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SYNERGIE ITALIA AGENZIA PER IL LAVORO S.p.A. SEDE LEGALE Lungo Dora Colletta, 75 Torino DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2008, n. 81 MANUALE SICUREZZA SUL LAVORO INFORMAZIONE E FORMAZIONE PER IL PERSONALE DI STRUTTURA ( Artt 36 e37 del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 ) e PER LA FORNITURA PROFESSIONALE DI MANODOPERA IN SOMMINISTRAZIONE (Art 23 comma 5 del Decreto Legislativo 10 settembre 2003, n.276 ).

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SYNERGIE ITALIA AGENZIA PER IL LAVORO S.p.A.

SEDE LEGALELungo Dora Colletta, 75 Torino

DECRETO LEGISLATIVO9 aprile 2008, n. 81

MANUALE SICUREZZASUL LAVORO

INFORMAZIONEE

FORMAZIONE

PER IL PERSONALE DI STRUTTURA( Artt 36 e37 del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 )

e

PER LA FORNITURA PROFESSIONALE DI MANODOPERA IN SOMMINISTRAZIONE(Art 23 comma 5 del Decreto Legislativo 10 settembre 2003, n.276 ).

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SYNERGIE ITALIAAGENZIA PER IL LAVORO S.p.A.

Lungo Dora Colletta, 75Torino

OGGETTO: artt. 36 e 37 del D. Lgs. n. 81/2008 - Art. 23, D. lgs n. 276/2003 e s.m.i.

INFORMAZIONE SULLA SICUREZZA SUL LAVORO

Consegna opuscolo informativo

Il/la sottoscritto/a …………………………………………………………………………………………………………

dichiara di ricevere, in data odierna, l’opuscolo informativo contenente leraccomandazioni, le prescrizioni, gli obblighi ed i divieti riguardanti rischi connessial proprio posto di lavoro in generale, nonché le procedure sul pronto soccorso, laprevenzione degli incendi e l’evacuazione dall’ambiente di lavoro in caso di pericolograve ed immediato.

Data …………………………firma ………………………………………

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É importante riflettere sul concetto basilare secondocui la vita umana e l'integrità della persona sono al disopra di ogni valutazione e quindi si raccomanda , in

eventuali circostanze che possono presentare dubbi sulcomportamento da seguire, di non rischiare mai oltre i

limiti di una ragionevole sicurezza.

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INTRODUZIONE

Le seguenti informazioni sono destinate ai lavoratori dipendenti operanti pressola sede, le agenzie di SYNERGIE e le società utilizzatrici - per i lavoratorioperanti in forza ad un contratto di somministrazione di lavoro stipulato ai sensidel Decreto Legislativo 276/2003 -.

Tali norme hanno carattere d’informazione “in generale” in materia di igiene esicurezza sul lavoro ai sensi degli articoli 36 e 37 del Decreto Legislativo n.81/2008 ed, in particolare, per i lavoratori in somministrazione ai sensi dell’ art.23, comma 5° del Decreto Legislativo 276/03.

Il lavoratore in somministrazione , oltre ad osservare le disposizioni e le normequi di seguito riportate, a prescindere dal livello o dalla qualifica rivestita, dovràattenersi alle procedure ed alle misure di prevenzione e di emergenzaorganizzate dall’Impresa utilizzatrice cooperando con quest’ultima all'attuazionedelle norme medesime. A tal proposito si sottolinea che, sempre ai sensi dell’art.23,comma 5, del Decreto Legislativo 276/2003, gli obblighi inerenti: l’informativasui rischi per la sicurezza e la salute connessi alle attività produttive ; laformazione e l’addestramento all'uso delle attrezzature di lavoro necessarie;allo svolgimento dell’attività lavorativa per la quale Lei viene assunto/a inconformità alle disposizioni Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, sarannoadempiuti dalla Società utilizzatrice. Nello svolgimento della attività Lei dovràosservare tulle le norme di Legge, nonché tutte le prescrizioni, raccomandazioni eprocedure sulla sicurezza sul lavoro disposte dalla Società utilizzatrice.

Nel caso in cui le mansioni richiedano una sorveglianza medica speciale ocomportino rischi specifici, l’Impresa utilizzatrice provvede, a fornirLe opportunainformazione e formazione. L’’Impresa utilizzatrice, infatti, ha l’obbligo diosservare nei Suoi confronti tutti gli obblighi di protezione previsti nei confrontidei propri dipendenti ed è responsabile per la violazione degli obblighi di

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sicurezza individuati dalla legge e dai contratti collettivi ai sensi dell’articolo 3comma 5 del D.lgs n. 81/2008.

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COSTITUZIONE ITALIANAArticolo 41

“L'iniziativa economica privata e' libera.Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare

danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.La legge determina i programmi e i controlli opportuni perchèl'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e

coordinata a fini sociali”

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SCOPO E DESTINAZIONE DELLE NORME

Le disposizioni contenute nel decreto legislativo n. 81/2008 traggono originedalla attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, per il riassetto ela riforma delle norme di salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori neiluoghi di lavoro. Esso, attraverso il riordino ed il coordinamento della pregressanormativa, delle leggi comunitarie, dell’ articolo 117 della Costituzione ed aglistatuti delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e diBolzano, persegue le finalità sancite dall’articolo 41 della Costituzione italiana,garantendo l’uniformità della tutela delle lavoratrici e dei lavoratori sul territorionazionale attraverso il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni in relazione aidiritti civili e sociali, anche con riguardo alle differenze di genere, di età e allacondizione delle lavoratrici e dei lavoratori immigrati.

Pertanto, onde correttamente attuare la normativa di cui trattasi, sorge lanecessità che si determini nell'ambito lavorativo una integrazione tra tutte lefunzioni aziendali come ad esempio: direzione, gestione del personale,manutenzione, lavoratori, collaboratori ecc., e la prevenzione dei rischi.Per quanto possano essere efficaci i sistemi di prevenzione, nessuna attività èesente dal rischio di incidenti, e, che la probabilità che si verifichi un eventosfavorevole può essere ridotta, ma non è mai nulla. Esiste tuttavia la possibilità dicontenere al massimo le conseguenze di un incidente, sia in termini di pericolo odi rischio per le persone, che di danni materiali; questa probabilità sarà peròdirettamente proporzionale al grado di conoscenza e di preparazione di coloro chedovranno affrontare l'emergenza .

Per la gestione della prevenzione dei rischi il decreto legislativo n. 81/2008 ha,infatti, concepito un'apposita struttura denominata Servizio di Prevenzione eProtezione il cui funzionamento richiede la collaborazione di tutte le risorseumane presenti sul posto di lavoro.

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INFORMAZIONI AL PERSONALEDecreto legislativo (D.Lgs.) 9.04 2008, n. 81e successive modifiche

(Redatte da Pasquale Spadea, - Consulente del lavoro - già Ispettore del Lavoro, Capo sezione I^ Area I^ affarigenerali e del personale dell’Ispettorato del Lavoro di Milano. ).

OBBLIGHI DEI LAVORATORI

Ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altrepersone presenti sul luogo di lavoro, su cui ricadono gli effetti delle sue azioni o omissioni,conformemente alla sua formazione, alle istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro.

In particolare il lavoratore deve contribuire, insieme al datore di lavoro, o alla aziendautilizzatrice nel caso dei lavoratori somministrati, all’adempimento degli obblighi previsti atutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro nonché:

1. osservare le disposizioni e le istruzioni impartite ai fini della protezione collettiva edindividuale;

2. utilizzare correttamente le attrezzature di lavoro, le sostanze e i preparati pericolosi,i mezzi di trasporto e, nonché i dispositivi di sicurezza;

3. utilizzare in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro disposizione;

4. segnalare immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto ledeficienze dei mezzi e dei dispositivi di protezione, nonché qualsiasi eventualecondizione di pericolo di cui vengano a conoscenza, adoperandosi direttamente, incaso di urgenza, nell’ambito delle proprie competenze e possibilità e fatto salvol’obbligo di non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezzao di segnalazione o di controllo, per eliminare o ridurre le situazioni di pericolo gravee incombente, dandone notizia al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza;

5. non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o disegnalazione o di controllo;

6. non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di lorocompetenza ovvero che possono compromettere la sicurezza propria o di altrilavoratori;

7. partecipare ai programmi di formazione e di addestramento organizzati dal datore dilavoro;

8. sottoporsi ai controlli sanitari previsti dal presente decreto legislativo o comunquedisposti dal medico competente.

Contravvenzioni commesse dai lavoratori

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Per i lavoratori con contratto di somministrazione, ai sensi dell’art. 23 comma 7) del D.lgs.276/2004, il potere disciplinare é riservato a SYNERGIE Italia Agenzia per il Lavoro S.p.A,che, a tal fine, procede alla contestazione quando l'utilizzatore comunica alla stessa glielementi che formeranno oggetto della contestazione. La procedura per le contestazionidisciplinari, anche per i lavoratori di struttura, avverrà, poi, nel rispetto ed ai sensidell'articolo 7 della legge 20 maggio 1970, n. 300.

La normativa in questione prevede, in caso di violazioni da parte dei singoli lavoratori,delle norme di legge sulla sicurezza e l’igiene del lavoro, sanzioni anche di caratterepenale come ad esempio:

l’arresto fino a un mese o con l’ammenda da 200 a 600 euro per non aver:( ved. articolo 59 del D.lgs n. 81/2008 )

osservato le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti edai preposti, ai fini della protezione collettiva ed individuale;

utilizzato correttamente le attrezzature di lavoro, le sostanze e i preparatipericolosi, i mezzi di trasporto;

utilizzato i dispositivi di sicurezza; utilizzato in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro disposizione;

ovvero

per aver rimosso o modificato senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o disegnalazione o di controllo

o per aver compiuto di propria iniziativa operazioni o manovre tali dacompromettere la sicurezza propria o di altri colleghi di lavoro.

CODICE DISCIPLINARE( Per i dipendenti di struttura )

Qui di seguito si riportano le principali norme di legge e di contratto riguardantil’applicazione delle sanzioni disciplinari. L’insieme di dette norme costituiscono il c.d. codicedisciplinare.

CODICE CIVILE

Ai sensi dell'art. 2218 del codice civile ciascuno dei contraenti può recedere dal contrattodi lavoro a tempo indeterminato dando preavviso scritto a mezzo di lettera raccomandatacon ricevuta di ritorno o altro mezzo idoneo a certificare la data di ricevimento, nei terministabiliti nel successivo art. 158, Parte seconda.

Ai sensi dell'art. 2119 del codice civile, ciascuno dei contraenti può recedere dal contrattodi lavoro, prima della scadenza del termine se il contratto è a tempo determinato, o senzapreavviso se il contratto è a tempo indeterminato, qualora si verifichi una causa che nonconsenta la prosecuzione anche provvisoria del rapporto.

La comunicazione del recesso deve essere effettuata per iscritto, a mezzo di letteraraccomandata con ricevuta di ritorno o altro mezzo idoneo a certificare la data diricevimento, contenente l'indicazione dei motivi.

A titolo esemplificativo, rientrano fra le cause di cui all’articolo 2119 del codice civile:

- il diverbio litigioso seguito da vie di fatto in servizio anche fra dipendenti, checomporti nocumento o turbativa al normale esercizio dell'attività aziendale;

- l'insubordinazione verso i superiori accompagnata da comportamentooltraggioso;

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- l'irregolare dolosa scritturazione o timbratura di schede di controllo dellepresenze al lavoro;

- l'appropriazione nel luogo di lavoro di beni aziendali o di terzi;- il danneggiamento volontario di beni dell'azienda o di terzi;- l'esecuzione, senza permesso, di lavoro nell'azienda per conto proprio o di

terzi.

LEGGE 20 MAGGIO 1970, n 300“Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei

luoghi di lavoro e norme sul collocamento”(Statuto dei Lavoratori)

- omissis-

Art. 7, Legge 20 maggio 1970, n 300 (Sanzioni disciplinari)

Le norme disciplinari relative alle sanzioni, alle infrazioni in relazione alle quali ciascuna diesse può essere applicata ed alle procedure di contestazione delle stesse, devono essereportate a conoscenza dei lavoratori mediante affissione in luogo accessibile a tutti. Essedevono applicare quanto in materia è stabilito da accordi e contratti di lavoro ove esistano.

Il datore di lavoro non può adottare alcun provvedimento disciplinare nei confronti dellavoratore senza avergli preventivamente contestato l'addebito e senza averlo sentito a suadifesa. Il lavoratore potrà farsi assistere da un rappresentante dell'associazione sindaca lecui aderisce o conferisce mandato.

Fermo restando quanto disposto dalla legge 15 luglio 1966, n. 604, non possono esseredisposte sanzioni disciplinari che comportino mutamenti definitivi del rapporto di lavoro;inoltre la multa non può essere disposta per un importo superiore a quattro ore dellaretribuzione base e la sospensione dal servizio e dalla retribuzione per più di dieci giorni.

In ogni caso, i provvedimenti disciplinari più gravi del rimprovero verbale non possonoessere applicati prima che siano trascorsi cinque giorni dalla contestazione per iscritto delfatto che vi ha dato causa.

Salvo analoghe procedure previste dai contratti collettivi di lavoro e ferma restando lafacoltà di adire l'autorità giudiziaria, il lavoratore al quale sia stata applicata una sanzionedisciplinare può promuovere, nei venti giorni successivi, anche per mezzo dell'associazionealla quale sia iscritto ovvero conferisca mandato, la costituzione, tramite l'ufficio provincialedel lavoro e della massima occupazione, di un collegio di conciliazione ed arbitrato,composto da un rappresentante di ciascuna delle parti e da un terzo membro scelto dicomune accordo o, in difetto di accordo, nominato dal direttore dell'ufficio del lavoro. Lasanzione disciplinare resta sospesa fino alla pronuncia da parte del collegio.

Qualora il datore di lavoro non provveda, entro dieci giorni dall'invito rivoltogli dall'ufficio dellavoro, a nominare il proprio rappresentante in seno al collegio di cui al comma precedente,la sanzione disciplinare non ha effetto. Se il datore di lavoro adisce l'autorità giudiziaria, lasanzione disciplinare resta sospesa fino alla definizione del giudizio.

Non può tenersi conto ad alcun effetto delle sanzioni disciplinari decorsi due anni dalla loroapplicazione.

CCNL COMMERCIOAziende del terziario distribuzione e servizi

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(Per i lavoratori di sede e di agenzia )

Art. 80(Codice disciplinare)

Ai sensi e per gli effetti dell'art. 7 della legge 20 maggio 1970, n. 300, le disposizionicontenute negli articoli di cui al presente Titolo XXIV nonché quelle contenute neiregolamenti o accordi aziendali in materia di sanzioni disciplinari devono essere portate aconoscenza dei lavoratori mediante affissione in luogo accessibile a tutti.

Il lavoratore colpito da provvedimento disciplinare, il quale intenda impugnare la legittimitàdel provvedimento stesso, può avvalersi delle procedure di conciliazione previste dall'art. 7,legge 20 maggio 1970, n. 300 o di quelle previste dal Titolo IV, Parte prima, del presentecontratto.

Articolo 63(Normativa)

Nelle aziende comprese nella sfera di applicazione delle leggi: 15 luglio 1966, n. 604; 20maggio 1970, n. 300, art. 35, 11 maggio 1990, n. 108, nei confronti del personale cui siapplica il presente contratto, il licenziamento può essere intimato per giusta causa (art.2119 cod. civ. e art. 153, Parte seconda, del presente contratto) o per "giustificato motivocon preavviso", intendendosi per tale il licenziamento determinato da un notevoleinadempimento degli obblighi contrattuali del prestatore di lavoro, ovvero da ragioni inerentiall'attività produttiva, all'organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa.

Il datore di lavoro deve comunicare il licenziamento per iscritto, a mezzo di letteraraccomandata con ricevuta di ritorno o altro mezzo idoneo a certificare la data diricevimento.

In caso di licenziamento per "giustificato motivo con preavviso" il lavoratore può chiedereentro 15 giorni dalla comunicazione del licenziamento i motivi che lo hanno determinato; intal caso il datore di lavoro è tenuto ad indicarli per iscritto entro 7 giorni dalla richiesta.

Il licenziamento intimato senza l'osservanza delle norme di cui al 2° e 3° comma delpresente articolo è inefficace.

Sono esclusi dalla sfera di applicazione del presente articolo i lavoratori in periodo di prova equelli che siano in possesso dei requisiti di legge per avere diritto alla pensione di vecchiaia.

Art. 64(Nullità del licenziamento)

Ai sensi delle leggi vigenti il licenziamento determinato da ragioni di sesso, credo politico ofede religiosa, dall'appartenenza ad un sindacato e dalla partecipazione attiva ad attivitàsindacali è nullo, indipendentemente dalla motivazione adotta.

Art. 68(Preavviso)

I termini di preavviso sono i seguenti:

a) fino a 5 anni di servizio compiuti: 30 giorni;

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b) oltre 5 anni e fino a 10 anni di servizio compiuti: 45 giorni;

c) oltre 10 anni di servizio compiuti: 60 giorni.

I termini di preavviso di cui sopra decorrono dalla fine o dalla metà di ciascun mese.

Art. 69(Indennità sostitutiva del preavviso)

Ai sensi del 2° comma dell'art. 2118 del codice civile in caso di mancato preavviso allavoratore sarà corrisposta una indennità equivalente all'importo della retribuzione di fattodi cui all'art. 134, Parte seconda, corrispondente al periodo di cui all'articolo precedente,comprensiva dei ratei di 13ª e 14ª mensilità.

Art. 70(Trattamento di fine rapporto)

In ogni caso di risoluzione del rapporto di lavoro subordinato il prestatore di lavoro ha di rittoad un trattamento di fine rapporto determinato secondo le norme della legge 29 maggio1982, n. 297, e secondo le norme del presente articolo. Per i periodi di servizio prestato sinoal 31 maggio 1982 il trattamento di fine rapporto è calcolato con le modalità e con le misurepreviste dall'art. 97 del c.c.n.l. 17 dicembre 1979 (All. 9).

Ai sensi e per gli effetti del 2° comma dell'art. 2120 cod. civ., come modificato dalla legge29 maggio 1982, n. 297, sono escluse dalla quota annua della retribuzione utile ai fini delcalcolo del trattamento di fine rapporto le seguenti somme:

i rimborsi spese;

le somme concesse occasionalmente a titolo di "una tantum", gratificazioni straordinarie noncontrattuali e simili;

i compensi per lavoro straordinario e per lavoro festivo;

l'indennità sostitutiva del preavviso, di cui agli artt. 123, 159, 162 e 163, Parte seconda;

l'indennità sostitutiva delle ferie di cui all'art. 86, Parte seconda;

le indennità di trasferta e diarie non aventi carattere continuativo nonchè, quando le stessehanno carattere continuativo, una quota di esse pari all'ammontare esente dall'IRPEF;

le prestazioni in natura, quando sia previsto un corrispettivo a carico del lavoratore;

gli elementi espressamente esclusi dalla contrattazione collettiva integrativa.

Ai sensi del 3° comma dell'art. 2120 cod. civ., come modificato dalla legge 29 maggio 1982,n. 297, in caso di sospensione della prestazione di lavoro nel corso dell'anno per una dellecause di cui all'art. 2110 cod. civ., nonchè in caso di sospensione totale o parziale per laquale sia prevista l'integrazione salariale, in luogo delle indennità economiche corrispostedagli Istituti assistenziali (INPS, INAIL), deve essere computato nella quota annua dellaretribuzione utile al calcolo del trattamento di fine rapporto l'equivalente della retribuzione acui il lavoratore avrebbe avuto diritto in caso di normale svolgimento del rapporto di lavoro.É facoltà dell'azienda, salvo espresso patto contrario, dedurre dal trattamento di fine

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rapporto quanto l'operatore di vendita percepisca, in conseguenza del licenziamento, pereventuali atti di previdenza (casse pensioni, previdenza, assicurazioni varie) compiutidall'azienda.

Art. 78(Obblighi del prestatore di lavoro)

Il lavoratore ha l'obbligo di osservare nel modo più scrupoloso i doveri e il segreto di ufficio,di usare modi cortesi col pubblico e di tenere una condotta conforme ai civici doveri.

Il lavoratore ha l'obbligo di conservare diligentemente le merci e i materiali, di coopera realla prosperità dell'impresa.

Art. 81(Normativa provvedimenti disciplinari)

L'eventuale adozione del provvedimento disciplinare dovrà essere comunicata al lavoratorecon lettera raccomandata entro 15 giorni dalla scadenza del termine assegnato al lavoratorestesso per presentare le sue controdeduzioni.

Per esigenze dovute a difficoltà nella fase di valutazione delle controdeduzioni e di decisionenel merito, il termine di cui sopra può essere prorogato di 30 giorni, purché l'azienda ne diapreventiva comunicazione scritta al lavoratore interessato.

DOVERI DEL PERSONALE E NORME DISCIPLINARIArt. 173

(Provvedimenti disciplinari)La inosservanza dei doveri da parte del personale dipendente comporta i seguentiprovvedimenti, che saranno presi dal datore di lavoro in relazione alla entità delle mancanzee alle circostanze che le accompagnano:

1) biasimo inflitto verbalmente per le mancanze lievi;2) biasimo inflitto per iscritto nei casi di recidiva delle infrazioni di cui al

precedente punto 1);3) multa in misura non eccedente l'importo di 4 ore della normale retribuzione

di cui all'art. 132, Parte seconda;4) sospensione dalla retribuzione e dal servizio per un massimo di giorni 10;5) licenziamento disciplinare senza preavviso e con le altre conseguenze di

ragione e di legge.

Il provvedimento della multa si applica nei confronti del lavoratore che:

- ritardi nell'inizio del lavoro senza giustificazione, per un importo pariall'ammontare della trattenuta;

- esegua con negligenza il lavoro affidatogli;

- si assenti dal lavoro fino a tre giorni nell'anno solare senzacomprovata giustificazione;

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- non dia immediata notizia all'azienda di ogni mutamento della propriadimora, sia durante il servizio che durante i congedi.

- Il provvedimento della sospensione dalla retribuzione e dal servizio siapplica nei confronti del lavoratore che:

- arrechi danno alle cose ricevute in dotazione ed uso, con dimostrataresponsabilità;

- si presenti in servizio in stato di manifesta ubriachezza;

- commetta recidiva, oltre la terza volta nell'anno solare, in qualunquedelle mancanze che prevedono la multa, salvo il caso dell'assenzaingiustificata.

- Salva ogni altra azione legale, il provvedimento di cui al punto 5)(licenziamento disciplinare) si applica esclusivamente per le seguentimancanze:

- assenza ingiustificata oltre tre giorni nell'anno solare;

- recidiva nei ritardi ingiustificati oltre la quinta volta nell'anno solare,dopo formale diffida per iscritto;

- grave violazione degli obblighi di cui all'art. 168, 1° e 2° comma,Parte seconda;

- infrazione alle norme di legge circa la sicurezza per la lavorazione,deposito, vendita e trasporto;

- l'abuso di fiducia, la concorrenza, la violazione del segreto d'ufficio;

- l'esecuzione, in concorrenza con l'attività dell'azienda, di lavoro perconto proprio o di terzi, fuori dell'orario di lavoro;

- la recidiva, oltre la terza volta nell'anno solare in qualunque dellemancanze che prevedono la sospensione, fatto salvo quanto previstoper la recidiva nei ritardi.

L'importo delle multe sarà destinato al Fondo pensioni dei lavoratori dipendenti. Illavoratore ha facoltà di prendere visione della documentazione relativa al versamento.

Art. 175(Normativa provvedimenti disciplinari)

L'eventuale adozione del provvedimento disciplinare dovrà essere comunicata al lavoratorecon lettera raccomandata entro 15 giorni dalla scadenza del termine assegnato al lavoratorestesso per presentare le sue controdeduzioni.

Per esigenze dovute a difficoltà nella fase di valutazione delle controdeduzion i e di decisionein merito, il termine di cui sopra può essere prorogato di 30 giorni, purché azienda ne diapreventiva comunicazione scritta al lavoratore interessato.

CODICE DI COMPORTAMENTO

C.C.N.L.LAVORATORI SOMMINISTRATI

( Art. 23, comma 7 D.lgs- 276/2003 e Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per la categoria delle

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imprese fornitrici di lavoro temporaneo ovvero somministrato)

Articolo 44Norme Disciplinari

1. Il lavoratore temporaneo è tenuto a rispettare le disposizioni previste dai cont ratticollettivi e dai regolamenti delle imprese utilizzatrici, a norma dell’art. 7 della Legge n. 300del 20 maggio 1970 e dal comma i dell’art. 4 della Legge 196/97.

2. L’impresa fornitrice provvede inoltre ad affiggere nei locali della sede e degli ufficiperiferici, copia del presente CCNL, in modo da consentire ai lavoratori temporanei diprendere conoscenza delle norme disciplinari specifiche delle aziende fornitrici.

3. In relazione alla particolare natura dell’attività, il datore di lavoro deve aver cura dimettere i lavoratori in condizione di evitare ogni possibile equivoco circa le persone allequali ciascun lavoratore è tenuto a rivolgersi in casi di necessità o dalle quali ricevere ledisposizioni.

4. Il lavoratore deve svolgere con assiduità e diligenza i compiti assegnati, deve osservarescrupolosamente l’orario di lavoro, nonché conservare la più assoluta riservatezza sui dati esui fatti di cui viene a conoscenza.

5, L’inosservanza da parte dei personale comporta i seguenti provved imenti, che sarannopresi dal datore di lavoro in relazione all’entità delle mancanze:

a) ammonizione verbale; / b) ammonizione scritta;

e) multa non superiore all’importo di 4 ore di lavoro;

d) sospensione dal lavoro e dalla retribuzione per un periodo non superiore a 5 giorni.

6. La contestazione deve essere effettuata tempestivamente, non appena il datore di lavoroabbia ricevuto dall’impresa utilizzatrice gli elementi necessari per la formalizzazionedell’addebito.

7. L’eventuale adozione del provvedimento disciplinare deve essere comunicata allavoratore e, in copia, all’impresa utilizzatrice, in forma scritta entro 5 giorni dalla scadenzadel termine assegnato ai lavoratore per presentare le sue giustificazioni.

8. In caso di addebiti di particolare gravità, che possono prefigurare il licenziamento pergiusta causa, l’impresa di fornitura può disporre la sospensione cautelare non disciplinaredel lavoratore con effetto immediato.

9. Qualora nel corso della procedura sopra descritta, il rapporto di lavoro venga a cessareper scadenza del termine, i provvedimenti di ammonizione e di multa possono comunqueessere adottati dal datore di lavoro, fatte salve le possibi lità di ricorso del lavoratore.

Articolo 45Risoluzione del rapporto - Recesso lavoratori a tempo indeterminato

a) Recesso ex art. 2118 c.c.

1. Ai sensi dell’art. 2118, c.c., qualora si verifichino le condizioni per la risoluzione delrapporto per giustificato motivo oggettivo (raggiungimento dell’età pensionabile,superamento del periodo di comporto ecc.) ciascuno dei contraenti può recedere dalcontratto di lavoro a tempo indeterminato dando preavviso scritto a mezzo di lettera

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raccomandata con ricevuta di ritorno o altro mezzo idoneo a certificare la data diricevimento, nei termini del preavviso di cui all’art. 33 del presente CCNL.

b) Recesso ex art. 2119 c.c.

2. Ai sensi dell’art. 2119, c.c., ciascuno dei contraenti può recedere dal contratto di lavoro,prima della scadenza del termine, se il contratto è a tempo determinato o, senza preavviso,se il contratto è a tempo indeterminato, qualora si verifichi una causa che non consenta laprosecuzione anche provvisoria del rapporto (giusta causa).

3. La comunicazione deve essere effettuata per iscritto, a mezzo di lettera rac comandatacon ricevuta di ritorno o altro mezzo idoneo a certificare la data di ricevimento, contenentel’indicazione dei motivi.

4. A titolo esemplificativo ma non esaustivo, rientrano fra le cause di cui alla precedentelettera b) del presente articolo:

la recidiva nella non osservanza dell’obbligo di cui al quarto capoverso dell’art. 3; il diverbio litigioso seguito da vie di fatto in servizio anche fra i dipendenti, che

comporti nocumento o turbativa al normale esercizio dell’attività aziendale; l’insubordinazione verso i superiori, o verso il personale dell’impresa utilizzatrice

incaricata del coordinamento, accompagnata da comportamento oltraggioso; l’irregolare dolosa scritturazione o timbratura di schede di controllo delle

presenze al lavoro; l’appropriazione nel luogo di lavoro di beni aziendali o di terzi; il danneggiamento volontario di beni dell’impresa fornitrice/ utilizzatrice o di

terzi; l’esecuzione di lavoro nell’impresa per conto proprio o di terzi senza il permesso

del soggetto referente dell’impresa utilizzatrice; assenza ingiustificata per oltre tre giorni consecutivi o cinque nell’anno solare .

5. La società di fornitura comunica per iscritto ai lavoratore i fatti rilevanti ai fini delprovvedimento e ne esamina le eventuali deduzioni contrarie da comunicarsi nei cinquegiorni successivi alla contestazione. Ove venga applicato il licenziamento per giusta causa,esso, in caso di applicazione dell’art. 31, comma 8, ha effetto dal momento della dispostasospensione.

6. Se il contratto è a tempo indeterminato, al lavoratore che recede per giusta causacompete l’indennità di cui all’art. 29.

c) Normativa.

7. Nelle imprese comprese nelle sfere di applicazione della Legge 15 luglio 1966, n. 604,dall’art. 35 della Legge 20 maggio 1970, n. 300, e della Legge 11 maggio 1990, n. 108, neiconfronti del personale cui si applica il presente Contratto, il licenziamento può essereintimato per giusta causa (art. 2119 c.c. e lettera b) del presente Contratto) o per«giustificato motivo con preavviso», intendendosi per tale ji licenziamento determinato daun notevole inadempimento degli obblighi contrattuali del prestatore di lavoro, ovvero daragioni inerenti all’attività produttiva, all’organizzazione del lavoro e al regolarefunzionamento di essa.

8. Il datore di lavoro deve comunicare il licenziamento per iscritto, a mezzo di letteraraccomandata con ricevuta di ritorno o altro mezzo idoneo a certificare la data diricevimento.In caso di licenziamento per «giustificato motivo con preavviso» il lavoratore può chiedere

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entro 15 giorni dalla comunicazione del licenziamento i motivi che lo hanno determinato; intal caso il datore di lavoro è tenuto a indicarli per iscritto entro 7 giorni dalla richiesta.

9. Il licenziamento intimato senza l’osservanza delle norme di cui sopra è inefficace.10. Sono esclusi dalla sfera di applicazione del presente articolo i lavoratori in periodo diprova e quelli che siano in possesso dei requisiti di legge per avere diritto alla pensione divecchiaia.

d) Codice disciplinare

11. Ai sensi e per gli effetti dell’art. 7 della Legge 20 maggio 1970, n. 300, le disposizionicontenute neii’art. 31 del presente Ccnl, nonché quelle contenute nei regolamenti o accordiaziendali delle imprese fornitrici in materia di sanzioni disciplinari, devono essere portate aconoscenza dei lavoratori mediante affissione nelle bacheche esposte in luogo facilmenteaccessibile.

e) Nullità del licenziamento

12. Ai sensi delle leggi vigenti, il licenziamento determinato da ragioni di sesso, credopolitico o fede religiosa, dall’appartenenza a un sindacato e dalla partecipazione attiva adattività sindacali è nullo, indipendentemente dalla motivazione adottata.

f) Nullità del licenziamento per matrimonio

13. Ai sensi dell’art. i della Legge 9 gennaio 1963, n. 7, è nullo il licenziamento dellalavoratrice intimato a causa del matrimonio; a tali effetti si presume disposto per causa dimatrimonio, il licenziamento intimato alla lavoratrice nel periodo intercorrente fra il giornodella richiesta delle pubblicazioni di matrimonio, in quanto segua la celebrazione, e lascadenza di un anno dalla celebrazione stessa.

14. Il datore di lavoro ha facoltà di provare che il licenziamento della lavoratrice nel periodoindicato nel comma precedente non è dovuto a causa di matrimonio, ma per una delleipotesi previste dalle lettere a). b) e e) del terzo comma dell’art, 2 della Legge 30 dicembre1971, n. 1204. e cioè: licenziamento per giusta causa, cessazione dell’attività dell’azienda,ultimazione della prestazione per la quale la lavoratrice è stata assunta o cessazione delrapporto di lavoro per scadenza del termine per il quale è stato stipulato.

15. Per quanto attiene alla disciplina delle dimissioni rassegnate dalla lavoratrice nelperiodo specificato nel primo comma del presente articolo, si rinvia alle norme di legge.

Articolo 29Preavviso Lavoratori a tempo indeterminato

1. I termini di preavviso, a decorrere dal primo o dal sedicesimo giorno di ciascun mese,sono i seguenti :

I) Fino a cinque anni di servizio compiuto :GRUPPO A 60 giorni di calendarioGRUPPO B 30 giorni di calendarioGRUPPO C 20 giorni di calendarioII) Oltre cinque anni e fino a dieci anni di servizio :GRUPPO A 90 giorni di calendarioGRUPPO B 45 giorni di calendarioGRUPPO C 30 giorni di calendarioIII) Oltre i dieci anni di servizio compiuti :GRUPPO A 120 giorni di calendarioGRUPPO B 60 giorni di calendario

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GRUPPO C 45 giorni di calendario

Articolo 30Indennità sostitutiva del preavviso lavoratori a tempo indeterminato

1. Ai sensi del secondo comma dell'art. 2118, c.c., in caso di mancato preavviso allavoratore è corrisposta una indennità equivalente ad un importo giornaliero, ottenutodividendo la somma delle retribuzioni e dell'indennità di disponibilità degli ultimi 12 mesi per365 giorni, e moltiplicando il risultato per i giorni di preavviso spettanti (vedi art. 29C.C.N.L.).

Articolo 31Penalità di risoluzione anticipata da parte lavoratori a tempo determinato

In caso di risoluzione anticipata del rapporto da parte del lavoratore rispetto alla data discadenza prevista nel contratto iniziale o nelle successive proroghe, è stabili ta una penalitàdi risoluzione in capo allo stesso; tale penalità viene calcolata in 1 giorno ogni 15 dimissione residua non ancora effettuata, per un massimo di 7 giorni per il gruppo C, di 10giorni per il gruppo B e 20 giorni per il gruppo A. Tale disposizione non si applica allerisoluzioni che si verificano nei primi 15 giorni del rapporto di lavoro. In caso dicomunicazione preventiva del recesso anticipato, in misura pari al numero di giornate dipenale imputabili, la stessa non viene applicata.

SICUREZZA SUL LAVOROArticolo 21

Igiene e sicurezza del lavoro

1. Si intendono integralmente richiamate le disposizione del D.Lgs. n. 81 del 9 aprile2008 e successive modificazioni.

2. Restano ferme le disposizioni previste all’art, 23 comma 5 della D.Lgs. n, 276 del 10settembre 2003 circa gli obblighi di informazione generale nonché di formazione edaddestramento all’uso delle attrezzature e ai dispositivi di protezione individuale.

3. In conformità a quanto previsto dall’art, 36 del D.Lgs. n. 81 de l 9 aprile 2008 i lavoratorisono informati, mediante il contratto di lavoro o la lettera di incarico, circa il referentedell’impresa utilizzatrice incaricato di fornire loro le informazioni sui rischi per la salute esicurezza sul lavoro connessi alla attività della impresa in generale; sul nominativo delresponsabile dei lavoratori per la sicurezza (RLS); sulle procedure che riguardano il primosoccorso, la lotta antincendio, l’evacuazione dei luoghi di lavoro; sulle eventuali mansioniche comportino sorveglianza medica speciale; sui nominativi dei lavoratori incaricati diapplicare le misure di cui agli articoli 45 e 46 del D,Lgs, n. 81 del 9 aprile 2008; suinominativi del responsabile e degli addetti dei servizio di prevenzione e protezione (RSPP),e del medico competente ove presente.

Nel caso in cui il contratto di somministrazione preveda che gli obblighi, di cui all’art. 23comma 5 della D.Lgs. n. 276 del 10 settembre 2003, siano adempiuti dall’impresautilizzatrice, il contratto di lavoro o la lettera di incarico ne contengono la relativaindicazione. Ai sensi dell’art. 37, comma 4, lett. a) del D.Lgs. n. 81 del 9 aprile 2008, laformazione compresa quella di cui all’articolo 14, comma 5, ove previsto, l’addestramentospecifico devono avvenire all’inizio dell’utilizzazione e comunque prima dell’inizio effettivodell’attività lavorativa.

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4. All’atto della stipula dei contratto di lavoro o della lettera di incarico, i lavoratori insomministrazione ricevono, sull’apposito modulo consegnato dalle APL ed il cui modello èriportato in allegato 1, le informazioni sui rischi generali per la salute e la sicurezzaconnessi alla attività produttiva e sui nominativi dei responsabili di riferimento, di cui alpunto precedente.

Nel caso in cui i lavoratori vengano adibiti a mansioni che richiedano una sorveglianzamedica speciale o comportino rischi specifici, qualora intervenuti successivamente e quindinon comunicati all’atto della stipula del contratto, l’impresa utilizzatrice ne dà tempestivainformazione ai lavoratori stessi ai ni dell’applicazione degli articoli 41 e 42 dei D.Lgs. n. 81del 9 aprile 2008.

5. Ad ogni nuova missione o lettera di incarico le APL consegnano ai lavoratori insomministrazione una nota informativa che riporti un riepilogo degli obblighi previsti dallalegge in materia. Tale nota informativa potrà essere realizzata della Commissione PariteticaNazionale per l’Igiene e la Sicurezza sul Lavoro.

6. La sorveglianza sanitaria obbligatoria, ove richiesta, resta a carico dell’impresautilizzatrice.

7. Al fine della tutela della salute, al lavoratore in somministrazione, ai sensi dell’art. 25,comma 1, lett. e) del D.Lgs. n. 81 del 9 aprile 2008, è fornita a cura del med ico ompetentedell’utilizzatore copia cartella sanitaria e di rischio, di cui all’art. 25, comma 1, lett, e) delcitato decreto. L documentazione di cui al comma precedente segue il lavoratoretemporaneo in missioni success1v anche alle dipendenze di più imprese di fornitura.

8Ai fini dell’applicazione di quanto previsto dall’ art. 4, comma 2, del D.Lgs. n. 81 del 9apri1e2008, i lavoratori in somministrazione si computano sulla base del numero di ore di lavoroeffettivamente prestato nell’arco di un semestre.

9. La mancata osservanza da parte dell’utilizzatore degli obblighi previsti dalla legge, daipresente contratto collettivo e da quello applicato presso lo stesso, con particolareriferimento alla azione di - informazione, formazione e addestramento professionale,nonché di dotazione dei dispositivi di protezione e sicurezza, costituisce giusta causa didimissioni da parte del lavoratore.

A tale scopo il lavoratore dà comunicazione preventiva della violazione intervenuta alla APLed all’utilizzatore, dichiarando la interruzione della attività lavorativa. Qualora nell’arcodelle 24 ore successive non si determini la rimozione della violazione, il lavoratore puòdimettersi per giusta causa con raccomandata R.R. Al lavoratore dimesso per giusta causacompete l’intero trattamento retributivo per il periodo contrattualmente previsto, conobbligo dell’onere a carico dell’utilizzatore. Il trattamento retributivo sarà anticipato allavoratore dall’APL con le previste modalità di erogazione.

INOLTREIl lavoratore durante l'intero periodo della somministrazione, dovrà attenersi alleinformazioni sui rischi specifici ed alle misure di prevenzione e di emergenza organizzatedalla Società Utilizzatrice, cooperando con quest'ultima all'attuazione delle medesimemantenendo modi corretti ed un atteggiamento serio e responsabile improntato allamassima cordialità con i colleghi di lavoro e con il personale appartenente ad altre aziende.

- transitare tanto in entrata che in uscita dall'ingresso riservati ai dipendenti efornire, a richiesta del personale preposto al control lo, un documento diriconoscimento a fronte del quale potrà essere consegnato un "pass" ocartellino di riconoscimento;

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- non accedere, se non autorizzato, con il proprio autoveicolo nell'area aziendale;- non accedere nei locali del Committente con esclusione di quelli ove deve

prestare servizio;- non introdurre nei locali di lavoro oggetti o merce eccezion fatta per gli effetti

personali;- non utilizzare il telefono aziendale, eventuali comunicazioni telefoniche

personali sono vietate, salvo i casi di effettiva necessità o gravità;- in caso di utilizzo di armadietto guardaroba, la chiave dovrà essere richiesta al

personale di vigilanza, se esistente, o ad un responsabile dell’aziendautilizzatrice e trattenuta per la durata dell'intera missione, rendendosidisponibile ad eventuali controlli, circa il contenuto degli armadietti, cheavverranno sempre alla presenza dell'interessato.

Si ricorda che qualora il lavoratore venga colto ad appropriarsi indebitamente di beni ilrapporto di lavoro viene risolto per giusta causa ai sensi dell'art 2119 del c.c. oltre chepassibile di denuncia alla competente Autorità Giudiziaria.

=================§§=================

INFORMATIVA AL PERSONALE FEMMINILED.lgs. 26.3.2001 n. 151

Art. 11

COSA FARE IN CASO DI GRAVIDANZA. IL CONGEDO DI MATERNITÀL'art. 16 del d. lgs. n° 151/01 dispone il divieto di adibire al lavoro le donne durante i duemesi precedenti la data presunta del parto e per i tre mesi successivi al parto stesso.A norma dell'art. 20, 1° comma, del citato decreto, le lavoratrici hanno la facoltà diastenersi dal lavoro a partire dal mese precedente la data presunta del parto (anziché dal 7°mese di gravidanza) e nei quattro mesi successivi al parto (anziché fino al 3° mese dopo ilparto), a condizione che il medico specialista del S.S.N. ed il medico competente aziendaleattestino che tale opzione non arrechi pregiudizio alla salute della lavoratrice e delnascituro.a norma dell'art. 17, del già richiamato d. lgs. 151/01, il congedo obbligatorio per maternitàpuò essere anticipato, ed in taluni casi posticipato fino a sette mesi dopo il parto, in baseall'interdizione al lavoro disposta dal servizio ispezione del lavoro della D.P.L.territorialmente competente.

L'INTERDIZIONE DI CUI SOPRA SI ATTUA IN PRESENZA DELLE SEGUENTI CONDIZIONI:

- quando vi siano complicazioni della gestazione o preesistenti patologie che possonoessere aggravate dalla gravidanza; ( art. 17 lett.a), D.lgs. 26.3.2001 n. 151)

- quando le condizioni di lavoro ed ambientali siano da ritenersi pregiudizievoli allasalute della donna e del bambino; ( art. 17 lett.b), D.lgs. 26.3.2001 n. 151)

- quando le lavoratrici di cui alla precedente lettera b) non possano essere adibite adaltre mansioni compatibili con lo stato di gestazione. ( art. 17 lett.c), D.lgs.26.3.2001 n. 151 )

La D.P.L. competente per territorio (e cioè ove è ubicata l'abitazione della lavoratrice), aseguito di apposita istanza della lavoratrice, sulla base di certificazione medica redatta daente pubblico (ASL o azienda ospedaliera) potrà autorizzare l’astensione anticipata dallavoro. In tal caso la lavoratrice dovrà fornire, alla medesima D.P.L. un certificato medicocontenente i dati relativi alla data delle ultime mestruazioni, alla data presunta del partoalla diagnosi e prognosi.

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Il provvedimento di interdizione dal lavoro può seguire due diversi iter.

1. La lavoratrice comunica al datore di lavoro il proprio stato di gravidanza,consegnando apposito certificato medico al proprio diretto superiore (che deverilasciarle ricevuta). Il datore di lavoro previo accordo con la società utilizzatrice, nelcaso risultasse l'impossibilità a spostare la lavoratrice a mansioni compatibili con lostato di gravidanza, richiederà, al servizio ispezione del lavoro della D.P.L., ilprovvedimento di astensione anticipata dal lavoro per la lavoratrice interessata;

2. la lavoratrice, in alternativa, con una dichiarazione aziendale ove si attesta che ladipendente non può essere adibita ad altre mansioni.si reca presso il servizioispezione del lavoro della direzione prov.le dei lavoro competente per territorio (oveè ubicata la sede di lavoro) munita di certificazione medica attestante lo stato digravidanza e richiede l'istruzione della relativa pratica per l'interdizione anticipata.Copia della ricevuta di avvenuta presentazione della documentazione alla direzioneprovinciale del lavoro dovrà essere quanto prima consegnata al datore di lavoro.

INFORMAZIONE ALLE LAVORATRICI DA PARTE DELLA SOCIETÀ UTILIZZATRICEIn ottemperanza a quanto stabilito dal combinato disposto dell'art. 36 del d.lgs.9 aprile 2008, n. 81 e dell'art. 11 c.2 d.lgs 151/01 e art. 23 comma 5 ultimo capoverso deld.lgs 10.09.2003 n. 276 la lavoratrice dovrà essere informata dall’azienda utilizzatrice circai risultati della valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute delle lavoratrici (art. 11 c. 1d.lgs 151/01) e sulle conseguenti misure adottate.

RIFERIMENTI NORMATIVIArt. 8

1. le donne, durante la gravidanza, non possono svolgere attività in zone classificate o,comunque, ad attività che potrebbero esporre il nascituro ad una dose che ecceda unmillisievert durante il periodo della gravidanza.2. è fatto obbligo alle lavoratrici di comunicare al datore di lavoro il proprio stato digravidanza, non appena accertato.3. è altresì vietato adibire le donne che allattano ad attività comportanti un rischio dicontaminazione.

Art. 11 - 1° comma :fermo restando il divieto, sancito dal 1° e 2° comma del!'art. 7 del d. lgs. 151/01, di adibireal lavoro le lavoratrici durante il periodo di gravidanza e fino a sette mesi di età del figlio, ildatore di lavoro, nell'ambito ed agli effetti della valutazione valuta i rischi per la sicurezza ela salute delle lavoratrici, in particolare i rischi di esposizione ad agenti fisici, chimici obiologici, processi o condizioni di lavoro di cui all'allegato c dei d. lgs. 151/01, individuandole misure di prevenzione e protezione da adottare.

Art. 11 - 2° comma :l'obbligo di informazione, stabilito dall'articolo 36 del d. lgs. 81/2008 e successive modifiche,comprende quello di informare le lavoratrici ed i loro rappresentanti per la sicurezza suirisultati della valutazione e sulle conseguenti misure di protezione e di prevenzioneadottate.

Art. 12 -1° comma:qualora i risultati della valutazione di cui al precedente art. 11, comma 1°, rivelino unrischio per la sicurezza e la salute delle lavoratrici, il datore di lavoro, su segnalazione dellasocietà utilizzatrice adotta le misure necessarie affinché l'esposizione al rischio dellelavoratrici sia evitata, modificandone temporaneamente le condizioni o l'orario di lavoro.

Art. 12 - 2° comma:ove la modifica delle condizioni o dell'orario di lavoro non sia possibile per motiviorganizzativi o produttivi, il datore di lavoro che si trova nell' impossibilità di adibiretemporaneamente la lavoratrice ad altra mansione confacente con lo stato di gravidanza,inoltra istanza al servizio ispettivo del ministero del lavoro territorialmente competente, che

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dispone l'interdizione dal lavoro per tutto il periodo di cui all'art. 6, comma 1° (durante ilperiodo di gravidanza e, nei casi previsti dalla legge, fino a sette mesi di età del figlio).

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COMPETENZE e FUNZIONI

Il Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 oltre a definire la figura del datore di lavorodefinisce anche quella del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, che ha ilcompito di gestire l'igiene e la sicurezza nei luoghi di lavoro, del Medico Competente, cheeffettua le visite mediche obbligatorie e quella del Rappresentante dei Lavoratori per lasicurezza, che non è il rappresentante sindacale che si è abituati a vedere, ma è unospecialista che affiancherà il servizio di prevenzione e protezione per una gestione comunedelle problematiche aziendali in tema di sicurezza.

DEFINIZIONI«lavoratore»:persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativanell’ambito dell‘organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senzaretribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione,esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari.«datore di lavoro»:il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che,secondo il tipo e l’assetto dell’organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la propriaattività, ha la responsabilità dell’organizzazione stessa o dell’unità produttiva in quantoesercita i poteri decisionali e di spesa.lavoratore somministrato:persona, dipendente da una impresa di somministrazione – Agenzia per il Lavoro, chepresta la propria attività secondo le istruzioni impartite dall'impresa utilizzatrice perl'esecuzione e la disciplina del rapporto di lavoro e tenuta all'osservanza di tutte le norme dilegge e di contratto collettivo applicate ai lavoratori dipendenti dall'impresa utilizzatrice«dirigente»:persona che, in ragione delle competenze professionali e di poteri gerarchici e funzionaliadeguati alla natura dell’incarico conferitogli, attua le direttive del datore di lavoroorganizzando l’attività lavorativa e vigilando su di essa;«preposto»:persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici efunzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovrintende al la attività lavorativa egarantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione daparte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa;«responsabile del servizio di prevenzione e protezione»: persona in possesso delle capacitàe dei requisiti professionali designata dal datore di lavoro, a cui risponde, per coordinare ilservizio di prevenzione e protezione dai rischi;«addetto al servizio di prevenzione e protezione»: persona in possesso delle capacità e deirequisiti professionali facente parte del servizio di cui alla lettera l) del presente articolo;«medico competente»: medico in possesso dei requisiti formativi e professionali checollabora, con il datore di lavoro ai fini della valutazione dei rischi ed è nominato dallostesso per effettuare la sorveglianza sanitaria e per tutti gli altri compiti previsti dalla legge.rappresentante dei lavoratori per la sicurezza»: persona eletta o designata perrappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezzadurante il lavoro;«servizio di prevenzione e protezione dai rischi»: insieme delle persone, sistemi e mezziesterni o interni all’azienda finalizzati all’attività di prevenzione e protezione dai rischiprofessionali per i lavoratori;

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«sorveglianza sanitaria»: insieme degli atti medici, finalizzati alla tutela dello stato di salutee sicurezza dei lavoratori, in relazione all’ambiente di lavoro, ai fattori di rischioprofessionali e alle modalità di svolgimento dell’attività lavorativa;«prevenzione»: il complesso delle disposizioni o misure necessarie per evitare o diminuire irischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell’integrità dell’ambienteesterno;«salute»: stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo inun’assenza di malattia o d’infermità;«valutazione dei rischi»: valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute esicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito dell’organizzazione in cui essi prestano lapropria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezionee ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo deilivelli di salute e sicurezza;«pericolo»: proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale dicausare danni;«rischio»: probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni diimpiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione;zona pericolosa: qualsiasi zona all'interno ovvero in prossimità di una attrezzatura dilavoro nella quale la presenza di un lavoratore costituisca un rischio per la salute e lasicurezza dello stesso;«unità produttiva»: stabilimento o struttura finalizzati alla produzione di beni oall’erogazione di servizi, dotati di autonomia finanziaria e tecnico funzionale;«formazione»: processo educativo attraverso il quale trasferire ai lavoratori ed agli altrisoggetti del sistema di prevenzione e protezione aziendale conoscenze e procedure utili allaacquisizione di competenze per lo svolgimento in sicurezza dei rispettivi compiti in aziendae alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi;«informazione»: complesso delle attività dirette a fornire conoscenze utili allaidentificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi in ambiente di lavoro;«addestramento»: complesso delle attività dirette a fare apprendere ai lavoratori l’usocorretto di attrezzature, macchine, impianti, sostanze, dispositivi, anche di protezioneindividuale, e le procedure di lavoro;movimentazione manuale dei carichi: le operazioni di trasporto o di sostegno di un caricoad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tir are,portare o spostare un carico che, per le loro caratteristiche o in conseguenza dellecondizioni ergonomiche sfavorevoli comportino, tra l'altro, rischi di lesioni dorso-lombari;patologie da sovraccarico biomeccanico: patologie delle strutture osteoarticolari,muscolotendinee e nervovascolari.lesioni dorso- lombari: lesioni a carico delle strutture osteomiotendinee e nervovascolari alivello dorso-lombareattrezzatura di lavoro: qualsiasi macchina, apparecchio, utensile o impianto destinato adessere usato durante il lavoro;dispositivo di protezione individuale (D.P.I.): qualsiasi attrezzatura destinata ad essereindossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibilidi minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento oaccessorio destinato a tale scopo;esposizione quotidiana personale di un lavoratore al rumore ( Lep, d ), :l'esposizione quotidiana personale di un lavoratore al rumore espressa in dBA misurata,calcolata e riferita ad 8 ore giornaliere.posto di lavoro con VDT.: l'insieme che comprende le attrezzature munite divideoterminale, eventualmente con tastiera ovvero altro sistema di immissione dati, ovverosoftware per l'interfaccia uomo-macchina, gli accessori opzionali, le apparecchiatureconnesse, comprendenti l'unità a dischi, il telefono, il modem, la stampante, il supporto peri documenti, la sedia, il piano di lavoro, nonché l'ambiente di lavoro immediatamentecircostante;videoterminale: uno schermo alfanumerico o grafico a prescindere dal tipo di procedimentodi visualizzazione utilizzato;

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segnaletica di sicurezza: una segnaletica che fornisca una indicazione o una prescrizioneconcernente la sicurezza o la salute sul luogo di lavoro, e che utilizza a seconda dei casi, uncartello, un colore, un segnale luminoso o acustico una comunicazione verbale o un segnalegestuale;

vie di emergenza: percorso senza ostacoli ad deflusso che consente alle persone cheoccupano un edificio o un locale di raggiungere un luogo sicuro;uscite di emergenza: passaggi che immettono in luogo sicuro;luogo sicuro: luogo nel quale le persone sono da considerarsi al sicuro dagli effettideterminati dall'incendio o da altre situazioni di emergenza.

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (D.P.I.)

Sono considerati dispositivi di protezione individuale (DPI) qualsiasi attrezzatura destinataad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggersi contro uno o più rischisuscettibili di minacciarne la sua sicurezza o salute durante il lavoro, nonché ognicomplemento accessorio destinato a tale scopo.

Tali mezzi devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o ridotti damisure tecniche di prevenzione.

Il mancato utilizzo dei dispositivi di protezione individuale può determinare situazioni dirischio anche gravi a seconda delle circostanze o dell'agente o evento dannoso da cui illavoratore, pur avendone la possibilità, non si è protetto.A tale scopo qui di seguito vengono fornite le informazioni sui princ ipali dispositivi diprotezione individuale da utilizzare nei luoghi di lavoro:scarpe di sicurezza, questi mezzi protettivi presentano in generale le seguenticaratteristiche: la suola è resistente agli agenti corrosivi agli oli, al calore, e risultaantisdrucciolevole; la punta è protetta con puntale in acciaio incorporato, capace di resistereallo schiacciamento; la pianta è munita soletta interna antiperforazione, a lamella d'acciaio,capace di resistere all'azione di schegge, chiodi, trucioli metallici , ecc.; per la protezione delmetatarso dall'urto di materiali ed oggetti si usano calzature alte con eventuali rinforzid'acciaio sulla parte posteriore. Per i lavoratori che operano su pavimentazioni molto fredde(celle frigorifere, surgelati) o ardenti, le scarpe sono munite di intersuola termoisolante;elmetto, l'elmetto o casco di protezione è un copricapo rigido, resistente agli urti e leggeroper proteggere il capo dai pericoli di offesa per caduta di materiali dall'alto o per esposizioniai raggi del sole. Il materiale dell'elmetto deve essere rigido, ma anche elastico , daassorbire il colpo senza spezzarsi ; occorre una bardatura di sostegno fermamenteancorata alla calotta stessa che deformandosi sotto l'impatto di un oggetto, attutisce eassorbe il colpo attenuandone gli effetti;copricapo, tale dispositivo di protezione viene impiegato per proteggere il cuoio capelluto eper impedire che i capelli possano impigliarsi negli organi in movimento delle macchine oper motivi di igiene se l'attività e svolta in presenza di prodotti alimentari. Allo scopopossono definirsi copricapo del tipo leggero berretti, cuffie, retine con o senza visiera;guanti e manopole, per la protezione delle mani dei lavoratori che maneggiano oggetti caldio per proteggersi contro i pericoli di tagli o, abrasioni , può essere sufficiente un normaleguanto da lavoro in cuoio. Quando il rischio sia di particolare rilevanza, occorrerà un guantoprotettivo che assicuri una maggiore resistenza come ad esempio del ti po a magliametallica; per quei lavoratori che abitualmente vengono a contatto con acqua e/o detersivoo che operano a contatto con prodotti di scarto o rifiuti, è sufficiente un guanto in gommache protegga fino a metà degli avambracci;grembiuli, per proteggere la parte del corpo esposta a spruzzi di liquidi, o proiezioni dimateriale ad alta temperatura nonché a rischio di taglio (per es. macellai) si usano grembiuliche, a seconda della lavorazione, sono costituiti in cuoio, tessuto resistente al fuoco, magliametallica ecc.

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capi di abbigliamento in genere, non sono ammessi sul luogo di lavoro indumenti personalio abbigliamenti capaci di costituire pericolo per l'incolumità del personale: quindi nondevono essere portate sciarpe e cravatte in ambienti ove esistono organi di macchine inmovimento, le maniche devono essere sempre ben strette ed allacciate, non si devonoindossare bracciali, anelli e orologi i calzoni non devono essere troppo lunghi, gli indumentidevono essere puliti e mai insudiciati di sostanze infiammabili quali: grasso, olio, benzina,vernici, solventi, ecc.tamponi auricolari - cuffie antirumore, servono per proteggere l'apparato uditivo dai rumorifastidiosi o dannosi durante lo svolgimento di operazioni per le quali non è possibile adottarealcun accorgimento tecnico risolutivo alla fonte. Tali mezzi individuali di protezionedell'udito sono obbligatori quando l'esposizione quotidiana al rumore sia superiore ouguale a 85 dBA.I tamponi auricolari sono costituiti di materiale morbido e possono essere modellati peradattarli a qualsiasi condotto auricolare;le cuffie antirumore sono considerate il mezzo migliore per la protezione dell'udito in quantooffrono un'attenuazione ottimale del rumore, le stesse normalmente pesano circa 300grammi ed esercitano una pressione sulle orecchie non superiore a 10 N ( 1 Kgp).protezione integrale del corpo, per proteggere il corpo dalle basse temperature (per es.cellisti) si usano indumenti a totale copertura del corpo (eskimo) imbottiti edimpermeabilizzati allo scopo d ridurre al minimo la dispersione del calore del corpo.protezione delle vie respiratorie, il respiratore antipolvere è composto da due parti: facciale efiltro.Esistono vari tipi di filtri: per polveri grossolane, fini ed ultrafini, per fumi e nebbie (es.vernici polverizzate ecc.).I respiratori antipolvere devono avere le seguenti caratteristiche:

il facciale deve essere conformato in modo da aderire perfettamente al viso; il filtro non deve porre eccessiva resistenza al passaggio dell'aria. Con l'uso i filtri

tendono ad intasarsi per la polvere trattenuta, occorrerà pertanto soffiarli con ariacompressa o sostituirli.

le valvoline di scarico dell'aria espirata devono funzionare perfettamente e consentirela facile ispezionabilità (nei respiratori sprovvisti di valvole d'aria espirata umidabagna il filtro che si satura di polvere);

la bardatura deve consentire l'agevola regolazione per un corretto fissaggio delrespiratore sul viso dell'operatore.

Maschera antigas e filtroIl facciale, a differenza di quello del respiratore antipolvere copre solitamente tutto il viso,ed è munito di schermo trasparente in corrispondenza degli occhi. I filtri possono esseremonovalenti, polivalenti o universali, a seconda che servano a trattenere uno o più gas econtrassegnati con colori diversi a seconda del tipo di gas per cui sono adatti.I filtri devono essere conservati all'asciutto e ben chiusi e non utilizzati oltre la data discadenza indicata dal fornitore. Lo schermo trasparente, laddove richiesto dalle necessitàdella lavorazione, deve assicurare ampia visibilità e far sì che il facciale abbia perfettaaderenza al viso.

LA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI.

Rischi e cause di infortuni connessi alla movimentazionemanuale dei carichi.

I rischi connessi con la movimentazione manuale dei carichi possono essere individuati inuna o più delle seguenti cause:

al mancato utilizzo di mezzi appropriati messi a disposizione dal datore di lavoro, inparticolare attrezzature meccaniche, per evitare la necessità di una inutilemovimentazione manuale dei carichi da parte degli addetti;

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al disordine nei luoghi di lavoro e di passaggio; alla scorretta sistemazione dei bancali o di altri materiali; alla mancata osservanza delle norme di prevenzione infortuni e delle misure disposte

dall'azienda ai fini della sicurezza individuale e collettiva; al compiere, di propria iniziativa, operazioni o manovre che possono compromettere

la propria o la altrui sicurezza; alla distrazione, all'eccessiva stanchezza, alla scarsa riflessione o all'imprudenza.

L'allegato XXXIII del D.Lgs. 81/2008 (All. 1) evidenzia alcuni elementi di riferimento cheindividuano la possibilità di contrarre lesioni dorso-lombari con particolare riguardo:

alle caratteristiche del carico che può costituire un rischio tra l'altro dorsolombare quando è troppo pesante (Kg. 30), ingombrante, molto difficile daafferrare, in equilibrio instabile o è collocato in una posizione tale per cuideve essere maneggiato da una certa distanza dal tronco o con unatorsione o inclinazione dello stesso;

alle caratteristiche dell'ambiente con particolare riferimento al pavimento chenon deve presentare buche o sporgenze pericolose o rischi di scivolamento;

allo sforzo fisico richiesto allorquando è eccessivo, oppure comportante unmovimento brusco e/o in posizione instabile;

RACCOMANDAZIONI PER GLI ADDETTI ALLA MOVIMENTAZIONEMANUALE DEI CARICHI

La movimentazione manuale dei carichi, che comprende il sollevare, deporre, spinge re,tirare, portare o postare un carico può, in determinate condizioni ergonomiche sfavorevoli,provocare, come già detto, lesioni dorso-lombari, ovvero quelle lesioni dolorose a caricodelle strutture osteomiotendinee e nervovascolari a livello dorsale e/o lombare nonchèinfortuni di vario genere..Le informazioni di seguito descritte, hanno lo scopo di fornire indicazioni utili per evitare ,per quanto possibile, il verificarsi degli inconvenienti anzidetti:

evitare il sollevamento manuale del carico quando è disponibile l'attrezzaturameccanica appropriata, messa a disposizione dal datore di lavoro;

evitare di sollevare i carichi flettendo il tronco; evitare il trasporto a braccia quando è possibile l'uso di un mezzo meccanico

adatto al tipo ed al peso del carico; evitare di spostare, tirare o trasportare carichi con le mani unte di olio o

grasso; evitare, per quanto possibile, di tirare i carrelli a mano ma spingere gli stessi,

specialmente se non sono muniti di timone di traino; usare, le scarpe antinfortunistiche in dotazione per la protezione dei piedi; evitare l'impiego di parti del corpo quali: gambe, braccia, testa, piedi ecc.

per fare leva e/o per ottenere la forza necessaria per lo svolgimento dellamansione;

evitare movimenti continui e ripetitivi che sollecitano una medesima partedel corpo specialmente se trattasi della struttura dorso lombare;

ridurre il peso al minimo, quando si tratta di carichi multipli della stessaspecie o avente lo stesso confezionamento, in modo che i pesi damovimentare siano inferiori a 30 Kg per gli uomini, a 20 Kg per le donne egli adolescenti e a 15 Kg per le adolescenti;

nell'ipotesi che non sia possibile scomporre il peso, per rientrare nei minimiconsigliati indicati al precedente punto, ricorrere all'aiuto di più lavoratori;

modificare, quando è possibile, la forma ed il volume del carico perpermettere una facile presa del medesimo;

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posizionare in modo tale che non richiedano, successivamente, unamovimentazione difficoltosa comportante, ad esempio, la presa lontana deltronco o costringendo quest'ultimo a torsioni o inclinazioni pericolose;

utilizzare procedure atte ad evitare movimenti bruschi e l'assunzione diposizioni instabili del corpo;

segnalare, durante la movimentazione, i carichi di rilevante lunghezzamantenendo, durante il trasporto, l'estremità anteriore in posizione elevata;

non depositare carichi che ingombrano scale, impianti antincendio, mezzi dipronto soccorso o luoghi di passaggio.

RACCOMANDAZIONI PER GLI ADDETTI ALLA MOVIMENTAZIONEMECCANICA DEI CARICHI

Rischi connessi alla movimentazione meccanica dei carichi

La sicurezza nelle operazioni di movimentazione dei carichi può essere realizzata,essenzialmente, attraverso la sinergia di tre fattori: l'uomo, il mezzo meccanico e l'ambientedi lavoro:

è indispensabile attuare un'efficace prevenzione tecnica, migliorando, laddove è necessario,le condizioni di lavoro, ma occorre la collaborazione dell'uomo, il quale , consapevole che ilraggiungimento di buoni risultati dipende in larga misura anche da lui, deve adottare uncomportamento consono alla sicurezza;

il mezzo meccanico deve risultare adatto alla natura, alla forma ed al volume dei carichi chedeve sollevare e trasportare, nonché alle condizioni di impiego con particolare riguardo allefasi di avviamento e di arresto del medesimo;

l'ambiente di lavoro può determinare incidenti qualora lo spazio di manovra non risultilibero e sufficiente, il pavimento non sia ineguale, il piano di lavoro non sia posto sudislivelli che implicano la successiva manipolazione del carico.

NORME PER IL CORRETTO USO DEIMEZZI MECCANICI

Le attrezzature meccaniche utilizzate per la movimentazione dei carichi devono essereimpiegate dal lavoratore secondo le seguenti modalità allo scopo di evitare il p iù possibileinfortuni sul lavoro:

è vietato, procedere durante il moto, all'attacco ed al distacco dei mezzi intraino;

i conducenti dei mezzi di trasporto a motore, alla cessazione del servizio,devono asportare la chiave di avviamento, per evitare l'utilizzo del mezzo daparte di personale non addetto;

è vietato entrare con mezzi meccanici a motore nei locali ove esiste unospecifico ed elevato pericolo di scoppio o incendio, a meno che non si trattidi mezzi appositamente idonei;

i conducenti dei mezzi meccanici di sollevamento e trasporto devono sempreprocedere con la massima prudenza adeguando la velocità allecaratteristiche del percorso, nel rispetto della segnaletica verticale eorizzontale, nonché tenendo sempre la destra, evitando di fare sorpassispecialmente in curva e dando la precedenza ai veicoli che provengono dadestra;

segnalare, con apposito avvisatore acustico e/o luminoso per richiamarel'attenzione delle persone che si trovino lungo il percorso per consentirnel'allontanamento specialmente durante l'attraversamento di porte, incroci,passaggi pedonali ed angoli ciechi;

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il carico, quando particolarmente ingombrante, deve essere seguito da unaseconda persona a terra che dia le opportune segnalazioni al conducentenon avendo quest'ultimo una perfetta visione del percorso;

evitare accelerazioni improvvise nelle fasi di partenza, le frenate brusche e lesterzate violente specialmente nei tratti in pendenza ciò al fine di nondanneggiare il mezzo ed evitare un incidente per rovesciamento del carico oribaltamento del mezzo stesso;

nel percorrere tratti in pendenza bisogna marciare in modo da assicurare laprotezione del conducente garantendo la stabilità del carico che, comunque,deve essere ancorato in modo da evitarne la caduta o lo spostamento;

nel transitare al di sotto di linee elettriche aeree con autogrù o conautomezzi in genere aventi sagoma di ingombro che si estendenotevolmente in altezza bisogna evitare avvicinamenti pericolosi alle linee ditensione con conseguenti pericoli di folgorazione;

al conducente è vietato sporgersi con le parti del corpo fuori dalla sagomadel mezzo;

è vietato al conducente il trasporto di persone sul mezzo o sul rimorchiotrainato. Lo stesso conducente, non rispettando il suddetto divieto, siassumerebbe una grave responsabilità specialmente se la personatrasportata, a seguito di una eventuale caduta dovesse riportare dellelesioni.

Il conducente ha il compito di mantenere in buono stato di conservazione e di efficienza imezzi la lui affidati e di segnalare, a chi di dovere, guasti o inefficienze di parti del mezzomeccanico in uso; in particolare il conducente ha cura di segnalare:

l'inefficienza dell'impianto frenante; il cattivo funzionamento della segnalazione acustica; l'irregolare funzionamento dello sterzo e dei dispositivi di sollevamento dei carichi; l'usura del rivestimento in gomma delle ruote e/o la scarsa pressione dell'aria dei

pneumatici.

Le operazioni di agganciamento dei rimorchi alle motrici devono avvenire ponendoattenzione, in modo da evitare lo schiacciamento delle mani o di altre pareti del corpo fra iltimone del rimorchio e l'organo di collegamento al carrello.

Il conducente non deve abbandonare in luoghi di lavoro o lungo le vie di transito, né sutratti in pendenza o nelle immediate vicinanze di porte, curve ed angoli ciechi il mezzo ditrasporto a lui affidato.

Al conducente è vietato trasportare un carico che superi la portata massima del mezzo ditrasporto; ciò comprometterebbe l'efficienza del mezzo e la sua stabilità.

Il conducente del carrello elevatore a forche deve conoscere le portate massime trasportabiliin relazione al baricentro del carico.

Il trasporto dei carichi va effettuato con le forche posizionate il più possibile verso terra edinclinate all'indietro; il carico va posto il più vicino possibile, per ragioni di stabilità, aimontanti verticali.

É vietato sollevare o abbassare il carico durante la marcia allo scopo di non comprometterela stabilità del carico.

Il conducente deve condurre il mezzo di trasporto nelle apposite vie di transito allo scopo dievitare di urtare con il medesimo mezzo, materiali, strutture di edifici, ponteggi,scaffalature, apparecchiature elettriche, ecc..

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É vietato fumare o avvicinare fiamme libere in prossimità del le batterie, specialmentedurante le operazioni di ricarica, a causa del pericolo di incendio o di esplosione determinatodallo sviluppo di idrogeno dalle batterie stesse.

É vietato all'operatore addetto ai mezzi meccanici di sollevamento e di trasporto, far passarei carichi sospesi sopra i luoghi per i quali l'eventuale caduta del carico costituisce pericolo;nel caso ciò non sia possibile l'operatore è tenuto a preannunciare la manovra perconsentire l'allontanamento delle persone.

MAGAZZINIERI ADDETTI NELLE CELLE FRIGORIFERE

Per il personale addetto alla movimentazione dei carichi manualmente o con mezzimeccanici all'interno delle celle frigorifere valgono le medesime informazioni, prescrizioni ,raccomandazioni e divieti indicati nei paragrafi precedenti riguardanti lo stesso argomento.Il personale che entra nelle celle frigorifere per scaricare o caricare le merci o per qualsiasialtro motivo, è obbligato a fare uso degli appositi indumenti protettivi contro il freddo, fornitisul posto dall'azienda utilizzatrice. L'eventuale inosservanza di detta prescrizione puòdeterminare rischi di malattie da perfrigerazione che in particolare possono colpirel'apparato respiratorio e circolatorio.É necessario curare in maniera adeguata l'alimentazione che deve essere ricca di calorie,soprattutto zuccheri e grassi, rispettando rigorosamente le pause ed i turni di lavoro.É buona norma evitare di entrare nelle celle a breve distanza di tempo dalla consumazionedei pasti.Durante il lavoro nelle celle frigorifere è raccomandabile la presenza di almeno unlavoratore all'esterno della medesima.

VIDEOTERMINALILe ricerche effettuate hanno ormai comprovato che l'uso del computer munito di schermonon provoca danni all'apparato visivo.

Tuttavia in caso di attività prolungata nel tempo, il VTD può causare affaticamentoall'apparato visivo, specialmente quando il lavoro viene svolto in condizioni ambientali pocoadatte.In assenza di una disposizione contrattuale che disciplini l'interruzione il lavo ratore hacomunque ha diritto ad una pausa di quindici minuti ogni centoventi minuti di applicazionecontinuativa al videoterminale.

É importante infatti, che l'ambiente di lavoro sia ben aerato, ma non eccessivamente, chel'aria sia pulita da agenti inquinanti (polvere ecc.), che la temperatura e l'umidità rientrinonei parametri del comfort termo-igrometrico e che l'illuminazione dell'ambiente siaomogenea e diffusa.

Per eliminare eventuali disturbi visivi quali l'abbagliamento ed i riflessi, è fondamentale chenel campo visivo non vi siano contemporaneamente aree troppo illuminate e aree tropposcure.

Una illuminazione ideale si può ottenere più facilmente con la luce artificiale, oppureschermando opportunamente la luce solare con appositi tendaggi od altri sistemi idonei alloscopo.L'affaticamento visivo si manifesta con alcuni segni di modesta entità quali: arrossamento,bruciore, senso di corpo estraneo nell'occhio.

L'allegato Allegato XXXIV del D.Lgs n. 81/2008 ( All. 2 ) detta le prescrizioni minime daapplicare alle postazioni di lavoro con VDT e fornisce indicazioni circa il corretto impiegodello schermo, della tastiera , del piano di lavoro e del sedile .

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Lo schermo deve essere orientabile ed inclinabile liberamente e facilmente. I caratteridevono avere una buona definizione ed una grandezza sufficiente; l'immagine sulloschermo deve essere stabile, ed esente da sfarfallamento o da altre forme d'instabilità. Loschermo non deve avere riflessi e riverberi che possono causare molestie.

La tastiera deve essere inclinabile e dissociata dallo schermo, lo spazio davanti alla tastieradeve essere sufficiente onde consentire un appoggio per le mani e le braccia, avere unasuperficie opaca e senza riflessi e va posta in una posizione sot tostante lo schermounitamente all'eventuale testo da scrivere.

Il piano di lavoro deve avere una superficie poco riflettente, essere di dimensioni sufficientie permettere una disposizione flessibile dello schermo, della tastiera, dei documenti e delmateriale accessorio.

Il sedile di lavoro deve essere stabile, avere altezza regolabile con lo schienale anch'essoregolabile in altezza ed inclinazione nonché un eventuale poggia piedi per coloro che nefacciano richiesta.

AMBIENTELe seguenti prescrizioni minime, concorrono a rendere più ergonomico il posto di lavoromunito di VDT:

a) il posto di lavoro deve essere ben dimensionato e allestito in modo che vi sia spaziosufficiente per permettere cambiamenti di posizione e di movimenti;

b) l'illuminazione generale e/o l'illuminazione specifica ( lampade di lavoro) devonogarantire un'illuminazione sufficiente ed un contrasto appropriato tra lo schermo el'ambiente, tenuto conto delle caratteristiche del lavoro e delle esigenze visivedell'utilizzatore; fastidiosi abbagliamenti e riflessi sullo schermo o su altre attrezzaturedevono essere evitati strutturando l'arredamento del locale e del posto di lavoro in funzionedell'ubicazione delle fonti di luce artificiale e delle loro caratteristiche tecniche;

c) i posti di lavoro devono essere sistemati in modo che le fonti luminose quali le finestre ele altre aperture, le pareti trasparenti o traslucide, nonché le attrezzature e le pareti dicolore chiaro non producano riflessi fastidiosi sullo schermo;

d) le finestre devono essere munite di un apposito dispositivo di copertura regolabile perattenuare la luce diurna che illumina il posto di lavoro;

e) il rumore emesso dalle attrezzature appartenenti al /ai posto/i di lavoro deve esserepreso in considerazione al momento della sistemazione del posto di lavoro, in particolare alfine di non perturbare l'attenzione e la comunicazione verbale;

f) le attrezzature appartenenti al /ai posto/i di lavoro non devono produrre un eccesso dicalore che possa essere fonte di disturbo per i lavoratori;

g) tutte le radiazioni, eccezion fatta per la parte visibile dello spettro elettromagnetico,devono essere ridotte a livelli trascurabili dal punto di vista della tutela della sicurezza edella salute dei lavoratori;

h) si deve far in modo di attenere e mantenere un'umidità soddisfacente.

i) i sistemi devono fornire l'informazione in un formato e ad un ritmo adeguato aglioperatori;

l) i principi dell'ergonomia devono essere applicati in particolare all'elaborazionedell'informazione da parte dell'uomo.

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In sintesi, è opportuno mantenere un'organizzazione del lavoro che eviti inconvenienti la cuiapprezzabilità è essenzialmente soggettiva e, quindi, varia da individuo ad individuo.

Il superamento del disagio soggettivo, può essere ottenuto, con il supporto del Responsabiledel Servizio di Prevenzione e Protezione interno o esterno all'azienda utilizzatrice il qualepotrà ricorrere alle linee guida della norma UNI ENI 9241 - 2 . 1994.

In particolare il sistema deve prevedere che i menù di dialogo dei programmi informaticisiano:a) adatti al compito;b) autodescrittivi;c) controllalbili dall'utilizzatore;d) conformi alle attese dell'utilizzatore;e) con possibilità di correggere gli errori;f) individualizzabili;g) facilmente apprendibili.

SORVEGLIANZA SANITARIA PER GLI ADDETTI AI VDT

I lavoratori, prima di essere addetti alle attività con VDT, qualora svolga la sua attività peralmeno quattro ore consecutive dedotte le interruzioni previste dalla legge, sono sot topostiad una visita medica per evidenziare eventuali malformazioni strutturali ed a un esame degliocchi e della vista effettuati da un medico competente. Qualora l'esito della visita medica neevidenzi la necessità, il lavoratore è sottoposto anche ad esami specialistici.

In base alle risultanze degli accertamenti i lavoratori vengono classificati in:

a) idonei, con o senza prescrizionib) non idonei.

Solo i lavoratori classificati come idonei con prescrizioni ed i lavoratori che abbiano compiutoil 50° anno di età sono sottoposti a visita di controllo con periodicità almeno biennale.Quindi salvi i casi particolari che richiedono una frequenza diversa stabilita dal medicocompetente, la periodicità delle visite di controllo è biennale per i lavoratori classificati comeidonei con prescrizioni o limitazioni e per i lavoratori che abbiano compiuto il cinquantesimoanno di età; quinquennale negli altri casi.Il datore di lavoro fornisce a sue spese ai lavoratori i dispositivi speciali di correzione vis iva,in funzione dell'attività svolta, quando l’esito delle visite mediche ne evidenzi la necessità enon sia possibile utilizzare i dispositivi normali di correzione.

PREVENZIONE DEGLI INCENDI

Cause dell'incendio

Le cause di incendio possono essere molteplici e spesse volte sono determinate da fattoricausali difficilmente prevedibili. Buona parte degli incendi derivano da imprudenze,negligenze, errori o dimenticanze; pertanto è della massima importanza che tutto ilpersonale si adoperi per evitare che essi si verifichino.

Inoltre, i lavoratori, nell'ambito delle loro competenze e possibilità, hanno il dovere diadoperarsi direttamente in modo da reprimere un principio di incendio.

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Nozioni sulle caratteristiche della combustione

É necessario, tuttavia, che lo stesso personale sia a conoscenza :delle caratteristiche di infiammabilità delle sostanze presenti nei luoghi di lavoro;delle condizioni che possono essere causa di incendio;delle proprietà delle sostanze estinguenti;dell'azione dei mezzi antincendio e del loro impiego.

La combustione è un fenomeno chimico di reazione, capace di sviluppare una notevolequantità di calore, che avviene tra una sostanza capace di bruciare, detta combustibile , eduna sostanza che reagisce con essa , detta comburente.

I combustibili possono essere solidi ( legno, carta, carbone, tessuti, derrate alimentari, ecc.), liquidi ( benzina, petrolio, oli lubrificanti, alcolici e super alcolici ecc. ) e gassosi (idrogeno, metano , acetilene, ecc.

Il comburente che solitamente reagisce con il combustibile, determinando la combustione (l'incendio ), è l'ossigeno atmosferico.

Affinché la combustione avvenga, occorre la contemporanea presenza di un combustibile, diun comburente e il calore ( o energia di innesco: fiamma, scarica elettrica, ecc.) ossiaoccorre che il combustibile sia portato alla temperatura di accensione.

Considerato che questi tre elementi sono indispensabili alla reazione chimica dellacombustione, è sufficiente che venga a mancare uno di essi perché l'incendio non divampi operché esso possa estinguersi.

Le principali cause d'incendioLe più comuni e ricorrenti cause d'incendio possono essere le seguenti:

l'uso scriteriato di fiamme libere; l'utilizzo di oli od altri liquidi infiammabili per l'accensione di fiamme libere o

fuochi; i fornelli le sigarette e i fiammiferi accesi; i lavori di saldatura; cortocircuiti elettrici.

Le azioni preventiveOltre alla necessità di adottare ogni apprestamento di difesa contro il rischio d'incendioanche attraverso l'installazione di impianti, apparecchiature, attrezzature, prescrizioni,obblighi e divieti, è della massima importanza che tutto il persona le occupato in aziendapersegua una volontà nel comportamento ed una cultura finalizzata alla lotta control'incendio.Come accennato precedentemente, è possibile evitare l'insorgenza di un incendioescludendo la concomitanza di uno dei tre elementi indispensabili alla reazione chimicadella combustione.In tutti i luoghi ove sono presenti materiali combustibili, specie se immagazzinati inelevate quantità , occorre osservare le misure di prevenzione incendi nonché leraccomandazioni ed i divieti gli obblighi e le prescrizioni qui di seguito riportati che tuttoil personale munito di senso civico e di buona educazione è tenuto ad osservare.

L'estinzione degli incendiPer estinguere un incendio è necessario agire su uno dei tre elementi che concorrono allareazione chimica della combustione: combustibile, ossigeno e calore ( energia di innesco,fiamma, ecc.)

L'estinzione del fuoco può quindi ottenersi: per soffocamento, impedendo all'ossigeno di mescolarsi con i vapori o gas

combustibili ;

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per raffreddamento della combustione, in modo da impedire l'evaporazione; per esaurimento del combustibile, impedendone l'afflusso o allontanandolo dal

luogo dell'incendio.

CLASSIFICAZIONE INCENDIIl Comitato Europeo Normalizzazione ( CEN ) ha suddiviso e classificato i fuochi a secondadei materiali coinvolti nella combustione e più precisamente:

Classe AIncendi di materiali solidi, combustibili, infiammabili, ed incandescenti come legname,carboni, carta, tessuti, pelli, gomma e derivati, rifiuti che fanno brace ed il cui spegnimentopresenta particolari difficoltà.

Classe BIncendi di materiali liquidi per i quali è necessario un effetto di copertura e soffocamentocome alcooli, solventi, olii minerali, grassi, eteri, benzine, automezzi, ecc.

Classe CIncendi di materiali gassosi infiammabili come idrogeno, metano, acetilene, butano, etilene,ecc.

Classe DIncendi di sostanze chimiche spontaneamente combustibili in presenza di aria, reattive inpresenza di acqua o schiuma con formazione di idrogeno e pericolo di esplosione.

Classe EIncendi di apparecchiature elettriche, trasformatori, alternatori, interruttori, quadri elettricied apparecchiature elettriche in genere sotto tensione, per il cui spegnimento sononecessari agenti elettricamente non conduttivi.Nella tabella che segue sono riportate le sostanze estinguenti che sono indicate ocontroindicate per le diverse classi di incendio.

CLASSE D’INCENDIOA B C D EAgente

estinguete Legno cartastracci ecc.

Benzina solventialcooli olii ecc.

Metano idrogenogas in genere

Sodio potassiometalli in genere

Impianti elettrici

Anidridecarbonica

SI SI SI NO SI

Polvere SI SI SI SI SI

Idrocarburialogenati

SI SI SI NO SI

Schiuma SI SI NO NO NO

Acqua SI NO NO NO NO

PROCEDURA PER L'IMPIEGO DEGLI ESTINTORIPORTATILI DI PRONTO INTERVENTO

Gli estintori sono apparecchi mobili di pronto intervento, di tipo portatile o carrellato, capacidi agire efficacemente su un principio di incendio.L' azionamento dell'estintore è ottenuto mediante apertura, perforazione o rottura di unotturatore e conseguente liberazione della carica, senza manovre di capovolgimento e senzache sia necessaria la ripetizione di alcun movimento.

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Gli organi di azionamento sono situati o tutti sulla parte superiore dell'estintore stesso, o inparte su questa ed in parte sull'estremità del tubo o della lancia.

Prima di usare l'estintore bisogna accertarsi che l'agente estinguente (vedi tabella classedi incendio) sia adatto al materiale che brucia ed all'ambiente in cui si sta ve rificandol'incendio.

Per un intervento efficace è necessario azionare l'estintore a distanza ravvicinata edirigere il getto sulla base della fiamma; comunque, bisogna disporsi a distanza di sicurezzadall'incendio ed in posizione tale da non essere investiti dal fuoco, dalle fiamme o dallaproiezione di particelle incandescenti.

Bisogna avere cura, di non investire con il getto altre persone.

Dopo l'uso, anche parziale, bisogna provvedere alla ricarica dell'estintore, evitando così chelo stesso risulti inutilizzabile in caso di successive necessità.

Verificare che l'estintore risulti appeso nel punto prestabilito e che il suo accesso non siaingombrato da materiale che renda difficoltoso, se non addirittura impossibile il suo utilizzo

PROCEDURE CHE RIGUARDANO LA LOTTA ANTINCENDIONorme generali e provvedimenti per ridurre la

probabilità dell'incendio.

Sono provvedimenti che hanno per scopo la riduzione dell'insorgenza di un incendio:

divieto di fumare, di usare fiamme libere e/o produrre scintille nei luoghi ovesono presenti vapori e/o gas infiammabili e combustibili solidi liquidi egassosi;

divieto d'uso di fiamme libere e di apparecchi ad incandescenza senzaprotezione;

divieto di immagazzinare sostanze che per la loro natura e/o composizionechimica possano agire e/o interagire tra di loro dando luogo a vapori omiscele infiammabili e/o esplodenti;

è vietato effettuare allacciamenti elettrici di fortuna che potrebbero dar luogoa surriscaldamento e scintille;

è vietato depositare materiali davanti agli estintori portatili ed alle boccheantincendio;

è vietato fare uso di acqua per lo spegnimento di incendi quando le materiecon le quali può venire a contatto possono reagire aumentando notevolmentela temperatura o sviluppare gas infiammabili o nocivi;

è vietato impiegare l'acqua in prossimità di conduttori e/o altre macchine edapparecchi sotto tensione.

É vietato impiegare acqua in presenza di: sostanze reagenti tipo CaC2 (carburo di calcio) che sviluppa gas di acetilene.

nonché, sodio, potassio, magnesio, zinco ed alluminio che ad altetemperature sviluppano, nella reazione con l'acqua, gas infiammabili;

sostanze tipo cloro e fluoro che con l'acqua reagiscono dando luogo asostanze corrosive;

sostanze come l'acido solforico, anidride acetica che a contatto con l'acquaemettono spruzzi corrosivi;

sostanze tossiche tipo cianuri alcalini con pericolo di loro dispersionenell'ambiente;

gas liquefatti nocivi ed infiammabili che l'acqua farebbe evaporare;

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parte di apparecchi che spezzati dal getto dell'acqua possono liberaresostanze nocive;

apparecchiature o documenti delicati che verrebbero notevolmentedanneggiati;

É vietato inoltre: parcheggiare, nelle autorimesse, autoveicoli con perdite anormali di

carburanti e lubrificanti; parcheggiare automezzi funzionanti a G.P.L. nelle autorimesse; impiegare stufe a gas o elettriche con resistenza in vista, stufe a cherosene,

a carbone o simili, per riscaldamento negli: locali di intrattenimento, depositomateriale combustibile , ecc.;

depositare insieme nello stesso locale liquidi infiammabili, gas compressi, gasdisciolti o liquefatti, gas comburenti, materiale combustibile;

PROCEDURE PER L' EVACUAZIONE DEI LAVORATORI IN CASO DIPERICOLO GRAVE ED IMMEDIATO

Definizioni

via di emergenza:percorso senza ostacoli al deflusso che consente alle persone che occupano un edificio o unlocale di raggiungere un luogo sicuro;

uscite di emergenza:passaggio che immette in un luogo sicuro;

luogo sicuro:luogo nel quale le persone sono da considerarsi al s icuro dagli effetti determinatidall'incendio o da altre situazioni di emergenza.

Il piano di evacuazione, che tiene conto delle caratteristiche dell'ambiente del numeromassimo delle persone contemporaneamente presenti delle uscite di sicurezza, delle vi e diesodo ecc., contiene un sistema organizzato per lo sfollamento rapido e ordinato dellepersone che occupano gli uffici , ciò allo scopo di impedire che l'evacuazione di emergenzapossa trasformarsi in un movimento caotico e disastroso.Il mancato rispetto delle regole, costituenti il piano di emergenza che contiene le azioni dacompiere in caso di pericolo grave ed immediato, (incendio, esplosione, fuga di gas, ecc.,),può provocare conseguenze più gravi di quelle dello stesso evento pericoloso, ciò anche acausa dello stato di emotività in cui le persone possono trovarsi.

Organizzazione dell'emergenzaRisorse umane

L'attivazione del piano di evacuazione viene valutata da un responsabile dell'emergenza cheidentifica l'evento e determina le azioni da compiere.

Di conseguenza, in caso di emergenza vengono, da quest'ultimo, attivate le risorse umaneinterne a ciò designate dal datore di lavoro dell'impresa utilizzatrice per eseguire il primointervento. In caso di necessità saranno attivate le risorse esterne, consistenti nei servizipubblici di soccorso competenti in materia di lotta antincendio e gestione dell'emergenzaecc.

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MANTENIMENTO DEL PIANO DI EMERGENZA

Le vie di emergenza, le indicazioni sonore e visive (allarme e cartel lonistica) devono esseresempre mantenuti in stato di continua funzionalità anche in caso di assenza dell'energiaelettrica principale.

Le vie e le uscite di emergenza devono consentire sia per le dimensioni che per le quantità ildeflusso delle persone che occupano l'ambiente di lavoro in un luogo sicuro A tal propositole stesse vie devono rimanere sempre sgombre al fine di raggiungere il più rapidamentepossibile un luogo sicuro.

I posti di lavoro devono poter essere evacuati rapidamente in piena s icurezza mantenendola calma.

Le porte munite di apertura nel verso dell'esodo qualora fossero chiuse devono poteressere facilmente ed immediatamente aperte dalle persone in caso di emergenza .

COME COMPORTARSI IN CASO DI EVACUAZIONE DELL'AMBIENTE DI LAVORO

COSA É IMPORTANTE CONOSCERE

mantenere la calma;

avvisare l'addetto al servizio di prevenzione incendi, interno all'azienda,quando si nota fumo, si avverte odore di bruciato o si nota un principiod'incendio;

L'ubicazione delle scale di sicurezza indicate con la scritta luminosa EXIT( USCITA DI EMERGENZA);

fare uso dell'estintore più vicino, in caso contrario, se disponibile, versareacqua sul fuoco anche con piccoli recipienti o battere le fiamme con pannibagnati, ciò solo se trattasi di un piccolo focolaio non proveniente da unaapparecchiatura sotto tensione elettrica;

staccare se possibile l'interruttore generale della corrente se la fiamma sisviluppa da un apparecchio elettrico;

cercare di non restare bloccati dal fumo o dalle fiamme se l'incendio aumentadi intensità;

In presenza di fumo, camminare abbassati e proteggere il naso e la boccacon un fazzoletto possibilmente umido;

raggiungere le scale di sicurezza e scendere in strada;

non utilizzare gli ascensori per evitare di rimanere bloccati dalla mancanzadi energia elettrica;

riconoscere il suono della campana di allarme che si trova nell'ambiente dilavoro;

Il numero di telefono per avvisare le risorse esterne,

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PROCEDURE RIGUARDANTI IL PRONTO SOCCORSO

Considerata l'importanza che riveste il soccorso immediato, a volte indispensabile perevitare danni irreparabili o complicazioni, è della massima importanza che le personepresenti siano in grado di prestare un primo soccorso all'infortunato o a chi sia stato colpitoda malore, in attesa, che riceva le cure del medico.Da ciò deriva la necessità che il personale occupato presso le aziende conosca le normeessenziali di pronto soccorso e quelle relative al comportamento da tenere in presenza disoggetti bisognosi di intervento immediato, allo scopo di evitare azioni inopportune o errate,che potrebbero arrecare danni alla vittima o aggravare la situazione.

Se si presenta la necessità di prestare soccorso ad una persona infortunata occorreinnanzitutto agire con prudenza, non impulsivamente né sconsideratamente eliminando seè possibile l' agente causale dell'infortunio, evitando di sottoporre il soggetto a movimentiinutili come, ad esempio, nel caso dei traumatizzati al cranio o alla colonna vertebrale.Inoltre non si devono somministrare bevande od altre sostanze, mentre si dovrannoslacciare gli indumenti che possano costituire ostacolo alla circolazione e/o al la respirazione.

Infine, chiunque dovrà attivarsi ai fini dell'intervento di persone o di mezzi per le prestazionipiù urgenti e per il trasporto dell'infortunato al più vicino posto di pronto soccorso.

Comportamento in caso di infortunio

1. non perdere la calma2. evitare azioni inconsulte e dannose3. allontanare le persone non indispensabili4. prodigare le prime cure se si è in grado di farlo5. esame dell'infortunato:6. controllare immediatamente le funzioni vitali7. fare un'ispezione accurata del soggetto8. valutare la dinamica dell'incidente9. rassicurare l'infortunato se è cosciente (soccorso psicologico)10. evitare commenti sul suo stato anche se pare incosciente11. chiamare il pronto intervento (118) qualora si ritenga necessario, specificando

chiaramente l'indirizzo e le modalità di accesso alla struttura12. praticare le manovre previste per l'urgenza e/o per la gravità:13. eseguire immediatamente le manovre per la rianimazione14. se la situazione non è urgente fare il minimo indispensabile15. porre l'infortunato nella posizione di attesa più idonea16. non lasciare l'infortunato da solo fino a che non verrà affidato a persone competenti17. in caso di incidente provocato da contatto con sostanze chimiche, consegnare al

medico l'imballaggio con l'etichetta della sostanza.

INFORMAZIONI DI CARATTERE GENERALE.

Lo shock Lo shock è un quadro clinico caratterizzato da una insufficienza circolatoria acuta congrave carenza di ossigeno in tutti i tessuti dell'organismo.Esistono vari tipi di shock originati da molteplici cause quali ad esempio emorragie,perdite di acqua e sali, malattie cardiache, ustioni, infezioni gravi, reazioni allergiche,fratture.

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Il soggetto si presenta pallido, sudato, freddo, ansioso, agitato, confuso, il polso è debole econ frequenza aumentata, il respiro è superficiale e frequente. Se le condizioni generalipeggiorano, si può avere anche la perdita di coscienza.

In ogni caso occorre che siano adottate le seguenti misure: adagiare il soggetto in posizione supina, e sollevare gli arti inferiori di

almeno 20/30 centimetri rispetto alla testa; qualora si sia prodotta una violenta emorragia, che ha determinato lo stato

di shock, si deve necessariamente arrestarla; tenere il paziente al caldo, coprendolo con coperte o con qualsiasi cosa

possa servire allo scopo, e cercare di mantenerlo tranquillo ; nel caso si riscontrasse una frattura, sarà necessario immobilizzare

la parte lesa con stecche; non somministrare liquidi di alcun genere, in particolare alcoolici, in

quanto si potrebbe peggiorare la situazione; se si rendesse necessario, praticare la respirazione artificiale.

Interventi di primo soccorso

É opportuno distinguere due condizioni che comportano l'applicazione di norme diverse:

intervento in caso di ferito in stato di incoscienza; intervento in caso di ferito in stato di coscienza.

Nel primo caso, con ferito incosciente, il soccorritore deve controllare immediatamentela presenza delle pulsazioni al polso per evidenziare un eventuale arresto cardiaco. Senecessario deve ricercare le pulsazioni dell'arteria carotide o dell'arteria femorale. Se vi èun arresto del battito cardiaco deve accertarsi che le vie respiratorie siano libere, edeseguire subito il massaggio cardiaco esterno e la respirazione " bocca a bocca". Seinvece il polso è debole, frequente, il soggetto è in stato di shock e bisogna adottare lemisure esposte nel relativo paragrafo. Se c'è un arresto della respirazione è necessarioliberare le vie respiratorie e praticare la respirazione artificiale. In caso di emorragia siprovvede all'arresto di essa mediante compressione con le mani, fasciatura compressivaoppure con laccio emostatico.É inoltre importante muovere con molta precauzione l'infortunato per non aggravarele eventuali lesioni al cranio o alla colonna vertebrale, ed è necessario preparare un pianorigido mobile ove adagiarlo per il successivo trasporto.Inoltre, eventuali fratture vanno immobilizzate. Infine, è molto importante ricordare che irilievi e le manovre riguardanti il polso, lo stato di coscienza e l'apparato cardio -respiratorio devono essere effettuati in un tempo brevissimo, in quanto un ritardo diintervento con assenza di ossigenazione del cervello oltre i quattro - cinque minuticomporta, in caso di sopravvivenza del ferito, il rischio di lesioni cerebrali irreversibili.

Nel secondo caso, con ferito cosciente, il soccorritore lo deve per prima cosa rassicurare echiedergli se e dove avverte dolore.Controllare le zone dolorose, la sensibilità e la possibilità di movimento spontaneo, tenendopresente che la perdita della motilità e della sensibilità può significare una lesione vertebro -midollare.

Per individuare le fratture occorre esaminare gli atteggiamenti anomali degli arti. Inpresenza di lesioni non bisogna tentare alcuna manovra impropria, bensì è necessarioimmobilizzare l'arto adoperando con fantasia e intelligenza quanto di più idoneo èdisponibile.Infine, le ferite vanno fasciate o coperte con tessuti puliti per evitare eventuali infezioni edeccessiva perdita di sangue.

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La rianimazione cardio-respiratoria:

massaggio cardiaco esterno; respirazione artificiale.

Se un infortunato è in arresto cardiaco e/o respiratorio, occorre praticare tempestivamenteil massaggio cardiaco esterno unitamente alla respirazione artificiale nel più breve tempopossibile. Ciò in quanto il cervello, come abbiamo già precedentemente detto, in seguito aduna mancanza di ossigeno superiore ai quattro -cinque minuti può presentare lesionicerebrali irreversibili.

Il massaggio cardiaco esterno si pratica nel seguente modo:

adagiare il paziente supino su un piano rigido o sul pavimento;

poggiare il palmo di una mano sulla gabbia toracica all'altezza della porzioneinferiore dello sterno;

mettere l'altra mano sulla prima e premere con forza in modo che lo sternosi possa abbassare dai due ai cinque centimetri;

ripetere, le operazioni suddette con una frequenza di 60-80 volte al minutofinché non si ha la ripresa del battito cardiaco e della respirazione;

contemporaneamente è necessario e fondamentale praticare anche larespirazione artificiale in quanto, senza l'apporto di ossigeno, il massaggiocardiaco esterno risulta del tutto inutile.

Nel caso in cui il soccorritore sia da solo, dovrà alternare tre compressioni sternali ad unainsufflazione d'aria. Nel caso, invece, di due soccorritori, uno provvederà al massaggiocardiaco esterno, mentre l'altro alla respirazione artificiale.

La respirazione artificiale mediante il metodo "bocca a bocca" o "bocca-naso", si praticacome segue:

posizionare l'infortunato sulla schiena e slacciargli eventualmente i capi divestiario in modo da lasciare liberi collo e torace;

spingere la testa il più indietro possibile e portare avanti e in alto lamandibola (in tal modo si liberano al massimo le vie respiratorie,consentendo all'aria di raggiungere con maggiore facilità i polmoni);

chiudere con una mano il naso nella respirazione "bocca a bocca" echiudere, invece, la bocca nella respirazione "bocca-naso";

applicare la bocca sulla bocca (o sul naso nella respirazione "bocca-naso")dell'infortunato dopo aver effettuato una profonda inspirazione e, quindi,soffiare con forza;

lasciare, quindi, liberi bocca e naso del soggetto, in modo da consentireall'aria di uscire dai polmoni;

la frequenza delle insufflazioni deve essere di venti al minuto finchè noncompare il battito cardiaco e il respiro spontaneo;

se nella gola o nelle vie respiratorie si è raccolta una certa quantità disangue, muco, acqua o altro materiale, è necessario adagiare l'infortunato

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su un fianco in posizione di sicurezza per facilitare l'espulsione del suddettomateriale, introducendo se è necessario le dita nella sua bocca;

nel caso si voglia evitare il contatto diretto tra la bocca del soccorritore equella dell'infortunato, si può praticare la respirazione artificialeinterponendo un fazzoletto.

Le emorragie Per emorragia si intende la fuoriuscita di sangue dai vasi sanguigni. Si possono distinguereemorragie esterne ed interne. Quelle esterne, si hanno quando il sangue proveniente dauna lesione prodottasi nella parete di un vaso, fuoriesce dal corpo attraverso una ferita.Quelle interne, invece, sono caratterizzate dalla raccolta di sangue tra le maglie dei tessuti oin cavità chiuse del corpo. I vasi sanguigni interessati possono essere sia le arterie che le vene o i capillari.Ricordiamo che le arterie sono i vasi sanguigni che portano il sangue dal cuore alla periferia,mentre le vene trasportano il sangue dalla periferia verso il cuore.I capillari sono, invece, dei vasi sottilissimi che mettono in comunicazione il sistemaarterioso con quello venoso. Le emorragie, generalmente sono prodotte da lesionitraumatiche dirette dei vasi o da processi patologici nei quali si viene ad alterare il rapportotra la pressione del sangue e la resistenza della parete vasale, sia per un aumento locale egenerale della pressione, sia per alterazioni di struttura della parete stessa che nediminuiscono l'elasticità e la resistenza, oppure da entrambi questi fattori.Un'emorragia di tipo arterioso è riconoscibile dal colore rosso vivo del sangue fuoriuscito edalla ritmicità dello zampillo a forte pressione; una di tipo venoso, invece, si evidenzia per ilcolorito rosso scuro del sangue e per la perdita continua a pressione più bassa.In caso di emorragie esterne è necessario agire tempestivamente in modo da arrestare lafuoriuscita di sangue nel più breve tempo possibile. Per prima cosa bisogna applicare sulpunto sanguinante una garza sterile o, in mancanza, un fazzoletto pulito, e comprimere laferita esercitando una pressione con il palmo della mano o con le dita. Se, però, la perditadi sangue non si arresta e la ferita interessa un arto, è necessario applicare "un laccioemostatico" posizionandolo a monte della ferita se si tratta di una arteria o a valle se,invece, è stata lesa una vena, ricordando di non lasciarlo per un tempo eccessivamentelungo, onde evitare il blocco totale della circolazione. Parlando di "laccio emostatico", siintende qualsiasi tipo di fasciatura che, esercitando una pressione, abbia la forza di chiuderei vasi sanguigni sottostanti e impedire, così, il passaggio del sangue. Si possono utilizzarecome laccio strisce di tessuto, cravatte, calze, bende, in modo che la compressione siaesercitata su una superficie abbastanza larga di cute. Non bisogna usare mai corde, filielettrici o, peggio, fili di ferro, che potrebbero provocare seri danni nella zona in cui vengonoapplicati e ai tessuti sottostanti. Il laccio va applicato il più vicino possibile alla ferita e deveessere sufficientemente stretto in modo da bloccare l'emorragia. Questo blocco deve durareper circa venti-trenta minuti e, quindi, bisogna lasciare che, per qualche minuto, il sanguepossa scorrere nuovamente nell'arto leso.Una prolungata interruzione della circolazione sanguigna, infatti, può causare danniirreparabili. Inoltre, si consiglia di non fare nodi al laccio emostatico che si utilizza per lacompressione, perché quando si sarà intriso di sangue , potrà essere difficile allentarli. Épreferibile, pertanto, stringere il laccio con un bastoncino di legno o altro materiale rigido acui è impresso un movimento rotatorio, in modo da ottenere una progressiva e controllatatensione del laccio stesso. Quando la sede della ferita non consente l'uso del laccioemostatico o del bendaggio compressivo, è necessario comprimere con le dita o con il palmodella mano l'arteria che si trova al di sopra della ferita, che è possibile localizzare grazie allepulsazioni.

Anossia Per anossia, o meglio ipossia, si intende una mancata o diminuita possibilità di utilizzazionedell'ossigeno da parte dell'organismo. Può essere determinata da:

un abbassamento della pressione parziale dell'ossigeno nel sangue arterioso;

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una diminuzione dell'emoglobina come, ad esempio, nei casi di anemia;

un eccessivo rallentamento della circolazione sanguigna;

un'incapacità dei tessuti ad utilizzare l'ossigeno, come nel corso di alcuniavvelenamenti.

I primi soccorsi in questi casi devono essere molto rapidi e consistono nell'eliminarel'eventuale causa del problema respiratorio. Occorre dare subito l'allarme per l'intervento dipersonale qualificato e di attrezzature specifiche, quindi, si deve valutare la gravità dellasituazione.Bisogna posizionare il soggetto in modo tale da effettuare, se è necessario, le manovre dirianimazione. Si slacceranno gli indumenti che possono creare ostacolo alla respirazione, siestenderà al massimo la testa dell'infortunato, si sposterà la mandibola in avanti, sielimineranno eventuali corpi estranei presenti nelle vie respiratorie e, infine, si praticherà larespirazione artificiale.

Asfissia Si parla di asfissia, quando alla diminuzione dell'ossigenazione è associato un aumentodella concentrazione di anidride carbonica. Essa può essere determinata da ostruzioneparziale o totale delle vie respiratorie come avviene, ad esempio, in caso di penetrazione dicorpi estranei (sabbia, liquidi, terriccio), oggetti ingoiati (pall ine, semi, caramelle), sangue,vomito, ecc. Altre situazioni di asfissia sono date da un'immobilizzazione del torace come neicasi di schiacciamento, oppure da strangolamento od impiccamento.Anche in situazioni del genere è necessario un intervento immediato. Se il pericolo disoffocamento è stato causato da un corpo estraneo penetrato in trachea è necessario, se sitratta di un bambino piccolo, tenerlo a testa in giù e dargli dei colpi sulla schiena in modo dafavorirne la fuoriuscita. In un soggetto adulto, invece, bisogna liberare le vie respiratorie,dare dei colpi con una certa energia tra le scapole, ed eventualmente, stando al di dietrodell'infortunato, comprimere conenergia la parte alta dell'addome. Eliminato il corpo estraneo, praticare la respirazioneartificiale.

Annegamento L'annegamento è l'asfissia conseguente alla occlusione delle vie respiratorie per lapenetrazione di un corpo estraneo liquido che viene aspirato in sostituzione dell'aria. Ingenere, il soggetto viene a trovarsi totalmente immerso in un liquido, di solito acqua, manon è sempre così, in quanto è sufficiente che siano immersi nel liquido la bocca ed il naso,come nel caso di individui in stato di incoscienza o di ubriachi caduti proni in strati pocoprofondi di acqua, per determinare l'asfissia. Per prima cosa bisogna portare fuoridall'acqua il soggetto e provocare l'espulsione del liquido entrato nelle vie respiratorie,quindi, si pratica la respirazione artificiale associata al massaggio cardiaco esterno se c'è unarresto cardio-respiratorio.

Avvelenamento da gas L' avvelenamento da gas più frequente è quello causato dall'ossido di carbonio, che sitrova nelle bombole di gas e che può invadere un ambiente a causa di una fuga o percombustione incompleta; inoltre, questo gas è eliminato dallo scarico dei motori degliautoveicoli. L'ossido di carbonio si lega all'emoglobina presente nei globuli rossi,impedendole di trasportare l'ossigeno verso i tessuti. Ne risulta così, un'asfissia, anche se ilsoggetto continua a respirare, in quanto l'azione dannosa del gas non è avvertita dallavittima, la quale inizialmente non si rende conto del pericolo che corre. In caso diavvelenamento da gas, prima di tutto bisogna evitare di provocare esplosioni, per cu i non sidevono suonare campanelli, accendere fiammiferi o luci. Occorre quindi:

chiudere la chiavetta del tubo di erogazione del gas e aprire porte e finestre; portare l'infortunato all'aperto;

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slacciare gli indumenti che creano ostacolo alla respirazione; praticare la respirazione artificiale; se il soggetto è in stato di incoscienza, sistemarlo in posizione di sicurezza,

dal momento che l'intossicazione provoca con estrema facilità il vomito.

FrattureLa frattura è una soluzione di continuo, cioè un'interruzione della continuità, di un segmentoscheletrico. Si possono classificare in: traumatiche e patologiche. Sono caratterizzate da:dolore, deformità del segmento osseo, tumefazione, impotenza funzionale, motilitàpreternaturale, cioè possibilità di movimenti non fisiologici, e crepitazione.

In presenza di una frattura bisogna evitare movimenti inopportuni che potrebberoulteriormente aggravare le lesioni. Qualora sia assolutamente necessario il trasportodell'infortunato, si deve immobilizzare la parte lesa mediante bendaggio convenientementeimbottito. Se la frattura interessa un arto è necessario immobilizzare questo con stecche diforma e grandezza adatte, mantenendole aderenti mediante fasciatura. In mancanza distecche, può essere utilizzato un pezzo di legno, un bastone o qualsiasi altro oggettoabbastanza rigido da poter essere impiegato come tale. Nel caso degli arti, inoltre, sipossono immobilizzare facendo semplicemente fungere da sostegno il tronco, se si tratta diun braccio, oppure l'altra gamba, nel caso di un arto inferiore. Quando le fratturecomunicano con l'esterno, le lesioni devono essere protette con bende sterili o, inmancanza, con fazzoletti puliti, onde prevenire l'insorgere di infezioni. Se c'è un'emorragia ènecessaria l'applicazione del laccio emostatico.

Le lussazioniLa lussazione è la perdita permanente dei normali rapporti tra i capi articolari. Éaccompagnata da dolore violento, impotenza funzionale e posizione dell'artocaratteristica per ogni tipo di lussazione. In questi casi è assolutamente necessario nontentare di riportare le superfici articolari in reciproco rapporto, ma limitarsi a immobilizzarela parte e trasportare il soggetto in ospedale con la maggiore rapidità possibile .

Le distorsioniLa distorsione è una lesione a carico dei tessuti molli articolari che si verifica quando inun'articolazione si compiono movimenti che vanno al di là di quelli fisiologici, senza perditadi rapporto tra i capi ossei. Si ha dolore, tumefazione, limitazione nei movimenti. Bisognaimmobilizzare l'articolazione con una fasciatura sufficientemente compressiva, tenendo l'artoa riposo. Nei casi meno gravi, in cui si può escludere la presenza di una frattura, applicareimmediatamente un impacco freddo o, meglio ancora, del ghiaccio, mantenendo l'artosollevato.

Le feriteSi definisce ferita una soluzione di continuo recente, che interessa la pelle e le parti molli,causata da un agente traumatico. Le più comuni sono le ferite da taglio, da punta, e lacero-contuse. Ciò che va tenuto presente in simili casi è che il pericolo maggiore è costituitodalle infezioni, per cui è necessario non contaminare la ferita, procedendo alla sua pulizia edisinfezione. Le misure di pronto soccorso consistono:

nel disinfettare le proprie mani prima di toccare qualunque ferita o il materiale dimedicazione o, in mancanza di disinfettanti, usare acqua e sapone;

lavare la ferita con acqua e sapone, servendosi di garza per allontanareeventuale terriccio, polvere, schegge, ecc.

trattare la ferita con acqua ossigenata; asciugare la ferita con garza e applicarvi del disinfettante;

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coprire con garza e appoggiare su di essa uno strato di cotone idrofilofasciando, infine, la parte con una benda. Se la ferita è di una certa entità ose è sporca di terriccio è necessario praticare la profilassi antitetanica.

TraumiTraumi cranici: sono lesioni che interessano il cranio e il cervello in seguito a sollecitazionitraumatiche violente della testa. Il traumatizzato cranico può presentare ferite al cuoiocapelluto o fratture ossee perdita di sangue dalle orecchie, dal naso, dalla bocca.Nei casi più gravi, si ha perdita di coscienza, arresto cardio-respiratorio. I traumi menoviolenti possono risolversi in una momentanea perdita di lucidità o in un semplicestato confusionale con eventuale presenza di cefalea, nausea e vomito. Se il traumatizzatoè in stato di incoscienza, deve essere sistemato in posizione di sicurezza e se ènecessario, bisogna praticare la respirazione artificiale. Non somministrare alcooliciod eccitanti e tenere sotto controllo il soggetto in quanto ad un relativo benessere,possono subentrare i segni di una lesione interna o di alterazione della coscienza.

Traumi della colonna vertebrale: sono lesioni determinate da traumi che direttamente oindirettamente si ripercuotono sulle strutture che compongono la colonna vertebrale. Ognitrauma che leda questa struttura può provocare danni irreparabili al midollo spinale,compromettendo definitivamente l'attività dei muscoli posti più in basso rispetto allalesione. Si ha dolore violento e si possono avere delle sensazioni particolari, qualiformicolii, intorpidimenti. Una lesione molto grave può provocare diminuzione dellasensibilità al dolore e al tatto, oppure paralisi muscolare. É importante non arrecareulteriori danni al ferito evitando di trasformare una semplice frattura in una lesione delmidollo spinale a carattere permanente.

Nell'impossibilità di stabilire sul luogo dell'incidente se esistono fratture, lussazioni e,soprattutto, di precisare l'esistenza di lesioni spinali, evitare di far compiere al feritoqualsiasi movimento che possa provocare un eventuale spostamento di vertebrefratturate. Il ferito andrà adagiato su una superficie rigida utilizzando la massimaprudenza per evitare di fargli piegare la colonna vertebrale.

Traumi dello scheletro toracico: sono quelli che interessano il torace, provocando fratturedello sterno e delle coste. Il soggetto lamenta dolore intenso che aumenta conl'inspirazione e con la tosse. Il respiro si presenta superficiale e la cute pallida. Se nonvi sono segni generali di preoccupante gravità, è utile una fasciatura circolare della basedel torace. Nel caso di arresto respiratorio, occorre praticare la respirazione artificiale econtinuarla per tutto il tempo necessario.

Traumi del cingolo scapolare e dell'arto superiore: le lesioni più frequenti sono lelussazioni e le fratture della spalla e, in questi casi, bisogna astenersi da ogni tentativo dicompiere manovre correttive quasi sempre dannose limitandosi, invece, alla sempliceimmobilizzazione. In caso di fratture della scapola o della clavicola, la misura immediatapiù opportuna è quella di appoggiare la mano dell'infortunato sul suo torace, in unaposizione che gli risulti comoda, sostenendo l'avambraccio con un fazzoletto disposto atriangolo e legato attorno al collo. É poi necessario sistemare attorno al torace unbendaggio, in modo che l'arto superiore sia immobilizzato contro il torace stesso e sievitino, così, movimenti nella zona fratturata.

Traumi del bacino e dell'arto inferiore: le lesioni che interessano il bacino e l'arto inferioresono, soprattutto, fratture e lussazioni. In questi casi bisogna comportarsi con moltaprudenza come di fronte alle fratture della colonna vertebrale. Evitare, dunque, manovrescorrette ed incaute e soprattutto perdite di tempo, in quanto potrebbero essere presentilesioni viscerali gravi, specialmente quando il trauma interessa il bacino.

Gli incidenti da calore

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Colpo di calore: rappresenta un grave disturbo della termoregolazione, legato a un bloccodell'attività sudorale. Riconosce come fattori scatenanti, un'attività fisica pesante e unambiente eccessivamente caldo-umido. Si può manifestare con insorgenza improvvisa ocon segni premonitori di durata variabile, come cefalea, vertigini, spossatezza, lieve statoconfusionale. Nella fase acuta, si hanno arresto dell'attività sudorale, aumentonotevolissimo della temperatura corporea e gravi turbe dello stato di coscienza chepossono giungere sino al coma. La cute si presenta asciutta, calda, arrossata, latemperatura corporea è elevatissima, il respiro e il polso sono frequenti, la pressionearteriosa aumentata. I riflessi appaiono ridotti e talvolta si segnala la presenza diconvulsioni.

L'infortunato va posto in ambiente fresco e ventilato, e alleggerito degli indumenti.Provocare rapidamente l'abbassamento della temperatura corporea con acqua fr edda eghiaccio applicati alle ascelle, all'inguine e soprattutto sulla testa. Ventilare il corpo delsoggetto in modo da aumentare la dispersione del calore. Nei casi estremi, si può arrivaread immergere tutta la persona in una vasca con acqua fredda, fino a quando la suatemperatura scenderà intorno ai 39° C, per evitare, continuando l'immersione,l'insorgenza di uno stato di shock. É controindicato somministrare stimolanti o narcotici.

Colpo di sole: nel colpo di sole l'elemento determinante è dato dalla irradiazione direttadel capo e della colonna cervicale, che provoca una dilatazione dei vasi cerebrali conaumentato afflusso di sangue, un aumento della pressione del liquido cerebro-spinale euna compromissione dei centri nervosi. I sintomi sono prevalentemente neurologici, qualicefalea, delirio, allucinazioni, talvolta coma. Il soccorritore deve comportarsi allo stessomodo che di fronte ad un soggetto affetto da colpo di calore.

Gli incidenti da freddoAssideramento: è una lesione in cui c'è un interessamento generale di tuttol'organismo da parte del freddo con abbassamento della temperatura corporea. Nelle fasiiniziali si ha brivido intenso con tremori, poi, quando la temperatura corporea scende al disotto dei 35°C, si ha pallore e rigidità muscolare. Successivamente intorno ai 27°C, simanifesta un colorito pallido-bluastro della cute, le labbra sono violacee, c'è unrallentamento del respiro e del polso, si ha scomparsa dei riflessi e perdita di coscienza.Attorno ai 22°C è frequente la comparsa di aritmie del cuore sino alla fibrillazioneventricolare con conseguente arresto cardio-respiratorio. Come primo intervento, occorreisolare il soggetto dal freddo con vestiti asciutti e caldi, e possibilmente condurlo in unlocale riscaldato.Somministrare bevande calde, preferibilmente ben zuccherate, mentre si devono evitareassolutamente gli alcoolici.Congelamento: è una lesione localizzata a una o più parti del corpo esposte senzaadeguata protezione a temperature molto basse. Le dita delle mani e dei piedi, leorecchie, il naso sono generalmente le parti più esposte alla possibilità di congelamento.La cute della zona colpita inizialmente è pallida e la sua sensibilità è ridotta. Se l'azionedel freddo perdura, compaiono vesciche simili a quelle prodotte da un'ustione poi, nellafase finale, si arriva alla distruzione dei tessuti. Nel prestare soccorso ad un soggetto conlesioni da congelamento è necessario preoccuparsi delle sue condizioni generali,riscaldandolo e somministrandogli bevande calde. Il riscaldamento deve essere gradualeper evitare il rischio di ustioni, e la parte congelata deve essere riportata lentamente allafunzionalità con opportuni movimenti, non con massaggi violenti. Infine, tutta l'areacolpita deve essere protetta con una benda o con un panno asciutto e pulito.

Gli incidenti da elettricitàFolgorazione: la corrente elettrica è sufficiente a provocare la morte, specialmente se lapersona si trova nelle condizioni di disperdere a terra la carica elettrica , avendo mani opiedi umidi.

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In questo caso, se la scarica elettrica attraversa la zona cardiaca, è in grado di provocareuna fibrillazione ventricolare, che comporta un arresto della capacità del cuore di contrarsiefficacemente e, di conseguenza, la morte del soggetto. Nel caso la persona sia ancora incontatto con i fili della corrente elettrica, è assolutamente necessario non toccarla, perevitare di rimanere a propria volta folgorati.

La prima misura da prendere è quella di allontanare l'infortunato dalla corrente elettrica ointerrompendo la corrente stessa qualora ciò non sia possibile, spostandolo con l'ausilio diun bastone di legno asciutto o di una corda lanciata attorno al suo corpo. Se si ha aportata di mano un'ascia con cui poter spezzare la conduttura elettrica, occorre fareattenzione che le proprie mani siano asciutte e che lo sia anche il manico di legnodell'ascia. Una volta allontanato l'infortunato dal contatto con la corrente, è necessario:

iniziare il più rapidamente possibile la respirazione artificiale;

fare in modo che l'infortunato rimanga tranquillo al caldo e, se possibile,somministrargli ossigeno;

curare le ustioni che si sono prodotte nei punti di ingresso e di uscita della corrente, inmodo analogo a quelle di altra origine;

in caso di arresto cardiaco, è necessario praticare tempestivamente il massaggiocardiaco esterno unitamente alla respirazione artificiale .

Fulminazione: il fulmine è mortale se colpisce la testa, o se la scarica attraversa il corpo epassa a terra interessando il cuore e il torace. In molti casi si producono, invece, lesionimolto gravi a carico della cute, dei muscoli e delle ossa, provocate dalla violentacontrattura conseguente al fulmine. L'intervento del soccorritore sarà rivolt o allarianimazione dell'infortunato, se la respirazione risulta interrotta, e poi alla cura dellelesioni.

Le ustioniLe ustioni sono delle lesioni più o meno estese e profonde, prodotte dal calore,dall'elettricità, dalle radiazioni. Per riconoscere la gravità di un'ustione, bisogna valutare laprofondità dei danni cutanei, ma soprattutto la sua estensione in superficie, in rapportocon l'età e lo stato di salute del soggetto. Quando l'estensione è superiore al 10% inun adulto e al 5% in un bambino, si hanno squilibri di carattere generale. Infatti, oltre alladistruzione dei tessuti, si ha una perdita di liquidi attraverso le lesioni della pelle, che puòcondurre sino allo shock, e la facile insorgenza di infezioni anche gravi. Si possonoclassificare in base alla profondità, in ustioni di primo, secondo e terzo grado, a cui,secondo alcuni autori, si può aggiungere un quarto grado. Nel primo grado, la lesioneinteressa lo strato più superficiale della pelle con arrossamento e dolore; nel secondogrado, si ha l'interessamento del derma con formazione di bolle, chiamate flittene; nelterzo grado, si ha la completa distruzione di tutto lo spessore della cute; nel quarto grado,si ha la carbonizzazione. Nel soccorrere un ustionato, se anche i suoi abiti hanno presofuoco, bisogna impedire che la vittima si metta a correre in preda al panico. Soffocare,pertanto, le fiamme con una coperta, un cappotto o facendo rotolare l'infortunatoper terra; togliere immediatamente di dosso solo quegli oggetti che, surriscaldatipossono continuare ad ustionare, come fibbie, orologi, catenine, bracciali, accessori digomma o di cuoio. Non tentare, invece, di staccare gli indumenti carbonizzati e rimastiattaccati alla pelle. Se l'ustione è superficiale e poco estesa, è necessario raffreddarecon rapidità la parte colpita con acqua corrente per molti minuti. Evitare nel modo piùassoluto i rimedi casalinghi come olio, burro, albume d'uovo o simili, bensì utilizzare leapposite pomate e coprire con bende di garza sterile, facendo attenzione a non rompere lebolle. Se invece l'ustione è grave ed estesa, occorre avvolgere l'infortunato in panni pulitio, se possibile, sterili; non si devono toccare le lesioni per evitare eventuali infezioni esoprattutto preoccuparsi di posizionare il soggetto in modo da prevenire uno

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stato di shock. Dopo questi primi soccorsi, occorre trasferire immediatamente l'ustionatoin un centro specializzato, per le cure del caso.

Quando le ustioni sono causate da sostanze chimiche, sia acide che alcaline, prendono ilnome di causticazioni. In questi casi, occorre lavare abbondantemente la zona colpita,possibilmente con acqua corrente per parecchi minuti, in modo da diluire la sostanzaresponsabile e da rimuovere quanto sia eventualmente rimasto attaccato alla pelle .

Le intossicazioni alimentariSi verificano in seguito all'ingestione di alimenti contenenti sostanze tossiche o diventatetali al momento della consumazione. Sono causate da alimenti infetti, mal conservati otossici. Il sospetto di un'intossicazione alimentare diventa fondato, quando gli stessisintomi a carico dell'apparato digerente vengono accusati in forma acuta da più personeche hanno consumato gli stessi pasti, in particolare carne, salumi, uova, latte, gelati,conserve casalinghe. Nelle intossicazioni alimentari i sintomi sono: vomito intenso, doloriaddominali, diarrea, frequentemente febbre, spossatezza, disidratazione. Nel soccorrerel'intossicato bisogna tentare di identificare gli alimenti in causa, interrogando il soggetto ele persone vicine, per ricostruire le circostanze precedenti l'incidente come, ad esempio,informazioni sull'ultimo pasto, raccolta di funghi, ecc. Non somministrare alimenti e, senon c'è vomito persistente, dare acqua per compensare le perdite di liquidi. Sorvegliare lostato di coscienza e la respirazione, liberando le vie respiratorie da eventuali corpiestranei; in caso di arresto respiratorio, praticare la respirazione artificiale. Se ilsoggetto è cosciente e non presenta difficoltà alla deglutizione, tentare di fare eliminarel'alimento tossico con il vomito, nel caso in cui la sostanza è stata correttamenteidentificata. Ciò si potrà fare stimolando la faringe con le dita o con la somministrazionedi caffè salato. In ogni caso è consigliabile trasportare urgentemente l'intossicato inospedale.

Le punture d'insettiLe punture d'insetti, quali vespe, api, calabroni, zanzare, tafani, pulci o formiche, possonoessere pericolose specialmente per chi è allergico al loro veleno, e in tal caso richiedonoun tempestivo trattamento. In caso di puntura, occorre quindi estrarre immediatamente ilpungiglione, facendo attenzione a non spezzarlo; applicare del ghiaccio sulla sede dellapuntura che, provocando vasocostrizione, si oppone alla diffusione del dolore. Qualora unindividuo notoriamente allergico alla puntura di una determinata specie di insetto, vengapunto ad un braccio o ad una gamba, è consigliabile applicare un laccio emostatico al disopra del punto colpito, in modo da rallentare l'assorbimento e la diffusione del veleno. Non bisogna grattare l'area colpita, Poiché ciò non solo aumenta il pericolo di infezione,ma favorisce anche la diffusione del veleno nell'organismo. Si possono applicarelocalmente pomate anestetiche o antistaminiche. Le punture di insetti possono risultareletali soltanto in casi abbastanza rari, per esempio se vengono inferte nelle vene del collo,in bocca o da numerosi insetti contemporaneamente.

Morsi di animaliI morsi di animali provocano ferite penetranti o lacero-contuse che devono essere trattatetempestivamente con lavaggio accurato con acqua e sapone per circa 10 minuti,disinfettate con i comuni antisettici applicando, poi, un bendaggio sterile o, in mancanzadi questo, un fazzoletto pulito. Dopo queste misure è necessario interpellare il medico, ilquale provvederà, a seconda del caso, a somministrare antibiotici, a praticare l'iniezioneantitetanica ed eventualmente a consigliare la vaccinazione antirabbica.

Svenimento e vertiginiQuando un soggetto sviene o è colto da vertigini occorre:

adagiarlo sul letto o comunque in posizione supina; mettergli un cuscino o un altro oggetto sotto gli arti inferiori, in modo che

vengano a trovarsi su un piano più elevato rispetto alla testa;

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slacciargli il colletto o allentargli la cravatta, in modo da consentire unsufficiente apporto di aria;

qualora il respiro sia lento e debole, praticare la respirazione artificiale; lasciarlo disteso finché non si è ripreso completamente e si sente bene.

ConvulsioniQuando una persona viene colta da convulsioni, come misura immediata occorre:

fare in modo che il soggetto non rechi ulteriore danno a se stesso, per esempiobattendo il capo o altre parti del corpo contro oggetti resistenti;

distenderlo e lasciargli libertà di movimenti, non tentando di tenerlo fermo o direprimere le convulsioni;

slacciargli il colletto della camicia, per facilitare la respirazione; tenergli il mento sollevato in modo che l'aria possa penetrare senza difficoltà nelle

vie respiratorie; se è possibile, inserire un fazzoletto ripiegato tra i denti, in modo che non possa

mordersi la lingua; se ha perso conoscenza, adagiarlo su un fianco in posizione di sicurezza,

assicurandosi che le vie respiratorie restino libere; in tal modo, si evita che vomito,muco o sangue finiscano nell'apparato respiratorio o che il passaggio dell'ariavenga in qualche modo ostacolato;

continuare ad assisterlo anche dopo che l'attacco convulsivo è cessato, poichè inmolti casi ha bisogno di un certo tempo per riprendersi, per cui è opportunorimanergli vicino finché le sue condizioni non si siano completamente normalizzate.

L'occhioOgni trauma o lesione che interessi l'occhio, le palpebre e i tessuti che li circondano,provoca con estrema facilità gonfiore, emorragie, colorazione bluastra della cute, chepossono addirittura portare a una temporanea e completa chiusura dell'occhio. Applicare inquesti casi una borsa di ghiaccio, per rallentare l'estendersi del gonfiore e l'ecchimosi, nontentare di aprire le palpebre che la tumefazione ha chiuso. In ogni caso, portarel'infortunato dal medico appena possibile, per verificare che non vi siano lesioni più graviall'occhio.

Anche la penetrazione di corpi estranei negli occhi, quali pulviscolo, fuliggine, piccoli insetti,polvere o schegge, particelle varie, provoca, in genere, vivo bruciore accompagnato daarrossamento e lacrimazione, oltre a disturbi visivi, se il corpo estraneo si posiziona davantialla pupilla.É opportuno limitarsi a togliere soltanto i corpi estranei più superficiali, evitando lostrofinamento dell'occhio.Nel caso in cui non sia possibile reperire immediatamente il medico, è necessario lavarel'occhio interessato con acqua tiepida o rimuovere il corpo estraneo con un batuffolo diovatta inumidita, eventualmente applicando poi una piccola quantità di pomata oftalmicaper calmare l'irritazione. Anche le schegge debbono essere rimosse per evitare il pericolo diinfezioni, facendo attenzione a non causare emorragie. La misura immediata piùopportuna da prendere in caso di ferite, è quella di proteggere le lesioni conbendaggio sterile, provvedendo, quindi, al ricovero dell'infortunato nel più vicinoospedale.

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ALLEGATO 1

Allegato XXXIIILa prevenzione del rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso -lombari, connesse alle attività lavorative di movimentazione manuale dei carichi dovràconsiderare, in modo integrato, il complesso degli elementi di riferimento e dei fattoriindividuali di rischio riportati nel presente allegato.

ELEMENTI DI RIFERIMENTO

1. Caratteristiche del carico.La movimentazione manuale di un carico può costituire un rischio di patologie dasovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari nei seguenti casi:

- il carico è troppo pesante;- è ingombrante o difficile da afferrare;- è in equilibrio instabile o il suo contenuto rischia di spostarsi;- è collocato in una posizione tale per cui deve essere tenuto o maneggiato a una

certa distanza dal tronco o con una torsione o inclinazione del tronco;- può, a motivo della struttura esterna e/o della consistenza, comportare lesioni per il

lavoratore, in particolare in caso di urto.

2. Sforzo fisico richiesto.Lo sforzo fisico può presentare rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, inparticolare dorso-lombari nei seguenti casi:

- è eccessivo;- può essere effettuato soltanto con un movimento di torsione del tronco;- può comportare un movimento brusco del carico;- è compiuto col corpo in posizione instabile.

3. Caratteristiche dell'ambiente di lavoro.Le caratteristiche dell'ambiente di lavoro possono aumentare le possibilità di rischio dipatologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari nei seguenti casi:

- lo spazio libero, in particolare verticale, è insufficiente per lo svolgimento dell'attivitàrichiesta;

- il pavimento è ineguale, quindi presenta rischi di inciampo o è scivoloso- il posto o l'ambiente di lavoro non consentono al lavoratore la movimentazione

manuale di carichi a un'altezza di sicurezza o in buona posizione;- il pavimento o il piano di lavoro presenta dislivelli che implicano la manipolazione del

carico a livelli diversi;- il pavimento o il punto di appoggio sono instabili;- la temperatura, l'umidità o la ventilazione sono inadeguate.

4. Esigenze connesse all'attività.L'attività può comportare un rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, inparticolare dorso-lombari se comporta una o più delle seguenti esigenze:

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- sforzi fisici che sollecitano in particolare la colonna vertebrale, troppo frequenti otroppo prolungati;

- pause e periodi di recupero fisiologico insufficienti;- distanze troppo grandi di sollevamento, di abbassamento o di trasporto;- un ritmo imposto da un processo che non può essere modulato dal lavoratore.

FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIO

Fatto salvo quanto previsto dalla normativa vigente in tema di tutela e sostegno dellamaternità e di protezione dei giovani sul lavoro, il lavoratore può correre un rischio neiseguenti casi:

- inidoneità fisica a svolgere il compito in questione tenuto altresì conto delledifferenze di genere e di età;

- indumenti, calzature o altri effetti personali inadeguati portati dal lavoratore;- insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze o della formazione o

dell’addestramento

RIFERIMENTI A NORME TECNICHE

Le norme tecniche della serie ISO 11228 (parti 1-2-3) relative alle attività dimovimentazione manuale (sollevamento, trasporto, traino, spinta, movimentazione dicarichi leggeri ad alta frequenza) sono da considerarsi tra quelle previste all’articolo 152,comma 3.

ALLEGATO 2

Allegato XXXIV

REQUISITI MINIMI USO VDTOsservazione preliminare .Gli obblighi previsti dal presente allegato si applicano al fine di realizzare gli obiettivi del titoloVII. I requisiti minimi previsti dal presente allegato si applicano anche alle attività di cuiall’articolo 3, comma 7.

1. ATTREZZATUREa) Osservazione generale. L'utilizzazione in sé dell'attrezzatura non deve essere fonte dirischio per i lavoratori.b) Schermo.La risoluzione dello schermo deve essere tale da garantire una buona definizione, unaforma chiara, una grandezza sufficiente dei caratteri e, inoltre, uno spazio adeguato traessi. L'immagine sullo schermo deve essere stabile; esente da farfallamento, tremolio o daaltre forme di instabilità. La brillanza e/o il contrasto di luminanza tra i caratteri e lo sfondodello schermo devono essere facilmente regolabili da parte dell'utilizzatore delvideoterminale e facilmente adattabili alle condizioni ambientali. Lo schermo deve essereorientabile ed inclinabile liberamente per adeguarsi facilmente alle esigenze dell'utilizzatore.È possibile utilizzare un sostegno separato per lo schermo o un piano regolabile.Sullo schermo non devono essere presenti riflessi e riverberi che possano causare disturbiall'utilizzatore durante lo svolgimento della propria attività.Lo schermo deve essere posizionato di fronte all’operatore in maniera che, anche agendosu eventuali meccanismi di regolazione, lo spigolo superiore dello schermo sia posto un pòpiù in basso dell’orizzontale che passa per gli occhi dell’operatore e ad una distanza degli

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occhi pari a circa 50-70 cm, per i posti di lavoro in cui va assunta preferenzialmente laposizione seduta

c) Tastiera e dispositivi di puntamento.La tastiera deve essere separata dallo schermo e facilmente regolabile e dotata dimeccanismo di variazione della pendenza onde consentire al lavoratore di assumere unaposizione confortevole e tale da non provocare l'affaticamento delle braccia e delle mani.Lo spazio sul piano di lavoro deve consentire un appoggio degli avambracci davanti allatastiera nel corso della digitazione, tenendo conto delle caratteristiche antropometrichedell’operatore.La tastiera deve avere una superficie opaca onde evitare i riflessi.La disposizione della tastiera e le caratteristiche dei tasti devono agevolarne l'uso. I simbolidei tasti devono presentare sufficiente contrasto ed essere leggibili dalla normale posizionedi lavoro.Il mouse o qualsiasi dispositivo di puntamento in dotazione alla postazione di lavoro deveessere posto sullo stesso piano della tastiera, in posizione facilmente raggiungibile edisporre di uno spazio adeguato per il suo uso.

d) Piano di lavoro.Il piano di lavoro deve avere una superficie a basso indice di riflessione, essere stabile, didimensioni sufficienti a permettere una disposizione flessibile dello schermo, della tastiera,dei documenti e del materiale accessorio.L’altezza del piano di lavoro fissa o regolabile deve essere indicativamente compresa fra 70e 80 cm. Lo spazio a disposizione deve permettere l’alloggiamento e il movimento degli artiinferiori, nonché l’ingresso del sedile e dei braccioli se presenti.La profondità del piano di lavoro deve essere tale da assicurare una adeguata distanzavisiva dallo schermo.Il supporto per i documenti deve essere stabile e regolabile e deve essere collocato in modotale da ridurre al minimo i movimenti della testa e degli occhi.

e) Sedile di lavoro.Il sedile di lavoro deve essere stabile e permettere all'utilizzatore libertà nei movimenti,nonché una posizione comoda. Il sedile deve avere altezza regolabile in manieraindipendente dallo schienale e dimensioni della seduta adeguate alle caratteristicheantropometriche dell’utilizzatore.Lo schienale deve fornire un adeguato supporto alla regione dorso-lombare dell’utente.Pertanto deve essere adeguato alle caratteristiche antropometriche dell’utilizzatore e deveavere altezza e inclinazione regolabile. Nell’ambito di tali regolazioni l’utilizzatore dovràpoter fissare lo schienale nella posizione selezionata.Lo schienale e la seduta devono avere bordi smussati. I materiali devono presentare unlivello di permeabilità tali da non compromettere il comfort dell’utente e pulibili.Il sedile deve essere dotato di un meccanismo girevole per facilitare i cambi di posizione edeve poter essere spostato agevolmente secondo le necessità dell’utilizzatore.Un poggiapiedi sarà messo a disposizione di coloro che lo desiderino per far assumere unapostura adeguata agli arti inferiori. Il poggiapiedi non deve spostarsi involontariamentedurante il suo uso.

f) Computer portatiliL’impiego prolungato dei computer portatili necessita della fornitura di una tastiera e di unmouse o altro dispositivo di puntamento esterni nonchè di un idoneo supporto che consentail corretto posizionamento dello schermo.

2. AMBIENTE

a) Spazio

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Il posto di lavoro deve essere ben dimensionato e allestito in modo che vi sia spaziosufficiente per permettere cambiamenti di posizione e movimenti operativi.

b) IlluminazioneL'illuminazione generale e specifica (lampade da tavolo) deve garantire un illuminamentosufficiente e un contrasto appropriato tra lo schermo e l'ambiente circostante, tenuto contodelle caratteristiche del lavoro e delle esigenze visive dell'utilizzatore.Riflessi sullo schermo, eccessivi contrasti di luminanza e abbagliamenti dell’operatoredevono essere evitati disponendo la postazione di lavoro in funzione dell'ubicazione dellefonti di luce naturale e artificiale.Si dovrà tener conto dell’esistenza di finestre, pareti trasparenti o traslucide, pareti eattrezzature di colore chiaro che possono determinare fenomeni di abbagliamento direttoe/o indiretto e/o riflessi sullo schermo.Le finestre devono essere munite di un opportuno dispositivo di copertura regolabile perattenuare la luce diurna che illumina il posto di lavoro.

d) RumoreIl rumore emesso dalle attrezzature presenti nel posto di lavoro non deve perturbarel'attenzione e la comunicazione verbale.

f) RadiazioniTutte le radiazioni, eccezion fatta per la parte visibile dello spettro elettromagnetico,devono essere ridotte a livelli trascurabili dal punto di vista della tutela della sicurezza edella salute dei lavoratori

e) Parametri microclimaticiLe condizioni microclimatiche non devono essere causa di discomfort per i lavoratori.Le attrezzature in dotazione al posto di lavoro non devono produrre un eccesso di caloreche possa essere fonte di discomfort per i lavoratori.

3. INTERFACCIA ELABORATORE/UOMOAll'atto dell'elaborazione, della scelta, dell'acquisto del software, o allorchè questo vengamodificato, come anche nel definire le mansioni che implicano l'utilizzazione di unitàvideoterminali, il datore di lavoro terrà conto dei seguenti fattori:

a) il software deve essere adeguato alla mansione da svolgere;b) il software deve essere di facile uso adeguato al livello di conoscenza e di esperienzadell'utilizzatore. Inoltre nessun dispositivo di controllo quantitativo o qualitativo può essereutilizzato all'insaputa dei lavoratori;c) il software deve essere strutturato in modo tale da fornire ai lavoratori indicazionicomprensibili sul corretto svolgimento dell’attività;d) i sistemi devono fornire l’informazione di un formato e ad un ritmo adeguato aglioperatori;e) i principi dell’ergonomia devono essere applicati in particolare all’elaborazionedell’informazione da parte dell’uomo

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INDICELettera consegna opuscolo informativo Pag. 2Introduzione Pag. 3Scopo e destinazione delle norme - Pag. 4Obblighi dei lavoratori Pag. 5Contravvenzioni commesse dai lavoratori Pag. 5Codice disciplinare per i dipendenti di struttura Pag. 6Codice disciplinare lavoratori somministrati Pag. 11Informativa al personale femminile art. 11 d.lgs. 26.3.2001 n. 151 Pag. 17Competenze e Funzioni Pag. 19Definizioni Pag. 19Dispositivi di protezione individuale DPI Pag. 21Scarpe di sicurezza Pag. 21Elmetto Pag. 21Copricapo Pag. 21Guanti e manopole Pag. 21Grembiuli Pag. 21Capi di abbigliamento in genere Pag. 21Tamponi auricolari cuffie antirumore Pag. 22Protezione integrale del corpo Pag. 22Protezione delle vie respiratorie Pag. 22Maschere antigas e filtro Pag. 22La movimentazione manuale dei carichi Pag. 22Raccomandazioni addetti movimentazione manuale dei carichi Pag. 23Raccomandazioni per gli addetti alla movimentazione meccanica dei carichi Pag. 24Norme per il corretto uso dei mezzi meccanici Pag. 24Magazzinieri addetti nelle celle frigorifere Pag. 26Videoterminali Pag. 26Ambiente Pag. 27Sorveglianza sanitaria per gli addetti ai VDT Pag. 28Prevenzione degli incendi Pag. 28Classificazione incendi Pag. 30Procedura per l'impiego degli estintori portatili di pronto intervento Pag. 30Procedure che riguardano la lotta antincendio Pag. 31Procedure per l'evacuazione dei lavoratori in caso di pericolo grave ed immediato Pag. 32Organizzazione dell'emergenza - risorse umane Pag. 32Mantenimento del piano di emergenza Pag. 33Come comportarsi in caso di evacuazione e cosa è importante conoscere Pag. 33Procedure riguardanti il pronto soccorso Pag. 34Comportamento in caso d’infortunio Pag. 34Lo shock Pag. 34Interventi di primo soccorso Pag. 35Rianimazione cardio-respiratoria Pag. 36Le emorragie Pag. 37Anossia Pag. 37Asfissia Pag. 38Annegamento Pag. 38Avvelenamento da gas Pag. 38Le fratture Pag. 39Le lussazioni Pag. 39Le distorsioni Pag. 39Le ferite Pag. 39Traumi Pag. 40Gli incidenti da calore Pag. 40Gli incidenti da freddo Pag. 41Gli incidenti da elettricità Pag. 41Le ustioni Pag. 42Le intossicazioni alimentari Pag. 43Le punture di insetti Pag. 43Morsi di animali Pag. 43Svenimento e vertigini Pag. 43Convulsioni Pag. 44

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L' occhio Pag. 44ALLEGATO 1 ( allegato XXXIII – del D.lgs 81/2008 – movimentazione manuale carichi ) Pag. 45ALLEGATO 2 (allegato XXXIV del D.lgs 81/2008- requisiti minimi uso VDT) Pag. 46INDICE Pag. 49

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