 0547710www.allnet-italia.it

A completamento del sistema hardware Icon, Lifesize presenta oggi il suo servizio Cloud: videocomunicare non è mai stato così semplice

Prodotti Sistemi per conferenze - Lifesize Icon+Cloud

Nell’era delle trasmissioni wireless e di fronte

all’impazzare dei dispositivi mobile (che praticamente ci obbligano alla reperibilità in qualsiasi momento), è diventato sempre più essenziale – negli ambienti lavorativi - riuscire a comunicare tra colleghi o partner commerciali in maniera rapida, efficace, stabile e ovunque si sia in quel determinato frangente. Ecco perché un sistema di videocomunicazione che abbia solide basi strutturali e comprovata affidabilità oggi può giocare il suo ruolo da protagonista. Noi di System Integrator Magazine - a caccia di soluzioni in tale ambito -

in una presentazione riservata alla stampa e avvenuta a fine maggio, abbiamo così assistito alla live-demo del nuovo Lifesize Cloud, con lo speech effettuato direttamente da Enrico Leopardi, Director of Sales Southern EMEA di LifeSize. L’azienda, che (lo ricordiamo) è una divisione business della multinazionale Logitech dal 2009, opera da più di un decennio nel settore della videocomunicazione e

oggi introduce sul mercato questo sistema innovativo ed estremamente facile da usare. Già all’ISE avevamo assistito ad alcune dimostrazioni dei prodotti Lifesize, che ci facevano intuire quali fossero le potenzialità dei prodotti del brand, basati soprattutto sull’ “ease of fuse” che attualmente sembra diventato indispensabile, nonché su un sistema ampliabile a piacere con prestazioni di assoluto

livello (risoluzione full HD e soluzione aperta). Ma con l’arrivo del nuovo Cloud, oggi, il circolo sembra chiudersi e offrire finalmente quello di cui un’azienda (con pochi o tanti utenti da mettere in collegamento tra loro) abbia bisogno.

IL SISTEMA ICON Creare una connessione con decine di contatti per interagire con loro è veramente semplice: Lifesize Icon si rivela di una versatilità impressionante. Basta, infatti, accettare la chiamata in entrata o cliccare su un utente presente nella directory dei nomi per aggiungerlo alla conferenza. Le presentazioni, poi, non solo possono essere viste in streaming HD da qualsiasi user connesso, ma possono essere anche registrate premendo un semplice tasto; inoltre, il calendario dei meeting è sempre visibile nella home page e un pop-up di richiamo avvisa quando sta per iniziare

una riunione. Lifesize Icon basa molto della propria immagine sulla semplicità e versatilità d’uso e dobbiamo dire che vedendolo in funzione lascia senza dubbio un’ottima impressione.Il sistema è composto da un’unità centrale, Icon 600, al quale si possono aggiungere la videocamera PTZ con zoom ottico 10x e risoluzione 1080p (a 60Hz), il microfono Digital MicPod e il sistema telefonico Phone, controllati opzionalmente da un remote control. Per l’installazione occorrono veramente pochi istanti e il setup è di immediato avvio. Non è necessario installare tutti questi elementi: per esempio, il microfono e l’unità Phone sono uno in alternativa all’altro, mentre l’unità centrale e la videocamera saranno necessarie solo nella stanza meeting, poiché per gli utenti collegati da remoto è sufficiente anche una normale postazione con webcamera e cuffie/microfono.

FINALMENTE IL CLOUD Ma a stravolgere ulteriormente le carte in tavole è l’arrivo di Cloud, che rappresenta una vera rivoluzione nel settore. Il sistema fornisce una connessione fluida tra

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smartphone, tablet o laptop e, in particolar modo, sale per videoconferenze. Lifesize Cloud viene fornito come software-as-a-service (SaaS) in abbonamento annuale a pagamento ed è pensato per le organizzazioni che cercano soluzioni professionali per la collaborazione video, che non incidano particolarmente sul budget o sulle risorse IT."Non c'è alcun dubbio: la collaborazione video si sta spostando rapidamente verso il cloud, mentre il cliente necessita sempre più di sistemi di videoconferenza economici e intuitivi. Lifesize

ha saputo comprendere al meglio le esigenze dei clienti introducendo Lifesize Cloud, un netto cambio di rotta rispetto alle soluzioni di videoconferenza complesse e costose" spiega Roopam Jain, Industry Director of Enterprise Communications and Collaboration di Frost & Sullivan e continua: "Integrando il suo sistema di videoconferenza con un'infrastruttura cloud, intuitiva e ricca di funzionalità, Lifesize dimostra ancora una volta la propria tendenza all'innovazione". La nuova piattaforma Lifesize introduce

dunque nuove modalità di collaborazione e connessione tra i dipendenti. A differenza delle altre risorse disponibili sul mercato (proposte dalla concorrenza o tramite applicazioni consumer freeware), Lifesize Cloud permette di instaurare una comunicazione istantanea o pianificata in modo naturale ed è stato ideato appositamente affinché aziende di ogni grandezza possano servirsi di una soluzione professionale conveniente, senza dover coinvolgere necessariamente un servizio tecnico.

"Il bisogno di comunicazioni video nelle aziende è in deciso aumento ed è alimentato principalmente da applicazioni gratuite incentrate sull'utente. Di conseguenza, gli utenti si aspettano di poter utilizzare simili semplici soluzioni anche in ufficio, per collegarsi a tutti i dispositivi. Soddisfare questa aspettativa non era mai stato possibile fino ad ora,” spiega Craig Malloy, fondatore e CEO di Lifesize e continua: "Solo Lifesize è in grado di fornire una soluzione completa, efficace ed economica per consentire a ogni dipendente dell'azienda di collaborare via video con la massima qualità. Questo è possibile poiché Lifesize ha dedicato gli ultimi 11 anni di lavoro all'innovazione e alla creazione del portafoglio di prodotti necessari a realizzare questo progetto". Le caratteristiche principali che fanno di Lifesize

Cloud una soluzione definitiva e intelligente sono molteplici, tra cui: numero illimitato di utenti guest per connettersi con persone al di fuori dell'organizzazione; sistema pronto all’uso (è sufficiente stabilire la connessione alla rete e accedere con le proprie credenziali); directory aziendale in condivisione su qualsiasi dispositivo collegato; chiamate con un solo clic o pianificate; piani di abbonamento flessibili; compatibilità con la quasi totalità dei sistemi operativi (MacOS, Windows, iOS e Android); chiamate in qualità HD fino a 25 partecipanti; accesso anche via web.Con Lifesize Cloud, la videocomunicazione professionale approda finalmente sui dispositivi di ognuno di noi, senza troppe complicazioni e in maniera del tutto semplice da gestire. Parola di chi l’ha provato.

Con Lifesize Cloud, la videocomunicazione professionale approda finalmente sui dispositivi di ognuno di noi, senza complicazioni e in maniera del tutto semplice da gestire.

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experience the great shift in home automation

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di Paolo Radice

COSTRUTTORE Sennheiser Elect.(Germania)

DISTRIBUTOREExhibo,via Leonardoda Vinci, 620854 Vedano al Lambro MBwww.exhibo.itFlessibile, efficace e affidabile è il sistema per conferenze audio

presentato a inizio anno da Sennheiser: TeamConnect è la soluzione all-in-one per chi vuole fare sul serio

Prodotti Sistemi per conferenze - Sennheiser TeamConnect

Tutti insieme,simultaneamente

S e è vero che in ambito consumer Sennheiser occupa

un posto di rilievo tra i produttori di cuffie di ogni tipo, il marchio tedesco in realtà è leader anche (e soprattutto) nei sistemi di comunicazione audio professionali: microfoni, headset per il settore office e aereo e non di meno

sistemi di audioconferenza, rappresentano infatti una larga fetta del business dell’azienda. Dunque proprio dell’ultimo arrivato in tema di sistemi audio parliamo in questo articolo: il TeamConnect, ovvero un sistema per le sale riunioni flessibile ed evoluto che si rivolge alle aziende e a chi necessita di meccanismi di

comunicazione intuitivi dalle prestazioni eccellenti.

LA SOLUZIONE DEFINITIVA Sennheiser TeamConnect è una soluzione all-in-one per le conferenze audio, ideale dunque per quegli ambienti corporate in cui è necessario avvalersi di un sistema solido e performante.

Il TeamConnect assicura semplicità d’uso e d’installazione, in quanto sono veramente pochi gli elementi del sistema, ma offre anche un’elevata qualità di riproduzione e cattura dell’audio (tramite microfoni esterni) come la situazione stessa impone. La soluzione completa include l’unità centrale,

CU1 (che dispone sia di connessione LAN che Wi-FI), l’interfaccia audio Combox, CB1, uno o più microfoni SpeechLine MEB114S (dotati di un pulsante per le varie funzioni PTT, PTM e switch, accanto a un LED bicolore che ne indica lo stato operativo) e i diffusori attivi SL52A; tutti insieme

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Sopra, attraverso dei semplici schemi, possiamo capire meglio il funzionamento del sistema TeamConnect. Per una normale conferenza telefonica (scenario 1), l’unità centrale sarà collegata alle linee di rete; da qui si collegano fino a 8 microfoni e, con un computer e un tablet, si avvia il meeting. Se si vuole sfruttare la web-conference, invece (scenario 2), basterà collegare alla CU1 il Combox e, via USB, un pc portatile; il gioco è fatto. Se la web-conference si effettua tramite dispositivi mobile (scenario 3), allora al posto del pc metteremo – collegati con un normalissimo cavo audio con jack da 3,5mm – un tablet e uno smartphone. Niente ci impedisce, infine, di ricorrere a tutti i sistemi contemporaneamente (scenario 4), con tutti gli elementi collegati tra loro.

Qui sopra, vista frontale e posteriore del Combox CB1, da utilizzare nel caso in cui si voglia utilizzare un pc via USB e/o dispositivi portatili come tablet e smartphone.

TeamConnect CU1(unità centrale)Convertitori: A/D – D/A 24bitRisposta in frequenza: 20Hz – 22kHzGamma dinamica: 100dB Frequenza di ampionamento: 48kHzDimensioni (lxaxp): 432x191x51 mm

TeamConnect CB1 (Combox)Risposta in frequenza: 40 - 3.300 HzGamma dinamica: >84dB Dimensioni (lxaxp): 119x143x44 mm

SL 52 A W (Altoparlante)Potenza max: 40W Altoparlanti: 1 midwoofer; 1 tweeter Risposta in frequenza: 53Hz – 30kHz (±3dB)Impedenza: >10kOhm Sensibilità: 97dB (1W/1mt)Dimensioni (lxaxp): 140x240x161 mm

MEB114S (Microfono)SPL max: 140dBImpedenza: 200 Ohm Gamma dinamica: 111dBDimensioni (lxaxp): 85x25x100 mm

CARATTERISTICHEDICHIARATE

possono far dialogare fino a 16 utenti, simultaneamente, per ogni locale in cui è presente il TeamConnect. Per garantire, inoltre, il miglior risultato acustico possibile, Sennheiser ha stretto una partnership con ClearOne, azienda leader nella progettazione di processori DSP. L’unità centrale CU1, poi, presenta una porta RS-232 per collegare hardware di terze parti (come Crestron, AMX, ecc.) e un ingresso RJ45 per connettere il Combox. Ma la CU1 dispone anche di porta USB 2.0 per essere configurata da un pc, mediante il software Configuration Manager fornito in dotazione col sistema. “Stiamo cambiando la fatidica conference call in un momento stress-free. TeamConnect rappresenta un sistema d’approccio integrale

all’audioconferenza, dove ogni elemento è progettato per comunicare con l’altro, consentendo agli utenti di svolgere al meglio il proprio lavoro” sono le parole di Wienand Mensendiek, Manager Portfolio e Channel Development di Sennheiser. E ancora, "abbiamo reso semplice l’utilizzo di un dispositivo portatile per gestire le riunioni; questo livello di prestazioni, flessibilità e semplicità strutturale poteva venire soltanto da un sistema all-in-one”. La speciale app per iOS sviluppata per l’occasione permette di controllare il sistema e la conferenza anche con un iPhone e/o un iPad, mentre un’applicazione basata su browser mostra un’interfaccia molto simile sugli altri device.Una volta installata in ambiente, TeamConnect

sarà apprezzata non soltanto dai responsabili che l’hanno voluta, ma anche dai singoli partecipanti, che supereranno le solite difficoltà iniziali che normalmente succedono in questi frangenti. Se si è perciò alla ricerca di un prodotto valido,

non resta che affidarsi a TeamConnect, perché - come si legge nella stessa brochure di lancio del prodotto – ogni azienda mira a curare i propri interessi, mentre Sennheiser punta a rendere migliori le conversazioni durante i meeting di quelle stesse aziende.

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030 / INTEGRATORSYSTEM M A G A Z I N E

di Paolo Radice

Dal vivoe con un clic

COSTRUTTORE SZ Reach Tech Co.Cina

DISTRIBUTOREIntermark Sistemi,via A. Litta Modignani, 37 - 00144 Romatel. 06.5205835www.intermark.it

Quando, in ambienti istituzionali e corporate, si parla

di videoconferenze, il tema è sicuramente delicato e si necessita di particolare attenzione nello scegliere i dispositivi chiamati in causa. Molti sono infatti i costruttori che propongono soluzioni affidabili e indubbiamente performanti, ma forse non tutti possono offrire la versatilità del Bee 8 introdotto sul mercato da Reach, che permette una gestione comoda - oltre che sicura - della videoregistrazione.

VIDEO ON DEMANDIl nuovo Bee 8 consente in sostanza di registrare in qualità HD (1080p/60), trasmettere in live streaming (fino a 5 utenti RTSP) e controllare le telecamere PTZ collegate al sistema, integrando queste funzioni in un unico apparecchio. La registrazione avviene con un singolo tocco

sul pulsante apposito dell’unità, o altrimenti da pc o iPad; da quest’ultimo, oltretutto, è possibile richiamare la videocamera preferita e fare lo switch con le slide dell’eventuale presentazione in corso, mantenendo visibili sullo schermo (con il sistema Picture-and-Picture) altre due sorgenti esterne. L’archiviazione dei file viene effettuata sul capiente hard disk interno da 1 Terabyte, ma volendo si può registrare anche su un dispositivo (come una semplice chiavetta) USB. La flessibilità di utilizzo e la capacità di integrarsi con le tecnologie audio/video già presenti in sala fanno di Bee 8 un dispositivo adatto all’installazione per una moltitudine di ambienti professionali: aziende pubbliche e private, università, ospedali, alberghi, centri congressi e sale auditorium. Inoltre, si presta bene anche nelle situazioni destinate al noleggio temporaneo; i

comandi sono intuitivi e del tipo “one touch”, mentre la manopola posta sul frontale dà accesso alle varie funzioni del menu. L’unità si può controllare via web-browser, con l’applicativo Manager Lite (incluso) o da dispositivi di terzi, come ad esempio i touch-panel AMX. Infine, le connessioni presenti sul pannello posteriore consentono molteplici soluzioni: tutte le porte DVI accettano segnali HDMI, DVI, RGBHV, YPbPr; la 1 e la 2 anche il video composito. Le risoluzioni accettate arrivano fino al 1900x1200 tramite DVI.

Con il Reach Bee 8 è facile registrare una conferenza e vedere le immagini in diretta (anche on demand), gestendo il tutto dal pc e persino dall’iPad

Prodotti Sistemi per conferenze - Live Streaming e registrazione "all-in-one"

REACH BEE 8Sistema di codifica: H.264 (HFR fino a 30fps)Bitrate: da 768kbps a 4MbpsFormato file: MP4 (720p, 1080p)Spazio di archiviazione: 1 TB (circa 1000 ore di registrazione)Ingressi: 3 DVI, RS-232, RS-422 e RS-485, Line IN, Microfono, Ethernet RJ-45Uscite: VGA (decoding), VGA Loop, audio L/R Note: supporto linea audio bilanciata su RS-422Dimensioni (LxAxP): 430x44,5x332 mm

CARATTERISTICHE DICHIARATE

Sotto, il retro del Bee 8 è ben fornito e consente, tra l’altro, di controllare telecamere pan-tilt-zoom collegate in rete (su protocollo IP) o connesse agli ingressi RS-232/422/485.

SZ Reach Tech Corporation Ltd è un’azienda cinese – con base a Shenzhen – fondata nel 2003 e distribuita in Italia da Intermark Sistemi. Opera nel mercato professionale e progetta e produce sistemi multimediali di registrazione,

streaming, editing e pubblicazione video. La continua ricerca di soluzioni multimediali indirizzate ai settori educational, healthcare e training, fanno di Reach un leader indiscusso dell’intero panorama mondiale.

REACH, LO SPECIALISTA DELLA REGISTRAZIONE

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/ 031 INTEGRATORSYSTEM M A G A Z I N E

di Marco Galloni

Meravigliedel digitale

F irenze, 10 aprile 2014: Gammalta ha tenuto una conferenza

stampa per presentare i processori, i decoder per audio cinematografico e gli amplificatori Datasat Digital Entertainment, marchio inglese di cui ha acquisito la distribuzione pochi mesi or sono. In realtà il termine «conferenza stampa» non rende giustizia all’evento. Si è trattato piuttosto di una conferenza/corso formativo, nel senso che se la prima parte dell’incontro (la mattina) è stata dedicata alle informazioni storico/commerciali sulla casa britannica, fornite da Daniel Gray, vicepresidente della divisione consumer sales di Datasat, la seconda parte ha visto come protagonista Andy Tait, che di Datasat è director engineering. Durante l’intero pomeriggio Tait ha mostrato al pubblico, in gran parte costituito da progettisti, installatori e system integrator, come programmare le elettroniche Datasat, come effettuare

Gli apprezzati processori e decoder per audio cinematorgrafico, nonché i muscolosi amplificatori Datasat, sono entrati da poco nell'ambito distributivodi Gammalta, realtà pisana già distributore di altri marchi d'eccellenza

Prodotti Digital Audio - Gammalta distribuisce Datasat Digital Entertainment

i setting, come utilizzare il sistema di autocalibrazione Dirac e altro ancora.

DA JURASSIC PARKAI NOSTRI GIORNI Datasat comincia a occuparsi di surround digitale a canali discreti, tecnologia allora nascente, nel 1993. Poi entra a far parte della dts, e in questa veste partecipa alla realizzazione di "Jurassic Park". Oggi sono oltre 30.000 le sale cinematografiche equipaggiate con elettroniche Datasat, e più di 14.000 film – inclusi 2500 titoli prodotti da Hollywood – sono realizzati con le tecnologie messe a punto dalla casa inglese. A questi numeri occorre aggiungere le 17 elettroniche professionali prodotte dal 1993 e un Academy Award conquistato nel 1996. Stante un curriculum di questo peso, le parole proferite durante l’incontro di Firenze da Giacomo Degl’Innocenti,

amministratore delegato di Gammalta, suonano tutt’altro che esagerate: "I film prodotti dall’industria cinematografica vengono realizzati e codificati con queste apparecchiature e da questi ingegneri: utilizzare elettroniche Datasat Digital Entertainment, pertanto, è il modo migliore per decodificare e ascoltare le colonne sonore di questi film".

LA LINEA PROFESSIONALE E LA LUXURY SERIESAl momento la gamma professionale Datasat, pensata per le sale cinematografiche pubbliche e gli studi di postproduzione,

comprende il decoder digitale RS20i, l’amplificatore stereofonico RA2400 da 2 x 400 watt (su 8 ohm) e il finale RA7300 da 7 x 300 watt (su 8 ohm). Il ridotto spazio a disposizione ci impedisce di descrivere nel dettaglio le caratteristiche di ogni dispositivo. Ci limitiamo a qualche cenno riguardante il decoder RS20i: 16 canali con router, equalizzatori grafici e parametrici su tutti i canali, sistema di autocalibrazione Dirac, delay individuale (per ogni canale) regolabile fino a 1000 mS. Ai dispositivi della

serie professionale occorre aggiungere il processore LS10 della Luxury Series, linea dedicata all’home cinema. Capace di gestire configurazioni fino a 13.1 canali, l’LS10 è dotato di sistema per autocalibrazione Dirac Live e di Auro-3D, un nuovo formato audio che aggiunge una terza dimensione, quella dell’altezza, al campo sonoro surround. Gli addetti ai lavori chiamano questa terza dimensione, collocabile grosso modo tra la testa degli spettatori e il soffitto della sala, «la voce di Dio».

PRODUTTORE Datasat(UK)www.datasatdigital.com

DISTRIBUTOREGammalta,Via S. Maria 19/21, 56126 – Pisatel. 050 2201042www.gammalta.it

Sopra, il decoder RS20i, a 16 canali, con router, equalizzatori grafici e parametrici su tutti i canali e sistema di autocalibrazione Dirac. Sotto, l'amplificatore RA7300, da 7x300 Watt (8 Ohm).

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032 / INTEGRATORSYSTEM M A G A Z I N E

Le soluzioni per il Digital Signage di Samsung sono principalmente rappresentate da grandi display professionali a LED (quest'anno anche con

risoluzione UHD), che possono essere collocati singolarmente o a formare tecnologici videowall e totem interattivi.

O sservando con occhio analitico i grandi spazi urbani, ci si accorge che il digital signage è ovunque intorno a noi: centri commerciali, aeroporti, stazioni ferroviarie, ospedali e sedi corporate fanno uso di

grandi display e dei cosiddetti “totem” interattivi per informare, intrattenere nonché attirare il pubblico, se non anche produrre un servizio migliore. Tuttavia, sono ancora troppo poche le aziende e le realtà industriali che sfruttano appieno tutte le potenzialità delle proprie infrastrutture, la maggior parte delle quali rinuncia per la complessità percepita del sistema da installare. In Samsung questo fenomeno non è passato inosservato e così l’azienda coreana sta da qualche tempo spingendo sull’acceleratore per ampliare la propria gamma di soluzioni e prodotti da rivolgere ai mercati verticali business. I principali vantaggi nell’affidarsi a monitor LFD per le attività professionali e/o industriali sono essenzialmente due: si ottiene indubbiamente un modo in più di comunicare la propria immagine/prodotto e si avvia una sensibile riduzione del cosiddetto TCO, Total Cost of Ownership (“costo di acquisto e di gestione”). Pensando, ad esempio, solamente a un esercizio commerciale, infatti, attraverso prodotti e installazioni digital signage si può creare una comunicazione interattiva e dinamica su grande schermo, si porta innovazione all’interno del punto vendita (dove secondo alcune ricerche di mercato avviene la decisione di acquisto da parte del 70% della clientela) e si aumenta l’efficacia del marchio (con più spazi pubblicitari), incrementando di conseguenza le vendite. Ma il digital signage non si può improvvisare e per essere certi di avere fatto la scelta giusta, è necessario affidarsi a chi è in grado di supportare ogni aspetto del sistema, dal prodotto al servizio, dall’hardware al software. Ecco perché abbiamo tirato in ballo un’azienda come Samsung, che possiede i mezzi, il network giusto e un modello ben rodato di business. Affidarsi a Samsung vuol dire avvalersi delle migliori tecnologie sul mercato,

di soluzioni interamente concepite per i mercati B2B, di semplicità di utilizzo e prodotti affidabili. Così delle potenzialità del digital signage e della comunicazione multimediale negli spazi commerciali ne abbiamo parlato con Sergio Ceresa, attualmente Head of Enterprise and Business Division di Samsung Electronics Italia, per capire quali sono i vantaggi che questo “nuovo” canale interattivo può apportare.

Con un forte investimento su tecnologie e prodotti pronti a invadereil mercato B2B e retail, Samsung dà un giro di vite in un settore che offre grandi potenzialità di sviluppo multimediale

Prodotti Digital Signage

Largoai display

- Le soluzioni Samsung per il video digitale

di Paolo Radice

"nonostante i numeri ci confermino di essere i primi della classe, abbiamo mantenuto una grande umiltà di fondo"

"La nostra azienda ha sempre dato molta importanza all’abbattimento dei consumi a vantaggio dell’utente e alla produzione eco-sostenibile"

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www.simmagazine.it

System Integrator Magazine – Che cosa rappresenta il Digital Signage per Samsung?Sergio Ceresa – Inizierei con una premessa e cioè con la mia sensazione personale nei confronti del Digital Signage: penso che la sua penetrazione sul mercato sia incomprensibilmente indietro rispetto ad altri mondi che corrono parallelamente. Basta pensare, per esempio, a come è stato veloce il passaggio dall’analogico al digitale nel settore consumer e quanto, invece, si fatichi per far affermare le nuove piattaforme nei settori business. Dico questo anche – e soprattutto – dopo esser passato in centro a Milano ed essermi reso conto che grandi monitor e display interattivi se ne vedono qua e là, ma la loro presenza nei negozi è comunque una percentuale irrisoria rispetto al totale.

SIM – E come pensate di intervenire a riguardo?SC – Diciamo intanto che Samsung si rende perfettamente conto della potenzialità dei nuovi sistemi e funzioni e per questo sta investendo molto attraverso il proprio reparto R&D. In secondo luogo, oggi come oggi siamo leader di mercato (con uno share incontrastato e con curve di crescita esponenziali negli ultimi anni), oltre che curiosamente esserci trasformati in opinion leader: molte aziende, recentemente, ci chiedono direttamente consulenza in merito. Forti di tutto questo, vogliamo “svegliare la bella

addormentata”, cioè dimostrare quali sono i valori aggiunti nell’utilizzare display interattivi di grande formato.

SIM – Ma che fetta di mercato detenete in merito? E quali sono le vostre carte vincenti e convincenti per ottenerlo?SC – Dati Futuresource ci dicono oltre il 60% nel 2013. Per quanto concerne i prodotti, le posso fare come esempio il nostro display da 110” Ultra HD presentato all’ISE, che da solo dimostra che cosa siamo in grado di fare. Tra l’altro, Samsung Italia è stata la prima country ad averne venduto uno destinato a un’installazione entertainment. Vorrei aggiungere, inoltre, che la linea di nuovi monitor e pannelli ha delle funzioni interattive davvero entusiasmanti e semplificative per tutti.

SIM – Quindi, Samsung, a che cosa darà maggiore importanza in ambito LFD e su che cosa si deve concentrare la ricerca secondo la sua azienda?SC – Fa parte del nostro DNA investire molto su ricerca e sviluppo, questo è da sempre un pilastro portante alla base del gruppo. In secondo luogo, intendiamo migliorare proponendo una gamma di prodotti più ampia possibile.

SIM – Dal vostro sito si evince che l'interattività e l'integrazione sono per voi dei fattori prioritari. Sono veramente le chiavi per una più facile diffusione di sistemi audio-video negli ambienti business?

posiziona il mercato italiano nella classifica dei Paesi UE?SC – Siamo la terza country in Europa, dietro economie forti che al momento è difficile raggiungere.

SIM – Sappiamo della vostra presenza all'Expo 2015. Ma in che cosa consiste il vostro impegno?SC – Siamo sponsor ufficiali e quindi in tutti gli spazi espositivi ci saranno i nostri videowall e monitor dappertutto. In più, stiamo preparando una grande sorpresa…

SIM – Ma nelle trattative commerciali agite direttamente o vi affidate a dei distributori? E come viene gestito il servizio di assistenza?SC – Abbiamo una fitta rete di partner con incarico di distribuzione, ma l’installatore può contattare direttamente noi in azienda per poi essere reindirizzato dalle persone migliori. Per l’assistenza abbiamo un servizio online e garanzia on-site di 3 anni.

SIM – Quali sono i più grandi progetti realizzati in Italia

con i vostri prodotti? Ce n'è uno in particolare di cui vorrebbe parlare?SC – Sono così tanti che faccio fatica a dirne uno; se lei va in giro, si accorge che dappertutto ci sono nostri sistemi video. Però potrei citarle il caso di Geico Spa, un’azienda di rilievo internazionale che ha voluto installare tanti nostri display nei suoi locali più moderni.

SIM – Approfondiremo su questo… Perciò in che cosa vi sentite particolarmente bravi, oggi?SC – A cercare di migliorare la nostra offerta con prodotti sempre più innovativi e intelligenti. E nonostante i numeri ci confermino di essere i primi della classe, abbiamo mantenuto una grande umiltà di fondo.

SIM – Le faccio un’ultima domanda: se io fossi un’azienda e lei volesse convincermi, per quale motivo (o motivi) dovrei affidarmi a Samsung?SC – Le direi semplicemente: vada a guardare prima i prodotti della concorrenza; lasci i nostri per ultimi e alla fine saprà giudicare da solo.

SC – La risposta è semplice ed è sì. Teniamo presente che ci rivolgiamo principalmente ai settori retail, trasporti e educational (dove stiamo andando molto bene e in cui vogliamo rafforzare ancora di più la nostra presenza), che necessitano di tecnologie all’avanguardia da una parte ma versatili dall’altra.

SIM – Che importanza hanno le eco-solutions secondo Samsung?SC – La nostra azienda ha sempre dato molta importanza all’abbattimento dei consumi a vantaggio dell’utente e alla produzione eco-sostenibile. Lo slogan “Planet First” è un punto cardine della nostra filosofia.

SIM – Cambiando argomento e passando a discorsi statistici: quale è stato l'andamento del mercato negli ultimi due anni?SC – Le vendite di soluzioni e pannelli LFD sono in crescita e ne siamo fieri, di questi tempi.

SIM – E in termini di fatturato complessivo dei sistemi professionali AVC Samsung, a che livello si

A colloquio con...

Sergio Ceresa "Head of Enterprise

and Business Division" di Samsung

Electronics Italia

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034 / INTEGRATORSYSTEM M A G A Z I N E

La Samsung SMART Signage Platform (SSSP) rappresenta il modo più semplice e veloce per creare e gestire un’infrastruttura Digital Signage in uno spazio professionale, che sia retail, corporate o B2B. Quest’innovativa piattaforma, infatti, è stata progettata per adattarsi alle mutevoli esigenze del mercato, e semplifica le attività di marketing a tutte quelle realtà business alla ricerca di una transizione rapida ed efficiente da modalità di comunicazione statica ad un approccio più moderno, con l’uso di display digitali, contenuti dinamici e interazioni coinvolgenti su singoli schermi o su tutti i monitor collegati in rete. In virtù del fatto, inoltre, che hardware e software sono già integrati nei nuovi pannelli, con la SSSP non è più necessario dotarsi di un PC o di un media player esterno, a tutto vantaggio di grandi risparmi in termini di tempo e denaro. Inoltre, un kit di sviluppo del software open source (il Samsung Developer Kit) assicura ulteriori opportunità per tutti gli esperti di Digital Signage e per i loro clienti: system integrator e fornitori di contenuti possono così agilmente utilizzarlo per settare le soluzioni software, oppure per creare soluzioni personalizzate che rispondano alle esigenze specifiche delle aziende, in funzione del contesto business in cui vengono installate. Appare evidente, dunque, che la combinazione di schermi di grande formato ad alta efficienza energetica con media player integrati, software di gestione incorporati e Software Developer Kit destinati agli sviluppatori, rende più semplice che mai sostituire i tradizionali strumenti di segnalazione e indicazione statici con contenuti interattivi, che si possono aggiornare premendo un semplice tasto. La SSSP mette a disposizione un sistema all’avanguardia grazie al media player incorporato, un dispositivo integrato di archiviazione e la dotazione di due software per la gestione dei contenuti (MagicInfo LITE e MagicInfo-S Premium). Quest’ultimi offrono ciò di cui si ha bisogno per creare, distribuire, programmare e riprodurre file multimediali di grande impatto sul pubblico. Inoltre, poiché non necessita di alcuna attrezzatura aggiuntiva esterna, la soluzione Samsung consente di risparmiare risorse su tutti i fronti.Grazie alla flessibilità necessaria per adattarsi ad una vastissima gamma di applicazioni, Samsung SMART Signage Platform supporta schermi singoli, display collegati in rete e videowall 4x4. In funzione delle esigenze di business, si possono trasferire file multimediali ad uno schermo tramite una normale memoria USB e utilizzare semplicemente il telecomando per aggiungere nuovi materiali ai template pre-installati; oppure, usare uno strumento di gestione remota basato sul web per inviare contemporaneamente contenuti differenziati a più schermi su tutta l’infrastruttura.Dal canto loro, i software MagicInfo LITE e MagicInfo-S Premium (e MagicInfo-S Videowall per i videowall) - forniti in dotazione con gli schermi - supportano una vastissima gamma di formati foto/video multimediali (fra cui avi, mkv, wmv e mp4) a tutto vantaggio di una versatilità e affidabilità a 360 gradi.Grazie a raffinate funzioni, quali lo scorrimento dei testi e della grafica e la possibilità di visualizzare 2 video contemporaneamente su un unico schermo, le soluzioni integrate offerte da Samsung sono in grado di soddisfare la maggior parte delle esigenze pratiche dei vari utenti.Gli utenti più evoluti, che hanno necessità particolarmente stringenti o complesse,

poi, possono rendere la propria infrastruttura a prova di futuro, oltre che accedere a funzionalità aggiuntive, semplicemente applicando al retro del display un modulo PC in grado di gestire MagicInfo-S Premium: grazie a questa implementazione, sarà possibile aggiungere feed RSS, pagine web, video in sovraimpressione e molte altre feature, fra cui anche il supporto di funzioni di comando e controllo interattivo a tocco.Il System on Chip (SoC), o processore applicativo, infine, è un microprocessore dotato di un’architettura specializzata per l’utilizzo all’interno di sistemi integrati, come appunto i Large Format Display Samsung. I monitor che si avvalgono del SoC integrato sono perciò in grado di decodificare un gran numero di codec, assicurando così agli utenti la possibilità di sperimentare tutti i contenuti di ultima generazione tramite il software che impiega le risorse SoC. Tutto questo può essere combinato con la notevole riserva di memoria interna di ogni LFD, eliminando in questo modo la necessità di dotarsi di PC o di media player esterni e contribuendo a mantenere bassi i costi di esercizio. Le caratteristiche salienti da citare sono il processore Dual Core da 1GHz, 1GB di memoria RAM, motore grafico con supporto di OpenGL ES e risoluzione fino a 1920x1080, interfaccia USB 2.0.

DISPLAY ME95C: L’IDEALE PER GLI USI PIÙ INTENSIVI Al momento della presentazione era il display professionale con tecnologia Edge LED più grande al mondo, ma le sue doti non sono tutte qui. La serie cui appartiene si distingue, infatti, anche per il peso e lo spessore delle cornici davvero esigui (appena 12,3 mm nel ME95C, visibile nella foto sopra a destra), oltre a dichiarare consumi energetici estremamente ridotti (290W e 495W i consumi, rispettivamente, tipico e massimo nel modello da 95”). Il modello – attualmente - più grande ME95C nasce con il software MagicInfo-LITE integrato e non presta il fianco a critiche di sorta, soprattutto guardando le sue caratteristiche fisiche: luminosità di 600cd/m2, rapporto di contrasto 5.000:1, angolo di visione 178°/178°, tempo di risposta di soli 8ms.Con i componenti hardware integrati (il SoC di cui sopra), connessioni audio/video di ogni tipo, nonché Ethernet e le ridotte emissioni di calore grazie ai LED lungo i bordi, il gigante di famiglia è sicuramente l’ideale per l’uso in ambienti 24/7.

TECNOLOGIE E MEZZI: IL SOC È VINCENTE

Prodotti Digital Signage

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www.simmagazine.it

Geico S.p.A. ha sede a Cinisello Balsamo ed è leader di mercato nella fornitura di impianti di verniciatura chiavi in mano automatizzati per il settore automotive. Nei suoi quasi cinquant’anni di attività, l’azienda ha sviluppato una costante crescita che l’ha portata a costruire impianti tra i più significativi al mondo, facendo leva su una forte competitività e mission basata sul raggiungimento di valori reali. Ma i risultati conseguiti da Geico sono anche legati al proprio spirito d’impresa orientato all’innovazione, con la costante integrazione di nuove tecnologie e metodi di produzione. Proprio quest’ultimo aspetto ha trovato corrispondenza in Samsung, convincendo la dirigenza Geico a dotarsi di alcune delle soluzioni visual più innovative sviluppate dalla casa coreana.«Riconosciamo in Samsung un’azienda di grande determinazione nel perseguimento dei propri obiettivi - ha commentato Ali Reza Arabnia, Chairman, President e CEO di Geico - a cui si aggiunge un’incredibile tenacia a innovare e spingersi sempre in avanti. Geico si è dunque dotata di nove lavagne multimediali interattive con diagonale da 65”, inserite sia nella sala riunioni dell’ufficio di Presidenza, sia nelle sale adibite per l’esecuzione di training interni tecnici e incontri con clienti. Oltre a questi, sono installati ben sei display touch da 40”, utilizzati come totem all’interno del Pardis Innovation Centre. L’implementazione dei numerosi prodotti Samsung all’interno delle aree aziendali Geico è stata curata da Numero 10, società milanese specializzata in soluzioni informatiche d’avanguardia nell’ambito della comunicazione, networking e sicurezza.Le lavagne interattive multimediali Samsung sono perciò soluzioni integrate che coniugano display touch-screen ad alta definizione, connessione a Internet, capacità di elaborazione interna e il software dedicato Samsung MagicBoard, assicurando un ambiente di lavoro efficace e consentendo di trasformare le riunioni in un’esperienza più dinamica e partecipata. L’ampio angolo di visuale garantita dai monitor assicura a ogni partecipante una visibilità ottimale, mentre la funzione Pen-Touch - grazie alla tecnologia di rilevamento basata sul singolo pixel – assicura la massima chiarezza della scrittura con penna ottica. Le lavagne multimediali Samsung ampliano, inoltre, il livello d’interattività grazie alla possibilità di visualizzare i contenuti presenti sui notebook dei partecipanti. La presenza di uno speaker integrato e la possibilità di collegare una webcam consentono anche di trasformare la lavagna Samsung in un versatile sistema di videoconferenza.«È una soluzione che ha suscitato da subito il nostro interesse - ha precisato Arabnia - perché riteniamo sia in grado rendere le riunioni molto più stimolanti. Facilitare la presentazione e stimolare l’interattività contribuisce ad aumentare la creatività, tema che Geico promuove in molti modi. Per esempio, effettuiamo sessioni di “creative laboratory” per far emergere nuove idee partendo da un approccio di pensiero laterale e abbiamo pianificato riunioni mensili dedicate

all’innovazione. Stiamo anche puntando molto sugli aspetti ambientali. Abbiamo messo a punto un piano strategico per arrivare, nel 2020, a realizzare un impianto di verniciatura completamente autonomo dal punto di vista energetico, combinando soluzioni che riducono il consumo con fonti di energia rinnovabile: un obiettivo ambizioso se si considera che questi impianti possono avere un consumo energetico confrontabile con quello di una città di 50mila abitanti».

I VIDEOWALL PER STUPIREPer i propri locali Geico ha deciso innanzitutto di avvalersi di un videowall costituito da nove display (3x3) Samsung da 46”, incaricato di accogliere i visitatori e i clienti presso la reception della sede.Un altro videowall costituito da 16 display (4x4) ad alta definizione da 46” alloggia anche nel Pardis Innovation Centre, superficie di otre 30mila metri quadri che l’azienda milanese ha messo a punto per effettuare attività di ricerca tecnologica e predisporre prove demo dei propri sistemi di verniciatura indirizzate ai potenziali committenti. I display Samsung si basano su tecnologie all’avanguardia, sviluppate per garantire la massima qualità video inalterata nel tempo (full HD, tecnologia burn-in, funzione Image Retention), fornire le immagini più luminose e nitide da ogni angolo di visuale e in ogni condizione di luce e assicurare bassissimo consumo energetico. I monitor LFD del costruttore coreano sono adatti sia ad applicazioni di visualizzazione su singolo schermo, sia per realizzare videowall estesi, ottenuti assemblando una serie di moduli video dalla cornice estremamente sottile che possono essere installati con la massima semplicità e flessibilità grazie al metodo modulare Samsung ID (anche in forma di torre, di piramide e persino basati su layout personalizzato). A completare l’installazione vi sono, poi, altri display utilizzati come totem, disseminati in vari ambienti office dell’Innovation Centre di Geico.

L’Innovation Centre

di Geico Spa

CASE

STUDY

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di Paolo Radice

Nel cuore dell’Emilia, in un moderno locale gastronomico che va al di là dei soliti cliché ristorativi, una centralina Control4 gestisce audio e video in maniera semplice e impeccabile

A tavola con Control4

xxx

DISTRIBUTOREAdeo Group,via della Zarga, 5038015 Lavis (TN)tel. 0461.248211www.adeoproav.it

INSTALLAZIONE ESEGUITA DA:Valentino Hifi di Cosi e C.Castelguelfo di Fontevivo (PR)[email protected]

Prodotti Distribuzione Audio/Video - Un impianto gestito da Control4

N el settore della ristorazione, Arte&Gusto è

una nuova realtà nata a Parma, nel cuore dell’Emilia, frutto dell'idea di alcuni noti imprenditori locali, già in precedenza proprietari del famoso ristorante parmigiano “Le Coccole”. Oggi Arte&Gusto rappresenta l'evoluzione del mondo gastronomico, rivisto sotto una nuova formula “all’americana” e con un approccio ai locali interni completamente differente rispetto agli schemi tradizionali nostrani. All'interno, infatti, si trovano non soltanto la sala ristorante (e la pizzeria), ma anche una ben fornita enoteca e

un banco di gastronomia davvero molto invitanti. Il comun denominatore che unisce queste diverse “facce” del mangiare e bere è il livello qualitativo (di ingredienti, pietanze, etichette e materiali degli arredi) decisamente alto; e vista la cura con cui il locale è stato arredato, le aspettative dei proprietari per disporre di un buon sistema di distribuzione audio si sono rivelate elevate sin dall’inizio.Nell’allestire il nuovo negozio, la richiesta da parte di Domenico e Marco - due dei proprietari di Arte&Gusto - è stata, infatti, di poter disporre di un sistema che rispecchiasse l’immagine stessa

del locale, ovvero moderna, elegante e versatile, caratterizzata da atmosfere lounge e che all’occorrenza potesse anche essere gestita comodamente (separando le zone) per variare i livelli di volumi nei diversi ambienti, così come i video mandati in streaming. E la qualità sonora e visiva doveva comunque rimanere su alti livelli. La scelta dei professionisti cui affidarsi è ricaduta così su Valentino Hifi, che in Emilia gode di ottima fama, i cui tecnici hanno formulato una proposta interattiva e performante basata su centralina di controllo Control4.

A fianco, una foto dei prodotti gastronomici in vendita da Arte&Gusto, molti dei quali provenienti dall'Emilia stessa. Qui sopra, uno dei display a LED Panasonic con l'interfaccia di gestione Control4.

CASE

STUDY

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/ 037 INTEGRATORSYSTEM M A G A Z I N E

CONTROL4 HC-800 (Centralina di controllo)Ingressi audio: RCA Uscite audio: 2 RCA, digitale coax, HDMIUscite video: HDMI, ComponentControlli: 6 IR posteriori con jack 3,5mm; 2 RS-232; 4 relè; 4 contatti INNote: Wireless-N(2,4GHz, 802.11n/g)

CARATTERISTICHE DEI COMPONENTI IMPIEGATI

REVEL C-383(Diffusori inceiling)Potenza applicabile: 10-125W Altoparlanti: 1 woofer in micro ceramica da 20 cm;1 tweeter da 25 mmSensibilità: 87dB (1W/1mt)Spessore d’incasso: 13,2 cm

Control4 16ZAM(Matrice audio 16x16)Ingressi: 16 stereo RCA Uscite: 16 stereo RCA Rapporto S/N: >95dBConnettività: 10/100 BaseT Ethernet

CONTROL4 TOUCH SCREEN 7” PortatileDimensione e risoluzione: 7” TFT 800x480 Videocamera: 640x480 30fps H.264 Angolo di visione: 60°Connettività: Wireless-N (2,4GHz 802.11n/g)Note: doppio microfono incorporato; autonomia 20 ore

PTN MHD44TP(Matrice video 4x4)Ingressi video: 4 HDMI Uscite video: 2 HDMI,4 HDBaseTUscite audio: 4 stereo, 4 coaxControlli: 4 IR IN, 4 IR OUT, TCP/IP, RS-232 Risoluzione supportata: fino a 1920x1200p o 1080p60HzDistanza di trasmissione: 60 mt con POE

T&M SYSTEM SA8200 (Amplificatore 8 canali)Potenza RMS: 8x140W (8 Ohm)Risposta in frequenza: 20Hz – 20kHz(THD <0,1%) Peso: 24,9 kg

Arte&Gusto rappresenta l'evoluzione del mondo gastronomico, rivisto sotto una nuova formula “all’americana” e con un approccio ai locali interni completamente differente rispetto agli schemi tradizionali nostrani.

LA PROPOSTAPer Stefano Cosi di Valentino Hifi, l’obiettivo da raggiungere era sviluppare un impianto audio in grado di coprire tutti i 200 coperti, la zona bar, il “caveau enoteca” e gli spazi adiacenti all’esterno, garantendo la versatilità richiesta dal cliente e mantenendo i costi ad un livello più contenuto possibile. La decisione è ricaduta sui marchi trattati da Adeo Group, distributore di riferimento per sistemi audio/video e controllo multiroom. Così sono entrati a far parte del sistema definitivo diffusori inceiling con woofer da 8” Revel, amplificatori professionali multizona T&M (da 140W/ch reali), matrice video PTN e matrice audio e controller

a supervisionare il tutto Control4.Nella fase di avvio dei lavori, il confronto diretto (vinto) tra i diffusori Revel 383 e analoghi modelli di un altro brand proposti da un'azienda alternativa, hanno da una parte spianato la strada a Valentino Hifi per andare avanti in tutta tranquillità, dall’altra reso evidente l’inutilità di installare subwoofer aggiuntivi, viste le performance degli speaker Revel 383.L’idea vincente è stata, infine, quella di trasformare un apparente e semplice sistema audio/video (da usare per creare un sottofondo musicale) in un autentico strumento di lavoro: grazie alla gestione a monte di Control4 – a

Con la prima sede di Reggio Emilia, Valentino Hifi è stato per molti anni un punto di riferimento (e di ritrovo) importante per gli audiofili emiliani. Dopo il cambio di gestione di qualche anno fa, l'esigenza di approcciare ai nuovi sistemi provenienti dal campo audio/video ha spinto la società emiliana a ricercare innovative soluzioni tecnologiche da "cucire" ad hoc ai propri committenti: dagli impianti home theater, a quelli di controllo AVC o pur sempre e solo hi-fi. L'affermazione di tutti questi settori

e la conferma dell’ottimo lavoro svolto sono arrivate nel 2013, con il trasferimento nei nuovi locali di Parma.

VALENTINO HIFI: LA MUSICA "TAILOR-MADE"

sostegno del quale si è affiancata una semplice Apple TV – l’impianto di distribuzione A/V si è dimostrato subito in grado di riprodurre filmati pubblicitari e contenuti multimediali immediatamente in rete, dando l’opportunità a tutti i fornitori di mettere in mostra i propri prodotti, direttamente nel punto vendita. Tra le funzionalità ora espresse dal sistema ricordiamo l’automatizzazione dei volumi a seconda delle zone e delle fasce orarie nella giornata, la gestione automatizzata delle Radio Internet, delle immagini pubblicitarie, nonché la creazione di playlist di video musicali personalizzate (per le serate alla ricerca dell'ultima hit).

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di Carlo Vincenzi

La Bowers & Wilkins entra nel mondo dell’amplificazione professionale. Lo fa a modo suo, con un sistema di vertice dalle prestazioni davvero mozzafiato

Un sistematutto da ascoltare!

U n pò della serie CT800, qualche componente della

800 Diamond, e tutta l’esperienza di Bowers & Wilkins in un sistema, il Sound System, che già sulla carta mette i brividi. Immaginate quattro moduli per le basse frequenze ognuno equipaggiato con 2 driver da 38 cm già a bordo dei CT800 e derivazione delle 801D, e altrettanti quattro moduli per le medio/alte con a bordo 1 mid FST da 18 cm, 4 tweeter a cupola con condotto di accordo Nautilus, e 2 mid/basso da 25 cm. Mobili con struttura Matrix e bass reflex Flow Port System. Un impatto impressionante, per un prodotto davvero senza compromessi.

A QUANDOIN PRODUZIONE?Quello che ci si chiede è se un sistema del genere è solo il preludio di Bowers & Wilkins al suo ingresso nel mercato PA, un mercato che punta troppo spesso sulla quantità piuttosto che sulla qualità, e dove un marchio come B&W manca. L'azienda risponde in modo piuttosto secco. Dicono infatti che il prodotto non sarà mai commercializzato, ma solo utilizzato durante gli eventi B&W... Ci crediamo poco, ma certo mancava al costruttore inglese un sistema che riuscisse a

trasferire il concetto di qualità estrema anche negli eventi pubblici e nelle grandi aree, impossibili da sonorizzare con un qualsiasi prodotto attualmente a catalogo. Il primo “vagito” il Sound System lo ha emesso al Primavera Sound di Barcellona, e chi c’è

stato riporta di bassi che si sentivano per tutto il lungomare della bella cittadina basca. Non stentiamo a crederci.La pressione sonora a 8 mt è di 120 dB, e l’amplificazione attiva è realizzata con moduli Classè derivati dalla serie CT, a buon intenditor…

COSTRUTTORE Bowers & Wilkins(Inghilterra)

DISTRIBUTOREAudiogamma,via Pietro Calvi 16 Milano02/55181610 www.audiogamma.it

Prodotti Live Show - Bowers & Wilkins Sound System

Il Sound System è composto da 4 moduli per le basse frequenze, ognuno con 2 driver da 38 cm, e altrettante unità per medio alti con 2 driver da 25 cm, 1 mid FST da 18 cm e 4 tweeter da 2,5 cm con sistema di accordo Nautilus. La pressione sonora è di 120 db a 8 mt!

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di Paolo Radice

Dedicatiai system integrator

COSTRUTTORE Waterfall AudioFrancia

DISTRIBUTORETecnofuturo,via Rodi 625124 Bresciatel. 039/ 2452475www.tecnofuturo.it

cose – la dicono lunga sullo sforzo progettuale dei tecnici francesi. Ma non solo, poiché le specifiche tecniche mostrano eccezionali doti elettriche, come la potenza sopportata che arriva a 600 W per i canali frontali, la sensibilità medio-alta e la risposta in frequenza veramente estesa. Della nuova famiglia, gli LCR-300 sono i modelli a 3 vie progettati per i canali frontali del sistema e sono equipaggiati con ben 3 driver Atohm da 150 mm di diametro e un tweeter da 20 mm. Questi diffusori sono a cassa chiusa e i tecnici Waterfall garantiscono eccezionali doti dinamiche, grazie anche alla semplicità di interfacciamento con impedenze da 4 a 8 Ohm; la loro sensibilità è di 91dB nel classico parametro 2,83V/1m.

UN SUB DA URLO!Ma un altro pezzo forte del sistema è rappresentato dal SUB-600, elemento specifico destinato a riprodurre le basse frequenze e qui in forma

passiva e con sistema di caricamento dei bassi in reflex anteriore. Le sue caratteristiche non lasciano spazio a dubbi: tenuta in potenza fino a 600 W continui (900 di picco) e risposta in frequenza a partire dai 29 Hz. Per esprimere queste notevoli doti acustiche si avvale di due woofer Atohm da 23 cm di diametro ognuno, che fanno raggiungere al diffusore il considerevole peso di 40 kg, ma in soli 21 cm di profondità. A completare il sistema, poi, ci sono i SAT-150,

Conosciuta principalmente per gli originali diffusori con cabinet in vetro, Waterfall torna oggi a far parlare di sé con una linea inedita di diffusori da incasso ad elevate performance, che faranno gola a chi sta pensando di progettare una vera sala cinema

Prodotti Diffusori in-wall - Nuova serie professionale Waterfall Audio

LCR-300Potenza applicabile: 100-300 W (600 W picco)Altoparlanti: 3 midwoofer 150mm; 1 tweeter 20mmRisposta in frequenza: 80Hz – 28kHz (±3dB)Impedenza: 4/8 Ohm Dimensioni (lxaxp): 570x430x210 mmPeso: 18 kg

SUB-600Potenza applicabile: 300-600 W (900 W picco)Altoparlanti: 2 woofer Atohm 230mmRisposta in frequenza: 29Hz – 150Hz (±3dB)

Impedenza: 4/8 Ohm Dimensioni (lxaxp): 570x875x210 mmPeso: 40 kg

SAT-150Potenza applicabile: 80-150 W (300 W picco)Altoparlanti: 1 midwoofer Atohm 150mm; 1 tweeter Atohm 20mmRisposta in frequenza: 80Hz – 28kHz (±3dB)Impedenza: 4/8 Ohm Dimensioni (lxaxp): 570x430x99 mmPeso: 12 kg

CARATTERISTICHE DICHIARATE

progettati per coadiuvare gli altri elementi per la sezione surround. I satelliti sono estremamente compatti nelle dimensioni (meno di 10cm di spessore), se rapportati alle prestazioni che sono in grado di raggiungere, ma rappresentano un adeguato sostegno al resto del sistema. La loro costruzione è a due vie (1 midwoofer da 150mm e un tweeter da 20mm) e sono a cassa chiusa come gli LCR. La sensibilità dichiarata è di 88 dB (W/m).

La Professional Custom Series è rivolta alle installazioni cosiddette

“luxury residential”, ovvero quelle soluzioni custom che prevedono per l’impianto home theater una vera sala dedicata; e stando a quanto dichiarato dal costruttore stesso, ben si adattano ad ambienti fino a 80 mq. La nuova serie si articola in pochi ed essenziali elementi (tre in totale, destinati ai canali frontali, surround ed LFE)

che non complicano la vita all’installatore e permettono l’abbinamento anche a elettroniche particolarmente impegnative dal punto di vista elettrico. Grazie al ridotto spessore in profondità, inoltre, i diffusori Waterfall agevolano il system integrator persino nella progettazione di pannelli e pareti dedicate: si va dai 99 mm dei satelliti ai 21 cm di sub e frontali, misure che – per chi è avvezzo a questo tipo di

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Tecnologia Networking - I collegamenti HDBaseT

Figura 1 - Lo standard HDBaseT permette di trasferire su un unico cavo Cat5e o Cat 6 – lungo fino a 100 metri – segnali video ad alta risoluzione e in 3D, segnali audio, dati Ethernet, segnali di controllo e tensioni di alimentazione con potenza massima di 100 watt. La HDBaseT Alliance sintetizza tale multifunzionalità con la sigla 5Play. Nello schema qui proposto si può notare la presenza di due chip evidenziati con tratti blu: sono i chip Valens VS100TX e VS100RX che, collocati rispettivamente nella sorgente e nel display, fungono da pilota e ricevitore di linea.

Se nell’ambito del networking domestico la proliferazione dei formati e l’invasione di cavi

che ne consegue rappresentano il disturbo, l’HDBT è senz’altro la cura, o almeno uno dei rimedi più efficaci. La sigla sta per HDBaseT (scritto così, tutto attaccato), e identifica uno standard di connessione multimediale ideato da LG Electronics, Samsung, Sony Picture Enterteinment e dalla israeliana Valens, un pool di aziende costituitesi nella HDBaseT Alliance. Lanciato nel giugno 2010, lo standard HDBT consente di trasferire – attraverso un unico cavo LAN – segnali audio multicanale, segnali video non compressi full-HD, dati Ethernet 100BaseT, segnali di controllo e persino tensioni di

alimentazione di elevata potenza. Il nuovo standard, che utilizza reperibilissimi cavi Cat 5e o Cat 6 terminati con connettori RJ-45, può inviare i segnali fino a 100 metri di distanza; è senz’altro questo uno dei dati più rimarchevoli, soprattutto se lo si confronta con i pochi metri di gittata dell’HDMI, per fare solo un paragone.Entrando più in dettaglio nelle specifiche rilasciate dalla HDBaseT Alliance scopriamo che il nuovo standard permette di trasferire segnali video full HD/3D/2K/4K a dispositivi sia singoli (connessione point-to-point) che riuniti in network. Dal momento che, come vedremo meglio più avanti, nella codifica/decodifica HDBT i segnali sono

processati da chip HDMI, l’HDBaseT è in grado di garantire tutte le funzioni-chiave dell’High-Definition Multimedia Interface 1.4, incluse EPG, CEC, EDID e HDCP. Anche l’audio trae vantaggio dal fatto che i segnali sono processati da chip HDMI: è garantita la compatibilità con tutti i formati standard, compresi Dolby Digital, dts, Dolby TrueHD e dts HD-Master Audio. La capacità di trasferire dati Ethernet 100BaseT consente il dialogo tra sistemi audio, televisori, computer e altri dispositivi elettronici, i quali possono accedere ai contenuti multimediali messi a disposizione da fornitori di musica e video in streaming, da NAS, hard disk esterni, eccetera. Tra i segnali di controllo che possono viaggiare su

HDBaseT ci sono anche i Consumer Electronic Controls (CEC), i dati RS-232 e USB, gli impulsi IR (infrarossi) e i dati IP. Menzione particolare meritano le tensioni di alimentazione (in corrente continua) trasferibili via HDBaseT, che possono raggiungere la ragguardevole potenza di 100 watt: ciò significa che, in un sistema connesso via HDBT, è possibile collocare i dispositivi anche in zone non servite da prese per la corrente di rete. L’HDBaseT Alliance chiama 5Play convergence l’attitudine multiformato del suo standard, perché cinque sono gli elementi che entrano in gioco: video, audio, Ethernet, dispositivi di controllo, alimentazione; in figura 1 si può vedere un tipico esempio di 5Play

I segnali audio sono processati da chip HDMI: è garantita la compatibilità con tutti i formati standard, compresi Dolby Digital, dts, Dolby TrueHD e dts HD-MA.

L'HDBaseT permette di trasferire segnali videofull HD/3D/2K/4K a dispositivi sia singoli (connessione point-to-point) che riuniti in network.

L’HDBaseT contribuirà a diffondere ancor di più l’HDMI. Semmai "l’HDBT soppianterà gli extender e i ripetitori HDMI" (Derek R. Flickinger - Interactive Homes).

I vantaggidell'HDBaseTUtilizzando un unico cavo, il collegamento HDBaseT può trasferire segnali di ogni tipo, dal video ad alta risoluzione ai dati Fast Ethernet, dai segnali audio multicanale alle tensioni di alimentazione. Le prestazioni, in termini di risoluzione, latenza, banda passante e altri simili parametri, sono quelle dell’HDMI. Ma la distanza massima di trasferimento è di gran lunga maggiore

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Schema di un impianto di automazione costruito attorno alla Crestron DMPS-300-C, unità di controllo e routing di segnale per uffici, aule e sale conferenza. La DMPS-300-C si avvale della tecnologia proprietaria DigitalMedia 8G+, progettata in ossequio alle specifiche HDBaseT: mediante i connettori DM 8G+ (gli RJ-45 di colore giallo che vediamo nella parte bassa del pannello posteriore), la DMPS-300-C può essere collegata direttamente a sorgenti e display HDBaseT-compatibili. Nello schema in esame, le porte DM 8G+ dell’unità Crestron comunicano, attraverso le tratte di colore turchese, con due laptop e due proiettori: dal momento che né i laptop né i proiettori sono dotati di connettori HDBaseT, in questo caso il collegamento diretto non è possibile; è necessario utilizzare due DM-TX-201-C e due DM-RMC-100-C che operano come interfacce DM 8G+/HDMI.

a produttori e installatori di sistemi elettronici consumer. In effetti basta guardare lo schema di figura 2 per rendersi conto che l’HDMI non ha nulla da temere dall’HDBaseT, anzi: i chip di trasmissione/ricezione HDBaseT lavorano, come spiegato meglio nel box di approfondimento “Come funziona l’HDBT”, in stretta collaborazione con i chip HDMI. Altro che pensione: è anzi ragionevole supporre, come suggerisce ancora il direttore di Interactive Homes, che l’HDBaseT contribuirà a diffondere ancor di più l’HDMI. «Semmai» – precisa Flickinger – «l’HDBT soppianterà gli extender e i ripetitori HDMI, i quali hanno il difetto di avere scarsa interoperabilità e di vincolare l’installatore all’uso di dispositivi monomarca».Quanto detto nulla toglie al carattere fortemente innovativo, forse rivoluzionario dell’HDBT: «L’HDBaseT cambierà per sempre il networking domestico», ha scritto Jason Evangelho, collaboratore di Forbes, sulla prestigiosa testata. I punti di forza del nuovo standard possono essere sintetizzati come segue:

– Costo dei cavi sensibilmente inferiore a quello dei conduttori utilizzati in altri standard di trasmissione multiformato; un cavo HDMI di qualità, per esempio, può costare fino a 10 volte più di un Cat 5e/Cat 6 impiegato nell’HDBaseT;– Migliori prestazioni: l’HDBaseT permette di trasferire segnali non compressi alla velocità di 10,2 Gbps su tratte lunghe fino a 100 metri. Non solo: grazie a una tecnica denominata multi hops, è possibile congiungere fino a 8 tratte da 100 metri ciascuna, per complessivi 800 metri;– Grazie all’HDBaseT è per la prima volta possibile trasferire su un singolo cavo, insieme a dati digitali e a segnali audio video, tensioni di alimentazione con potenza fino a 100 watt;– Semplicità d’uso: con un solo cavo si possono connettere e alimentare computer, lettori Blu-ray/DVD, televisori, amplificatori audio, decoder e altri dispositivi, per una flessibilità e praticità straordinarie;– Possibilità di usare reti già cablate: per installare un sistema connesso via HDBaseT non necessariamente

occorre stendere nuovi cavi; spesso è possibile utilizzare reti LAN esistenti, già strutturate.In figura 3 è riportata una tabella comparativa che mette a confronto le prestazioni di HDBaseT con quelle di HDMI 1.4, DiiVA e DisplayPort 1.2. La superiorità di HDBaseT, almeno per quel che riguarda certe funzioni, è indiscutibile: la lunghezza massima delle tratte è di pochi metri per l’HDMI, di 26 metri per DiiVA e di 15 metri per DisplayPort, contro i 100 metri di HDBaseT; né HDMI né DisplayPort sono in grado di trasferire tensioni di alimentazione, mentre DiiVA può maneggiare potenze massime di 5 watt, a fronte dei 100 watt di HDBaseT.

UNO STANDARD INCLUSIVO, APERTO AL DIALOGOIALOGOL’HDBT si basa su due chip prodotti dalla Valens, il VS100TX e il VS100RX. I suffissi TX e RX, forse è superfluo precisarlo, stanno rispettivamente per «trasmettitore» e «ricevitore»: il primo è collocato nella sorgente di segnale, il secondo nel dispositivo terminale della linea HDBaseT, che potrà

convergence. È opportuno precisare che anche se l’HDBaseT utilizza la medesima codifica di Ethernet e dispone di un canale Ethernet, non si tratta, propriamente parlando, di un’applicazione Ethernet. Va da sé che uno standard di questo genere può trovare impiego in una quantità di applicazioni. La HDBaseT le suddivide in cinque gruppi: l’elettronica di consumo, l’installazione custom (intesa come la realizzazione di impianti su misura di qualsivoglia specie, dal sistema audio video alla rete di computer), la videoproiezione professionale, il trattamento dei segnali digitali e l’IPC (Industrial PC).

RIVOLUZIONE NELLE RETIQuanto detto fa sorgere spontanea una domanda: l’HDBT è il successore dell’HDMI? Detta in termini più crudi: l’HDBaseT scalzerà l’HDMI, lo renderà obsoleto facendolo scomparire dal mercato? A quanto pare no: «L’HDBT non è il killer dell’HDMI», ha scritto Derek R. Flickinger di Interactive Homes, una società che fornisce servizi di consulenza

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essere un televisore, un proiettore, un amplificatore o altro. Facendo nuovamente riferimento alla figura 2, si noterà che il chip trasmettitore (TX) fornisce due uscite distinte, una HDBaseT su connettore RJ-45 e un’uscita HDMI, il che conferma le parole di Derek R. Flickinger riportate sopra. L’HDBaseT, insomma, è uno standard inclusivo, non esclusivo, capace di retroattività non soltanto nei confronti dell’HDMI ma anche di altri standard di connessione, come si può vedere in figura 4, che mostra uno switcher HDBT utilizzato in veste di convertitore di formati.

Criterion HDMI 1.4 DiiVA DisplayPort 1.2

Uncompressed 10.2 Gbps 13.5 Gbps Up to 21.6GbpsVideo /audio (17G of actual data)

Maximum Cable Few meters 26m 15m for 5G (limited to Length 1080P,24bit) 3m for 5G-21.6Gbps

Cable HDMI Cable A DiiVA Proprietary Cable DisplayPort cable

Connector HDMI Connector A DiiVA Proprietary connector DisplayPort Connector

Charging Power No 5W No

Ethernet 100Mbps Gigabit 720Mbps

Daisy Chain No Yes Yes

Installation_ No No No Friendly

USB No Yes Yes

Networking No Daisy and Star topologies Daisy and Star topologies

HDBaseT 1.0

Up to 100m _Including the support of multi hops (8x100m)

Low cost standardcat5e/6 LAN cable

Standard RJ-45 connector

Up to 100W _Can be use for powering remote TVs

100Mbps _HDBaseT icapable of scaling up to Gigabit

Yest

Yes _Use existing network wiring, field terminated connector

Up to 10.2Gbp _HDBaseT is capable of scaling up 20Gbps

Up to 10.2Gbp _HDBaseT is capable of scaling up 20Gbps

Extended-range D.C.and Star topol.Entire home and in-room converage as well as commercial and industrial installations

Figura 4 - L’HDBaseT è uno standard inclusivo, nel senso che ha un notevole grado di retroattività non solo nei confronti dell’HDMI ma anche di altri standard di connessione: in quest’immagine (gentilmente concessa dalla Valens) vediamo uno switcher HDBT utilizzato come convertitore di formati, tra i quali si riconoscono l’RCA audio e il digitale ottico.

Figura 3 - Questa tabella, rilasciata dalla HDBaseT Alliance, mette a confronto le prestazioni dell'HDBaseT con quelle di tre standard similari: HDMI 1.4, il cinese DiiVA e il DisplayPort 1.2 promosso dalla VESA (Video Electronics Standards

Association). In alcune specialità, come la lunghezza della tratta e la potenza massima della tensione di alimentazione, l'HDBaseT risulta di gran lunga superiore agli altri standard.

Figura 2 - Schema di una connessione HDBaseT: la linea è pilotata da un Valens VS100TX e ricevuta dal chip complementare VS100RX. Come si può notare, i Valens – attualmente gli unici chip HDBT disponibili sul mercato – necessitano di un trasmettitore e di un ricevitore HDMI incorporati (embedded) nello stesso dispositivo che ospita i chip Valens.

La flessibilità e la capacità di dialogo dell’HDBT emerge in modo ancora più evidente dallo schema di figura 5, che mostra un sistema multiroom nel quale figurano le apparecchiature più diverse, dalla console per videogiochi con uscita HDMI al personal computer con porta USB.

AZIENDE E PRODOTTI CERTIFICATI HDBT Le aziende che desiderano entrare nella lista dei produttori certificati HDBT non devono far altro che inviare il dispositivo-candidato alla HDBaseT Alliance, che sottoporrà il prodotto

ai test previsti. Se i test vengono superati, il prodotto potrà fregiarsi del logo HDBT, che garantisce non soltanto la conformità allo standard ma anche l’interoperabilità e la compatibilità tra prodotti di marca diversa. Attualmente la lista delle aziende che fanno parte della galassia HDBaseT comprende, oltre naturalmente ai quattro soci fondatori della Alliance (Sony Pictures, LG Electronics, Samsung e Valens), nove contributor, tra i quali Atlona, Crestron ed Epson, e 63 adopter, nel quale gruppo figurano AMX, Gefen, Hitachi, Onkyo e Pioneer.

La lista dei dispositivi certificati è troppo lunga perché la si possa pubblicare per intero. Il portale della HDBaseT Alliance ( HYPERLINK “http://www.hdbaset.org” www.hdbaset.org) pubblica però una selezione di otto prodotti che possiamo senz’altro riportare: si tratta delle matrici Atlona AT-PRO2HD1616M, Crestron DM-MD6x6 e Crestron DMPS-300-C, del proiettore Epson PL Pro G6900WU e dell’extender ELPHD01 (Epson), dell’extender Gefen GTB-HDMI-3DTV, del sintoamplificatore Pioneer SC-79 e dell’ampli/ricevitore/

Tecnologia Networking

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Schema di un impianto multiroom (per gentile concessione della Valens) nel quale figurano quattro sorgenti il cui segnale, smistato da uno switcher HDBT, viene inviato a tre display collocati in camera da letto, soggiorno e home office; lo switcher opera anche da convertitore, trasformando le uscite della console per videogiochi, del PC e della set-top box in linee HDBaseT collegabili ai display.

ripetitore WyreStorm AMP-001-010. È ragionevole supporre che l’elenco delle aziende e dei prodotti certificati HDBT sia destinato ad allargarsi sempre più, dal momento che la HDBaseT Alliance mostra una notevole propensione all’innovazione tecnologica: il lancio di HDBT 1.0, come detto in apertura, risale al giugno 2010. Nell’agosto scorso (2013) ha visto la luce la versione 2.0, che offre un’inedita funzione plug ‘n’ play denominata HomePlay. Senza scendere troppo nei dettagli tecnici ci limitiamo a dire che la versione 2.0 aggiunge alla dotazione della 1.0, con la quale è peraltro pienamente compatibile, alcune funzioni come il networking, la commutazione e il

control point: se la versione 1.0 era (è) uno standard point-to-point, la 2.0 è uno standard di trasmissione point-to-multipoint. Altra caratteristica di rilievo di HDBT 2.0 è il supporto USB 2.0, che consente di trasferire su lunghe distanze i dati del diffusissimo bus seriale. Forse la miglior sintesi dei vantaggi apportati dalla nuova versione di HDBT, e con questo concludiamo, l’ha data Michael Risling, responsabile marketing della HDBaseT Alliance: «HomePlay mette a disposizione degli utenti consumer un modo semplice ed economico per avere gli stessi vantaggi offerti da HDBT agli utenti professionali». Il mondo professionale e il consumer, insomma, si danno la mano.

Fig. 6 - Schema a blocchi del ricevitore di linea VS100RX, complementare al VS100TX. Fig. 5 - Schema a blocchi del pilota di linea HDBaseT VS100TX prodotto dalla Valens.

L’HDBaseT utilizza la medesima tecnologia impiegata in alcune versioni dello standard Ethernet. Tale tecnologia, che prende il nome di Pulse Amplitude Modulation (PAM), rappresenta i dati digitali mediante differenti livelli di tensione continua che si succedono a frequenze elevate; Ethernet 1000BaseT, per esempio, utilizza quattro coppie di segnali a 125 Mbps, per un data rate complessivo di 1000 Mbps: si parla in questo caso di una codifica di livello PAM-5. Altre versioni Ethernet, come la 10GBaseT, prevedono un livello di codifica PAM-16 (16 livelli discreti di tensione). Ma vediamo in che modo la Pulse Amplitude Modulation è utilizzata nello standard HDBaseT; occorre precisare che si tratta di una versione proprietaria della PAM. Per comprenderne il principio di funzionamento è bene fare nuovamente riferimento allo schema di figura 2, nel quale si vede il trasmettitore HDMI della sorgente di segnale collegato direttamente al pilota di linea VS100TX: in questo caso la PAM viene utilizzata per rimodulare tutti i segnali HDMI e di controllo prima di inviarli ai doppini pilotati dal VS100TX. L’HDBT, dunque, non si limita a trasferire i segnali HDMI su cavi Cat 5 o Cat 6 come fanno molti extender HDMI anche di buona qualità, esponendo così i segnali ai problemi dovuti al trasferimento ad alta frequenza su lunghe tratte, ma li processa, li rimodula attraverso la PAM e solo dopo li affida alle linee cablate, ovviando così ai problemi di cui si è appena detto. Nel box sono pubblicati gli

schemi a blocchi dei due chip Valens. Per semplicità ci limiteremo ad analizzare il solo schema del trasmettitore VS100TX (figura 5). Cominciamo dai pin raffigurati sul lato sinistro dello schema, denominati Rx0+/-, Rx1+/-, Rx2+/- e RxC+/-: i primi corrispondono ai tre canali colore del TMDS (rosso, blu, verde) provenienti dal chip HDMI; si noterà infatti che le frecce del flusso di segnale sono dirette verso il VS100TX, e precisamente verso lo stadio ricevitore TMDS; le coppie di segni +/- indicano la natura differenziale delle linee di segnale. La quarta linea, denominata RxC+/-, riceve il clock TMDS. Questi segnali trasportano anche l’audio, che viene sottoposto a multiplexing esattamente come accade nell’HDMI. Ora spostiamoci sul lato destro dello schema. I quattro pin denominati HDBT0+/-, HDBT1+/-, HDBT2+/- e HDBT3+/- corrispondono alle quattro coppie di doppini del physical layer collegate al connettore di uscita RJ-45. Come si vede, il chip HDBaseT opera come un pass-through dei segnali TMDS, che vengono modulati attraverso la PAM. Gli altri quattro pin dislocati sul lato destro dello schema, denominati «pass through mode», sono collegati al connettore di uscita HDMI; sta al produttore la scelta di dotare o meno di uscita HDMI l’apparecchiatura su cui il VS100TX è installato. Lungo la parte alta dello schema compaiono i pin delle linee addizionali che normalmente viaggiano in modalità non differenziale lungo il cavo HDMI, come la linea Consumer Electronics Control (CEC) e la Display Data Channel (DDC).

COME FUNZIONA L'HDBT

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044 / INTEGRATORSYSTEM M A G A Z I N E

Tecnologia Digital Audio

DolbyRevolutionIl sistema di riproduzione audio Dolby Atmos sbarca a Roma e lo fa nella sala DeLuxe, la più grande delle sale indoor della Casa del Cinema di Villa Borghese che va ad aggiungersi alle 390 sale di proiezione in tutto il mondo equipaggiate con il nuovo sistema di riproduzione firmato Dolby

di Marco Galloni; foto di Riccardo Ippoliti

L’inaugurazione della sala Dolby Atmos della Casa del Cinema era così organizzata: conferenza stampa al mattino, buffet lunch alle ore 13, proiezione del film 300 – L’alba di un impero nel pomeriggio. Nella foto, la sala prima dell’inizio della conferenza stampa.

R oma, 18 marzo 2014: si inaugura l’impianto 3D Dolby Atmos appena

installato all’interno della sala Deluxe della Casa del Cinema di Villa Borghese. La Deluxe, con i suoi 124 posti/poltrona Lino Sonego in velluto rosso, viene così ad aggiungersi alle oltre 390 sale di proiezione Dolby Atmos realizzate in tutto il mondo; oltre 100 i film codificati con il nuovo sistema, due dei quali hanno vinto l’Oscar, più di 60 gli studi di postproduzione, 7 le major cinematografiche che stanno investendo nell’Atmos (dati rilasciati dalla Dolby relativi al 2013).

E pensare che nel 2012, l’anno in cui il nuovo sistema è stato presentato, le sale erano appena 25. Le cause di una così rapida diffusione sono molteplici. Di certo un ruolo decisivo lo giocano le prestazioni del Dolby Atmos, di cui i partecipanti all’inaugurazione della sala romana hanno avuto una dimostrazione più che convincente. Ma il successo del nuovo sistema Dolby si spiega anche, come vedremo più avanti, con la semplificazione dell’intera filiera di lavorazione, dalla codifica delle colonne sonore alla distribuzione dei film.

OGGETTI SONORIIl Dolby Atmos non è semplicemente un surround digitale con qualche canale in più. È un sistema radicalmente diverso, possiamo dire rivoluzionario. Se consideriamo i passaggi dalla monofonia alla stereofonia e dal surround analogico/matriciale al digitale come le due principali tappe evolutive dell’audio cinematografico, il Dolby Atmos rappresenta senz’altro la terza. Durante la presentazione del sistema della Casa del Cinema, Marco Stefani – consulente Dolby e specialista Atmos – ha parlato di «suono d’oggetti», di «oggetti sonori», dove

con questa espressione sono da intendersi «gruppi di suoni che, nella sala, condividono la medesima collocazione fisica» (la definizione è della Dolby). Questi oggetti sonori, che possono essere sia statici sia in movimento, sono controllati tramite metadati che ne definiscono la posizione in ogni istante. Durante la riproduzione della colonna sonora gli oggetti sonori non vengono convogliati tutti insieme su questo o quel canale, come avviene nei sistemi 5.1 o 7.1, bensì indirizzati separatamente verso i vari diffusori; la collocazione spaziale degli oggetti sonori segue fedelmente quella

Sono oltre 100 i film codificati Dolby Atmos, due dei quali hanno vinto l’Oscar; più di 60 gli studi di postproduzione, 7 le major che stanno investendo nell’Atmos.

Il Dolby Atmos non è solo un sistema surround con qualche canale in più. Si tratta di uno standard innovativo, basato sul concetto di «oggetti sonori».

- Il Dolby Atmos arriva a RomaTecnologia Digital Audio

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Surround Subwoofer

Optional Screen Loudspeaker

Addittional Top Surround

Addittional Side SurroundExisting Screen Loudspeaker

Existing Surround Loudspeakers

di quanto grande possa essere questa risoluzione basta guardare la piantina di figura 1, che rappresenta la disposizione dei diffusori all’interno di una tipica sala Dolby Atmos: si contano ben 49 speaker, tra diffusori principali, surround, subwoofer e diffusori addizionali. In un sistema

5.1 o 7.1 i suoni di uno stesso canale o fronte sonoro uscirebbero in modo uniforme dal medesimo array di diffusori. Nel Dolby Atmos no: è possibile che dal primo diffusore surround collocato lungo la parete sinistra esca un oggetto sonoro A, dal secondo un oggetto B, dal terzo

un oggetto C e via dicendo, dando vita a una sinfonia che è difficile, per non dire impossibile, descrivere a parole.

IL SUONO SOPRA LA TESTAUn’altra peculiarità del Dolby Atmos è il cosiddetto «overhead sound», il suono che viene da sopra la testa. Mentre il campo sonoro dei sistemi 5.1 o 7.1 si gioca quasi esclusivamente sul piano orizzontale, il Dolby Atmos prevede un certo numero di diffusori fissati al soffitto della sala e diretti verso gli spettatori sottostanti; in riferimento alla figura 1, i diffusori top surround sono rappresentati sotto forma di 18 rettangoli blu. I diffusori «overhead» creano un emisfero superiore nel quale vengono collocati oggetti sonori quali canti di uccelli, stormir di

impostata dagli ingegneri, in fase di registrazione e codifica della colonna sonora, tramite joystick. Il risultato più immediato di tale procedura di assegnazione è un aumento impressionante della risoluzione spaziale, rispetto a quella dei sistemi 5.1 o 7.1. Per avere un’idea

Figura 1 - Disposizione dei diffusori in una tipica sala cinematografica Dolby Atmos. Si contano ben 49 diffusori: in rosso sono contrassegnati i diffusori presenti prima che la sala ricevesse il trattamento Dolby Atmos, che sono poi quelli dei sistemi 5.1 o 7.1; in blu sono raffigurati i diffusori side surround (laterali) e top surround (superiori, a soffitto); il verde contraddistingue i diffusori anteriori opzionali e mentre il viola i subwoofer surround. Sotto, Pino Chiodo (a destra), fondatore e titolare della Pino Chiodo Cinema Engineering, partner di Cinemeccanica nella realizzazione della sala Deluxe.

Un’immagine della sala Deluxe vista dal basso, poco prima della proiezione del film 300 – L’alba di un impero. Con i suoi 124 posti, la Deluxe è la più grande delle sale indoor della Casa del Cinema di Villa Borghese, la prima e per il momento unica sala romana equipaggiata con sistema 3D Dolby Atmos.

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fronde, rumore di pioggia, elicotteri di passaggio, eccetera. Il fatto che i diffusori «overhead» siano collocati tra le file dei surround laterali consente tra l’altro di colmare quella zona che, nei sistemi 5.1 o 7.1, resta vuota; ne conseguono spostamenti front/rear e sinistra/destra molto più regolari e fluidi. La terza peculiarità del Dolby Atmos sta nella correlazione timbrica e nell’impiego di diffusori surround che hanno la medesima risposta in frequenza e lo stesso SPL dei diffusori anteriori, al contrario di ciò che avviene nei sistemi 5.1 o 7.1: in questi ultimi spesso i suoni subiscono un decremento di SPL e una corruzione timbrica quando vengono spostati (panning) da un fronte all’altro, ciò che ha sempre creato problemi agli ingegneri e ai tecnici di mixer. IL SUONO A STRATIQuanto detto potrebbe indurre qualche preoccupazione nei più tradizionalisti, in coloro che, abituati ai sistemi surround tradizionali, temono un salto troppo brusco, un passaggio evolutivo troppo grande. Intendiamo subito rassicurarli. Ferma restando la portata innovativa

La prima sala romana dotata di sistema di riproduzione 3D Dolby Atmos nasce dalla collaborazione tra i Dolby Labs, la Casa del Cinema di Villa Borghese, la Cinemeccanica di Milano e la Pino Chiodo Cinema Engineering di Roma, partner di Cinemeccanica. Qui a seguire riportiamo le loro storie aziendali

Dolby Labswww.dolby.com Fondata agli inizi degli anni ’60 (del secolo scorso) dal fisico Ray Dolby, la Dolby si afferma presto grazie ai suoi riduttori di rumore: ricordiamo il Dolby A-type (1965), il B-type (1968) e il C-type (1981). Nel 1975 vede la luce il Dolby Stereo, versatile formato audio per pellicole in 35 mm. Risale al 1982 l’introduzione del Dolby Surround, mentre nel 1984 nasce l’AC-1, il primo sistema di codifica Dolby digitale. È poi la volta del Pro Logic (1987), dell’AC-2 (1989), dell’AC-3 (1991), del Pro Logic II (2000), del TrueHD (2005) e, nel 2012, del Dolby Atmos.

Casa del Cinemawww.casadelcinema.it La Casa del Cinema ha sede all’interno di un edificio storico acquistato dai principi Borghese nel 1833. Caduto in rovina negli anni ’70 (del ‘900) e restaurato nel 2001, l’edificio si sviluppa su una superficie di 2500 metri quadrati. La Casa del Cinema dispone di diverse sale: oltre alla Deluxe (124 posti) ci sono la sala Kodak (64 posti), che ospita convegni, dibattiti e presentazioni di libri, la sala Gian Maria Volontè (35 posti), le sale espositive intitolate a Sergio Amidei e Cesare Zavattini, più un teatro all’aperto da 200 posti.

Cinemeccanica S.p.Awww.cinemeccanica.eu Fondata nel 1920 e oggi presente in 90 paesi del mondo, Cinemeccanica è una delle più importanti produttrici di apparecchiature cinematografiche. Tra queste ricordiamo i moduli Cinecloud, server rack per il cinema digitale, il videoscaler MAI 4K e il TMS (Theater Management System). La società, che nel 2004 è diventata partner della Barco, può contare su un personale altamente qualificato: oltre l’80% degli addetti ha una preparazione tecnica di livello universitario. Oltre a produrre apparecchiature, Cinemeccanica progetta e installa sale cinematografiche in tutto il mondo.

Pino Chiodo Cinema Engineeringwww.pinochiodo.it Fondata nel 1997 da Pino Chiodo, ingegnere del suono dal curriculum impressionante – ha collaborato, solo per fare qualche esempio, con Sting, Gil Evans, Baglioni, Venditti, De Gregori, Rai, Mediaset, TMC – la Pino Chiodo Cinema Engineering progetta e realizza sale cinematografiche di altissimo livello tecnologico/qualitativo. La società si occupa di tutto, dalla progettazione alla realizzazione dei sistemi audio e di proiezione, dal trattamento acustico al reperimento delle apparecchiature, dagli impianti di climatizzazione alla consulenza. Di recente in seno alla società è nata, in collaborazione con Cinemeccanica, una divisione specializzata nel D-Cinema e nel 3D.

LE AZIENDE CHE HANNO PARTECIPATO

del nuovo sistema Dolby, l’Atmos supera ma non rinnega i sistemi 5.1 e 7.1, con i quali mantiene un certo grado di retrocompatibilità e una certa parentela, una linea di continuità genetica. Alcuni elementi sonori, come per esempio i riverberi e gli effetti d’ambienza, vengono riprodotti con maggior realismo se affidati ad array di diffusori piuttosto che ai diffusori single-point del Dolby Atmos. Sebbene questi effetti possano anch’essi essere trattati e indirizzati come oggetti sonori, traggono più grande beneficio dalla riproduzione basata su canali. Oltre agli oggetti sonori, perciò, il Dolby Atmos supporta anche i cosiddetti bed (strati), prodotti di sottomissaggio basati sulla suddivisione in canali propria dei sistemi 5.1 e 7.1 (vedi figura 3). Questi strati possono essere organizzati in differenti configurazioni di canali, 5.1, 7.1 o anche 9.1; il Dolby Atmos permette di codificare fino a 128 tracce, 118 riservate agli oggetti sonori e 10 (9.1) ai bed.

BENEFICHE RICADUTE SULL’INTERA FILIERA DEL FILMFin qui abbiamo analizzato il Dolby Atmos a partire da un unico punto

Figura 2 - L’interfaccia utente che consente di monitorare i suoni del Dolby Atmos: sotto forma di sfere gialle sono rappresentati i cosiddetti «oggetti sonori» che caratterizzano l’innovativo sistema; la Dolby definisce gli oggetti sonori come «gruppi di suoni che condividono la medesima collocazione fisica».

di vista, quello dell’ascoltatore, del fruitore. Ma il nuovo sistema Dolby è oltremodo prodigo, sparge i suoi benefici su tutti gli operatori della filiera del cinema, dal regista del film al gestore della sala di proiezione. Il regista e gli ingegneri che creano la track, per esempio, possono contare su un sistema di una precisione

Tecnologia Digital Audio

mai vista prima (basti pensare alla collocazione vettoriale degli oggetti sonori), che esalta le loro potenzialità artistiche; costoro possono star certi che i suoni, durante la riproduzione, saranno collocati esattamente nei punti stabiliti in fase di registrazione. Il produttore della pellicola risparmierà tempo e danaro

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Schema a blocchi del processo di decodifica/riproduzione Atmos: le 128 tracce audio vengono applicate al processore Dolby (primo blocco a sinistra) che assegna i delay e le equalizzazioni ai canali, agli oggetti sonori e ai

diffusori; i segnali, suddivisi nei due blocchi “bed” e “oggetti sonori”, vengono quindi dosati in livello e assegnati al processore speaker (ultimo riquadro a destra), che li invia ai diffusori.

Come anticipato nel testo, il Dolby Atmos permette di codificare fino a 128 tracce audio, 118 riservate agli oggetti sonori e 10 agli effetti d’ambienza e di riverbero dei bed. In figura vediamo lo schema a blocchi del sistema di decodifica e riproduzione del sistema: le 128 tracce vengono applicate agli ingressi del processore Dolby Atmos, che assegna i delay e le equalizzazioni ai canali, agli oggetti sonori e ai diffusori. I canali bed sono inviati sia ai diffusori collocati dietro lo schermo sia agli array disposti lungo i fianchi e la parete posteriore della sala, mentre gli oggetti sonori sono inviati ai diffusori single-point secondo i diagrammi vettoriali stabiliti in fase di registrazione. I segnali così decodificati, equalizzati e

processati vengono immessi nell’ultimo anello della catena di riproduzione, quel processing speaker che li assegna ai diffusori; il processore può pilotare fino a 64 diffusori. L’algoritmo di riproduzione tiene anche conto della potenza che i diffusori possono maneggiare e della loro risposta in frequenza; la funzione di bass management e l’aggiunta di subwoofer posteriori consentono di utilizzare diffusori surround più piccoli e di ridurre lo stress a loro carico. Le specifiche Dolby Atmos prevedono inoltre l’impiego di diffusori surround laterali collocati nelle vicinanze dello schermo, così da garantire una transizione più regolare dal fronte anteriore al posteriore.

IL PROCESSO DI DECODIFICA/RIPRODUZIONE DOLBY ATMOS

Una porzione del soffitto della sala Deluxe: si riconosce uno dei diffusori «overhead» collocati sopra le teste degli spettatori, a creare un emisfero superiore che aggiunge una terza dimensione al campo sonoro. I diffusori «overhead», collocati nella zona centrale del soffitto, diffondono oggetti sonori quali il canto degli uccelli, il rumore della pioggia, il rumore di un aereo, eccetera.

grazie alla semplificazione delle fasi di lavorazione, mentre gli operatori della distribuzione vedranno il loro lavoro facilitato dal fatto che il Dolby Atmos, come ha sottolineato Marco Stefani, utilizza un unico DCP (Digital Cinema Package) e una sola KDM (Key Delivery Message). I gestori delle sale cinematografiche, infine, trarranno vantaggio da quello che Dolby definisce playback

scalabile, vale a dire l’ottimizzazione automatica del sistema (che si adatta alle caratteristiche della sala in cui viene installato), e dalla grande facilità di aggiornamento. Una sala Dolby Atmos, ha spiegato Pier Carlo Ottoni di Cinemeccanica, la società milanese che ha realizzato l’impianto della Casa del Cinema, deve avere una superficie minima di 50 mq per un’altezza di almeno tre metri. I costi

di allestimento, ha aggiunto Ottoni, non sono esagerati: una sala Dolby Atmos costa in media poco più del doppio di una sala tradizionale; è ragionevole ipotizzare che il sovrappiù si possa ammortizzare rapidamente grazie all’incremento dei visitatori e magari, come ha suggerito David Hernandez della Dolby, ritoccando il prezzo del biglietto, come già si fa in altri paesi.

Oltre agli oggetti sonori, il Dolby Atmos supporta anche i cosiddetti "bed (strati)", prodotti di sottomissaggio basati sulla suddivisione in canali dei sistemi audio tradizionali. In questi strati o bed sono registrati suoni che, come i riverberi e gli effetti d’ambienza, sono riprodotti meglio se affidati ad array di diffusori, piuttosto che agli speaker single-point dell'Atmos.

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Il senso di Crestronper il 4KLo standard 4K garantisce una risoluzione quattro volte superiore a quella del 1080p. Ma i suoi segnali sono delicati, distribuirli su lunghe distanze è arduo e i problemi di compatibilità tra sorgenti e display, causati dalle diverse risoluzioni presenti all’interno dello standard, non mancano. Crestron propone la sua soluzione per risolverlidi Marco Galloni

- La gamma Digital Media di Crestron per il 4K

A ll’ISE 2014 (Integrated Systems Europe), nel febbraio scorso, Crestron ha offerto al pubblico

una dimostrazione live del suo sistema di commutazione 4K in tempo reale: «Diversi altri marchi» – ha dichiarato la casa americana, sulla quale scarichiamo tutte le responsabilità dell’affermazione – «si definiscono “4K ready”, ma avrebbero dovuto essere pronti per il nuovo standard già lo scorso anno o addirittura nel

2009, come lo era Crestron con la linea DigitalMedia». Con il termine 4K, lo ricordiamo brevemente, si intende uno standard ad alta risoluzione ideato per il cinema digitale, per la televisione digitale e per la computer grafica. Tale standard ha una risoluzione orizzontale dell’ordine dei 4000 pixel (la sigla 4K sta appunto per 4000); negli standard inferiori, come il 720p e il 1080p, la parte numerica si riferisce invece alla

risoluzione verticale: in questo senso la notazione 4K risulta invertita, se così si può dire, rispetto a quella degli altri standard. I punti di forza del 4K rispetto agli standard con risoluzione inferiore si possono riassumere in una miglior definizione dell’immagine, in un maggior dettaglio, in una più elevata velocità di movimento delle figure e in una superficie di proiezione più ampia. Occorre precisare che il 4K non è uno standard monolitico: si tratta piuttosto

di una famiglia di formati simili ma non identici, caratterizzati da risoluzioni e aspect ratio (rapporto tra lunghezza e altezza dell’immagine) differenti, come vedremo tra non molto.

UNO STANDARD CHE METTE A DURA PROVA PROGETTISTIE INSTALLATORIL’uso del 4K garantisce prestazioni di gran lunga superiori a quelle degli standard con risoluzione inferiore,

Tecnologia Digital Video

La famiglia Crestron DigitalMedia 4K comprende matrici di distribuzione modulari, schede di ingresso/uscita, extender e ricevitori di linea.

Il 4K non è uno standard rigido, monolitico: si tratta piuttosto di una famiglia di formati caratterizzati da risoluzioni e rapporti d’aspetto simili ma non identici.

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Questo grafico mette in evidenza le differenze di risoluzione tra lo standard televisivo 4K Ultra HD e gli standard 480i, 720p e 1080p: la risoluzione del 4K UHD, pari a 3840 x 2160, è esattamente quattro volte quella del formato 1080p (1920 x 1080).

Il ricevitore DigitalMedia HD-RX3-C-B è dotato di un ingresso per cavi schermati Cat 5e (tecnologia HDBaseT) e di un’uscita HDMI per display di zona; la distanza massima tra la matrice pilota e l’HD-RX3-C-B è di 100 metri.

La sigla 4K non indica in realtà un singolo standard ma una famiglia di formati che differiscono, anche se di poco, per risoluzione e rapporto d’aspetto: in questa figura vediamo rappresentate, sotto forma tabellare e grafica, le differenze tra il formato televisivo 4K Ultra HD (risoluzione 3840 x 2160, rapporto d’aspetto 16:9) e il formato cinematografico DCI 4K (4096 x 2160, 17:9).

I Crestron DigitalMedia Labs, oltre a progettare i dispositivi della linea DM, elaborano procedure, test e strumenti per la certificazione 4K: utilizzando componenti contrassegnati dal logo Crestron 4K (nell’immagine), anche se di marche diverse, si ha la certezza che non si presenteranno problemi dovuti alle differenze di risoluzione e di rapporto d’aspetto. L’importanza della certificazione Crestron 4K è ben espressa dalle parole di Justin Kennington, technology manager dei DigitalMedia Labs: «Problemi di compatibilità tra apparecchiature di marche diverse, limitazioni nella lunghezza dei cavi e disadattamenti di risoluzione hanno tutti il potenziale di compromettere un sistema per la distribuzione di segnali 4K. La certificazione Crestron 4K è la nostra garanzia che sorgenti e display soddisferanno pienamente le esigenze di un sistema 4K».

ma per contro chiama i progettisti e gli installatori di sistemi per la distribuzione del segnale a un impegno maggiore. Ciò è dovuto principalmente alla larghissima banda passante richiesta per trasferire i segnali 4K, che è dell’ordine dei 10 Gbps, e alle differenze di risoluzione e di rapporto d’aspetto cui accennavamo poc’anzi. Progettisti e installatori si trovano pertanto

La DM-MD64X64 della linea Crestron DigitalMedia, matrice modulare da 64 ingressi per 64 uscite progettata per impianti su larga scala. È in grado di distribuire a grandi distanze segnali di ogni tipo: 4K, HDMI, formati audio multicanali, dati Ethernet, USB e altro.

ad affrontare sfide e problemi che Crestron riassume nei seguenti cinque punti: 1) disadattamenti dovuti alle diverse risoluzioni dei componenti dell’impianto; 2) necessità di riconsiderare il frame rate; 3) perdite di integrità del segnale;4) restrizioni nella lunghezza dei cavi; 5) compatibilità tra sorgenti e display.

Il poco spazio a disposizione ci impedisce di analizzare nei dettagli tutti e cinque i punti. Ci limiteremo pertanto al punto 1, i problemi di adattamento tra dispositivi con differenti risoluzioni. I formati 720p, 1080i e 1080p hanno tutti il medesimo aspect ratio, 16:9 (1.78:1). Dal momento che, fino a poco tempo fa, pressoché tutte le sorgenti e tutti i display utilizzavano questo rapporto, non c’erano grossi problemi

di interfaccia. Con l’avvento del 4K le cose sono cambiate: non si ha più a che fare con un solo rapporto d’aspetto e con una sola risoluzione. Lo standard televisivo 4K Ultra HD, per esempio, ha una risoluzione di 3840 x 2160 e un aspect ratio di 1.78:1 (16:9), mentre il consorzio Digital Cinema Initiatives (DCI) stabilisce, per la proiezione dei film nelle sale cinematografiche, una risoluzione standard di 4096 x 2160

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e un rapporto d’aspetto di 1.90:1 (17:9). Il DCI 4K CinemaScope, altro esempio, ha una risoluzione di 4096 x 1716 e un rapporto d’aspetto di 2.39:1, quando la risoluzione del DCI 4K Flat è di 3996 x 2160 e l’aspect ratio di 1.85:1. Insomma, senza bisogno di elencare le caratteristiche di tutte le varianti del 4K, appare chiaro che queste differenze tra risoluzioni e rapporti d’aspetto obbligano i progettisti e gli installatori a scegliere e accoppiare con grande cura sorgenti e display, pena distorsioni dell’immagine, perdite nel livello del segnale, ecc.

LA FAMIGLIA DIGITALMEDIA E LA CERTIFICAZIONE CRESTRON 4KCome soluzione a questi problemi, Crestron propone la famiglia di switcher, ricevitori di linea ed extender DigitalMedia. In realtà non si tratta soltanto di una linea di prodotti: i DigitalMedia Labs, che inventano e progettano i dispositivi DM, operano anche come autorità garante, elaborando test, procedure e strumenti di misura per la

Crestron, in collaborazione con InfoComm International, offre corsi di formazione sullo standard 4K della durata di un giorno. I corsi, che si terranno nelle sedi Crestron di tutto il mondo, hanno lo scopo di fornire a progettisti, installatori e produttori di terze parti le conoscenze tecniche necessarie per affrontare la progettazione e la realizzazione di impianti e dispositivi per la distribuzione di contenuti 4K. I cor«si 4K in a Day (questo il loro nome) sono suddivisi in due parti: la prima parte è appannaggio dei docenti della InfoComm University, che affrontano temi quali le diverse risoluzioni del formato, il frame rate, i problemi di integrità del segnale, la lunghezza dei cavi e la compatibilità tra sorgenti e display; nella seconda parte subentrano gli uomini Crestron, a illustrare con demo e visite guidate al Crestron Experience Center i prodotti e le soluzioni per la distribuzione 4K. I titolari della licenza CTS che frequenteranno i corsi riceveranno crediti per il rinnovo del certificato.InfoComm, partner di Crestron nell’iniziativa 4K in a Day, è un’associazione internazionale che rappresenta le industrie dei settori audiovideo professionale e comunicazioni. Fondata 75 anni fa, InfoComm International fornisce corsi di aggiornamento, programmi di formazione e certificazioni.

IL 4K IN UN GIORNO

Tra gli argomenti trattati nei corsi 4K in a Day c’è l’adattamento del frame rate: per trasferire segnali 1920 x 1080 a 60 frame per secondo è necessario un data rate di 4,46 Gbps (vedi figura); per lo standard 4K a 24, 25, 30, 50 e 60 frame al secondo occorre un data rate doppio, pari a 8,91 Gbps.

Un’immagine dei pannelli anteriore e posteriore della DM-MD128X128, che con i suoi 128 ingressi per 128 uscite è la più grande delle matrici Crestron DigitalMedia.

certificazione Crestron 4K di prodotti propri e di altre marche. Sono molte le case che fanno certificare i propri prodotti nei DigitalMedia Labs: da Apple ad Asus, da LG a Panasonic, per citare solo le più note. Chi acquista prodotti certificati Crestron 4K può utilizzarli nell’impianto di distribuzione in tutta tranquillità, certo che i problemi di cui sopra non altereranno le prestazioni e la funzionalità del sistema. La famiglia DigitalMedia comprende cinque matrici di distribuzione modulari con numero di ingressi/uscite variabile da 8 x 8 (mod. DM-MD8X8) a 128 x 128 (DM-MD128X128), un gran numero di switcher card (schede I/O da montare negli switcher), più alcuni ricevitori di linea ed extender (vedi foto). Il senso di Crestron per il 4K, per riprendere il titolo dell’articolo, non è un modo diverso di concepire il 4K, una variante sul tema, una personalizzazione tecnologica: è, piuttosto, una filosofia volta al rispetto e all’esaltazione delle prestazioni di questo sofisticato ma anche critico standard per il trasferimento dei segnali video.

La larghissima banda passante dei segnali 4K impone, tra gli altri vincoli, severe restrizioni nella lunghezza dei cavi. Da esperimenti condotti nei DigitalMedia Lab, risulta che utilizzando del semplice cavo Cat 5e non schermato (nella foto) è possibile trasferire segnali video in formato 1080p fino a 100 metri di distanza; se i segnali sono in standard 4K, invece, la distanza scende a 50 metri. Utilizzando del cavo Crestron DM 8G, che ha una larghezza di banda circa 3,5 volte più ampia di quella del Cat 5e (350 MHz), la distanza massima cui è possibile trasferire i segnali 4K sale a 70 metri.

RESTRIZIONI NELLA LUNGHEZZA DEI CAVI

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052 / INTEGRATORSYSTEM M A G A Z I N E

Tecnologia Distribuzione A/V - HDMI via Cat-5: le soluzioniL' High-Definition Multimedia Interface (HDMI), costituisce uno dei passi avanti più importanti nel trasferimento dei segnali digitali in ambito consumer.L'HDMI in Cat-5

Quando si tratta di commutare i segnali HDMI o distribuitli in multiroom, soprattutto su grandi distanze, possono sorgere dei problemi: perdita di qualità, interferenze, ritardi nello scambio dei codici HDCP, ecc. Ma la soluzione esiste...

I l progresso tecnologico non è un rullo compressore che schiaccia inesorabilmente tutto

ciò che appartiene al passato. Meno raramente di quanto si pensi, al contrario, il progresso guarda alle invenzioni dei tempi andati e ne trae ispirazione, le recupera, le riporta in auge, magari rinnovandole un po’. Un esempio è rappresentato dall’argomento dell’articolo che avete appena iniziato a leggere: la distribuzione dei segnali HDMI via cavo Cat 5/6/7. La High-Definition Multimedia Interface (HDMI), forse è superfluo ricordarlo, costituisce uno dei passi avanti più importanti nel trasferimento dei segnali digitali in ambito consumer: versatile e praticissima, garantisce prestazioni e funzioni rimarchevoli, come la compatibilità con numerosi formati 3D e con lo standard 4K, il canale audio di ritorno, la sincronizzazione labiale dinamica automatica e la banda passante estremamente ampia (HDMI versioni 1.4 e 2.0).

Ma anche l’HDMI ha i suoi limiti, primo tra tutti la non lunghissima gittata: i segnali High-Definition Multimedia Interface, normalmente, non possono essere trasferiti a distanze superiori ai 10/15 metri. Ed è qui che torna in scena il passato, sotto forma di una tecnologia risalente agli albori della telefonia analogica: i collegamenti differenziali o bilanciati. Per aumentare la portata delle uscite HDMI, l’industria di settore ha ideato dei dispositivi in grado di condizionare i segnali e di trasferirli attraverso cavi di categoria (Cat 5, Cat 5e, Cat 6, Cat 7), costituiti per l’appunto da coppie di doppini bilanciati: così trattati, i segnali HDMI possono essere inviati a 40, 60, 100 metri di distanza e in alcuni casi anche oltre. È bene ricordare che la maggior parte di questi dispositivi, per non dire tutti, sono switcher, router e splitter, vale a dire che non si limitano a svolgere la funzione di driver di linea ma consentono anche di smistare, commutare e selezionare i segnali High-Definition Multimedia Interface.

AMX DGX 8, SE QUESTOÈ UN ENTRY LEVELIl primo dispositivo che prendiamo in esame – l’ordine è puramente alfabetico – è la matrice DGX 8 della serie AMX Enova DGX. In realtà la DGX 8 primeggia anche per altre e ben più importanti virtù, non solo perché il suo marchio di fabbrica inizia con la lettera A: si tratta di una delle matrici più performanti tra quelle presentate in questo articolo, e questo nonostante sia l’entry level della famiglia Enova DGX, la più piccola della serie (8 ingressi per 8 uscite); le altre, vale la pena citarle, sono la DGX 16 (16 x 16), la DGX 32 (32 x 32) e la DGX 64 (64 ingressi per 64 uscite). La DGX 8, come le sue sorelle maggiori, ha struttura modulare, il che consente di montare all’interno del medesimo chassis – un 19” da 4 unità rack – una moltitudine di schede di ingresso/uscita: schede per il trattamento di segnali audio surround multicanale, per segnali video digitali con risoluzione fino a 4K (HDMI/HDCP, DisplayPort, DVI) e analogici (RGBHV,

Component, S-Video, compositi), schede per dati Ethernet e USB, tensioni di alimentazione e segnali di controllo bidirezionali. La distribuzione può avvenire in diversi modi: combinando le schede di ingresso/uscita con i trasmettitori/ricevitori DXLink e DGX è possibile trasferire i segnali via cavo Cat 6a/Cat 7 o tramite fibre ottiche single-mode e multimode. La gittata massima dipende dal medium utilizzato: 100 metri se si usano i cavi Cat 6a/Cat 7, 200 metri con i trasmettitori/ricevitori DXLink (100 metri tra sorgente e matrice più altri 100 metri tra matrice e display), da 300 metri a 10 km (10 chilometri!) con i cavi in fibra DXLink Fiber. Elevatissima la velocità di trasferimento: i dati rilasciati del costruttore parlano di 12,8 Gbps, ciò che garantisce una perfetta riproduzione pixel per pixel di ogni formato video. La DGX 8 può contare su alcune tra le più innovative tecnologie sviluppate da AMX, come la InstaGate Pro e la SmartGate. La InstaGate Pro semplifica la gestione delle chiavi HDCP, così da eliminare i ritardi dovuti alla commutazione tra apparecchiature HDMI; la SmartGate effettua lo scaling dei segnali video adattandoli ai parametri di ogni display e garantendo in tal modo la massima qualità di immagine. La AMX DGX 8 è, sotto tutti gli aspetti, un dispositivo affidabile, solidissimo, progettato per impieghi 24/7 (24 ore al giorno per 7 giorni la settimana). Tra le sue caratteristiche costruttive ricordiamo il controller NetLinx integrato, che consente la programmazione semplificata del sistema, il doppio circuito di alimentazione sovradimensionato e la possibilità di inserire ed estrarre le schede di ingresso/uscita a caldo, cioè senza togliere tensione alla matrice. Il distributore italiano non comunica il prezzo della DGX 8, dal momento che la struttura modulare della matrice lo rende alquanto

di Marco Galloni

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Sopra, la matrice modulare AMX Enova DGX8 può distribuire segnali audio/video analogici e digitali ad alta risoluzione, dati Ethernet e USB, tensioni di alimentazione e segnali di controllo bi-direzionali a grandi distanze.

A sinistra, due Matrix Switcher Atlona AT-PRO3HD66M sovrapposti mostrano i pannelli anteriore (sopra) e posteriore: su quest’ultimo si riconoscono i 6 ingressi HDMI che vengono convertiti in altrettante uscite su cavi di categoria. Qui a fianco,il ricevitore AT-HDRX-RSNET accoglie i cavi di categoria provenienti dalle matrici Atlona, rimuove eventuali disturbi captati dalla linea e rende i segnali disponibili su un’uscita HDMI da collegare ai display di zona; i connettori di colore verde permettono l’invio e la ricezione di infrarossi e dati RS-232.

Sotto, impianto per la distribuzione HDMI costruito attorno a una matrice Atlona AT-PRO3HD66M: il cavo di categoria (tratto verde) è ricevuto da un AT-PRO3HDREC che pilota un display remoto (display 1). Un secondo display è pilotato direttamente da una delle uscite HDMI mirrored della matrice.

variabile; chi fosse interessato può rivolgersi a Intermark Sistemi (vedi box distributori).

ATLONA E I CAVI AD ALTE PRESTAZIONILa seconda matrice di cui ci preme parlare è la Atlona PRO3HD, o meglio la famiglia PRO3HD, che comprende i matrix switcher AT-PRO3HD44M (4 ingressi x 4 uscite) e AT-PRO3HD66M (6 ingressi x 6 uscite), più alcuni dispositivi ancillari che fra breve descriveremo. Le matrici Atlona utilizzano cavi ad alte prestazioni HDBaseT e PoCc (Power over Category cable), ciò che consente loro di inviare i segnali a 70 metri di distanza e oltre; se si utilizzano cavi meno efficienti, come i Cat 5e o i Cat 6, la distanza massima è limitata a 60 metri. Sotto tali condizioni, la Atlona garantisce il perfetto trasferimento di segnali audio multicanale (Dolby TrueHD e DTS-HD Master Audio compresi), di segnali di controllo e di segnali video con risoluzione fino a 1080p. I cavi utilizzati per la distribuzione terminano su dei dispositivi che riconvertono le linee in formato HDMI, così da poterle collegare ai display remoti: si tratta dei ricevitori AT-PRO3HDREC, AT-HDRX e AT-HDRX-IR, che vanno utilizzati come si può vedere in figura 1; l’AT-PRO3HDREC, il ricevitore impiegato nello schema, è dotato di un ingresso RJ-45 per i cavi di categoria, di

un’uscita HDMI, di un’uscita RS-232 e di una coppia di in/out IR. I matrix switcher Atlona possono essere controllati via TCP/IP, impulsi infrarossi bidirezionali e RS-232. Questi i prezzi al pubblico: 3.025,00 euro per la matrice AT-PRO3HD44M, 5.445,00 euro per la AT-PRO3HD66M e 302,50 euro per il ricevitore AT-PRO3HDREC (i ricevitori vanno acquistati a parte).

CRESTRON DM-MD8X8,PRONTA PER IL 4KLa Crestron DigitalMedia DM-MD8X8 è concepita per i progettisti e gli installatori che hanno bisogno di matrici di commutazione flessibili, personalizzabili, non rigidamente predeterminate dalla casa costruttrice. In questo la DM-MD8X8 ha davvero pochi rivali: si tratta di una matrice completamente modulare capace di smistare e distribuire segnali audio e video, dati Ethernet e USB, segnali di controllo e tensioni di alimentazione di elevata potenza. La flessibilità della DM-MD8X8 è in buona parte dovuta all’ampia scelta di schede di ingresso e di uscita che il progettista può combinare in una gamma di configurazioni praticamente infinita. Per quanto riguarda i moduli di ingresso, tutti dotati di uscita HDMI di servizio e di uscita audio con downmix 7.1, sono al momento disponibili schede video per segnali 4K, S-Video, Component, RGBHV, DVI, HDMI, DisplayPort e SDI, schede

audio analogico/digitali e una scheda di nuova introduzione per segnali streaming. Anche la scelta dei moduli di uscita è ampia: schede con HDMI e audio analogico, schede con uscita su cavo di categoria capaci di inviare segnali non compressi 1080p fino a 100 metri (la distanza scende a 70 metri per i segnali non compressi 4K), schede con uscita su fibra ottica nonché schede streaming H.264, uno standard per la distribuzione di contenuti HD su rete IP. Una funzione che Crestron tiene particolarmente a sottolineare, perché quasi esclusiva della DigitalMedia DM-MD8X8, è il cosiddetto «breakout audio nativo», che permette di separare il segnale audio e di indirizzarlo verso qualsivoglia destinazione, un po’ come avviene nelle matrici analogiche a due livelli. La DM-MD8X8, che come si evince dalla sigla è una matrice a 8 ingressi per 8 uscite, non è l’unica matrice modulare del catalogo Crestron: la casa americana ne propone anche versioni 16 x 16, 32 x 32, 64 x 64 e perfino 128 x 128, né mancano versioni semplificate da 8 x 1, 6 x 4 e 6 x 6 ingressi/uscite. Compatibile con lo standard HDBaseT, la DM-MD8X8 è certificata Crestron 4K e può essere controllata tramite i comandi del pannello frontale, mediante PC con software gratuito o per mezzo di processori Crestron. La matrice permette inoltre la gestione completa di segnali 3D, dell’EDID (Extended Display Identification Data) e dell’HDCP, il sistema di protezione per HD DVD e Blu-ray Disc; è possibile effettuare il

troubleshooting, cioè la ricerca e la soluzione dei problemi e degli errori di sistema, tramite i controlli del pannello frontale o per mezzo del software DM Tool. Quanto alla massima distanza raggiungibile, essa dipende dalla scheda di uscita e dal medium prescelto per la trasmissione del segnale: con il DigitalMedia 8G, che è l’ultima generazione del protocollo proprietario DM, si possono raggiungere i 100 metri utilizzando cavi Cat 5e, i 300 metri se si utilizzano cavi in fibra multimode DM 8G Fiber e i 12 km (12 chilometri!) se si fa uso di cavi single-mode DM 8G SM Fiber. I prezzi della matrice DM-MD8X8 possono variare parecchio, perché dipendono dalle configurazioni di ingresso/uscita prescelte; in ogni modo si parte da un minimo di 6.500 euro.

LE MATRICI IBRIDE DI CYPLa filosofia aziendale della britannica CYP può dire molto su come sono

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concepiti i suoi prodotti: «Fornire soluzioni di connettività d’eccellenza che esaltino le prestazioni dei dispositivi audio video in ogni ambiente». Si noti che CYP parla di «esaltare le prestazioni delle apparecchiature audio video», non soltanto di non corromperle o di corromperle il meno possibile, come si conviene a ogni matrice di distribuzione che si rispetti. Il che equivale a promuovere gli switcher HDMI, a trasportarli quasi su un piano ontologico superiore, se ci si passa l’espressione: le nostre matrici, sembra voler dire l’azienda inglese, non sono semplicemente dei deviatori, dei commutatori di segnale, per quanto sofisticati; hanno la stessa dignità dei dispositivi primari di una catena audio video, come le sorgenti, gli amplificatori, i display. L’offerta CYP contempla una quantità di switcher e matrici HDMI capaci di operare nei modi più diversi: su doppio cavo di categoria, su singolo cavo in tecnologia HDBaseT (portata fino a 100 metri), su singolo cavo in tecnologia HDBaseT Lite (60 metri). Dall’ampio catalogo emerge, per innovazione, flessibilità e altre virtù, la matrice ibrida PU-444HBTE. L’aggettivo «ibrida» è dovuto al fatto che la matrice distribuisce i segnali sia verso zone remote, mediante cavi di categoria, sia verso zone

prossime o locali, per mezzo di uscite HDMI dirette; la PU-444HBTE è una matrice 4 x 4 (4 ingressi per 4 uscite), ma stante questa sua natura ibrida la si dovrebbe più correttamente dire una matrice 4 x 4 x 4. La distribuzione verso le zone remote avviene in tecnologia HDBaseT su cavi Cat 5e, Cat 6 o Cat 7, il che consente di trasferire segnali video con risoluzione fino a 1080 Full HD, segnali audio multicanali, una linea LAN, segnali IR bidirezionali e dati RS-232 e Web GUI/Telnet IP; le uscite locali possono inviare i segnali fino a 15 metri di distanza, se si utilizzano cavi HDMI certificati. Al termine dei cavi di categoria i segnali devono essere riportati in formato HDMI per pilotare i dispositivi di zona: a questo provvedono i ricevitori PU-507RX, PU-507RX-2H, PU-507RX-SCD, PU-507WPRX e PU-1109RX; i ricevitori sono alimentati attraverso i cavi di categoria medesimi (PoE, Power over Ethernet). La PU-444HBTE, che costa 6.653,79 euro, ha una sorella minore, la PU-442HBTL in tecnologia HDBaseT Lite: le uscite locali sono in questo caso limitate a due (si tratta quindi di una matrice 4 x 4 x 2), mentre le uscite remote hanno una gittata massima di 60 metri e possono trasferire, oltre ai segnali audio video, soltanto impulsi IR bidirezionali; il prezzo al pubblico della PU-442HBTL è di 4.931,96 euro.

GEFEN LINEA PRO, MATRICIPER APPLICAZIONI DIFFICILILa Gefen GEF-HDFST-848-8ELR appartiene alla linea PRO del costruttore californiano, concepita per applicazioni in settori critici quali il broadcasting, gli spettacoli dal vivo e la sanità (strutture ospedaliere, case di cura, eccetera), nei quali l’affidabilità è un fattore di primaria importanza. Non per niente la GefenPRO è caratterizzata da controllo qualità su ogni singolo prodotto, da telai in formato rack 19” e da alimentatori integrati e sovradimensionati; tutti i prodotti della linea sono garantiti due anni e godono di un’assistenza telefonica 24/7. La GEF-HDFST-848-8ELR è una matrice 8 ingressi per 8 uscite che si avvale di alcune tecnologie proprietarie (cioè sviluppate dalla Gefen), come la ELR, la POL e la FST. La ELR (Extra Long Range), basata sulla piattaforma HDBaseT, consente di inviare i segnali fino a 100 metri di distanza utilizzando cavi Cat 5e. La POL (Power Over Line) è una sorta di alimentazione phantom che permette di alimentare i ricevitori di linea attraverso i Cat 5e, così da semplificare l’installazione e ridurre il rischio di disturbi e anelli di massa. La sigla FST sta per Fast Switching Technology: si tratta di un’implementazione software che velocizza la procedura di autenticazione HDCP durante le commutazioni HDMI; nella GEF-HDFST-848-8ELR, la FST prevede due modalità di esecuzione, Fast e Slow. Tra le caratteristiche della matrice Gefen ricordiamo inoltre il trattamento avanzato dei profili EDID,

la compatibilità con sorgenti e display DVI, la gestione dell’HDCP per ogni singolo ingresso e la possibilità di controllo via IR, RS-232, web server e Telnet. Per una politica commerciale volta a tutelare la libertà di distributori, rivenditori e installatori, la Gefen non divulga i prezzi dei dispositivi della linea PRO. Ciò che possiamo dire è che, cosa degna di nota, nel prezzo della GEF-HDFST-848-8ELR sono compresi gli otto ricevitori di linea.

KRAMER VS-1616D, NON SOLO DISTRIBUZIONE HDMILa Kramer VS-1616D, una matrice modulare a 16 ingressi per 16 uscite, non si limita a distribuire i segnali HDMI: grazie al cospicuo numero di schede di ingresso disponibili, la Kramer può smistare anche segnali DVI e VGA. Il medium di trasferimento adottato prende il nome di Kramer Core: si tratta di una «infrastruttura di conversione flessibile», per usare la definizione del produttore, che permette di distribuire i segnali a grandi distanze utilizzando contemporaneamente cavi in rame, fibre ottiche e cavi di categoria. L’installatore è libero di creare le configurazioni che preferisce, combinando le schede di ingresso e di uscita. La massima velocità di trasferimento, un parametro importante quando si tratta di distribuire segnali video ad alta risoluzione, è di 9,6 Gbps. Per trasferire su cavi di categoria i segnali TMDS, i segnali di controllo e quelli di comunicazione, la VS-1616D sfrutta una tecnologia proprietaria denominata DGKat Signal Integration;

Il pannello posteriore della Crestron DM-MD8X8; l’installatore ha a disposizione un’ampia gamma di moduli di ingresso e uscita che può combinare secondo le sue necessità. Nella foto si riconoscono, tra gli altri, i moduli di ingresso RGB, DVI e Component (a sinistra), e – in basso al centro – il modulo di uscita DMCO-65.

La Kramer VS-1616D, Matrice modulare da 16 ingressi per 16 uscite, può distribuire segnali HDMI, DVI e VGA utilizzando contemporaneamente cavi in rame, fibre ottiche e cavi di categoria denominati DGKat che garantiscono una velocità di trasferimento molto elevata, 9,6 Gbps.

La matrice 8 x 8 Gefen GEF-HDFST-848-8ELR fa parte della linea professionale del produttore statunitense; tutti i prodotti della linea GefenPRO sono garantiti due anni. Sopra la matrice è poggiato uno degli otto ricevitori di linea forniti in dotazione.

Tecnologia Distribuzione A/V

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La matrice tvONE MX-8488 utilizza, per il processing del segnale video, un circuito single link a 225 MHz/6,75 Gbps che garantisce le migliori prestazioni; la distribuzione del segnale avviene su cavi di categoria 5e e 6 con lunghezza massima di 100 metri.

Quest’immagine mette in evidenza la struttura modulare della WyreStorm MX-0808-PP-POH-CUSTOM: si riconoscono alcune «transmission card», schede di ingresso/uscita da inserire negli slot del telaio portante; quasi tutte le schede, fatta eccezione per l’ultima a destra, che è di solo ingresso HDMI, sono dotate di uscita in tecnologia HDBaseT su connettore RJ-45.

La PU-444HTBE di CYP, matrice ibrida 4 x 4 in tecnologia HDBaseT capace di distribuire a 100 metri di distanza segnali video con risoluzione fino a 1080 Full HD, segnali audio multicanali, una linea LAN, segnali IR bidirezionali, RS-232 e segnali Web GUI/Telnet IP.

la Kramer raccomanda, per ottenere le massime prestazioni, di utilizzare i suoi cavi DGKat. Un’altra tecnologia proprietaria, la Kramer Equalization & re-Klocking, restaura i segnali digitali per compensare eventuali perdite di informazioni e qualità causate dalle lunghe tratte. L’algoritmo I-EDIDPro Kramer Intelligent Processing assicura la gestione intelligente dei parametri EDID e facilita le operazioni plug and play all’interno dell’impianto di distribuzione. La VS-1616D può essere controllata mediante i comandi del pannello anteriore, da remoto via infrarossi, tramite seriale RS-232 e attraverso rete Ethernet. La Kramer comunica soltanto il prezzo dello chassis rack 19” da 4 unità della VS-1616D, che è di 3.360,00 euro; ovviamente il prezzo del sistema completo varia in funzione del numero e del tipo di schede di ingresso e uscita inserite nello chassis.

LE ALIMENTAZIONI SEPARATE DELLA TVONE MX-8488La MX-8488 della statunitense tvONE utilizza, per il processing del segnale video, un circuito single link a 225 MHz/6,75 Gbps che garantisce eccellenti prestazioni e una varietà di prestazioni: la matrice supporta i formati video HDMI 1.3, HDCP 1.1 e DVI 1.0, l’HDMI Deep Color, il 3D e i parametri EDID, nonché i formati audio 7.1 LPCM, Dolby TrueHD e dts-HD Master Audio. Anche in questo caso si fa uso, per la distribuzione dei segnali, della tecnologia HDBaseT su cavi Cat 5e e Cat 6, che permette di raggiungere distanze di 100 metri; lungo i cavi viaggiano anche le tensioni di alimentazione dei ricevitori di linea (tecnologia PoH, Power over HDBaseT). Non tutti i ricevitori tvONE, però, possono essere alimentati in questo modo; alcuni, come l’1T-CT-652 e l’1T-CT-642, hanno bisogno di un alimentatore loro proprio. Matrice a 8 ingressi per 8 uscite, la tvONE MX-8488 può essere controllata in quattro

modi diversi: mediante i pulsanti del pannello anteriore, tramite impulsi IR, via seriale RS-232 oppure attraverso rete Ethernet.

WYRESTORM E LA DISTRIBUZIONESU MISURASe la matrice WyreStorm MX-0808-PP-POH-CUSTOM fosse un abito, ci si passi la metafora, sarebbe un vestito su misura, un prodotto di haute couture fatto per aderire perfettamente alle forme del cliente. Con una differenza sostanziale, però, rispetto agli abiti d’alta moda: qui il lusso e l’esibizione di sé non c’entrano per niente; in catalogo solo da pochi giorni, la MX-0808-PP-POH-CUSTOM appartiene alla linea Pro Plus del costruttore inglese e come tale è riservata agli installatori professionisti, gente di solito poco interessata al glamour. Si tratta di una matrice modulare che il cliente può ordinare secondo la configurazione che preferisce: la WyreStorm assembla la matrice secondo le richieste, la collauda e, nel giro di una decina di giorni, la spedisce al cliente. Al momento è in catalogo il solo telaio 8 x 8, ma dall’estate prossima sarà disponibile uno chassis 16 x 16 che espanderà le possibilità di configurazione fino a un massimo di 16 ingressi x 112 uscite, passando attraverso un’infinità di configurazioni

intermedie (8 x 12, 6 x 14, 12 x 16, 10 x 32 e così via). Il termine «infinità» non è un’esagerazione: è la WyreStorm stessa a parlare di «endless solutions» e «near-limitless selection of input configurations». Il merito è della gran quantità di schede di ingresso/uscita da inserire nel telaio rack della MX-0808-PP-POH-CUSTOM. WyreStorm le chiama «transmission card», e hanno una particolarità: sono quasi tutte, con pochissime eccezioni, schede sia di ingresso sia di uscita, laddove la maggior parte dei sistemi di distribuzione modulare concorrenti utilizza schede monofunzionali, cioè dotate di soli ingressi o di sole uscite. Questo conferisce alla MX-0808-PP-POH-CUSTOM una flessibilità non comune e giustifica le espressioni di cui sopra. Ecco alcune transmission card tratte dal catalogo WyreStorm: la TX-POH-010 è dotata di un ingresso HDMI, di un’uscita HDMI mirrored, di un jack ricevitore IR e di un’uscita HDBaseT su connettore RJ-45; la TX-POH-030 è una scheda con ingresso HDMI, jack ricevitore IR, uscita audio digitale S/PDIF, uscita audio analogica L/R e uscita HDBaseT; la TX-POH-050 dispone di un ingresso DVI, di un jack ricevitore IR e di un’uscita HDBaseT.La distribuzione dei segnali HDMI, come si è accennato, avviene in tecnologia HDBaseT su cavi Cat 5e e Cat 6, con una gittata massima di

100 metri; attraverso i cavi viaggiano anche le alimentazioni dei ricevitori di linea (tecnologia PoH, Power over HDBaseT). Oltre a distribuire i segnali audio video ad alta risoluzione del formato HDMI, la MX-0808-PP-POH-CUSTOM può funzionare anche come router RS-232 e come splitter. La matrice WyreStorm può essere gestita mediante controller di altre marche, come AMX, Crestron ed Elan. Fra uno o due mesi, tuttavia, la casa madre metterà in commercio un controller proprietario denominato Enado, capace di controllare la matrice in modo molto più semplice: via interfaccia web (niente pulsanti né tastiere). Enado, per la cronaca, è stato presentato in anteprima all’ISE 2014 nel febbraio scorso. Questa rassegna di matrici HDMI, che non ha certo la pretesa di essere esaustiva, dovrebbe avere almeno il merito di mostrarci il giusto atteggiamento da assumere nei confronti della tecnologia. Un atteggiamento che non potrà mai essere quello del «laudator temporis acti», che guarda al passato come a un tempo in cui tutto era migliore, più bello, più vero, anche il progresso tecnologico. Ma non può neanche essere quello dei fanatici della novità a tutti i costi, per i quali qualsiasi prodotto abbia più di sei mesi merita di finire nel cestino della spazzatura.

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di Paolo Radice

È risaputo che ogni sistema audio/video – dal più semplice

per impianti residenziali, fino ai più complessi per le installazioni commerciali o industriali – necessita di cavi per il transito dei segnali che devono viaggiare da una sorgente a un display. A volte, poi (per non dire quasi sempre), nei sistemi multiroom il system integrator deve interporre tra questi dispositivi altri elementi, quali le centraline, gli switcher, gli extender, gli splitter e via dicendo, che complicano indubbiamente le cose e costringono il professionista alla piena conoscenza dell’hardware a disposizione. E c’è da aggiungere che chi ha scelto di fare questo mestiere è perfettamente consapevole che rientra nella normalità trovarsi di fronte a situazioni che lasciano

spazio a dubbi e domande, soprattutto quando si potrebbero scegliere più soluzioni per raggiungere lo stesso obiettivo previsto. In questi casi, per semplificarsi la vita, è doveroso cercare la strada più efficace (e al contempo non troppo costosa, che andrebbe persino contro gli interessi del cliente) utilizzando i mezzi più idonei e versatili; tra questi vi sono i cavi, appunto, che negli ultimi anni si sono evoluti rapidamente e hanno mostrato una costante implementazione in termini di compatibilità.Gli installatori lo sanno benissimo e per questo sono consapevoli che è anche necessario “stare sul pezzo”, fare attenzione cioè agli standard che cambiano (innalzando la soglia dei requisiti minimi), ai protocolli ogni mese più innovativi

e alle aziende che se ne inventano ogni tanto una. Per quanto riguarda il cablaggio del sistema da realizzare, dunque, in fase di set-up consiglieremmo, in linea di massima, sempre la scelta di cavi più performanti e resistenti possibile (anche a scapito di alzare il preventivo di spesa), in quanto essi rappresentano la soluzione che mette di più al riparo da scomodi inconvenienti, quali la repentina obsolescenza (il cosiddetto “fattore tempo”) e il deterioramento a lungo termine o la continua (fastidiosa) sensibilità alle interferenze elettromagnetiche. Certo, la difficoltà non è certamente nel decidere quanto – del budget previsto - stanziare per i cavi di un sistema. Perché la domanda ancor più importante da farsi

è che tipo di cavo utilizzare in riferimento all’hardware prescelto. Partendo dal presupposto che un sistema evoluto potrà/dovrà fare riferimento su un controller/matrice capace di alloggiare le terminazioni più diffuse, ecco che il ricorso al giusto cavo diventa la priorità assoluta. I protagonisti in campo sono diversi (HDMI, Ethernet, DVI, USB, DisplayPort, per citarne alcuni), ma a dividersi la scena sono sostanzialmente i primi due.

QUALE CAVO FA PER MEFino a qualche tempo fa (diciamo quattro o cinque anni orsono), vi erano parecchie situazioni in cui occorreva munirsi di svariati tipi di cavi; anche i coassiali, usati soprattutto per le connessioni SDI con connettori di tipo BNC hanno

Ad ognuno il suo cavo

HDMI? Ethernet? DVI? Installando un sistema di distribuzione A/V, di quale tipo è meglio munirsi? Non tutti i cavi sono uguali tra loro ed è necessario conoscere a fondo le differenze

Tecnologia Distribuzione A/V - I cavi per i segnali digitali

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Per le trasmissioni di segnale video digitale – in ambito professionale - è notoriamente diffuso il formato SDI (Serial Digital Interface) in tutte le sue versioni fino al full HD, soprattutto per gli ambienti legati alle trasmissioni solo video e/o broadcast. Questo tipo di interfaccia - che sfrutta cavi coassiali da 75 Ohm terminati BNC - si articola attualmente in cinque differenti sottocategorie a seconda del bitrate e risoluzione supportati ed è stata standardizzata a partire dal 1989 dall’SMPTE (Society of Motion Picture and Television Engineers). Il primo formato ad essere annunciato fu

l’SMPTE259M ed era compatibile con il video interlacciato PAL/NTSC (Standard Definition); poi si è passati, nove anni più tardi, all’SMPTE292M, con video 720p/1080i e per questo denominato HD-SDI. Successivamente, l’SMPTE372M (Dual-Link HD-SDI, nel 2002, con due cavi in parallelo) e l’SMPTE424M (3G-SDI, nel 2006) hanno finalmente legato definitivamente con il full HD progressivo. Le ampiezze di banda sono passate dai 270Mb/s dell’SD ai quasi 3 Gb/s del Dual Link e del 3G. I cavi trasportano segnali video digitali, non criptati e non compressi.

LO STANDARD SDI E IL CAVO COASSIALE BNC

naturalmente tutti destinati allo scambio di dati e informazioni audio/video, non al trasporto di pura energia elettrica. Il coassiale, la fibra ottica e il “doppino” in rame risultano essere i tre tipi in produzione, ma noi ci occuperemo essenzialmente dell’ultimo, in quanto è quello che con maggiore probabilità useremo nel cablare sistemi di controllo audio e video.

LO STANDARD SDI E IL CAVO COASSIALE BNC Per le trasmissioni di segnale video digitale – in ambito professionale - è notoriamente diffuso il formato SDI (Serial Digital Interface) in tutte le sue versioni fino al full HD, soprattutto per gli ambienti legati alle trasmissioni solo video e/o broadcast. Questo tipo di interfaccia - che sfrutta cavi coassiali da 75 Ohm terminati BNC - si articola attualmente in cinque differenti sottocategorie a seconda del bitrate e risoluzione supportati ed è stata standardizzata a

partire dal 1989 dall’SMPTE (Society of Motion Picture and Television Engineers). Il primo formato ad essere annunciato è stato l’SMPTE259M, compatibile con il video interlacciato PAL/NTSC (Standard Definition); poi si è passati, nove anni più tardi, all’SMPTE292M, con video 720p/1080i e per questo denominato HD-SDI. Successivamente, l’SMPTE372M (Dual-Link HD-SDI, nel 2002, con due cavi in parallelo) e l’SMPTE424M (3G-SDI, nel 2006) hanno finalmente legato definitivamente con il full HD progressivo. Le ampiezze di banda sono passate dai 270Mb/s dell’SD ai quasi 3 Gb/s del Dual Link e del 3G. I cavi trasportano segnali video digitali, non criptati e non compressi.

LE FIBRE OTTICHEPer le trasmissioni di segnale di carattere industriale (laddove si devono percorrere anche parecchi chilometri da punto a punto), il sistema a fibre

La Crestron DM-MD8x8 è una matrice modulare evoluta, in grado di distribuire segnali video HD e lossless in più ambienti e, naturalmente, supporta le principali connessioni video più richieste. Dall’HDMI al DVI, dal SDI a Ethernet, passando per USB e audio RCA

Atlona è meglio conosciuta per la produzione di matrici e switcher dedicati ai sistemi di controllo A/V, ma nel suo listino compaiono anche cavi di ottima fattura, come l’oxygen free terminato DVI-HDMI (codice AT14020, foto), realizzato nella lunghezza di un metro e con terminali placcati oro, con tripla schermatura.

ottiche è l’unico attuabile per raggiungere l’obiettivo; ma non è da escludere la possibilità di un loro utilizzo anche in installazioni civili o residenziali di medio-corto raggio, per via dei loro vantaggi diretti. In un sistema cablato con le fibre, i segnali vengono trasmessi sotto forma di fotoni (luce, quindi), che per loro natura non subiscono le interferenze di tipo elettromagnetico; inoltre, sono esenti anche dal cosiddetto crosstalk, cioè quel fenomeno di “inquinamento” del segnale verso altri fasci di fibre, grazie al fatto che la luce viene trattenuta dal rivestimento del cavo stesso: questo garantisce anche la massima sicurezza nella trasmissione (non c’è possibilità di perdita di informazione). Utilizzare le fibre ottiche per le reti di comunicazione, inoltre, cancella i problemi legati alla “messa a terra” (tipici di una rete di fili in rame) e i rischi di scariche elettriche (scintille). Le fibre ottiche vengono

avuto la loro importanza, e in certi sistemi ancora ce l’hanno. Ma si sente parlare sempre meno di loro, anche perché la tendenza ad uniformare gli standard e riunire sotto lo stesso grande insieme le connessioni destinate al mondo consumer con quelle pro, sta raccogliendo i suoi frutti. Tutto questo, poi, unitamente all’abbandono graduale delle trasmissioni analogiche e la parallela diffusione dei sistemi HDMI ed Ethernet (per merito soprattutto della loro affidabilità), ci ha portato verso un terreno smodatamente più pratico.Infine, dal momento che un cavo HDMI della migliore qualità – a parità di lunghezza - può costare anche 5-6 volte tanto il miglior cavo Cat6, sottolineiamo che è bene fare attenzione a quale si sceglie e come si pensa di applicarlo. Consigliatissimo, pertanto, saperne di più e non trovarsi con bobine inutilizzate a fine lavori. I cavi di cui parliamo sono

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In tema di standard, ci sono altri player nel mondo dell’audio/video digitale, come DIVA e DisplayPort, entrambi creati negli ultimi anni per soddisfare specifiche esigenze informatiche e legate alla consumer electronics. Lo standard DIVA (o DiiVA), che sta per Digital Interface for Video & Audio, è nato su iniziativa di un gruppo di grandi produttori cinesi (tra cui Haier e Hisense, citando marchi conosciuti in Italia) con lo scopo di creare un cavo e formato unico per le elettroniche di consumo da collegare in rete. Il DisplayPort, invece, nasce essenzialmente con l’intento di soppiantare le terminazioni VGA e DVI e

collegare, dunque, un computer ai dispositivi di una normale catena a/v domestica; creato dalla VESA, sta riscuotendo un discreto successo in campo informatico. La loro presenza sul mercato (che allo stato attuale è così limitata da far pensare a una progressiva e definitiva scomparsa dalla scena, soprattutto per quel che riguarda il primo dei due) da una parte amplifica il senso di disorientamento del system integrator, dall’altra accelera il processo d’implementazione dei formati competitor, che vogliono rimanere leader per diffusione. La tabella comparativa sotto ci aiuta nell’analisi.

STANDARD DI CONNESSIONE A CONFRONTO

HDMI 2.0 DIVA DisplayPort 1.2 HDBaseT 2.0

Data introduzione (standard iniziale) 2002 2008 2006 2010

Audio/video non compressi 10,2Gbps 13,5 Gbps 21,6Gbps 10,2 Gbps

Lunghezza massima Cavo (mt) 10 mt 26 mt 15 mt 100 mt

Charging Power NO 5 W NO 100 W

Ethernet 100 Mbps 1 Gbps 720 Mbps 100 Mbps

Dati USB NO Sì Sì Sì

Cavo e connettori (tipo)HDMI

Mini-HDMI Micro- HDMI

DIVA DisplayPort Mini displayPort

Ethernet Cat5/6 RJ45

realizzate attraverso strutture cilindriche concentriche di materiali trasparenti (vetro, silice o, nella stragrande maggioranza dei casi, materiale polimerico) aventi indice di rifrazione differenti: al centro c’è il nucleo (core), entro il quale si propaga la luce, avvolto dal cosiddetto mantello (cladding). L’intera struttura è poi avvolta in una guaina protettiva che garantisce il completo isolamento verso l’esterno. Tra le proprietà che distinguono particolarmente le fibre ottiche dagli altri mezzi di conduzione vi sono l’incremento della banda passante (fino al Terabit/s) e la diminuzione delle perdite di trasmissione in alta frequenza rispetto ai cavi coassiali o a quelli intrecciati: la loro bassa attenuazione,

infatti, facilita la trasmissione senza dover ricorrere a ripetitori di segnale.

IL CAVO ETHERNETMagari leggendo qua e là, o ascoltando pareri di altri professionisti, vi sarà capitato di sentire che per supportare i 100Mb/s è necessario almeno un cavo Cat5 (motivo per cui in questi anni hanno preso il sopravvento sul mercato). Per avere prestazioni ancora superiori, però, è necessario fare affidamento a un Cat6 se non addirittura a un Cat7, il tipo attualmente più evoluto. Ma che cosa differenzia le tre tipologie?Partiamo col dire, innanzitutto, che un cavo Ethernet può essere diretto o intrecciato (crossover), a seconda della posizione

scelta per i conduttori nei connettori RJ45 (che può variare per esigenze di collegamento tra PC e router/switch, nel primo caso, o tra due computer, nel secondo). Il cavo è dunque composto da 4 coppie di conduttori in rame intrecciati (4 doppini); in base al tipo di protezione adottata contro i disturbi elettromagnetici, inoltre, distingueremo questi cavi in: UTP (Unshielded Twisted Pair, ovvero non schermati e quindi molto flessibili, ma anche più sensibili ed economici); S/UTP o FTP (Foiled Twisted Pair, schermati esternamente e leggermente più resistenti alle interferenze rispetto al precedente); STP (Shielded Twisted pair, con una schermatura per ogni coppia di fili all’interno); infine S/

STP (Screened STP, con doppia schermatura e quindi pressoché immuni da ogni disturbo).Passando alle prestazioni raggiungibili (i cui parametri sono stati fissati dal TIA Engineering Committee, negli standard TIA/EIA-568-B), differenziamo i cavi Ethernet fondamentalmente - per l’utilizzo che ci riguarda - in Cat5e e Cat6. Tutti sono operativi fino a 100 metri di lunghezza; i primi sono già più che sufficienti per cablare un buon impianto a/v, in quanto compatibili con Gigabit Ethernet. I Cat6, invece, sono di introduzione ancor più recente e amplificano l’ampiezza di banda da 100MHz a 250MHz (i Cat6e a 500MHz), accettando inoltre la trasmissione di dati

10GBase-T.Alla luce di quanto appena descritto, è ben evidente che, pur volendoseli costruire da soli, per fare un collegamento tra diversi dispositivi non è sufficiente armarsi di pinze crimpatrici a 8 pin e lente d’ingrandimento, così come non è necessario incrociare le coppie dei doppini tra loro.

LO STANDARD HDBASETNonostante già la connessione HDMI abbia semplificato - unificando - alcune operazioni di interfacciamento tra diversi dispositivi (ricordate? Una volta c’erano i component, i VGA, i DVI, gli S-video e potremmo continuare), per le installazioni soprattutto professionali si è sentito il bisogno di creare un ulteriore

Tecnologia Distribuzione A/V

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/ 059 INTEGRATORSYSTEM M A G A Z I N E

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Sono passati quasi dodici anni dalla sua introduzione, pochi se paragonati alla vita media di altri tipi di connessione digitale, eppure lo standard HDMI ne ha fatta di strada. Così oggi siamo già arrivati alla 2.0, che ci porta verso il futuro e l’Ultra HD avanzato, e i cavi che ne soddisfano i requisiti devono avere caratteristiche fisiche di gran lunga superiori a quelli inizialmente immessi sul mercato nel 2002. L’ultima release della connessione più storpiata dagli italiani - ripeto ancora una volta (non mi stancherò mai di farlo, a costo di farmi dei nemici) che “H-D-M-I” si può pronunciare in due modi: o all’italiana, o all’inglese; se si usa la via di mezzo, come sento dire praticamente nel 99% delle situazioni, si commette una blasfemia lessicale… - introduce infatti prestazioni notevolmente migliorate sulla banda passante (ora 10,2Gbps) e sulla

risoluzione supportata (il 4K fino a 50/60Hz). In ogni caso, mentre per un dispositivo il costruttore è obbligato ad indicare la compatibilità con una numerazione specifica, per quanto riguarda i cavi il consorzio delle aziende fondatrici dell’HDMI (composto da Hitachi, Panasonic Corporation, Royal Philips Electronics, Silicon Image, Sony Corporation, Technicolor S.A. e Toshiba Corporation) ha stabilito che si debbano diversificare mediante una terminologia precisa: Standard, Standard with Ethernet, Standard Automotive, High Speed e High Speed with Ethernet. Tutti presentano gli stessi connettori e gli stessi conduttori (19), ma soltanto gli ultimi due sono compatibili con i segnali 4K e permettono i 10,2Gbps. Nella tabella sotto, mostriamo alcune differenze sostanziali tra le varie specifiche del protocollo (e non tra i cavi).

LE SPECIFICHE HDMI DALL’INIZIO A OGGI

HDMI 1.0 HDMI 1.3 HDMI 1.4 HDMI 2.0

Data rilascio Dic 2002 Giu 2006 Giu 2009 Set 2013

Data rate (Gb/s) 4,95 10,2 10,2 18

Risoluzione massima supportata

1920x1200p/60Hz

2560x1600p/75Hz

4096x2160p/24Hz

4096x2160p/60Hz

Supporto Deep Color e x.v.Color NO Sì Sì Sì

Supporto formati audio lossless (DTS-HD e Dolby TrueHD)

NO Sì Sì Sì

Canale Ethernet 100Mb/s NO NO Sì Sì

Note Nuovo connettore mini-HDMI

Introduzione ARCAudio Return

Channel

Nuovoconnettore

Micro-HDMI

Profondità colore sale a 12bit

Frequenza di campionamento audio fino a 1536kHz

Supporto formato video 21:9

standard di trasmissione che accorpasse anche

i segnali Ethernet e persino tensioni di

alimentazione, dal momento

che stavano diventando effettivamente troppi i protagonisti da integrare nel sistema. Così nel giugno 2010 Samsung Corporation, LG Electronics, Sony Pictures Entertainment

G&BL è un’azienda veneta specializzata nella produzione di cavi e tra i suoi prodotti troviamo questi bellissimi cavi professionali di rete certificati Cat6a, conformi alle specifiche EIA/TIA 568, con doppia schermatura e contatti dorati. Tra i modelli HDMI,

vale la pena menzionare i top di gamma della serie Luxury, per ottenere il massimo nelle connessioni col display: sono High Speed with Ethernet, completamente schermati e presentano le saldature dei contatti in argento.

e Valens - fondando la HDBaseT Alliance – hanno annunciato l’operatività del nuovo standard HDBaseT (vedi approfondimento su questo stesso numero di System Integrator Magazine) formato che consente la trasmissione (attraverso un singolo cavo di rete ethernet Cat5/6) di segnali video non compressi full HD e 4K, audio multicanale, dati fino a 100Mbps, segnali di

controllo (CEC e RS-232, USB) e corrente elettrica fino a 100W di potenza; l’insieme di questi cinque elementi, definito appunto “5play”, gode dell’ulteriore vantaggio di inviare segnali fino a 100 metri di distanza, una lunghezza inarrivabile per l’HDMI. Come si può intuire facilmente, questo standard è destinato a diffondersi velocemente nel campo dell’AVC industriale

(tanto è vero che è già salito a più di cento il numero delle aziende che oggi hanno aderito al formato), ma non è detto che non possa avere successo anche nel settore consumer (e quindi nel residenziale), in virtù anche del fatto che i sistemi domotici si stanno parallelamente diffondendo nelle abitazioni comuni, di conseguenza le installazioni cablate in modo complesso.

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Le nuove sfide dell'autoproduzioneUn impianto in grid parity realizzato a Matera per gli uffici di Lucana Sistemi senza usufruire degli inventivi del Conto Energia: 300 moduli Yingli Solar policristallini coprono quasi completamente il fabbisogno energetico dell’azienda, con un investimento economicamente convenientedi Sara Poletto

Tecnologia Risparmio Energetico

L a generazione elettrica distribuita, i sistemi di

accumulo e le smart grid come obiettivi della sfida tecnologica, normativa e di sviluppo dei prossimi anni: le condizioni favorevoli non mancano e, su questo, ha le idee chiare Antonio Cancelliere, partner YINGLI4YOU®

con esperienza decennale nel settore impiantistico, e il case study riportato in queste pagine sembra dargli ragione. Il suo studio di ingegneria Aenergiae, che si occupa di rinnovabili, ha recentemente realizzato a Matera un impianto in grid parity. All’inizio, nella fase di studio e

progettazione del nuovo impianto energetico per gli uffici di Lucana Sistemi, si sarebbe potuto realizzare un classico impianto sfruttando gli incentivi del Conto Energia ancora in vigore. Invece Aenergiae ha scelto di affidarsi alla tecnologia ed a scelte energetiche integrate per realizzare l’impianto

fotovoltaico da 73,50 kWp che oggi occupa per intero una copertura di 800 mq.Trecento moduli Yingli Solar policristallini, montati in 20 giorni, produrranno 96.630 kWh il primo anno, coprendo quasi per intero il fabbisogno energetico della società committente. Il fatto di dover fronteggiare consumi elettrici già

elevati ha reso la realizzazione di un impianto fotovoltaico la scelta più logica e conveniente per il committente, indipendentemente dalla presenza o meno di incentivi. Nel periodo di programmazione dell'intervento, infatti, l’azienda non aveva certezze sulla possibilità o

- Grid parity a Matera

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/ 061 INTEGRATORSYSTEM M A G A Z I N E

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COSTI E BENEFICI DELL'IMPIANTO

QUESTIONE DI TAGLIAI NUMERI DELL'IMPIANTO

I costi dell'intervento:• Impianto fotovoltaico da 73,50 kW euro 98.490 + IVA• Pompe di calore euro 25.000 + IVA• Totale costo intervento euro 123.490 + IVA

Gli introiti economici derivanti dall'intervento:• Risparmio in bolletta elettrica euro 11.965• Introito derivante dallo Scambio Sul Posto euro 2.020• Risparmio derivante dalla spesa sul gas euro 8.700

• Risparmio fiscale derivante da ammortamenti euro 5.795• Totale vantaggio economico annuo euro 28.480Ipotizzando un tasso di incremento del costo dell'energia pari al tasso di rivalutazione del capitale impiegato per la realizzazione dell'impianto fotovoltaico, si può semplificare come costante il vantaggio economico. Con queste ipotesi si ottiene:• Resa economica netta annua = euro 28.480• Investimento iniziale = euro 123.490• Payback-time = 123.490 / 28.480 = 4,3 anni

Realizzare un impianto fotovoltaico su misura, tagliato sul consumo energetico reale della propria casa o della propria azienda, oggi è possibile grazie ad YINGLI FLEXi-SYSTEM®: con un imballaggio pratico ed ecologico, che comprende moduli fotovoltaici di varie potenze a marchio Yingli Solar e l’inverter solare top di gamma di produttori partner, FLEXi-SYSTEM® consente di installare facilmente e rapidamente sistemi fotovoltaici ad uso di famiglie, condomini, e piccole e medie imprese che potranno ridurre drasticamente l’approvvigionamento energetico dalla rete nazionale, consumare l’energia prodotta dal proprio impianto fotovoltaico massimizzando i vantaggi dell’autoconsumo e risparmiare in bolletta. Il prodotto in “bundle” è acquistabile in tutta Italia attraverso la rete di installatori partner certificati YINGLI4YOU®. Grazie al sistema di monitoraggio YINGLI4YOU®, inoltre, il proprietario dell’impianto può misurare l'energia prodotta e auto consumata in modo semplice, veloce ma soprattutto gratuito. Consente infatti di misurare in tempo reale i dati di energia elettrica prodotta, autoconsumata e scambiata (immessa/prelevata) con la rete, semplicemente tramite application per dispositivi mobili. Il sistema include un'applicazione software per Windows, Android e iOS che permette all'utente di controllare, in qualsiasi momento e in tempo reale, il funzionamento dell'impianto, ovunque si trovi, utilizzando comodamente il proprio smartphone o tablet, o collegandosi al sito YINGLI4YOU® nella parte dedicata. www.yinglisolar.com/italy

DESCRIZIONE DATI

Tipo di impianto Uso terziario per uffici

Potenza 73,5 Kwp

Mq impianto 800

Tipologia di copertura

Terrazzo praticabile

Moduli FV Yingli Solar a 3 bus-bar

Policristallino a 60 celle da 245 Wp

Numero di moduli utilizzati

300

Invertern. 6 PowerOne PVI-12,5-TL-

OUTD

Producibilità stimata al primo anno 96.630 kWh

all'impiego di pompe di calore per la climatizzazione invernale ed estiva, in sostituzione delle tradizionali caldaie a metano, i cui assorbimenti elettrici impattavano notevolmente sui consumi elettrici dell’azienda (circa il 30% del totale dei consumi). L’impianto frutterà all’azienda più di 14.000 euro all’anno, derivanti dalla somma del risparmio in bolletta e del ristoro dello scambio sul posto. Senza contare che proprio dalla pompe di calore scaturirà un ulteriore risparmio sulle bollette del gas, pari a

circa 8.700 euro annui. La realizzazione di un sistema energetico moderno ed efficiente è nata come una sfida per l’Ingegnere Cancelliere, quella di dimostrare che l'efficienza energetica e le fonti rinnovabili sono mature abbastanza da essere competitive anche in assenza di incentivi statali: “La vera rivoluzione energetica è appena iniziata: gli anni del sostegno economico all'energia fotovoltaica sono serviti proprio a far maturare una tecnologia che ormai è perfettamente in grado di camminare

autonomamente, portando vantaggi economici indiscussi. L’autoproduzione di energia è ben più conveniente del classico

meno di poter usufruire del Conto Energia; per questo motivo sono state create condizioni “energetiche”, in produzione e prelievo, tali da rendere comunque l'intervento economicamente conveniente anche in assenza di incentivi. Un risultato conseguibile non solo grazie all'attenzione sul dimensionamento e sulla progettazione dell'impianto, ma anche alle caratteristiche dei carichi elettrici dell'azienda stessa. L'impianto fotovoltaico di Matera è stato realizzato contestualmente

prelievo dalla rete: un impianto fotovoltaico può rappresentare oramai una vera e propria centrale elettrica privata”.

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062 / INTEGRATORSYSTEM M A G A Z I N E

Tecnologia Risparmio Energetico

Copertura industriale"carbon free"Due impianti fotovoltaici, realizzati con moduli Suntech Power, consentono all'azienda SCIC di beneficiare di diversi vantaggi economici ed ambientali: bonifica dell’eternit, miglioramento delle prestazioni energetiche dell’immobile, totale integrazione visiva e nessuna emissione di anidride carbonica di Sara Poletto

Una superficie di 70.000 metri quadri pari a circa 10 campi da

calcio, con quasi 14.000 moduli fotovoltaici, per oltre 3,7 MWp di potenza nominale: sono i numeri che caratterizzano una delle più grandi realizzazioni fotovoltaiche su copertura attualmente in esercizio, che permetterà di evitare l’emissione in atmosfera di oltre

2.000.000 di Kg di CO2 all’anno, rendendo gli immobili carbon free. Il progetto in questione ha visto al centro le operazioni di riqualificazione e risanamento degli edifici industriali dell’azienda SCIC ad opera di Enerray S.p.A. In primo luogo la rimozione e lo smaltimento dell’originaria copertura in eternit e, contestualmente, la trasformazione della struttura

industriale in un sistema efficiente e, certamente, più sostenibile. Sono stati, infatti, installati due impianti fotovoltaici capaci di soddisfare completamente il fabbisogno energetico dell’azienda ma anche di migliorarne la coibentazione e, quindi, le prestazioni energetiche complessive. La committenza ha richiesto la realizzazione

di soluzioni impiantistiche totalmente integrate, così da minimizzarne l’impatto visivo in ragione, tra l’altro, del fronte autostradale. Il primo dei due impianti messi in esercizio è utilizzato per produrre l’energia necessaria ai processi produttivi dell’azienda parmense e, quindi, immessa nella rete BT dello stabilimento. L’impianto in questione è

realizzato in maniera da risultare perfettamente integrato nella copertura ed è costituito da tre generatori fotovoltaici della potenza complessiva di 932,96 kWp e da 3.332 moduli fotovoltaici in silicio policristallino della potenza nominale di 280 Wp Suntech Power. Il secondo impianto fotovoltaico, della potenza complessiva di 2.915,55

- 14mila moduli pv per SCIC

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Moduli solari policristallini STP 275 e 280 – 24VD275 e 280 Watt:• modulo di conversione ad alta efficienza, fino rispettivamente al 14, 2 e 14,4%;• tolleranza positiva 0/+5% che assicura una potenza affidabie;• certificati per sostenere condizioni estreme di vento (3.800 Pascal) e carichi di neve (5.400 Pascal);• effetto autopulente, antiriflesso, strato idrorepellente che incrementa l’assorbimento di luce e riduce la

polvere;• performance eccellenti in condizioni di scarsa luce;• controllo qualità che risponde agli standard ISO9001, ISO14001 e ISO17025;• garanzia basata sul potere nominale (PNOM) e 10 anni di garanzia sui materiali e manodopera;• cornice disegnata per il drenaggio dell’acqua, anti deformazioni completamente senza viti.www.suntech-power.com

DATI DI PROGETTO A COLLOQUIO CON...

I MODULI SUNTECH

Luogo: Viarolo (PR)Proprietario: SCIC S.p.A. di ParmaImpresa costruttrice: Enerray S.p.A.Project manager: Aldo Moretti - Enerray S.p.A.Progettista elettrico: Per. Ind. Alberto LardiniDimensione del sistema: 3.848,51 kWpNumero di pannelli:SCIC I: n. 3.332 moduli Suntech Power da 280 WSCIC II: n. 10.602 moduli Suntech Power da 275 WSuperficie pannello: 1,956 x 0,992 = 1,94 mq.Superficie costruzione: circa 70.000 m2Prodotto: STP280 – STP275Kilowattora risparmiati all’anno: 4.000.000 kWhRisparmio annuale previsto di emissioni di CO2: 2.124.000 Kg

SIM - Chi è Suntech e com’è organizzata la struttura aziendale internazionale? Vincenzo Quintani - Wuxi Suntech è stata recentemente acquistata da parte di Shunfeng dalla Suntech Power Holding. Sono stati, dunque, acquisiti il brand, la proprietà intellettuale, le divisioni ricerca e marketing e la capacità produttiva di Suntech per quanto riguarda celle e pannelli solari. Con questa nuova proprietà, Wuxi Suntech si sta avviando verso un nuovo periodo di significativa espansione e, per questo, si sta affermando come leader globale nel settore del fotovoltaico. Nel 2013, la nuova proprietaria di Suntech, Shunfeng, è diventata tra i più grandi fornitori di energia pulita in Cina: attualmente ha, infatti, 3GW di progetti nella sua programmazione 2014 in Cina e ci aspettiamo che circa il 50% dei prodotti Suntech saranno fabbricati per il mercato cinese. Grazie alla recente acquisizione da parte di Sunnfeng international, società quotata presso la Borsa di Hong Kong, Suntech ha la posizione finanziaria più forte nell’industria solare con un debito prossimo allo zero. Questo significa che Suntech ha i costi finanziari industriali più bassi dell’industria solare che rendono più semplice investire nella crescita del business. Nell’ambito di questa riorganizzazione aziendale, Shunfeng si è impegnata ad investire proprio nella crescita di Suntech.

SIM - Quali sono le nuove prospettive di Suntech e le opportunità che offre ai propri clienti?VQ - Suntech ha un futuro raggiante grazie alla trasformazione in un

fornitore di soluzioni chiavi in mano, che ci permette di offrire ai clienti ogni servizio nella filiera del valore nell’ambito dell’energia solare. Suntech sarà in grado di fornire uno sportello unico per l’accesso al gruppo di aziende Shunfeng con capacità di progettazione, ingegnerizzazione, produzione, costruzione, finanza, assicurazione, manutenzione, stoccaggio di energia, prodotti solari e applicazioni. Un nuovo modello di business che ancora non è presente nel settore dell’energia solare.Nel 2013 Suntech ha migliorato i propri processi produttivi, ottimizzandoli, automatizzandoli e riducendone i costi. Nel febbraio 2014 abbiamo superato i 30 milioni in quanto a numero di moduli solari spediti in tutto il mondo, totalizzando più di 8 GW in capacità installata.Nel 2014 prevediamo di spedire oltre 2.5GW di pannelli, superando il picco dei 2,1 GW di spedizioni registrato nel 2011 .La qualità del marchio Suntech è sempre stata riconosciuta nel settore dei pannelli solari ed è per questo che i nostri prodotti,dotati di una garanzia di 10 anni, passano attraverso 52 diversi controlli di qualità che ne certificano la massima affidabilità, efficienza e

longevità. I moduli di Suntech, che si possono trovare in 80 Paesi, ad esempio, sono stati testati dal VDE, uno dei principali istituti di prova e certificazione di tutto il mondo, e sono risultati essere altamente resistenti alla Degradazione Potenziale Indotta (PID), un problema che incide sui tassi di efficienza dei moduli solari degli altri produttori.

SIM - Quali sono le principali novità di prodotto che Suntech ha presentato durante il Solar Expo 2014?VQ - L’azienda ha presentato tre nuovi prodotti che sono stati introdotti nel mercato del solare nel 2014: il modulo Fusion con microinverter integrato, creato per il mercato residenziale, che produce resa energetica supplementare con un costo d’installazione e manutenzione minore; un black module che incrementa la potenza; e un modulo da 1500 V creato per progetti industriali in grado di ridurre significativamente i costi mantenendo comunque alta la tensione del sistema. I nuovi prodotti sono tutti in PID resistant e sono in grado di fornire alte prestazioni in condizioni di scarsa illuminazione, come necessario in molti mercati europei.

STP275

STP280

... Vincenzo Quintani, Sales director Southern Europe di Suntech

kWp, è stato realizzato per produrre energia elettrica da immettere nella rete del distributore di energia locale. L’impianto fotovoltaico, anch’esso totalmente integrato, è composto da 10.602 moduli fotovoltaici Suntech Power STP 275 ed è suddiviso in due sezioni di impianto connesse alla rispettiva cabina di conversione. Per questo

progetto Enerray S.p.A. ha scelto i moduli Suntech Power STP 275 e STP 280 che sono risultati il miglior compromesso tecnico ed economico anche in termini di rapporto tra kWp installati e superficie coperta. I moduli Suntech sono durevoli, resistono a condizioni atmosferiche estreme ed assicurano nel tempo prestazioni di qualità.

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064 / INTEGRATORSYSTEM M A G A Z I N E

Ospitalità "zero energy"in classe ALa riqualificazione di una struttura ricettiva bellunese ha portato all’indipendenza dai combustibili fossili. Cuore del sistema-impianto: la pompa di calore a ciclo annuale ElfoEnergy Ground di Clivetdi Sara Poletto

Non un semplice Bed&Breakfast ma un Bed & Book

d’autore ecocompatibile. La ristrutturazione di Casa Novecento nel centro di Feltre (BL) ha portato alla realizzazione di una struttura ricettiva di oltre 400 mq biocompatibile, in classe energetica A, dal design ricercato, dove ogni stanza è ispirata, nei colori e nell’arredo, ad una personalità del panorama culturale bellunese. Gli interventi su questa palazzina del 1910 hanno visto il raggiungimento di un obiettivo importante: l’azzeramento del consumo di energia primaria grazie all'integrazione tra edificio e impianto e, dunque, la liberazione dall’utilizzo di combustibili fossili per i sistemi a servizio del comfort durante tutto l’anno. L’abbinamento tra la pompa di calore geotermica ElfoEnergy Ground di Clivet ad elevata

Tecnologia Risparmio Energetico

originaria alla classe A dell’edificio ristrutturato. Risultato: il consumo annuo per il riscaldamento per mq calpestabile della struttura è pari a 33,68 kWh/mq/a, ottenuto non solo grazie all’utilizzo di rinnovabili ma anche attraverso la messa in opera di un involucro con caratteristiche ad hoc. L’edificio originario in muratura portante è stato dotato di un tetto in legno a pacchetto isolato e ventilato con indice di trasmittanza 0,23, di un cappotto di 12 cm sulle pareti esterne con indice di trasmittanza di 0,24, di serramenti con triplo vetro con indice di trasmittanza 1,01 e di un vespaio ventilato con intercapedine d’aria, collegata con l’esterno da semplici tubi. In questo modo si crea un flusso d’aria naturale che attraversa l’intercapedine, proteggendo l’edificio dall’umidità del sottosuolo ed eliminando il gas radon, presente in alte concentrazioni a Feltre, così da garantire il

Sopra, la pompa di calore ELFOEnergy Ground di Clivet (www.clivet.com).CARATTERISTICHE IMPIANTO

Sistema centralizzato per la climatizzazione dell'edificio:- pompa di calore geotermica ELFOEnergy Ground di Clivet (WSHN-EE 71) con potenza termica nominale in riscaldamento di 24,7 kW e accumulo da1.000 litri per riscaldamento e condizionamento, che ha permesso di azzerare le emissioni locali di CO2, diminuendo i consumi di energia primaria del 59% e le emissioni indirette di CO2 del 60% rispetto ad un impianto con caldaia a condensazione (rendimento del 98%) e split;- accumulo da 1.500 litri per l'acqua calda sanitaria;- pannelli radianti a pavimento;- termoarredi a servizio dei bagni;- ventilconvettori da incasso;- impianto fotovoltaico di 64 mq per la produzione di 9,56 kWp;- 4 sonde geotermiche verticali da100 m.

benessere e la salubrità degli ambienti. Riscaldamento e raffreddamento sono garantiti dalla pompa di calore geotermica ELFOEnergy Ground, che sfrutta le caratteristiche entalpiche favorevoli del suolo attraverso quattro sonde verticali da 100 m, assorbendo il calore dalla terra e trasferendolo all'abitazione in inverno, viceversa in estate.La distribuzione del fluido caldo e freddo avviene per mezzo di pannelli radianti a pavimento alimentati da acqua a bassa temperatura (28-30 °C in riscaldamento e 18-20° C in raffreddamento), sfruttando il potenziale di risparmio energetico offerto dalla pompa di calore, che in questa modalità di funzionamento garantisce la massima efficienza con COP di 5,1 ed EER di 5,2. La distribuzione si completa con termoarredi, di cui sono dotati tutti i bagni, e ventilconvettori da incasso, che esercitano la funzione di deumidificazione estiva e

efficienza e i pannelli solari fotovoltaici ha permesso la realizzazione di un sistema-impianto che utilizza il 100% di energie rinnovabili. La geotermia per il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione di acqua calda sanitaria e i pannelli radianti a pavimento per la distribuzione di caldo e freddo consentono il raggiungimento di un comfort indoor ottimale, unito alla completa silenziosità e all’invisibilità del sistema, che non va ad interferire con l’architettura di un luogo deputato all’ospitalità sostenibile, all’arte ed alla cultura. La biocompatibilità dell’edificio trova espressione anche nel recupero dell’acqua, nell’utilizzo di lampadine a basso consumo, di elettrodomestici in classe A e di arredi atossici.

SISTEMA EDIFICIO-IMPIANTODalla classe G della struttura

permettono, nel caso di ospiti improvvisi, di raggiungere in breve tempo la temperatura desiderata. Infine, sulla copertura sono installati 64 mq di pannelli solari fotovoltaici per la produzione di 9,56 kWp. In questo modo il B&B, dotato di piani cottura ad induzione per non utilizzare gas nemmeno in cucina, copre completamente il proprio fabbisogno di energia con fonti rinnovabili.

- Riqualificazione di un Bed&Book ecocompatibile

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Sistema radiante a soffitto per il terziario

Un modello nuovo, che offre la più elevata potenza di uscita di tutta la famiglia degli inverter di stringa trifase di ABB. PRO-33.0-TL-OUTD ha una tensione massima di ingresso di 1.100 V per una maggiore flessibilità nella progettazione di impianti fotovoltaici, aumentando il margine di configurazione alle basse temperature. Consente così di connettere più moduli in serie, riducendo i costi di cablaggio. L’interfaccia utente rende le operazioni di commissioning rapide e semplici. www.abb.com/solarinverters

Si chiama Kairos Collective la gamma di accessori dedicati alla gestione e al controllo degli impianti solari termici. Tra questi c'è Solar Station Pro, la stazione di caricamento solare in grado di gestire batterie solari fino a 50 metri quadrati. I due circolatori modulanti e lo scambiatore a piastre di grandi dimensioni permettono la massima efficienza di trasferimento dell’energia sia su bollitori sanitari che su accumuli tampone. www.aristonthermo.com

Facile da installare (dimensioni standard per scatole elettriche UE), conveniente (tutti i cavi elettrici sono centralizzati sul telecomando), dal design elegante (disponibile nei colori bianco e grigio), con collega-mento diretto all'unità interna, connettività BMS, nonché disponibile intre opzioni: Modbus, LonWorks e Stand-alone. Queste le caratteristiche del pannello di controllo da remoto per alberghi Panasonic, che risponde alle esigenze degli albergatori in termini di risparmio energetico e controllo clima. www.aircon.panasonic.eu

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suoi sistemi in termini di efficienza e risparmio energetico. Tra gli obiettivi dei training, la condivisione del know how tecnico ed esperienziale, per supportare gli operatori nel loro lavoro quotidiano. Di fondamentale importanza anche l’aggiornamento sulla normativa vigente. www.loex.it

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Audioamplificato

Audio di linea non amplificato

HDMI

Ethernet